4 ni BOELEETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA n - Gade della - Società 2a Genova - Via Brigata Liguria 9 È. GENOVA | Arti Grafiche COMMERCIO - Via S. Luca, 10 p.t. © dii Si pubblica dieci volte l'anno. ————Conto corrente colla Poste DELLA. SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA o VOLUME LXVI N: 1-2. (O A) hi i: ‘@ a ME 850 Coe Elenco DEI Soci 2 APITT SOCIALI L= ‘Comunicazioni scientifiche: D. Guiglia ©F. ir Nuove ricerche 7 intorno ai Polistes italiani (Hymen. 'Vespi) — ‘Giulio Trinchieri : - Intorno alla presente diffusione d’Aspidiotus perniciosus in ‘Furopa d ‘— G.P. Moretti: Le uova e la larva di Anabolia lombarda Ris pi: | (Trichoptera) — A. Brian: Recerssione. È i Miri delle Subalefzioni entomalezighe e riguardanti la Fauna, dell’Italia i e delle Colonie Mediterranee XIV. | °‘»‘’Dr FABIO INVREA, Direttore Responsabile I | Arti Grafiche COMMERCIO, Via S. Luca, 10 — GENOVA (2) 0: ieri: - ENTOMOLOGICA ITALIANA co Sede. in GENOVA, Via Brigata Liguria, N. O | presso il Museo Civico di Storia Naturale - SOGCL ONORARI] | S. M. VITTORIO EMANUELE III - RE D' ITALIA S. E. Benito MUSSOLINI - Capo del Governo . S. E. GIOVANNI BELLUZZO SL S. E. PIETRO FEDELE. CONSIGLIO DIRETTIVO | pel biennio 1932 ‘38 — PRESIDENTE ONORARIO: Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro.. . PRESIDENTE ErrerTIvo: Dott. Ferdinando Solari. ‘ Vice-PRESIDENTE:. Dott. Luigi Masi. | | SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea. TESsoRIERE: Rag. Cesare Mancini. | DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fabio Invrea. | ConsiGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Signor Agostino Dodero, Prof, Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli | Prof. Raffaele Issel, Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli si . Dott. Ubaldo Rocci, Prof. Filippo Silvestri, Conte Emilio Turati Dr. Roggero Verity. ; REVISORI DEI CONTI: Signor. Armando Baliabii: Ing. Paolo Benss di Dott. Tullo Casiccia. I Quota sociale annua: ‘nel Regno: Ordinarî L. 40, Studenti L. 20. - Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Corso SORA ‘- 40, int. 2, S.S., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno.. i | Quota per. l'iscrizione a soci Vitalizi: L. 500 De È ER L. "150 DO: per l’estero. di Abbonamento alle. Pubblicazioni ‘per i non ‘soci: Italia E. 50 di, Estero L. 60... a ; pel £ SE ano ee scuri AVVISI AI SOCI Le adunanze scientifiche della Società, si, tengono ogni Giovedì ; alle ore 21, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla 50 Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta. mente al Tesoriere: Sig. Rag. GC. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2., s.s., GENOVA. °° n° | vu BOLLETTINO DELLA SOCIETA’ ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLume LXVI (1934) NO 12 Pubblicato il 28 Febbraio 1934, Anno XII ELENCO DEI SOCI DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA per l’anno 1934 - XII. SOCI ONORARI S. M. VITTORIO EMANUELE III - Re d’Italia. S. E. Benito Mussolini - Capo del Governo. S. E. Giovanni Belluzzo - Ministro di Stato. S. E. Pietro Fedele - Senatore del Regno. 1922. 1922. 1923. 1922. 1922. 1900. 1921. 1920. 1922. SOCI BENEMERITI Dodero (Adele). Genova. Dodero (Agostino). Genova. Mancini ( Rag. Cesare). Genova. t Solari (Dott. Angelo). Genova. Solari (Dott. Ferdinando ). Genova. SOCI ORDINARI Soci vitalizi S. M. VITTORIO EMANUELE III - Re d’Italia. Bagnall (Richard S.),9, York-place, Edinburgh (Inghilterra ). Entomologia generale. Baliani ( Armando), Via Carlo Felice 44, Genova 408. Coleotteri italiani special. Amara paleart.j Crisidi, Mutillidi. Bettinger ( Doct. Lucien), 44 Rue Caqué, Reims (Marne). Coleotteri europei, specialmente. cavernicoli. 1920. 1897. 1923. 1895. 1931. 1925. 1933. 1896. 1922. 1900. 1923. - Calabresi (Dott. Enrica), Via Girardi -/, Firenze. Coleoner, specialmente Brentidi del globo. . De Marchi (Dott. Marco ), Borgonuovo 23, Milano 102. Fn tomologia generale. . Dodero (Agostino), Casella postale 1160, Genova. Coleotteri e Tentredinidi d° Europa. .D’Oria (Mar.se Gian Carlo), Via Peschiera 10, Genova. . Jeannel (Doct. Réné), Professeur d’Entomologie au Muséum National d’Histoire Naturelle, 45 bis Rue de Buffon, Paris V. Coleotteri e Rincoti. . Parisi (Dott. Bruno), Direttore del Museo Civico di Storia Naturale. Corso Venezia, Milano 113. Crostacei. . Porter ( Prof. Dr. Carlos E.), Director del Museo y Laborato- rio de Zoologia aplicada, Casilla 2974. Santiago (Chile). Zoologia applicata ed Entomologia. Ricasoli Firidolfi (Barone Luigi), Via Maggio 7, Firenze 132. Entomologia generale. Silvestri ( Prof. Filippo), Direttore della R. Scuola Sup. di Agricoltura, Portici ( Napoli ). Entomologia generale ed agra- ria - Miriapodi. Tompkins de Garnett (Richard), Arbor Drive 135, Piedmont, Alameda County ( Cal. U. S. A.). Coleotteri, specialmente Cicindelidi, Carabiai, Buprestidi, Cerambicidi e Scarabeidi. Tosi (Dott. Alessandro), Scorticata (Forlì). /menotferi. Soci annuali Alliata di Pietratagliata (S. E. il Principe Raniero), Via Serradifalco ( Malaspina ), Palermo. Alluaud (Charles), Les Ouches, Crozant (Creuse, Francia). Carabidi del globo, specialmente africani e Coleotteri delle isole atlantiche. Alzona (Dott. Carlo), Via Garibaldi 50, Genova - Nervi. Coleotteri. Andreini (Colonn. Dott. Alfredo), Lippiano ( Perugia ). Coleot- teri italiani. Andrewes (H. E.), 8 North Grove, Highgate, London N. 6 ( Inghilterra ). Coleotteri, specialmente Carabidi. Baldasseroni (Prof. Vincenzo), R. Museo, Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale. Banninger (M.), Ludwigstrasse 73, Giessen ( Germania). Ca- rabidi, specialmente Leistus, Nebria, Notiophilus, Lorocera. 1932. 1933. 1926. 1929. 1929. 1922. 1929. 1931. 1922. 1929. 1927. 1917. 1923. 4911: 1922. 1928. 1928. 1927. 1920. 1927. 1932. Banti (Prof. Dott. Adolfo ), Borgo Solestà 39, Villino Spalvieri, Ascoli Piceno. Barajon (Rag. Mario), Via Tibaldi 66, Milano. Lepidotteri. Beccari (Prof. Dott. Nello), R. Istituto di Anatomia compa- rata, Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale. Beer (Dott. Sergio ), R. Stazione Chimico Agraria Sperimentale, Villa Celimontana al Celio, Roma (124). Lepidotteri italiani. Bellio (Dott. Giuseppe), Sperimentatore del R.° Laboratorio di Entomologia Agraria, Portici, (Napoli). Bensa (Ing. Paolo), Consorzio Naz. Produttori Zucchero, Via Garibaldi 7, Genova. Fauna entomologica delle caverne. Berio (Dott. Emilio ), Corso Dogali 4-7, Genova. Lepidotteri © Nottue. Bertolizio ( Bruno ), Via Cologna 17, Trieste. ( Socio studente ). Coleotteri. Bigliani (P. Prof. Luigi), Collegio Scuole Pie, Carcare ( Savo- na). Coleotteri italiani. Binaghi (Giovanni), Via Gherardini 10, Milano 1206. /isteri- dae, Elateridae e Bostrychidae paleartici. Boldetti ( Giuseppe), Via Nizza, Genova. Co/eofteri italiani. Boldori (Rag. Leonida), Via Palestro 26, Cremona. Coleotteri ( Cicindelidi e Carabidi ) paleartici, larve di insetti ipogei. Bolivar y Pieltain (D. Candido ), Museo de Ciencias Natu- rales, Hipédromo, Madrid. Coleotteri ed Ortotteri. Borelli ( Dott. Alfredo), Via S. Domenico 35, Torino. Forficule e Scorpioni. Botto (Avv. Guido ), Via Cairoli 4-3, Genova. Coleotteri italiani. Bourbon - Orléans (S. A. Francoise M. de), 42 Emperor's Gate, London S. W. 7. Bradley (Prof. James Chester) Professor of Entomology and Curator of Invertebrate Zoology in Cornell University, Ro- bertshall, Cornell University, Ithaca, ( New York, U. S. A.) Imenotteri. Brasavola di Massa (Alberto), Avio, ( Trentino ). Coleotteri. Brian (Dott. Cav. Alessandro), Corso Firenze 5, Genova 100. Crostacei. i Burlini (Milo), Ponzano Veneto. (Treviso ). Coleotteri italiani. Canzanelli (Arnaldo), Corso Roma 63, Milano. (Socio Stu- dente ). . Capra (Dott. Felice), Museo Civico di Storia Naturale, Via. Brigata Liguria 9, Genova 102. Coleotteri specialmente Cocci- nellidi paleartici, Ortotteri italiani e libici. . Capraro ( Vittorio), Via Cervara 4, Trento. ( Socio Studente ). . Carimini (Dott. Mario), R. Stazione di Entomologia, Via Ro- . mana 19, Firenze (132). ..Casiccia (Dott. Tullo), Piazza Paolo da Novi 8-8, Genova. | Coleotteri italiani, Cerambicidi della fauna paleartica. . Castellani (Omero), Insegnante, Scuole Rurali, Acilia di Roma. Fauna entom. locale e Odonati. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Via del Torretto 6, Spezia. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Macerata. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Modena. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Via Mazzini 14, Piacenza. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Catania. . Ceresa (Leopoldo), Via Dario Papa 25, Milano, 142. Coleotteri e Rincoti della Lombardia, Carabidi paleartici. . Chiaromonte (Dott. Alfonso), Istituto Agricolo Coloniale ita- liano, Viale Umberto 9, Firenze. Entomologia agr. coloniale. . Ciana (Antonio), Via Mazzini 35, Trieste. Coleotteri italiani. . Colizza (Dott. Corrado), R. Osservatorio di Fitopatologia, Bolzano. . Cominazzini (Claudio), Miasino (Novara) Coleotteri italiani (Socio Studente) . Costa ( Dott. Domenico), Via XXX Ottobre 15, Trieste. Lep:- dotteri. . Cuscianna (Dott. Nicolò), R. Osservatorio di Fitopatologia per la Venezia Giulia, Via S. Nicolò 7, Trieste. Entomologia agraria. . Della Beffa ( Prof. Giuseppe), Via Goito 3, Torino 106. Col leotteri, Entomologia agraria. . Della Torre-Tasso (S. A. il Principe Alessandro, Duca di Castel Duino,) Duino. ( Trieste ). Entomologia generale. . Depoli (Prof. Guido), Viale Benito Mussolini 4, Fiume. Fauna della Liburnia, Coleotteri. . Denis (Prof. Jean Robert), Agrégé à l’Université, Docteur en Sciences, Chef de Travaux à la Sorbonne. Laboratoire Arago, Banyuls-sur-mer ( Pyr. Or. Francia). Anatomia degli insetti. Sistematica dei Collemboli e dei Dipluri. 1924. 1929. 1921. 1931. 1933. 1922. 1930. 1926. 1933. 1119. 1920. 1921. 1930, 1923. 1922. 1953. 1932. 1900. 1931. 1918. 1817. 1929. 1897. De Peyerimhoff de Fontenelle (Paul), 87 Boulevard Saint- Saéns, Algeri. Entomologia generale. Coleotteri. Deutsches Entomologisches Museum, Gosslersirasse 20, Berlin-Dahlem (Gerinania). Di Caporiacco (Dott. Ludcvico ), R. Museo, Via Romana 19, Firenze 132. Aracnidi. Dinon (Giovanni), Viale XX Settembre 88, Trieste. (Socio Studente ). Coleotteri. D'Oria Bombrini (M.sa Rosetta). Castello di Montaldeo. (Alessandria). Dodero (Adele), Casella Postale 1160, Genova. Draghetti ( Prof. Alfonso), Direttore della R. Stazione Agra- ria Sperimentale, R. Osservatorio di Fitopatologia, Viale Margherita, Modena. | Esaki (Dott. Prof. Tesio), Entomological Laboratory Depart- ment of Agriculture, Kyushu Imperial University, Fukuoka, Japan. Hemiptera Heteroptera, specialmente Gerridae. Fabbro (Ezio), Via Ugo Foscolo, 37, Trieste. Coleotteri iataliani. (Socio Studente). Falzoni (Adolfo), Riva Reno 61, Bologna 119. Coleotteri italiani Festa ( Dott. Gr. Uff. Enrico), R. Museo Zocologico, Palazzo Carignano, Torino 108, Entomologia generale. Finzi (Bruno), Via Giulia 25, Trieste 104. Formicici. Fioresi ( Dott. Luigi), Via Fioravanti 84, Bologna 128. Co/eotteri. Fiori (Geom. Adriano), Via Umberto I, Sassuolo. ( Modena ). Fiori (Dott. Attilio), Viale Aldini 64, Bologna. Lepidotteri. Forcher Mayr(Hans), Via Conciapelli 11, Bolzano. Lepidotteri. Franzoni (Franco), Via S. Marco 80, Milano a. (Socio Studente ). Gagliardi (Prof. Ing. Cav. Uff. Aldo), Via Nazionale 13, Firenze (107). Coleotteri italiani. Garavaglia (Emilio), Via Villini 7, Villa Ida, “aa 127. Garavini ( Dott. Giorgio ), Cattedra Ambulante di Agricoltura, Roma. Entomologia agraria. Gestro (Gr. Uff. Prof. Raffaele ), Direttore del Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria 9, Genova 102. Coleotteri. Ghidini (Gian Maria), Via Martinengo Barco 1, Brescia. Co- leotteri cavernicoli, Ditteri italiani. (Socio Studente). Ghigi (Prof. Alessandro), Istituto Zoologico, R. Università di Bologna. /menotteri, Fauna entomologica della Libia. 1907. 1932. 1920. 1932. 1927. 1933: 1920. 1931. 1930. 1923. 1920. 1920. 1932. 1923. 1927. 1927. 1928. 1924. 1930. . Giordani Soika ( Antonio ); S:--Marco 254, Venezia. ( Socio Studente ). /menotteri. . Goidanich (Dott. Athos), Laboratorio di Entomologia, R. Isti- tuto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna 125. En- tomologia generale ed applicata, Onthophagus. Grandi (Prof. Guido), Laboratorio Entomologia, R. Istituto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna 125, Enfomo- logia generale ed agraria. Insetti dei fichi. Gregoretti ( Pietro), Via Raffineria 11 - I.° p., Trieste. Arae- nidi italiani. (Socio Studente). Gridelli (Dott. Edoardo ), Museo Civico di Storia Naturale, Piazza A. Hortis 4, Trieste. Co/eofferi, specialmente Stafilinidi. Gruppioni (Geom. Giovanni), Via Milazzo 30, Bologna Guiglia (Dott.ssa Delfa), Corso Principe Amedeo 5, Genova 100. Imenotteri paleartici. Hartig (Conte Fred), Castello Maur, Merano, Iain pal., Speleologia. Invrea( Nobile dei Marchesi, Dott. Fabio ), Conservatore Onorario del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, Via Brigata. Liguria 1, int. 24, Genova 102. Crisidi e Mutillidi paleartici. Issaakides (Dr. C. A.), Institut Phytopathologique Benachi, Kephissa presso Atene. (Grecia). Erfomologia applicata. Issel (Prof. Raffaele ), Corso Magenta 02-2, Genova. Istituto Bacologico (R.°), R. Scuola Superiore di Agricol- tura, Portici ( Napoli). Istituto di Zoologia della R. Università di Cagliari. Istituto di Zoologia della R. Università di Genova. Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Modena. eso Istituto di Zoologia della R. Università, Via Archirafi, Palermo 152. Istituto e Museo di Zoologia della R. Università. Pa- lazzo Carignano, Torino 108. [siltuto:.di Zootogra ed Anatomia comparata del- l’Università di Camerino. Laboratorio de Entomologia de Estacion Nacional Agronòmica y Colegio de Agricoltura, Moca (Repubblica Dominicana). Laboratorio di Bachicoltura ed Entomologia Agra- ria del R. Istituto Superiore Agrario, Perugia. Leale- Anfossi (Emilia), Via Lavinia 47, Genova, 1923. 1933. 1921. 1925. 1921. 1928. 1899. 1931. 1902. 1929. 1913. 1932. 1930. 1922. 1931. 1932. 1914. 1922. 1924. 1932. 1933. Lepri (March. Prof. Giuseppe), Istituto Zoologico della R. Università, Roma 119, /menotteri. Lintas (Dott. Luigi), Cattedra Ambulante Agricoltura, Aquila. Entomologia agraria. Lombardi (Massimiliano ), Piazzale del Re, Firenze 109. Co- leotteri e Lepidotteri. Lombardini (Dott. Giocondo )j Preside R. Scuola Comple- mentare Cicognini, Prato, ( Firenze ). Entomologia generale, Formicidi, Acari. Lona ( Carlo), Via Massimo d’Azeglio 22, Trieste. OfiorrAyn- chus paleartici. Loser (Ing. Benevento), Scala Ruggero Bonghi 1248, Trieste. Lepidotteri, I menotteri. Luigioni (Cav. Paolo), Via Ludovico di Vartema 3, ( Testaccio ) Roma 140. Coleotteri europei. Mahdihassan (Dr. S.), c/o te American Express Co., 55 Char- lottenstr. Berlin W. Mainardi (Prof. Athos), Piazza S. Jacopo 3-11, Livorno. Er- tomologia generale, specialmente Coleotteri. Malenotti (Prof. Dott. Ettore ), Direttore del R. Osservatorio di Fitopatologia per il Veneto, Via G. Mameli 3, Verona. Mancini (Rag. Cesare), Corso Firenze 40-2, Genova. Coleot- teri europei, specialmente Scarabeidi ; Emitteri italiani. Mariani (Gianni), Via Washington 14, Milano. Lepidotteri italiani. (Socio Studente ). Mariani (Mario), Rocca-Caprileone per Zappulla scalo ( Mes- sina). Lepidotteri. Masi (Prof. Luigi), Museo Civico di Storia Naturale, Via Bri- gata Liguria 9, Genova 102. /menotteri Calcidial. Maura ( Angelo), San Polo 2165, Venezia. Coleotteri paleartici. Melis (Dott. Antonio ), R. Stazione di Entomologia, Via Ro- mana 19, Firenze (132). Menozzi (Carlo), Laboratorio Entomologico del Consorzio Zuc- chero, Via Trento 2, Chiavari (Genova). Formicidi del globo. Micheli (Dott. Lucio), Via Goldoni 32, Milano 120. /menotteri. Ministry of Agriculture, The Plant Protection Section, Cotton Research Board, Giza ( Egitto ). Moretti (Gian Paolo), Via S. Andrea 11, Milano. 7ricot- teri italiani. (Socio Studente ). Moretti (Prof. Giulio ), Via Giulio Negri 14, Bergamo. Chiro- nomidae. 1924. 1922. 1931. 1932. 1922. 1927. 1930. 1930. 1931. . Moro (Gio. Batta), Via Serra 5-3, Genova 102. Coleotteri italiani. . Miller (Prof. Giuseppe), Direttore del Museo Civico di Sto- ria Naturale, Piazza A. Hortis 4, Trieste. Coleotteri delle provincie adriatiche orientali e coleotteri cavernicoli in genere. Museo =»di Storia Naturale della: Venezia” *Fridentina, Via Rosmini, Trento. Naldi (Rag. Mario), Via Monte Grappa 4-1, Savona. Coleotteri italiani. Nielsen (Dott. Cesare), Via dei Sabbioni 5, Bologna. Odorati. Norfini (Alberto), Piazza Pietro Leopoldo 14, Firenze. Cole- ottert e Lepidotteri. Obenberger (Dott. Jan), Smilovského ulice 3, Praga XII ( Ceco-Slovacchia ). Buprestidi del globo, Ortotteri paleartici, Entomologia generale. Osservatorio per le malattie delle piante perle Provincie di Genova e la Spezia. Via Marcello Durazzo 1, Genova. Osservatorio per le malattie delle piante per le Marche (R.), Via Montevecchio N. 8, Fano. Osservatorio per le malattie delle piante (R. ) annesso al R. Orto Botanico e Giardino Coloniale, Palermo. Osservatorio per le malattie delle piante per il Piemonte (R.), Via Saluzzo 24 bis, Torino 106. 11928. Osservatorio per le malattie delle piante per le Puglie 1930. 1933. 1919. 1930. 1920. 1920. 1924. 1923. 1954. (R.), Piazza Ebalia 1, Taranto. Osservatorio per le malattie delle piante per il Veneto (R.), Via G. Mameli 3, Verona. Osservatorio perle malattie delle piante (R.) per le Provincie di Imperia e Savona, Via Ruffini 2, Sanremo. Paoli (Prof. Guido), R. Osservatorio per le malattie delle piante, Via Marcello Durazzo 1. Entomologia agraria. Parker (Dott. H. L.), Direttore dell’ « European Parasite La- boratory », Avenue Godillot, Hyères ( Var, Francia). Parvis (T.te Colonn. Cesare), Corso Regina Margherita 22, Torino 121. Lepidotteri. Passerini (Sen. Prof. Conte Napoleone), Scuola ALIA Scandicci ( Firenze). Entomologia applicata. Patrizi (March. Saverio), Sasso Furbara (Roma). Rincoti. Pic (Maurice ), Digoin (Saòne et-Loire ), Francia. Coleotteri. Pomini (Francesco), Via Valerio Catullo 16, Verona. Coleotteri, Lepidotteri. (Socio Studente), 1921. 1932. 1924. 1930. 193). 1922. 1925. 1933. 1922. 1897. 1906. 1922. 1901. 1924. 1934. 1930. 1927. 1932. 1933. Porta ( Prof. Antonio), Corso O. Raimondo 6, San Remo. Coleotteri. Prestifilippo (Prof. Dante), Via Moscova 29, Milano. /me- notteri paleartici. Pretner (Egone), Ruma (Jugoslavia). /drofilidi, SE Hydraena. Prezioso (Dott. 2) Via della Passione 6, Milano. Coleotteri italiani. Raunich (Leone), Via Michelangelo 31, Trieste (Socio Siu- dente ). Coleotteri italiani. Razzauti ( Prof. Alberto), Preside R. Istituto Tecnico, Lbdine. Coleotteri italiani. Reimoser (Prof. Edoardo), Semperstrasse 35, Vienna XVIII. Aracnidi del globo. Richello (Dott. Antonio). R. Osservatorio per le malattie delle piante, Viale Merello 21, Cagliari. Rocci (Dott. Ubaldo), R. Osservatorio per le malattie delle piante, Via Marcello Durazzo 1, Genova. Lepidotteri. Ronchetti (Prof. Dott. Vittorio), Piazza Casteilo 3, Milano 109. Coleotteri. Rosa (Prof. Daniele), Istituto Zoologico R. Università, Modena, Entomologia generale. Rossi ( Dott. Pietro), Via A. Oriani 1, Milano 114, Crisidi e Buprestidi. Rostagno (S. E. Cav. Gran Croce Fortunato), Presidente Onorario della R. Corte dei Conti, Via Gio Batta Martini 6, Roma. Lepidotteri. Roubal (Prof. Jan), riaditel’ stat. diev. gymn. Banka4 Bystrica. ( Rep. Ceco-Slovacca.) Coleotteri. Ruffo (Sandro), Piazza Capetto 2, Verona. Coleotteri, Emitteri. (Socio Studente). Russo ( Dott. Giuseppe), R. Scuola Superiore di Agricoltura, Portici. ( Napoli). Salfi (Dott. Mario), Istituto di Anatomia Comparata (R. Uni- versità ), Palazzo Medioevale a Mezzocannone, Napoli. Orfot- teri paleartici. Samoggia (Dott. Arrigo), Cattedra Ambulante di Agricoltura Sez. Fitopatologia, Via S. Basilio 9, Roma. Sauli (Luciano), Via Molingrande 30, Trieste Emitteri paleartici. 10 1920. 1933. 1922. 1891. 1932. 1920. 1900. 1920. 1923. 1922. 1923. 1930. 1921. 1927. 1929. 1920. 1927. 1923. 1930. 1932. 1874. 1929. Schatzmayr ( Arturo), Museo Entomologico « Pietro Rossi ». Duino (Trieste ). Coleotteri paleartici. Schirollo (Ing. Giuseppe), Via Plutarco 2, Milano. Coleotteri italiani. Sella (Prof. Massimo), Regio Istituto di Biologia Marina, Rovi- gno d'Istria. Senna (Prof. Angelo), Direttore del Regio Istituto di Zoologia, Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale, Brentidi. Servadei (Dott. Antonio), Laboratorio di Entomologia del R. Istituto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna (125). Simondetti (Ing. Mario), Via Gioannetti 29, Torino 107, Lepidotteri. Solari (Dott. Ferdinando), Corso Firenze 6, int. 13, Genova | 104. Curculionidi europei. Springer (Dott. Giovani), Piazza Borsa 7-11, Trieste. Ha/ticini Statlorn de-Zoolosgie Agricole, Centre de Recher= ches Agronomiques de la Villa Thuret, Route du Su Anti- bes (Alp. mar., Francia). Stazione Bacologica Sperimentale (R.), Padova. Stazione di-Gelsicottura-e Bachicoltura {R-), Ascoli Piceno. Stazione di Patologia veaiale (R.), Via S. Susanna 13, Roma (130). Stazione Sperimentale di Bieticoltura(R.), Rovigo. Straneo (Ing. Ludovico), Via Vittorio Veneto 10, Aquila, Ca- rabidi paleartici spec. europei. Stolfa (Egone), Via Riccardo Pitteri 6-11, Trieste. (Socio Stu- dente). /menotteri. Taccani (Dott. Carlo), Via Lorenzo Mascheroni 25, Milano (126). Lepidotteri e Coleotteri italiani. Teni (Dott. Francesco ), Goito ( Mantova), Théry ( André), Institut Scientifique Chérifien; Avenue Mou- lay Youssef, Rabat ( Marocco ). Buprestidi del globo. Tolos-ani (Dott.ssa Olga), godo Tecnico Paolo Sarpi. Ve- nezia. | Trossarelli (Dott. Ferdinando), Collegio S. Tomaso, Cuneo. Opilionidi. Turati (Gr. Uff. Conte Emilio ), Piazza S. Alessandro 4, Milano: 100. Lepidotteri paleartici. Ufficio per.i Servizi Agrari della Girenaicà (R.), Bengasi. 11 19206. Vecchi Dr.a Anita, Istituto Zoologico della R. Università, Bologna. 1933. Verani (Geom. Carlo), presso Cassa di Risparmio, Corso Verdi 37, | Gorizia. Lepidotteri. 1900. Verity (Dott. Ruggero), Via Masaccio 36, Firenze 121. Lepi- dotteri paleartici. 1922. Vinciguerra (Prof. Decio), Vice Direttore del Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria 9, Genova 102. Ex- tomologia generale. 1021. Vitale: (Geom. Francesco ), Via VARIO 196, Messina. Coleotteri della Sicilia. 1022. Zangeheri (Rag. Pietro); Via F; Anderlini 5, Forlì. Fauna entomologica locale. 1923. Zariquiey (Dott. Riccardo), Mallorca 299, 1." 1.® Barcellona (Spagna). Coleotteri cavernicoli. 1908. Zavattari ( Prof. Edoardo), R. Istituto di Anatomia e Fisiolo- gia Comparate, Palazzo Botta, Pavia. /nsetti parassiti. 1925. Zipper (Federico), Weststrasse 25-1, Solingen (Germania). ATTI SOCIALI Il Centenario di Federico Delpino Il giorno 21 Gennaio u. s. si è svolta in Chiavari, città natale dell’il- lustre botanico e biologo, la solenne celebrazione centenaria della nascita di Federico Delpino, avvenuta il 17 Dicembre 1933. La cerimonia si è svolta nel Teatro Cantero, alla presenza del Podestà Sig. Tappani, di tutte le autorità locali e di una grande folla di invitati. La nostra Società aveva inviato, quale suo rappresentante ufficiale, il prof. Guido Paoli, nostro Consigliere, Direttore del R. Osservatorio per le malattie delle piante di Genova. Dopo che il Sig. Tonelli, Direttore delle Scuole civiche, ebbe dato lettura delle numerosissime adesioni e deleghe di rappresentanze di Ac- cademie, Società scientifiche ed Enti diversi, il Prof. Guido Paoli, pro- nunziò le seguenti parole: « La Società Entomologica Italiana, sorta in Firenze nel 1868, ebbe frai suoi primi soci il giovane Federico Delpino, allora assistente alla Cattedra di Botanica dell’Istituto Superiore, diretta dal Parlatore; nel 1873 efper diversi anni dipoi lo ebbe a Consigliere 12 ed egli pubblicò nel Bu/leftino due suoi studi, sui rapporti fra le Formiche e le Tettigometre (1872 e 1874) ed un altro sui rapporti fra gl’insetti e i nettari extranuziali (1874). Ed infatti il Delpino fu non solo botanico, ma anche acuto osservatore dei costumi degli insetti € dell’importanza di questi in relazione colla funzione vessillare dei fiori e con la fecondazione delle piante, facendo anche esperienze sulla vista degl’insetti e ricerche sui rapporti di questi e specialmente delle For- miche con le piante. Per questo la Società Entomologica, che mi ha fatto l’onore di delegarmi a rappresentarla, è ben lieta di esser presente a questa celebrazione del grande naturalista italiano, che fu suo socio, consigliere e collaboratore ». Il discorso ufficiale fu tenuto dal Prof. Augusto Beguinot, succes- sore del Delpino sulla Cattedra di Botanica dell’Università genovese, il quale fece una dotta analisi dell’opera scientifica dell’illustre botanico. Dopo di lui il Comm. Delpino, illustre Magistrato, con parole commosse, evocò alcuni particolari della vita privata e familiare del suo grande zio, al quale fu sempre legato dalla più grande affezione. COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE 1@=———_—_—_—_—_——_—+€ D. GuIiGLIA e F. CAPRA NUOVE RICERCHE INTORNO Al POLISTES ITALIANI (Hymen. Vesp.) In seguito a nostro invito, venne radunato recentemente un discreto materiale di Polisfes di varie località italiane; sopratutto interessanti furono le raccolte compiute nella Sila dal Sig. A. Dodero (Genova) e ad Adria dal Sig. A. Giordani Soika (Venezia) ('). Grazie a_ ciò, abbiamo potuto compiere intorno alla sistematica ed alla distribuzione geografica delle varie specie di /o/istes alcune nuove interessanti osservazioni che crediamo utile pubblicare quale supplemento al nostro precedente lavoro (?). (1) Ci è grato ricordare pure fra i principali raccoglitori i Sigg. A. Baliani (Genova), C. Borgioli (Genova), O. Castellani (Roma), March. G. C. Doria (Genova), March. F. Invrea (Genova), ai quali tutti rinnoviamo pubblicamente i nostri più vivi ringraziamenti. (2) Le Polistes italiane, Mem. Soc. Entom. Ital., XI, 1932, pag. 166 - 180. - Per le giuste osservazioni di Sichel (Ann. Soc. Entom. Fr., 1863, pag 20) adottiamo ora Po- listes al genere maschile. 13 Polistes sulciter Zimmermann Calabria: Camigliatello, m. 1250 (Sila), 2 99 1g, VII-1933, leg. A. Dodero. Viene così confermata la presenza di questa specie anche nell’ Italia meridionale; Zimmermann difatti già l aveva citata della Sicilia. In una ®£ il clipeo presenta la metà inferiore con una zona a semicerchio completamente nera, un poco simile cioè alla nostra Fig. II B (1. c., p. 171) con il nero però superiormente meno esteso, la macchia gialla delle guancie unita a quella delle tempie, il mesonoto di tipo 3, il I tergite di tipo 2, il II tergite di tipo 3. Nell’altra © il clipeo presenta sulla metà inferiore una macchia nera e lateralmente due striscie nere oblique ed irregolari da essa staccate, costitusce cioè una forma di passaggio fra la nostra Fig. II A e II C (I. c. p.171); le guancie sono a macchie pure unite, il mesonoto di tipo 2, il I tergite di tipo 2, il II tergite di tipo 3. Nel < il mesonoto è di tipo 3, il I tergite di tipo 2, il II tergite di tipo 3. Nuova tabella per la determinazione delle 99 a mandibole non solcate. In base a nuovi caratteri da noi osservati la nostra precedente tabella (1. c., p. 168) deve venire così modificata a partire dal capo- verso 5: 4 Antenne disopra completamente nere o almeno sensibilmente infoscate 5 — Antenne disopra nere solamente fino alla metà del III articolo, eccezionalmente con leggero offuscamento anche sui rimanenti articoli } 5. Antenne disopra intensamente nere. Guancie nere. Mandibole macchiate di giallo (eccezionalmente nere ) . Scutello a pun- teggiatura semplice. Lati del pronoto a punteggiatura abbastanza grossolana. Ultimo sternite completamente nero Kohli — Antenne più o meno annerite. Guancie gialle. Mandibole nere (eccezionalmente macchiate di giallo). Scutello a punteggiatura doppia. Lati del pronoto a punteggiatura più fina. Ultimo sternite nero o con fascia rossastra sulla metà posteriore 0 14 6 Distanza fra gli ocelli posteriori un po’ maggiore della distanza fra essi e l’ocello anteriore (6 :5). Ultimo sternite completamente nero. o con piccola macchia chiara all’ apice opinabilis — Ocelli equidistanti fra di loro. Ultimo sternite con macchia rossastra apicale estesa anche a parte dei margini laterali associus 7 Clipeo con il diametro trasversale maggiore del longitudinale. Mandibole nere, talora gli esemplari del Sud con macchia gialla. Guancie gialle. Ultimo sternite giallo | gallicus —. Clipeo con il diametro trasversale subeguale al longitudinale. Mandibole con grande macchia gialla. Guancie nere, raramente con macchia gialla molto piccola. Ultimo sternite nero, eccezio- nalmente macchiato di giallo all’ apice foederatus Polistes Kohli Dalla Torre (dubia Kohl) (!) Piemonte: Campiglia Cervo fraz. Vallemosche, m. 870, 1 gg, 13-IX- 1933, leg. F. Capra; Calabria: Camigliatello, m. 1250 ( Sila) 1899P937g, VI-VII-1933, leg. A. Dodero. Notevole è la presenza di questa specie nella Sila. Gli esemplari di Camigliatello sono simili a quelli dell’Italia settentrionale; però in tutti la linea gialla dei margini latero - superiori del pronoto è abbastanza bene sviluppata (solamente in due esemplari è molto ridotta), benchè sempre largamente staccata dal margine anteriore, mentre in quelli settentrionali la stessa linea per lo più manca. Il clipeo varia dal tipo 3 al tipo 4 con predominanza quasi assoluta di quest ultimo (16 esemplari su 18). Le mandibole sono tutte con macchia gialla. Le guancie sono nere; solo 3 esemplari con piccola macchia gialla. Il mesonoto è tutto nero (tipo 3). Il I tergite è di tipo 4. Il II tergite in 10 esemplari è di tipo 5, in 4 di una forma intermedia fra il tipo 4 e 5, nei rimanenti decisamente di tipo 4. Ad Alp le Piane (m. 1300, Val Chiobbia, Biella, VIII-1931 e VIII - 1933 ) furono osservati 5 nidi tutti di piccole dimensioni attaccati a sassi, a pochi dem. da terra, sulla faccia esposta a Sud Est; il piano del nido era verticale e quindi 1’ asse delle cellule orizzontale (?). (1) Dalla Torre {Genera Insect. 1904, Fasc. 19, Vesp., pag. 70) muta in Kokli il nome di dubia Kohl (1898, loc. tip.: Europa centrale), perchè preoccupato (P. dubdius Saussure, Reise Novara, Hym., Vol. 2, p. 20, 1867, loc. tip.: Manilla). 15 Polistes opinabilis Kohl Liguria: Varazze 24 293 gg, VI e VII-1933, leg. F. Invrea e C. Borgioli; Calabria: Camigliatello, m. 1250 (Sila) 39 2g 10, VIII - 1933, leg. A. Dodero. Diamo le caratteristiche cromatiche di queste due serie : Varazze : 29. Il clipeo è in prevalenza di tipo 4, solo 4 esemplari sono di tipo 3. Le mandibole sono tutte nere (tipo 3); un solo esem- plare è con macchie gialle (tipo 2). Le guancie hanno la macchia gialla generalmente assai estesa verso l’ alto; in 6 esemplari essa è unita a quella delle tempie; fatto notevole perchè nelle altre serie da . noi precedentemente studiate la riunione delle due macchie è rarissima (1 © di Finale Ligure). Il pronoto ha la linea gialla dei margini latero - superiori sempre unita alla fascia gialla anteriore (solo in 2 gg è da essa staccata). Il mesonoto è in prevalenza di tipo 2; solamente 4 esemplari sono di tipo 3. Il I tergite in 11 esemplari è di tipo 2, in 7 di tipo 3, nei rimanenti di una forma intermedia fra il tipo 2 e il tipo 3. Il II tergite è di tipo 4; alcuni esemplari si avvicinano però sensibilmente al tipo 5. Camigliatello: 2 £. Il clipeo è in prevalenza di tipo 4 (30 esem- plari), i rimanenti sono di tipo 2 e 3 con forme intermedie. Le mandibole sono generalmente nere ; 5 esemplari presentano una leggera traccia di giallo; uno solo ha una macchia abbastanza grande e netta. Le guancie hanno la macchia gialla staccata da quella delle tempie. Il pronoto ha la linea gialla dei margini latero - superiori per lo più riunita alla fascia gialla anteriore; solo in 8 esemplari è brevemente staccata. Il mesonoto è in prevalenza di tipo 2; in molti esemplari le macchie sono assai piccole, formando passaggio al tipo 3; solo 7 esemplari sono decisamente di tipo 3; notevole è la frequenza del tipo 1 (8 esemplari). H I tergite in 8 esemplari è del tipo 2, in 20 del tipo 3, in 5 del tipo 4, nei rimanenti di una forma intermedia fra il tipo 3 e il tipo 4. Il II tergite è di tipo 4; in qualche esemplare si avvicina però sensibilmente al tipo 3 o al tipo 5. Questi esemplari - hanno le antenne al disopra intensamente infoscate come nella KoA/i, mentre in quelli delle altre località sono meno scure. (2) Sarebbe utile studiare di nuovo i nidi dei /olisfesin base agli attuali criteri siste- matici Già Rouget, 1873 (v. André, Hym. Eur. II, 1881, p. 456), aveva osservato che P. diadema Latr. (Popinalibis Kohl) costruisce nidi verticali e P. ga/licus orizzontali; Jaeger (1933) accenna a differenze tra i nidi di P. associus Kohl e P. opinabilis Kohl. L’orienta- mento dei nidi a SE o a E pare un fatto comune ai Podisfes, almeno a quelli che li co- struiscono in aperta campagna, ed è noto da molto tempo (Réaumur 1742), 10 Polistes gallicus Linn. Il nuovo materiale esaminato conferma nel complesso le nostre precedenti osservazioni riguardo alla variazione cromatica della specie. Stimiamo utile dare qualche notizia su alcune popolazioni ora studiate. Borgio Verezzi: 9 9°, Finalborgo: 1 ® (Liguria). Questi esem- plari presentano le caratteristiche proprie di quelli dell’ Italia meridio- nale: in essi difatti il clipeo è di tipo 1; le mandibole in 8 esemplari sono macchiate (tipo 1 e 2); le guancie in 4 esemplari hanno la macchia gialla unita a quella delle tempie; il I tergite è di tipo 2; il II tergite di tipo 4, in un solo esemplare di tipo 3 (!). Varazze (Liguria): 96 9 9, 187. Il clipeo varia dal tipo 1 al tipo 4 con predominanza del tipo 1 (31 esemplare) e del tipo 3 (45 esemplari). Le mandibole sono nella maggioranza dei casi nere, in 20 esemplari macchiate. Le guancie hanno la macchia gialla staccata da quella delle tempie; solamente ini 13 esemplari le due macchie sono unite. Il mesonoto è in prevalenza di tipo 1 (70 esem- plari); assai raro è il tipo 3 (3 esemplari). Il I tergite è del tipo 2 e 3 con predominanza del tipo 2 (66 esemplari). Il II tergite è nella grande maggioranza di tipo 4, in alcuni esemplari è di tipo 3 o di una forma di passaggio al tipo 2, in 2 esemplari è di tipo 5. Camigliatello (Sila): 9 9 £, 1 g7. Il clipeo delle 9 9 è di tipo 1 in 6 esemplari, di tipo 2 in 2 esemplari e di tipo 3 in 1 esemplare. Le mandibole sono macchiate di giallo in 6 esemplari, nei rimanenti sono nere. Le guancie sono quasi sempre con la macchia gialla assai estesa unita a quella delle tempie; in 2 soli esemplari le macchie sono disgiunte. Il mesonoto è di tipo 1. Il I tergite di tipo 2. Il II tergite di tipo 4; un solo esemplare ha le macchie per breve tratto lateral- mente unite alla fascia gialla apicale (passaggio al tipo 2). Polistes foederatus Kohl Lombardia: Turbigo 1 9, 8-V-1933, leg. A. Dodero; Lazio: Acilia di Roma 16 9 9, VI-1933, leg. O. Castellani. Grazie all’ esame del nuovo materiale possiamo ora indicare altri caratteri per un’ esatta e sicura distinzione delle femmine di foederatus (1) Il carattere meridionale del P. gallicus di Borgio Verezzi concorda con quanto ha osservato il March. F. Invrea anche per i Crisidi e i Mutillidi raccolti in quella località. 17 Kohl da quelle di associus Kohl (chizensis Zimm. nec Fab.). Innanzi tutto il clipeo della £ di foederatus presenta il diametro trasversale presso a poco eguale a quello longitudinale (nell’ associus il diametro trasversale supera quello longitudinale ) e le setole generalmente meno abbondanti e diffuse che non nell’ associus. Le antenne gialle, non infoscate, sono nell’ insieme un poco più corte, più tozze e più sensibilmente clavate che nell’ associus; il penultimo articolo del funicolo è inoltre nettamente trasversale mentre nell’ associus è presso a poco tanto lungo quanto largo. Circa le differenze cromatiche fra le due specie confermiamo in gran parte quanto già avevamo precedentemente constatato e cioè andamento nell’ oscurimento del clipeo simile a quello del KoAli D. T. nel foederatus (simile invece al ga/licus e opinabilis nell’ associus); guancie nere di rado con piccola macchia gialla nel foederatus (guancie con macchia gialla assai estesa, per lo più unita a quella delle tempie, nell’ associus d’Italia); ultimo sternite nero, eccezionalmente macchiato di giallo nel foederatus (ultimo sternite nero con macchia rossastra apicale estesa a parte dei margini laterali nell’ associus). Il fatto di avere avuto in esame unicamente operaie ci aveva indotto a seguire Zimmermann nell’ attribuire al P. foederatus dimen- sioni inferiori alla realtà; difatti, mentre le operaie di questa specie sono in media abbastanza piccole, le femmine di Acilia, corrispondono ad una normale femmina di Kohli od opinabilis. A questo proposito facciamo osservare come la statura sia nei Po/istes sensibilmente varia- bile; abbiamo difatti notato, per es. nel P. KoXzi, una notevole varia- zione di statura fra individui dello stesso nido e del medesimo sesso. Nelle 9 9 di Acilia il clipeo varia dal tipo 2 al tipo 4, con prevalenza di una forma intermedia fra il tipo 3 e il tipo 4; solamente 5 esemplari sono del tipo 2. Le mandibole sono a grande macchia gialla. Le guancie sono nere. Il mesonoto è di tipo 1, con le macchie gialle a virgola più o meno sviluppate. Il I tergite varia dal tipo 2 al tipo 3 in proporzioni presso a poco eguali. Il II tergite è di tipo 4. Polistes associus Kohl (chinensis Zimm. nec Fab.) ('). Veneto: Adria 3 7J, 5 28 (nido B), 2 TT, 2 ££ (nido C),6 gd, 3-90: 21 IX - 1933; Lido di Venezia: -1.-; VHI 1932, leg. A. Giordani Soika. (1) E. Jaeger (Prirodoslovne Razprave, 2, 1933, pag. 58), in seguito al confronto dei tipi di P. associus Kohl con 1 S' di P. chinensis Fab. di Kiautschou, separa le due specie principalmente per avere quest’ ultima le antenne sensibilmente più robuste ed uniformemente rosso-scure, per il rilievo interantennale a forma di lancetta, notevolmente sure 18 - Questo materiale ci ha permesso di scoprire nelle femmine e nelle operaie nuovi ed importanti caratteri diagnostici. Come già abbiamo detto (pag. 17 ), esse si distinguono con facilità da quelle di foederatus per il clipeo distintamente trasversale, per la forma e colore (') delle antenne. Da quelle di opizabilis si differenziano sopratutto per avere. gli ocelli equidistanti fra di loro, il colore giallo dell’ ultimo e penul- timo sternite più esteso, per la linea gialla dei margini jatero - superiori del pronoto staccata dalla fascia gialla anteriore, mentre nell’ opirzabdilis le due fascie sono quasi sempre riunite, ed infine per -la macchia gialla delle guancie (nei nostri esemplari) assai più spesso che non in questa specie unita a quella delle tempie. Tenuto conto di questi ca- ratteri possiamo ora stabilire con certezza che la 9 di Bevagna e quella della Spezia, da noi citate come chinensis Fab. (1. c., p. 179), appartengono realmente all’ associus Kohl, contrariamente all’ opinione di Jaeger (I. c., p. 57) che, in base alla nostra breve descrizione, le riferisce al foederatus Kohl, perchè a mandibole macchiate. Il detto Autore attribuisce difatti alle 9 9 di associus mandibole nere, poichè su 129 esemplari da lui esaminati solo 2 presentano una piccola macchia gialla; noi invece, su 12 9 9, ne abbiamo 8 a mandi- bole macchiate, una parte delle quali conviventi con 9 9 a mandibole nere; per es. nel nido B, 2 £ £ sono a mandibole nere e .3 a man- dibole macchiate. Delle 10 9 9 di Adria, 9 presentano il clipeo con fascia nera trasversa (tipo 4, |. c., fig. VI, 4 a), una mostra una fascia nera, ricurva ed isolata sul disco (tipo 3). Le mandibole in 4 esemplari, sono completamente nere, nei rimanenti sono macchiate; in 3 di essi DI DI la macchia è però assai piccola. Le guancie hanno una grande macchia più largo nel mezzo che non all’ apice, mentre nell’ associzs dovrebbe essere a lati diritti. Negli esemplari da noi esaminati, che pur debbono con certezza venir riferiti all’ associus nel senso di Jaeger, noi abbiamo invece notato come il rilievo interantennale, pur con- servando la massima larghezza sempre in basso, varii notevolmente di forma; i lati sono, nella maggioranza dei casi, più o meno arcuati, mai cioè così diritti come li raffigura Jaeger (1. c., p. 60, fig. 12). Facciamo inoltre osservare che anche nel disegno di Kohl (T. III, fig, 8, Ann. Naturhist. Hofmus. Wien, Band XIII, 1898) il rilievo interantennale è a lati ricurvi, si avvicina cioè a quello raffigurato da Jaeger per P. chinensis Fab. (1.°e, p_300: He 1D-- (1) Mentre i tipi di Kohi hanno le antenne non o poco infoscate (Jaeger 1. c., p. 58), tutti gli esemplari italiani maschi e femmine presentano come quelli di Podcetrtek (Jugoslavia), raccolti da Jaeger, le antenne nettamente infoscate. 19 gialla quasi sempre riunita a quella delle tempie (solamente in 2 esemplari le due macchie sono staccate). Il mesonoto è di tipo 2; solo in un esemplare le macchie sono molto ridotte. Il 1 tergite è di tipo 2 in 2 esemplari, di tipo 3 in 3 esemplari; gli altri 5 esemplari si possono considerare come forme di passaggio fra il tipo 2 e il tipo 3. Il II tergite è di tipo 4. Il penultimo sternite ha una larga fascia gialla apicale ; solo in 2 esemplari questa è leggermente interrotta ( nell’ opi- nabilis. questa fascia è invece sempre largamente interrotta e spesso il color giallo è limitato a due macchiette agli angoli posteriori ). Nei 10 gg di Adria il colore giallo è ‘al solito più diffuso che nelle 9 2. Il mesonoto varia dal tipo 1 (1 esemplare) al tipo 3 (3 esemplari), con prevalenza del tipo 2 (7 esemplari). Il I tergite varia dal tipo 2 (6 esemplari) al tipo 4 (2 esemplari). Il II tergite si presenta del tipo 3 e del tipo 4, presso a poco in eguali propor- zioni; 2 esemplari sono del tipo 5; nel tipo 3 le macchie gialle sono talora anteriormente allargate e in due casi riunite, per breve tratto, al colore giallo laterale. Il nostro materiale, per quanto non molto abbondante, presenta nel complesso caratteri cromatici abbastanza costanti, per i quali dif- ferisce dalla popolazione di Podcetrtek (Jugoslavia) studiata da Jaeger. Le 9 da questo Autore esaminate hanno, come già abbiamo detto, le mandibole nere, il clipeo di tipo 3 e tipo 4, con prevalenza di quest’ ultimo (117 esemplari); in alcuni casi si notano pure di- segni anormali; la macchia gialla delle guancie di rado unita a quella delle tempie (6 esemplari), per lo più le due macchie sono stac- cate (95 esemplari), spesso fra l una e l’altra ha osservato una piccola macchietta gialla (28 esemplari); le fascie gialle laterali del pronoto staccate, come nei nostri esemplari, dalla fascia gialla anteriore ; | il mesonoto prevalentemente di tipo 2, solo 5 esemplari di tipo 3; il Ì tergite di tipo 2 e 3 presso a poco in eguali proporzioni, 9 esemplari di tipo 4; il Il tergite di tipo 4. Nel penultimo sternite la fascia apicale è normalmente interrotta nel mezzo (115 esemplari); di rado unita (8 esemplari), qualche volta ridotta a macchie laterali (6 esemplari). Nei 46 gg il colore giallo è, nel complesso, più esteso che nelle 2 9 ; il mesonoto varia dal tipo 1 al tipo 4, con prevalenza del tipo 2; il I tergite varia dal tipo 2 al tipo 3, con predominanza di forme intermedie a disegno alquanto variato ; il II tergite è in mag- gioranza di tipo 3, a macchie talora irregolari e spesso riunite lateral- mente alla fascia gialla latero - apicale. 20 GIULIO TRINCHIERI INTORNO ALLA PRESENTE DIFFUSIONE D'ASPIDIOTUS PERNICIOSUS IN EUROPA. Il signor C. P. van der Merwe ha replicato (Pernicious Scale. Far- ming in South Africa, Pretoria, 1933, Voli. VHI, No. 92, p. 420) alle brevi osservazioni da me esposte nel “ Repertorio di notizie entomolo- giche” (Bollettino della Società Entomologica Italiana, 1933, anno LXV, n. 7, p. 169) - che egli indica come pubblicato dall'Istituto internazio- nale d’Agricoltura - dichiarando anzitutto d’aver desunto da 7%e Re- view of Applied Entomology (Series A: Agricultural) di Londra la notizia della segnalazione d’Aspidiotus perniciosus in Francia e in Italia. E poichè, a sostegno della propria dichiarazione, l’entomologo sud- africano ha citato diligentemente i volumi e le pagine della Rivista londinese a cui ha attinto l'informazione, ho voluto rileggere il testo originale dei lavori incriminati di P. Lesne, P. Vermeil e A. Jacazio in quella riassunti. Orbene, il risultato di questa lettura ha confermato in tutto e per tutto le mie precedenti osservazioni. Infatti il Lesne (Les insectes nuisibles aux arbres fruitiers. /ourza/ d’ Agriculture Pratique, Paris, 1918, tome 31, p. 269-271, 1 pl.), dopo aver ricordato Lepidosaphes ulmi L., Aspidiotus ostreeformis Curt. e Epidiaspis (Diaspis) piricola Del G., ha scritto testualmente (p. 270): “A còté de ces Cochenilles, qui ont existé de tout temps chez nous, il yen a d’autres, encore plus redoutables, qui menacent d’envahir nos pépinières et nos jardins. C’est principalement, pour éviter ies désa- stres qui en résulteraient, qu’a été récemment organisé en France le contròle des végétaux importés. Deux des espèces le plus à craindre parmi ces Cochenilles sont le pou de San José (Aspidiotus perniciosus Comst.) et l’/cerya Purchasi Mask.” E, sempre a proposito della Cocciniglia di cui qui si tratta, ha sog- giunto (p. 271): “Elle a fait son apparition en Californie vers 1860 et a envahi graduellement le continent nord-américain. Pendant quelques années, elle a menacé de ruine les riches cultures fruitières de Cali- fornie ”. E il Vermeil (Les cochenilles et leur destruction. Revue Agricole de l’Afrique du Nord, Alger, 1920, 18€ année, n° 32, p. 186-188; n° 50, p. 47-50, fig. nos 178-182; n° 53, p. 113-115) così si è espresso (p. 50): ‘“Cochenille très dangereuse, produisant des dégats très sérieux sur les 21 arbres fruitiers en Californie. Elle est heureusement inconnue encore en Algérie et en France. Elle a provoqué de la part des pouvoirs publics une réglementation qui interdit non seulement l’importation des fruits et boutures d’Amérique, mais encore des greffons des bonnes va- riétés connues dans le nouveau monde ”. Infine il nostro Jacazio (La coltivazione industriale del susino. // Picentino, Salerno, 1922, ser. III, anno XI, n. 12, pp. 192-195) non ha citato affatto Aonidiella perniciosa Comst. (= Aspidiotus perniciosus) per la provincia dl Salerno, ma scrivendo - come risulta dal titolo - un articolo d’indole generale, diretto evidentemente a incoraggiare l’esten- sione della coltivazione del susino nella stessa provincia, ha creduto opportuno di menzionare in esso (pp. 194-195) anche le malattie e gli insetti che attaccano questa pianta da frutto in varie parti del mondo, ma non in Italia. Il van der Merwe ha rilevato inoltre che della presenza d’A. per- niciosus in Ungheria, Austria e Portogallo egli ha avuto notizia poste- riormente alla pubblicazione del lavoro che ha provocato la mia prima noterella, e di ciò prendo atto senz'altro. In conclusione, allo stato presente delle nostre conoscenze intorno alla diffusione della Cocciniglia in Europa, si può confermare che A. perniciosus - la cui presenza su piante da frutto coltivate in Ungheria, Austria, Portogallo, Spagna e Romania è ormai dimostrata - è stato notato, in Francia, soltanto su mele importate dall’America e vendute sul mercato di Parigi, e non è stato segnalato affatto in Italia ('). G. P. MORETTI LE UOVA E LA LARVA DI ANABOLIA LOMBARDA RIS (Trichoptera) (NOTA PREVENTIVA) Nel 1897 Ris descriveva una specie nuova di Arabdolia (Fam. Li- mnophilidae, Sottofam. Limnophilinae) da lui creata in base alle palesi differenze che alcuni esemplari adulti, raccolti a Mendrisio (principio di ottobre 1896: un 7 sul fiumicello Laveggio), e a Pavia (23 Novembre (1) Avevo già scritto quel che precede allorchè ho trovato una nuova, esplicita conferma delle mie asserzioni in riguardo della Francia. Infatti, in un ampio, particola- reggiato e, oltre tutto, recentissimo studio di A. Balachowsky, direttore di laboratorio nella Stazione centrale di Zoologia agraria di Versaglia (Les pucerons et les cochenilles. La Défense sanitaire des Végétaux. Compte-rendu des Travaux du Congrès de la De- fense sanitaire des Vésétaux. Paris, 24-26 Janvier 1934. Paris, 1934, tome I, p. 65-105) si legge testualmente (p. 92): « Le Pou de San José est un ennemi redoutable des arbres fruitiers qui n’existe pas encore en France mais constitue une menace très sérieuse et permanente pour nos cultures fruitières », 22 1896: 5 9 su di un canale navigabile), presentavano rispetto alle specie già note. Date le locatità di cattura egli intitolò questa specie col no- me di A. /ombarda Ris (1). Negli anni 1931-33 mi fu possibile di se- guire lo sviluppo biologico di questo tricottero, del quale, risultandomi sconosciuti i primi stadii, credo opportuno di dare per ora una rapida descrizione biologica e morfologica, riservandomi di trattare in seguito l'argomento con maggiore ampiezza in apposito lavoro, dove potrò an- che descrivere la ninfa, per la quale non ini è stato ancora possibile di rinvenire caratteri morfologici abbastanza evidenti e sicuri che assumano importanza tassonomica per la determinazione. Uova. Non ho ancora potuto osservare in natura la massa ovigera di questa specie che, come appartenente alla famiglia delle Limnophi- lidae, deporrebbe le uova fuori dell’ac- qua; la massima parte degli esemplari 9 che ebbi a preparare depose però un cordone verdastro più o meno attor- cigliato, contenente delle uova giallicce disposte in serie lineare. In media A La questo cordone, avvolto su sè stesso, Fig. 1 - Cordone ovigero di misura 4-10 mm. di diametro su 1-4 A. lombarda Ris. mm. di altezza, a secco; le uova in nu- mero di 100-200 sono ellittiche, di 0,40 mm. di lunghezza e 0,30 mm. di larghezza; esse sono disposte nel cordone ovigero una accanto all’altra nel senso del maggior diametro. (fio. 1 A). Quando la massa penetra nell'acqua, gonfia rapidamente, la gelatina tenace che trattiene le uova si rammollisce schiarendosi, le uova rimangono nella parte centrale, ma le attorcigliature si allargano. (fig. 1 B). Nr Larva. Le larvule schiudono da 15 a 30 giorni dopo la sommer- sione della massa ovigera e procedono senz’altro alla costruzione di un fodero che, in minute proporzioni, presenta le caratteristiche più sa- lienti del fodero tipico di Arabolia, coi lunghi fuscelli di zavorra ap- plicati ai lati del tubetto di sabbia. In questo stadio la larvula misura 2-4 mm. di lunghezza e il fodero protettivo, con gli elementi di sovrac- carico, 5-8 mm. (fig. 3 N. 2). La larva adulta presenta un corpo eruciforme, cilindrico, di 15-22 mm. di lunghezza su 3-4 mm. di larghezza; la testa è relativamente piccola, ovale, ornata del tipico disegno che caratterizza (1) F. Ris. Neuropterologischer Sammelbericht, 1894-06. Eirige neue Beobachtungen aus dem Tessin. p. 434-436. - Mittheilungen der Schweizerischen Entomologischen Gesellschaft, Bd. IX, Heft 10, Juni 1897. 25 le larve del genere; questo disegno presenta però alcune modificazioni che permettono di distinguere subito la larva di A. lombarda da quelle delle altre specie note: le due fascie nere che sormontano la macchia fungiforme scura del clipeo partono dalla base delle mandibole, ma non raggiungono la suddetta macchia (1); esse sono più o meno visibili a seconda (fig. 2 C) che la zona in cui sono comprese è molto o poco bruna e hanno forma ricurva a forte convessità opposta. Le linee che costituiscono il peduncolo nel disegno fungiforme sono punteggiate, con macchie più o meno fuse; un arco di punteggiature cerchia la parte poste- riore del suddetto disegno, mentre una serie di grosse macchie sostituisce je fascie forcali. Numerosi punti forcali e pleurali, in serie più o meno regolare, coprono i lati e la base (occipite) della testa, la cui parte inferiore è di colore giallo bruniccio con macchie nere o nettamente brune più o meno svilluppate. Occhi normali. L’ipostoma è sempre bruno. Il labbro è fortemente incavato nella parte mediana del lato anteriore; sulla parte convessa di questo si trovano piccole frangette di cilia gialle con due setole fulve molto sviluppate; sulla parte superiore - poste- riore quattro setole disposte ad arco; la I S colorazione del labbro è per la massima parte bruna; una zona esterna più chiara delimita la parte centrale scura cuori. forme (fig. 2 D). Le mandibole sono corte, grosse, munite di quattro denti piuttosto marcati il lato interno è si- D nuoso, munito di un ciuffo pallido; Fig. 2 - Larva di A. /ombarda Ris. il lato esterno è debolmente rientrante “ © Clipeo - D Labbro - E Mandibola. presso l’apice; sulla parte dorsale della mandibola due setole piuttosto corte (fig. 2 E). Mascelle e labium corti e grossi; palpi mascellari fortemente conici e lievemente arcuati: nessuna caratteristica in essi. Pronoto pallido con punteggiature caratteristiche agli angoli posteriori; mesonoto pure pallido con due fasce laterali più scure, convergenti verso il lato posteriore; alcune punteggiatuie a W sulla parte mediana e stimme nere ben marcate presso gli . angoli posteriori. Zampe normali; la setola addizionale dei femori anteriori è però situata al lato della spina prossimale. Addome come in tutte le (1) In A. rervosa queste due fascie non raggiungono nè il labbro nè la macchia cli- apele; in A. /aevis e in A. sororcula congiungono le mandibole con la macchia fungiforme, 24 larve appartenenti al genere Anabdolia: le tracheobranchie hanno tut- tavia la seguente numerazione media: 26-31-29-24-18-14-4-146 (1). Placca chitinosa del IX' tergite addominale e appendici di fissa- zione normali. La colorazione della chitina, la disposizione e il numero delle sue macchie e punteggiature, come pure delle tracheobranchie sono però suscettibili di una certa variabilità; ma le caratteristiche del disegno fungiforme clipeale, della forma e aspetto del labbro, delle mandibole e della posizione della setola addizionale dei femori anteriori, sono più che sufficienti per l'esatta e indiscutibile differenziazione delle larve di A. lombarda da quelle delle altre specie vicine. Il fodero della larva, come si è detto, è identico per struttura a quello delle altre larve appartenenti al genere Aradolia: esso (per gli individui adulti) è composto di un tubo di 20-25 mm. in sabbia e pie- truzze, leggermente depresso in sen- so dorso-ventrale e con orifizio anteriore fortemente inclinato; ai lati sono applicati lunghi elementi ve- getali di zavorra (bastoncelli; pezzi di corteccia, ecc.); così formato tutto il fodero di A. /ombarda misura da 30 a 50 mm. lunghezza su 5-10 di Fig. 3 - Foderi larvali di A. /ombarda larghezza (fig. 3 n. 1). L'habitat di (1 foderi di larve adulte, 2 foderi di questa specie è, in tesi generale, lo larve giovani). stesso che ner le altre specie affini; ciò nondimeno è facile riscontrare la spe- cie anche in acque tranquille o a corrente molto debole, siano esse ricche oppure povere di vegetazione subacquea, e tanto in pianura quanto in regioni montuose. Rimando a più tardi la descrizione della ninfa per le ragioni sue- sposte; per il riconoscimento dell’adulto poi invio alla soddisfacente descrizione del Ris che è anche corredata di buone illustrazioni. A. lombarda Ris è una specie comunissima in tutta la Lombardia; quali nuove località di cattura ricordo: Toffo (Frz. Brivio, insenature del fiume Adda, Pr. Como: larve giovani e adulte nell’inverno ed e- state del 1932-33, imagines gg e Q9 nell'autunno delle stesse an- nate); Fizzonasco - Ponte Sesto - Gambarone - Ferrabue (Com. Roz- (1) Il grande numero dei filamenti tracheobranchiali (riuniti però a ciuffi di due o tre al massimo) giustifica la vita sublimnofila che le larve di questa specie possone anche condurre. 25 zano - Pr. Milano: fossati è canali, fiume Lambro; come sopra); Zibido S. Giacomo (presso Milano: come sopra); Taliedo- Idroscalo di Milano (come sopra); ma aggiungo che ho raccolto esemplari di questa specie in numerosissime altre località che sarebbe lungo citare; però la distribuzione di A. lombarda è certo assai grande, perchè notai anche alcuni individui nel Piemonte (Vercellese) e nel Veneto (Veronese); in ogni caso la specie è diffusa in buona parte dell’Italia settentrionale. Gli adulti si os- servano in maggior quantità generalmente dalla metà alla fine di autunno; allora volano numerosissimi tanto in pieno giorno quanto nei fasci di luce durante la notte; le larve, sia adulte che giovani, pullulano nei fossati, tanto a lenta quanto a rapida corrente, nell’inverno e nell’estate e sono conosciute dai pescatori, col nome di « portalegna », come eccel- lente esca. Le ninfe sono numerose sopratutto all’inizio dell’autunno' RECENSIONE Verhoeff K. W. - Zur Sistematik, Geographie und Okologie der Iso- | poda terrestria Italiens und iiber einige Balkan Isopoden. (Zoologsche Jahrbiicher. Band 65, Heft I, Jena, 1933). Diviso il territorio della Penisola italiana (per quanto riguarda le plaghe appenniniche e sub-appenniniche) in 5 dominii, l'Autore indica per ciascuno di essi, in apposita tabella, tutte le specie di Isopodi ter- ragnoli, che egli vi ha raccolto nei suoi viaggi di esplorazione. Il numero totale di queste specie è di 132, delle quali 47 sono da lui indicate per la parte orientale dell’Italia media, 41 per la parte oc- cidentale, 46 per la regione complessivamente formata dall'Isola d’Elba, dalla Toscana occidentale e dall’Argentario; 29 per la Toscana Nord- Appenninica; e 69 per il Piemonte e per la Liguria: quest'ultimo dominio è il più favorito in numero di specie, per più propizie condizioni fisico- geografiche, topografiche e geologiche. L’Autore divide poi gli Oniscoidei in littorali e sub-littorali (Alo- petrofili e Paralopetrofili) a seconda della loro più o meno stretta di- pendenza dal mare, offrendoci una proporzione di ben 44 forme (sul totale di 132 specie) che egli definisce come paratalassiche: 13 propria- mante littorali; 21 sub-littorali e 10 parzialmente sub-littorali; egli con- trappone tali specie alle altre 99 che vivono più o meno nell’entroterra e che sarebbero veramente appenniniche (33 come tali risulterebbero per il Piemonte e per la Liguria). Il Verhoeff, di tutte le forme citate nella Tabella complessiva delle specie italiane da lui raccolte, fa una 26 cernita fra quelle che ritiene endemiche e le altre che non gli sembrano tali, distinguendo come particolarmente endemiche, oltre a diverse forme, anche le Filoscie mediteranee la cui origine marina è evidentemente più recente, mentre egli giudica immigrati dal Nord nell’Italia media e meridionale i Trichoniscidi di cui non riesce a trovare alcun genere e sottogenere autoctono. L'Autore, in un capitolo successivo, studia la dicutrazione Ver- ticale degli Isopodi terragnoli quivi da lui menzionati nella sopra citata tabella, e ne elenca 39 specie per una prima zona interposta fra O e 360 metri d’altitudine; 30 specie per una seconda zona tra 280 e 500 metri; 33 specie nella terza zona situata fra 450 e 700 metri; infine 18 sarebbero le specie viventi fra 800 e 1300 metri d’altitudine. In un successivo capitolo il Verhoeff tratta degli Isopodi della Sicilia e, dopo avere riportato V’elenco delle specie trovate in questa isola da Dollfus (1896), riferisce su quelle da lui raccolte, formando di quest'ultime un catalogo di 35 specie, alle quali aggiunge altre 5 fra quelle tolte dagli autori e sulle quali non ha alcun dubbio, e di ciascuna di esse c’informa dell’4abitat, dopo averci fornito notizie geografiche, ecologiche, sull’ Isola, del massimo interesse dal punto di vista biologico. Segue poi la descrizione di nuovi generi, specie e varietà degli Oniscoidei che l'A. rinvenne nella Penisola italiana, di cui traserivo qui i nomi: 7ifanosphaera myrmicidarum n. g. n. sp, Armadillidium (Orthotrigonium n. subg.) feramense n. sp., Ar. arcangeli Strouh., Ar. fronteexcavatum var. sangranum n.var., Cylisticus estest, marinensis n. subsp., C. plumbeus umbricus var. medius n. var. In ulteriori pagine l'Autore presenta una tabella dicotomica per la determinazione delle Filoscie italiane, di quelle comprese nel sottogenere Philoscia Verh., e aggiunge la descrizione delle seguenti nuove forme: Ph. muscorum, marinensis n. subsp., LA. molisia n. sp., Ph. pracchiensis n. sp., PA. anienana n. sp., PA. affinis, sabinorum n. subsp., Hyloniscus refugiorum n. sp. Continuando a trattare di questo ultimo gruppo di Oniscoidei il Verhoeff passa a discutere quali forme di Filoscie italiane sieno vica- rianti e quali no, e viene ad interessanti conclusioni specialmente per la Ph. affinis e per la Ph. muscornm. A parte, poi, tratta più particolarmente delle raccolte da lui fatte degli Isopodi terragnoli in Italia ed espone le sue osservazioni a pro- posito della presenza o mancanza del marsupio e sullo sviluppo dell’in- cubazione in talune specie da lui prese sia nella primavera 1930 sia nell'autunno 1931 in Itatia, presentando dati che contrastano all’opinione generale che l’incubazione avvenga soltanto in estate. 27 Il lavoro, denso di notizie e vario nei suoi argomenti, termina colla descrizione di nuove forme proprie dei Balcani. Porcellidium novi- bazarium n. sp., Hyloniscus pilifer n. sp., Hy. macedonicus n. sp., FHy. crassicornis remyi n. subsp., Trichoniscus (Trich.) reymi n. sp. Dopo aver fugacemente passato in rassegna questo compendioso lavoro sulla distribuzione degli Isopodi terrestri sul nostro suolo, mi sia permesso di rilevare una lacuna, la mancanza cioè di una completa bibliografia in fine cel lavoro, che sarebbe stata assai utile per qua- lunque studioso e avrebbe dato modo di conoscere il contributo degli Isopodologhi italiani su questo argomento. I A. BRIAN RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell'Italia e delle Colonie Mediterranee XLV (1) Coleoptera Depoli G. — Revisione dei Coleotteri della collezione Leoni. IV. Chi- lotoma Redt. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agrar. Bologna, V, 1933, pp. 80-87. Differenze fra Chilotoma musciformis Goeze e C. italica Leoni, della quale è descritta la n. ab. Leonii di Basilicata. Engel H. — Beitrige zur Kenntnis der Biologie von Cassida viridis L. — Deut. Entom. Zeitsch. 1932 pp. 195-207. Grandi G. — Morfologia ed etologia di Insetti e regime specializzato. II. La morfologia delle larve endofite di due Coleotteri Curcu- lionidi. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agrar. Bologna, V, 1933, pp. 93-103, V gruppi fig. Sono descritte minutamente la larva e la pupa di Apior co{umbi- num Germar, che vive a spese del Lafhyrus sylvestris L. e la larva del Riynchaenus alni L. minatrice delle foglie di Fagus silvatica L. Guignot F. — Note sur quelques Dytiscides — Misc. Entom. XXXIII, 1931, pp. 5-7. Osservazioni su Hydroporus melanocephalus Gyll.e fataricus Lec., (citato del Moncenisio) Agabus Solieri var. Falcozi n. del Moncenisio. (1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli Autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavor! per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra 28 Houlbert C. e Barthe E. — 7Tableaux anal. des Coléoptères de la Faune Franco-Rhénane. Famille LXXII. Lagriidae — Misc. Entom. XXXIV, 1932, 16 pp. (imp. spec.), 10 fig. Koch C. — Osservazioni circa una nuova interpretazione della siste- matica del genere Anthophagus Gravh. (Col. Staph.) — Atti Soc. It. Sc. Nat., Milano, LXXII, 1933, pp. 136-143, I fig. e tav. IX, Stabilisce il nuovo Subgen. Dimorphoschelus per A. angusticollis Mannh. e specie affini. Labler K. — Additamenta ad « Fauna Coleotterologica Sicula» (Hi- steridae) a dom. Francesco Vitale, Messina. — Wien. Entom. Zeitg. ILTX; 4932; Pe48, Sono indicate 3 specie. Marchand H. — Une Orina ignorée de la Faune Franco - Rhénane Misc. Entom., XXXV, 1933, n. 3, pp. 17- 20, 2 figg. Differenze fra Orina tristis Fabr. e O. collucens Dan., distribuzione geografica, osservazioni sinonimiche. Marchand H. — Zwei neue Aberrationen von Chrysochloa gloriosa Fabr. — Mitt. Schweiz. Entom. Gesell., XV, H. 10, 1933, pp. 455-456 Chrysochloa gloriosa Bliihweissi n. ab. di Val Maggia (Canton Ti- cino) e ab. pavorina n. ab. di Plessur (Grigioni). Melis A. — Contributo alla conoscenza dello Sphaeroderma rubidum Graells - Redia, Firenze, XX, 1933 pp. 198-228. XIII gruppi fig., tav. I-H. i Morfologia dell’adulto e della larva, notizie biologiche, mezzi di lotta. Méquignon A. — Distribution en France et synonymie de quelques Staphylini peu connus. — Bull. Soc. Ent. France, XXXVIII, 1933, pp. 228-229. Stabilisce, in seguito all’esame del tipo di Geoffroy, la sinonimia: St. melanarius Heer 1838, Miiller 1926 (=g/obulifer Miiller 1932 non Geofîfr.); St. globulifer Geoffr. ap. Fourcr. 1785 (= siculus Stierl. 1864 [non Aube], Miiller). Muller G. — Un nuovo Orotrechus dei dintorni di Rovereto. — Studi Trentini di Scienze Natur., XIV, 1933 n. pp. 115-117,1 tav. e I cart. geogr. Orotrechus Stephani sbsp. roboretanus n. FAU NA COLEOPTERORUM ITALICA der Prof. Dott. ANTONIO PORTA Esce ora: Vol. V. - RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA (Anthribidae, Brenthidae, Curculionidae, Nemoriychidaè; IRIGRE, Lucanidae, Scarabaeidae) Presso l'Autore. Lire 100 aggiungere L 7 por VE Italia e L.:7 LE l'Estero, per. Non si Lt che. din il relativo imporio. Già usciti: 5 | | - Vol. I. - ADEPHAGA : L. 60: piu L. 3 per PItalia e L. ni Pestera > _HL - STAPHYLINOIDEA : L.100-> ada a di » II - DIVERSICORNIA :L. 100: >» >» CR, » ‘Rivolgersi: Prof. Antonio Porta, Corso. 0. Raimondo 6, San Remo LE: TARIFFA DELLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLÀ SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto. l'anno da pagarsi anticipati al' Tesoriere, O La pagina intiera L. 150 Mezza pagina i BO Un quarto di pagina, ,, 50 FABBRICA SCATOLE DI CARTONE È ARTICOLI DI CARTONAGGI IN GENERE POSATO NEL 1880. ITA ‘RAFFAELE GRUPPI I | l'i BRONI RU NI - Boloona Fabbrica e Amministrazione | si STA e MIA NAZARIO SAURO 1 - Tel 2601 0 SPECIALITA - Scatole. per raliezioni Ò' insetti I Listino Jet? a richiesta Li | Deposit api per Insetti. ; TIENE, è I bianchi Lg Scatole:per ARI Cartelliere- Scatole d'archivio Scatole per preparazioni miles aria Cartelle per erbario O Scatole da tasca per farfalle - Cartoni per monete Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, | prodotti industriali, sementi, ecc. Scatolepertubi a disposizione verticalee orizzontale i » Si pubblica dieci volte l’anno |. Conto corrente colla Posta nea) } DELLA I | SOGIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA: e LXVI Na I Pubblicato il 31 Marzo 1934, Anno XII ‘SOMMARI o ATTI SOCIALI | io Comunicazioni scientifiche: Gian. Maria Ghidini: Contib te ci : conoscenza dei Culicidi della Libia. — Lodovie@aStrareo: SU alcuni Carabidi dell’Italia centrale. — F. RAR Una nuova Dolina d’Italia. (Orth. Gryllacr.). | Repertorio di Notizie Entomologiche. VII. Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile | Arti Grafiche COMMERCIO, Via S. Luca, 10 — GENOVA I I SOCIETÀ. di. ‘ENTOMOLOGICA ITALIANA a Sede in GEN o VA, Via Brigata Liguria, N. 9 presso il Museo E di Storia Naturale 8001 ONORARII S, Mm VITTORIO EMANUELE III - RE D' IrALIA S. E. BENITO MUSSOLINI - Capo del Governo S. E. GIOVANNI BELLUZZO — ._ 8. E. Pietro FEDELE CONSIGLIO DIRETTIVO. pel biennio. 1932-33, PRESIDENTE droit GE; Ufr. Prof. Raffaello Gestro. PRESIDENTE ErreTTIvo: Dott. Ferdinando Solari. Vice- PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi. SEGRETARIO : Dott. Fabio Invrea, TrsoRIERE: Rag. Cesare Mancini, 00 DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fabio Invrea. ConsieLIERI: Dott. Alessandro Brian, Signor Agostino Dodero, Prof, Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli | Prof. Raffaele Issel, Dr. Giuseppe Miller, Prof. Guido Paoli 00 Dott. Ubaldo Rocci, Prof. Filippo Silvestri, Conte Emilio Turati Dr. Roggero Verity. dea £ ‘REVISORI DEI CONTI: Signor Armando. Baliani, Ing. Paolo Bensa, Dott. Tullo Casiccia. tia O gota sociale annua: nel Resno: Ordinari L. 40, Studenti La 20 _ Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenzo 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. Quota per Li iscrizione a soci vitalizi: L. 500 per. da Italia, Li ia si . per l’estero. Abbonamento alle Pubblicazioni per i non soci: Italia L.. 50: Estero L 60. | AVVISI SAI Le, adunanze scientifiche della uu si ‘tengono ogni Giovedì alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. i SÌ avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (402). Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta - mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2., s.8., GENOVA. | sont BOLLETTINO DELLA —. | SOCIETA® ENTOMO LOGICA ITALTANA | GENOVE | VoLume LXVI (1934) N03 Pubblicato il 31 Marzo 1934, Anno XII ATTI SOCIALI . Convocazione di Assemblea Generale ‘ L'Assemblea Generale Ordinaria della Società Entomologica Italiana, . a sensi dell’art. 21 dello Statuto Sociale, è. convocata per il giorno di Domenica 6 Maggio 1934, alle ore 10, in Genova, nella Sede Sociale, presso il Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria 9, col seguente: Ordine del Giorno ..- Convalida dei Soci ammessi dalla Presidenza . - Relazione sull'attività sociale . - Bilancio Consuntivo 1933 . - Elezione delle cariche per il biennio 1934-35 - Pratiche diverse UA VID I Soci che non potessero partecipare personalmente all’ Assemblea possono farsi rappresentare, con delega regolarmente sottoscritta, da altri Soci che intervengano. Tp Il Presidente F. SOLARI Nuovi Soci. La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari: Mario Sponghini, Via Carotti 2, Novara (Socio studente), Lepidotteri italiani. Proposto da C. Cominazzini. Mario Rossi, Via Domenico Selvo 1, Lido di Venezia (Socio stu- dente), Ditteri. Proposto da A. Giordani Soika. Dott. Mario Magistretti, Via Cernaia 7, Milano. R. Osservatorio Regionale di -Fitopatologia, annesso alla R. Sta- zione Sper. di Fruiticoltura e Agrumicoltura, Acireale (Catania). Prof. Giuseppe Candura, Laboratorio Sperim. di Zoologia Agraria, Domodossola (Novara). 30 S. E. Giovanni Belluzzo nominato Senatore S. E. Giovanni Belluzzo, Ministro di Stato, nostro Socio Onorario, è stato da S. M. il Re nominato Senatore del Regno. Vadano all’illustre Parlamentare i più vivi rallegramenti della Società Entomologica Italiana. Il Prof. Alessandro Ghigi eletto Deputato Il nostro Consigliere Prof. Alessandro Ghigi, Rettore Magnifico della R. Università di Bologna, è stato dal Gran Consiglio Nazionale del Fascismo incluso nella lista dei Deputati per la nuova legislatura, approvata nelle elezioni del 25 corr. Al?illustre Collega, che tanto auto- revolmente rappresenta in Parlamento le scienze biologiche, giungano le congratulazioni più vive e cordiali di tutti i consoci. Onoranze a André Théry Il nostro illustre Socio e Collega André Théry ha lasciato, per li- miti d’età, il posto di Vice Direttore dell’/nsttuf Scientifique Chérifien di Rabat per ritirarsi in Francia a continuare i suoi studi entomologici, dimettendosi perciò anche da Presidente della Societe des Sciences Na- turelles du Maroc da lui fondata. Egli fu anche il fondatore della Soczeté d’ Histoire Naturelle de Afrique du Nord. Un comitato è sorto a Rabat per onorare il Prof. Théry con un banchetto e la presentazione di un dono. La Società Entomologica Italiana si associa cordialmente nel por- gere all’illustre Collega i voti più sinceri ed il plauso per la preziosa opera svolta per lo sviluppo e il progresso della scienza nell'Africa Settentrionale. | Condoglianze S. A. S. il Principe Alessandro della Torre e Tasso, Duca di Castel Duino, nostro Socio e fondatore del Museo Entomologico Pietro Rossi, ha avuto la sventura di perdere la Madre Principessa Maria Thurn und Taxis, nata Principessa di Hohenlohe - Waldenburg - Schil- lingsflirst. Donna di altissime doti intellettuali, predilesse l'Italia, ove era nata e ove soggiornò a lungo, favorendo le arti e le scienze e scri- vendo essa stessa opere letterarie nella nostra lingua. Porgiamo a S. A. il Principe Alessandro, che ha ripristinato il nome delle due storiche case italiane da cui ebbe origine la sua stirpe, e alla sua illustre Famiglia le condoglianze vivissime. della Società Entomologica Italiana. — Il Comm. Paolo Luigioni è stato anch’egli gravemente colpito negli affetti famigliari, colla morte della amatissima Sorella. La Società porge al caro Collega l’espressione del più vivo cordoglio. 31 Raccolte entomologiche nell’Egeo Per incarico del Governatorato delle Isole italiane dell'Egeo e su designazione del Prof. Filippo Silvestri, il nostro Socio Carlo Menozzi è partito, alla metà di Marzo, alla volta di Rodi, per compiere raccolte e osservazioni entomologiche, e particolarmente mirmecologiche, nelle varie isole del nostro arcipelago. Avviso importante Ci giungono continuamente, da parte di soci, richieste di numeri arretrati, magari di sette o otto anni fa, e talvolta comprendenti quasi intere annate del Bo//effino o delle Memorie, richieste invariabilmente motivate da mancato ricevimento. Ora, poichè le spedizioni si fanno e sono sempre state fatte con gran cura e previ i necessari controlli e re- gistrazioni, in modo che sono assolutamente da escludersi omissioni negli invii, e poichè, d’altra parte, non è possibile ammettere una tale proporzione di disguidi postali, dei quali, del resto, la Società non può essere responsabile, ne consegue necessariamente che, molto spesso, causa dell’inconveniente sono i soci stessi i quali, al ricevimento della pubblicazione, non ne curano sufficientemente la conservazione oppure non si danno alcun pensiero di segnalare tempestivamente i loro cam- biamenti di residenza o d’indirizzo. Quando poi essi fanno l’inventario delle annate e le trovano incomplete richiedono senz'altro alla Società i numeri mancanti, come non ricevuti. Il fatto torna di molto aggravio alla Società, sia per le complica- zioni amministrative, sia per l’accrescimento dell'onere postale già tanto pesante, sia sopratutto per il numero ingente delle annate che vengono ad essere scompletate per soddisfare le richieste di numeri separati. Perciò la Presidenza, dato che la Società garantisce l’esatta e com- pleta spedizione delle pubblicazioni a fui i soci, ha stabilito che non sarà, d’ora in poi, più dato corso a richieste di numeri arretrati se non saranno accompagnate dall’importo del prezzo di vendita e cioè Lire due per ciascun numero del Bo//ettino e Lire dieci per ciascun Fascicolo delle Memorie, oltre le spese postali. Saranno, per correntezza, eccettuate le richieste che perveranno alla Società entro quindici giorni dalla data di spedizione del numero successivo a quello a cui si riferisce il reclamo. * Non ostante le ripetute preghiere, ben pochi si curano di accusare ricevuta degli estratti o di altri pieghi, - pubblicazioni arretrate richieste p. e., - che vengono inviati dalla Società. Torniamo a raccomandare vivamente questa semplice formalità che. costa poca fatica e, viceversa, torna molto utile alla Segreteria. 592 COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE GIAN MARIA GHIDINI Istituto di Anatomia e Fisiologia comparate della R. Università di Pavia (Direttore Prof. Edoardo Zavattari) CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEI CULICIDI DELLA LIBIA Molto scarse e incomplete sono le attuali conoscenze sui Culicidi della Libia; complessivamente le specie citate a tutt'oggi, come risulta dal lavoro del Prof. Zavattari « Prodromo della Fauna della Libia» (in corso di stampa), sono diciotto, cifra certamente inferiore alla reale, so- pratutto se si confronta con quanto è noto per l’Africa Minore e per l'Egitto. Data quindi la scarsità dei reperti e delle notizie che finora si possiedono, tutti i contributi, anche modesti, hanno una non trascurabile importanza, specialmente se si tiene conto del fatto che la migliore conoscenza della fauna anofelinica viene a meglio chiarire il problema della topografia dei centri malarigeni. Durante ripetute campagne di studio compiute nelle varie pro- vincie della Libia il Prof. E. Zavattari ha raccolto un certo numero di zanzare, sia adulte che larve, di cui mi ha affidato la determinazione. Le specie raccolte sono le seguenti: Anopheles (Myzomyia) Sergenti Theob. i Ne furono raccolte varie larve a Borg Mzezzem (IX. 1933), Te- missan (VIII. 1933) ed Edri (VIII - 1933). Secondo Langeron le larve di questa specie vivrebbero insieme alle larve di A. hispariola, sia nelle acque stagnanti e nei rivi delle oasi, sia nel fango sabbioso degli stilli- cidi che si osserva nel letto prosciugato degli uidian. Le larve assomi- gliano assai a quelle della specie seguente, ma ne differiscono, fra l’altro, per la macchia mediana delle tre dietro i peli frontali, molto larga. Anopheles (Myzomyia) superpictus Grassi. Era citata solo di Derna. Io ho avuto in esame alcune larve, di cui una raccolta a Borg Mzezzem (IX. 1933), un’altra a Tegerhi (VIII. 1933), le restanti a el-Gatròn (VIII. 1933) e Tgutta (IX - 1933). Esse sono facilmente riconoscibili per l'elegante disegno del capo in cui la macchia mediana delle tre anteriori, quelle cioè che si trovano imme- diatamente dietro ai peli frontali, è più piccola delle laterali. 33 Anopheles (Myzomyia) hispaniola Theob. | È specie nuova per la Libia, ma della sua presenza si era sospet- tato (Brighenti 1930) a causa di reperti già avvenuti in regioni vicine, quali il retroterra tunisino e algerino. Ne ho potuto esaminare otto esemplari, tutti di Tgutta, dei quali quattro raccolti dal Prof. Zavattari il 29. IX. 1933 e quattro inviati all’Istituto dal Tenente Medico Dott. G. Lauri. La specie ha abitudini nettamente notturne, cosicchè resta difficile notarne la presenza nelle varie località. Anopheles (Myzomyia) multicolor Camboulin Di questa specie, già citata di Murzuch, Giarabub e Cufra e, come noto, nettamente desertica, ho potuto vedere numerose larve raccolte a Borg Mzezzem (IX. 1933), el-Gatròn (VIII. 1933) Tmessa (VIII-1933) e Tgutta (IX -1933). Esse si distinguono per la testa quasi comple- tamente nera e per le branchie corte ed arrotondate. La specie ha possibilità di svilupparsi in pozze d’acqua fortemente salata. Anopheles sp. Gadames (IX. 1933) larve al primo stadio, indeterminabili speci- ficamente. Theobaldia (Allotheobaldia) longeareolata Macq. ; Esemplari catturati nell’ospedale di Tobruch. È specie molto comune in tutto il Nord Africa e in generale in tutta la regione mediterranea. Theobaldia (Culicella) morsitans Theob. Un esemplare raccolto nell’Uadi Tmini (XII, 1929). Aédes (Ochlerotatus) mariae Serg. Varie larve catturate a Edri (VIII, 1933). Aédes (Stegomyia) aegypti L. Quattro esemplari raccolti a Bengasi nell'agosto del 1929. È specie particolarmente comune in tutte le regioni calde del globo ed è nota. di tutto il bacino del Mediterraneo. 34 Culex fatigans Wied. Alcune larve raccolte a Maharuga (VIII. 1933). Le caratteristiche del pettine del sifone non lasciano adito al dubbio di poter confondere questa specie con la seguente: mentre infatti nel Cu/lex pipiens il numero dei denti varia da 12 a 15,in C. fatigans Wied. varia da 7 a 10. Culex pipiens L. Vari esemplari provenienti da Derna (VIII. 1929), Bengasi (IX. 1929), el-Gatròn (X. 1933) e larve di Maharuga (VIII. 1933) e Tegerhi (VIII. 1933). Lopovico STRANEO SU ALCUNI CARABIDI DELL'ITALIA CENTRALE Carabus convexus Fabr. subsp. Paganettii Born. Ho raccolto, nel Marzo del 1928, un esemplare di questo Carabdus sotto la corteccia di un olmo abbattuto e infracidito nel bosco di Fiu- micino (Prov. di Roma), presso l’impianto di macchine idrovore della bonifica. Il bosco è attualmente distrutto. L’esemplare catturato era freschissimo e perfetto e ritengo pertanto sia da escludersi, data anche la distanza del fiume, che esso possa es- sere stato trasportato da qualche piena del Tevere. Credo opportuno segnalare questa cattura, essendo forse la prima volta che il Carabus convexus, specie amante delle colline, viene raccolto in condizioni not- mali a breve distanza dalla spiaggia, al livello del mare. Badister dilatatus Chd. In Italia questo carabide è stato catturato, credo, solo nella Venezia Giulia e nell’Emilia. Potrà quindi interessare la notizia che nei boschi del Tombolo (Pisa) questa specie non è rara in primavera e si trova anche in autunno. Ne raccolsi un esemplare in ottobre, scavando presso le 39 spallette d’un ponticello: in aprile e maggio invece, col mio amico P. Fojanesi, ne raccolsi vari esemplari sotto lo spesso strato di foglie umi- dissime e putrescenti intorno alle pozze d’acqua stagnante. Pterostichus (Argutor)} interstinctus Strm. subsp. Mainardii nov. Differisce dalla forma tipica principalmente per gli occhi più spor- genti, meno piani, che si distaccano notevolmente dalla curvatura delle tempie, e per la forma dell’organo copulatore. In questa sottospecie l’edeago è lungo e slanciato: veduto di pro- filo, dopo il bulbo basale è bruscamente e fortemente curvato; poi, fino all’apice è assai leggermente curvato, quasi diritto, ed è rastremato senza però sembrare molto appuntito: veduto dalla parte convessa l’apice è ‘arrotondato e leggermente asimmetrico. In confronto all’inter- stinetus di forma tipica, ha quindi organo copulatore più lungo, relati- vamente più sottile, meno appuntito, più bruscamente curvato dopo il bulbo basale e poi più diritto. I parameri non presentano differenze rimarchevoli. Oltre a queste differenze, ve ne sono numerose altre: il pronoto è ristretto posteriormente in modo più graduale, con sinuosità più uniforme: il disco è più piano, la fossetta basale minore (esterna) è un po’ più profondamente incisa, la maggiore è prolungata all'indietro e solca net- tamente la base. Altre differenze si possono notare nella striatura delle elitre, ma sono meno costanti. Questa descrizione è fatta confrontando tre esemplari del Tombolo (Pisa) della mia collezione con numerosi esemplari di varie località dell'Europa centrale. Dei tre esemplari di questa sottospecie nuova, uno, I, mi è stato donato dal Prof. A. Mainardi che lo raccolse in località imprecisata del Tombolo una decina d’anni orsono: gli altri due, un gf e una ©, sono stati da me raccolti nel bosco del Tombolo, non lungi dalla Chiesa di S. Piero a Grado, sradicando le erbe lungo le rive di un ruscelletto, insieme a numerosi altri Pferostichus (specialmente biim- pressus)ì, Oodes, Dyschirius, Acupalpus ecc. La specie deve essere molto rara, perchè il Prof. Mainardi non ne ha altri esemplari ed io, malgrado una decina di gite fatte espressamente, non ne ho potuto racco- gliere altri. Dedico questa sottospecie al Prof. A. Mainardi in ‘segno d’amicizia. Ringrazio il Sig. Schatzmayr che ha gentilmente controllato le mie os- servazioni e il Museo P. Rossi che mi ha inviato il materiale per il confronto, 36 Sulle varietà appenniniche del Pterostichus morio Duft. Secondo Csiki (Col. Catal., Junk, Il [pars 112, 1930], p. 695) si deve adottare il nome morio Duft. (Fn. Austr. II, 1812, p. 160) invece di maurus Duft. perchè questo nome è preocupato da maurus Fabr. (Suppl. Ent. Syst. 1798, p. 54) che è sinonimo di antfhracinus Ilig. (Kaf. Preuss. 1798, p. 191). Il compianto Prof. A. Fiori, nella sua nota <« Alcuni nuovi carabidi del Gran Sasso d’Italia» (Atti Soc. Nat. Modena, serie III, Vol. XIV, Anno XXIX (1886) pp. 22-24) descrive le var. apenninicus e samniticus del Pferostichus Escheri Heer (= maurus auct.); della prima varietà de- scrive col nome rufifemoratus, la aberrazione coi femori rossi: e circa il samniticus aggiunse (pag. 24) « Non vidi mai di questa varietà esem- plari a zampe totalmente o parzialmente rosse». Gli autori successivi hanno trasformato il nome rufifemoratus in rufofemoratus: così anche i più recenti, Porta (Fauna Coleopterorum Italica, Vol.I, pg. 165), Lui- gioni (Catalogo dei Coleotteri Italiani, pg. 121), Schatzmayr (I Pterosti- chus italiani, Mem. Soc. Ent. Ital., Vol. VIII, 1929, pg. 317). Csiki (1. c. p. 697) cambia il nome rufifemoratus Fiori in rubidofe- moratus nom. nov., perchè il nome rufifemoratus è già stato adoperato da Steph. (1828) per una ab. del Pferost. cupreus L. Ma il nome pro- posto da Stephens è in sinonimia con affiris Sturm (1824); non si vede quindi la ragione di cambiare il nome proposto da Fiori. Nè è da te- mere la confusione colla ab. del Pfer. Ziegleri descritta da Della Torre col nome rufofemoratus, una volta che il nome proposto dal Fiori sia riportato alla forma originale rufifemoratus. Luigioni, nel suo catalogo (1. c.) assegna la ab. rufifemoratus Fiori alla var. samniticus, invece che alla var. apenninicus; Schatzmayr ( 1. c.) riferisce giustamente la ab. rufifemoratus alla var. apenninicus, descrive la subsp. Majellae colla ab. diversipes, ma non parla d’esem- plari della var. samriticus a femori rossi, che devo quindi ritenere tut- tora sconosciuti. Nel 1932 ho catturato, nelle mie caccie nei dintorni di Filettino (Lazio), due esemplari di Pferostichus morio var. samniticus coi femori rossi: indico questa forma col nome di ab. Luigionii, dedicandola al | mio primo carissimo maestro, che sempre mi fu largo di amichevoli consigli e aiuti. I miei esemplari, per la striatura, la forma generale e la presenza di un solo punto nella 5* interstria, appartengono certa- mente alla var. samniticus. Circa la subsp. Majellae, Schatzmayr (1. c.) la descrive su esem- plari 9. Nella mia collezione posseggo alcuni Yg7 della Majella (legit SÉ Tirelli) ed ho potuto constatare che anche essi corrispondono bene alla descrizione di Schatzmayr: l’organo copulatore di tali esemplari non differisce in modo apprezzabile da quello delle altre varietà appenniniche del morio. È abbastanza interessante notare come il numero di punti impressi nelle 5* interstria delle elitre varî, da località a località, in modo com- pletamente saltuario e imprevisto, senza che sia possibile dare a tale carattere una qualche importanza nello studio filogenetico delle varie forme. Gli esemplari di Toscana ed Emilia, seco gli autori, hano sem- pre diversi punti impressi nella 5* interstria; gli esemplari dell’Umbria (Mti. Sibillini), che è la stazione geograficamente più vicina a quelle dei precedenti, non ne hanno quasi mai: il numero dei punti cresce negli esemplari del Gran Sasso e del Sirente, di cui una larga percen- tuale ha un punto, e spesso anche due; e cresce ancora negli esemplari di Filettino che quasi sempre ne hanno uno o due e talora tre: negli esemplari della Majella, infine, i punti non esistono mai (tranne forse in qualche esemplare anomalo). Pertanto il catalogo delle var. appenniniche del Pterostichus morto è il seguente: subsp. aperninicus-Fiori App. Emiliano e Toscano: a. rufifemoratus Fiori » » » (= rufofemoratus auct. = rubidofemoratus Csiki) var. samniticus Fiori App. umbro abruzzese e romano a. Luigionii Straneo App. romano (Filettino) var. Majellae Schatzm. Abruzzi (Majella) a. diversipes Schatzm. » » Sulla validità specifica del Pterostichus Solarii Schatzm. Un paio d’anni fa, ebbi dall'amico G. Binaghi alcuni esemplari di Pterostichus da lui raccolti presso il Lago Pilato, sui M.ti Sibillini, tra “PUmbria e le Marche: lo studio di tali esemplari, intrapreso servendomi del lavoro sui Pterostichus italiani di A. Schatzmayr, mi fece rimanere alquanto indeciso circa la loro appartenenza ad una delle forme appen- niniche del Pferostichus morio o al Pferostichus Solorii, nuova specie del M. Vettore (Mti. Sibillini) descritta dallo Schatzmayr nello stesso 38 lavoro (p. 320-321). Invero la descrizione del Pferosticus Solarii non convince pienamente per varie ragioni: anzitutto l'Autore dà l’impres- sione, colle prime parole della descrizione, che la nuova specie debba essere ben differente dalle altre specie italiane, mentre l’annunciazione dei vari caratteri non conferma la prima impressione: nella tavola dico- toma per la determinazione delle specie (p. 165 1. c.) dice che lo Pt Solarti ha l'aspetto del crisfatus mentre dai singoli caratteri si dedurebbe che per l’aspetto esso debba accostarsi molto al morio v. samniticus o v. apenninicus: inoltre l'Autore, come carattere della nuova specie indica la località di cattura (M. Vettore - Umbria), località che è poi ripetuta (p. 318 I. c.) anche tra quelle ove si raccoglie il rorio v. samniticus onde sembrerebbe che le due specie convivono sul M. Vettore: infine nella descrizione particolareggiata della specie non parla affatto dei caratteri che differenziano la nuova specie dalle affini. I miei dubbi erano dunque legittimi, ma per dissipare ogni incer- tezza era necessario lo studio ed il confronto del mio materiale coi tipi (1 7 e3 £) su cui era stata fatta la descrizione del Pfer. Solarii. Ciò ho potuto fare in questi giorni. Grazie al cortese interessamento del dott. F. Capra ho potuto avere dal Museo Civico di Genova il 3g (olotipo) e 9 (allotipo) della coll. Solari, e il Sig. Schatzmayr, molto gentilmente, mi ha fatto comunicare dal Museo « P. Rossi» le altre due O (paratipi). Lo studio degli esemplari tipici suddetti mi ha portato alla conclu- sione che lo Pferostichus Solarii non è assolutamente differenziabile dal morio v. samriticus: non credo possibile mantenere il nome del Pf Solariî neppure come una var. del morio (!). Le 99 sono assolutamente identiche ad alcune delle 99 di sazz- niticus di varie provenienze della mia collezione. Il Gg, invece, differisce abbastanza dalla media degli esemplari 7g del samniticus, ma non credo di errare ritenendolo uno dei tanti esem- plari anomali di samniticus. Esso, che non ha neppure la consistenza normale, essendo non perfettamente maturo, è più corto e relativamente più largo della maggior parte dei 7g di samniticus che posseggo: la striatura, benchè nella descrizione sia indicata come non troppo forte, è, secondo me, assai pronunciata : le elitre sono .assai lucide: ma il (1) Nota. Invero il Sig. Schatzmayr, in risposta alla mia richiesta, mi dichiara di es- sersi già convinto che il P?. Solarii deve considerarsi razza del maurus. 39 samniticus è assai variabile come forma, profondità di striatura, lucen- tezza ecc. (!). Lo Pterostichus Solarii, poi, secondo la descrizione, dovrebbe avere la quinta interstria priva di pori. L’elitra sinistra del g (olotipo) aveva due gocce di sostanza secca e dura, fortemente appiccicata, insolubile sia in acqua che in benzina. Con qualche difficoltà, ho potuto asportarle raschiandole: ed ho potuto così constatare che l’elitra sinistra ha due punti sulla 5* interstria, mentre V’elitra destra ne è priva. Nella 3* in- terstria dell’elitra destra vi sono 4 pori, nella sinistra 5. Tali dissimetrie sono anche una conferma dell’anormalità dell'esemplare: d'altronde la presenza di dette gocce, che Schatzmayr, causa l'assenza di punti sulla 52 interstria dell’elitra destra, non ritenne certo necessario rimuo- vere, spiega il carattere indicato nella descrizione « 5* e 7 interstria senza pori». Anche una delle 9 ha un poro nella 5* interstria della sola elitra sinistra. | Quest'ultime osservazioni giustificano anch’esse la mia conclusione, perchè come è notissimo, molti sarzziticus «hanno uno, due o talora tre pori sulla 5* interstria e tali pori, oltre ad essere assai instabili come posizione, sono spesso anche distribuiti in numero diverso sulle due elitre. La microscultura è identica a quella del samnificus. Non si può pensare che possa essere Pferostichus Solarii = Pte- rostichus morio var. apenninicus Fiori, perchè questo ha sempre di- versi pori nella 5* interstria, mentre gli esemplari su cui è stata fatta la descrizione del Pf. Solarii presentano una effettiva scarsità di pori. L'organo copulatore del 7 tipo è assai imperfettamente chitinizzato, ed è quasi impossibile studiarlo: solo la porzione apicale è più indu- rita e non differisce dall’apice dell’edeago delle razze appenniniche del Pterostichus morio. Credo pertanto possa restare stabilita la sinonimia tra Pfer. Solarit Schatzm. e Pter. morio v. samniticus Fiori. Ringrazio vivamente la Direzione del Museo Civico di Genova e il Sig. Schatzmayr, direttore del Museo « P. Rossi», per il materiale comunicatomi ed il collega Capra per la sua consueta grande cortesia. (1) Nota. Un esemplare di samniticus di Filettino (legit Tirelli) presenta all’incirca la stessa forma e striatura anomale ed ha la stessa lucentezza. Ho potuto poi notare che le Iucentezze eccezionali e le striature anormali dei Pferostichus non sono tanto rare: per esempio un esemplare di Pter. nigrita, dell’ alta valle del Tanaro (legit Naldi), dif- ferisce appunto fortemente per tali caratteri dalla forma tipica e dà l’impressione di una specie sconosciuta: assai più comuni tali aberazioni individuali si riscontrano nei Pfero- stichus anthracinus v. biimpressus dei dintorni di Pisa. 40 in CAPRA. UNA NUOVA DOLICHOPODA D'ITALIA (Orth. Gryllacr.) Di passaggio a Livorno nel 1931, vidi nella collezione del Prof. G. Schiavazzi alcuni esemplari di una Dolichopoda raccolti nel vecchio acquedotto di quella città, che mi interessarono vivamente. A mia richiesta il Prof. Schiavazzi me ne procurò in seguito alcuni esemplari; dal loro studio mi risultò trattarsi di una forma inedita, affine alla D. Bormansi Brunn. di Corsica, ma ne ritardai la descrizione in attesa di materiale di confronto. Purtroppo non sono riuscito a procurarmi la forma corsa, ma, per non tardare oltre, pubblico ora la diagnosi della specie di Livorno, d’ accordo coll’ amico C. Menozzi, che si riserva di ritornare in seguito su di essa. Al Prof. Schiavazzi, direttore dell’ Osservatorio Geodinamico di Livorno, ed a C. Menazzi vadano i miei più cordiali ringraziamenti. L’esistenza in Toscana di una forma di Dotlichopoda assai affine alla D. Bormansi, nota solo della Corsica, presenta un altissimo interes- se zoogeografico in rapporto al discusso problema della Tirrenide. Dolichopoda Schiavazzii n. sp. « Testacea, pronotum margine antico et postico, meso -, metanotum, « tergita abdominalia (praecipue anteriora) margine postico fusco - fa- « sciato. Caput rostro frontali magno, profunde inciso, recte truncato, « nigro; clypeo trapezoidali, labro subcordato latiore quam longiore «“ (4:3), lamina basali labii marginibus laeviter concavis; articulo 2° « palporum labialium quam articulo 1° parum longiore, 3° fere aequi- «“ longo 1° et 2° simul sumptis (4. 5. 9.); 3°, 4,° 5° articulis palporum « maxillarium longitudine subaequali, 6° parum breviore quam dimidia « parte 5° articuli; antennarum 1° articulo, superne viso, latere interno « convexo, fere angulato, externo subconcavo. Pronotum marginibus « lateralibus rectis, angulo antico obtuso - rotundato. > «< Femora omnia duabus spinulis apicalibus superioribus, praeterea « femora media et postica spinula geniculari interna armata. Femora. « antica subtus /rermia; tibiae supra margine externo 1 - 2 spinulis « (raro omnino deficientibus) armato, subtus utroque margine 5, minus « saepe 4, spinulis. Femora intermedia subtus utroque margine spinulis « « A & 41 6 - 12 (rarius 3-5 in exemplaribus minoribus) praedito; tibiae supra utroque margine spinulis 3 - KH armato, subtus in utroque margine spinulis 5 (rarius 4 vel 6). Femora postica carinis inferis, quarta vel quinta parte longitudinis excepta, 20 - 35 spinulis (interdum in exem- plaribus minoribus 17-19 tantum) instructis; tibiae supra utroque margine spinulis 18 - 22 (rarius 16 - 17) armato, subtus margine inter- no una spinula (raro 2), margine externo plerumque spinulis 2 (minus saepe 3, rarius 4) in parte dimidia apicali. > « 4g Abdominis tergitum X apice late emarginato, angulis posticis prominulis, disco duobus tuberculis parvis, obtusis instructo; lamina subgenitalis lobis triangularibus, stylis parvis (brevioribus quam in Dolichopoda palpata Sulz. = geniculata Costa); titillator conicus, curva- tus, acuminatus; tibiae mediae et posticae lenissimime deorsum ‘ arcuatae. > Dolichopoda Schiavazzii n. sp. 1. Tergite X° del CS visto di sopra. - 2. Lo stesso posteriormente. - 3. Lamina subgenitale della O dal di sotto. « 2 Ovipositor brevis, circiter femorum posticorum dimidiae lon- gitudini aequilongus, robustus, valvis superioribus superne parte media subrecta, apice acuminatis, valvis inferioribus apice 21 - 24 denticulatis; lamina subgenitalis parva truncato - rotundata. > « Habitat in antiquo aquaeducto urbis Livorno dictae (Etruria). » « Typi (hallotypus, paratypi): 9 2° 7 4 £ 9 in Museo Genuense, - (Dom. Prof. J. Schiavazzi et C. Menozzi leg.). > « Dolichopodae Bormansi Brunn., speciei corsicanae ex descriptioni- bus mihi tantum notae, affinis (an subspecies), differt femoribus an- ticis subtus muticis, femoribus posticis subtus spinulis basi magis propinquis. > Aggiungo alcune altre notizie alla descrizione. Il colore dei tergiti è alquanto variabile: in alcuni casi essi sono tutti distintamente orlati di bruno, in altri invece il color bruno è più pallido ed i tergiti posteriori sono unicolori. 42 Lungh. pronoto femori ant. » medii > -CHDST ovopositore Denti valva ovop. >» d » SPINULE Tibie anter. destra marg. Sup. » » > sinistra marg. sup. i » » » destra marg. inf. » » » sinistra marg. inf. » » » Femori medii destro marg. inf. » » » sinistro marg. inf. » > » Tibie medie destra marg. sup. » » » sinistra marg. sup. i » » > destra marg. inf. » » » sinistra marg. inf. » » » Femori poster. destro marg, inf. » » » sinistro marg. inf. » » » Tibie poster. destra marg. sup. » » » ‘sinistra marg. sup. » » » destra marg. inf. » » » sinistra marg. inf. » » » dest, sin. est, *11 8 int. ‘6 11 int. 6 9 est. li 8 est. 7 3 int. fi 6 int. 5 5 est. 5 3 est" =D 5 int.| 5 4 into # 5 est, 5 est. | *32} 25 tf 28 26 tati 2328 est. | 25 |*26 est. |> 18 17 int.% 20 21 int. 20 18 est. 18 20 est. 2 3 int. 1 2 int. 1 1 est. 4 2 Sono indicati con * SÈ dai Si a Cu 28 29 29 2r 19 18 18 20 N NS 00 QNIN a NI ii bd 0) MITUN II 22 | 18 24 *22 17 17.) 19 17 A Tdao VW dI I i. di DNINNON > Si I Ut Cb 25 W JU» a DVa|ON a 22 24 femori con spinula geniculare esterna. > UU UU Het GI GU 0000 > db _ I 20 20 NOn mi N Ut = 00 0 SIL Dì Ut Ut uu Ut 20 24 UN vv 43 Il rostro frontale è del tipo della D. pa/pata; visto di profilo forma un angolo più prossimo al retto che non quello della D. PBolivari Chop. (Chopard, Arch. Zool. exp. gén., 74, 1932, p. 266, fig. 2). Alcuni esemplari, oltre alla normale spinula geniculare interna inserita poco sotto l'origine del margine superiore del lobo geniculare, su alcuni dei femori medii e posteriori possono presentare irregolar- mente anche una spinula geniculare esterna inserita presso il margine inferiore quasi all’apice. Data la notevole variabilità del numero delle spinule sulle zampe dei varî esemplari esaminati credo opportuno riunire in una tabella ( pag. 42) i dati relativi a ciascuno di essi. Nel g il X° tergite ha i tubercoli piccoli ed ottusi ma nettamente evidenti, un po’ allungati e convergenti all’indietro, le tibie medie e posteriori sono assai leggermente curvate in basso. Nella 9 la lamina subgenitale è molto spessa, la faccia inferiore presenta i margini laterali ispessiti e rilevati, un rilievo basale pallido ad ogiva larga limitato da una placca più chitinizzata ad ogiva allun- gata col vertice giungente quasi al margine posteriore in un’impres- sione arcuata. Il margine della lamina subgenitale visto posteriormente è a forma di . La D. Schiavazzii è nettamente distinta dalle varie forme di D. palpata Sulz. ( geniculata Costa) dell’Italia continentale per la forma del X0 tergite del gJ, per la brevità dell’ovopositore e principalmente per le abbondanti e forti spinule dei femori medii e posteriori ('). Per questo carattere si avvicina invece assai alla D. Bormansi Brunn. della Corsica, a me ignota de visu, ma dalle descrizioni di Brunner (Prodr. Eur. Orth. 1882, p. 414) di De Bormans (Bull. Soc. Hist. Nat. Toulouse, XVII, 1883, p. 228) ed altri essa possiede anche i femori anteriori (come i medii) con 4 - 6 spinule e secondo Chopard (Bull. Soc. Ent. France 1916 p. 176; Fn. France, Orth. 1922 p. 65; Arch. Zool. exp. gén., 74, 1932, p. 265) i femori posteriori sono spinulosi nella metà apicale dei margini inferiori mentre nella D. Schiavazzii i femori anteriori sono inermi inferiormente ed i posteriori colle spi- nule presenti sui 3/4 o 4/5 dei margini. (1) Nella D. pa/pata i femori medii e posteriori sono per lo più a margini inferiori completamente inermi, talora in qualche forma (p. es. in 3 grosse O Q di Lippiano, alta valle del Tevere, raccolte sotto grossi macigni, 22. IX. 1922, ed in es. della Grotta di Frasassi (Marche) Dr. A. Andreini) i femori posteriori presentano al di sotto una 0 due spinule. Sarebbe oltremodo utile uno studio d’insieme su abbondante materiale delle varie forme attribuite alla D. palpata. da REPERTORIO DI NOTIZIE. ENTOMOLOGICHE I i VII 4 4-- Callimus abdominalis Oliv. (Col. Ceramb.). - Vari esem- plari g e $ di questa specie, che ritengo nuova per la Toscana, sono - stati da me raccolti in Mugello nel Maggio 1930, battendo le siepi in fiore nei pressi di Vicchio (Padulivo). - La specie era nota finora per il Lazio, pel Napoletano e per le isole di Sardegna e Sicilia. DOTT. ING. A. GAGLIARDI 42 - Harpalus melleti Heer. (Col. Carab.). - Di questa specie, già nota per la Svizzera e l’Austria e già citata per. l’Italia come rac- colta a Calliano nella Venezia Tridentina (Luigioni - I Coleott. d’Ital p. 95), ho catturato nel Settembre 1930 un es. in Toscana (Mugello-. M. Giovi), gentilmente determinatomi dal Prof. Miller. Dell’Appennino toscano ed anche del Valdarno fiorentino superiore (Vallombrosa) era. già nota la sua var. zigzag Costa, ma finora, a mia conoscenza, non era mai stata rinvenuta in Toscana la forma tipica. DOTT. ING. A. GAGLIARDI - 43 Acupalpus luridus Dej. (Col. Carab.). - Il Porta (Fn. Coleopt. Ital. Vol.I. p. 208) indica questa specie come rinvenuta nell’Isola Veglia, mentre il Miiller (I Col. della Ven. Giul. I. p. 190) la esclude come appartenente alla Venezia Giulia e la cita soltanto della Francia, Ger- mania e Caucasia (Talysch). - Anche il Luigioni non ne fa “menzione nel suo catalogo. Recentemente lo stesso Prof. Miiiler ha determinato come /uridus due esemplari di Acupalpus da me catturati in Toscana nel Mugello (M. Giovi, V. 1930). — i | | DOTT. ING. A. GAGLIARDI 44. Xyletinus pectinatus Fabr. v. Gagliardii Pic ( Col. Anobiidae) - Anche questa varietà di Anobiidae, raccolta da me in Toscana, è stata descritta dal Sig. Pic nel periodico <«L’Echange» (Annno 49° - N. 454 - Nov. 1933 - p. 13). ed a me dedicata. Di essa ho catturato un unico esemplare in: Mugello nel Maggio. 1930, battendo le siepi in fiore nei pressi di Padulivo (Vicchio), sulle pendici di M. Giovi. - Questa varietà si riconosce facilmente dalla for- ma tipica per le antenne scure, anzichè gialle, dello stesso colore delle elitre. Ringrazio vivamente il Sig. Maurice Pic che volle, con grande competenza, studiare una parte del mio materiale, dedicandomi assai centilmente alcune muove forme. | DOTT, ING. A. GAGLIARDI FAU NA COLEOPTERORUM ITALICA del Prof. Dott. ANTONIO PORTA Esce ora : j gl V. > RAYNCHOPHORA - aamencoRna (Anthribidae, Brenthidae, Curculionidae, Nesscnvenidea, ipidae, Lucanidae, Scarabaeidae) Presso l'Autore aggiungere L. 4 per l’Italia e L. 7 per lEstero, er Line 100 la fungere L 2° i ? — Non si a che dietro il relativo importo. | Già usciti : i VOLI, - ADEPHAGA i l. ‘60: piu L. 3 per PItalia e L. 6 per l’estero - »', IL - STAPHYLINOIDFA : L.100: ». > SG sai pa > > III - DIVERSICORNIA :L.100: >» » 4 > > 3 Ai Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo (TARIFFA peELLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto l’anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. La pagina intiera L.. 150 Mezza pagina 1130 Un quarto di pagina ;,,;, BO | FABBRICA SCATOLE DI sog | “E ARTICOLI DI CARTONAGGI IN GENERE. | FONDATA NEL 1880 x x Telegranmmmi: i. B © L O G N "0 % RUPPIONI -— Bologna =—Fahbrica e Amministrazione | SR IOnO — SOON vi mzyto MORO { - To 260 | I SPENALITA Scatole per collezioni Ò insetti Listino. gratis. a dioaio posi ni por Insetti © IDEAL, ] bin ; 7 NI Scatole per schedari - ‘Taliulicre: Scatole d' archivia - Scatole per preparazioni microscopiche. | SE Cartelle per erbario Scatole àa tasca per farfalle - Cartoni per mona Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, | prodotti industriali, sementi, ecc. Scatole periubia WERaEiiono URDIEGI e orizzontale | Si pubblica dieci volte l’anno . —’— Conto corrente colla Posta. - 2

Recensioni — Rassegna delle pubblicazioni entomologiche riguar- danti la fauna dell’ Italia e delle Colonie Mediterranee XLVI, | Dr. FABIO. INVREA, Direttore Responsabile . Arti Grafiche COMMERCIO, Via Ss. Luca, 10 — GENOVA ... SOCIETÀ. . ENTOMOLOGICA. ITALIANA Sede in GENOVA, Via Brigata Liguria, N. I SI | presso Il Museo. Civico di Storia Naturalo I SOCI ONORARII Ss M "VITTORIO EMANUELE [= Re D' ITALIA S, BENITO MUSSOLINI + - Capo del Governo ul x S. E. GIOVANNI BeLLUZZO - S E. ‘PretRo FEDELE. "CONSIGLIO DIRETTIVO ROL biennio. 1932 - 33. - PRESIDENTE aio Gr, UR. Prof. Raffaello Gesta - PRESIDENTE EFFETTIVO: Dott. Ferdinando Solari. i Vicr- PRESIDENTE : Dott. Luigi Masi. © i SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea. TESORIERE: Rag. Cesare Mancini. DI DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI : Dott. Fabio vio, ; CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Signor Agostino. Dodero, Prof. Alessandro. Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli Prof. Raffaele Issel, Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli n Dott. Ubaldo Rocci, Prof. SIDE, Silvestri, Conte Emilio Turati Dr. Roggero Verity. l 0 i Hot DEI CONTI: Signor Armando - Baliani, Ing. Paolo REGA . Dott. Tullo Casiccia, li . iu uu nel Regno: Ordinari L. 40, Studenti L. 20. Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. G, MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo (LE delliuno, Quota E Vi iscrizione a soci vitalizi : » 500 par l'Italia, du 750 È ‘per l'estero. . Abbonamento alle Pubblicazioni per i non soci: talia Le 50 na Estero L 60. ax | ai «Le alininge scientifiche della Società, si. tengono ogni Giovedì | alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- ì logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). n: Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta- mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2., s.8., GENOVA, > REI BOLLETTINO DELLA SOCIETA” ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLume LXVI (1934) N 4 Pubblicato il 30 Aprile 1934, Anno XII ATTI SOCIALI Ntovi Sccr. La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari: Vincenzo Sanminiatelli, (Socio studente), Laboratorio Sperimentale di Zoologia Agraria, Domodossola (Novara). CAMBIAMENTI D'INDIRIZZO. Nell’ Elenco dei Soci, pubblicato nel N. 1-2 del Bolle:tino, l indirizzo di A. Baliani è errato e va rettificato nel modo seguente: Armando Baliani, Via Carlo Felice 12, Genova (108). Ci risultano i seguenti cambiamenti d’ indirizzo: Doct. Lucien Bettinger, 33 Rue Chabaud, Reims (Marne - Francia). Egone Pretner, Na Kodeljevo 13, Ljubljana, (Jugoslavia). Giuseppe Boldetti, Via Siffredi, Casa Raineri, Imperia. La Commenda al Prof. Guido Paoli AI nostro Consigliere Prof. Guido Paoli, Direttore del R. Osserva- torio per le malattie delle piante per le Provincie di Genova e la Spezia è stata conferita, per i suoi meriti scientifici, la Commenda della Co- rona d’Italia. All’egregio Collega vadano i più cordiali e affettuosi ral- legramenti della Società Entomologica. Avviso Lenonida Boldori, Via Palestro 26 - Cremona, predisponendosi allo studio delle larve degli Sphodrini, sarà grato agli amici e colleghi che vorranno favorire le sue ricerche con l’invio di larve o di imagrnes vive. 46 COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE ———_—__eteot___—_tmttmm6 Guino PAOLI. NOTE SU ALCUNI HETERONYCHUS (COL. DYNAST.) E DESCRIZIONE DI NUOVE SPECIE. Il gen. Zeferonycehius Burm. comprende specie per la più gran parte dell’Affrica, comprese le isole, poichè solo un piccolo numero ap- partiene alla fauna asiatica, malese e oceanica; molte specie sono fra loro somigliantissime e per giunta la vita sotterranea, che esse condu- cono, fa sì che molti particolari della testa si logorino per l'attrito col terreno, fino a fare del tutto scomparire alcuni dei più importanti ca- ratteri non solo specifici, ma anche di gruppo; le vecchie descrizioni poi non meitono in generale in rilievo caratteri differenziali sufficienti, | ond’è che talvolta specie diverse sono state poste dagli autori sotto lo stesso nome o nomi diversi sone stati applicati ad una sola specie. Gli studi recenti più completi sulle specie affricane, specialmente meri- dionali, sono quelli del Péringuey (11) e del Jack (8). Nello studiare gl’insetti della Somalia italiana trovai un /Heferony- chus, che era dannoso alla Canna da zucchero e che ritenni non rife- ribile a nessuna delle specie conosciute, per cui ne diedi uua breve descrizione (10), indicandolo col nome di /7. sacchari; le ricerche fatte più tardi mi hanno sempre più convinto che esso appartenga ad una nuova specie, molto affine all’/7. /icas Klug, e mi accingevo a darne più particolareggiata descrizione. Confrontando a tale scopo la specie ‘di Somalia con quelle del Museo di Genova ho potuto vedere anche alcuni tipi del Fairmaire, e classificare molti esemplari, che erano tuttora indeterminati; in questa revisione un’ altra specie mi è sembrata nuova (FH. citernii), che è anch’essa descritta in questa nota. Insieme alle descrizioni delle specie nuove do | elenco di quelle, che si trovano nel Museo di Genova ; esso potrà avere interesse per le località, ove gli esemplari furono raccolti, tanto più che si tratta in gran parte di materiali riportati dagli ardimentosi esploratori italiani del secolo scorso. | Poichè nelle collezioni del Museo di Genova non si trovava alcun esemplare di /7. /icas, il Dr. Lesne cortesemente me ne comunicò 47 dal Museo di Parigi. Ringrazio pertanto il Prof. R. Gestro, direttore, e il Dr. F. Capra, conservatore, del Museo di Genova e il Dr. P. Lesne del Museo di Parigi per | aiuto benevolmente accordatomi. Heteronychus tenuestriatus Fairm. Nel Museo di Genova si trovano i tipi descritti nel 1893 (6) cioè x e ® di Sciatalit nello Scioa (Ragazzi, 1888); alla specie sono riferibili anche 5 esemplari indeterminati e cioè 2 9. £ di Let Marefià nello Scioa (Antinori, 1881 ) e un’ altra 9 dello Scioa, senza precisa indicazione ( Antinori, 1878). Tutti questi esemplari si presentano molto simili fra loro per la grandezza (mm. 14,5 - 16) e per tutti gli altri caratteri. Heteronychus sacchari n. sp. ( Fig. I, A) Castaneo- piceus, nitidus, ventre pallidiore, antennis et palpis testaceis. Clypeus (Fig. 1, B) dense rugosus, antice truncatus, margine vix reflexo, ad latera angula- A B Fig. 1. - Heteronychus sacchari Paoli A, Maschio (X 2); B, capo del medesimo (X 10). tus, dentibus duobus minoribus instructus; carina clypei distincta, medio interrupta ; frons antice rugulosa, postice punctata; carina frontis vix elevata, medio retrorsum angulata. Pronotum semicirculare, fere omnino laeve, minutissime asperum, sulco marginali antice haud profunde impresso, vix retrorsum obtuse rotundato-angulato, ad latera profunde impresso, angulos posteriores vix superante. Scutellum impun- ctatum, impressione mediana plerumque obsoleta ; mesosterni latera dense rugolosa ; tibiae anteriores denticulo basali fere destitutae, intermedio 48 vix conspicuo, interdum obsoleto ;} maris tarsi ( Fig. 2, D) dimidiatam tibiam circiter aequantes, inflati; elytra elongata, striis geminatis, mediocriter impressis, punctis majoribus ornatis, quarta et quinta caeteris brevioribus, sed dimidiatum elytrum superantibus; intervalla paria (20m, 4m, 61m, 8m ) punctata, punctis magnitudine variis, sed plerumque majoribus; quartum saepe punctis obsoletis ; elytrorum apex densius punctatus. Pygidium haud gibbosum, nec carinatum, medio- criter convexum, maris tertia parte superiori punctato rugosa, foeminae tantum quinta parte, caeterum laeve ; margine posteriori angusto, medio haud excavato. Fasciae stridulatoriae ( Fig. 2, C) superne grossae, subparallelae, dein divergentes, angustiores, demum evanidae, interdum convergentes. Aedeagus (Fig. 2, A, B) aduncus, fortiter curvatus, parameris lateraliter medio inflatis, apice mucronatis. Longit. 13 - 15 mm. Fig. 2 - MHeteronychus sacchari Paoli, ST A. B. estremità dell’ edeago, veduto di fronte e di lato; C, fasce stridutanti; D, tarso anteriore sinistro, veduto dal lato esterno. (X 12). Habitat in Somalia italiana meridionale ad Villaggio Duca degli Abruzzi (g77, Apr. 1926; T'9, Jun. 1931) et ad Mogadiscio (9 Nov. 1920). Gli adulti di questa specie rodono la Canna da zucchero ( Sac- charum officinale) sotto la superficie del terreno, praticandovi delle escavazioni, con danno più o meno grave all’ intiera pianta; per questo motivo essa è stata nominata e brevemente descritta in un volume di entomologia agraria della Somalia (10), la cui pubblicazione ha di poco preceduto la presente nota. La specie, alla quale la presente maggiormente si avvicina, è PH. licas Klug; tuttavia ne differisce principalmente per i seguenti caratteri. H. licas S Fronte anteriormente rugosa e al vertice liscia, lucida. x Pronoto con orlo laterate stretto e poco profondo. Strie delle elitre assai superficiali e con punteggiature piccole ; la prima specialmente consiste quasi solo della serie di punteggiature. Intervalli fra le strie con poche punteggiature piccole e quasi superficiali. Pigldio con angolo posteriore ottuso e larga fascia punteggiato - rugosa. 49 H. sacchari 04 — anteriormente rugosa, al vertice punteggiata. — più largo e più profondamente inciso. —. più profonde e con punteggiature più grandi e più profonde ; — profonda, con le punteggiature confluenti posteriormente. — con punteggiature più numerose e più profonde. — con angolo posteriore quasi retto, con una ristretta fascia punteggiato - rugosa. Parameri dell’ edeago ottusi alle — con un mucrone apicale laterale estremità. esterno. i Lungh. mm. 19 secondo Péringuey; — 13,1 - 15,2. 11,5 - 19 sec. Jack. Heteronychus consimilis KIb. Riferisco senza alcun dubbio a questa specie sei esemplari indeterminati del Museo di Genova, quattro dei quali (3 73 e 1 ©) raccolti dal Raffray in Abissinia, senza una più precisa indicazione nè di luogo nè di tempo; e due gf gf raccolti ad Adi Ugri in Eritrea da Nello Beccari nel 1905. Sono tutti simili nell’ aspetto e nel colore. che è un nero intenso, semi opaco, anche negli individui non logorati; la grandezza varia da mm. 11,8 a 16,5. Secondo il Jack (8) due esemplari del Museo di Londra, anche essi raccolti dal Raffray, presentano un solco obliquo nella parte basale del sesto intervallo dell’ elitra; questo solco è presente anche nei sei individui del Museo di Genova. Un carattere che sembra particolare di questa specie, è la mancanza quasi costante del solco marginale anteriore del pronoto, poichè soltanto una femmina del Raffray (contrassegnata col N. 241) ne presenta appena una traccia. Heteronychus obtusifrons Fairm. Nel Museo di Genova si trova il tipo, descritto nel 1893 (6), cioè una femmina raccolta dal Ragazzi nello Scioa, Lago Cialalakà nel 1885 ed una femmina, deter- minata, della regione Arussi - Galla ( Bottego, 1893). i Molti degli esemplari indeterminati del medesimo Museo sono riferibili a questa specie, e cioè 2 9 9 di Asmara nell’ Eritrea ( Ragazzi, 1893); 13 e 1 © di Antotto nello Scioa ( Traversi, 1885) 50 5 7g della regione dai Badditù a Dimè ( Bottego, 1896); 1 9 della regione da Sancurar agli Amarr ( Bottego, 1896 ); 2 g o dello Scioa, uno di Let Marefià e uno di L. Cialalakà (topotipo ? ) (Antinori, 1881); finalmente 27 De 2 929 dell’ Uganda, Bussu Busoga (Bayon, 1909). I cinque maschi di Badditàù Dimè, raccolti dal Bottego il 5 Luglio 1896, sono assai più piccoli (mm. 11 - 11,7) del tipo (mm. 14); ma soprattutto differiscono per la tibia del 1° paio che ha i denti ridotti di numero e di grandezza, (Fig. 3) fino a rimanere in un esemplare soltanto l’ ultimo dente ed in un altro anche l’ultimo è ridottissimo ; così tutto il lato esterno della tibia è completamente liscio, nè ciò è arnie meo Fig. 3 - Tibia anteriore destra di diversi individui di /fe/eronychus obtusifrons Fairm. A, dell'esemplare tipo del Fairmaire; 8, C, D, di tre individui maschi di Badditù - Dimè. (X 9). dovuto affatto ad usura, come invece è frequente per questa causa, negli F/eteronychus, lo spianamento delle asperità del clipeo e del suo margine anteriore. Uno di questi cinque esemplari presenta anche una bozza rilevata mediana sul pronoto, vicino al margine anteriore, la quale non è affatto presente negli altri quattro; ima ad eccezione di questi caratteri, che sono variabili nella stessa serie, nessuna altra differenza si nota, neppure nell’edeago, che possa giustificare la separazione di questi cinque esemplari dalla specie indicata. _ I quattro esemplari dell’ Uganda ( Bayon 1909) sono al contrario, di mole piuttosto più grande, ma tutti i caratteri concordano col tipo. Heteronychus plebeius Klug. Nelle collezioni del Museo di Genova si trovano tre esemplari determinati, inviati dal Fairmaire, tutti del Ma- dagascar, una 9 (Fairmaire 1872) una 9 (Fairmaire 1880) e un g dello stesso entomologo, ma senza data. La specie sembra endemica di Madagascar. 51 Il margine anteriore del clipeo è riferibile al tipo biangolato, ma negli esemplari più freschi si nota V accenno ad un angolo mediano, che conferisce un aspetto leggermente triangolare; la carena clipeale è poco interotta a metà; quella frontale è costituita da due grandi archi che si congiungono in mezzo in un angolo volto in dietro. Le elitre presentano strie profonde evidentemente appaiate, cogli intervalli pari più o meno densamente punteggiati. Le fasce stridulanti diritte, quasi uniformi, poco divergenti. Il pigidio del y” è per oltre la metà rugoso puntato; nella 9 presenta una carena trasversa e una meno evidente longitudinale dorsale, lungo la quale la scultura è più scarsa. Nell’ e- deago i parameri sono poco curvati e formano quasi un angolo retto col pezzo basale; essi sono esili e diritti, senza alcun particolare carattere. Il colore è da castagno a nero; la lunghezza di mm. 12-10. Heteronychus impudens Jack. La specie fu descritta nel 1923 dal Jack (8) su un solo gf di Abissinia; nelle collezioni del Museo di Genova si trovano dieci individui, riferibili sicuramente a questa specie, dei quali sei erano classificati come /H. arafor F.; il margine anteriore del clipe0, non affatto triangolare, fa subito escludere tale determinazione, mentre tutti i caratteri esterni e dell’ edeago concordano con quelli di FI. impudens Jack. | La seria degli esemplari è così costituita: 4 7 og e 2 99 di Argu Agher nello Scioa (Antinori, 1877); 2 individui senza tarsi di Antotto nello Scioa (Traversi, 1885); 1 7 di Sciotalit nello Scioa (Ragazzi, 1888); 1 © di Abissinia, senza altra indicazione (Raffray, N. 675). Secondo il Jak la specie è nera; dei dieci individui del Museo nessuno è nero ; la maggior parte sono castagni ferruginei, e qualcuno è più scuro, quasi nero. La lunghezza è da mm. 8,5 a 12,5. Heteronychus arator F. La somiglianza grandissima di diverse specie fra di loro, la variabilità di alcuni carattteri e l’incompletezza della diagnosi del Fabricius (3 e 4) e dei più vecchi autori hanno generato molta confusione intorno al nome di /7. aratorj così ne è venuto che sotto questa denominazione sono state classificate specie del tutto dif- ferenti, ed individui simili sono stati descritti sotto nomi diversi. Tut- tavia mi sembra che nove esemplari del Museo di Genova si possano con sicurezza riferire alla specie indicata, almeno secondo i caratteri precisati dal Jack (8). 52 DI La serie è così composta: un {7 del Capo di Buona Speranza (Fair- maire) classificato come /7. cricetus dal Fairmaire stesso; 2 go e 299 di Abissinia, senza altra indicazione (Raffray); 2 9g e 2 99 dell’Isola di S. Elena (Deyrolle 1875), classificati sotto il nome di /7. sarctae- helenae. Anche 2 99 del Museo di Parigi, cortesemente comunicate dal Lesne, e provenienti da S. Elena (Coll. Chevret), considerate come i. sanctae - helenae sono identiche a tutti gli altri esemplari del Museo di Genova e devono quindi ascriversi ad /7. arator. Il colore è castagno scuro, quasi nero; la lunghezza da mm. 10 a 13,5; in tutti l’edeago si mostra egualmente conformato; in tanta varia- bilità di caratteri mi sembra utile mettere in evidenza una particolarità del solco marginale anteriore del pronoto, il quale solco presenta una leggera infossatura mediana, ove esso si allontana appena più dal mar- gine del pronoto. L’ H. sanctae - helenae Blanch. non è identificabile dalla diagnosi originale (1), che manca dei caratteri essenziali, mentre quelli dati con- vengono a molte specie; altrettanto si dica delle osservazioni e della figura del Blanchard; vi si potrebbe anzi trovare una frase che non collima cogli esemplari sotto occhio e cioè «les jambes antérieures tri- dentées >» mentre che negli esemplari che ho esaminati, oltre ai tre denti grandi e bene evidenti, si distingue un denticolo basale ed uno intermedio; ma dato il modo superficiale, con cui la specie è descritta, si può capire questa omissione. Il Gemminger (7) pone 1/7. sanctae-helenae come sinonimo di 77. arator F. ed è seguito dal Wollaston (13), mentre il Jack (8) non ri- corda affatto IH. sarctae-helenae, neppure nella sinonimia. Il Burmeister (2) pone 1/7. cricetus Hausm. come sinonimo di 77. arator F.; ed il Gemminger (7) conferma nel suo Catalogo; ma il Kolbe (9) mette invece in evidenza le differenze fra le due specie ed è se- guito dal Jack (8). L’/7. cricetus è collocato dal Kolbe e dal Jack nel 1° gruppo, cioè fra le specie col margine anteriore del clipeo troncato, non triangolare, ed ha l’orlo del pigidio con una escavazione mediana; invece l/7. araftor è collocato nel II° gruppo, perchè il margine del clipeo è triangolare ed inoltre l’orlo del pigidio non è scavato. Effettivamente dalla diagnosi dello Scarabaeus crator e Geotrupes arator date dal Fabricius (3 e 4) non si rileva alcuno di questi caratteri e perciò a parer mio, per decidere, sarebbbe necessario di vedere gli esemplari tipici, la qual cosa sembra che non sia stata fatta nè dal Bur- meister, nè dagli altri. L’esemplare del Fairmaire non può certamente riferirsi a #7. cricetus 53 nel senso inteso dal Kolbe e dal Jack, ma concorda invece, anche per la struttura dell’edeago, coll’/7. arafor secondo la descrizione del Jack. Heteronychus citernii n. sp. y° Casfaneo - piceus, nitidus, ventre fere concolore, antennis et palpis ferrugineis. Clypeus (Fig. 4 A) antice triangularis, margine anteriore ad latera anguli mediani modice reflexo dense transverse plicato - rugosus: clypei carina in medio late interrupta; frons antice ut clypeus rugosa, postice laevis ac duabus impressionibus ornata; frontis carinae juxta oculos tantum distinctae. Pronotum laeve, lateribus subparallelis, antice convergentibus, sulco marginali anteriore sat inciso, vix retrorsum obtuse rotundato - angulato, ad latera profunde inciso, angulos posticos non superante. Scutellum laeve; mesosterni latera rugoloso - reticulata; tibiae anteriores dente basali et intermedio obtusis instructis, tarsi 3/4 tibiae aequantes, modice inflati; elytra elongata striis indistincte geminatis, parum impressis, sed punctis magnis ornatis; prima autem stria antice solum punctis confluentibus instructa, dein in sulcum laeve desinensj secunda antice evanida; tertia abbreviata, quarta Ù Fig. 4 - Heteronychus citernii Paoli. A, testa; B, fasce stridulanti; C, D, estremità ‘dell’ edeago veduta di fronte e di lato. (X 9). et quinta breviores, dimidiatum elytrum paulum superantes; intervalla punctis destituta, praeter octavum; elytrorum apex dense punctatus. Py- gidium rotundatum in mare antice fascia abbreviata rugoloso - punctata et ad angulos laterales binis utrinque impressionibus ornatum; margine posteriore angusto, medio haud excavato; propygidium scabriusculum. Fasciae stridulatoriae (Fig 4 B.) subrectae, divergentes, superne 6-7 co- stis raris, dein strigis plurimis angustissimis, densissime stipatis, consi- stentes. Aedeagus (Fig. 4 C D) curvatus, apice externe vix reflexo, pa- rameris ad apicem vix dilatatis. Long. mm. 12.5, lat. 6,8. Habitat: in Somalia italiana meridionale, Territorio del Rahanuin, Sg unum legit cl. C. Citerni, cui species dicata, Oct. Nov. 1911 (Museo Genuensi). 54 Ho considerata nuova questa specie, dedicandola all’illustre esplora- tore, che raccolse l’unico esemplare; essa appartiene al gruppo di /7. ara- tor F. ma da questa e da ogni altra specie si distingue per la fronte che è superiormente liscia e ornata di due depressioni, per le due carene della testa completamente obliterate nel mezzo e per le fasce stridu- lanti, che ricordano piuttosto quella di 77. andersoni Jack della Colonia del Kenia; infine per il pigidio con due impressioni ad ognuno degli angoli laterali. Heteronychus rugifrons Fairm. Nelle collezioni del Museo di Genova trovasi una sola 9 classificata, inviata dal Fairmaire e da lui raccolta in Madagascar (1880). Heteronychus parumpunctatius Burm. Ritengo che due 99 rac- colte da E. D’Albertis lungo il Nilo, nel Sudan fra Kartum e Gondo- koro (Febbr. 1904), si possano riferire a questa specie; la descrizione data dal Burmeister (2) è invero incompleta e quella del Jack (8) non corrisponde pienamente, almeno se presa nel senso letterale. Le differenze che si notano sono principalmente quelle relative alla punteggiatura del pronoto, la quale non è così evidente come la de- scrive il Burmeister, ma è visibile soltanto con forte ingrandimento e non si distingue neppure con una semplice lente; il Jack però avverte che il grado di punteggiatura varia considerevolmente. I caratteri del capo collimano assai bene con quelli indicati nella figura data dal Jack, ma la descrizione non sembra del tutto corri- spondente alla figura stessa, poichè in quella è detto « clypeal carina. indistinct in front of the eyes, widely interrupted medially and elevated into a short rounded ridge on either side of interruption» mentre che i due rilievi situati ai lati dell’interruzione della carena clipeale non si vedono nella figura, nè esistono negli esemplari che ho veduti, nei quali si può dire che la carena clipeale è ridotta a due coste piuttosto brevi ed assai sporgenti, ma egualmente elevate in tutta la loro estensione. Ad ogni modo ritengo opportuno dare per intiero la descrizione di questi due esemplari, femmine, poichè la mancanza di maschi non permette di stabilire con sicurezza se gli esemplari appartengono alla specie indicata o ad una nuova. Il riferimento ad 77. parumpunctatus è anche appoggiato dal fatto che i due individui, raccolti dal D’ Albertis, provengono dalla medesima regione della Nubia di quelli tipici del Burmeister. ei L "x aaa 55 e Obscure castanea, fere nigra, ventre et appendicibus cephalicis castaneis. Clypeus (Fig. 5, A) antice triangularis margine anteriore sat reflexo, strigis transversis uudulatis ornatus; clypet carina prominens, marginem lateralem non attingens, medio late interrupta; frons antice ut clypeus insculpta, postice rugosa et punctata; frontis carinae juxta oculos tantum distinctae, cum clypei confluentes. Pronotnm minutissime sparse punctulatum, lateribus curvatis, sulco marginali anteriore sat inciso, laterali angulos posteriores paulum superante. Scutellum laeve, convexiusculumj mesosterni latera dense ruguloso - reticulata; tibiae an- teriores denticulo basali instructae, intermedio destitutae; elytra elongata, striis subgeminatis, parum impressis, punctis matoribus ornatis; prima i pi / sail ( [ È i al Fig. 5 - Zeteronychus parumpunctatus Burm. A, capo; B, fasce stri- dulanti. (X 9). autem stria antice punctis confluentibus repleta, postice evanidis; caete- rae marginem anteriorem attingentes, quarta et quinta modice abbrevia- tae; intervalla 6% et 8% punctata; elytrorum apex dense punctatus, punctis superficialibus. Pygidium triplo latius quam longius, haud cari- natum, fascia punctata brevi, angulis rugolosis, margine posteriori angustato. Propygidium scabriusculum; fasciae stridulatoriae angustae, subrectae, modice divergentes, superne paucis raris strigis formatae, dein tenuibus stipatissimis. Long. mm. 14, lat. 7. In quanto alla specie del Burmeister, nelle collezioni del Museo di Genova si trova un esemplare raccolto a Keren nell Eritrea dall’ Antinori nel 1871, classificato come /eferonychus parumpunctatus Burm., ma non appartiene al genere, a cui 5) è stato ascritto. Heteronychus rudestriatus Fairm. Nelle collezioni del Museo di Genova si trovano il tipo, descritto nel 1893 (6) ed un cotipo, rappre- sentati da 2 9 9 di Antotto nello Scioa ( Ragazzi, 1885); alla medesima 56 specie appartiene un’ altra femmina indeterminata di Argu Agher nello Scioa ( Antinori 1877). Secondo il Jack (8) questa specie del Fairmaire potrebbe corri- spondere all’ #7. fossor Reiche; non ho potuto vedere esemplari di questa ultima specie, ma la descrizione e le figure date dal Jack non corrispondono affatto agli esemplari tipici di rudestriatus; infatti quest’ultimo autore a proposito del «fossor (=? rudestriatus)» si esprime così: «< clypeal carina elevated, widely and completely interrupted; fron- tal carina coalescing with clypeal on either side, extremely fine, trans- verse or shallowly arcuate medially. » Questi caratteri corrispondono a quelli dati dal Reiche (12) nella diagnosi del fossor « fronte carinula obsoleta, undulata » la quale frase, contrariamente ail’opinione del Jack, fu giustamente tradotta dal Fair- maire (6) « fine carène ondulée »; ed il Reiche stesso nelle osservazioni dice «une petite carène onduleuse peu marquée. » Invece l'esemplare tipico di rudestriatus e gli altri due presentano le due carene coalescenti e interrotte a mezzo, (Fig. 6, A) ma le due branche terminano ognuna presso l’interruzione in un cornetto elevato, conico piramidale, in modo che ne risultano due tubercoli; è dunque ben giusto il carattere indicato dal Fairmaire (6) « fronte medio tuber- culis 2 approximatis >». Anche le fasce stridulanti sono nel rudestriatus tipico (Fig. 6, 8) completamente diverse da quelle disegnate dal bcsagoa — 3.0? Jack (8) per il fossor, 3 A poichè sono per due = arinsia terzi formate da una —i—£—p serie di grosse spor- genze e soltanto nel- Fig. 6 - Heterouychus rudestriatus Fairm. (Tipo) A, l’ultimo terzo da sottili CARO AE TI: strie rilevate fittamente stipate. Resta dunque accertato che l’/7. rudestriatus Fairm. è specie buona e ben diversa dal l’/7. fossor Reiche, per quanto ambedue siano fra loro affini per il margine anteriore del clipeo che è arrotondato, senza angoli nè denti. Genova, R. Osservatorio per le malattie delle piante, 7 Aprile 1934, XII. 57 BIBLIOGRAFIA - Blanchard. Voyage au Pol Sud. T. IV p. 105. - Burmeister H. /andbuch der Entomologie, Bd. V, Berlin 1847. - Fabricius J. C. Entomologia systematica emendata et aucta, Tome I, p. 33. Hafniae, 1792. - Fabricius J. C. Systema Eleutheratorum, Tom. I p. 21. Kiliae, 1801. - Fairmaire L. 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Precisamente a pag. 114 deve aggiungersi che nel « Buco della Volpe (57 Lo) » furono catturati da Ghidini gli isopodi: Androniscus Boldorii Strouhal ed il 7richoniscus Mancinir Brian; a pag. 125 al « Buco del Passo Nistola » da passarsi in sinonimia colla « Caja di Lividino (86 Lo) » si deve sostituire il « Bus delle strie di Monte Denervo >» che pertanto assume il N° 85 di catasto; a pag. 127 si deve leggere « la maggior area di diffusione di Speotrechus hume- ralis Boldorii Jeann. rispetto a Speotrechus humeralis Dod. »; ed infine nello schema di distribuzione dei coleotteri cavernicoli a-pag. 128 deve leggersi: e) Duvalius Boldorii Jeann.; f) Duvalius Leonidae G. Mull. in litt. Grotte della Lombardia orientale N. 1 Lo. Buco del Frate. 12 e 29 VI., 13. XI. 1932, 19. XI. 1933. Nessun nome nuovo ho da aggiungere agli elenchi faunistici di questa cavità che riconferma però sempre il suo grande interesse scientifico. N. 30 Lo. Buco del Quai. 14. V. 1933. La grande quantità d’acqua occupante il sifone d’ingresso mi rese impossibile le ricerche. N. 31 Lo. Buco del laghetto. 10. IX. 1933. Con l’amico Ghidini vi raccolsi Anfisphodrus Boldorii Dod., un batiscino ancora indetermi- nato, molluschi, aracnidi (7rogloyphantes Gestroi Fage), miriapodi, collemboli ed isopodi (Androniscus dentiger Verh.) N. 71 Lo. Buco del Budrio. 25. IX e 2. X. 1932. Specialmente nella visita del 25 IX fu riscontrato povertà di fauna nei detriti legnosi, mentre i Duvalius abbondavano nel ramo argilloso (parecchi esemplari apparivano immaturi). Pure presenti erano alcuni Speotrechus. A I eni ma 59 N. 80 Lo. Buco del Diavolo. 24. I. 1932. Anche in questa visita le raccolte furono scarse. Non lontano dall’ingresso raccolsi i triconiscidi Androniscus dentiger Verh. e Trichoniscus Mancinii Brian, nonchè Paracnide Gyas fitanus E. S. N. 85 Lo. Bus de le strie 30 X. 1932. Questa cavità, a forma di breve pozzetto (12 metri), si apre nei pressi della strada Gargnano - Costa Mignone, ad una quota di circa 800 metri, nelle pendici del Monte Denervo, nei pressi di casa Samuel. Sul fondo terroso trovai una fauna poco abbondante composta di Duvalius (in corso di studio), chernetidi (Microbisium dumicola L. Koch.), acari, isopodi (Androniscus subterra- neus noduliger Verh.), ragni (Trogolus tricarinatus L.), collemboli. N. 88 Lo. Buco del Fico 12. VI. 1932. Anche per questa terza visita devo riscontrare la strana scarsità di fauna già altre volte rilevata. Su sterchi di volpe (?) vedo alcuni stafilinidi, ma nessun coleottero cavernicolo, mentre nei punti di maggiore umidità raccolgo qualche mollusco e numerosi isopodi (Androniscus Boldorii Strouhal e Tricho- niscus Mancinii Brian). i N. 116 Lo. Buco Coalghes 7. Il. 1932. Su esche raccolgo un paio di Allegrettia e sul cono detritico uno Speotrechus. N. 125 Lo. Bus Busatt 7. II. 1932. Con Ghidini raccolgo alcuni esemplari di Batkysciola Allegrettii Jeann., larve di Arntisphodrus Bol- doriî Dod., collemboli, miriapodi, isopodi (Androniscus dentiger); Verh. ed un chernetide. N. 141 Lo. Grotta di Val Mala. 10. IV e 8. V. 1932. Minuziose ricerche mi fanno catturare un batiscino (in corso di studio) ed un ortottero (7roglophilus) nel cunicolo interno e nella prima parte miriapodi, isopodi (Androniscus dentiger Verh.), anfipodi (Niphargus), collemboli e molluschi. N. 143 Lo. Grotta della sestola 4. IX. 1932. È una piccola grot- ticcella nei pressi di Marone (L. d’Iseo), che si apre sopra una note- vole risorgenza con la quale, del resto, è in comunicazione interna- mente. È di scarso sviluppo (pochi metri). Vi ho trovati frequenti gli isopodi (Androniscus dentiger Verh.), pochi miriapodi, molluschi e ditteri. N. 148 Lo. Bus Tuel 21. VIII. 1932. Il terreno arido della grotta non mi dà questa volta che pochi miriapodi ed isopodi (Androniscus dentiger Verh.) 60 Grotte della Venezia Giulia N. 7 VG. Grotta dell’orso a Gabrovizza 11. VI. 1933. All’ingresso della grotta catturo un Laemostenus elongatus Dej. ( altro ne catturo, lo stesso giorno, all’ingresso della vicina Grotta di Gabrovizza (6 VG.) ), ed inoltre una decina di Orotrechus Mullerianus Schatz., che mi riuscì poi di tenere vivi in allevamento per circa due mesi. N. 620 VG. Grotta del Fumo. 15. VI. 1933. Raccolsi 2 Arnopht. istrianus Ganglb. e diversi 7yphlotrechus e Leptoderus che portai a Cremona per allevamento. I Lepfoderus morirono però parte in viaggio e parte a Cremona, dopo appena pochi giorni, ed anche dai 7yphlo- trechus non ottenni risultati notevolmente diversi. Non escludo però che, per quest'ultimi, si possa riuscire. Forse in questo caso, come per gli Orotrechus, usai argilla troppo bagnata. Negli allevamenti di caverni- coli, anche meno delicati come i Laemostenus, ho notato che Pargilla fangcsa non è gradita. Quindi anche per i cavernicoli umidità, ma non eccessiva. | Sono anche in grado di comunicare le seguenti determinazioni di materiali per le quali mi è gradito rivolgere un vivo ringraziamento agli amici che vollero studiare i materiali da me raccolti. Isopoda (det. dr. Brian) N. 29 Lo. Laca di M. Orfano. 7richoniscus sp. (? austriacus Verh.), Androniscus dentiger Verh. N. 96 Lo. Bus del prà de rent: Androniscus dentiger Verh. N. 117 Lo. Bocola di Val Morina: Androniscus dentiger Verh., Trichoniscus Mancinii Brian, Mesoniscus cavicolus Carl. N. 118 Lo: Tufera di Spinera: 7riconiscus Mancinti Brian, Andro- niscus dentiger Verh. N. 120 Lo. Lachetto di Monte Alto: Androniscus dentiger Verh. Arachnida (det. dr. Fage) N. 29 Lo. Laca di Monte Orfano: Porrhomma proserpina E. S., Leptyphantes pallidus Cambr. N. 30 Lo. Buco del Quai: Nesticus eremita E. S, «# Adalia 10 - punctataa. exulans Ma- : der (fig. 1), — Questa ab. è nuova per dell’elitra si può cosi esprimere: 1/2, 1,2, 601. N. 96 Lo. Bus del prà de rent: 7Trog/okyphantes Gestroi Fage. N. 120 Lo. Lachetto di Monte Alto : Troglohyphantes Gestroi Fage. Diptera (det. dr. Séguy) N. 1 Lo. Buco del Frate: Tephrochlamys rufiventris Meigen. Geom. FRANCESCO VITALE COLEOTTERI NUOVI OD ANCORA NON CITATI DI SICILIA Dasytes flavescens a. unicolor Schils. — Battendo le erbe pra- * tensi, dopo la mietitura del grano, nella contrada Sicamino del Villaggio di Gualtieri, il 14-VI-1932, ho catturato numerosi esemplari di questa a. nuova per la Sicilia. Psilotrix cyaneus Ol.a. violaceipennis Pic — Il genere Psilotrix, molto numerosamente rappresentato in Sicilia, offre delle variazioni cro- matiche importantissime delle quali mi occuperò in apposito lavoro. Debbo segnalare oggi questa a. nuova per la Sicilia, comune su varie Asteracee e specialmente nella contrada Calamarà del Villaggio di Ca- stanea, nei mesi di Aprile e Maggio. le Danacaea distincta a. plumbea Desb. — Di questa a. nuova per la Sicilia, ho catturato molti esemplari nelle contrade: Calamarà, Ritiro, Scala, Faro Snperiore, ecc., nei mesi di Aprile e Maggio, fal- ciando nei boschi cedui. /Coroebus undatus Fab. — Bellissima specie, nuova per la Sicilia, LAT il 23-V-32, battendo le chiome dei Cory/us avellana Lin., in contrada Villerica in quel di Naso. DI la Sicilia, appartiene alla sez.: elitre a 13 punti, dei quali alcuni uniti, ed il disegno 5, 4+3+6. Un esemplare catturato battendo 1 2 le piante di noce il 20-VI-26 contrada Fig. l'Adolia/10- pariciaia a. Calamarà. exulans Mader. Adalia 10 - punctata a. Miilleri Vit. Pes a aria 10: panetatca, Miilleri Vit. n. ab. n. a. (fig. 2). Appartiene alla stessa sezione della precedente ma il suo disegno viene cosi espresso: 1/2, 1, 2, 4, 62 3+6+5. Fu catturata in unico esemplare il 23-VI-32 a Calamarà, bat- tendo la chioma dei noci; con gratitudine la dedico al chiarissimo Prof. G. Miiller. Adalia 10 - punctata a. guttatopunctata Lin. — Posseggo vari esemplari di questa a. confusa con la /0 - pustulata Lin. catturati bat- tendo la chioma dei noci, nei mesi di Giugno ad Agosto, nelle varie contrade, Scala, Ritiro, Castanea, ecc. del Messinese. È nuova per la Sicilia. | Adalia 10 - punctata a. bimaculosa Herbst — Anche questa a. nuova per la Sicilia, confusa con la. bimaculata Pont. l'ho catturata assieme alla precedente, nonchè alla Favorita (Palermo). Synharmonia conglobata a. intermedia Dep. — Posseggo in molti esemplari tale a. del Depoli, del quale condivido pienamente le osservazioni su le ab. cromatiche del tipo. Si cattura facilmente in quan- tità nei mesi invernali sotto le scorze degli Eucalyptus. Synharmonia conglobata a. multiconjunta Di questa a., nuova per la Sicilia, posseggo molti individui catturati assieme al tipo ed alle altre a. già note di Sicilia. /Purpuricenus Koehieri a. apiciniger Dep. — Ho catturato un | no esemplare di questa importante a. nella contrada Serro-Croce, del Villaggio Superiore il 7-VIII-32 sui fiori di = discolor v. ulmi- 4. Schr. ‘’Othiorrhyncus moriger Reitt. — Con gli elatior Stierl., avevo con- dui vari esemplari di questa specie, classificatimi ora dall’esimio Dott. Lona. Si trova rara sul Lupinus luteus in fiore, nei primi di Maggio, in contrada L. Licandro, alle porte della Città di Messina. Polydrosus cervinus a. maculosus Herbst. — Ab. nuova per la Sicilia, catturata in contrada Scala il 13-V-32, battendo le chiome dell’Arbutus unedo Lin. Polydrosus armipes a. Schònherri Faust. — Altra ab. nuova per la Sicilia, catturata in contrada Gravitelli, battendo le chiome delle Rosacee nell'Aprile e Maggio. _Lixus elongatus v. constrictus Bohm. — Comunissimo nei mesi “di Aprile e Maggio su le calatidi della Ga/actites tomentosa M. a. coe- rulea Nic., e sul Carduus pycnocephalus Lin. in tutte le contrade Mes- sinesi. È nuovo per la Sicilia, 63 L Smicronyx marmoratus Rey. — Posseggo 1 esemplare di questa elegante specie, nuova per la Sicilia, catturato a Colla di Castanea il 20- V-26, battendo le erbe pratensi. È nuova anche per l’Italia, giacchè il Luigioni non la cita. Tychius tessellatus Tour. — Debbo alla gentilezza dell'amico Hu- stache, la determinazione di questa interessante specie, catturata in unico esemplare in Ucria, 111-VIII-1908 in contrada Campi, falciando le erbe di prato tra le quali erano molte Leguminose silvestri. Il Luigioni non la cita per l’Italia. Tychius femoralis Bris. — Altra specie nuova per la Sicilia, catturata a Palazzo Adriano nel Dicembre 1910. Era stata confusa con le specie vicine. SE Sibinia argenteofulva Desbr. — N. 6 esemplari, catturati; 3 a Milì il 4-VIII-1925, e 3 a Linata il 9-VI1-1926. È specie africana, e nota solo d’Algeria. Anthonomus pomorum a. obsoletus Desb. — Catturai il giorno 11-VI-33 un esemplare di questa a. nuova per l’Italia, in contrada Pa- radiso, falciando le piante erbacee sotto i Mandorli. Sa Baris Joffrei Hust. — Importantissima cattura, essendo la specie nota finora soltanto dei Pirenei orientali. Fu presa in contrada Leone, prov. di Catania il 17-V 29. Il Prof. Hustache mi scrive che si nutre de la Phlomis herbaventi Lin. Fu descritta negli An, Soc. Ent. Fr. 1926, pag. 318. Ceuthorrhynchus quercicola Payk. — Specie nuova per la Si- cilia, catturata in unico esemplare nel Giugno 1921, falciando le erbe di prato a Faro Superiore. Ceuthorrhynchus larvatus Schit. — Un esemplare di questa specie, nuova per la Sicilia, ho catturato a Colla di Castanea il 9-VI- 1915 su piante di Borrago officinalis. Ceuthorrhynchus pleurostigma a. berteroae Pen. — L’Hu- . stache crede che sia una a. del p/leurostigma Marsh. contrariamente al Catalogo di Winkler. Ne catturai un es. a Ritiro il 1-V-1995, e uno a Pezzolo il 16-IV-33. È nuova per l’Italia. Di ‘ Gymnetron tetrum v. rufescens Lòden — Di questa a, nuova per la Sicilia posseggo 3 esemplari, catturati 2 a Castanea il 6-V-30, ed 1 a Pezzolo il 25-V-32, 04 _ —Gymnetron netum Germ. — Specie nuova per la Sicilia. Ne pos- seggo vari esemplari catturati il 15-VI-20 in contrada Mista di S. Teresa di Riva; a Castanea il 3-VII-29, a Curcurace il 19-V-33. Scolytus amygdali a. rufipennis Brancs. — Comune assieme al tipo, sui Carrubi disseccati, in contrada Radia di Castanea. Dr. CAPRA — OSSERVAZIONI SUL TACHINUS MANUELI SHARP (Col. Staphyil.) Il Marchese Gian Carlo Doria, nipote dell’Illustre Fondatore del Museo Civico « Giacomo Doria » di Genova e continuatore delle nobili tradizioni della Famiglia, da alcuni anni va radunando copiose collezioni entomologiche per il Museo di Genova, particolarmente nella regione alpina di Courmayeur, dedicandosi anche a raccolte specializ- zate, tra le quali importantissime quelle eseguite, tra non poche diffi- coltà e con tenace diligenza, nelle tane delle marmotte. ll materiale proveniente da questo singolare ambiente è attualmente allo studio ed i risultati saranno resi noti appena possibile. | Frattanto fra i più interessanti reperti del M.se Doria va segnalato, per la sua importanza, quello di un esemplare gx di 7achinus Manueli Sharp, specie rarissima, nota sinora solamente in altri quattro esem- plari: Val Pesio: 1 c7’, Sharp ('), 15 e 1 9, Dodero (°), Basses Alpes: Valle del Lauzanier, 1 g7, Marie (7). Questo esemplare, catturato su un’esca a qualche decina di metri dall'ingresso del « Trou des Romains », m. 1797 s. m., (antiche gal- lerie artificiali) presso Courmayeur, mentre estende notevolmente l’ha- bitat della specie (‘), mi offre l’opportunità di dare alcune notizie sul Tachinus Manueli per correggere inesattezze ed errori riscontrati nella letteratura. (1) Sharp D. - Bull. Soc. Entom. Ital., VI, 1874, p. 318. (2) Dodero A. - Boll. Soc. Entom. Ital., LIV, 1922, p. 68. (3) Marié P. - Bull. Soc. Entom. France, 1928, p. 13. (4) Bernhauer, Coleopt. Catal. Junk, vol. V (pars 67, 1916) p. 483 e Scheerpeltz, ibid. vol. VI (pars 130, 1934) p. 1508, aggiungono anche l’ Abruzzo, ma nessuno degli Autori da oro citati nota tale località. Anche Luigioni, I Coleott. d’Italia, 1929, p. 248, cita solo la Val Pesio. Re PARTIRE II ari | profondamente impresso di quello dei 65 Grazie alla cortesia del Sig. A. Dodero ho potuto confrontare l'esemplare della Val d’Aosta: con quelli di prevenienza tipica (Val Pesio) della sua collezione ed accertarmi della sua identità specifica; unica differenza notata è la sottile linea del pronoto che nel 7 di Val Pesio è più impressa mentre in quello di Val d’Aosta essa è appena ac- cennata e perfettamente simile a quella della © di Val Pesio ed a quella che si osserva anche in altri Tackinus (per es. humeralis Gravh.). Mentre Sharp e tutti gli altri Autori danno una lunghezza di 11 mm., nei tre esemplari in esame questa si aggira sui 9 mm.; ciò non deve stupire trattandosi di un Stafilinide, quindi ad addome estensibile, e sa- pendo quale ampiezza di variazione si riscontra nelle altre specie con- generi. La larghezza del pronoto è di circa 2,7 mm. come indica “anche Sharp. Nero lucido, compresi i margini del pronoto e le elitre (élitres très noirs, Sharp I. c.), tergiti a margine posteriore translucido e bruno, il 7° con l’orlo bianco (specie alata!); zampe coi femori completamente nero-bruni, tibie e tarsi rossastri. Capo con sutura ad A abbastanza evidente, a punteggiatura un po’ più fitta e zigrinatura tra i punti uguale a quella del pronoto. Antenne con tutti gli articoli allungati, il 5° distintamente un po’ più lungo del 6°. Pronoto ad angoli posteriori ottusi ma marcati, solo all’ estremo vertice strettamente arrotondati (come in 7 rufiperznis Gyllh.); margini anteriore e posteriore con un orlo meno margini laterali, ma evidente e completo. Il pronoto, tra i punti fini e radi, ha una zigrinatura a lineette trasver- sali con scarse anastomosi (fig. 1); anche i tergiti e gli sterniti presentano una microscultura simile. Le elitre hanno traccie di 5 o 6 strie longitudinali, punteggiatura pro- fonda, a punti circa del doppio più Tachinus Manueli Sharp larghi di quelli del pronoto, un po’ Figg. / Microscultura del pronoto irregolarmente distribuiti, non granu- 2: dele Dire. losii Tra i punti vi è una distinta microscultura a reticolo a maglie poligonali pressapoco isodiame- triche, le quali, specialmente verso i lati, tendono ad un allineamento trasversale (fig. 2), Marié (I. c.) attribuisce invece una punteggiatura re- mm. 0,4 66 golare e quasi granulosa e Porta (') erroneamente pone il Manueli tra le specie ad elitre non zigrinate. L’addome presenta nel mezzo del 3° e 4° tergite due macchiette oblique, pruinose, bianche, sul 5° ridotte a due impressioni lineari assai più piccole e più distanti, difficilmente visibili. L'8° tergite ha il lobo mediano leggermente inciso all’apice, una grande setola sui margini laterali presso la base, un’altra all’apice dei lobi laterali, 3-4 assai più brevi per lato sul lobo mediano, inoltre al- cuni peli più sottili e brevi lungo i margini laterali (fig. 4). Il 5° sternite è con punteggiatura grossolana e rada ai lati, più fitta ‘alla base; spianata nel mezzo, dove la punteggiatura è posteriormente più fina e fitta; lateralmente alla depressione i punti tendono ad alli- nearsi in senso longitudinale e gli intervalli tra i punti formano finis- sime carenule. La smarginatura è profonda ed ampia (meno ampia, meno arrotondata e lateralmente limitata da angoli più ottusi che nel rufipennis Gyllh.), con due setole per lato, una interna e più breve al limite della zona granulosa, l’altra esterna, quasi del doppio più lunga, all’inizio del tratto rettilineo posteriore (fig. 3); in ciò non concorda con quanto dice Luze (?): <« die beiden anderen (cioè le setole esterne) aber sich nahe der Stelle befiden, wo der Hinterrand des Ringes in den Seitenrand iibergeht », che si basò su uno schizzo, evidentemente inesatto, inviatogli da Sharp. Lobi del 6° sternite gradatamente attenuati, ricurvi in basso, faccia interna profondamente scavata a doccia fino alla base. Marié (1. c.) ha ridescritto il Tackinus Manueli, ma la sua descri- zione e la figura, disegnata da L. M. Planet, non concordano con gli esemplari da me studiati, per es., per il colore più chiaro delle zampe, delle elitre e dei margini del pronoto, dovuto forse ad immaturità del suo esemplare, per la punteggiatura delle elitre regolare e granu- josa, per le macchiette pruinose («tubercoli » secondo Marié) solo sul 4° tergite; la figura poi dà l'impressione di un insetto più snello, con le setole laterali del 7° segmento add. (5° sternite) più lunghe, ecc. Ciò potrebbe far pensare che Vinsetto di Marié appartenga ad un altra specie vicinissima al Manuelî, ritengo però molto improbabile tale ipo- tesi ed attribuisco le sconcordanze ad inesattezza di osservazione da parte di detto Autore. Marié inoltre ha staccato il Manzeli Sharp dal genere Tachinus creando per esso il nov. gen. Neocharidius (= Neocharis Marié 1928 (1) Porta A. - Riv. Col, Ital., III, 1905, p. 167 e Fn. Coleopt. Ital., II, 1926, p. 129. (2) Luze G. - Verh. k. k. zo ol. bot. Ges. Wien, L, 1900, p. 480. 67 nec Jacoby 1881) ('), ma i caratteri dall’ A. indicati, non sono certa- mente di valore generico ma solamente specifico e spesso comuni ad altri Tachinus, coi quali evidentemente l’ A. non ha confrontato il Manueli. La sua statura, 9-11 mm. non è molto superiore a quella di altre specie: Zachinus rufipennis Gyllh.: 7 mm., 7. fimbriatus Gravh. (del N. America): 9 mm., 7. humeralis Gravh.: 6-8 mm., 7. (Drymoporus) elongatus Gyllh.: 6-9 mm.; la sua forma non è più depressa che nel I. subterraneus Lin. L’addome non è più acuminato che nei 7. ruft- pennis Gyllh., 7. humeralis Gravh. ecc; il pronote non è più trasversale che in altre specie. Tachinus Manueli Shatp Sf Fieg. 3. Sternite 5° - 4. Tergite 8° (Maggiormente ingrandito). Le elitre sono striate non solo nel Marnzeli, ma traccie di strie si notano per es. in 7. humeralis Gravh., 7. proximus Kr., T. fimetarius Gravh. ecc. e strie ben più profonde che il Marnzeli hanno il 7. fim- briatus Gravh. ed il 7. (Drymoporus) elongatus Gyllh. La sutura e più o meno depressa in avanti e un po’ rilevata indietro anche in altre specie, per es. 7. rufives De Geer, 7. fimetarius Gravh., IT. subter- raneus L., T. fimbriatus Gravh. I punti più grandi dei tergiti si riscontrano anche in altri 7ackinus, per es.: Aumeralis Gravh., pallipes Gravh., subterraneus L., rufipes De-Geer., ecc. | L’8° tergite del Y" è inciso all’ apice, e non indiviso come scrive Marié (mentre nella sua figura è evidente l’incisione). Le zampe allungate sono assolutamente simili a quelle del 7. ruft- pennis Gylih. (*) e le anche intermedie non sono per nulla più distanti fra loro che nelle altre specie. (1) Marié P. - Bull. Soc. Ent. France, 1928, p. 13 e 86. (2) Gyllenhal L. - Fn. Suec. II, 1810, p. 260, scrive « pedes elongati» mentre per le altre specie indica « pedes validi» o non fa cenno. Realmente il 7. rufipennis ed il 7. Manueli hanno le zampe distintamente più lunghe che le altre specie a me note. 68 Perciò il gen. Neocharidius Marié non ha, per ora, motivo di es- sere mantenuto neppure come sottogenere di Tackinus. Portevin poi ('), male interpretando la descrizione e fa figura di Marié, attribuisce al Manueli sutura carenata e strie suturali ed erro- neamente pone Neocharidius tra i Bolitobiini. Scheerpeltz però non accettò questa opinione e pose Neocharidius prima di Tachinus (?) In conclusione il Manzeli Sharp è un vero Tachinus vicino al ru- fipennis, per il pronoto ad angoli posteriori marcati e con i margini anteriore e posteriore orlati, per le zampe allungate, per la forma e la chetotassi del 5° sternite; da esso però differisce per il colore, per la zigrinatura delle elitre molto visibile (?) per la forma dell’8° tergite del Y e della 9, ecc.; ma le esatte affinità potranno meglio essere stabilite quando un più abbondante materiale potrà permettere un esame mor- fologico, specialmente dell’apparato Sa del 7. Manueli i in confronto con le altre specie. REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE VIII 45.- Bruchidius Gagliardii Pic (Col. Laridae). - Frai Lariidi che ho raccolti in Toscana nel triennio 1930-32 il Sig. M. Pic ha rinve- nuto questa nuova specie di Bruchidius, che ha descritta nel periodico « L’Echange » (Anno 49° -« N. 454 - Nov, 1933 - p. 14), gentilmente a. me dedicandola. Di questa specie ho catturato vari esemplari (in coll. Gagliardi e Pic) nel Luglio 1930, sulle ombrellifere delle colline negli immediati dintorni di Antignano: ario; sembra quindi trattarsi di una specie littoranea. | Può forse essere considerata, si domanda il Pic, come una varietà di B. varipes Boh.? Dalla descrizione di questa specie si rileva che da essa differisce per le elitre macchiate di fulvo presso l’estremità e per (1) Portevin G. - Hist. Nat. Col. France, I, 1929, p. 327. (2) Scheerpeltz O. - Col. Cat. Junk. VI (pars 130, 1934) p. 1508. (3) Il 7. rufipennis Gylih. ha le elitre praticamente liscie, ma a forte ingrandimento, e sotto certe luci, si possono vedere traccie di una microscultura simile a quella del Ma- nueli. Ricordo infine che il rufipennis, pur evendo le antenne un po’ più brevi che il Manueli, ha anche il 10° articolo più lungo che largo, contrariamente a quanto dicono Ganglbauer (Kaf. Mitteleur., II, p. 346) e Porta (I. c.). 69 le antenne completamente nere, senza macchia testacea alla base. La colorazione delle zampe è variabile: tutti i femori, o solamente gli ante- ‘| riori o i medi, sono diversamente macchiati di fulvo e le tibie medie ed anteriori, per un tratto più o meno lungo, sono ordinariamente testacee. DOTT. ING. A GAGLIARDI. 46 - Nanophyes gracilis Redtb. (Col. Curcul.). - Specie non co- mune e piuttosto meridionale, nota finora, oltre che per le isole (Sard. e Sic.), per il Lazio e il Napoletano. - Nel Luglio 1931 ne ho raccolto un esemplare in Toscana (Mugello - M. Giovi) la cui determinazione debbo alla cortesia del Dott. Solari, che mi è grato di ringraziare qui ben sentitamente. DOTT. ING. A. GAGLIARDI 47 - Gymnetron melanarium Germ. (Col. Curcul.). - Anche di questa rara specie, nuova per la Toscana, ho catturato un esemplare in Mugello (M. Giovi - V. 1930), determinato dal Dott. Solari. - Era stata finora citata per il Piemonte e la Lombardia. DOTT. ING. A. GAGLIARDI 48. - Dictyopterus aurora Herbst. (Col. Canthar.) - Non credo che da alcun entomologo il Dictyopterus aurora sia mai stato raccolto in Italia in numero rilevante di esemplari. Ritengo pertanto opportuno segnalarne una cattura abbastanza abbondante da me fatta nel bosco del Tombolo, presso Pisa, il 9 Aprile 1932. Verso le 17, catturai alcuni esemplari di Dictyopterus aurora svo- lazzanti sulle felci intorno a una ceppaia di olmo infracidita e tarlata: e notai che alcuni altri esemplari erano posati sulla ceppaia. Coll’accetta che avevo meco, spaccai buona parte della ceppaia e trovai numerosi altri Dictyopterus. Molti di essi erano in copula, altri in gruppi di tre o quattro, uno sul dorso dell’altro. L’oscurità supraggiunta mi impedì di osservare le ceppaie vicine e di tentar di cercare una spiegazione dell’agglomeramento. Tre giorni dopo, ritornato nella stessa località, non potei trovarne che due esemplari mutilati. II numero complessivo di esemplari raccolti fu di circa 150, dei quali moltissimi mutilati. Po- chi giorni dopo ne trovai tre esemplari sui muri dell’interno della città di Pisa. Il Dictyopterus aurora non era ancora stato segnalato della Toscana. L. STRANEO 10 Borse di studio per fitopatologi ed entomologi agrari La Gazzetta Ufficiale del 26 Aprile 1934 pubblica il Decreto del Ministero dell'Agricoltura col quale è aperto il concorso per esami e titoli a otto borse di studio da lire 8.000 ciascuna, della durata di 12 mesi dal 1 luglio 1934, di perfezionamento nelle discipline fitopatolo- giche presso il R. Istituto di ricerche e di sperimentazione per la fito- patologia o presso i RR. Osservatorii per le malattie delle piante, da conferire a giovani italiani che abbiano conseguito la laura in scienze agrarie o in scienze naturali da non oltre quattro anni. Le domande dovrano pervenire al Ministero della Agricoltura entro 60 giorni, dalla data di pubblicazione del Decreto. L’esame consisterà in una prova orale sulla patologia vegetale o sulla entomologia agraria ed avrà luogo nei giorni 25 e 26 Giugno p. v. | RECENSIONI Prof. Guipo PaoLI. - Prodromo di Entomologia Agraria della So- malia Italiana. - Biblioteca Agraria Coloniale, Firenze, Istituto - Agricolo Coloniale Italiano, 1931-1933. pp. 1-426; 198 figg. Il Prof. Paoli ha semplicemente definito questo suo volume: « Re- lazione di una Misssione compiuta al Villaggio Duca degli Abruzzi in collaborazione col Dr. Alfonso Chiaromonte dell’ Istituto Agricolo Co- loniale Italiano ». Ma il grande valore e la singolare inportanza dell’opera non potrebbero meglio essere sinteticamente precisati che colle parole stesse che il Generale Senatore Luigi Bongiovanni, R. Commissario dell’Istituto Agricolo Coloniale Italiano, ha scritte nell’introduzione del libro, dedicandolo all’ Augusto Assertore dell’agricoltura somala, il compianto Duca degli Abruzzi: « Il Prodromo di Entomologia agraria della Somalia rappresenta in realtà non soltanto lo studio precursore di ogni altro sugli insetti nocivi alle coltivazioni della nostra Colonia, ma è un’opera organica, quale non è stata fatta finora per nessuna delle colonie e stati africani, ad eccezione forse dell’ Egitto. « Molti infatti sono i laboratori agrari che funzionano da un capo all’ altro del continente africano e copiosa ne è la produzione scienti- fica su particolari forme nocive, ma non v'è ancora alcun trattato che riguardi tutte le culture di una regione, compilato con quella ricchezza 71 d’osservazioni e di dati che si trova in questo Prodromo che è tale da poter stare a confronto colle opere che riguardano gli insettti europei che si studiano da secoli. «Un tale lavoro è anch’esso un indice della rinnovellata mentalità ed attivita italiana e porta la nostra nazione ad un primo posto in fatto di studi entomologici coloniali ». Che, se poi, da uno sguardo generale al volume, dall’ampiezza e organicità della trattazione, dalla elegante e accurata veste tipografica, dalla magnifica e ricca iconografia, quasi per intero originale, su ottime fotografie e magistrali disegni dello stesso Autore, si passa ad un esame di dettaglio, i pregi veramente cospicui dell’opera vanno man mano preci. sandosi, rivelando quale somma dl osservazioni e di studi, quale dili- genza di indagini, in un campo in grande parte inesplorato, quanta co- scienza e rigore scientifico sieno stati necessari per poter raggiungere un risultato di tanta mole e sopratutto di tanto valore. Le osservazioni e le raccolte, l'esame. continuato delle infestazioni, dei danneggiamenti, lo studio delle fasi biologiche, cogli allevamenti sperimentali e la ricerca accurata degli agenti naturali favorevoli o av- versi allo sviluppo di ogni singola specie, le esperienze sull’efficacia dei vari metodi di lotta, sono stati fatti dal Paoli e dal Chiaromonte diret- tamente sul posto, con lunghi soggiorni in colonia, al Villaggio Duca degli Abruzzi e alle concessioni governative di Genale, favoriti dai mezzi tecnici messi a disposizione dalla Società Agricola Italo Somala ‘e dalle Autorità coloniali. Ma è stato indispensabile un lungo e inde- fesso lavoro di diversi anni per il coordinamento e l’illustrazione di una cosi grande messe di fatti e di dati raccolti, per la classificazione delle specie, alla quale il Paoli ha voluto far collaborare una fitta schiera di ‘eminenti specialisti, onde assicurare alla propria opera la più assoluta precisione scientifica, e per l’ ingente mole delle ricerche e dei riferi- menti bibliografici che hanno permesso una perfetta messa a punto su tutte le questioni trattate. Non poche delle specie raccolte sono risultate nuove e sono state via via descritte nei periodici entomologici e spe- cialmente nelle pubblicazioni della nostra Società. Tutti gli artropodi che hanno comunque importanza agraria sono diffusamente illustrati nelle loro manifestazioni in tutti gli stadi di sviluppo e in rapporto colle condizioni ambientali locali, con ampia descrizione dei danni pro- dotti e delle misure di lotta preventiva e repressiva. Oggetto di parti- colare e più diffuso esame e studio sono stati, come è naturale, i dan- neggiatori delle colture di maggiore importanza economica per la Somalia, quali il cotone, il sesamo, il granoturco e la canna da zucchero. 12 & Ma non minore è la diligenza che l'Autore ha posta nella trattazione di tutte le altre materie e merita, tra l’altro, di essere particolarmente segnalata la cura minuziosa con cui sono stati osservati, studiati ed illustrati i parassiti delle specie nocive. Il Prodromo del Prof. Paoli fa dunque molto onore alla Scienza italiana e costituisce una base solida e sicura per l ulteriore sviluppo dell’entomologia agraria, non solo dello Somalia, ma dell’Africa in ge- nerale. F. INVREA B. Wotr. - Animalium Cavernarum Catalogus. Pars I., W. Junk Edit. Berlino 1934. (Band I pagg. 1-10; Band II pagg. 1-32; Band HI pagg. 1-64). Coi tipi di Junk, nella ben nota serie dei « Catalogus », è uscito il 1° fascicolo dell’ « Animalium Cavernarum Catalogus » dello speleologo dr. Benno Wolf. Il fascicolo, oltre ad una introduzione dovuta alla penna del dr. Dudich, comprende i primi « sedicesimi » di siascuna delle tre parti dell’opera: i° Bibliografia; II° Catalogo delle grotte; III° Catalogo degli animali. Poco vi è da dire sulla prima parte che, naturalmente, non si discosta dai comuni elenchi bibliografici. Ma le altre due parti fanno subito apparire l’immane lavoro compiuto dall’amico Wolf, al quale mi piace inviare qui l’augurio di saper varcare l ottantesimo ed il centesimo anno di vita con la stessa baldanza con la quale lo vedo procedere, sessantenne, negli impervi sviluppi dell Abisso della Mad- . dalena. Dissi «immane lavoro » e l'aggettivo non pare improprio perchè il Wolf, di ogni grotta non azoica, riporta, dove è possibile, una po- stazione approssimativa, la citazione delle opere trattanti la descrizione e la fauna della grotta stessa, nonchè I’ elenco degli animali rinvenuti, mentre nel « Catalogo degli animali » cita per ogni specie le sinonimie, le opere che parlano della specie e le grotte nelle quali l animale è stato rinvenuto. Da ciò l'immediata praticità dell’opera del Wolf per la precisa ricerca dell’area di dispersione delle specie e per il carattere faunistico di una data regione carsica. Siamo dunque non molto lon- tani da una fauna cavernicola del Mondo. Fauna naturalmente incom- pleta perchè le esplorazioni non si sono egualmente svolte nelle varie regioni con gli stessi indirizzi e con la stessa intensità, ma fauna che, purtuttavia, raccoglie preziosissimi indizi per chi si aggira o si accinge a penetrare nei campi della biospeleologia. Ho detto « animali rinvenuti» e non a caso perche nessuna distin- zione è fatta fra i troglobi ed i troglofili ed inoltre non mancano gli 13 « accindentali >» (come il Cychrus rostratus della Hermanns HOhle), ma una tale distinzione non era possibile in un lavovo di tanta mole. Forse anche utile sarebbe stata la citazione delle grotte riscontrate azoiche nell'unica visita fattavi dal ricercatore, tanto più che la loro importanza non è certo diversa, nel campo biologico, da quella di grotte riportate solo per esservi stati rinvenuti Cu/ex pipiens, Meta me- nardi od altri simili animali, infestanti ogni anfrattuosità fresca del ter- reno. Ma, a giustificazione del compilatore, bisogna riconoscere che, senza una precisa divisione anche solo formale, tutte le grotte avrebbero po- tuto trovare ospitalità nell’ opera e fra esse, naturalmente, le oltre 3000 grotte della Venezia Giulia. Qualche altra critica qua e là si potrebbe fare e prima fra tutte, per noi italiani, la dizione straniera per grotte italiane (Rekah6hle, Lindner grotte, Magdalenengrotte e specialmente Adelsberger Grotte). i ; In opera cosi vasta anche qualche lacuna è inevitabile. Cosi nell’elenco bibliografico non vedo citati i seguenti lavori di cui alcuni interassanti la nostra fauna: 1932 - Absolon K. u. Landrock K. Eine neue eualpine Hòhlenbe- wohnende Fliege aus der Herzegowina - Konowia, Bd. XI, Heft 4, p. 260-272. 1933 - Absolon u. Lang. Uber Macrochaetosoma troglomontana n. . gen. n. sp. (Diplopoda) aus den Sudyllyrischen Karstgeb. - Zool. Anz., Bd. 101, p. 137-143. 1933 - Absolon K. O Temnostnich Balkanskych Titanethech - Priroda XXVI, 2/3. 1903 - Alzona C. Note sulla fauna delle caverne italiane. - Riv. It. di speleologia; I, p. 10-17. 1903 - Alzona C. Nota preliminare sulla fauna delle caverne del Bo- lognese - Riv. It. spel. I, fasc. III, p. 11-14. 1900 - Bensa P. Le grotte dell'Appennino ligure e delle Alpi Marit- time. - Bollettino Club Alpino Italiano, XXXHI, p. 81-141. 1930 - Beier M. Neue Hohlenformen der Gattung Chfhonius (Pseu- dosc.) - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, LV (1930), p. 71-74. 1931 - Beier M. Zoologische Streifziige in Attika, Moreen etc. - Abh. Nat. Ver. Bremen, Bd. XXVIII, p. 91-100. 1903 - Bezzi M. Alcune notizie sui ditteri cavernicoli. - Riv. It. di Spe- leologia, I, fasc. II, pag. 8-10. 14 1918 - Brian A. Esplorazione di alcune caverne nell’Alta Val Tanaro presso Garessio - Mondo Sotterraneo, XIV, n. 1-6. Di conseguenza alcune lacune devono esistere nell'elenco degli animali, come, ad esempio, non vedo citato /7elodrilus constrictus Rosa per il Covolo della guerra (Cognetti 1903). Ma, a parte queste ommissioni che, segnalate all'autore, potranno essere comprese in un supplemento finale, non si può che congratularsi col Wolf per l’opera cospicua ed utile. L. BOLDORI RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee XIVE(): Coleoptera Peyerimhoff P. de — Les /arves des Coléoptères, d’après A. G. Bò- ving et F. C. Craighead et les granas critériums de l’ordre. — Ann. Soc. Ent. France, CII, 1933, pp. 77-100. Analisi, discussione, saggio di un raggruppamento naturale dei Coleotteri. Schauberger E. — Zur Kenntnis der palcartktischen Harpalinen. (Zwòlfter Beitrag). — Wien. Entom. Zeitg., 50. Bd., 1933, p. 64-78. Harpalus (Ophonus), parallelus Dej. subsp. Millerianus nov. di Zara. Théry A. — Note synonimique sur Anthaxia scutellaris Géné - Bull. Soc. Ent. France, XXXVIII, 1933, p. 45. Il nome scufellaris Gené ha la priorità su viminalis Cast. € Gory. Vitale F. — Fauna coleotterologica Sicula, Scaphiidi ed Histeridae — Atti R. Acc. Peloritana 1929, VIII, p. 107-146. Zumpt F. n Curculioniden- Studien. X. Neue und alte Eusomus-und Polydrosus-Arfen. — Wien Ent. Zeitg., L, 1933, pp. 83-92,2 fig. Polydrosus (Chaerodrys) derosasi n. sp. della Sardegna. (1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra. T5 Strepsiptera Silvestri F. —— Descrizione della fennmina e del maschio di una nuova specie di Mengenilla Fofeneder (Strepsiptera). — Boll. Labor. Zool. gen. agr. Portici, XXVIII, 1933, pp. 1-10, VIII gruppi fig. Mengenilla quaesita n. sp. di Pisciotta (Salerno); della stessa loca- lità è anche citato Foxenos Laboulbenei Peyerim. (Iberoxenos primi- tivus Bol.) Orthoptera Barigozzi C. — L’unicità della specie « Gryllotalpa gryllotalpa L. >» e.il suo ciclo biologico. — Boll. Lab. Zool. gen. agr. Portici, XXVII, 1933, pp. 145-154; 2 figg. | Per quanto la Gry//otalpa gryllotalpa L. presenti stipiti a corredo cro- mosomico diverso non si osservano differenze morfologiche e bioiogiche tali da permettere una distinzione in forme diverse. Osservazioni sul ciclo biologico nei dintorni di Pavia. Bey-Biencko G. — Orthoptera palacaretica critica. XI. The group Chrysochraontes (Acrid.) — Eos, Rev. Espan. Entom., VIII, 1932, pp. 43-92, 13 gruppi figg. Interessano Chkrysochkraon dispar Germ. e Euthystira brachyptera Ocsk. (Euthystira Fieb. 1853 = ZFogeacris Rehn. 1928). Burr M. — Brachypterous Farwing. A Problem for Field Workers. -- Entom. Record a. Journ. of Variat., XLIV, 1932, pp. 98-99. Forficula decipiens Gené sarebbe forma di F. /urida; F. silana Costa di F. auricularia. Cousin G. — Sur l’Aybridation de deux espèces de Gryllidae (Acheta campestris et bimaculata) — Bull. Soc. Ent. France, XXXVIII, 1933, pp. 189-192, pl. 1. Chopard L. — Les Orthoptères cavernicoles de la Faune paléarctique. — Arch. Zool. expér. gén., 74, 1932, pp. 264 - 286, 24 fig. (Bio- speologica n. LVII). | Tabella di determinazione, catalogo; affinità e distribuzione geo- grafica, caratteri di adattamento e popolamento delle grotte, costumi. Di Cairano V. — L’invasione delle cavallette in Tripolitania nel 1932 — Rassegna Economica delle Colonie, Roma 1932, n. 9-10 pp. 977-1018, 29 figg., 1 carta. Tratta della Schisfocerca gregaria. 70 Garavini G. e Paoli G. — La J/otta contro le Cavallette in provincia di Roma nel 1932. — Nuovi Annali Agricoltura, Roma, XII, 1932, p. 511-530, 21 figg. Notizie sull’estensione e intensità dell’infestazione; nella lotta ven- nero usate irrorazioni con emulsioni saponose di olio fenico di catrame e di acido fenico greggio, sbarramenti e crusca avvelenata con arsenito di sodio. Martelli G. — Lotta antiacridica in Puglia durante la campagna 1929 — 4 pp. Taranto 1930. Contro il Dociostaurus maroccanus Thnb. Paoli G. — Osservazioni sulla biologia del Dociostaurus maroccanus Thnb. in Italia nelle fasi gregaria e solitaria e sull’azione di alcuni insetti parassiti — Nuovi Annali Agricoltura, Roma, XII, 1932, pp. 027-639, 2 figg. Osservazioni fatte nella zona litoranea del Lazio; viene notata per la prima volta in italia la forma solitaria o almeno fransiens simile al degeneratus Bar. che presenta aspetto ed abitudini diverse dalla. fase gregaria; rapporti fra My/abris variabilis Pallas e Dociostaurus. Ramme W. — Beitrige zur palaearktischen Orthopterenfauna (Tetti- gon. et Acrid.) II. — Mitt. Zool. Museum Berlin, 18 Bd., 3 Hît,, p. 410-434, 11 fig. e Tav. XII. Versinella n. g. per Anterastes Raymondi VYers.; Decticus loudoni n. sp. e Sferopleurus apulus n. sp. di Spongano (Puglie). Ramme W. —- Revision der Phaneropterinen Guttung Poecilimon Fisch. (Orth. Tettigon.). — Mitt. Zool. Museum. Berlin, 19 Bd., 1933, pp. 497 - 475, Tav. 6.- 12 e 4 fig, Lavoro importantissimo : P. incertus Targ. Tozz. 1881 = superbus Fisch. 1853. Salfi M. — Orfotteri di Vulcano (Isole Eolie) — Boll. Soc. Natur. Na- poli, XLIII, 1931, p. 175-160, Sono citate 14 specie. Topi M. — La lotta antiacridica nel 1932 ed i nuovi insegnamenti. — Italia agric. LXIX, n. 12, 1932, estr. 10 pag. 3 figg. Osservazioni sulla lotta contro il Dociosfaurus maroccanus Thnb. in Sardegna e presso Roma. | FAU NA COLEOPTERORUM ITALICA deli Prot, Dott ANTONIO PORTA i Esce ora : Vol. Th . RAYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA (Anthribidao, BICOENIOAO, Curculionidae, Nemohyohidas Ipidae, * | Lucanidae, Scarabaeidae) Presso l'Autore | a sun ere L. 4 er T'Italia e L. T er l’Estero, eT | Lire 00 i deiiona i - i 4 Non si spedisce che dietro il relativo importo. Già uscih: SONIA 30 3; | Vol. I.- ADEPHAGA — ‘ L. 60: piu L. 3 per'l’Italia e L. 6 per l'estero aLe SFAPHYIINOIDEA:L:100:- >» 303 > aida >» > IL - DIVERSICORNIA E 1005 > dla a a i Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo TARIFEA DELLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto l'anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. | | La pagina intiera L. 150 Mezza pagina ;;, 80 {Jn quarto di pagina, SO | FABBRICA SCATOLE DI CARTONE | E ARTIGOLI DI CARTONAGGI N CENERE. FONDATA NEL 1880. — LA titoli n i CITTA > Si SRRPPREE GRUPPIONI se |Telegrammi: B '9) L O G N A : RUPPIONI - Bol © Fabbrica e Amministrazione if eu MAZARIO SAURO 1 - TL 2608 | SPECIALITÀ Scatole per collezioni V'insetti Listino gratis a richiesta Ds ul pr Iusett 3 "IDEAL, È iano csi Scatole per schedari - Cartelliere - Scatate ò' archivio Mi ‘Scatole per preparazioni microscopiche sg | Cartelle per erbario. a Scatole da tasca per farfalle - Cartoni per monete | ._ Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, ui prodotti industriali, sementi, ecc. Scatole per tubi a disposizione | verticale e orizzontale kl Si pubblica dieci volte l’anno... —’Conto corrente colla Posta — SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Voume LXVI << .- n i 3 i |’ Pubblicato ‘il 20 Maggio 1934, Anno XII _ SOMMARIO. o SD ATTI SOCIALI : “Convioeazione di Ania Generale Siraoniinaria — Assemblea Generale 6 Maggio 1934, XIL- “Bilancio 1933 - Notizie. diverse. Comunicazioni scientifiche: A edo: Baliani: di 0 specie di Amara. siberiane. (Coleop. Carabidae) — L. Masi: Reperti di x »-Calcididi ‘con note critiche e. sinonimiche _ Cesare Mancini: Una’ “Cercopis nuova per l'Italia (Hemiptera - Homoptera) — Rassegna delle pubblicazioni entomologiche riguardanti la fauna dell’ Italia e delle 6, Colonie Mediterranee, XLVII. Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabilà i Arti Grafiche COMMERCIO, Via È se 10 — GENOVA CITE A SOCIETÀ. ENTOMOLOGICA ITALIANA: - Sede.in GE NOV A, Via Brigata Liguria, N, 9 di il Museo Civico. di stona Naturale. soci ONORARII S. M. VITTORIO EMANUELE III - RE D Inanta I SE BENITO MUSSOLINI - Capo del Governo ME > S. E Guuserre PIREOrzo n) s B. PIRTRO FEDELE CONSIGLIO | DIRETTIVO pel biennio 1934- 35, Ls ian ONORARIO : Gr, Ut, Prof. Raffaello Gesta I PRESIDENTE ErrertIvo: Dott. Ferdinando Solari Vica- PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi. . SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea. «_°—’’TesoRIERE: Rag. Cesare Mancini. DIRETTORE DELLE PuBBLicazionI: Dott. ‘Fabio i ore i | CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Ago- stino Dodero, On. Prof. ‘Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, © Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni, ; Dr; Giuseppe Miller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri, Conte Emilio Turati. 3 N REVISORI DEI CONTI: Signor Armando > Baliani, Ing. Paolo Boni Dott. Dillo Casiccia. | f té "quota Dei ina: nel Regno: Ordinari L. 40, Studenti L. 20. © Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Cono since, ci 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. 3 Quota de lì iscrizione a soci li L. 500. pe l’Italia, È ‘750. i per l'estero... © i Abbonamento due Pubblicazioni per i non soci: Italia L. 50, Estero L. 60. i ET i Sirion AVVISI ALT soci << «e suini sciéntifiche. dalla Società, 8] Vanggno ogni Giovedì alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci che tutta la: corrispondenza. relativa alla i Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- — . ‘logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (4102). o Soltanto 6 rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta - mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2., s.s., GENOVA. o | i BOLLETTINO DELLA SOCIETA’ ENTOMOLOGICA ITALIANA e. GENOVA Vorume LXVI (1934) | i N05 Pubblicato il 20 Maggio 1934, Anno XII ATTI SOCIALI Convocazione di Assemblea Generale Straordinaria In conformità a quanto è stato deliberato nell’ Assemblea Generale «del 6 Maggio 1934, i soci della Società Entomologica Italiana sono convocati in Assemblea Generale Straordinaria che avrà luogo in Genova, nella Sede sociale, Via Brigata Liguria, 9, il giorno di domenica 24 Giugno 1934 alle ore 10, col seguente ORDINE DEL GIORNO 1. - Frezione della Società in Ente Morale e conseguente modifica di alcuni articoli dello Statuto. 2.- Comunicazioni della Presidenza e pratiche diverse. Genova, 19 Maggio 1934 - XII Il Presidente DoTTt. F. SOLARI ASSEMBLEA GENERALE 6 MAGGIO 1934 - Xil Convalide Genova, sede sociale, ore 10. Presidenza: Dott. Ferdinando Solari Presidente; presenti 54 soci tra intervenuti personalmente e rappresen- tati per delega. Aperta la seduta vengono convalidati, a norma dello Statuto, tutti i soci italiani, aventi diritto a voto, ammessi dalla Presi- denza dopo l'assemblea ordinaria precedente. Quindi il Segretario legge la seguente: Relazione sullo stato sociale «E doverosa consuetudine che, nel riassumere le vicende dell’anno sociale, il nostro pensiero vada anzitutto, memore e reverente, a quelli 18 & che ci hanno lasciato. Nel 1933 è scomparso il Prof. Andrea Fiori, coleotterologo di larga notorietà, che diede con passione all’entomologia molta della sua indefessa attività: di Lui e dell’opera sua ha degna- mente scritto il nostro Consigliere Prof. Grandi nell’ultimo fascicolo delle Memorie. Tra i nostri soci stranieri la morte ha rapito il Dott. Ricardo Garcia Mercet del Museo di Madrid, notissimo e valente ime- notterologo, che pure abbiamo commemorato sul Bollettino del Giugno scorso. Vogliamo ancora ricordare, con viva riconoscenza, il Generale Giuseppe Garbarini, la cui scomparsa rimonta solo a pochi giorni, e che, nella sua qualità di Bibliotecario del Museo Civico di Genova, volle per alcuni anni prestare, con gentile condiscendenza, la sua opera diligente e la sua esperienza per l'ordinamento e la schedatura della Biblioteca Sociale. DE « Dalla data dell'ultima Assemblea la Presidenza ha ammesso 16 nuovi soci, di cui uno vitalizio: altri 10 erano stati ammessi nel primo quadrimestre del 1933. Alla data d’oggi, tra onorari, vitalizi e annuali i soci ascendono a 213, numero mai prima d’ora raggiunto nei 65 anni di vita della Società. È sopratutto confortante notare il numero rilevante di soci studenti iscrittisi in questi ultimi anni, indizio di un notevole risveglio tra i giovani della passione per i nostri studi. « Nel 1933, tra Bollettino e Memorie, sono state stampate 525 pagine. Anche ciò costituisce un record, perchè, specialmente se si tiene conto altresì della attuale densità tipografica dei nostri periodici, annata 1933, superando di dieci pagine quella del 1929, costituisce la mole maggiore di pubblicazioni fatte dalla Società dopo la sua fondazione. Questo ri- sultato ha potuto ottenersi anche per due circostanze. Prima di tutto perchè, all'infuori delle fortissime spese postali, tutti i proventi della Società vengono devoluti quasi per intero alle pubblicazioni e tutto il lavoro amministrativo di corrispondenza, spedizioni ecc., anche mate- riale, è fatto gratuitamente da soci volenterosi e quindi senza onere finanziario per l’Ente. In secondo luogo perchè alcuni autori, e cioè il Conte Turati per i suoi « Spizzichi di lepidotterologia » (Bollettino 1933, N. 1), e il Sig. Gian Paolo Moretti per il suo lavoro sulla « Ri- costruzione dei foderi larvali dei Tricotteri> (Memorie 1933, fasc. Il), hanno generosamente voluto rimborsare alla Società la spesa viva di stampa. Anche il Prof. Brian ha contribuito nella spesa per il lavoro di Markewitsch sugli £rgasilus (Memorie 1933 fasc. II.). L'atto di questi benemeriti va segnalato alla riconoscenza dei soci. «La collaborazione ai due periodici, tanto da parte di autori italiani DI quanto da parte di stranieri su materiale italiano, è costante e larghis- 79 sima e non può essere tutta assorbita per insufficienza di spazio. Basti dire che le Memorie 1934, delle quali la stampa è già assai avviata, sono, alla data d’oggi, per intero preoccupate. « Nel Maggio 1933 la Società ha partecipato, per mezzo del suo Vice Presidente Prof. L. Masi, alla celebrazione centenaria della Società Entomologica di Londra. Nel Dicembre scorso ha poi delegato il Consigliere Prof. Guido Paoli a rappresentarla ufficialmente alle feste svoltesi in Chiavari per il centenario della nascita di Federico Delpino, che fu nostro socio fondatore e Consigliere. «La situazione economica è rispecchiata dal Bilancio, ormai da alcuni anni assestato stabilmente mercè il contributo statale e quello del benemerito Consorzio Nazionale Produttori Zucchero, nonchè dalla cura della Presidenza di commisurare le spese alle effettive disponibilità. «La situazione sociale appare perciò, sotto ogni aspetto, confortante e la Presidenza e il Consiglio, scaduto il biennio della loro gestione, rassegnano il mandato, colla coscienza di aver adempiuto all'incarico loro affidato >». — La relazione viene approvata all'unanimità. Bilancio Consuntivo 1933 Quindi il Tesoriere dà lettura del Bilancio consuntivo dell’Esercizio 1933 e cioè del Rendiconto di Cassa e della Situazione Economica al 31 Dicembre 1933, quali sono riportati in calce al presente verbale. Vengono lette le lettere di approvazione del Bilancio stesso, pervenute da diversi Consiglieri e dopo breve discussione il Bilancio 'è approvato all'unanimità. Elezione delle cariche per il biennio 1934 - 1935 L'assemblea procede poi alla votazione. per la rinnovazione di tutte le cariche sociali, scadute per compiuto biennio. Essendo pervenute numerose schede di votazione in busta chiusa, si procede alla votazione segreta a sensi degli articoli 10 e 11 dello Statuto. Il Presidente desi- gna come scrutatori i soci Dott.* D. Guiglia, Dr. E. Berio e Giuseppe Boldetti e si procede all'appello e quindi allo scrutinio. Votanti N. 99. Risultano eletti: Presidente Dott. Ferdinando Solari con voti 97; Vice Presidente Prof. Luigi Masi con voti 96; Segretario Dott. Fabio Invrea con voti 97; Direttore delle pubblicazioni Dott. Fabio Invrea con voti 95; Tesoriere Rag. Cesare Mancini con voti 97; Consiglieri Dott. Alessandro Brian con voti 77, Dott. Felice Capra con voti 86, Sig. Agostino Do- dero con voti 94, On. Prof. Alessandro Ghigi con voti 96, Prof. Guido Grandi con voti 96, Dott. Edoardo Gridelli con voti 96, Prof. Raffaele 30 Issel con voti 94, Cav. Paolo Luigioni con voti 91, Prof. Giuseppe Miiller con voti 94, Prof. Guido Paoli con voti 94, Prof. Filippo Silvestri con voti 97, Conte Emilio Turati con voti 95; Revisori dei conti Armando Baliani con voti 96, Ing. Paolo Bensa con voti 97, Dott. Tullo Casiccia con voti 96. Hanno poi riportato per la carica di Consigliere : Col. Dott. Alfredo Andreini voti 26; Prof. Giuseppe Della Beffa voti 25; vi sono inoltre alcuni voti dispersi e una scheda bianca. Il Pre- sidente proclama eletto il nuovo Consiglio per il biennio 1934 - 1935. Erezione della Società in Ente Morale Il Presidente informa | Assemblea che il Consiglio della Società, nella sua seduta del 24 Aprile u. s., prendendo in esame una conforme proposta del Consigliere Prof. Filippo Silvestri, si è pronun- ciato all’ unanimità in favore dell’ erezione della nostra Società in Ente Morale: anche i Consiglieri che non erano presenti a quella adunanza, interpellati per lettera, hanno espresso tutti indistintamente parere favorevole alla proposta che verrebbe a consolidare anche giuridicamente la Società, ormai giunta a un notevole grado di sviluppo e di prosperità, ne accrescerebbe il prestigio e |’ autorevolezza e ne assicurerebbe la vita avvenire, anche in conformità alle direttive del Regime che tendono a valorizzare e solidamente organizzare gli Enti culturali della Nazione. La pratica non può essere definitamente deliberata nella presente Assemblea non essendo all’ ordine del giorno: «sarà all uopo convocata prestissimo una nuova Assemblea straordinaria e indetta fra i soci la votazione per referendum. Ma egli ha ritenuto opportuno informare frattanto l Assemblea ed invitarla ad esprimere il suo voto in proposito. L’ Assemblea unanime approva la proposta del Consigliere Prof. Silvestri per l' erezione della Società in Ente Morale e quella del Presidente per la convocazione, entro breve termine, di una nuova Assemblea che dia alla proposta stessa la definitiva sanzione. Il Dott. Capra, riferendosi al Bilancio e alle spese per le pubbli- cazioni, raccomanda che, eventualmente, quando si presenti la necessità di accrescere il volume delle pubblicazioni per accogliervi importanti lavori che esorbiterebbero dalle possibilità economiche della Società, si faccia appello ai soci abbienti perchè vogliano. cooperare con contributi volontari ad accrescere il fondo per le spese di stampa. Quindi l Assemblea si scioglie. Il Segretario Il: Presidente F. INVREA F. SOLARI SI Visita all’ Osservatorio Fitopatologico di Genova Domenica 6 Maggio, alla fine dell’ Assemblea Generale, il Consigliere Prof. Guido Paoli, Direttore del R. Osservatorio per le Malattie delle Piante per la Provincia di Genova e La Spezia, invitò gentilmente tutti i consoci presenti a voler visitare nel pomeriggio la nuova sede del- l Osservatorio stesso, trasferitosi recentemente da Chiavari in Genova, Via Marcello Durazzo 1. Alle ore 15, accogliendo il cortese invito, buon numero di Soci, alcuni con la famiglia, convennero nella Sede dell’ Isti- tuto, signorilmente e cordialmente accolti dal Prof. Paoli, dalla sua gentile Signora, dai figliuoli e dal collega Dott. Rocci, addetto all’ Os- servatorio, i quali furono loro di guida nella visita delle belle collezioni, dei laboratori riccamente e perfettamente dotati e attrezzati e diedero ampi e dettagliati ragguagli sull’ organizzazione e il funzionamento dei complessi servizi. Ai convenuti la Signora Paoli offri gentilmente il thè e il nostro Presidente si rese interprete dei ringraziamenti di tutti i colleghi per così squisita accoglienza e della loro ammirazione per la. perfetta organizzazione dell’ Osservatorio. BILANCIO SOCIALE 1933 Conto di Cassa ENTERAPE ‘Avanzo di cassa al 31 Dicembre 1932 . 3 ; L82015 Quote sociali anno 1932 e precedenti . ; ; ; È 2140.— Quote sociali anno 1933 3 : ; | ; ; n» 4840.— fa «socio vitalizio». ; i ; È ; ; se 300,r£ Rimborso spese fotoincisioni e estratti . È ì si 832.80 Abbonamenti alle pubblicazioni . i ; pa 805. Ricavo vendita pubblicazioni arretrate . i : i x 542.25 Contributo Ministero Agricoltura . i i È ì us 80005 * Consorzio Zuccheri . : i i 1000.— . Interessi titoli e di cassa ] i i ì ; n» i 410. Totale. L. 20950.80 82 | U-SGITE Spese stampa Bollettino e acconto Memorie 1933 È L. 15140.— Spese postali, spedizioni e varie . i Sf gg 229500 Acquisto L. 1000 di Consolidato per impiego quote ‘soci vitalizi ; x | = 900.— | =» L. 18404.80 Rimanenza cassa al 31 Dicembre 1933 . msi ij 29400 Totale L. 20950. 80 Situazione economica al 31 Dicembre 1933 ATTIVO Impiego quote soci vitalizi e benemeriti: a) Buoni Tesoro novennali —. — . i 3900 b) Consolidato nominali L. 4700 a L. 85 _,, 3995 c) Consolidato nominali L. 1000 a L. 96.60 ,, 966. L. 84601.—- Quote sociali ancora da riscuotere , 1100.— Rimborsi spese stampa e fotoinc. ancora da riale ja 1000. Avanzo di Cassa al 31 Dicembre 1933 _ s 29402 Fotale-< L=:-19107.= PASSIVO i Capitale sociale : Quote soci vitalizi e benemeriti . . L. 8000.— Reintegrazione vecchie quote soci vitalizi . ? i, 1200.- - For i L. 9200.— Saldo spese stampa Memorie 1933 a calcolo i : jp: 3000 i L. 12200. Saldo attivo . | : i i È i 290 Totale -«L. «13107. I Revisori | Il Tesoriere A. BALIANI - P. BeENSA - T. CASICCIA C. MANCINI Nuovi Socr. La Presidenza ha ammesso in qualità di soci ordinari: Angelo Alliani, Via Romana 21, Firenze 132 (Socio studente), proposto dal Colonn. Cav. Alfredo Andreini. . Vittorio Casiccia, Piazza Paolo da Novi 8-8, Genova (Socio studente). Osservatorio di Fitopatologia del Governo delle Isole italiane dell’ Egeo, Rodi. 83 CAMBIAMENTO Di INDIRIZZO: Cav. Adolfo Falzoni, Piazza di Porta Maggiore N. 4, Bologna. Un premio dell’ Accademia d’ Italia al Dr. Gridelli AI nostro Consigliere Dott. Edoardo Gridelli del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste la Reale Accademia d’ Italia ha assegnato un contributo di Lire duemila sul Fondo premi di incoraggiamento 1934, per i suoi importanti studi sulla fauna entomologica della Libia. All’ egregio Collega i più vivi rallegramenti per 1’ autorevole e meritato riconoscimento della feconda attività svolta per l’ illustrazione faunistica della nostra colonia mediterranea. Raccolte entomologiche Il collega Carlo Menozzi, incaricato dal Governo delle Isole italiane dell’ Egeo di compiere raccolte entomologiche per l' illustrazione faunistica dell’ arcipelago, è tornato ai primi di Maggio da una prima escursione a Rodi e Scarpanto, recando un cospicuo materiale che sarà messo subito in preparazione e in istudio per cura del Laboratorio di Entomologia di Portici. * I colleghi Arturo Schatzmayr e Carlo Kock del Museo « Pietro Rossi» di Duino hanno compiute raccolte entomologiche nei Pirenei, radunando un materiale abbondantissimo che andrà ad arricchire le collezioni di quell’ Istituto. Per |’ esattezza degli indirizzi Abbiamo già lamentato che molti soci non si curano di farci conoscere tempestivamente i loro cambiamenti di residenza o di indirizzo, con loro danno, perchè non ricevono la corrispondenza e le pubblicazioni, e con complicazioni e aggravio di spesa per la Società, poichè le pubblicazioni smarrite o tornate indietro devono poi essere rispedite con nuova affrancatura. In questi giorni ci sono state ritornate con indicazione « non più all’ indirizzo » corrispondenze e pubblicazioni inviate ai seguenti soci: Rag. Mario Barajon, Via Tebaldi 60, Milano. Dott. Luigi Fioresi, Via Fioravanti 84, Bologna. Carlo Lona, Via Massimo d’ Azeglio 22, Trieste. Aldo Canzanelli, Corso Roma 63, Milano. Preghiamo gli interessati, o altri soci che ne siano a conoscenza, di comunicarci il preciso indirizzo attuale dei soci sovraelencati. Richiamiamo poi, a proposito di pubblicazioni non ricevute, 1 avviso pubblicato sul N. 3 del Bollettino di quest’ anno, 84 COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE ARMANDO BALIANI DUE NUOVE SPECIE DI AMARA. SIBERIANE (Coleopt. Carabidae) Devo alla ben nota cortesia del Dott. H. E. Andrewes di Londra. se posso presentare la descrizione delle due seguenti specie di Amara siberiane. In un suo recente invio di poco materiale, comunicatomi per la verifica e la determinazione, vi erano inclusi due esemplari, già stati riconosciuti dal Dottor Edm. Reitter come specie nuove, ma non de- scritte, ed alcuni altri esemplari appartenenti a specie diverse, fra le quali una non ancora nota. | Porgo all’Egregio Entomologo di Londra i miei più vivi ringra- . ziamenti per le occasioni che mi offre di poter studiare specie assai interessanti, inviandomi materiale della sua ricca collezione. Amara (s. str.) Bodemeyeri n. sp. = Am. Bodoana Reitter in litt. g — Am. Bodemeyeri Reitter in litt. 9 Questa specie, rappresentata, a quanto mi consta, dai citati due soli esemplari (benchè ciascuno di essi porti letichetta « Cotype »), fu già studiata da Reitter, che però non ne pubblicò la descrizione. Probabilmente il Reitter, basandosi sulla leggera differenza di colo- razione delle tibie e dei due articoli basali delle antenne, che nel sono quasi completamente neri superiormente e nella 9 più rossicci, ha creduto trattarsi di due specie distinte e le ha nominate rispetti- | vamente: Bodoana il 3°, Bodemeyeri la 9. Ma egli, forse, non aveva presente che una tale differenza di colorazione delle tibie e della base delle antenne nei due sessi si riscontra comunemente in alcune specie affini, quali la curta Dejean e, in modo particolare, la /urzicollis Schiòdte. Ritengo quindi che questi due esemplari, non presentando fra loro alcuna differenza morfologica, ma soltanto la accennata leggera. diver- sità di colorazione, possano senz'altro riferirsi alla medesima specie. Somigliantissima alla /zricollis, sia nel colore che nella forma, ne è però ben distinta per i seguenti caratteri: Capo più ristretto con occhi meno sporgenti; fossette frontali più 85 profonde, puntiformi; pronoto più allargato, sopratutto in avanti, e più arrotondato ai lati, con gli angoli anteriori un po’ meno avanzati e meno acuminati; mar- gine basale più fortemente si- nuato, con gli angoli posteriori quasi retti, ma a punta legger- mente arrotondata e più sensi- bilmente rivolta all’indietro; poro setigero dell’angolo posteriore si- tuato molto più distante dal margine laterale e più accostato a quello basale; elitre più allun- gate, un po’ più ristrette, con strie più leggere, uniformi, non. più profonde all’apice,. appena più distintamente, ma finemente punteggiate; serie di pori dell’ot- tava stria largamente interrotta nel mezzo (nella /uricollis questi pori non sono distanziati nel mez- zo, o lo sono appena); zampe, specialmente del 3, più lunghe con le tibie mediane più incurvate e i tarsi posteriori notevolmente più lunghi; i pri- Fig. 1- Amara Bodemeyeri n. sp. «mi due articoli delle antenne del y superiormente di colore bruno quasi nero, con la base, l’apice e la parte inferiore più rossastri; le tibie completa- mente bruno - nere; nella 9 invece i due primi articoli delle antenne un po’ più rossicci e le tibie rosso - brune. Zigrinatura delle parti superiori del corpo più forte che nella /u- nicollis, più profonda, a maglie più larghe, specialmente nella 9. Lunghezza: 3g 8 mm., 2 7. 1/2 mm. Siberia or.: Sotka Gora, leg. Bodemeyer, Este. Holotypus in Coll. Andrewes, A//otypus in Coll. Baliani. Amara (Bradytus) irkutensis n. sp. Pochi sono i caratteri che distinguono questa forma dalla majuscula Chd., ma essi sono abbastanza evidenti. Statura presso a poco uguale; colore un po’ più rossastro. Capo alquanto più piccolo; pronoto meno largo, più cordiforme, più arrotondato ai lati, ma distintamente sinuato prima degli angoli posteriori; elitre un po’ più ristrette, con le tre prime strie più profonde e più fortemente punteggiate; zampe più robuste, con i tarsi anteriori mag- 86 giormente dilatati; tibie mediane con dentatura interna, nella metà apicale, più fortemente marcata; ti- bie posteriori all’ apice prive an- ; ch’esse della frangia interna; pro- > sterno con profonda fossetta ovale nel mezzo, punteggiata fortemente (nella majuscula 3° Varea mediana è priva della fossetta, ma è più estesamente e più fittamente pun- teggiata). Lunghezza: 8 1/2-9 mm. LS Siberia: Sorgenti dell’Irkut, leg. è Reitter 2 gg. Holotypus in Coll. Baliani, Pa- ratypus in Coll. Andrewes. Ho il dovere di ringraziare i Sigg. Dr. O. Staudinger e Baang-Haas di Dresda ed Emmerich Reitter di Troppau che, con cortese sollecitu- dine, mi inviarono tutto il materiale appartenente alla specie majuscula t/, ) N hi fa Ga ' di ii Fig. 2 - Amara irkutfensis n. sp. che avevo loro richiesto per il confronto. L. MASI REPERTISD GALEGO EDI CON NOTE CRITICHE E SINONIMICHE (Hymen.) Leucospis gigas Fab. Nella classica monografia delle Leucospis di Schletterer (1890) questa specie non è menzionata per |’ Africa settentrionale. Oltre ad un esemplare dell’ Algeria (Boghari) ne ho veduto altri tre della Cirenaica (Tobruch, leg. Geo. C. Kriiger, V - 1926 e V-1930), tutti 9 £ a colorazione rossa e nera. Isthmosoma {= Isosoma) fulvicolle (Walk.). Un es. 9, il quale corrisponde alla descrizione originale del fu/vicolle (Ent. Magaz., 1832, p. 21, n. 20) e del sinonimo flavicolle (I. c., 1834, p. 153, n. 24) me- glio che a quella del Thomson, proviene dalla Sila (Calabria: Cami- gliatello) dove lo raccolse il Sig. A. Dodero in Luglio nell’ anno scorso. 87 Chirolophus incertus mihi - 9 - (in questo Bollettino, vol. LV, 1923, pag. 9). Il secondo esemplare trovato finora di questo Eupelmino fu preso dal Sig. A. Dodero sul Colle di Tenda in Agosto nel 1932. Dicarnosis superbus Mercet. Due gg di questo Encirtino, de- scritto della Spagna dal Mercet nel 1921, erano stati raccolti dal Sig. G. Mantero sull'Appennino Ligure (N. S. della Vittoria) in Settembre nel 1897. Trichomasthus nigricans mihi (in questo Bollettino, vol. LVI 1924, p. 28). Ne ha trovato una € il Sig. Carlo Menozzi presso Spilamberto (Prov. di Modena). Encyrtus consobrinus Mercet. Fu descritto (1921) su esemplari dei dintorni di Madrid. Il Sig. A. Dodero ne trovò una 9 (Aprile 1929) nei dintorni di Genova; due altre 9 9 che ne ho vedute, appartengono alla Collezione Magretti (Museo Civico di Genova) ambedue ridotte senza testa, tuttavia riconoscibili, per confronto, da tutti gli altri ca- ratteri. Queste due 9 £ si possono ritenere come cotypi dell’ Encyrtus tricoloricornis di T. De Stefani Perez il quale inviò i detti esemplari al Magretti, con la semplice indicazione di provenienza dalla «Sicilia ». L’Encyrtus tricoloricornis era stato pubblicato dal De Stefani nel « Naturalista Siciliano » vol. V, p. 182, nel 1886, con una diagnosi af- fatto insufficiente. L’ A. scrisse che la specie fu «raccolta sul Cory/us avellana invaso dagli Apion, piuttosto frequenti nel mese di Luglio... ». Gli esemplari 99 della Spagna provenivano da Coccus hesperidum pa- rassita su piante di limone, i maschi furono trovati sul Popu/us alba. Probabilmente la specie parassitizza diverse Cocciniglie. Systasis longicornis Thoms. var. — Di questa specie assai co- mune ho veduto un solo esemplare di un bel colore violetto splendente, con qualche riflesso azzurro-verde solo sul metanoto e alla base dell’ad- dome. Fu raccolto dal Prof. G. Gribodo nei dintorni di Torino. Non mi risulta che questa var. di colorito sia stata menzionata finora. Trimicrops claviger (Kieffer). Il Dott. A. Andreini lo raccolse preso Pergine in provincia di Arezzo (XI 1922 e 1924) e a Poggio Cavallo nei dintorni di Grosseto (III-1933). È stato trovato in diverse parti d’Italia ed anche della Dalmazia, a Corfù, nell’Erzegovina e nella Ru- mania. Questo microimenottero attero, del quale è ignoto il y” e non si conosce la biologia, fu descritto erroneamente da Kieffer, insieme con la specie depressiceps del Caucaso, come appartenente ai Procto- trypidi, subf. Ceraphroninae (in André, Species Hymén., X 1911, pag, 88 189 e seg., tav V fig. 3-7, VI fig. 1) e riconosciuto poi dal Ferrière come Calcidide del gruppo dei Lelapini (Verh. zool. - bot. Ges. Wien, 1930, p. 401, fig. 3 e 4). La figura che ne ha dato Kieffer è fantastica e la descrizione in alcuni punti inesatta, come mi risulta dall'esame del tipo e di altri 20 esemplari posseduti dal Museo Civico di Genova. 1 solchi scapolari si riuniscono per lo più sul margine posteriore dello scudo, talora le estremità di essi rimangono poco discoste, oppure si riuniscono un poco più avanti del margine, non mai però «verso il mezzo » dello scudo e formando poi < una linea unica fino al margine posteriore» come dice Kieffer, il quale probabilmente scrisse avendo innanzi agli occhi la figura male disegnata e col preconcetto che si trattasse di un genere di Ceraphroninae. Il propodeo è fornito di ca- rena longitudinale ma non vi è alcuna carena o costa trasversale. . Tetracampe impressa Forster (Entedon Panyas Walk. — ?). Un cg° raccolto dal Sig. A. Dodero in Luglio a Camigliatello (Prov. di Ca- tanzaro) corrisponde ai caratteri indicati nella descrizione del Thomson, eccetto che le tibie sono gialle piuttosto scure, ma non «fuscae», i tarsi hanno il primo articolo del colore delle tibie e i successivi un po’ bruni; tutta l'antenna è guarnita di peli corti, grossetti. Non credo tuttavia che si tratti di una specie diversa, sebbene nella piccola e im- perfetta figura di Forster le ali siano rappresentate proporzionatamente più lunghe. Del resto la diagnosi originale di Fòrster dice delle tibie : « Beine pechbraun, die Knie und die ersten Tarsenglieder etwas blasser». Gli Eulofidi di questo genere sono rari nelle collezioni e sono stati poco studiati, sebbene siano parassiti di specie di Ga/eruca. Nell’esem- plare y" che ho esaminato, estraendone anche le parti boccali, trovo le mandibole piccole ed uguali, fornite non soltanto di due denti api- cali arrotondati, contigui, ma. anche di un terzo dente molto discosto dall’apice; tanto i palpi mascellari come i labiali sono di un articolo ed hanno tre sole setole, di cui una apicale e una subapicale quasi ugual- mente lunghe, una terza subapicale corta. Ho visto recentemente esemplari di una nuova specie di questo genere, proveniente dal Sahara Marocchino. Platynochilus Erichsonii Westw. — Di questo Tetracampino ho veduto due es. 9 9, che furono raccolti dal Prof. G. Gribodo; uno, con riflessi rosso rame sulla fronte, in alcune parti laterali del torace, sul propodeo e in alcuni punti dell’ addome, proviene dalla Sardegna (Oristano); l’altro forse della stessa provenienza (o di Liguria?), più piccolo, è interamente verde; ambedue hanno i femori scuri con ri- 89 flesso più o meno verde, e le tibie scure. Questa colorazione delle zampe esclude per il primo esemplare la possibilità che si tratti della specie cuprifrons Thoms. (della quale ho esaminato un esemplare della Germania). Euplectrus laeviscuta Thoms. — 2 99 di Camigliatello. Anche questa specie, assai interessante, è stata trovata dal Sig. A. Dodero nelle raccolte entomologiche fatte al limite della Sila nell’estate dell’anno scorso. Credo che non se ne sia fatta mai menzione dopo che fu pub- . blicata dal Thomson nel 1878 (Hymen. Scandinaviae, V, pag. 188). Il 3 è ignoto, almeno che non. sia quello descritto dal Nees fin dal 1834 sotto il nome di Eu. chlorocephalus. L’Eu. flavipes Fonscolombe, citato come specie distinta nel Catalogo di De Gaulle per la Francia, e l’ix- tactus Walk. della Corsica, probabilmente sono sinonimi del comune Eu. bicolor (Swed.) Hal.; sicchè le specie europee si ridurrebbero a due: il bicolor e il laeviscuta. CesARE MANCINI UNA CERCOPIS NUOVA PER L’ITALIA (Hemiptera - Homoptera) Nel raccogliere Cercopis nei dintorni di Genova mi sono accorto che, tra gli esemplari della solita C. sanguinolenta Scop. (mactata Germ. e auct.), si trovano talora frammisti esemplari di una specie molto simile nell'aspetto, ma ben distinta per vari caratteri e che mi è risul- tata essere la C. arcuata Fieb. Le due specie vivono insieme, ma l’arcuata è assai più rara e, dal materiale da me esaminato, risulterebbe di comparsa primaverile (aprile- giugno), mentre la sanguinolenta si trova anche in estate e autunno. Fino ad ora l’arcuata era stata citata solamente di Boemia, Moravia, Austria, Tirolo, Ungheria meridionale, Balcani e Russia media; essa è quindi completamente nuova per la fauna italiana, ma probabilmente la sua area di diffusione è molto più estesa, perchè nelle collezioni del Museo Civico « G. Doria » di Genova si trova un esemplare di tale specie etichettato: Gallia Merid. 19-5-1887 (ex coll. P. M. Ferrari), e determinato erroneamente come C. mactata. | x L’arcuata è molto simile, per il disegno e per il colore delle zampe, alla sanguinolenta tipica; ne è però facilmente distinguibile per la forma più tozza, per la statura generalmente più piccola, per la punteggiatura 90. del pronoto e delle elitre notevolmente più forte e un poco più rada e per il clipeo più convesso, visto lateralmente. Riguardo al disegno, la macchia rossa basale è più piccola, meno larga, non raggiunge l’apice dello scutello ed è quasi completamente separata dal margine interno dell’elitra da una stretta linea nera; la macchia rotonda mediana, è circa ad uguale distanza dalla macchia basale e dalla fascia apicale, mentre la fascia apicale-è più vicina all’apice delle elitre e così la parte nera è piu stretta. | Oltre che per questi caratteri esterni, le due specie si distinguono facilmente per la differente struttura del pene, che nell’arcuata è più breve e tozzo, coll’apice ottuso, colle appendici annesse da ciascun lato saldate insieme alla base e formanti una larga lamina col margine esterno seghettato. Queste appendici sono pure più brevi e più larghe e le due minori fortemente divergenti. Nella sanguinolenta invece il pene è più snello, ha Vapice appuntito, le appendici annesse lineari, indi- pendenti una dall’altra alla base e mancano le larghe lamine seghettate. . Insieme agli esemplari a macchie rosse, se ne trovano spesso altri colle macchie bianco-giallastre, ai quali do il nome di ab. pallida mihi. Di C. arcuata italiane ho visto materiale delle seguenti località: Genova: M. Fasce 12-V-912, Dint. Genova IV-1914, Fontanegli 16-V-1932, Piani di Creto I-VI-1929; Appennino Ligure: M. Dente 28-V-1932, M. Antola 19-VI-1930, M. Foscallo 28-V-1923, Santuario di N. S. della Vittoria VI-1921, Casella 13-V-1934; Toscana: Lippiano (Arezzo) V-1920, Vallombrosa V-1927; dell’ab. pallida mihi: Piani di Creto, Fontanegli, Casella. RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell'Italia e delle Colonie Mediterranee XLVII (1) Lepidoptera Dannehl F. — Neues aus meiner Sammlung.(Macrolepidoptera). - Entom. Ztschr. Frankf. a. M. A. XXXXVI, 1933, N. 22, pp. 229-232; N. 23, pp. 244-247; N. 24, pp. 259-260; XXXXVII, N. 2, pp. 19-20; N. 3, pp. 25-26; N. 4, pp. 32-32; N. 10, pp. 81-82; N. 13, pp. 105-106; N. 15, pp. 123-124. Descrive, come al solito, un grande numero di nuove aberrazioni e ‘ razze; tracui: P. apollo vilpiana (Vilpiano, A. Adige); P. mnemosyne L. (1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra. 91 lessinicus (M. Pasubio, Trentino) e insulata (Mti. Simbruini); L. sinapis, L. pumilia (Majella merid.); A. pales Shiff. majellensis (Montagna Grande, Majella, Mte. Genzana, Mte. Amaro); £. tyndarus ottomanus benacensis (Mte. Baldo); C. fiphon R. molisana (Mte. Paradiso, Mon- tagna Grande); L. argyrognomon Bergstr. sabina (M. Autore) e abruzzorum (Gran Sasso, Majella, Montagna Grande); L. arion L. sa- binorum (Mti. Sabini, Mti. Simbruini); C. Aippophaes Esp. ab. expalli- data (Mezzolombardo, Trentino); P. bucephaloides O. ab. efflorescens (Mti. Sabini); A. xanthographa F. ab. margineornata (Bolzano); A. forcipula Hb. samnitica (Montagna Grande, Majella merid., Mte. Paradiso); B. perla F. benacensis (Monte Baldo); /H. porphyrea Esp. meridionalis (Ponte all’ Isarco); H. monoglypha abruzzorum (Montagna Grande ecc., Scanno); HH. basilinea F. alacra (Mti. Albani); C. purpu- reofasciata Pill. flavorosea (Campania, Mti. Sabini, Palombara); /. celsia L. ab. connexa (Castel Firmiano, A. Adige); X. citrago apennina (Mon- tagna Grande, Mte. Paradiso, Velino, Gran Sasso); X. aurago F. ab. pyrroxesta (Scanno, Montagna Grande); /. tyrhaea Cr. ab. mucescens (Tivoli); C. mymphaea Esp. amaura (Lago di Garda), seguono le n. ab. fuliginata, subfusca , caerulescens, connexa, storthynx, tutte della stessa località. L'A. non può accettare i caratteri dati da Rocci alla sua forma benacensis, non avendo quest'ultimo avuto serie di centinaia di esem- plari come VA.; C. nymphagoga obscura (Torbole, Garda); Z. farsi- pennalis Tr. gen. II. autumnalis (Terlano A. Adige); Z. tarsicrinalis Knch. gen. II. autumnalis (ibid.); H. rostralis L. ab. dimidialis (Val d’ Adige); Orectis euprepiata n. s. (Cascate dell’ Aniene, Tivoli); A. pygmaearia Hb. gen. aest. vannaria Dhl. (Torbole, Nago, V. Sarca); A. asellaria H. S. desertata Dhl. (Italia centrale, Tivoli, Sirente); A. circuitaria Hb. ab. expandata Dhl. (Mte. Sirente); A. elongaria Rbr. ab. abundata Dhl. (Mti. Sabini, Subiaco); A. rusticata F. gen II. ae- stiva Dhl. (Torbole, Val d’ Adige, Italia centrale); A. /uridaria Z. con- finaria H. S. romanaria Dhl. (Italia centrale, dal mare alla montagna, M. Sirente, Majella); ab. exfenuata Prout. (ibid.); ab. desertata Dbhl. (Roma); commutata Dhl.(Torbole, Val d'Adige, Val Sarca ecc.); A. tnitaria Hb. ab. bitineta Dhl. (Tivoli, Majella); £. arnulata Schulze ab. extenuata Dhl. (Mti. Sabini e Albani); AR. calabraria Z. ab. rubro- fasciata Dhl. (Sirente, Majella); O. bipunctaria Schiff. ab. filigrammaria Dhl. (Montagna Grande); L. prunata L. samnitica Dhl. (Abruzzo me- ridionale); ZL. ocellata L. ab. robiginata Dhl. (Terlano A. Adige); L. aptata Hb. decompositata Dhl. (Gran Sasso, Velino); L. salicata Hb. gen. II. autumnalis Dhl. (Europa meridionale, A. Adige ecc.); L. adum- 92 braria Hs. ab. inscriptata Dhl. (Abruzzo merid.); L. achromaria Lah. var. fenebrata Dhl. (Monte Baldo); gen. MI. autumnalis Dhl. (Lago di Garda); L. frustata Tr. ab. iriguata Dhl. (Montagna Grande, Majella, Rotella, Sirente); ab. p/eritaeniata Dhl. (Mte. Paradiso, Scanno); L. cucullata Hfn sabinata Dhl. (Mti. Sabini e Simbruini); L. ruberata Frr. ab. infuscata Dh!. (Mte. Stivo, M. Roen, Trentino); 7. silericolata Mab. ab. degenerata Dhl. (Montagne dell’Italia centrale, Mte. Sirente); ab. tendiculata Dhl. (Tivoli Mti. Sabini, Simbruini, Sirente); 7. schieffereri Boh. ab. degeneraria Dhl. e ab. tendicularia Dhl. (Valle dell’Isarco, “ Castel Firmiano); 7. carpophagata Rbr. benacaria Dhl. (Mte. Baldo); T. fenestrata Mill. ab. confusaria Dhl. (Mte. Baldo); ab. perlinearia Dhl. (Mte. Baldo, Solda, Trafoi); 7. semigraphata Bsd. ab. virgulata Dhl. (Torbole, Mte. Sirente); ab. extralineata Dhl. (Nago s. Garda); ab. exquisita Dhl. (Italia centrale, Mte. Autore, Mti. Sabini, Sirente, Mon- tagna Grande); ab. axfraradiata Dhl. (Mte. Sirente); 7. graphata Tr. (?) sproengertsi Dietze ab. indescripta DAl. e infulata Dhl (Mon- tagna Grande, Mte. Rotella, Majella). F. Hartig. Giese H. — Ueber die Verbreitung von Melitaea athalia Rot. und pseudathalia Rev. (in memoriam Karl Vorbrodt, gest. Okt. 1931). con 2 Fig. — Ent. Rdsch. Ann. 50., Stuttgart 1933, Fasc. N. 13, pp. 177-180. F. Hartig Goltz Fr. — Er. tyndarus benacensis D// — Ent. Ztschr. Frankfurt. a. M., A. XXXXVII, 1933, Fasc. N. 7. p. p. 66. F. Hartig Kitt M. — Ueber die Lepidopterenfauna des Oetztales — Verh. zool. bot. Ges. Wien, 1932, LXXXII, F. 1-4, pp. 82-111, con 2 fig. Dà alcuni cenni su Macrolepidotteri della zona italiana di confine; descr. come n. var. feriolensis una forma grigiastra di Ch. sabinata Hb. e dà un primo elenco dei Microlepidotteri della zona. F. Hartig Lucas D. — Espèces et formes nouvelles des Lépidotères. — Boll. Soc. Ent. France, 1931, p. 95. Bryophila perla v. Gazeli nov. di Corsica. Paola M. — Le più comuni farfalle d’ Europa. Con 18 tav. a colori e al- cune figure nel testo, Milano, Antonio Vallardi editore. Opera elementare, da servire per collezionisti principianti. U. Rocci. ‘FAUNA COLEOPTERORUM ITALICA | del Prof. Dott. ANTONIO PORTA" Lo Vol. V. - RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA (Anthribidae, Brenthidae, Curculionidae, Nemonychidae, Ialdae, Iuaaitidas: Scarabaeidae) — Presso Lidia Lire 100 segg I 4 per Ditalia. e Lot per l'Estero, de Non si spedisce che dietro il relativo importo. Già usciti : Vol. I.- ADEPHAGA : L. 60: piu L. 3 per l’Italia e L. 6 per l'estero »0.IlL - STAPHYLINOIDEA : L100:-»°0»3 00 io a » HI. - DIVERSICORNIA e 100% 34 d fa a Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo | TARIFFA DELLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto l'anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. La pagina intiera. L.-150 Mezza pagina. ;,;, 80 ‘/n quarto di pagina,,, 50 re _==—=—=—=—=<" FABBRICA SCATOLE DI CARTONE | E ARTICOLI DI GARTONAGGI: IN cr FONDATA NEL 1880. ELLI “RAFFAELE | ERUPPIONI 4.1. | Bb © L © G N A PPIONI - Boloona — Fabbrica 8 Amministrazione ci ie “0 WA NAZARIO SAURO 1 - Tel. 2601 HO SPECIALITA — - Scatole per collezioni d’insetti ‘ Cistino. gratis a a. 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La larva dello Sphodrus leucophthalmus L. — D. Guiglia e F. Capra: Revisione delle forme italiane del Sottogenere Scolia — Dr. Emilio Berio: Lepidotteri raccolti dal Prof. L. Cipriani nel Fezzan (1932).I ‘— Mario Mariani: Una grave infestione di Sesamia vuteria Stoll. (nonagrioides Lef.) in provincia di Messina — Gian Maria Ghidini: Descrizione della femmina di Gymnophora (Capraephora) lapidi cola Bezzi (Diptera Phoridae) — Repertorio di notizie paiolo: giche: IX —. F, ig, Recensione. | “AE Dr. FABIO INVREA, Direttore Reeosanie Arti Grafiche COMMERCIO, . Via n; Luca, 10. — IENSYA SOCIETÀ i ENTOMOLOGICA ITALIANA Sede in GENOVA, Via Brigata Liguria, N. 9 presso il Museo Civico di Storia Naturale. Soci ONORARI] S. M. VITTORIO EMANUELE Il - RE D'ITALIA S. E. Benito MussoLINI - Capo del Governo S. E. GIIUSEPPE BELLUZZO S. E. LARIRO FEDELE CONSIGLIO DIRETTIVO pel biennio 1934-35. PRESIDENTE ONORARIO: Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro. Presipente ErrertTIvo: Dott. Ferdinando Solari Vice-PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi. .. SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea.. TESORIERE: Rag. Cesare Mancini. DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI : Dott. Fabio Invrea. ConsieLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Ago- stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni, Dr. Giuseppe -Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri, 1 Conte. Emilio Turati. I ReviISORI DEI CONTI: Signor Armando Bani, Ing. Paolé Bensa, Dott. Tullo Casiccia. . Quota sociale annua: nel Regno: Ordinarîi L. 40, Studenti L. 20 Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze. « 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. Quota su l'iscrizione a soci vitalizi : L. 500 per l’Italia, L. 750 per l’estero. Abbonamento alle Pabblicasioni per i non soci: Italia L. 50, Estero L. 60. rici AVVISI AI SOCI Le adunanze scientifiche della Società, si tengono ogni Giovedì ; alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). | — Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta - mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2., s.8, GENOVA. I BOLLETTINO | DELLA SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLume LXVI (1934) i Né ‘6 Pubblicato il 20 Giugno 1934, Anno XII ATTI SOCIALI Nuovi Soci: La Presidenza ha ammesso in qualità di soci ordinari: Jacques Denis, 100 Rue de Marais, Douchy (Nord - Francia). Arac- nidi, proposto dal Gr. Uff. Prof. R. Gestro. CAMBIAMENTI DI INDIRIZZO: Richard Tompkins de Garnett, chez M. Marcel Ravenel, Longecourt - en - Plaine (Cote d’Or, France). André Théry, 140 Rue St. Fuscien, Amiens (Somme, France). Commemorazione di A. Berlese a Firenze Domenica 28 Maggio u. s. al Galuzzo presso Firenze, per inizia- tiva del locale Gruppo Combattenti e del Circolo Rionale Fascista «Gastone Bartolini », si tenne una commemorazione del compianto Prof. Antonio Berlese, Direttore della R. Stazione di Entomologia ‘Agraria di Firenze e nostro socio e Consigliere. Intervennero numerosi ascoltatori, tra cui il figlio dell’illustre Scien- ziato, molti allievi, discepoli ed ammiratori e numerosi rappresentanti degli ambienti scientifici fiorentini. La Società Entomologica Italiana, per delega del Presidente, era ufficialmente rappresentata dal Colonnello Dott. Alfredo Andreini. La commemorazione fu tenuta dai nostro Con- sigliere Prof. Guido Paoli il quale, con felice sintesi e con amore di fedele discepolo, lumeggiò la figura dell’illustre Maestro e ne mise in piena evidenza i grandi meriti scientifici e' l’attività feconda, spesa a vantaggio dell'Agricoltura e della Scienza Italiane. Spedizione Patrizi in Somalia Il nostro socio M.se Saverio Patrizi, che ha già compiuto in pas- ato div erse spedizioni zoologiche in varie parti dell’Africa, è partito 04 ai primi di Giugno, accompagnato dal preparatore del Museo di Genova Sig. Confalonieri, per una nuova missione scientifica nella Somalia Me- ridionale e nell’Oltre Giuba per incarico del Ministero delle Colonie. Nomine Apprendiamo che recentemente i nostri Consiglieri Cav. Paolo Lui- gioni e Prof. Guido Paoli sono stati nominati Soci Corrispondenti della R. Società Entomologica d’Egitto. Il socio Paul De Peyerimhoff de Fontenelle è stato eletto Presidente della Società Entomologica di Francia. Il socio Doct. Réné Jeannel, Direttore del Muséum National d’Hi- stoire Naturelle di Parigi, è stato proclamato Socio Onorario della So- "cietà Entomologica di Francia. > A tutti questi illustri Colleghi le più vive felicitazioni della Società Entomologica Italiana. | COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE & LondiAfanen DR. R. JEANNEL NOUVEAUX BATHYSCIINAE ITALIENS Bathysciola (s. str.) oodes, n. sp. — Une seule femelle de Crissolo, près de Saluzzo, massif du Mont Viso, Piémont (A. Dodero). Long. 2.0 mm. C'est le plus grand de tous les Bafkysciola connus. Par l'ensemble de ses caractères, il se rapproche du 5. Agostini du San- tuario di Oropa, également de grande taille. Forme ovoide, atténuée en arrière, très convexe. Brun rougeàtre foncé brillant. Pubescence courte et rare, couchée. Elytres à ponctuation ràpeuse, forte, peu serrée et confuse, non alignée en travers sauf dans la région suturale. | | Antennes longues et gréles, dépassant les angles postérieurs du pronotum, la massue allongée et déliée, un peu aplatie, les articles du funicule gréles, environ trois fois aussi longs que larges, le 7 conique, deux fois aussi long que large, le 8 petit et légèrement transverse, les 9 et 10 aussi longs que larges, le 11 ovale, plus long que le 10. Pronotum court et transverse, très convexe, un peu plus large que les élytres, ses còtés très arrondis et légèrement rétrécis à la base, la 95 plus grande largeur vers le quart basal. Elytres courts et convexes, très atténués en arrière, progressivement rétrécis depuis la base, la strie su- turale non parallèle à la suture, effacée en avant. Carène mésosternale très haute, anguleuse et crochue, son bord antérieur très busqué, son apophyse intercoxale non prolongée sur le métasternum. Pattes gréles, les tibias intermédiaires et postérieurs gréles, avec de rares épines relativement courtes sur leur face externe. La position systématique de cette espèce, dont je ne connais qu’ une seule femelle, reste douteuse. Quoiqu’ elle rappelle le B. Agostini par bien des points, sa forme ovoide et surtout la ponctuation confuse de ses élytres l’écartent du groupe de £. farsalis. De tous les groupes de Bafkysciola munis d’une strie suturale, il n’en est aucun dans lequel sa place soit vraiment indiquée. Il faudra donc attendre de connaître le male pour lui assigner une place définitive. Bathysciola (s. str.) Adelinae, n. sp. - Un male de la Grotta di Bercovei, à Sostegno, près de Biella, prov. de Vercelli, Piémont (G. Ver- cella, 10 octobre 1927). Long. 2,5 mm. Déprimé, allongé et parallèle. Testacé pale. Pubes- cence courte et rare; élytres à ponctuation raàpeuse, fine et serrée, dis- posée sans ordre. | Pas trace d’yeux. Antennes longues et gréles, atteionant le quart basal des élytres, les articles de la massue peu dilatés, un peu aplatis et très déliés. Les articles du funicule minces et allongés, le 3 quatre fois aussi long que large, aussi long que les deux tiers du 2, les suivants un peu plus courts, le 7 conique, graduellement épaissi, presque trois fois aussi long que large, le 8 petit, un peu plus long que large, les 9 et 10 élargis graduellement de la base au sommet, plus longs que larges, le 11 un peu plus long que le 10. Pronotum une fois et demie aussi large que long, à peine plus large que les élytres, très bombé en avant, déprimé en arrière, ses còtés très arrondis en avant, la plus grande largeur vers le milieu; angles postérieurs un peu saillants en arrière. Elytres longs et étroits, deux fois aussi longs que le pronotum, graduellement atténués depuis la base. Pas de strie suturale, mais des traces très nettes de 9 cOtes sur chaque élytre; le premier intervalle intercostal simule une strie suturale, mais il n’est pas différent des autres intervalles de l’élytre. Carène méso- sternale haute, en angle droit, le bord antérieur busqué, l’angle crochu, l’apophyse intercoxale non prolongée sur le métasternum. | 96 Pattes courtes et assez robustes, les tibias épineux sur leur face externe, les postérieurs droits. Tarses antérieurs màales pentamères, à peine dilatés, bien plus étroits que le sommet du tibia, le premier article semblable au deuxième. Organe copulateur male volumineux, à base large, partie apicale infiéchie, l’apex aplati et arrondi. Styles gréles non renflés en massue au sommet et armés de trois soies assez longues et dirigées en dedans. Sac interne avec une pièce en V basale bien développée. Cette espèce prend certainement place dans la section VIII des Bathysciola s. str., à còté du B. ovoidea Fairm. et présente la mème sculpture que ce dernier et les mèmes tarses antérieurs males très gréles. Mais elle se distingue aisément par sa forme particulièrement allongée, ses antennes de longueur inusitée pour un Bafkysciola, sa carene mé- sosternale plus haute, en angle droit, les còtes vestigiales de ses élytres. L’organe copulateur a la mème forme générale que chez 2. ovoidea, mais les soies des styles ont une autre disposition (Monogr. Bathysc., p. 96, fig. 139). Parabathyscia latialis, subsp. Straneoi, nov. — Iypes: quatre exemplaires du Monte Scalambra (Coll. Straneo et Mus. Paris). Long. 2 à 2,5 mm. Mémes caractères spécifiques que chez P. /atralis; antennes semblables, élytres sans strie suturale, à ponctuation excessi- vement fine et serrée, non ràpeuse, carène mésosternale très basse. Mème forme générale large et déprimée. Mais le pronotum est nettement plus large que les élytres;. ses cÒtés, très arqués, sont rétrécis à la base, la plus grande largeur vers le tiers postérieur. Elytres très atténués en arrière, subtriangulaires, rétrécis à partir de la base. Chez la forme typique, le pronotum n'est pas plus large que les élytres, ses còtés sont subparallèles dans le tiers basal et la plus grande largeur se mesure à la base; les élytres sont ovalaires, subparallèles dans le tiers antérieur, atténués seulement dans la moitié postérieure. La dilatation des tarses antérieurs males est variable. Des deux exem- plaires males de la race Straneoi que j'ai sous les yeux, l’un a les tarses antérieurs semblables à ceux de la forme typique, c'est - à - dire un peu plus larges que le sommet du tibia, l’autre les a très dilatés, deux fois aussi larges que le tibia, aussi dilatés que ceux du Parabdathyscia Doderoi. Italie. Lazio: Monte Scalambra, dans la terre, entre 300 et 1000 m. d’altitude (L. Straneo). 97 Parabathyscia Emeryi, n. sp. — Types: deux femelles de Capo- dimonte (coll. Luigioni et Mus. Paris.). Long. 2 à 2,5 mm. Certainement très voîsin du . /atialis, mais différent par sa forme convexe et nullement déprimée, et par ses an- tennes un peu plus iongues chez la femelle. Les proportions des articles des antennes sont cependant les mèmes. P. Emeryi comme P/. /atialis, a les élytres sans strie suturale, très finement et densément ponctués. La carène mésosternale est très basse. Pronotum un peu plus large que les élytres, présentant sa plus grande largeur avant la base. Elytres sub- parallèles dans le tiers antérieur, modérément atténués au sommet. La forme large et très déprimée du PP. /atialis est très caractéris- tique de l’espèce. Chez P. Emeryi la voussure du corps est aussi accentuée que chez les espèces présentant une strie suturale, comme P. Doderoi ou encore P. fiorentina. Cette différence me fait penser que P. Emeryi doit èétre une espèce distincte, ce dont on aura la preuve lorsque son organe copulateur male sera connu. Italie. Campanie: Capodimonte (Napoli), à Camaldoli della Torre, sur les pentes méridionales du Vésuve (C. Emery,5 octobre 1866), deux fe- melles communiquées par M. P. Luigioni. Il est curieux que cette espèce n’ait jamais été reprise. On est en droit de se demander si quelque éruption du Vésuve n’a pas détruit la station où elle fut recueillie par Emery, en 1860. L. MASI DESCRIZIONE DI ALCUNI CALCIDIDI DEL MAROCCO (Hyimen.) Alcune raccolte di Calcididi, che ho ricevute dal Dott. P. Régnier, Direttore del servizio fitopatologico a Rabat, nel Marocco, mi hanno dato occasione d’identificare diverse specie appartenenti alla fauna euro- pea, la cui presenza in quelle regioni non era stata segnalata, ed anche di trovarne alcune non descritte finora. Ringrazio il Dott. Régnier di avermi permesso di pubblicare in questo Bollettino quelle specie nuove delle quali desideravo di dare io stesso una descrizione prelimi- nare. Tutti i Calcididi che ho. avuti in esame saranno menzionati in una pubblicazione che il Dott. Régnier ed i suoi Colleghi stanno pre- parando, nella quale si troveranno esposte interessanti notizie biologiche sulle singole specie. I tipi si trovano nel Museo Civico di Genova. 98 Dinarmus Regnieri sp. n. «92 — Viridi aenea, partim fere aurea, abdomine purpureo - nitido < et zonis fuscis ornato; antennis ferrugineis, certis partibus nigris, clava «in dimidio basali nigra, in dimidio apicali miniacea. Species Dirarmo « Sauteri mihi, (regionis orientalis) proxima, (') colore clavae antennalis, «nervo stigmatico sensim versus apicem crassiore leniterque curvato, «nervo marginali et postmarginali aequilongis, aliisque characteribus <“ bene distincta ». Di colore verde bronzato, con alcuni riflessi dorati; addome con riflessi porporini diffusi e fasce trasversali brune, col 3. e 4. tergite di colore bruno, il 5. tergite con due fasce di questo colore, una, larga basale ed un’altra apicale, il 6. verde, l’ultimo bruno; antenne ferruginee con gli anelli, il 1. articolo del funicolo, il 1/3 distale del 2. articolo, il margine distale del 3. e del 4., tutto il 5. articolo e la prima metà della clava neri, la seconda metà della clava di un bel rosso un po’ giallastro, quasi rosso minio; femori di color bruno ferrugineo, i po- steriori con leggiero riflesso verde metallico; tibie brune, biancastre nelle estremità; tarsi di un bianco sudicio, con gli articoli dopo il primo un po’ scuri sul lato esterno e con l’articolo apicale quasi interamente - bruno chiaro; ali leggermente grigie giallastre, con nervatura bruna. Capo, di profilo, ellittico; solco delle gene ben marcato, obliquo in avanti. Clipeo intaccato - bidentato; strie irradianti dal clipeo, corte. Antenne con lo scapo esteso oltre l’ocello anteriore per circa la metà della propria lunghezza; 5. articolo del funicolo quasi quadrato, molto più corto degli altri articoli, uguale a 2/3 del 4. Margine del collare acuto. Prosterno del mesotorace piccolo. Metanoto evidentemente pun- teggiato. Nervo postmarginale lungo quanto il marginale, stigmatico 3/5 del marginale, leggermente incurvato, gradatamente ingrossato verso l'estremità, con la clava indistinta. Lungh. 4 mm. L’esemplare unico fu ottenuto da allevamenti di /7esperophanes fasciculatus Fal. (Cerambicide) e di /7ypoborus ficus Erick. (Ipide) vi- venti su alberi di fichi nell’oasi di Tarzougeurt nel Sahara Marocchino. Prochiloneurus Rungsi sp. n. «92 — Species a Prochiloneuro pulchello Silv. (*) fronte, vertice « atque scutello viridibus, mesothoracis dorso sine fascia transversa obs- (1) Konowia, vol. V 1926, n. 4, p. 360, fig. 34. (2) Silvestri F., Descrizione di nuovi Imenotteri Calcididi africani. - Boll. Labor. Zool. gen. agr. Portici, IX 1915, p. 350 - 352, fig. XI e XII. 99 < cura, scapo modice dilatato, facile distinguenda; antennis forma et « colore illis Pr. Bolivari Mercet (') similibus, alis anterioribus minus «quam in Pr. Bolivari angustatis, proportione latitudinis ad longitudi- «nem sicut 35: 100». Fronte e vertice di colore verde bronzato, iridescenti, la parte in- feriore della faccia gialla ocracea, le tempie verde smeraldo, le gene verdi con riflesso porporino; occhi bruni-neri; antenne con lo scapo giallo grigiastro, il pedicello, gli ultimi articoli del funicolo e la clava neri, alcuni dei primi articoli del funicolo (2 — 3 ?) bianchi. Torace giallo ocraceo; pronoto scuro, tendente al violaceo, ascelle con leggiero riflesso verde; scutello e metapleure verdi, metallici, lo scutello fornito di molte setole bianche, piuttosto grosse, che sono disposte, non regolarmente, in 6 serie trasversali; mesopleure con leggiero riflesso violaceo che diviene più intenso verso il lato superiore. Ali anteriori con leggiera sfumatura presso la base e con tutta la parte dal principio del nervo marginale fino presso l’apice di un bruno chiaro giallastro; un largo spazio lunato, in corrispondenza a tutto il margine apicale, appena leggermente grigiastro, il margine con sfumatura bruna; la cellula basale e un punto al termine della nervatura biancastri. Zampe gialle ocracee chiare, comprese le anche; femore e tibia del terzo paio un po’ scuri. Addome verde scuro metallico, più o meno iridescente, con la terebra gialla chiara. Scapo moderatamente dilatato verso il mezzo. Ali anteriori, ripie- gate sul dorso, superanti di poco l'apice della terebra, più lunghe che larghe nella proporzione di 100: 35, fornite al di sotto dell’insenatura del nervo submarginale di 12 setole chiare disposte irregolarmente .in 3 serie oblique. Parte sporgente della terebra uguale a 3/5 della lun- ghezza dell'addome e 2/3 della tibia del 2. paio di zampe. Misure: lungh. 1 mm. (corpo mm. 0,8, terebra mm. 0,2), addome mm. 0,34, ala anteriore lunga mm. 0,76, larga mm. 0,26, tibia del 2. paio di zampe mm. 0,33. L’esemplare proviene dal Sahara Marocchino (Oasis de Mecissi) dove è stato raccolto da una nuova specie di Er/ococcus, dal Sig. Ch. Rungs. Per la conformazione delle ali anteriori questo Prockiloneurus somiglia al pu/chellus Silvestri, specie genotipica, dell’Eritrea, piuttosto che al Bolivari Mercet, nel quale le ali anteriori sono tre volte più lunghe che larghe; le antenne somigliano più a quelle del Pr. Bolvari; da questo si può distinguere facilmente per diversi caratteri del colo- (1) Mercet R., Encîrtidos de Espana, Madrid 1921, p. 634, fig. 265. 100 rito, come lo scutello verde anzichè bruno, le mesopleure gialle con riflessi violacei, non brune chiare, lo scutello giallo ocraceo, non « azu- lado - metàlico, muy obscuro ». (Mercet, 1. c., p. 634). Pteroptrix maura sp. n. «gg — Species setis in margine alae anterioris dimidiam alae la- « titudinem vix aequantibus; alis posterioribus apice late rotundatis « setisque fimbriae alae latitudinem sesqui superantibus; pedibus flavidis, « femore tibiaque secundi paris et femore tertii paris, praeter extremi- « tates, leniter infuscatis. «2 — Funiculi articulo 3. haud maiore quam 1. et 2. >». S' Vertice e occipite di color giallo ruggine; corpo bruno-nero; sui margini laterali e sul margine posteriore dello scudo, una larga fascia giallo arancio; scapole gialle o gialle rossicce; ascelle bruno - nere, scutello giallo; ali anteriori con la radicola giallastra,la nervatura e uno spazio quadrangolare, esteso dal nervo marginale alla doccia del frenulo, giallo - bruni; zampe giallastre, le intermedie col femore un po’ scuro eccetto che alle estremità, dove il colore chiaro è nettamente separato, e con la tibia pure scura; femore delle zampe posteriori ombrato fino ai 2/3. | Misure proporzionali delle parti delle antenne: scapo 12, pedicello 4, primo articolo del funicolo 5, terzo 6, secondo articolo molto breve»? due volte circa più largo che lungo. Ali anteriori piuttosto larghe, con la massima larghezza uguale a 37 °/, della lunghezza, con le più grandi delle setole marginali circa la metà più corte della larghezza massima dell'ala (proporzione di 9:20), quelle della narte distale posteriore 1/3 più lunghe di quelle distali anteriori; subcosta con una setola; cellula costale più lunga del nervo marginale nel rapporto di 8:5, con tre se- tole nella parte distale sul lato esterno; al principio del lato esterno del nervo marginale due setole uguali a quelle della cellula costale, quindi una setola grande e più robusta di tutte le altre, poi quattro setole grandi, distribuite a intervalli uguali fino all'estremità del nervo; distanza dell’apice dello stivwma dalla radice dell’ala = 205, dall’apice dell’ala = 95; setole sulla lamina piuttosto rade (visibili per trasparenza a gruppi di due, una sulla pagina superiore e una sull’inferiore dell’ala) distribuite in 6 gruppi sulla trasversale condotta per lo stigma. Ali po- steriori bene arrotondate all’apice, con le setole marginali più lunghe . uguali circa ad una volta e mezza la larghezza dell’ala (proporzione 101 di 3:2). Dimensioni: lunghezza mm. 0,9; torace largo mm. 0,3; ala anteriore mm. 0,7; apertura d’ali mm. 1,7. O — Antenne coi primi tre articoli del funicolo subeguali, non più lunghi che larghi, il 3. non più lungo del 4. Pedicello = 15, i tre articoli successivi = 7 sul lato maggiore, tuttavia il 2. alquanto minore del-k /e-del72; Ho veduto vari esemplari 77 e alcune 92 in cattivo stato, rac- colti dal Sig Ch. Rungs nel Sahara Marocchino (Amzoudj - Vallée du Ziz-V-1933), ottenuti dalla /7emiberlesia Ceardi Bal. che vive sugli ulivi. Il Pferoptrix dimidiatus Westw., diffuso in Europa, secondo Mercet (') si troverebbe anche in Algeria. La specie nuova che ho descritta appartiene ad un gruppo caratterizzato da setole marginali delle ali anteriori piuttosto corte, al quale gruppo appartiene la specie che des- crissi altra volta sotto il nome di Archemomus bicolor How., ia quale fu ottenuta da Aspidiotus betulae dell’Italia meridionale (*), e anche PA. bicolor della Francia descritto da Howard, che forse non è specifi- camente identico. Ritengo che la specie del Marocco sia bene distinta dal Pferoptrix dimidiatus sopratutto pel diverso sviluppo della frangia delle ali: Mercet nella diagnosi scrisse: « La longitud de las pestanas apicales de las alas anteriores algo menor que la anchura màxima del disco. Pestanas de las alas posteriores màs largas que la anchura del disco >. | Anusiella Heydeni (Mayr) - var. Anusia Heydeni Mayr, Verh. zool. - bot. Ges. Wien, 1876, p. 710-9. Anusiella Heydeni Mercet, Bol. R. Soc. Espanola Hist. Nat., 1923, p. 287 (con figura del tipo). L’esemplare che attribuisco a questa specie, e che ritengo che non sia altro che una varietà di colorito, è una femmina attera, proveniente dalla foresta d’Ifrane (1600 m.) sul Medio Atlante, dove fu raccolto in luglio su piante di TAymelea virgata var. Broussonetii, infestata dall Er/o- coccus thymeleae Newst. Nel detto esemplare la parte inferiore del to- race e le zampe, comprese le anche, sono gialle ocracee, solo i femori e le tibie posteriori un po’ imbruniti. La mesopleura è, come nella forma tipica, violacea, però nella parte anteriore il colorito si cambia in verde. Mayr non indica il colore della terebra: questa nell’esemplare del Marocco è bruna, gialliccia alla base, ed è lunga un poco più della metà dell'addome. Gli esemplari studiati dal Mayr provenivano dalla Germania (Francoforte) e dall'Austria (Vienna). (1) Revista Biol. Forestal y Limn., II 1930, p. 93 e seg. (2) Boll. Labor. Zool. gen. agr. Portici, IMI 1908, p. 115 - 119, fig. 20-22. 102 Tetracampe nomocera sp. n. «Species Tetracampi impressae Fòrster colore, forma et sculptura « similis, praecipue distincta maris antennis ab illis feminae vix diffe- «rentibus, scapo non dilatato, immaculato, funiculi articulis paullum. « latioribus ». Corpo verde scuro, metallico, sulla testa e sul torace con riflessi cuprei; antenne con lo scapo e il pedicello interamente verdi scuri, lo scapo del x” privo di macchia bianca sul lato inferiore; zampe scure, ‘eccetto i ginocchi, coi tarsi chiari alla base e gradatamente più scuri verso l’apice. Occhi con molte setole corneali lunghe. Scutello, come tutto il lato dorsale del protorace e del mesotorace, minutamente re- ticolato squamoso. Ali anteriori col nervo postmarginale lungo poco più di 3 volte il nervo stigmatico. Peduncolo dell'addome molto più lungo che largo alla base, poco più lungo delle anche posteriori, pun- teggiato. 9: misure proporzionali delle parti delle antenne — pedicello — 6, lungo 11/2 volta la sua larghezza all’apice, 1. articolo del funi- colo lungo 8 e largo 4 circa. g*: scapo normale, non dilatato, pedicello poco più lungo che largo, flagello con articoli poco più larghi che nella femmina e tutti della stessa larghezza, 1. articolo del funicolo lungo 7 e largo 4, 4. articolo lungo 5 e largo 4. Questa 7etracampe proviene pure dal Sahara Marocchino (Ksar -es-Souk) dove si trova come parassita della Phyfomyza atricornis Meig., che attacca le piante di piselli in quella regione. L. BoLDORI APPUNTI SULLE LARVE DEGLI SPHODRINI I LA LARVA DELLO SPHODRUS LEUCOPHTHALMUS | Come già ebbi brevementante ad accennare in una comunicazione fatta al 1° Congresso speleologico nazionale (1933, pag. 193), accingen- domi a preparare materiali e dati per lo studio delle larve degli Spho- drini, fui sorpreso nel rilevare come la larva dello Sphodrus venisse indicata come avente un solo unghiello ai tarsi e ciò a differenza delle altre larve di Sphodrini, per le quali si segna la presenza di due un- ghielli tarsali. Per le leggi di analogia la cosa mi parve strana: pur | tuttavia su ciò erano concordi egregi autori quali Ganglbauer, Reitter, DI van Emden e BòOving. Vero è che tutti, espressamente o non, facevano bi Li 103 riferimento ad una unica fonte, una descrizione del Gernet (1867 p. 12 - 13 t. I.). Infatti Ganglbauer (1892 p. 240) dice esplicitamente: « Die Larve von S. L. wurde von Gernet..... » e Reitter (1908 p. 137) non meno preciso: « Die Larve von S.1, soll nach Gernet..... >» Van Emden, invece, nei suoi due lavori (1919 p. 21 e 1921 p. 132), e Bòving, nella sua magistrale opera (1931 p. 22), non citano, anche per il carattere delle pubblicazioni, la fonte, ma da comunicazioni da essi stessi fattemi, non avendo la larva in questione, hanno dovuto anch'essi riferirsi a Gernet. Interessandomi sempre più alla questione, mi posi alla ricerca, fra gli amici, della larva, ma inutilmente. Bengtsson, Rosenberg, Verhoeff ed i Musei di Berlino e di Copenaghen ebbero l’amabilità di farmi noto ch’essi non possedevano larve di Sphodrus. E similmente mi scrisse Semenov Tian Shansky, il quale gentilmente aggiunse che i ma- teriali di Gernet non sono presso il Museo Zoologico di Leningrado. Per chiarire la questione non mi restava quindi che tentare l’alleva- mento e, per la ricerca delle imagines vive, mi rivolsi pure agli amici. Ma anche questa ricerca non ebbe miglior fortuna. Ebbi solo indicazioni che lo Sphodrus si rinviene irregolarmente, per lo più nelle cantine, ma che non potevo contare di averne in breve tempo esemplari vivi. Quando già disperavo di riuscire, nell’ottobre del 1932, raccoglievo nelle cantine della mia casa una coppia di Sphodrus vaganti ed in se- guito, con trappole, altri 5 esemplari. Nel marzo successivo raccoglievo le prime uova e, dopo una ventina di giorni, avevo da esse le prime larve. In seguito, nei mesi successivi, mentre altre imagines venivano ad aumentare l’allevamento, ebbi altre uova ed altre larve ma, malgrado tutte Je cure, esse non raggiunsero la seconda età. Nel complesso mi fu però possibile esaminare 11 larve che mi mettono in grado di affermare che la larva di Sphodrus presenta due unghielli ai tarsi, e che pertanto la larva descritta da Gernet deve cer- tamente riferirsi ad altro genere. Do qui di seguito la descrizione della vera larva di Sphodrus leucophthalmus facendo precedere qualche parola sulle uova. Uova - Essendo stati allevati gli Sphodrus in un terrario di piccole dimensioni, nel quale essi si muovevano sempre irrequieti, specialmente la sera e durante la notte, non posso dire quante uova una femmina possa deporre e nemmeno se esse vengano deposte vicine. Ne trovai deposte in superficie e sparse. Non escludo però che altre siano state deposte interrate. Non ho riscontrato manifestazioni di cure ma- terne (Boldori 1933 p. 223-224) e nemmeno di cannibalismo. Le uova appena deposte sono di colore bianco latteo che poi lievemente si info- 104 sca, diventando bianco.grigiastro. La loro forma è ovale molto allun- | gata, essendo la lunghezza pressochè doppia della loro larghezza (rispet- tivamente mm. 2 e 1). Il chorion sembra piuttosto spesso e la zigrina- tura finissima è visibile solo a forte ingrandimento {x 300), sotto forma di piccoli punti rilevati. I* Larva. Non particolarmente snella, misurando dall’estremità dal mandibole all’estremità dei cerci, mm. 7.5 a mm. 14 in confronto di una larghezza massima della testa di mm. 1.3 (eE - 47)(!). Appena schiusa è naturalmente bianchissima, di un bianco avorio, essendo rosso ferruginei solo la metà distale delle mandibole, il reti- nacolo, gli articoli estremi dei palpi mascellari e labiali, i rompiguscio, gli unghielli tarsali e le setole. In seguito il color ferrugineo si diffonde sulla testa e sul protorace restando bianco il resto del corpo. Testa: (e #3: 8/12:-00%=5-40/13ep=4jc=3:9/12;:-@F=3/43; ip = 242 e #23; DA: he = A0/125dd° = 5812) La testa è tozza, essendo, specialmente nella parte superiore, molto più larga che lunga. Posteriormente va a mano a mano restringendosi senza peraltro dar luogo ad un collo ben distinto. I lati del tentorio, per trasparenza, sembrano quasi raggiungere la sinuosità mediana delle suture frontali, che, alla lor volta, raggiungono quasi il margine po- steriore della testa, essendo la sutura epicraniale cortissima (molto meno di un decimo della distanza clipeo cervicale). Sutura ipostomiale assai lunga essendo quasi pari alla sutura golare. La fronte è di forma pen- tagonale, quasi grossolanamente piramidale, essendo il clipeo pochissimo proteso in avanti. Questo è piccolo, quadrilobato, con lobi fra di loro due a due sufficientemente simmetrici. I due lobi esterni, composti di due piccoli denti a punta smussata, i due lobi interni di poco protesi in avanti rispetto ai laterali sotto forma di due brevi gibbosità. I solchi clipeo-mandibolari appaiono indistinti, come non appare distacco mar- ginale alcuno fra clipeo e scleriti mandibolari. Fra le due convessità interne delle due suture frontali si staccano i due rompiguscio che appaiono esili e sormontati da 5-8 denti. L'esame dei preparati di larve con tegumento già ferrugineo farebbe pensare solo ad una serie di piccoli denti, ma nelle larve ancora decolorate l’intensificarsi del colore dello strato chitinoso già fa pensare all'esistenza di una crestina. Infine l’esame laterale fa distinguere un lievissimo rialzo, sormontato Wrgoprde da denti fra di loro difformi ed in- clinati in avanti. (1) Le lettere ed i numeri tra parentesi segnano i «rapporti di Bòving», ai quali no aggiunto un rapporto dd’ = larghezza fra le estremità dei solchi cervicali. <= 105 Negli scleriti mandibolari, per trasparenza, si notano una quindicina di pori (?), irregolarmente e difformemente disposti nei due aggruppamenti Essi si distendono, grosso modo, su tratti di un arco di cerchio che congiunge i due angoli distali degli scleriti. In corrispondenza dei due lobi laterali del clipeo si orientano due allineamenti irregolari di tre faneri ciascuno, Presso il fanero distale, nel lato esterno, è un poro, eee ZZUIIZZZOA qUAVLIAAL LI42] A 7 Fig. 1. - Testa della la larva di Sphodrus leucophthalmusL. mentre internamente, in corrispondenza dei due lobi centrali, vi sono due altri faneri, Sempre marginalmente, ma presso gli angoli degli scleriti, vi sono due piccole setole, mentre nella superficie degli scleriti sono, in ciascuno, due pori e tre setole, una media e due piccole: l’ultima di queste presso l’inizio delle suture frontali. Nella parte centrale della fronte, all’altezza delle estremità distali dei rompiguscio, è un allineamento orizzontale di quattro setole (2 in- 100 . terne medie, 2 esterne grandi) e, sotto queste, due pori. Nell’epicranio il solco cervicale è presente, ma non dà luogo nè ad intacco nei mar- gini laterali, nè, tanto meno, a collo ristretto o particolarmente evidente. Esso solco si perde a metà circa della parte superiore dell’epicranio. I solchi ocellari non sono evidenti e non delimitati sono gli scleriti an- tennali. Gli ocelli, ben appariscenti, sono raggruppati in due piccoli archi ciascuno di tre macchie pigmentate e rotondeggianti. Sugli scleriti antennali si nota una setola media. Una setola e due pori sono negli archi ocellari. Tre setole ed un poro sono nella parte centrale, cioè sulle aree mandibolari, e due lateralmente (una presso il margine ed una sul vertice). Fra la fine del solco cervicale ed il margine inferiore dell’epi- cranio vi è un allineamento di tre piccole setole e lateralmente due pori, uno da ogni lato. Uno degli esemplari presenta da un sol lato l'anomalia di una setola suppletiva presso le setole del vertice. Nella parte ventrale dell’epicranio si notano: due pori ed una setola nello sclerite antennale; nella parte centrale un allineamento irre- golare ed obliquo di tre setole e due pori; presso il margine una se- tola e due pori. Nell’ipostoma si ergono quattro faneri, in due allinea- menti convergenti verso gli attacchi del tentorio. Presso i due faneri distali sonvi due pori. È visibile inoltre per trasparenza una setola sul cardo mascellare. Antenne: (LA =1 1/2; 2A = 8/12; 3A = 11/12; 4A = 7/12). Di svi- luppo un poco minore delle mandibole. Gli articoli presentano lati subparalieli. Solo il terzo, portante naturalmente la vescichetta jalina, presenta lati divergenti. Sul primo articolo sono due o tre macule, sul terzo e sul quarto tre setole per ciascuno, oltre agli organi di senso e qualche macula. Mandibole: (bc = 1; Cr= 19/12; ac = 34/12; br= 10/12; ar = 1 8/12; ab = 2 6/12). Non eccessivamente falcate, protendendosi l’apice solo circa una volta la larghezza della base oltre l’angolo basale interno. Il retinacolo è particolarmente corto, quasi infossato nella linea margi- nale interna. È lievemente gibboso e tendente verso l’apice, cosicchè l'angolo generato con la parte inferiore del margine interno appare largamente ottuso. Non si notano dentellature nei margini. Il penicillo è folto e breve. Si nota una setola sul margine esterno e due pori. Mascelle! St +13B = 44% P POS = 3/12; ==443 0= 6/12; O’ = 6/12; I= 1/12; m = 6/12. Evidentemente più lunghe delle mandibole. Lo stipite ha lati leggermente divergenti. Il lobo interno è presente sotto forma di una piccola punta che quasi si confonde con la setola alla sua base. Una lunga setola è posta presso l’apice di- 107 stale esterno ed altra a circa metà del margine esterno. La metà interna è ricoperta da 4 o 5 file di una ventina di piccole setole ciascuna, disposte irregolarmente. Nulla di notevole presentano gli articoli del palpo e del lobo, salvo l’ultimo del palpo che appare fittamente ma- culato. Una piccola setola è sul primo articolo della galea. . Labbro: [-lungh.==<1 H Lose 104201012) laroh. =<1 Di forma trapezoidale, è sormontato da due palpi biarticolati. La ligula è costituita da due piccole setole. Dorsalmente vi sono le solite due setole presso gli angoli apicali, mentre ventralmente vi sono un al- lineamento di due setole e due pori nella parte distale e due pori negli angoli basali. Gli ultimi articoli dei palpi sono maculati. | Protorace: (ED = 3 8/12; CC= 6; C’C” = 7). Leggermente più grande della testa presenta piastre dorsali chitinizzate e congiunte in una linea mediana. Esse portano: un allineamento anteriore di sei setole, fra le quali sono anche cinque o sei pori; un allineamente mediano di quattro setole ed infine un allineamento posteriore di sei setole e due pori. Altre tre setole sono sul margine laterale. Meso, metatorace e segmenti addominali: senza scudi dorsali evidenti portanti un allineamento anteriore di sei setole ed uno posteriore pure di sei setole. Quattro setole marginali per ogni segmento. Ventralmente vi è un allineamento inferiore di sei setole: sulle estreme di esse so- vrasta altra setola; altre due setole nel margine superiore. Il nono seg- mento addominale molto più piccolo dei precedenti (KK = 2 10/12; FE = 4 2/12), porta due cerci non articolati, lunghi una volta e mezza il tubo anale (UU? = 4 2/12). I cerci non presentano speciali strutture per l’in- serzione delle setole. Nel lato dorsale dell’ultimo segmento addominale mancano le solite setole (ve ne sono due sole piccolissime); esse sono invece presenti nel lato ventrale. Sul tubo anale sono quattro setole dorsali, quattro laterali e due ventrali. I cerci portano sei setole per ciascuno. Nel tubo anale non sembrano esservi strutture uncinate. Zampe: (Coxa =2; xx' =5 6.12; trocantere e femore = 2 3/12; tibia = 10/12; tarso = 2 5/12). Il trocantere è lungo meno del femore. Sull’anca sono quattro setole, disposte negli angoli di una figura trapezoidale, ed altre tre setolette. Si sono talvola riscontrate, inoltre, setole sopranume- rarie irregolarmente disposte. Sul trocantere sono cinque spinule ed alcune macule e cinque altre spinule coronano l’apice femorale. La 108 tibia presenta una setoletta basale e sei spinule apicali. Infine il tarso porta due forti e lunghi unghielli uguali fra di loro, su cui sovrastano due spinule ricurve, poste alla loro base. Sul margine superiore del tarso vi è una piccolissima setola. ‘Descritta così la vera larva dello Sphodrus e in attesa di poter trarre dalla caccia o dall’allevamento la larva al 2° e 3° stadio, per vederne le even- tuali differenze che, logicamente, non dovrebbero apportare sostanziali variazioni, non resta che dare uno sguardo critico a quanto sulla larva è stato scritto. Delle opere citate da Rupertsberger (1880 p. 105 e 1894 p. 107) la prima è quella di Acrel (1799 pag. 105/116). Ma di essa non è proprio il caso di tenere conto nel caso attuale. A parte l’indirizzo del lavoro e pur ammettendo che l’Acrel possa avere avuto dinanzi la larva di Sphodrus, egli non ne dà descrizione alcuna. La figura ch'egli ne dà (tav. IV fig. 3) serve pure a ben poco. Ci troviamo, pare, davanti ad una larva di carabide e ciò lo si suppone per il clipeo marcato, le due mandibole protese in avanti e le due antenne ritte presso di esse, (sebbene anche questi caratteri non siano esclusivi delle larve dei cara- bidi). Ma di più non si può trarre. Che se poi guardiamo l’ultimo seg- mento della larva, finito quasi ad uncino, dovremmo pensare ch'egli ha avuto sott'occhio non so che larva o che ha lavorato di fantasia; così dicasi per la fitta peluria segnata sui margini della testa. Segue Westwood (1839 p. 69) il quale non fa che.... citare Acrel! Siamo così al citato lavoro di Gernet che è, senz'altro, quello più importante, sia per l'ampia descrizione, sia per la bella tavola che accompagna il la- voro. Senonchè un primo dubbio affiora subito. Il Gernet, almeno pare, usa la tavola predisposta per il mancato lavoro del Kuschakewitsch ed una delle larve dallo stesso donategli. Ebbene, egli rileva che esse non sono perfettamente corrispondenti. Quali siano le inesattezze della tavola non dice. Ancora egli ritiene che Chapuis e Candeze abbiano errato assegnando al Pristonychus terricola la loro larva e che essa debba in- vece riferirsi allo Sphodrus perchè <« bis einige wenige Umstande so genau auf meine Sphodruslarve passt» Ma poi aggiunge che la sua de- scrizione deve intendersi come un rifacimento di quella di Chapuis e Candeze con l’aggiunta delle importanti differenze riscontrate. Ma, a parte queste contraddizioni, diremo così, introduttive, la certezza che egli non ha descritto la larva di Sphodrus si raggiunge quando egli afferma che la sua larva ha i cerci parzialmente articolati ed infine le zampe terminanti con un lungo e poco ricurvo unghiello. Che larva ha esaminato quindi Gernet? L'indagine rasenta l'indo- 109 vinello e non mi sento di avanzare ipotesi. Mi limito quindi-a riaffer- mare che Gernet non ha descritto una larva nè di Sphodrus nè di Spho- drino, perchè le caratteristiche dei cerci e degli unghielli tarsali non si riscontrano nè nella descrizione nè nella tavola. Resta infine da esami- nare l'ipotesi avanzata dal Gernet che la larva descritta da Chapuis: e Candeze (1853 p. 376 tav. 1) come larva di Prisfonychus terricola sia di Sphodrus. À questo proposito, come già disse il Gernet, non possiamo basarci sulla figura (tav. I fig. 3), dalia quale solo con buona volontà si giunge a capire che riguarda una larva di carabide ed alla esclusione di alcuni generi di questa famiglia. La descrizione, pur essendo diffusa, non è certamente sutficentemente probativa. Nel complesso credo però che l'assegnazione sia giusta. Infatti, nel confronto con una larva di Sphodrus ed una di Pristonychus terricola Reichenbachi Schauf. (gentilmente fa- voritami dall’amico Dott. Jeannel e proveniente da Cueva negra de la Honde - Valencia - [Spaena] 18-3-1913 - Biosp. 657, leg. Breuil), rilevo che la testa « subquadrangulaire » meglio si addice a Pristonychus che a Sphodrus. Per mio conto la testa del primo genere resta pur sempre. più tozza che subquadrata, ove si consideri la parte dorsale. È Gli ocelli in Sphodrus sono ben visibili, mentre lo sono un po’ meno nell’altro genere. La formula antennale non mi pare invece esatta non essendo il terzo articolo meno lungo del secondo. Pure non esatta ini pare, per entrambi i generi, la descrizione relativa agli scudi dor- sali, nonchè l'indicazione generale del colore. Come già dissi, propendo a pensare che Chapuis e Candeze abbiano realmente avuto sott'occhio larve di Pristonychus; in ogni modo mi riprometto di ritornare sulla descrizione quando, in altro lavoro, tratterò delle altre larve di Spho- drini e quindi anche delle larve di Pristorychus. In quell'occasione. spero di poter anche disporre della 2% e 3* larva di Sphodrus e pertanto. credo opportuno attendere a farne il confronto con le larve degli altri generi. Attualmente potrei solo confrontare larve in stadi fra di loro diversi ed alcune differenze, specialmente nelle zampe, potrebbero de- rivare dal grado di svilluppo. Pur tuttavia, e con la riserva di ulteriore esame ed a scopo orientativo, credo di poter. fissare alcuni caratteri generici nella tabella seguente: ij - Sutura epicraniale cortissima o. nulla 2 ‘» Sutura epicraniale relativamente lunga 3 2 - Sutura epicraniale nulla; margine anteriore del clipeo con. insel- latura nella parte centrale ben visibile Pristonychus 110 - Sutura epicraniale cortissima, ma presente; margine anteriore del clipeo con semplice lieve intacco nella parte centrale che risulta meno espansa ma maggiormente protesa in avanti rispetto ai lobi laterali Sphodrus 3 - Margine anteriore del clipeo poco espanso, marcatamentente pro- teso in avanti, dentellato; occhi molto grandi Calathus Margine anteriore del clipeo molto sviluppato, ma nè marcatamente proteso in avanti nè dentellato o 4 4 - Larve abitanti ordinariamente (') le grotte delle Alpi Marittime e del Piemonte. Sphodropsis Larve viventi all'aperto o in grotte di altre regioni —.Laeriostenus Per il momento mi mancano materiali sufficientemente studiati per stabilire differenze fra Laemostenus e Antisphodrus, sebbene pare sia costante in quest'ultimo genere una sutura epicraniale più lunga che in Laemostenus. Resta un ultimo punto: il raffronto della larva con le tabelle di van Emden e di Bbving nelle opere citate. Nella prima, tenendo presente che la lacinia interna è presente se pure piccolissima, si giunge al N. 30 dopo avere aggiunto, per gli Spho- drini «larve quasi completamente bianche-giallastre ». AI N. 30 modi- ficherei la dizione in « Ocelli ridotti e non particolarmente sviluppati. > Dopo di che, essendo naturalmente soppresso il n. 31, la larva di Sp4o- drus andrebbe a confondersi con quelle di Laemostenus. Nella tabella di Bòving, dopo aver precisato al n. 11 che il collo è distinto e largo solo per la presenza del solco cervicale, si giunge ai Pterostichini, re- stando naturalmente e di conseguenza modificato quanto detto al n.14 e nota 29. E per ora non credo sia il caso di dire di più. Ho già detto che sto predisponendo i materiali per un completo studio delle larve degli Sphodrini e, solo quando saranno fissati i caratteri generici e del gruppo (2), si vedrà di fissare meglio la differenza con gli altri gruppi. BIBLIOGRAFIA 1799 - Acrel ]J. G. - Zisforia vermium larvarum nec non Insectorum variorum generum, per biennium intra corpus humanum hospitantium una cum variis experimentis eas expellendi.- Nova Acta Regiae Socie- tatis Scientiarum Upsaliensis - Upsaliae - pag. 98-116. (1) Non è escluso che le larve possano essere trovate anche sotto sassi profondamente 111 1933 - Boldori L. - Animali cavernicoli in schiavitù - Atti del 1° Congresso speleologico nazionale - Trieste. pag. 190 - 193. 1933 - Boldori L. - Appunti biologici sul Pterostichus multipun- ctatus De;. - Studi Trentini di Sc. Nat. XIV, fasc. III, pag. 222-223. 1931 - Bòoving Ag. e Craighead Fc. - Ar illustrated synopsis of the principal !arval forms of order Coleoptera.- Entomologica Americana Vol. XI. 1853 - Chapuis - Candeze - Catalogue des larves des coléoptères connues jusquwd ce jour avec la description de plusieurs espèces nouvelles. - Mémoires Soc. Roy. d. Liege, VIII, pag. 341-653, tav. I-IX. 1919 - Van EmdenrF.- Versuch einer Aufstellung von Gattunesbestim- mungstabellen der Carabidenlarven - Supplementa Entomologica, GN, <<} | 1921 - Van Emden F.- Veber Leben, Fang und Korservierung der Carabidenlarven, nebst einer kurzen Bestimmungstabelle ihrer in Mitteleuropa vorkommenden Gattungen.- Entomologisches Jahrbuch, XXX, pag. 121-137. 1892 - Ganglbauer L. - Die Kéfer von Mitteleuropa, Vol.I, Wien. 1807 - Von Gernet G.- Beitrige zur Kéferlarvenkunde.- Horae Soc. ent. rossie,;-F:-Vi; pago 1:22. 1908 - Reitter E. - Fauna Germanica, Vol. I, Stuttgart. 1880 - Rupertsberger M. - Biologia der Kéfer Europas. Linz. 1894 - Rupertsberger M.- Die biologische Literatur iiber die Kdfer Europas von 1880 an. Linz. 1839 - Westwood ]. O. - An Introduction to the modern classification of Insects founded on the natural habits and corresponding organisation of the different families. - London, Longman, T. I, pag. 12-402. interrati, ad es. all’Alp Finestre (vedi Capra - Sulla fauna della grotta del Pugnettoin Va di Lanzo - Atti R. Accad. d. Scienze di Torino, vol. LIX 1924). (2) Per il momento posso aggiungere che gli Sphodrini sembrano distinguersi dagli altri Pterostichini per una diversa disposizione delle setole epicraniali. Mentre in Pfero- stichus la serie arcuata delle setole del collo trova una naturale continuazione in altre tre setole sorgenti sulle aree mandibolari e pure disposte ad arco, negli Sphodrini il se- condo gruppo di tre setole è disposto a triangolo. 112 D. GuieLia e F. CAPRA REVISIONE DELLE FORME ITALIANE DEL SOTTOGENERE SCOLIA Alcuni esemplari di Scolie avuti recentemente in esame ci hanno indotti ad una revisione delle forme italiane riferentesi al sottogenere Scolia (Discolia auct.), permettendoci la risoluzione dei punti contro- versi intorno alla loro sistematica: siamo riusciti difatti ad identificare con sicurezza la Sc. unifasciata Cyrillo e la Sc. bifasciata Rossi, spe- cie ambedue con posizione sistematica fino ad oggi incerta ('). Inoltre dallo studio dell’aedeagus (’) delle varie specie di Scolie italiane ab- biamo potuto osservare come fra l’aedeagus della Se. hirta e quello delle altre specie vi siano delle differenze così forti e spiccate da in- durre a staccare nettamente la prima dalle rimanenti, le quali poi, a loro volta, sono per i caratteri dell’aedeagus specificamente ben distinte. L'indipendenza fra i due gruppi è rafforzata inoltre da caratteri morfo- logici esterni come risulta dalla seguente tabella. Subgenus Scolia Fab. (Lacosi Guérin, 1839; Lisoca Costa, 1858; Discolia Saussure e Si- chel 1864; Discolia Ashmead, 1903; Scolia Betrem 1927 - 1928; Discolta Guiglia, 1928; Discolia Dusmet, 1930). STI 1. Antenne clavate. (Fig. 1). Fronte leggermente convessa, formante un lieve gradino rispetto allo spazio frontale. Aedeagus con peli piuttosto radi; palette ad apice troncato - arrotondato con la mas- sima larghezza verso la metà della porzione distale (Fig. 3); vol- (1) Le nostre conclusioni concordano con quanto stabilì Costa (1887) il quale, a dif- ferenza di diversi imenotterologi moderni, seppe con sicurezza distinguere le varie specie taliane ed isolare la Sc. Airfa per la forma clavata delle antenne del Sa (2) Indichiamo, per brevità, con tale denominazione, da varii Autori già usata per altri gruppi di Insetti, l’ insieme dell’armatura genitale maschile esterna. Per lo studio della forma generale di questo pezzo e della disposizione dei peli della volsella è neces- sario l’esame a secco; nel caso invece che si voglia osservare il numero e la disposizione dei coni sensoriali, l’esatta inserzione dei peli, la dentatura delle valve del pene occorre fare un preparato in liquido di Faure - Berlese, previa macerazione in potassa caustica. TRI ST A ARIE A, 113 sella a margine esterno ed interno incisi al terzo basale e con la base provvista di peli eretti, brevi e non fitti; coni sensoriali scarsi e piuttosto grandi; valve del pene con denti radi: 8 (Scolicides, nov. sect.) I hirta. — Antenne cilindriche (Fig. 2). Fronte pianeggiante. Aedeagus for- temente peloso; palette ristrette sulla metà o sul terzo apicale e con la massima larghezza verso la base della porzione distale (Fig. 4); volsella con incisione più o meno pronunziata solamente al lato esterno e con fittissimi e fini peli basali, disposti a guisa di scodella, talora ripiegati verso Vinterno di essa; valve del pene con 12-15 denti regolarmente decrescenti (Scolia s. str.) pi 2. Ali bicolori, violacee o subviolacee con il margine costale giallo - ferrugineo. Volsella con profonda incisione a circa la metà del margine esterno a — Ali unicolori, oscure a riflessi violacei, talora subtrasparenti all’a- pice | 4 3. Addome con macchie giallo - pallide ben separate (talora le poste- riori riunite). Pezzo anteriore del II (1) urosternite (!) a margine distale convesso con picccla incisione mediana. Volsella circa una volta e mezza più lunga che larga, con ‘peli basali molto fini piuttosto brevi e disposti a mo’ di scodella; parte distale a peli brevi e suberetti; valve del pene diritte non ispessite all’apice e con circa 12 denti acuti. Statura piccola (6 - 14 mm.) quadripunctata -— Addome con fascie giallo - aranciate (talora interrotte nel mezzo). Pezzo anteriore del II (1) urosternite a margine distale leggermen- te smarginato. Volsella circa il doppio più lunga che larga, con peli basali grossolani ripiegati verso l’interno; parte distale a seto- le mediocri rivolte basalmente; valve del pene all’apice ispessite ed un po’ ripiegate all’infuori (esame a secco) e con circa 15 larghi denti. Statura maggiore (15-20 mm.) insubrica 4, Tutto il corpo completamente nero maura — Almeno l'addome con fascie gialle. Volsella regolarmente triango- lare, margine esterno con incisione assai lieve, porzione apicale con peli lunghi e fitti rivolti basalmente, coni sensoriali piccoli (15-20 |») non molto fitti, porzione basale con peli disposti a sco- della, quelli esterni ripiegati obliquamente verso l'apice 5 (1) Berlese (Gli Insetti, Vol. I, p. 273 fig.317) nomina questo pezzo I sternite, 114 s$ Terzo (Il visibile) urotergite nero. Lobi del pronoto neri. Ali nero - violacee, lievemente più pallide solo verso il margine apicale. Pa- lette a lati esterni regolarmente arcuati fin dalla base della porzione distale. Statura maggiore (18 - 20 mm.) unifasciata — Terzo (Il) urotergite con fascia giallo - chiara. Lobi del pronoto gialli. Ali bruno -fuligginose, subtrasparenti a regione costale e basale sensibilmente oscurata. Palette a lati esterni subparalleli nella metà basale della porzione distale e con sinuosità il più delle volte evidente nel terzo apicale, apice più largamente arrotondato. Statura minore (12 - 15 mm.) bifasciata Le . Spazio frontale con punteggiatura grossolana, limitata all'indietro da una fascia per lo più priva di punti. Fronte e vertice con pun- ‘ti assai radi, irregolarmente distribuiti. Pezzo anteriore del II (I) urosternite a margine distale con piccola sporgenza mediana (Sco- lioides nov. sect.) hirta Spazio frontale non limitato posteriormente; la sua punteggiatura è fitta e va gradatamente diradandosi sulla fronte e sul vertice. Pez- zo anteriore del II (1) urosternite a margine distale con smargina- tura o intaccatura mediana evidente (Scolia s. str.) 2 . Ali bicolori, violacee o subviolacee, con il margine costale giallo - ferrugineo 3 Ali unicolori, oscure, a riflessi violacei, talora subtrasparenti all’a- pice 4 . Vertice, il più delle volte, nero. Addome con macchie giallo - pal- lide separate (talora le posteriori riunite). Fronte a punteggiatura abbastanza fitta e regolare. Pezzo anteriore del Il (I) urosternite a margine distale convesso, con piccola incisione mediana quadripunctata Vertice, il più delle volte, macchiato di giallo. Addome con fascie giallo - aranciate (talora interrotte nel mezzo). Fronte a punteggia- tura più rada ed irregolare. Pezzo anteriore del II (1) urosternite a margine distale leggermente smarginato insubrica . Tutto il corpo completamente nero maura Almeno l’addome con fascie gialle D . Terzo (11) urotergite completamente nero. Ali nero - violacee, lieve- mente più pallide solo verso il margine apicale unifasciata PLS — Terzo (II) urotergite con fascia giallo - chiara. Ali bruno - fuliginose, subtrasparenti, a regione costale e basale sensibilmente oscurate bifasciata Sectio Scolicides nov. sect. Tipo: Sc. hirta Schrk. (1). - Per i caratteri dell’aedeagus e per la forma clavata delle antenne del 5° la Sc. hirta è nettamente staccata dalla Sc. quadripunctata Fab. (genotipo di Scotia) e dalle altre specie italiane; la con- i formazione dell’ gedeagus è molto simile a quella della Sc. vollenhoveni Sauss. (Betrem, 1933, p. 258, fig. 8) e della Sc. jacobii Be- trem, (idem, p. 250, fig. 6) e probabilmente a quella delle altre specie ad esse affini, ma la Sc. vollenho- veni, almeno, si differenzia per le antenne del 3 brevi e cilindriche e per la fronte normale. Per la forma delle pa- lette e per i caratteri della volsella (incisioni laterali, pubescenza basale scarsa, 1 ecc.) la Sc. hirta si avvicina \ sensibilmente al Subgen. i ; Fig. 1 - Svolia hirta Schrk.: Antenna sinistra, Liacos (sensu Betrem), il faccia posteriore. - 2. Sc. bifasciata Rossi: Antenna quale però è ben distinto destra, faccia posteriore. - 3. Sc. hirta Schrk.: Aedeagus, faccia dorsale. - 4. Sc. quadripunctata Fab. : lo stesso. (Il tratto corrispondente ad 1 mm. si condo nervo ricorrente, per riferisce solo alle fig. 1 e 2). le antenne cilindriche, per il colore rosso degli ultimi segmenti addominali ed infine per la per la presenza del se. (1) Betrem (1928, p. 256), nello stabibre i genotipi di alcuni gruppi di Scoliidei, indica: «Lisoca Costa (genotipo) Lisc. citreozonata Cost. = Sc. hirta Schrk. (‘Monobasic,,) >. Facciamo osservare che Costa ha descritto il gen. Lisoca in ‘Fauna Napoli, Scoliid., 1858, p. 8,, citando come prima specie del genere la Lisoca unifasciata e che solo in seguito (idem, 1861, p. 33) ha descritto la Zisoca citreozonata, la quale specie non è affatto sinonimo della kirfa. 116 presenza della caratteristica carena frontale comune al Subgen. Carino- scolia, il quale pure si differenzia dalla Sc. hirfa per Vaedeagus altri- menti conformato, per la forma delle antenne, il colore delle ali, ecc.. Nella Sc. hirta la carena frontale è sostituita da una leggera, ma sensibile, convessità: la fronte assume cioè una forma intermedia fra quella dei due sopra detti sottogeneri e quella normale propria degli altri gruppi stabiliti da Betrem (1928, p. 161 e 162). Scolia (Scolioides) hirta ab. unifasciatoides nov. Scolia unifasciata Mantero, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Ge- nova, XLII, 1905, p. 61. — Scolia hirta var. unifasciata Guiglia, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Lil, 1928, p. 439. La Sc. hirta oltre alla forma normale con fascia gialla sul Ill © IV (II - III) urotergite, presenta numerose e diverse forme di passaggio con la fascia del III (II) urotergite suddivisa in 2 o 3 macchiette irre- golari le quali possono, in certi casi, completamente scomparire, si han- no così esemplari con la sola fascia gialla sul IV (HI) HE ciÒ che li rende simili alla Sc. unsfasciata Cyrillo. Per evitare che questo carattere cromatico. proprio ad ambedue le specie possa trarre in inganno, denominiamo ab. unifasciatoides nov. la forma di Sc. hirtfa senza fascia gialla sul III (11) urotergite. Coll. Museo Civ. Genova: Isola del Giglio 13 gY 5 S leo. G. Doria (v. Mantero, 1. c.); Napoli 1 9; Sicilia 5 9 2 gf. Sectio Scolia s. str. Tipo: Scolia guadripunctata (Rohwer 1911, Betrem 1928) . Le forme italiane appartenenti a questa sezione sono assai simili nella conformazione generale dell’aedeagus, il quale corrisponde a quello raffigurato da Betrem (1928, p. 30, fig. 26). ‘In tutte esso si presenta difatti con abbondante pubescenza, in modo particolare fitta e densa alla base della volsella, dove assume una caratteristica disposizione: i peli sono, cioè, radialmente diretti e rialzati a formare una concavità a mo’ di scodella (guadripunctata, maura); talora poi questi peli sono assai lunghi e si ripiegano interna- mente su sè stessi in maniera da coprire più o meno la concavità stessa (insubrica, unifasciata, bifasciata). La volsella varia abbastanza sensibilmente da specie a specie; in alcune essa presenta al lato esterno | un'incisione che può essere più o meno profonda e con coni sensoriali piuttosto grandi, colla base più larga del diametro dei peli della por- zione distale a loro vicini (Fig. 10-12); in altre può assumere una forma Aedeagus visto dal lato ventrale Fig. 5 - Sc. hirta Schrk. (Italia): metà sinistra. - 6. Sc. quadripurctata Fab. (Loano, Lig.): lo stesso. (La freccia indica la porzione di volsella dise- _ gnata a più forte ingrandimento, vedi fig. 9). regolarmente triangolare con incisione assai più lieve (un/fasciata, bi- fasciata) e con coni sensoriali più piccoli (15-20 n) e più acuti, colla base notevolmente più stretta dei peli (Fig. 13). Scolia quadripunctata Fab. Località tipica: Italia. E questa la specie più frequente in Italia e ben distinta per le piccole dimensioni, la punteggiatura addominale rada e la pubescenza più luriga ed eretta. © 3 Oltre la forma tipica con due macchie sul HI e IV (Il e IIl) uro- tergite, si osservano frequentemente esemplari con due macchie, per lo più piccole, anche sul V (IV) urotergite (ab. sexpunctata Rossi); assai più rari sono gli esemplari con altre due macchie anche sul Il (1) uro- tergite (ab. octopunctata Stolfa) e quelli con due macchie anche sul VI 118 (V) (ab. decempunctata Guiglia) ('). Qualche volta possono scomparire le macchie del III (II) urotergite (ab. dipunctata Costa); in questo caso il colore giallo del margine costale delle ali anteriori si riduce talora a delle vaghe traccie assai poco evidenti, in maniera che le ali appaiono unicolori (1 yYdi Napoli, Coll. Mus. Civ. Genova) (?). Questi esemplari rimangono però sempre inconfondibili con quelli delle altre specie ad ali scure, sia per la pubescenza proporzionalmente più lunga, sia per la punteggiatura dell'addome assai più rada. Nella 9 il capo è quasi sempre nero; qualche volta può presenta- re il seno ‘oculare con un ristretto orlo giallo; più frequentemente si osservano però due macchie gialle lineari dietro le orbite che, in casi assai rari, si ‘estendono anche sul vertice, riunendosi in una fascia u- nica, come si osserva in una £ dell’Isola del Giglio, la quale presenta pure eccezionalmente due macchie ai lobi laterali del pronoto. Nel x il capo è, per lo più, completamente nero; talora i seni oculari sono orlati di giallo; i lobi del pronoto, di regola totalmente neri, presentano, in qualche raro caso, una macchietta gialla. La volsella, oltre i coni sensoriali ed i peli grandi, presenta pure radi peluzzi, lunghi circa come i coni sensoriali (Fig. 10). Scolia insubrica Scop. Località tipica: Pavia. Specie meno comune della precedente, dalla quale è ben distinta per le maggiori dimensioni, per le fascie giallo - aranciate degli uroter- giti, per la punteggiatura della fronte, del mesonoto, dello scutello e del postscutello, che nella 9 è sensibilmente più rada ed irregolare, ed infine per avere la 9 abbastanza di frequente una larga fascia gialla sul vertice (per lo più brevemente interrotta nel mezzo). Negli esemplari italiani da noi esaminati la colorazione dell’ad- dome è abbastanza costante: la fascia gialla del III (II) urotergite è . sovente interrotta nel mezzo; quella del IV (III) presenta spesso il margine anteriore più o meno profondamente intaccato (di rado l’in- taccatura raggiunge il margine posteriore); quella del V (IV) è sempre più ristretta, regolare nel 7, a margine anteriore sinuoso o divisa (1) In tutte queste forme aberranti le macchie posteriori possono talora riunirsi medialmente, > (2) Saussure (1864, p. 62) dice essere frequenti in Corsica maschi conle ali quasi nere e l'addome a due macchie. 119 in due macchie nella ; il gy presenta spesso due macchie trasversali anche sul VI (V) urotergite; talora pure agli ‘angoli posteriori del III e IV urosternite si osservano due piccole macchie gialle. Nei gg da noi esaminati i lobi del pronoto sono tutti con mac- chia gialla. La volsella presenta i peli basali grossolani e lunghi, ripiegati su sè stessi a coprire la concavità della scodella, assumendo una direzio- ne normale all’asse mediano; le valve del pene (viste lateralmente) sono all'apice troncate quasi ad angolo retto; i denti sono numerosi e con la base larga, particolarmente quelli distali. (Fig. 7) Aedeagus visto dal lato ventrale Fig. 7 - Sc. insubrica Scop.(Torino): metà destra. - 8. Sc. maura Fab. (Tol- metta, Cirenaica): metà sinistra. Non abbiamo osservato, nel materiale italiano, nessun esemplare con le macchie gialle ridotte come nella Sc. inferstincta Klug, specie che Dusmet (1930, p. 27) pone in sinonimia con la S. insubrica Scop. Riguardo a tale identità specifica noi facciamo notare che i gf g d’interstincta Klug di Algeria (Coll. Mus. Civ. Genova) sono certamente ben distinti da quelli di /nsubrica, sopra tutto per la conformazione 120 dell’aedeagus: i peli basali della volsella sono difatti diretti verso Va- pice invece che ripiegati verso l'interno, i lobi del pene non sono nè ispessiti all'apice nè ripiegati all’esterno ed infine le palette sono più brevi. Scolia maura Fab. Località tipica: Barberia. Non conosciamo g < italiani appartenenti .a questa specie; la sola O della Sicilia (ex Coll. Gribodo) da noi esaminata corrisponde bene ad altre 99 dell’Algeria (ex. Coll. Gribodo), il cui 7”, come un altro. di Tolmetta (Cirenaica) da noi esaminato, presenta l’aedeagus così con- formato: Volsella un po’ meno del doppio più lunga che larga; margine esterno con incisione abbastanza profonda un poco prima della metà; porzione apicale a peli abbastanza lunghi, mediocremente fini e sube- retti; coni sensoriali grandi e numerosi; porzione basale con peli fittis- simi disposti a scodella; valve del pene con 13-14 denti acuti. (Fig. 8) Non possiamo affermare con sicurezza se detti esemplari. siano realmente riferibili alla vera Sc. maura Fab., per quanto siano quelli che meglio corrispondono alle descrizioni; senza l'esame del tipo è assai difficile poter con certezza individuare questa specie; nelle ex Collezioni Magretti e Gribodo (Coll. Museo di Genova) sono difatti confuse con il nome di maura varie forme dell'Africa settentrionale ed orientale assai simili fra di loro nell'aspetto. Scolia unifasciata Cyrillo Lisoca unifasciata Costa, Fauna Napoli Scoliid. 1858, p. 9 e 36; T. XIX fig. 1 (7), fig. 2 (9) et var. melanocephala, idem. p. 10. — Di- scolia unifasciata Saussure et Sichel, Catai. spec. gen. Scolia, 1864, p. 71, n. 47. — Scolia unifasciata Costa, Prospet. Imen. Ital., II, 1887, p. 100, n. 7. — De- Stefani, Natur. Sicil., VII, 1888, p. 14. ‘ Località tipica: Italia meridionale. | Puglie: Trinitapoli 1 g7, 20- VII- 1929, leg. C. Confalonieri; Italia meridionale 2 SF (senza località precisata, ex Coll. Gribodo). L'esame di questi esemplari ci permette di stabilire con cer- tezza che la Sc. unifasciata Cyrillo è specificamente distinta dalla Sc. hirta Schrk., contrariamente all'opinione di non pochi Autori che; ba- sandosi sulle diagnosi spesso insufficienti e sui soli caratteri cromatici, la confondevano con la Sc. hirta ab. unifasciatoides. 121 Difatti oltre i caratteri distintivi del gruppo (cedeagus altrimenti conformato, fronte non convessa, antenne cilindriche nel 7, punteggia- tura della 9), la Sc. unifasciata è ben distinta dalla Sc. hirta per la pu- bescenza più fina e meno abbondante, per il tubercolo mediano del margine anteriore del II (1) urotergite sensibilmente pronunziato (nella /ir- ta-o manca completamente o è appena leggerissimamente sviluppato), per le ali di colore nero - violaceo intenso fortemente infoscate su tutta la superficie (nella 4irfa sono notevolmente oscurate solo nella regione costale e basale, nella rimanente superficie si presentano fuligginose . subtrasparenti con sensibile iridescenza violacea), per il I (1) urotergite più corto, più trasversale e nella parte anteriore più sensibilmente ri- stretto. Coni sensoriali della volsella visti a più forte ingrandimento Fig. 9 - Sc. hirta Schrk. - 10. Sc. quadripunctata Fab. - 11. Sc. insubrica Scop. - 12. Sc. maura Fab. - 13. Sc. unifasciata Cyrillo. ‘ La Sc. unifasciata si distingue inoltre nettamente dalla Sc. bifasciata Rossi, oltre che per il colore più oscuro delle ali, il giallo dell'addome ridotto, i lobi del pronoto neri, per la maggior statura e l’aspetto più robusto, per il II (1) urotergite più trasverso, per gli articoli delle an- tenne un poco più lunghi, per l’aedeagus a lati regolarmente arcuati fin dalla base della porzione distale delle palette, colla volsella a peli più fitti. Non possediamo alcuna 9 di urifasciata; secondo Costa e De Stefani essa può avere il capo rosso - ferrugineo oppure completamen- te nero (ab. melanocephala Costa). I 3 c da noi esaminati, oltre la fascia gialla del IV (HI) u- rotergite, presentano due macchie gialle trasverse alla base del V (IV) urotergite: ab. costana nov. (var. a di Costa, 1887, p. 100). Secondo Costa (1858, p. 36) questa forma è la più frequente nei dintorni di Napoli, mentre nella Terra d’Otranto dovrebbe trovarsi la forma tipica. 122 Scolia bifasciata Rossi ? Sphex quadricineta Scopoli, Delic. Flor. et Faun. Insubricae, 1786, p. 62, T. XXII fig. 5 (37). Località tipica: Insubria. — Scolia bifasciata Rossi, Mantissa Insect., 1792, App., p. 120 n. 105, T. 8 fig. H h (d7), I i (°). Loc. tip: Toscana. — Lisoca citreozonata Costa, Fauna Napoli Scoliid., 1861, p. 33, T. XXVI fig. 5 (7). Loc. tip.: Calabria. — Scotia bifasciata Costa, Prospet. Imen. Ital., 1887, p. 101 (3 9). — Discolia quadricincta (3°) e Dis. bifasciata (2) Guiglia, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, LII, 1928, p. 441 e 444. — Discolia hirta (in parte) Dusmet, Eos, VI, 1930, Quad. 1°, p. 30. (). Aedeagus visto dal lato ventrale Fig. 14 - Sc. unifasciata Cyrillo (Italia meridionale): metà sinistra. - 15. Sc. bifasciata Rossi (Canonica d’ Adda, Lombardia): lo stesso. Il valore sistematico e la sinonimia di questa specie sono stati, fino ad oggi, molto discussi; la recente cattura al Lido di Venezia di (1) Probabilmente è sinonimo di difasciata anche la var. rotata Costa (1858, p. 11, T. XIX fig. 6, O dall’Autore stesso, 1887, p. 101, posta in sinonimia con la Xirfa), essa è difatti descritta e raffigurata con la fronte macchiata di giallo e con due macchie gialle trasversali sul V (IV) urotergite. 125 esemplari d’ambo i sessi (leg. A. Giordani Soika) permette di af- fermare con sicurezza che la Sc. cifreozonata Costa non è che il J della bifasciata Rossi, ciò che d’altra parte era già stata indicato da Saussure e da Costa (1887), e che questa specie è nettamente dis- tinta dalla Airfa Schrk. Difatti oltre che per i caratteri di gruppo (antenne cilindriche nel y7, aedeagus altrimenti conformato, fronte non convessa, punteggiatura della fronte della 9 assai più fitta e regolare), le due specie sono differenti per avere il x della difasciata i lobi del pronoto gialli anzichè neri, una fascia gialla, qualche volta inter- rotta nel mezzo, anche sul V (IV) urotergite e talora due macchiette anche sul II (I) urotergite; la 9 per la fronte e la regione retroorvbi- tale per lo più macchiate di giallo e per avere talora una fascia gialla ristretta ed irregolare, spesso ridotta a due macchie trasversali, anche sul V (IV) urotergite, ciò che non si verifica mai nella Sc. Hirfa dove, tanto nel Y che nella 9, la colorazione gialla dell'addome tende invece a ridursi. Aggiungiamo inoltre che la pubescenza, in modo particolare quella della 9, è nella /#irta sensibilmente meno fina e più abbondante rispetto alla difasciata. REPRETOGRAREE Berland L. - 1925. - Faune de France, 10, Hyménoptères Vespifor- mes II, p. 295 - 300. Betrem J. G - 1927. - Tijdschrift v. Entom., LXX, Verslag, p. XCHI -. XCVIII. Betrem ]. G. - 1928. - Monographie der indo - australischen Sco- liiden mit zoogeographischen Betrachtungen. - Treubia, IX, Suppl., p. 1-379, 5 Tav. Betrem J. G. - 1933. - Die Scoliiden der indoaustralischen und pa- laearktischen Region aus dem Staatlichen Museum fiir Tierkunde . zu Dresden. - Stett. Ent. Ztg., 94, Heft II, p. 230 - 263. Costa Ach. - 1858 - 1861. - Fauna del Regno di Napoli, Scoliidei. p. 8-13 e p. 33-37, Tav. XIX e XXVI fig. 5. Costa Ach. - 1887. - Prospetto degli Imenotteri Italiani, II, p. 95 - 102. De- Stefani T. - 1888. - Imenotteri Siculi, Scoliidei. - Il Naturalista Siciliano, VIII, p. 12-10. Dusmet ]J. M. - 1930. - Los Escélidos de la Peninsula Iberica. - Eos, VE cuad. 1°; pr 12; 124 Guiglia D. - 1928. - Gli Scoliidei della Liguria. - Ann. Mas. Dea Storia, Naturale Genova, LII, p. 424 - 400. Mantero G. - 1905. - Materiale per una Fauna dell'Arcipelago Toscano. Isola del Giglio; Catalogo degli Imenotteri, Parte I. - Ann. Mus. i Storia Naturale Genova, Ept Rossi P. - 1792. - Mantissa Insectorum, App., p. 118 - 121, Tav. VII. Saussure H.é Sichel J. - 1864, - Catalogus Specierum Generis Scolia, Genève et Paris. Scopoli J. A. - 1786. - Deliciae Florae et Faunae Insubricae, Peste Di 58 00,1. XXI fio FAI, Stolfa E. - 1930. - Una nuova varietà della Discolia quadripunctata Fab. - Boll. Soc. Entom. Italiana, LXIHI, p. 07 - 68. Vander Linden P. L. - 1829. - Observations sur les Hyménoptères d'Europe de la Famille des Fouisseurs, Bruxelles, p. 16 - 31. DR. EMILIO BERIO LEPIDOTTERI RACCOLTI DAL PROF. L. CIPRIANI NEL FEZZAN (1932) i I Il materiale raccolto dal Prof. L. Cipriani durante la sua escursione . nell’estate 1932, e inviato dal Prof. Zavattari al Museo. di Genova, è molto scarso. Però esso è molto interessante presentando 2 specie nuove di cui una tipo di un nuovo genere. Tipi al Museo Civico di Storia Naturale di Genova. Fam. NOCTUIDAE Subfam. CUCULLIANAR Pseudonycterophaeta n. gen. Nycterophaetae simzilis; sed palpibus porrectis tertio segmento nudo stiliformi; fronte prominente quadrata sine piastra. Genotypus P. melanoglossa 7. Proboscide ben sviluppata; palpi porretti col 2° articolo lungamente peloso e il terzo nudo, compresso lateralmente; fronte prominente qua- drata, con rilievo rugoso (Fig. IA); occhi larghi e tondi; antenne ciliate; 125 capo e torace coperti di peli e scaglie piliformi, senza creste distinte; tibie moderatamente pelose, le anteriori con un uncino terminale robusto, dop- pio, più lungo internamente che esternamente (Fig. I B); addome cilindrico, senza creste. Ali ant. moderatamente allungate; vene 3 e 5 da presso l’an- golo inf. della Cell.; 6 dall’angolo sup. di questa; 9 da 10 in anastomosi da 8, formando una areola: 11 dalla Cell. Ali post. con 3 e 4 dall’angolo della Cell.; 5 rudimentale dal suo centro; 6 e 7 peduncolate dall’an- golo superiore. Fig. I. Pseudonycterophaeta melanogiossa n. gen., n. sp.: À, capo visto dal lato sin., B, tibia anteriore destra dal davanti. Come il Gen. Nycterophaeta Smith. del N. America, questo genere presenta nelle tibie anteriori un uncino doppio terminale, più lungo in- ternamente che esternamente. Però, mentre i palpi sono in quello obliquamente rivolti in alto, qui sono porretti, e il terzo segmento è esile e nudo. La fronte anzichè rotonda con una piastra inferiore, è qui quadrata e fortemente sporgente. Pseudonycterophaeta melanoglossa n. sp. (Fig. Il). Alis anterioribus, capite, thorace, abdomine cremeis. Tegulis striga media nigra; radice alarum anteriorum striga nigra linguiformi, venis nigris subtilioribusj alis posterioribus niveis. 126 Capo, torace, addome, petto e zampe color crema. Ali ant. senza le linee trasversali solite delle nottue, nè stimmi. Sul loro colore omoge- neo, che comprende anche le frangie, non spiccano che le vene segnate finemente di scuro e una linea nera longitudinale a forma di lingua, che, partendo dalla base dell’ala, sotto la media, si estende assottiglian- dosi sulla vena 1 fino a mezz’ala. Lungo la costa, al torno nel punto dove arriva la vena 2 e al margine distale tra le vene 3 e 6, una spol- veratura ocracea, come pure nel margine posteriore, nella metà circa della sua lunghezza. ‘Fig. II. Pseudonycterophaeta melanoglossa n. gen. n. sp. I (x 2) (la macchia scura sulle ali sin. è dovuta a grasso) La detta spolveratura forma alla vena 2 la macchia che compare in molte specie del Gen. Cucullia del gruppo verbasci. | Ali post. bianchissime, subtrasparenti, colle vene appena segnate in cremeo e con una sottile striscia dello stesso colore, ma poco più sen- tito, lungo il margine. Sulle tegule una striscia nera. Inferiormente le 4 ali uniformemente subargentee. Espansione delle ali mm. 15. Holotypus: 3”, Ubari 23 - X - 1932. Subfam. NOCTUINAE, Anumeta quatuor n. sp. (Fig. III). Alis subrufescentibus striga transversa brunnescenti, punctis nigris quatuor. La specie appartiene al Gen. Anumeta, ma i ciuffi di peli spiniformi 127 delle seconde tibie sono sviluppatissimi e robustissimi, tanto da far ri- tenere a tutta prima che l’insetto appartenga alle Catocale. Il colore delle ali è fulvo, più bruno sulle ali posteriori, e si estende dalla radice dell’ala senza alcun segno fino alla postmediana, che è for- mata da una striscia bruna slavantesi nel fulvo interna- mente. Oltre la postmediana, nelle quattro ali segue un campo chiaro, segnato di bru- no solo all’apice delle ali an- teriori. Antemarginale spicca- tamente dentellata in nero; frange brune. Su ogni ala spicca un punto nero pro- fondo. Torace concolore fulvo; Fig. III. Anumeta quatuor n. sp. Q Holoty. addome fulvo, schiarentesi al- pus (grand. nat.). l’apice. Espansione delle ali mm. 33. Holotypus: 9, Ubari 23 - X - 32; paratypus: 9, Ubari 28-X-32 ('). Anumeta quatuor ab. lineata nova. Alis anterioribus strigibus antemediana et mediana signatis. Qui, sul campo fulvo delle ali anteriori, sono segnate l’antemediana e la mediana trasversalmente con un segno sottile di fulvo più carico. Holotypus: 9, Ubari 30 - X - 32; paratypus: 9, Gatron 30-X-32 Oltre alle suddescritte sono state catturate le seguenti specie: Pyramaeis cardui L. 4 es., Ubari 22 - X - 32 Anerastia sp. prob. /actealis Rothsch. 9, Gatron 30 - X - 32. Constantia kebylalis Lucas, g’, Gatron 30 - X - 32. Queste due ultime sono state determinate dal Conte Fred Hartig, al quale esprimo i migliori ringraziamenti anche per essersi interessato di far esaminare le Anzzeta dal Dott. H. Zerny di Vienna che pure ringrazio sentitamente. Le fotografie sono state eseguite gentilmente nell’Osservatorio di Fi- topatologia in Genova dal Prof. Paoli, al quale esprimo i più sentiti ringraziamenti. (1) La specie è forse molto vicina alla Anumeta sourcoufi di Dummont, dalla quale differisce per la mancanza della reniforme. Il confronto tra le due specie non si è potuto fare sul £#ypus di quest’ ultima, per il decesso del suo autore. Le due Q O sono state confrontate soltanto sulla diagnosi, gentilmente segnalata dal Conte Fred Hartig. f 128 Mario MARIANI UNA GRAVE INFESTIONE DI SESAMIA VUTERIA STOLL | (NONAGRIOIDES LEF.) IN PROVINCIA DI MESSINA Il Dott. Luigi Ciccarello della Sezione di S. Agata (Cattedra Am- bulante di Agricoltura di Messina), ha voluto affidarmi l’incarico di studiare il parassita che ha causato ingenti danni alle estese colture di grano nella pianura di Zappulla, fra C. D'Orlando e S. Agata, di proprietà della Famiglia Cupane, di cui è noto l'illustre antenato Fran- cesco Cupane, insigne naturalista, che, fin dal 1696, descrisse e fece disegnare piante e insetti. Colgo qui l'occasione per porgere i miei rin- graziamenti al Cav. Giuseppe Cupane per la larga ospitalità offertami e per il vivo interessamento col quale, mantenendo vive le tradizioni di Famiglia, ha seguito le mie ricerche. Fra noto che le larve di Sesamia vuteria Stoll si nutrono, oltre che della polpa dei fusti di granoturco (Zea mais), anche di altre graminacee, purchè offrano loro un alimento cospicuo; Culot ne fa cenno nella sua preziosa opera « Noctuelles et Géomètres d’Europe» e dice, anzi, che l'esemplare figurato a Tav. 42, figura 14, è stato ottenuto da una larva trovata in un culmo di grano (7riticum vulgare). Pare però che una vera infestione di Sesamzia non si sia mai verificata nei campi di fru- mento, mentre è stata rilevata, benchè erroneamente riportata a Leucania zeae, (') come dannosissima alle culture di granoturco. _Il fenomeno della infestione è, comunque, molto interessante: quando il frumento era ancora verde si notavano, anche a distanza, numerosis- sime spighe biancastre ed erette, evidentemente vuote; esaminate da vicino, appena quindici giorni fa, le piante non presentavano alcun segno esteriore del parassita, salvo la spiga vuota e biancastra ed un piccolo punto nero, nella maggior parte dei casi sul nodo terminale, che tradiva l'ingresso della larva appena nata attraverso una sottile ferita presto ri- marginata, perchè operata sulla pianta ancora tenerissima. Spaccati i culmi, si rinveniva, nello spazio fra il penultimo e ultimo nodo o fra il nodo terminale e la spiga, una larva che riconobbi subito essere quella —_ (1) U. Roccied E. Turati. « Le Leucanidi del gruppo zeae ». Memorie della Soc, En- tomologica Italiana, Vol. XII - 1933, fascicolo II, pag. 273 e seguenti. 129 della Sesamia vuteria Stoll, a me molto nota perchè già rinvenuta e allevata nei fusti di granoturco. I danni che questo insetto arreca al frumento sono assai più gravi di quelli che arreca al granoturco perchè, data la esiguità dello stelo del grano, il lavorio della larva interrompe subito la circolazione della linfa e le spighe intristiscono e muoiono immediatamente. Con appositi dispositivi, che mi hanno permesso di fare le mie os- servazioni mettendo il grano malato nelle più disparate condizioni, com- prese quelle naturali, con allevamenti in terrine tenute in grandi gabbie di rete metallica, ho rilevato che le larve, raggiunta una certa dimensione, escono dal culmo originariamente attaccato e passano, praticando una apertura quasi perfettamente rotonda presso il nodo terminale, in una pianta sana, rendendo così visibilissimo il guasto, sia nella pianta ab- bandonata, come nella nuova occupata. In alcune piante si trovano tre ed anche quattro larve, sempre però negli internodi più alti che sono naturalmente i più teneri. Non è possibile dare un giudizio che non sia azzardato sulle ragioni che hanno determinato e provocato uno sviluppo eccezionale della specie; però, fin dallo scorso anno, in settembre, notai che tutti i fusti di gra- noturco contenevano diecine di larve di Sesamia e, purtroppo, quei fusti infestati furono abbando:ati all'aperto, anzichè bruciati come si doveva, dato che le larve li avevano resi inservibili anche per l’alimen- tazione del bestiame. I bruchi di Sesamzia vuteria osservati da me, si sono incrisalidati negli stessi culmi di frumento, dopo avere aperta una larga via di uscita per l’insetto perfetto. I culmi contenenti crisalidi o bruchi che si dispongono alla ninfosi sono, a causa della larga apertura praticata per l’uscita dell'insetto perfetto, spezzati fra il nodo terminale e l’ante- terminale, condizione questa che rende più facilmente riconoscibili le piante che urge distruggere. Dato che la specie di cui trattasi ha generazioni continue da Marzo ad Ottobre, come ho potuto rilevare dagli individui della mia colle- zione, è ovvio che in qualunque momento, dalla primavera all’autunno avanzato, è possibile trovare l’insetto in tutte le fasi del suo sviluppo. Una tale condizione di cose rende insufficiente l’incendio delle stoppie dopo la mietitura, dato che, secondo l’abitudine locale, dopo la mietitura viene seminato il granoturco che ospiterebbe largamente la discendenza degli scampati dall’incendio delle stoppie. Sarebbe quindi da consigliare la sostituzione del granoturco con altra cultura ed il taglio di quello già cresciuto (data la piccola quantità e la possibilità di utiliz- 130 zarlo largamente come foraggio il danno sarebbe lievissimo); tale pra- tica, messa in attuazione almeno per tutto quest'anno, infliggerebbe al parassita un colpo terribile e salverebbe le culture a venire. Zappulla 2 - VI - 34 GIAN MARIA GHIDINI Istituto di Anatomia e Fisiologia Comparate della R. Università di Pavia (Direttore Prof. Edoardo Zavattari) DESCRIZIONE DELLA FEMMINA DI GYMNOPHORA (CAPRAEPHORA) LAPIDICOLA BEZZI ( Diptera Phoridae ) ll Dott. Felice Capra del Museo Civico di Genova, che ho qui il piacere di ringraziare pubblicamente, ha avuto la cortesia di darmi in istudio alcuni esemplari di Gymrophora (Capraephora) lapidicola Bezzi da lui raccolti nelle seguenti località della Val Chiobbia: | Bocchetto del Croso (m. 1940, 25 - VII - 1929) sotto sassi presso l’Alpe in rovina, due 99 e un gt. Bocchetto del Croso (4 - IX - 1932) una 9 vagante tra i sassi della mulattiera. Alpe Finestre (m. 1800 circa, 2 - IX - 1932) una 92 e ung'’ trai sassi della mulattiera che sale al Bocchetto del Croso. Alpe Finestre (11 - IX - 1932) un g” vagante su sentiero a circa 1700 m. Questa interessante specie è stata descritta dal Bezzi (3) su un unico esemplare J e per essa specie egli creò il gen. Capraephora a cui successivamente Schmitz (7) assegnò soltanto il valore di sottoge- nere di Gymnophora in considerazione della presenza di numerosi caratteri comuni. La 9 di questa specie non è ancora ben nota, per quanto lo Schmitz (7 pag. 132) dica: « Herr Prof. Bezzi war so freundlich, mir ein 9 zu iiberlassen ». Trovo quindi molto opportuno descrivere la 9 per la miglior co- noscenza della specie che, ripeto, è molto interessante, non solo perchè presenta un’atrofia alare molto marcata (grado 6° del Bezzi (2), ma 131 perchè anche il y è subattero. Dirò ancora che la specie, con tutta certezza, non è mirmecofila, fatto questo confermato dai recenti reperti relativamente numerosi. Per la descrizione del sottogenere riporto quanto dice il Bezzi: « A gen. Gymnophora Macq. cui reductione macrochaetarum totius « corporis ac genitalium fabrica certe simile, differt oculis nudis, ma- « crochaetis verticalibus et scutellaribus duabus tantum, dorsocentrali- « busque nullis, thoracis lateribus in medio valde angustatis, maris «< abdomine segmento sexto non elongato hypopygioque exserto, tibiis « posticis apice calcaratis, alis halteribusque denique rudimentalibus. >» Tale descrizione pecca però di inesattezza nel luogo <« .... oculis nudis .... >» che invece, a forte ingrandimento, appaiono finemente e sparsamente pelosi. Gymnophora (Capraephora) lapidicola Bezzi, 9 Capo nero - opaco con fronte nero - lucida sulla linea mediana. Peli della fronte neri. Antenne nere con arista color melleo oscuro. Proboscide robusta di color giallo lucido, con palpi neri muniti di setole pure nere. Torace e sciudeito di colore nero opaco con brevi peli neri. Rudimenti delle ali con porzione anteriore subtestacea, mentre la posteriore è bianca, trasparente. Bilancieri di color bianco sporco. Piedi con femori ferrugineo oscuri. Tibie di color melleo e tarsi pure, fuorchè nell’ultima porzione che è piuttosto iscurita. Addome nero - opaco con pubescenza nera. Membrana ventrale di color bianco sudicio. Capo trasverso, misurandone la larghezza al limite massimo degli occhi composti. Fronte trasversa e leggermente convessa, con peluria breve e sparsa, più ispessita al margine anteriore: questo si prolunga in avanti sopra la base delle antenne con una prominenza arrotondata subtriangolare. Vertice con due macrochete poste una per lato presso il margine degli occhi. Occhi fortemente convessi, sporgenti, subcirco- lari, muniti di esili peli largamente sparsi. I tre ocelli sono disposti a triangolo equilatero in prossimità del vertice. Guancie trasverse. Aper- tura d’inserzione della proboscide molto larga. Antenne caratteristiche; il primo articolo è breve e ritorto, più largo alla base dove cioè si inserisce nella fossetta antennale. Esso è finemente pubescente. Il secondo articolo, pressapoco lungo quanto il primo, è compreso quasi totalmente nel terzo. Il terzo articolo è molto grande e subsferico, a contorno quindi quasi circolare. Esso pure è rivestito da minuta pubescenza e porta una lunga arista innestata in ® 132 una piccola fossetta. L’arista è costituita da tre articoli, di cui i primi due, quasi egualmente lunghi, sono brevi, ma non trasversi e il terzo è lunghissimo, filiforme, plumoso. La proboscide ‘ig. 1) è grossa ed introfiessibile nelle cavità ipo- cefalica. La basiproboscide (fig. 1, b.) (adotto la terminologia del Pe- terson), inserita lungo il margine inferiore della cavità ipocefalica, quello cioè dato dall’unione dei margini dell’epistomio, delle guance e della piastra mentoniera, è imbutiforme, membranosa. Nel suo interno tro- vasi la basifaringe (fig. 1, bf.) in forma di doccia, munita alle due FASCISTA CO. - - — — — — — — es e ro oa 7 Fig. 1 - Apparato buccale di Gymrophora (Capraephora) lapidicola Bezzi bp. - basiproboscide; df. - basifaringe; co. - corni della basifaringe; cze. - corni della teca; ep. - epifaringe; fu. - furca; g/. - glosse; ip. - ipofaringe; /s. - labbro superiore; w2. - membrana; 720. - mesoproboscide; 7270. - metaproboscide; pg7. - paraglosse; pa. - palpo mascellare; Ze. - teca; fo. - torme. estremità dorsali di due processi chitinosi: i corni della basifaringe (co.). Anteriormente trovansi le torme (to.) costituite da due lamine in forma di becco psittaceo, articolate con la basifaringe. Medialmente e lateral- mente alla basiproboscide sono inseriti i palpi mascellari (pm.), costi- tuiti da un solo articolo coperto da breve peluria e munito distalmente leon 133 di alcune robuste setole. Alla porzione distale ed anteriore della basi- proboscide è connesso il labbro superiore, l’epifaringe e posteriormente la medioproboscide che si allarga poi a dare l’ultima porzione o metaproboscide. La medioproboscide, (mp.) è subcilindrica ed è costituita dal labbro inferiore enormemente sviluppato. Nella regione posteriore di essa trovasi la teca (te.). Quest'ultima è formata da una lamina chitinosa a concavità anteriore. Ai due angoli della base, che è rettilinea, notasi uni processo spiniforme (cte.), atto ad articolarsi con la furca. Questo processo è lo sclerite sigma di Peterson o corno della teca secondo altri AA. (cfr. Héwit, Zavattari), e qui appartiene distintamente alla teca, mentre il Peterson vorrebbe considerarlo come parte della furca. I lati della teca sono ampiamente lobati, mentre il margine superiore pre- senta un lobo piuttosto allungato. La teca porta medialmente, ad ogni lobo laterale, una setola abbastanza robusta. La metaproboscide (mtp.) è allargata ed è costituita in massima parte dalle paraglosse (pgl.). Quest’ultime si presentano come due ampie lamine di forma ellissoidale, membranose ed indipendenti una dall’altra. Esternamente esse sono munite di pochi peli, molto sparsi. La furca (f.) destinata, sollevandosi, ad allargare le paraglosse, è costi- tuita da due porzioni ben distinte: una prossimale e direttamente articolantesi con le corna della teca, l’altra distale articolantesi con la precedente e terminante nella porzione anteriore della paraglossa. In mezzo alle paraglosse trovansi le glosse che si sono saldate a formare un pezzo impari (gl.). Il labbro superiore che, come ho detto, è connesso con la porzione distale della basiproboscide, è assai ampio e fortemente ricurvo ai lati, si da formare una doccia molto convessa a labbri subcontinui posti ventralmente. L’apice di esso è tronco e termina con due piccoli lobi laterali. L’epifaringe (ep.) è costituita da un pezzo impari triforcuto: il processo mediano, molto più lungo, termina a punta di freccia. Sotto ad essa trovasi l’ipofaringe in cui ben evidente è il dotto salivare. Torace molto piccolo, allungato, più stretto del capo, quasi com- presso lateralmente, fatto, questo, dovuto al mancato sviluppo dei muscoli alari. Mesonoto abbastanza convesso superiormente, fittamente e uni- formemente coperto da minute setoline, senza macrochete, nè impres- sioni longitudinali, nè area prescutellare. Mesopleure con due macro- chete abbastanza robuste. Scudetto piccolo, ridotto ad un sottile orlo decorrente lungo il margine posteriore del mesonoto, di cui ha ugual pubescenza. Esso però presenta, medialmente al margine posteriore, 134 due setole abbastanza robuste. Metanoto molto ampio, trapezoidale, ristretto anteriormente e - posteriormente, della larghezza del secondo segmento addominale. Ali fortemente atrofiche, strette ed allungate; in esse mancano completamente tracce delle nervature; il loro apice è appuntito e sor- passa di poco la base del secondo segmento addominale. La porzione anteriore delle ali, come mostra la fig. 2, è munita di chete abbastanza robuste disposte in due file. Ho notato alcuni sensilli campaniformi e cioè due presso l’apice, uno mediale e quattro nella regione anale. La membrana alare è infine tutta ricoperta da microscopiche setoline. Fig. 2. - Ala sinistra di Gymrnophora (Capraephora) lapidicola Bezzi. Bilanceri ridotti a due piccolissimi rudimenti in cui, a mala pena, è possibile distinguere una porzione distale leggermente dilatata, rap- presentante la massa terminale, ed una porzione basale più. sottile o peduncolo. Essi sono coperti da una tenue pubescenza. Zampe allungate, con anche moderatamente sviluppate, munite in prossimità dell’articolazione coxo - femorale di alcune macro- chete. Femori anteriori alquanto ingrossati, attenuati verso l’apice; i posteriori a margini subparalleli. Tibie nettamente più corte dei femori, con pubescenza uguale a quella di questi ultimi, ma più fitta; le pro- toraciche sono prive di macrochete, mentre le meso - e metatoraciche presentano due robusti speroni terminali di diversa lunghezza.- Tarsi di cinque articoli a pubescenza uguale a quella delle tibie, che essi superano in lunghezza: pretarso, in tutte tre le paia, un poco più lungo dei due successivi articoli presi assieme. Nei tarsi protoracici il secondo articolo è lungo quanto il terzo, in quelli metatoracici è nettamente più lungo: nei primi inoltre il quarto e quinto sono subeguali, mentre nei 135 secondi il quinto è più esile del precedente. Unghiette piccole falcate. Pulvilli minutissimi, empodio normale. | Addome costituito di undici uriti compreso il primo, che come in tutti i ditteri, si ritiene scomparso, e dei quali 1’8°, 9°, 10° e 11° sono introflessibili; esso è coperto da brevissima pubescenza e presenta una leggera fisogastria. I tergiti degli uriti, dal secondo fino al sesto compreso, sono tra- sversi. Il secondo presenta la faccia basale incavata ad accogliere il ‘metatorace: si articola posteriormente col terzo, più largo di tutti gli altri. Essi si continuano lateralmente col ventre che è membranoso e . in cui non sono visibili gli sterniti corrispondenti. Settimo tergite bre- ve e trasverso, articolantesi posteriormente con l’ottavo, che è costituito Fig. 3 - Ovopositore di Gymnopkora (Capraephora) lapidicola Bezzi. go, - gonapofisi; 2. - membrana; ps. - piastra subgenitale; Ze. - tergite; u. - urife; v. - vulva. da una lamina chitinosa più lunga che larga, subtriangolare, con base anteriore. L’urite presenta sparsi peli e una corona d’essi posta lungo il margine caudale. Il nono urite, leggermente chitinizzato, e il cui tergite è in forma di piastra allungata, è munito esso pure di sparsi peli. Nella porzione dorsale di quest’ultimo si inserisce il decimo, breve e arrotondato posteriormente, a cui fa seguito l’undicesimo molto pic- colo e munito di due ganopofisi con setole piuttosto rubuste. Fra il 136 settimo - ottavo ed ottavo - nono urite vi sono ampie membrane inter- calari che hanno l’ufficio di permettere l’introflessione e l’estroflessione degli uriti. Nella porzione ventrale del nono urite notasi internamente una piccola piastra chitinosa: la piastra subgenitale. BIBLIOGRAFIA Berlese A. - Gli Insetti, vol. I. Milano 1909. 2 - Bezzi M. - Riduzione e scomparsa delle ali negli insetti ditteri. « Natura >, Milano, 1916, vol. VII, p. 85 e 135. 3 - Bezzi M. - Un dittero subattero italiano appartenente ad un nuovo genere di Foridi non mirmecofili. - « Boll. Soc. Entg. Ital. >» LIV 1922;-p. 143. 4 - Grandi G.- Ricerche sopra un Phoridae (Diptera) africano (Aphio- chaeta xantina Speis.) con particolare riguardo alla morfologia della larva. - « Boll. Lab. Zoolg. gen. e agr. di Portici » vol. VII, forced LI 1914, p. 242. 5 - Hewit G. C. - The house fly Musca domestica Linn. Cambridge, 1914. 6 - Peterson A..- The head capsule and mouth parts of Diptera. - « Illinois Biological Monographs » HI, 2, 1916. 7T- Schmitz R. - Revision der Phoriden - « Dummlers Verlag », Berlin, 1929. 8 - Zavattari E. - Ricerche biologiche ed etologiche sul dittero alo- filo Ephydra bivittata Loew. - R. Comitato Talassografico Ital. Memoria LXXXIII, Venezia, 1921. REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE IX 49 - Ephesia nymphaea Esp. f. p. benacensis Rocci (Lep. Noct.) - Con questo nome pubblicavo e descrivevo minutamente (Boll. Soc. Ent. Ital. LXIIHI. N° 6 -7-1931, pp. 93 - 94) una particolare forma del Lago di Garda. Vedo ora che il Sig. Franz Dannehl (Ent. Zeit. XXXXVII N° 3 -1933, pp. 25 - 26) vorrebbe rinominare la mia razza - chiamandola amaura Dhl. - per la ragione che io non ne avrei ben determinati i caratteri, non avendo avuto a disposizione le serie di centinaia di esemplari che invece ha avuto lui. 157 A parte la presunzione del Sig. D., il quale non può sapere quanti individui io abbia preso in esame per lo studio della beracensis, non riesco a capire perchè la validità di un nome assegnato ad una forma dovrebbe essere subordinata al numero degli esemplari che si dice di aver visti o non piuttosto alla consistenza e costanza dei carat- teri distintivi ed alla esattezza della descrizione. È forse una nuova norma di nomenclatura che il Sig. D. vuol introdurre ed applicare a proprio vantaggio ? Sta di fatto che beracensis è stata descritta su oltre trenta esemplari e che, non solo io ho esposti in modo particolareggiato i caratteri di quella forma che ho fissata come nominale della razza, ma altresì ho riassunte le caratteristiche complessive della razza stessa in confronto con le razze vicine. Tanto è vero che la brevissima diagnosi che il D. dà della sua pretesa amaura non è che una parafrasi delle mie con- siderazioni conclusive sui caratteri di deracensis. . Il nome amaura è quindi vuoto di significato, poichè non è neanche un inutile sinonimo, e rappresenta soltanto il tentativo, poco corretto, di sostituire arbitrariamente una validissima denominazione. Del resto il D. non sembra nuovo a questo genere di indagini scientifiche e, poichè i suoi scopi sono puramente commerciali, non deve far meraviglia ve- dere come egli affastelli rzomi nuovi, prendendoli ovunque può, per designare forme descritte da altri. Ma vi è di più. L’aver raccolto, come dice il D., centinaia e cen- tinaia di esemplari della bella Catocala del Lago di Garda, significa aver pressochè distrutta questa rara e innocua forma strettamenle locale che d’ora innanzi sarà quasi introvabile. Fpperò io domando, per questo caso e per tanti altri consimili, se è, e sarà sempre lecito, che si compiano da parte di persone senza scrupoli e per giunta straniere, razzie tali da depauperare fino all’esau- rimento un materiale di studio che, in conclusione, fa parte del nostro patrimonio zoologico e come tale deve essere giudiziosamente conser- vato e difeso. U. Rocci 50 - Satrapes Sartorii. Redtb. - (Co/. Mister.) - Fra i detriti al- luvionali, sulle rive dell'Arno a Firenze, in località denominata Isolotto, ho catturato, nel Maggio 1932, un esemplare di questa rara specie mirmecofila, che, a mia conoscenza, non era mai stata rinvenuta in Toscana. Secondo il Luigioni era già nota per il Piemonte, Veneto e Lazio. Debbo la determinazione della specie alla cortesia del Prof. Miiller, che mi è grato ringraziare assai sentitamente. Dot. ING. A. GAGLIARDI 138 51 - Adalia decempunctata L. ab. grossulariae Meier. - (Col. Coccin.) - Non mi risulta che sia stata ancora indicata d’Italia questa aberrazione che appartiene al gruppo delle forme dell’ Adalta decem- piunctata. L. aventi le elitre completamente nere nella metà posteriore. Nella metà anteriore di ogni elitra vi sono due macchie gialle semi- lunari, Vuna marginale, l’altra presso la sutura, disposte come nell’ab. decempustulata. L. Il Della Beffa, nella sua Revisione dei Coccin. Ital. . (Riv. Col. Ital. An. XI. p. 73.), la cita come mai osservata d’Italia ed il Luigioni non la nota nel suo catalogo. Nel novembre dello scorso anno ho catturato nel parco delle Cascine a Firenze un esemplare di questa forma con le macchie, specialmente quella suturale, alquanto ridotte. Dott. ING. A. GAGLIARDI 52 - Gabrius pennatus Sharp - (Col. Staphyl.). - AI Passo della. Futa, valico dell'Appennino Tosco - Emiliano, ho raccolto, nell’Agosto 1930, un esemplare di questa specie, rinvenuta finora in varie localiltà delle Alpi Marittime, Lepontine e Venete, nel Lazio ed in Corsica. La specie è stata gentilmente determinata dal Dott. Gridelli, al quale | esprime qui i più sentiti ringraziamenti. Dott. ING. A. GAGLIARDI REGENSEONE Amsel H. G. — Die Lepidopteren Paltistinas, eine zoogeographisch- 6kologisch -faunistische Studie. “ Zoogeographica,, Archiv. f. vergl. u. kausale Tiergeographie, diretto da Fr. Okland, Oslo; edit. G. Fischer, Jena 1933, Vol. 2, 146 pag. con 2 fig. L'Autore descrive in 17 Capitoli, sotto i vari aspetti zoogeografici ed ecologici, la fauna lepidotterologica della Palestina, da lui studiata durante quattro mesi. Dopo una introduzione e uno sguardo generale alla zona, VA. tratta della geografia, orografia, geologia, clima, con tabelle delle pioggie e dell'umidità nelle diverse stazioni e nei diversi mesi, nonchè delle temperature medie, con cenni sulla flora caratteri- stica. Nel III capitolo trova posto la storia della lepidotterologia, e nel IV il caratere della fauna dal punto di vista della sistematica; segue una tabella con confronti proporzionali delle specie conosciute di 39 famiglie di Macrolepidotteri (624 specie) e di 18 famiglie di Micro- lepidotteri (711 specie) con la conclusione che la Palestina possa 139 considerarsi la regione delle Pyralidi che dominano nettamente su tutte le altre famiglie, comprese le Nottue. | Dopo aver trattato, nel capitolo V, del carattere della fauna dal punto di vista della composizione degli elementi faunistici, adottando la definizione di Rebel: un elemento faunistico è una categoria zoo- geografica, mediante la quale si può ascrivere ad una specie recente un dato e determinato tipo di diffusione, VA. divide gli elementi fauni- stici, nel modo pure adottato dal Rebel, in elementi olopsicrici (specie eurosibiriche, boreali, alpine e boreo - alpine) ed in elementi olotermici (specie mediterranee, atlantiche, pontiche e pontico - mediterranee); cri- tica la definizione del termine « specie pontiche » che da ogni autore fu diversamente interpretato, e sostituisce la definizione delle specie chiamate « pontico - mediterranee >» col termine pre - asiatico - mediter- ranee. Citando poi Uvarov, stabilisce per le forme eremiche tre elementi che contrappone alle forme mediterranee e compila il quadro degli ele- menti esistenti nella Palestina in tal guisa: fra quegli olopsicrici, le specie eurosibiriche; fra quelli olotermici, che suddivide in quattro gruppi, le specie circummediterranee, pontiche e preasiatico - mediter- ranee quale elemento faunistico mediterraneo; le specie paneremiche, | eremiche orientali, medioeremiche ed eremiche occidentali quale ele- mento eremico; le specie asio-tropicali, africo-tropicali e paleotropicali come elemento tropicale, aggiungendo le geopolitiche, ed infine, quale elemento endemico, le specie endemiche. Fa seguito un elenco delle specie con un quadro delle percentuali e dei rapporti tra macro - microlepidotteri e fauna totale e un elenco di 184 specie endemiche, tra cui 110 nuove descritte dall'A. Riassu- mendo poi l’importanza della fauna endemica in relazione ai diversi territori, l'A. passa, nel capitolo VI, alle relazioni che la fauna può avere coi paesi circostanti e cita il rapporto percentuale per la Siria, l'Egitto, la Mauritania, il Marocco, la Spagna, l’Italia, la Dalmazia, i Balcani, l’Asia Minore, l'Armenia, la Mesopotamia, l'Asia centrale, l'Eu- ropa media e i Tropici. Segue una tabella che rileva la distribuzione delle specie eremiche, tropiche, eurosibiriche e mediterranee della Pa- lestina nelle suddette zone. Da questi confronti VA. deduce la necessi- tà di stabilire quale parte di un elemento faunistico costituiscano le specie dette eremiche e riconosce nella Palestina, confrontandola spe- cialmente coll’Egitto, una tappa meridionale molto più caratteristica per l'elemento circummediterraneo e pre - asiatico che non per le specie eurosibiriche. Nel capitolo VII, fatti altri confronti, l'A. arriva alla conclusione 140 che la fauna della Palestina, in seguito alla situazione geografica, di- mostra nettamente i caratteri transitori dalla regione mediterranea a quella desertica, causando da una parte una certa povertà di specie, dall’altra una notevole ricchezza di elementi faunistici. Più oltre PA. studia la provenienza delle specie, considerando particolarmente il mo- vimento glaciale e dando peculiare riguardo alle specie delie dune che, appartenendo a quelle più giovani del quadro faunistico, trovano qui il loro confine di distribuzione orientale e settentrionale. Il capitolo X è dedicato alla comparsa ecologico - biologica delle varie specie. Par- lando dei criteri generalmente adottati, specialmente nelle ricerche biotopiche, l’A. caratterizza la fauna delle dune e stabilisce anche per le specie i termini di tinobionti e tinofili, corrispondenti a quelli delle piante di ugual denominazione. Nel capitolo XI, sempre seguendo l’e- cologia biologica, viene studiato il cosidetto “Galeriwald,, del Gior- dano e nel capitolo XII il deserto salato presso Gerico. Il capitolo XII prospetta invece le epoche di comparsa dei lepidotteri palestinen- si. Un quadro sinottico di alcune località rispecchia il numero osserva- to di specie delle sole famiglie dei Microlepidotteri in un dato e de- terminato giorno per le zone: eremica, mediterranea e delle dune. Una curva, per i mesi da Aprile a Ottobre, dimostra che il massimo volo cade nel mese di Maggio ed un altro meno intenso nell’autunno, Seguono poi osservazioni fatte per la comparsa giornaliera dei lepi- dotteri nelle diverse ore del giorno e della notte e per la vagilità. delle femmine di molte specie verso i rispettivi maschi. Dopo lo studio di altri argomenti e particolarmente dei mezzi di diffusione, il Dott. Amsel conclude, fra l’altro, che la diffusione dei Lepidotteri dipende prima di tutto della potenzialità ecologica della specie, e non dalla capacità di volo. Il cap. XVI dà infine l'elenco delle specie rinvenute nella Palestina così sottodivisa: costa, montagna, valle del Giordano non eremico, zona eremica, e la loro distribuzione nelle varie regioni circostanti e già notate nel capitolo VI. Nelle conclusioni dei risultati del suo studio, riassunti in 12 punti nel capitolo XVII, PA., accertando per la Palestina la conoscerza di 1335 specie di Le- pidotteri, ragruppate in 40 famiglie, suppone che il numero effettivo delle specie esistenti dovrebbe raggiungere le 2300. Alla fine vengono enumerati ben 213 titoli di bibliografia consultati. Quest'opera, com- piuta con grande diligenza ed ottimo criterio scientifico, può essere considerata un vero modello. F. HARTIG FAUNA COLEOPTERORUM ITALICA del Prof. Dott. ANTONIO PORTA Vol. V. - RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA (Anthribidae, Brenthidae, Curculionidae, Nemonychidae, Ipidae, Lucanidae, Scarabaeidae) Presso l’Autore Line 100 aggiungere L. 4 per l'Italia e L. 7 per l'Estero, per la spedizione. ca Non si spedisce che dietro il relativo importo. Gia usciti: 50: C, Ù: Vol. I.- ADEPHAGA: : E. 60: piu L.3 per l’Italia e L. 6 per l'estero > II.-STAPHYLINOIDEA :L.100: >» >» 3 > » * fa» » HI.- DIVERSICORNIA |: L.100: > »:4 » >» »7 3» » Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo TARIFFA DELLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ ‘Minimo 10: copertine all'anno - prezzi netti per tutto l'anno da pagarsi anticipati al. Tesoriere. La pagina intiera L. 150 Mezza pagina CE ZO Un quarto di pagina,,, SO | anca SCATOLE. DI CARTONE È ARTICOLI DI GARTONAGGI IN GENERE = FONDATA NEL 1880 Telegrammi DI ; | B (o) L © G N n i. GRUPPIONI. i B o — Fabbrica o Amministrazione | slogna. U MO SUO 1 - To 2601 Scatole ‘per collezioni Ò' insetti. Listino da a. richiesta st sl n retti i “IDEAL, 7) cia Pl i iu Scatole per schedari - l'artelnora* Scatole O: FA, nl) Scatole per preparazioni microscopiche | i Cartelle per erbario | Statole da tasca per farfalle - Cartoni per monete Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, | prodotti industriali, sementi, ecc. Scatole pertubia disposizione verticale e orizzontale N eg gal 8 8 i» tend Ì pubblica dieci volte l’anno Conto corrente colla Posta ti © ODELLA. SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA | Vorume. XVI DES i deli Si i Pubblicato il 20 Luglio 1934, Anno XII n SOMMARIO = i x i a ATTI SOCIALI - | Comunicazioni scientifiche: C. Menozzi: Una. Moe otcie del ne Rhinocoris Hhn. della Cirenaica (Hemiptera - Heteroptera). .-— DA Delfa Guiglia : Imenotteri di Madonna di Campiglio | (Cibntino). — Giovanni Binaghi : Appunti sugli Elateridi Italiani I “— Gian Maria Ghidini : Una nuova specie di Allegrettia Jeannel (Coleopt. Carab. Trechinae). — Repertorio. di. notizie entomo- logiche X.- AD Orchymont: Au sujet de quelques. Hydraena italiennes. — Giuseppe Miiller: A proposito di alcune Cymindis italiane (Coleopt. Carab.) — Nuovo metodo per mantenere freschi gli insetti. — Rassegna delle pubblicazioni entomologiche riguardanti dr. fauna dell’ Italia e delle Colonie Mediterranee XLVII. Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile LAME Grafiche COMMERCIO, Via ‘S. Luca, 10 — GENOVA VIT | "& * "ni N US IT; tg, SAN 1‘ 1949. Y % È RI ASTI, uo vi. SOCIETÀ. al | ENTOMOLOGICA ITALIANA” Sede in. G ENOVA, Via Brigata Liguria, N, 9 presso il Museo Civico di Storia Naturale | /80CI ONORARI! | 8 M. VITTORIO EMANUELE Ill - Re p' Iratia | S. E. BENITO rg Capo del Governo SCE. GIUSEPPE BELLUZZO | sa S. E. PIETRO FEDELE CONSIGLIO. DIRETTIVO: pel biennio 1934-35. PrEsIpENTE OnoraARIO: Gr.-Uff. Prof. Raffaello Gestro. PrESIDENTE ErrertIvo: Dott. Ferdinando Solari Vica-PrEsIDENntEi Dott. Luigi Masi. | SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea. TesoRIERE: Rag. Cesare Mancini. DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fabio Invrea. | CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Ago- | stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel,. Cav. Paolo Luigioni, Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri, Conte Emilio Turati. | REVISORI DEI Conti: Signor Armando Baliani, Ing: Paolo Baia Dott. duo Casiccia. daoti sociale annua: nel Regno: Ordinari L. 40, Studenti L. 20 . Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. G. MANCINI, Corso Firenze - 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. Quota a l'iscrizione a soci vitalizi: L. 500 per l’ Italia, L. 750 per l'estero. | Abbonamento alle Pilo per i non SRI: Italia L. 50, Estero L 60. — ir ii Le adunanze scientifiche della Società, si tengono ogni Giovedì alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- ‘ logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta- mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40, ‘int. 2., s.s.,, GENOVA. | | da BOLLETTINO DELLA SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLumE LXVI (1934) ; N07 Pubblicato il 20 Luglio 1934, Anno XII ATTI SOCIALI “ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA 24 GIUGNO 1934 - XI Genova, sede sociale, ore 10. Presidenza: Dott. Ferdinando Solari Presidente; presenti 72 soci tra intervenuti personalmente e rappresen- tati per delega. Previa la nomina a scrutatori dei soci A. Baliani e Dott, T. Casiccia, viene fatto lo spoglio dei voti per referendum pervenuti sulla proposta di erezione della Società in Ente Morale. Votanti 98. Hanno risposto approvando l’erezione in Ente Morale 96, non appro- vando 2. Il Presidente dichiara approvata la proposta per l’erezione in Ente Morale a grandissima maggioranza. Si passa quindi alla discussione delle modificazioni da apportarsi allo Statuto in conseguenza dell’esito del referendum. Viene approvata all’unanimità l'aggiunta dei seguenti articoli: « Art. 20 - Nessuna carica può essere coperta da soci che non abbiano la nazionalità italiana. « Art. 21 - Tutte le cariche sociali sono gratuite. « Art. 31 - Il patrimonio sociale è costituito: a) Dalle quote dei soci vitalizi e benemeriti, che sono inalienabili e devono essere investite in titoli pubblici. b) Dalla biblioteca sociale, costituita dai libri e periodici ricevuti in cambio delle pubblicazioni sociali, o acquistati, o avuti in dono. c) Dai mobili, arredi, collezioni ecc. che venissero acquistati dalla Società o ricevuti in dono. « Art. 32 - La Presidenza e il Consiglio sono responsabili verso la Società dell’integrità del patrimonio sociale che dovrà essere dili- gentemente amministrato secondo le buone regole e in conformità delle disposizioni delle Leggi e dei Regolamenti ». 142 In conseguenza dell’aggiunta dei suddetti articoli, gli articoli dal 20 al 28 dello Statuto cambiano numerazione assumendo quella dal 22 al 30. Vengono pure deliberati all’unanimità alcuni piccoli ritocchi di forma e di precisazione agli articoli 1, 2, 4, 18, 23, 25, 20 e 30 senza altera- zione della sostanza. DE L'Assemblea infine all’unanimità delibera di conferire alla Presidenza. autorizzazione di apportare allo Statuto quelle altre modicazioni che venissero richieste dall'Autorità compentente per la concessione del De- creto di erezione in Ente Morale. Quindi l'Assemblea si scioglie. Il Segretario Il Presidente F. INVREA i | F. SOLARI CAMBIAMENTI DI INDIRIZZO: Angelo Alliani, Via S. Vito 45, Firenze. Rag. Mario Barajon, Corso S. Gottardo 27, Milano. Dott. Bruno Bertolizio, Viale Regina Elena 55, Trieste. Carlo Lona, Piazza Attilio Hortis 4, quarto piano, Trieste. Dott. Mario Magistretti, Via Vincenzo Bellini 1, Milano. Prof. Dott. Adolfo Banti, Fucecchio (Firenze). I Convegni dell’Unione Zoologica Italiana e della Società per il Progresso delle Scienze L'On. Prof. Alessandro Ghigi, Presidente dell’Unione Zoologica Italiana, ha diramato la circolare per il XX Convegno Nazionale di Zoo- logia, che, insieme alla Assemblea generale dell’Unione Zoologica Ita- liana, si riunirà in Bologna dal 17 al 22 Settembre p. v. Tale riunione sarà tenuta in occasione dell’inaugurazione dei nuovi Istituti di Anatomia comparata, di Istologia e di Antropologia della R. Università di Bologna, mentre l’Istituto ed il Museo di Zoologia, già inaugurati da S. M. il Re, saranno per la prima volta ufficialmente presentati ai Colleghi. « Le nostre riunioni - dice la circolare - hanno lo scopo di adu- nare in speciali convegni non annuali gli Zoologi italiani, perchè pos- sano stringere sempre più quei rapporti di cordiale intesa che sempre hanno esistito tra essi, per scambio di vedute e per concordare le di- 143 rettive da seguire su questioni di indole scientifica e professionale. Il periodo di tre anni decorso dall’ultimo convegno lascia sperare che il concorso di essi alla riunione di Bologna riuscirà assai numeroso e le discussioni particolarmente interessanti, tanto più che le condizioni delle Scienze Naturali in genere e quelle della Zoologia in ispecie non potrebbero essere peggiori di quelle attuali. Una riunione in cui siano trattati, oltre e più dei problemi scientifici, quelli didattici, organizzativi e pratici della nostra disciplina, sembra assolutamente necessaria. È infatti vivo desiderio del Consiglio Direttivo e del Comitato organiz- zatore locale che nelle sedute scientifiche di detto: Convegno vengano svolti e discussi, oltre alle comunicazioni speciali, anche argomenti di indole più generale (tecnici professionali e scientifici), in brevi conferenze da tenersi in principio di ciascuna seduta. Per poter compilare il pro- gramma definitivo occorre che i titoli di tali conferenze e delle comu- nicazioni pervengano alla segreteria dell’Unione per il 30 luglio p. v>. Le adesioni dovranno spedirsi al Segretario generale dell’ Unione Prof. U. Pierantoni (Istituto di Zoologia, R. Università di Napoli) per il 30 luglio. Nessuna quota d'iscrizione è richiesta ai soci dellU. Z. I. ed alle loro famiglie. I non soci pagheranno una quota di L. 25 (L. 10 le signore od altre persone di famiglia) pari alla quota di associazione annua all'Unione. > Lo stesso On. Ghigi ha diramato anche la circolare per la riunione della Società per il Progresso delle Scienze che avrà luogo a Napoli nella seconda decade di ottobre, essendo egli stato, nella sua veste: di Presidente della Sezione di Zoologia, Anatomia ed Antropologia, incaricato di organizzare i lavori della Sezione stessa, lavori che non si debbono svolgere in antagonismo, ma in correlazione con quelli del Convegno Zoologico che l’Unione Zoologica terrà a Bologna nella se- conda metà del precedente mese di settembre. Mentre a quest’ultima sarà dato, senza escludere qualche comunicazione scientifica, prevalente aspetto professionale, sindacale, corporativo, la seconda riunione di Napoli avrà carattere prevalentemente scientifico. Il Comitato scientifico della Società per il Progresso delle Scienze ha deliberato che ciascuna Sezione ponga all'ordine del giorno preferibilmente comunicazioni che | riguardino un unico argomento e cioè: /a Fauna delle nostre Colonie in rapporto con le ultime esplorazioni e col programma di future ricer- che. L'importanza dell'argomento è ovvia perchè la sua trattazione inte- 144 grerà il Congresso coloniale che avrà luogo nella stessa Napoli dal 1 al 5 ottobre. La circolare conclude, invitando a voler sollecitamente inviare all’On. Prof. Ghigi i titoli di comunicazioni faunistiche speciali e generali intorno alle nostre Colonie, tali da potere costituire insieme un importante ed istruttivo corpo di dottrina. COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE Go LES C. MENOZZI UNA NUOVA SPECIE DEL GENERE RHINOCORIS HHN. DELLA CIRENAICA % (Hemiptera - Heteroptera) La presente descrizione di una nuova specie di RAinocoris è tolta da un lavoro di contribuzione sulla fauna emitterologica della Cirenaica, che ho fatto su materiali di proprietà del R. Ufficio per i Servizi Agrari della Cirenaica, raccolti ed inviatimi in studio dal Sig. Geo C. Kruger, addetto al servizio fitosanitario. Poichè occorrerà ancora qualche tempo prima che il lavoro completo possa vedere la luce, ho ritenuto opportuno intanto anticipare la pubblicazione di questa nuova specie di Reduvide, che ho il piacere di dedicare al collega Sig. Kruger, facendo notare che la diagnosi di essa mi fu confermata dal compianto ‘emitterologo Sig. E. de Bergevin, morto ad Algeri poco tempo fa, alla cui memoria mi sia concesso, da queste pagine, di mandare un re- verente omaggio. Rhinocoris krugeri n. sp. Di colore fondamentale grigio - brunastro opaco nel maschio, un poco più chiaro nell’unica femmina che ho in esame; l’addome tanto sul dorso che sul ventre bruno - pece sublucido, col margine laterale dei paratergiti provvisto di una macchia gialliccia più o meno distinta. Il margine posteriore obliquo del pronoto è giallo - testaceo e lo scu- detto con una fascia mediana longitudinale del medesimo colore. Gli uriti genitali, i cerci e i trocanteri del primo paio di zampe rossi, ec- cetto nella femmina i cui uriti genitali hanno colorazione eguale a 145 quella dell'addome. Antenne gialliccie, coll’apice dei singoli articoli bruno; zampe uniformemente brune nella femmina, colle tibie gialliccie nel maschio. Il capo, il pronoto, le emielitre e i paratergiti forniti di una fitta pubescenza cinerea coricata, che copre quasi totalmente il tegumento, e i due primi forniti inoltre di lunghi peli eretti, di colore Rhinocoris krugeri n. sp. eguale a quello della pubescenza, che si riscontrano anche sullo scu- detto che è per contro privo di quest'ultima; il petto e l’addome con scarse e brevi setole nel maschio; nella femmina il petto è, in più, pubescente anche al disotto e nei fianchi; le zampe e le antenne con rada pubescenza e con numerosi peli eguali a quelli del tronco. Capo un poco più lungo o egualmente lungo che il pronoto, con la parte postoculare poco ristretta dall’avanti all'indietro e con collo Bull Soi «+ Ti=! 1q34. u(1) 146 appena accennato. Rostro nero, col secondo articolo di lunghezza superiore al primo e terzo articolo considerati insieme. Antenne col primo articolo più lungo che il capo e più lungo della somma dei due articoli susseguenti, dei quali il primo (secondo) con un piccolo nodo alla base e più lungo del secondo (terzo), l’ultimo in lunghezza pressapoco eguale al primo. Occhi grossi, globosi, assai sporgenti e posti circa nel mezzo dei margini laterali del capo. Ocelli rossastri, collocati in una piccola eminenza a forma di tubercolo. Pronoto diviso trasversalmente in mezzo da un solco; la parte anteriore è subglobosa, coi lati leggermente arrotondati e divergenti dall’avanti all'indietro, col margine anteriore troncato e formante una sorta di cercige ad angoli acuminati; il disco appare longitudinalmente percorso da tre solchi più o meno distinti e provvisto posteriormente, ai lati del solco mediano, di due tubercoli. La porzione posteriore ha il disco convesso al centro con le parti laterali appiattite e un poco più basse della parte centrale; gli angoli laterali sono ottusi, ma ben. marcati ed oltrepassanti nettamente la base delle emielitre; quelli po- steriori sono acuti e limitano la corcavità del margine posteriore che è lunga quanto la base dello scudetto. Questo è fortemente convesso longitudinalmente nel mezzo e subcarenato, con l’apice appuntito e lievemente rivolto in alto. Le ali anteriori hanno il clavus nero come lo scutello e le nerva- ture ben distinte; la membrana è uniformemente affumicata e lucida e più lunga dell’estremità dell'addome. Questo ha i paratergiti molto più estesi nella femmina che nel maschio, il quale ha il margine di- stale dello sternite genitale provvisto di uno ispessimento a forma semi- lunare. Le zampe sono relativamente corte, coi femori del primo paio più grossi di quelli del 2° e 3° paio. Lunghezza totale del corpo del maschio mm. 11,5 - 12; della fem- mina mm. 13. Quattro esemplari, dei quali tre, 2 y7 ed una ©, di Ain Mara ed un g' di Bardia, raccolti dal Sig. Kruger nell’Agosto del 1925 e nell'Aprile del 1926. L’unica specie colla quale il nuovo Rkizocoris presenta maggiori affinità è, mi pare, il R. eryfhropus L., dal quale però lo si differenzia con facilità sopratutto per la statura minore, per la colorazione più scura, per il capo distintamente più lungo, gli angoli laterali del pro- noto sporgenti sulla base delle emielitre, ed inoltre per la copiosa pubescenza che copre quasi totalmente il tegumento del torace e delle emielitre. Melaihet da PET VI TI VIA pupi Aa 147 D.è? DELFA GUIGLIA "IMENOTTERI DI MADONNA DI CAMPIGLIO (TRENTINO) (°) Il Conte F. Hartig (Merano) volle gentilmente donare al. Museo Civico di Storia Naturale di Genova una bella collezione d’Imenotteri da lui stesso raccolti a Madonna di Campiglio (m. 1515) e nei ‘dintorni di questa località, durante i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre dello scorso anno. Il materiale, pur non essendo molto abbondante, racchiude una discreta quantità di specie che possono offrire un certo interesse, per la. conoscenza della fauna imenotterologica sia di Cam- piglio in particolare, sia del nostro Trentino in generale, le antiche note faunistiche che a quest’ultimo si riferiscono essendo difatti oramai antiquate ed insufficienti. Porgo ringraziamenti vivissimi al Conte F. Hartig per avermi data | la possibilità di esaminare e studiare Imenotteri della regione alpina, sempre per me particolarmente interessanti. SPHEGIDAE Passaloecus monilicornis Dahibom (Hedicke, Die Tierwelt Mitteleuro- pas, Insekten, Teil 2, Band V, Lief. 1, 1930, p. 134)) 137 1 $, set- tembre. (*) Crabro (Thyreopus) alpinus Imhoff (Kohl, Ann. naturh. Hofmuseums Wier: XXDG 1905; p. 107.1. HI-fip- 70,1 N--fio 9513, 31 luglio. Crabro (Coelocrabro) carbonarius Dahlbom (Kohl, 1915, 1. c., p. 232, TN fio: 122 e 127, IVI fia 61 e 105). 4.9; :27ghuoro., FORMICIDAR Formica fusca Lin. var. lemani Bondr. 1 9, 15 settembre. (det. C. Menozzi). Questa varietà venne per la prima volta citata d’Italia da Menozzi nel suo lavoro sulle formiche raccolto.in Valsavaranche e nella Valle dell’Orco (Parco Nazionale del Gran Paradiso). (°) (1) Sono trattate nella presente nota le famiglie: Sphegidae, Formicidae, Vespidae, Apidae e i Phytophaga. (2) Quando non è indicata la località s'intende che gli esemplari sono stati raccolti a Madonna di Campiglio. (3) C. Menozzi, Formiche, ‘Il Parco Nazionale del Gran Paradiso ,,, Vol. III, 1932, p. 6. 148 VESPIDAR, Vespula (Vespula) rufa (Lin.) (Guiglia e Capra, Mem. Soc. Entom. Ital.; XI, 1933, p. 170).-1 &; 20 giugno. Polistes Kohli Dalla Torre (Guiglia e Capra, Boll. Soc. Entom. Ital., LXVI, 1934, ‘p. 14).:1 ® 26 giugno. is APIDAR Bombus mastrucatas Gerstaecker (Kriiger, Zool. I Jahrb., Syst.,, XLI, 1920, p. 444. - Schmiedeknecht, Die Hymenopteren Nord - und Mittel- europas, 1930, p. 852). 2 92 ©, 25 luglio. Bombus lapidarius Linn. (Friese e Wagner, Zool. Jahrb., Syst., XXIX, 1910, p. 53, T. 4 fig. 1. - Hedicke, Die Tierwelt Mitteleuropas, In-- sekten, Teil 2, Band V, Lief. 1, 1930, p. 234 e 240, fig. 292). 1.3 292 © giugno e luglio. Bombus soroensis Fab. var. proteus Gerstaecker (Hedicke, 1930, |. c., p. 235, fig. 295). Lago Malghette (m. 2100) 1 7, 16 luglio. Bombus pratorum Linn. (Hedicke, 1930, 1. c., p. 235 e 241, fig. 294). 2 SI 49 9, luglio, Malghette superiore (m. 2200) 1 7, 10 luglio. Bombus pratorum Lin. var. donavanellus Kirby (Friese e Wagner, 1910, siepe di Tati: 92102 3 olio. Bombus ruderarius (Miiller) var. puleher Alfken (Hedicke, 1930, 1. c., p. 293 -np. 281), 1 3, 20giupno. Bombus Sicheli Radoszkowski var. altieola Kriechbaumer (5. /apidarius . w. alticola Friese e Wagner, 1910, 1. c., p. 54, T. 4 fig. 3. - 5. sicheli r. alticola Kriiger, 1920, 1. c. p. 417. - 2. sicheli f. alticola Hedicke, 1930, I. c., p. 240. - 5. a/ticola Schmiedeknecht, 1930, 1. c., p. 858.) IR, dulio Bombus terrestris Linn. (Hedicke, 1930, 1. c., p. 236 e 239, fig. 297 e 299, T. 3 fig. t (8) 17 29 2988, luglio e agosto. Bombus elegans Seidl (Schmiedeknecht, 1930, 1. c., p. 856. - B. meso- melas Hedicke, 1930, 1. c., p. 237). 3 9 9, 26 giugno. Bombus sylvarum Linn. (Friese e Wagner, 1910, I. c., p. 58, T. 5 fig. 16. - Schmiedeknecht, 1930, 1. c., p. 858) 3 2 ©, luglio. Bombus agrorum Fab. var. pascuoram Scopoli (Friese e Wagner, 1910, Cp. 35, T. 5: fip-6, «- Schmiedeknecht, 1930; -1-c., ip; 850). 1° 9 30 giugno. pen erepiaso sti pa 149 Psithyrus (Psithyrus) rupestris (Fab.) (Quilis Pérez, Eos, VIII, 1932, Quad. 2, p. 194, 199, 201 e 202, fig. 48 e 49). 4 2 9, giugno, luglio, agosto. Due esemplari presentano sul pronoto una fascia di peli giallo - grigiastri (Var. 2 Schmiedeknecht, f. hispanicus Quilis Pérez), nei rimanenti la stessa fascia è ampiamente interrotta nel mezzo, in maniera da formare due macchie laterali (var. 1 Schmiedeknecht, f. valesianus Quilis Pérez). i Psithyrus (Ashtonipsithyrus) vestalis (Fourcroy) (Hedicke, 1930, |. c., p. 243. - Quilis Pérez, 1932, 1. c., p. 195 e 196, fig. 42 e 43), 3 Q 9, giugno e luglio. Psithyrus (Fernaldaepsithyrus) sylvestris Lep. (Richards, Trans. Entom. Soc. London, LXXV, Parte II, 1927, p. 254, T. XXIV fig. 40. - Po- pov, Eos, VII, 1931, Quad. 2°, p. 164 e 191, fig. 16. - Quilis Pérez Eos, VIII, 1932, Quad. 2, p. 195 e 211, fig. 65) Lago Malghette (m. 2100) 1 57, 16 luglio. In questo esemplare la pubescenza del VI e VII tergite è biancastra con solamente leggerissimi riflessi rosso - fer- ruginei alla base dei peli, ed inoltre, secondo Richards (Slough, Bucks), i peli dello scapo antennale sono più lunghi e numerosi del solito, ciò che lo farebbe avvicinare al lissonurus Thomson da cui però nettamente differisce per la conformazione dell'apparato copulatore. Nomada flavoguttata Kirby (Hedicke, 1930, 1. c., p. 208. - Schmiede- knecht, 1930, 1. c., p. 1005). Campo Carlo Magno (1700 m.) 1 9, 8 luglio. Chalicodoma muraria Lin. (Schmiedeknecht, 1930, E .c4 pr000) EL; 27 giugno. PHYTHOPHAGA (') Tenthredo mesomelas Linn. 4 9 9, giugno e luglio. Tenthredo albicornis Fab. 1 g 1 9, 1 agosto. Tenthredo flavicornis Fab. 1 9, 1 agosto. Tenthredo atra Linn. var. ignobilis Klug, 1 9, 17 luglio. Tenthredo velox Fab. 1 9, 30 giugno. Tenthredo livida Linn. 1 9, 30 giugno. Allantus marginellus Fab. 1 9 (1600 m.), 1 agosto. Allantus vespa Retzius var. stigmatieus Enslin, 1 g (1600 m.), 1 agosto. Allantus areuatus Forster var. melanoxyston Enslin, 197 1 9, giugno e luglio. Allantus arcuatus Forster var. nitidior Konow, 1 9, 26 giugno. (1) Questo sottordine venne studiato dal Sig. A. Dodero (Genova). 150 Rhogogaster punctulata Klug, 49 9 4 g g' (1 es. a 2200 m.), giugno e luglio. Rhogogaster viridis Linn. 3 9 9, 3 luglio. Tenthredopsis Tisechbeini Mocsary, 1 9, 21 luglio. Tenthredopsis inornata Cameron, 1 9, 6 luglio. Tenthredopsis dubia Konow, 1 ©, 10 luglio. Pachyprotasis rapae Linn. 2 9 $, luglio. Macrophya annulata Geoffroy, 1 9, 21 luglio. Dolerus aericeps Thomson, 1 g 1 9, 3 luglio. Dolerus aeneus Hartig,2 9 ® (1 es. a 1600 m.), giugno e luglio. Athalia lineolata Lepel. var. cordatoiles Priesner, 1 9, 3 luglio. Eriocampa ovata Linn. 2 9 9, 10 luglio. Euura saliceti Fallén, 2 0 $, 3 luglio. Nematinus fuscipennis Lepel. 4 9 ©, 10 luglio. Lygaeonematus Saxeseni Hartig, 1 9 (1700 m.), 4 luglio. Abia aurulenta Sichel,2 g7 gf giugno, e luglio. Arge eoerulescens Geoffroy,1 x 30 giugno. ; Megalodontes Klugi Leach,3 g' 37, 24 luglio. Pamphilius depressus Schrank,1 <, 3 luglio. Xeris spectrum Linn. 1 9, settembre. Sirex gigas Linn. 1 9, 20 settembre. GIOVANNI BINAGHI APPUNTI SUGLI ELATERIDI ITALIANI I Nel 1860 il Candèze, nella monografia degli Elateridi, descrive a pag. 455 (vol. III°) VAffous cachecticus in base ad una sola 9 raccolta in Sicilia. Il Du Buysson, nell'opera « Tableaux de détermination des Ela- térides de la faune Franco - Rhénane » 1910 - 1929, edita a cura della « Miscellanea entomologica » a p. 145, in base all'esame di detta O, conservata nel Museo di Ginevra, riunisce questa specie come una varietà dell’Afftous emaciatus Cand. (flavescens Muls. Guilb.); tale sinonimia è riportata nel catalogo Winkler e nel Catalogo Junk, pars 88, pag. 337 (1927). La scorsa estate il Signor Agostino Dodero, raccolse nei pressi 151 di Camigliatello, nella Sila Grande, una specie d’Affous, in 6 esemplari (4g 3 e2 2 9,, appartenente al sottogenere Anaftrotus Steph., che per il suo aspetto generale differisce notevolmente dal subfuscus Mill., dall’emaciatus Cand. e dal /aevigatus Duf. Esaminando le descrizioni ho constatato che le 9 9 esattamente corrispondono alla diagnosi che il Candèze dà dell'A. cachecticus e per la proporzione degli articoli Il e III delle antenne e per la carat- teristica colorazione generale. I g x presentano, come in tutti gli Anathrotus, questi caratteri specifici ben più evidenti. Ritengo quindi necessario ripristinare la specie stabilita dal Candèze e dare la descri- zione del {. | Athous {Anathrotus) cachecticus Cand. g « Fuscus, pube pallida obductus, fronte antice leviter. excavata, margine arcuato; antennis brunneis vel nigris, basi apiceque articulis I, II, III, rufe- scentibus; articulis II, III subaequalibus; prothorace latitudine lon- giore, basi angustato, crebre punctato, ferrugineo marginato; elytris pallide testaceis, translucidis, striis dorsalibus subtilibus, interstitiisque punctatis, a latere magis impressis; corpore subtus nigricante, pedibus DS A A A A A A pallidis. « 2 Prothorace latitudine paulo longiore, antennis brevioribus, elytris amplioribus. Patria: Sicilia, Calabria. « Prope emaciatus Cand., dissimilis articulis II, III antennarum subaequalibus atque effingitur. » (Fig. 1 - 2.) A A Si distingue dall’emaciatus Cand., specie alla quale è prossima pel comune carattere delle elitre a punteggiatura notevolmente più ampia ed impressa nelle strie laterali, principalmente per la proporzione degli articoli II e III delle antenne (Fig. 1-2), pel colorito giallo - livido delle elitre, pel pronoto meno rettangolare ad angoli anteriori meno espansi, pel capo più largo e gli occhi posti ad una maggiore distanza. Sg Corpo allungato, subparalleto di color bruno - nero, lucido, ricoperto da una fine pubescenza giallo - ocra, palpi, articoli delle antenne I, II, III, peduncolo dei restanti segmenti, lati del pronoto, lati dell'addome e zampe di color ferrugineo. Capo leggermente concavo nel mezzo presso la carena frontale, robustamente punteggiato, con pubescenza frammista a peli notevol- mente più lunghi. Carena frontale: vista di fronte, ripiegata verso l’epistoma in dolce curva; retta, vista dall’alto. 192 Occhi separati da uno spazio poco maggiore della lunghezza degli articoli III e IV delle antenne, considerati insieme. Antenne sottili, sorpassanti gli angoli posteriori del pronoto di circa 3 articoli; articoli II ell sube- guali; IV e V circa del doppio più lunghi del II e subeguali; gli articoli componenti il gruppo VI- X sono ap- pena un poco più lunghi del V e subeguali tra loro; XI notevolmente ‘più lungo del X (Fig. 2.). (Nell Affous emaciatus Cand. il III articolo è più lungo del II ed i restanti sono sube- guali tra loro, Fig. 1). Pronoto subrettangolare, ricoperto da una densa peluria composta di peli corti e lunghi, lucido, punteggiato, an- goli anteriori arrotondati, lati legger- mente sinuosi, angoli posteriori acuti, orlato di colore ferrugineo. Lo scutello occupa completamente lo spazio scutellare, troncato anterior- Fig. 1. - Affous emaciatus Cand.c ir Riza e Esoperto da pia (Alpi mattine Tenda). fine e densa pubescenza; nero: Fig. 2.- A. cachecticus Cand. SJ Elitre subparallele, giallo - livide, (Sila: Camigliatello). infoscate al dorso, più chiare alla base presso lo scutello ricoperte da peluria lunga e densa; punti delle strie dorsali grandi, delle strie laterali (6%, 7*, 8%) più impressi; inter- strie a superficie increspata, punteggiate. Epipleure ampie, ferruginee, ristrette nella parte media. Mento ferrugineo, debolmente punteggiato. Prosterno nero - bruno a superficie lucida, punteggiato, pubescente solchi antennali, lati ed apice della punta prosternale, ferruginei. Metasterno e anche a lama delle zampe posteriori bruno - nero. Zampe giallognole con i femori con una fascia bruna longitudinale nella parte mediana. Addome bruno - nero, punteggiato, pubescente, lati e porzione apicale dell'ultimo sternite ferruginei. Lung. mm. 10, larg. mm. 2,5. 2 Corpo a lati ampi, pronoto più convesso, antenne molto più corte raggiungenti solo gli angoli posteriori di questo, colorazione come nel g7. Lung. mm. 2, larg. mm. 3. 1 2 cai ic } 153 Ho pure esaminato le armature genitali delle specie: subfuscus Miill., emaciatus Cand. e cachecticus Cand. ma non mi è stato possibile trovare validi caratteri distintivi data la grande variabilità che si ris- contra in ogni singola specie. Proveniente pure da Camigliatello e raccolta dal Signor Dodero durante i mesi di Giugno Luglio, noto una forma d’Affrowus emaciatus Cand. (13 e 5 9$) che differisce dalla tipica per la statura minore, per gli angoli posteriori del pronoto più divergenti, per la pubescenza più lunga e densa e per un non ben definibile aspetto generale. Isidus Moreli Muls. Segnalo questa rara specie pel litorale Veneto. Ho esaminato due esemplari; uno raccolto dal Sig. Pomini a Cava Zuc- cherina (Prov. di Venezia), località Jesolo, nel VII. 1931; l’altro dal Rag. Naldi al Lido di Venezia. Specie nuova per l'Italia settentrionale. Corymbites (Haplotarsus) incanus Gyll. Questa specie, segna- lata in. Italia per la zona alpina e subalpina venne catturata in un unico esemplare (9) dal Signor Agostino Dodero in Sila presso Ca- migliatello durante il mese di Maggio 1933. GIAN MARIA GHIDINI Istituto di Anatomia e Fisiologia comparate della R. Università di Pavia (Direttore Prof. Edoardo Zavattari) UNA NUOVA SPECIE DI ALLEGRETTIA JEANNEL (Coleopt. Carab. Trechinae) Allegrettia Zavattarii n. sp. A specie Boldorii Jeann. cui similis, minori vero corpore, elongiori pronoto rotundioribusque humeris manifeste differt. Longitudo corporis mm. 7,3. Holotypus in coll. Musei Historiae naturalis genuensis: Specimen unicum 3° a me in antro, cui nomen Divo Faustino (Camignone Bri- xianae regionis), die 10 Aug. 1933 sub lapide detectum et nunc ma- gistro meo Eduardo Zavattari honoris causa dicatum. Testa grossa, di cui la larghezza uguaglia pressapoco la lunghezza 154 se non si tien conto delle mandibole. Solchi frontali meno arcuati che in A. Boldorii e più superficiali. Tempie regolarmente arcuate, ma leggermente più convesse che in A. Boldorii. Antenne lunghe, raggiungenti i 3/4 posteriori delle elitre, robuste, con articoli pubescenti eccettuato il primo, che presenta solo alcune sparse setole. | | Pronoto leggermente più lungo che largo, con margini più dolce- mente sinuati che non nell’altra specie. Doccia marginale larga e decor- rente con regolarità; essa è munita soltanto della setola protoracica anteriore. Angoli posteriori retti, base rettilinea. cre c_--— _-e-e- c---_ -c—_ - - —-— = — — _— 7 Fig. 1 - Allegrettia Zavattarii n. sp. - Regione omerale dell’elitra destra Fig. II - Allegrettia Boldorii Jean. - Regione omerale dell’elitra destra Elitre lunghe, subparallele, leggermente allargate nel mezzo, con- vesse: l’apice è ottuso. Spalle (fig. I) meno prominenti che in A. Bol dorii (fig. 2), sfuggenti e arrotondate. Le strie delle elitre sono molto superficiali e le esterne sfumate. Zampe come in A. Boluorii. Organo copulatore (fig. 3) molto simile a quello di A. Bo/dorîti, cioè piccolo e gracile, ma più fortemente arcuato nella parte basale. Il bulbo è leggermente rigonfio e munito di cresta sagittale. L’apice del pene è assotigliato con debole ingrossamento terminale; su di esso notansi numerosi pori-canale visibili solo a forte ingrandimento. 155 Gli stili sono corti e armati l’uno di cinque, l’altro di quattro se- tole lunghe e robuste. Mancandomi materiale non sono per ora in grado di dire se la presenza di 5 setole abbia valore specifico o non sia che un fatto teratologico, rg | TIA EI =; RESINA I 99) MALO 2 IE Ade Fig. III, IV - Allegrettia Zavattarii n. sp. - Organo copulatore e lamella copulatrice. In A. Boldorii il numero di tali setole è costantemeute di quattro. Lamella copulatrice (fig. 4) concava con parte apicale tronca obli- quamente: dorsalmente infatti essa si continua in punta acuta. Interna- mente vi è una piccola lamina chitinosa libera. La parte convessa della lamella copulatrice appoggia sul lato destro del pene. Habitat: Lombardia: Buco di S. Faustino N° 156 Lo; Buco del Quai N° 30 Lo (Iseo) Provincia di Brescia. Tavola. delle specie del:-gen. Allepretiia Leann. 1. Lunghezza del corpo superiore agli 8 mm. Spalle prominenti, ad angolo ottuso e arrotondato. Pronoto generalmente trasverso o al massimo lungo quanto largo. Organo copulatore regolarmente ar- cuato. A. Boldorti Jeann. — Lunghezza del corpo inferiore agli 8 mm. Spalle meno prominenti, sfuggenti. Pronoto più allungato a margini meno arrotondati nella porzione anteriore e meno ristretti alla base: ciò lo fa sembrare più lungo che largo. Organo copulatore piò fortemente arcuato. I A. Zavattarii n. sp. 156 Fino dal 21. IV. 1933, giorno in cui rivisitavo la grotta Buco de Quai N° 30 Lo. (!), rinvenni galleggiante sull'acqua del sifone un cada- vere incompleto di A//egrettia che da un esame alquanto sommario giudicai appartenere a specie nuova, che però non descrissi nella speran- za di catturarne un esemplare integro. Durante una campagna speleologica, effettuata nell'agosto del 1933 dal Gruppo Grotte di Brescia, visitando nei pressi di Camignone, comune situato sulla provinciale Brescia - Iseo la cavità chiamata Buca di S. Faustino N° 156 Lo. rinvenni al fondo il bell’esemplare 7 sopra descritto ai piedi di una piccola frana. La temperatura . dell'ambiente era di 13°,4, mentre all’esterno ve ne erano 29,5. La cavità apresi con imbocco regolare alto m. 1.50 e si interna per m. 75 con andamento pressochè rettilineo; il suolo costantemente umido di stillicidio e la volta priva quasi completamente di concrezione sono estremamente regolari Questa configurazione ha lasciato sospettare trattarsi di una cavità artificiale e ciò veniva infatti successivamente confermato da alcuni contadini affermanti la galleria essere stata scavata verso la prima metà del secolo scorso per ricerca d’acqua. Questo ho voluto render noto perchè, dato il mio reperto, nuova conferma sia aggiunta a quanto già nel 1926 diceva lo Jeannel che cioè non sono da trascurarsi da parte degli speoentomologi le cave abbandonate, le gallerie artificiali e i’ sotterranei in genere (*). Non ritengo fuori luogo aggiungere qui alcuni altri miei reperti e osservazioni riguardanti le specie in argomento. Nella visita fatta il 25.IX.1932 nella cavità Buco di Pra de Rent N. 96 Lo. raccoglievo un paio di elitre di A. Bo/dorii. Detta cavità apresi a poca distanza dal Buco del Budrio N° 71 Lo. (*) in cui pure avevo rinvenuto un cadavere della stessa specie (‘). Furono questi reperti, così incompleti, che mi spinsero a partecipare alla cam- pagna speleologica che il Gruppo DEOHE di Brescia effettuava in Cariadeghe sopra Serle. Posi varie esche nella due cavità N° 71 e 96 Lo. Quelle del N° TI non mi diedero nulla, mentre in quelle del N° 96, contenenti carne freschissima, trovai due A//egrettia il 13 e tre il 14. Il giorno 13° (1) Boldori L. - Contributo alla conoscenza della fauna cavernicola lombarda « Mem. Soee--Ent Hal->;-Vi=49265°p19; (2) Jeannel R. - Faune cavernicole de la France, 1926. Lechevalier, p. II. (3) Boldori L. - 1. c. p. 103. (4) Ghidini G. M. - Quarto contributo alla conoscenza della fauna speoentomologica bresciana, Mem. Soc. Ent. Ital., X, 1931, p. 142. I TOTI SIRIA SI 157 ebbi poi la fortuna di catturare un esemplare di A. Bo/dorii, vagante su colata stalagmitica nella cavità chiamata Buco del Latte di Ca Meder N° 158 Lo., non lontana dalle precedenti. Durante tutte queste catture ho osservato che la temperatura del- l’ambiente oscillava tra i 9 e 13 gradi, come appare dallo specchietto qui unito in cui includo tutte le stazioni note a tutt'oggi. N. CAVITÀ Quota | Temp. Int. | Temp. est. SPECIE DATA 1 Buco del Frate 250 Boldorii Jeann. 29-VI-28 3 Tampa Ranzone 680 Boldorii |eann. 30 Buco del Quai 300 Zavattarii n. sp. 21-IV-33 71 Buco del Budrio 820 Boldorii eann. 1-IV-30 90 Buco del Pra de Rent 11,3 21,3 Boldorii Jeann. 13-VIII-33 116 Buco del Coalghes 790 Boldorii Jeann. 10-VII-33 156 Buco di San Fau- stino 13,4 29,5. Zavattarii n. sp. 10-VI1-33 158 Buco del Latte di Cà Meder 9,5 26, Boldorii Jeann. 13-VIII-33 Dai reperti che finora si hanno non sembra azzardato opinare che Parea di diffusione di A. Bo/dorii sia delimitata dai fiumi Mella e Chiese, mentre della Zavattarii i limiti sarebbero Mella e Oglio. E al di là del Chiese ? REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE X 53 - Neobisnius orbus Kiesw. (Col. Sfaphyl.). - Ha sorpreso assai la presenza in Toscana di questa specie che, come mi ha fatto rilevare il Gridelli, non risulta ancora trovata nell’Italia continentale, ma, come nota anche il Luigioni, è conosciuta soltanto della Sicilia e della | Corsica. Io l’ho catturata in due esemplari, nel Maggio 1930, sui Monti Pisani, in vicinanza di Cucigliana (Cascina). DorT. ING. GAGLIARDI 158 A. D'ORCHYMONT AU SUJET DE QUELQUES HYDRAENA ITALIENNES 1. Hydraena (Haenydra) italica Ganglbauer, 1901. C'est à dessein que je maintiens provisoirement ce nom, car aussi longtemps qu’ on ne saura pas exactement ce qu’ est 77. plumipes Rey, 18806, nom qui a la priorité sur Aeferogyna, italica, procera, etc., il sera vain de vouloir modifier la nomenclature adoptée jusqu'’ ici. J'avais ce- pendant fait de nouvelles démarches pour rechercher et réétudier le type de plumipes, mais elles ont échouwé. ('). Dans l’étude que Pretner (*) a consacrée à /falica, cet auteur af- firme que la forme typique décrite par Ganglbauer ne se trouve que dans les Apennins non ligures où elle voisine au moins jusqu’à Bosco Lungo nel Pistoiese, avec la forme Doderoi Ganglb. Celle-ci fut établie d’abord pour le seul sexe 9 d’après des exemplaires des environs de Gènes à élytres plus larges, largement arrondis ou mèéme tronqués à l’extrémité et à rebord explané plus large aussi. Mais il y a des gg qui présen- tent les mèmes caractères, sauf la large troncature si caractéristique de l’extrémité des élytres chez la 9, et depuis Fiori (5) le nom s’applique à des sujets des deux sexes. Dans les Apennins ligures, les Alpes ma- ritimes italiennes, les Alpes du Nord de l’Italie (notamment aux environs de Come et dans le Trentin) les femelles sont toutes des Dodero:. Il en serait de mème des 7g selon Pretner. Cependant j'ai eu l’occasion d’examiner et de comparer cOte à cOte des ifalica typiques gg des Apennins de Ligurie (Torriglia, au N. E. de Géènes, localité typique de Doderoi) et des Apennins de Toscane (Monte Amiata, Cumaldoli (1) M. le Dr. Gaillard, directeur du Muséum de Lyon, m’a affirmé à nouveau qu’ il n’y avait aucun insecte de ce nom ni dans la collection Rey, ni dans les doubles de celle- ci. Le nom semble avoir été imposé d’abord in litteris par Baudi, entre 1882 et 1885- mais la collection de ce dernier, conservée à Turin, ne renferme aucune Hydraena plu- mipes (renseignements recus de M. le conservateur de la collection zoologique de l’Uni- versité). Le type a. été récolté par Pandellé dont la collection avait été acquise par feu Fauvel: il pourrait donc encore étre retrouvé dans la collection de ce dernier détenue par M.elle B. R. de Caen. Mais celle-ci selon son habitude et de parti pris n’a pas daigné répondre aux demandes que je lui ai adressées à deux reprises, mème lorsque j’ajoutai à ma lettre une enveloppe affranchie de timbres francais pour la réponse. M. le Prof. Mercier de Caen avait accepté à ma demande de faire une démarche personnelle, au do- micile de la personne dont il s’agit: il ne lui fut méme pas ouvert! Il est profondément regrettable qu’ une collection comme celle de Fauvel, ayant servi de base à des publi- cations, soit tombée en de pareilies mains, si peu soucieuses de servir la mémoire d’un entomologiste de renom. 2) Boll. Soc. Entom. Italiana, LXIII, 30 mai 1931, p. 72-77, 3) Rivista Col, Ital. N° 12 ,1904, 250 - 251. 159 d’Arezzo) sans pouvoir les séparer. Les exemplaires des trois prove- nances, la première cependant si distante des deux autres, ont la mème forme étroite caractéristique du type, le rebord des élytres moyennement large, l’extrémité de ceux-ci régulièrement arrondie. Tous ont été disséqués pour la comparaison de l’édéage, qui est identique. D’autres gg de Torriglia et ceux de Bolzano sont au contraire larges et appartiennent bien à Doderoi, de mème que la seule 9 que j'ai prise au Monte Bo- letzo près de Còme. Pretner concède d’autre part que les Doderoi d’autres régions que la Ligurie, le Piémont et le Trentin, (') ne se différencient par aucun caractère de ceux de ces dernières régions et qu’ ifalica passe in- sensiblement par toutes les transitions possibles à Doderoi. De cette dernière forme il a vu des exemplaires de Porretta, Persiceto, Maresca, Castelnuovo di Garfagnana et Bosco Lungo nel Pistoiese. Je ne puis que confirmer ces constatations après étude du très nombreux matériel en italica s. lat. (Ganglbauer) que j'ai recueilli moi- mème aux environs de Porretta, de Pracchia, de Busalla (au N. de Géènes), de Bolzano, etc. (plus de 330 exemplaires). Néanmoins Pretner considère les Doderoi des Apennins non ligures comme une simple aberration d’/falica, tan- dis qu’ aux mémes Doderoî, présentant les mèmes caractères morpho- logiques, mais provenant d’autres régions que ces Apennins il accorde rang de sous-espèce. Et c'est pourquoi il ne comprend pas, par exemple, Castelnuovo di Garfagnana dans le paragraphe qu’ il consacre à la di- stribution géographique de Doderoi (p. 76), alors qu’ il est cependant convaincu qu’ elle s’y trouve (*), tandis qu’ il ne la cite de cette localité que dans le passage réservé à zfalica s. str. (mèéme p. 760)! J'ai vu une petite série de ce Castelnuovo: les 9 9 et la plupart des 73 sont des Doderoi typiques, un seul y étroit, pris en mème temps, est presque italica. Je ne puis admettre la distinction établie par Pretner car elle est toute subjective; c'est la négation de toute systématique. Celle - ci doit ètre basée sur des particularités morphologiques réelles et non sur des spéculations. Une mème catégorie systématique, basée sur de bons ca- ractères, ne peut ètre en mème temps aberration et sous - espèce sui- vant les lieux où elle vit. D’ailleurs j'ai déjà critiqué application sou- vent abusive de ce terme sous-espèce et je lui ai donné une définition (1) Il faut y ajouter la Lombardie. (DV 'eipi 75, note 1: 160 objective plus restreinte (!). Il n'y a aucun hiatus important entre italica et Doderoi puisque, de l’avis de tout le monde, l'un passe in- sensiblement à l’autre. Peut- ètre Pretner. a-t-il été influencé par les opinions de Fiori (*) sur l'origine des deux formes? Ce dernier auteur considérait ifalica comme une variété de discreta Ganglb. par l’'inter- médiaire de la soi-disant sous-espèce procera Ganglb., et Doderoi, forme plus ancienne à son sens que l’autre, comme une sous-espèce de la méme discreta. L’origine des deux formes dont il s’agit ici était done d’après lui diphylétique. Mais ces déductions prématurées tombent à néant lorsqu’on songe que discreta ‘et procera sont des espèces distinc- tes, à l’édéage autrement conformé, et que Fiori n’a pas su qu’/falica et Doderoi possèdent le mème organe copulateur (5). Au reste les captures auxquelles j'ai fait allusion ci-dessus mon- trent que dans la région de Porretta et de Pracchia les représentants de Doderoi ne forment nullement une petite minorité! On peut s’en convaincre par l’examen du tableau ci après: dea re Nombre d’exemplaires capturés à i Porretta Pesschia | 20-30.VII Sl'-< VI oi - italica typiques et passages à Doderoi 45 (76%) 4) 12 (579) d S - italica Doderoi + 14 (249,0) 4) 9 (43%) 3) SE italica, passages soit à bidentata, soit à Doderoi et 2 bidentata Ganglb. 35 (51%) 5) 8 (209%) °) O - italica Doderoi + 33 (490/0) 5) 31 (809/;) 5) qui indique par localité le nombre d’exemplaires capturés et tous re- cueillis en trois journées de chasse assidue (Le signe + témoigne des difficultés qu'on rencontre dans la détermination; certains sujets sont extrèmement difficiles è attribuer soit è italica, soit à Doderoîi. On ne sait où la première finit, ni où la seconde commence). Le pourcentage des femelles Doderoi surle nombre total de ce sexe capiuré, atteint donc 490/) à Porretta et £0°/ à Pracchia! Or des deux sexes, c'est la 9 qui est la plus caractéristique chez cette varieté. (1) Bull. Ann. Soc. Ent. Beig., LXXII, 1932, p. 46. te prdL (3) Bull. Ann. Soc. Ent. Belg. LXIX, 1930, p. 371. (4) 0/9 du nombre total de màles (5) 0/0 du nombre total de femelles. 101 De tout ce qui précède je ne puis conclure qu’ une seule chose: C'est qu’ il faut en revenir en grande partie à Popinion de Ganglbauer en ne considérant Doderoi que comme une simple variété, vivant en- semble dans une grande partie de son aire de dispersion avec le type dont elle dérive certainement, quoi qu’ en pensat Fiori; que cette forme est reliée à ce type par tous les intermédiaires possibles. Dans les Apen- nins ligures et le Nord de Italie, cette variété a pris la prépondérance ou s'’y est développée seule. Subordonner la détermination des màîles, soit d’ifalica, soit de Doderoi, aux caractères oîferts par les femelles, comme Pretner semble vouloir le faire ('), c'est avouer que les particu- larités assionées aux premiers sont peu constantes, difficilesà mettre en évidence ou mèéme inexistantes et oublier que les secondes peuvent évoluer séparément dans leurs caractères sexuels secondaires, comme on le constate cependant si souvent, chez les /ydraena comme chez "d’autres coléoptères. Enfin, toujours d’après Pretner, les 9 9 de Val Pesio (Alp. mar. ital.), entres autres, formeraient passage d’heterogyna Bedel à italica Doderoi, car ces exemplaires auraient la marge latérale des élytres plus | droite que chez la première et plus large que chez la seconde (*); mais l’apex des élytres serait comme chez Doderoi, (*) par conséquent non denté. Puisque ces deux dents si caractéristiques chez la femelle d’heterogyna, manquent, c'est qu’ il s'agit indubitablement de la femelle de Doderoi et non d’heferogyina et je ne vois pas ce qui prouve alors le | passage d’une forme à Vautre. Mes Aeferogyna - 92 de Ligurie ont le re- bord des élytres bien plus large que celles de St. Martin Vésubie (lo- calité typique), mais Ja présence des dents élytrales postérieures lève tout doute quant à l’attribution du nom. Par contre chez la £ Doderoîi de Val Pesio que je possède, ce rebord n’est pas plus large que chez maint Doderoi des Apennins (Busalla) et surtout du Trentin (Bolzano). Je ne vois pas en quoi cette femelle pourrait différer des Doderoi typiques. Pretner a eu raison de reléguer au rang de synonymes /Portai et Ganglbaueri Fiori, mais ces noms ne sont pas synonymes d’/falica - type, comme il l’affirme par application des faux principes de nomen- clature qu’ il suit et que j'ai signalés ci - dessus, mais bien de la va-. riété Doderoîi. Ganglbauer comme Fiori, et mèéme Pretner, ont d’ailleurs Golisern: FL (2) c. p.- 74. O) te: pi 76. 102 admis que les formes que ces noms représentent rentrent dans les limites de la variabilité de cette variété; Borgotaro et Barigazzo, d’où les deux soi-disant variétés 92 de Fiori ont été décrites entre autres, sont des localités proches des Apennins de Ligurie, davantage méme que Castelnuovo di Garfagnana où Doderoi existe cependant indubi- tablement, comme on l’a vu. Pour finir je crois utile de donner la nomenclature résumée des DI ormes qui, à l’exclusion d’heferogyna, ont été passées en revue ici: H. italica Ganglb., 1901, 1904; Fiori, 1904; Orchym., 1930, 1930; Pretner, 1931. i Syn.: ? plumipes Rey, 1886; Kuwert, 1888, 1890; Ganglb., 1901, 1904; Orchym., 1933. prolongata Fiori, 1904. procera Orchym. (nec Ganglb.), 1930. var. 2 bidentata Ganglb., 1901, 1904; Fiori, 1904; Orchym., 1930; Pretner, 1931. var. 79 Doderoi Ganglb., 1901, 1904; Fiori, 1904; Orchym., 1930; Pretner, 1931. Syn.: Portai Fiori, 1904. Gangibaueri Fiori, 1904. 2. H. (Haenydra) truncata Falzonii Pretner, 1930. Ce que j'ai dit pour Doderoi s'applique également a Fa/zonti qui ne mérite pas le rang de sous - espèce que lui a donné l’auteur. Ce n'est qu’ une variation peu caractérisée plus large et plus courte que le type, à rebord des élytres moins droit et gouttière à peine plus large. Un des trois exemplaires typiques 7 (S. Biase Ceraso, Vallo Lucano, 5-7-VII 1925) que je dois à la gentillesse de M. Solari est dejà plus long et plus étroit que les deux autres et forme transition au type. Jai vu un gf très semblable de Castelnuovo di Garfagnana capturé avec des frurncata typiques et un autre de Val Pesio lui est tout à fait identique, avec la gouttière des élytres chez ce dernier peut - ètre mème un peu plus large. Les élytres réunis des trois exemplaires mesurent uniformément 1.42 X 0.73 mm. Cette transition est prouvée encore par des 99 capturées Porretta avec un grand nombre de frurcata. Sans ètre tout à fait aussi larges et courtes que Fa/zonzi, ces 29 ont cependant le mèéme bord ex- plané, à peine élargi. On trouve un peu partout en Italie, mème à Bu- salla près de Gènes, à còté d’exemplaires femelles allongés, d’autres plus larges et plus courts. 163 3. H. (Haenydra) Solarii Pretner, 1930. Jai retrouvé 7. Solarii en 4 JT et 3 29, au N. E. de Pracchia, dans le cours inférieur d'un ruisseau à courant rapide, non régularisé, descendant de Croce dei Cocchi (') affluent de la rive droite du Reno en face du Torrent Orsigna (régularisé) de la rive gauche, parmi les pierres et les mousses, entre 620 et 750 m. d’altitude, le 31 juillet 1933. i Un des miles a été disséqué: l’édéage est identique à celui figuré par Pauteur. J’aurais voulu le comparer encore à Vorgane génital d’un paratype d’Arcidosso, que je dois àè la générosité de M. Solari. Mais en décollant lexemplaire je me suis apercu qu’ il avait été privé de son édéage par Pretner et que celui - ci devait l’avoir retenu. 4. H. (s. str.) angulosa Mulsant, 1844; Stussineri Kuwert, 1888; calabra Knisch, 1919. a — Mulsant, Hist. Nat. Col. Fr. Palp. 1844, p. 82. A. d’Orchy- mont, Bull. & Ann. Soc. Ent. Belg., 69, 1929, p. 98; Entom. Blatter, 25, 1929. p. 140, fig.; Bull. & Ann. Soc. Ent. Belg., TI, 4938; post = 32 PE fo: :38. — Kuwert, Deuts. Ent. Zeitsch. 1888, p. 120, 123; Verh. Naturf. Ver. Briinn, XXVIII., 1890, p. 302. -- Knisch, Ent. Blatter, 15, 1919, p. 14; A. d’Orchymont, Bull. Ann. Soc. Ent. Belg., 1,193, p. 0-1, pi; file. 39. H. angulosa, douteuse jusqu'’en 1929, était connue depuis avec certitude d’Allemagne occidentale, de Belgique et de France (Haute Marne et Rh©ne). Jen ai figuré un £ en 1929 et l’édéage en 1931. Elle existe aussi en Italie où je lai capturée en 1933 aux endroits suivants: 1° en Toscane, au N. E. de Pracchia, dans le mèéme ruisseau, le méme jour et aux mémes endroits que /7. Solarii, 1 3° 10 99. 2° en Ligurie, au N. de Busalla, cours inférieur du Rio Terramarsa (?) formant de petits rapides rapprochés mais peu fournis en eau, dans un lit très étroit, encaissé et obscur, à chute rapide, scié dans le rocher, parmi les pierrailles, les mousses et les algues dans les sillons creusés par l’eau, altitude 360 à 380 m., 2 aòut 1933, 1 g S. {1) Sans nom sur la carte au 100.000°., fe. 97 (S. Marcello Pistoiese), (2) Carte au 25000 ©. fe 82 I. S. E. (Busalla) 164 - En outre M. Solari m’en a communiqué une © prise: - 3° à Fontanigorda (Val Trebbia) au N. E. de Torriglia (Ligurie), aòut 1933. Enfin en 1932 je l’avais prise en France méridionale, aux environs d’Axat sur Aude, aussi bien sur les versants atlantique que méditer- ranéen de cette région, ceux-ciy étant séparés vers St. Paul de Fenouil- let par une distance de 1 cu 2 Km. seulement et par une ligne de partage d’altitude inférieure à 600 m.: a)versant atlantique. Immédiatament au N. d’Axat dans un ruisselet affluent de la rive droite de l’Aude, coulant dans une faille, eau peu abondante et chargée de calcaire, altitude 450 m., 30 juillet, 1 9, en compagnie d'un 9 de subdepressa Rey gli ii Mulsant, nec Sturm); b)versant fd lieriansen. Entre Axat et St. Paul de Fenouillet, à5 Km. environ è PE. de la station précédente, dans la Boulzane nais- sante mais déjà assez abondante, parmi les pierrailles du lit, altitude 525 m., ler adut, 2 gg 11 9, en compagnie d’un gf bien caractérisé de "en Rey (!) également Cette association dans les mèmes ruisseaux, aux mémes endroits, constatée maintenant, prouve que les deux espèces sont distinctes. D’ail- leurs l’édéage (v. I. c., 1931, PI. fig. 37) est bien distinct aussi. H. Stussineri Kuwert de Bilbao (Espagne) est très voisine d’an- gulosa et, comme cette dernière, a été longtemps une énigme pour moi. Gràce à M°' le Dr. Kos, Conservateur au Musée régional de Ljubljana où est conservée la collection Stussiner, jai pu en examiner deux ex- typis gg, montés sur le mème support, étiquetés « /ydraena angustata Bilbao » (1° étiquette, sans doute de Ja main de Stussiner) et <« Sfus- sineri» (2° étiquette de la main de Kuwert). Le premier è gauche, n’a plus d’abdomen, le second, à droite, a été disséqué par moi et l’édéage collé sur ie carton entre les deux exemplaires. Pen donne un dessin (fig. 1). La taille du premier exemplaire est de 1,0X0,64 mm.; celle du (1) L’édéage de ce S a été extrait, de sorte que la détermination n’est pas dou- teuse. Jaurais cependant voulu le comparer au type de Rey. Mais M. le Dr. Gaillard m’a écrit que la collection de cet entomologiste ne renferme ancune . Autre localité pour subdepressa: N. W. d’Axat versant atlantique, ruisseau de Re- benty, cours inférieur avant la réunion avec l’Aude (rive gauche), eaux abondantes et violentes, parmi les mousses sur les roches immergées, 31 juillet, 1 o (disséqué). Le Dr. Normand m’en a communiqué en outre un SQ de Foix, 165 Fig. 1. Hydraena (s. str.) Stussineri Kuwert. Edéage X 100. - Fig. 2. Hydraena (s. str.) Andreinii n. sp. Tibia postér. du male. Vu de dessus. X 100. - Fig. 3. La méme. Edéage X 100. - Fig. 4. Hydraena (s. str.) alia n. sp. Tibia postér. du male. Vu de dessus X 100. - Fig. 5. La méme. Edéage X 100. - Fig. 6. Mydraena (s. str.) rufipes Curtis (longior Rey). Edéage X 100. 106 second de 1,75X0,6 mm. L’édéage dont il s’agit diffère essentiellement de celui d’angulosa par l’extrémité du lobe médian, au delà du rétré- cissement, beaucoup plus courte. L’espèce de Kuwert n’a-rien à voir avec 7. atfricapilla Waterh. auprès de laquelle cet auteur la placée dans son sous-genre in- tenable Sphaenhydraena. H. atricapilla, par son édéage dépourvu de paramères et ses élytres paurosériés, est une /7aerydra, tandis que. Stussineri qui, au contraire, possède des paramères et une ponctuation éiytrale semblable à celle d’angu/osa et de subdepressa, appartient au sous-genre Hydraena s. str. L’ex-typis de gauche, par sa forme courte et large, le rebord ex- plané des élytres plus large et non symétrique des deux còtés, paraît étre une angulosa mais l’absence d’édéage ne permet pas d’en décider. L’ex - typis de droite, par sa forme plus allongée et plus étroite, le re- bord explané des élytres plus étroit, rappelle davantage subdepressa; mais son édéage n'est qu’une modification de celui d’amgz/osa, de sorte que Stussineri appartient manifestement au mème phylum que cette dernière. Une autre espèce, exclusivement italienne celle-ci, /7. calabra Knisch. de Calabre et de Sicile, appartient aussi à ce phylum, comme on peut s'en assurer par l’inspection de la figure de Pédéage (I. c. fig. 39). Cet organe est modifié en sens inverse de celui de Stussineri: l’extrémité du lobe médian, au delà du rétrécissement, est notablement plus Îon- gue que celle de l’organe male d’argulosa . H. angulosa, Stussineri et calabra sont - elles réellement des espèces distinctes? Qu bien les deux dernières ne sont elles que des sous-espèces d’angulosa? N’ayant vu jusqu'ici qu’un seul male, avec édéage, de Stussineri et de calabra, je ne saurais dire encore si les caractères relevés sont constants. Il faudra un matériel pius abondant de la région d’origine de chacune des deux formes pour résoudre la question. 5. H. (s. str.) Andreinti n. sp. Cette nouvelle espèce appartient au groupe de la rufipes Curtis (longior Rey) et lun des exemplaires portait mème ce dernier nom. Mais elle en est bien distincte par la forme plus étroite, les élytres plus ovalaires, plus larges au milieu proportionneliement, plus rétrécis à la base et plus atténués au sommet, le pronotum plus étroit, moins rétréci depuis le milieu jusqu’au sommet, la coloration générale rougeatre, sauf la tète et une large bande transversale au milieu du pronotum qui sont noires, par la forme différente des tibias postérieurs des 7g, etc. 167 Elle se range avec angustata Sturm (nec auctorib.) et macedonica m. sous les 1° et 2° du tableau que j'ai donné dans Bull. et Ann. Soc. Ent. Belg. 71, 1931, p. 31, 32, par les tibias postérieurs du g' distinc- tement et assez brusquement élargis, après le milieu, d’un quart de leur largeur, mais non dentés et par les tibias intermédiaires du mème sexe à denticules (4 ou 5) du còté interne moins distincts. Elle se sé- pare de la première (argustata) entre autres par l’absence de denticu- les visibles au bord postérieur des élytres, par sa forme plus étroite, etc., de la seconde (macedorica) dont elle a presque les tibias posté- rieurs màles, par la forme plus étroite, moins courte, les élytres plus rétrécis en avant, plus atténués en arrière, la coloration différente, l’é- déage autrement conformé, etc. Les femelles rappellent fortement ca- labra Knisch, qui s'en rapproche par la coloration et sa forme générale, mais elles s’en distinguent immédiatement par la densité beaucoup plus grande de la ponctuation des élytres, laquelle est aussi plus em- brouillée, tandis que chez calabra on peut encore discerner quelquefois entre l’écusson et le calus huméral 6-7 séries plus ou moins irrégulières de points. Chez calabra - £ le bord explané des élytres est en outre plus large, et l’extrémité de ces derniers est plus brusquement attenuée en ogive que chez Andreinii, qui a Vextrémité des élytres plus cour- tement arrondie. Clypeus lisse, brillant, vaguement et impercepliblemeni ponctuè au milieu, très densément et ruguleusement de chaque còté, de mème que le front autour des yeux. Derrière le clypeus la téte est pourvue d’une ponctuation assez forte (par 65 diam.) et pas très dense. Le labre est étroitement, triangulairement et profondément échancré au milieu de son bord antérieur. Tète et labre entiérement noirs. Pronotum un peu plus large que long au milieu, le còté antérieur, légèrement concave, un peu plus large que la tète y compris les yeux le postérieur à peine convexe, presque droit, plus rétréci vers l’arrière que vers l’avant, les còtés latéraux très finement denticulés, arrondis non anguleux au milieu, en ligne presque droite vers les angles antérieurs qui sont arrondis, en courbe légèrement rentrante vers les angles postérieurs qui sont presque droits. Fossettes antéro - et postéro - latérales du disque profondes et petites réunies par un sillon longitu- dinal étroit et assez profond, les fossettes préscutellaires ou superfi- cielles ou assez profondes. Le disque est garni tout autour d’une ponctuation plus forte et plus serrée que sur l’arrière de la tète, cette ponctuation un peu plus fine et moins profonde au milieu sur la bande transversale noire, de sorte que celle-ci paraît plus lisse. , E SPRARIALI 168 Elytres plus ou moins rougetres, très ovalaires, plus larges à la base que la base du pronotum, aussi larges ici que ce dernier au milieu, ayant leur plus grande largeur vers le milieu, retrécis ensuite en ogive jusqu’ à l’exttémité qui est plus arrondie chez la 9, plus tron- quée chez le x. Gouttière (39) plus étroite que chez calabra. Il sont couverts d’une punctation un peu plus forte que sur le pronotum, dis- posée presque sans ordre sauf dans la région suturale, derrière l’écus- son, où il y a une o: deux, quelquefois trois séries assez bien alignées. Dessus des élytres courtement pubescent, Menton et submentum plans, densément chagrinés et entièrement mat. Piaques lisses du métasternum assez larges, paralièles, plus lar- gement séparées lune de l’autre chez le y7 que leurlargeur. Pseudépi- pleures des élytres assez larges, continués en s'atténuant jusqu’ un peu avant Vangle sutural, lequel est legèrement rentrant dans une petite et très étroite échancrure, méme chez la O. Appendices (pattes depuis Ie trochanter, base des antennes, palpes maxillaires) rougeatres; massue des antennes plus obscure et extrémité de l’article terminal des palpes un peu rembruni. Tibias postérieurs du male et édéage: fio. 2 et 3. Type: Lippiano (province d’Arezzo), IX. 1917, g’, 1.68 x 0.65 mm. Dr. A. Andreini leg. Plusieurs paratypes S9 de la mème provenance et de Lippiano: Alta Val Tiberina IX, 1932, récoltés également par M. le Dr. Andreini auquel je me fais un plaisir de dédier cette jolie pe- tite espèce. 6. H. (s. str.) alia n. sp. Voici une autre espèce nouvelle très voisine de la précécdente auprès de laquelle elle doit se classer dans le mème tableau. Elle se différencie d’angustata Sturm par les mèmes caractères et de macedonica par les tibias postérieurs du 7 autrement épaissis vers l’extrémité, les élytres plus longs, plus étroits en avant, moins courtement arrondis en arrière, l’édéage différent, etc. La © diffère essentiellement de calabra 9 par la gouttière des élytres plus étroite et l’extrémité de ces parties du corps nullement en ogive allongée. I | D’Andreinii elle se différencie comme suit: H. alia n. sp. Coloration du dessus d’un noir pro- fond, le pronotum tout au plus un peu rougeatre à son extréme bord antérieur et quelquefois postérieur. Partie centrale du disque du prono- tum plus éparsement ponctuée, paraissant plus lisse et plus différenciée de la forte sculpture antérieure et postérieure, im- pression transversale antérieure ordinai- rement plus profonde. Fossettes préscutellaires variables, su- perficielles ou plus profondes. Elytres paraissant plus allongés avec la ponctuation embrouillée sauf 2-3 séries le long de la suture assez bien alignées; la ponctuation un peu plus forte posté- rieurement. S: Tibias intermédiaires un peu épaissis vers l’extrémité, les denticules internes pas très saillants. Tibias postérieurs (fig. 4): la partie élargie intérieurement moins accusée et plus postérieure, garnie de courtes soies un peu plus longues, plus rapidement at- ténuée depuis l’angle le plus saillant jus- qu 3 à Vextrémité du tibia. Edéagestia 5. 169 H. Andreinii n. sp. Coloration du dessus plus rougeàatre, le pronotum largement bordé de rougeà- tre antérieurement et postérieurement avet une large bande noire transversale au milieu. Cette partie plus régulièérement bom- bée, plus densément ponctuée, quoique en général plus finement, tranchant moins avec la forte sculpture antérieure et pos- térieure, impression transversale anté- rieure ordinaire moins profonde. Comme ci contre, variables aussi. Ponctuation encore plus embrouillée et plus irrégulièrement distribuée sauf les 2-3 séries le long de la suture mieux ali- gnées; la ponctuation un peu plus faible postérieurement SE : Tibias intermédiaires non épais- sis, les denticules internes peu saillants. i Tibias postérieurs (fig. 2): la partie Elargie intérieurement plus longue, coim- mencant plus près du milieu du tibia et à peine atténuée depuis la partie la plus saillante jusqu’ à l’extrémité, garnie de soies encore plus courtes. Edéage: fig. 3. Type: Pescasseroli (Aquila), 25 - VII - 1925, gi, 2 x 0.74 mm. en méme temps. Dr. A. Solari leg. Plusieurs paratypes 79 de la mèéme provenance pris T. H. (s. str.) rufipes Curtis, 1830. H. longior Rey, 1885. M. le Dr. Solari m’a communiqué aussi une unique femelle, im- mature, capturée à Novi Ligure, près Alessandria et nommée 77. longior nov. subsp. par Pretner. Elle est identique à un 7 de l’Hérault (S. Bauzille de Putois), tout aussi immature, et que j'ai recu de M. Hu- stache déterminé comme /orgior var. Cette espèce fut décrite du Var (environs d’Hyères). Je crois que la dite femelle appartient à l’espèce typique et non à une variation de celle- ci; néanmoins il serait intéres- “sant de pouvoir examiner un y' capturé au mème endroit. 170 A cette occasion je crois utile de donner une nouvelle figure (fig. 6) de l’édéage d’/7. rufipes Curtis plus exacte, en ce sens que dans la fig. 27 que j'ai donnée de cet édéage dans Mém. Soc. Ent. Belg., XXIII, 1930, p. 48, la partie tronquée supérieure du lobe médian doit étre prolongée en une dent obtuse, plus transparente que le restant du lobe. Cette dent, abimée dans l’exemplaire de Caux (Hérault) dis- séqué alors, avait échappé au dessin. Depuis j'ai disséqué un autre 3g d’Ahrweiler (Allemagne) et un de Guthrie (Angleterre), que m’a donné M. F. Balfour Browne. Les trois édéages sont identiques, de sorte que la synonymie rufipes Curtis (longior Rey, admise par Sainte Claire Deville gagne en vraisemblance. Le type de Curtis paraît perdu: il n’est ni au National Museum de Melbourne (Australie) où est conservée sa collection, (?) ni au Musée National de Dublin où se trouve la collec- tion Haliday. C'est ce dernier qui avait récolté l’insecte nommé par Curtis. I GiusePPE MUùLLER -. (Trieste). A PROPOSITO DI ALCUNE CYMINDIS ITALIANE (Coleopt. Carab.) Cymindis Marmorae Genè. — Il collega dott. F. Capra del Museo di Genova mi inviò gentilmente due esemplari di questa specie sarda, sulla quale egli ebbe a pubblicare delle interessanti osservazioni nel nostro « Bollettino » 1933, pag. 138. Io, purtroppo, all’epoca della com- pilazione della mia tabella delle Cymirndis (Col. Ven. Giulia, 1926, 263 e Koleopt. Rundschau 1934, 51) non ero a conoscenza dei risultati del Dott. Capra e non potevo di conseguenza considerarli nel mio lavoro. Volendo inserire la Cymindis Marmorae Genè nella mia tabella, si dovrebbe modificarla al n°. 3 nel modo seguente: (1) M. le Directeur du Musée de Melbourne m’écrivait: ‘I find there are no exam- ples of H. rufipes in the Curtis Collection of british beetles, although the name label is in place, but nothing to indicate that the specimen was ever in the drawer ,,. Jai vu de la collection Curtis 2 exemplaires typiques d’/7ydraena testacea Curtis et 2 Q °, typiques d’Hydraena elongata Curtis. Les premiers correspondent à ce qu'on a toujours envisagé comme 77. (Phothydraena) testacea. Les secondes ne sont pas. à sépa- rer de l’ H. (Haenydra) gracilis Germar typique. bo | FUR de Eri 3. 1 palpi labiali del g” con l’ultimo articoto allungato, assai debel- mente dilatato. Protorace perfettamente liscio sul disco, con doccia laterale molto stretta. Elitre glabre, anche nelle interstrie esterne, solamente verso l’apice con radi puntini; la serie ombelicata cos- tituita da punti relativamente piccoli. Il disegno giallo delle elitre si compone di una macchia omerale allungata, per metà staccata dal lembo laterale giallo, e da una macchietta preapicale interna. - Sardegna (Gennargentu) [Marmorae Genè | —. I palpi labiali del x con l’ultimo articolo fortemente dilatato, triangolare. Protorace con punteggiatura più forte e doccia laterale più ampia. Le elitre più o meno punteggiate nelle interstrie esterne, i punti della serie ombelicata più grossi, foveiformi. dd 3a. Elitre perfettamente nude, anche alla base, con macchia omerale ampiamente fusa con lorlo giallo laterale. Protorace nero o piceo, coi margini laterali ferruginei. - Specie dell'Europa settentrionale e media, al sud in montagna. humeralis Geoffr. — Elitre alla base con minutissimi peli eretti, visibili soltanto in pro- filo con forte lente; la macchia omerale più staccata dall’orlo giallo laterale e, nelle forme meridionali, spesso prolungata verso Papice delle elitre. Nella forma dell'Europa centrale il protorace è ros- sastro, la scultura più sottile (f. £#yp.); in una forma meridionale della Dalmazia e di certe località d’Italia il protorace è scuro coi margini gialli e la scultura più forte (sbsp. adriatica m.). axillaris Fabr. Cymindis coadunata sbsp. nova Luigionii m. (? Cymindis acu- fangula Chaud. Berl. ent. Zeitschr. 1873, 80). — Ho già avuto occasione di rilevare la variabilità della Cym. coadunata nei riguardi della pun- teggiatura e pubescenza delle elitre (Col. Ven. Giulia, 1926, pag. 266). Ora Vamico ZLzigioni, mi invia in esame una Cymindis del. Parco Abruzzese, la quale segna il massimo grado di riduzione della pube- scenza e punteggiatura, in modo da poterla scambiare, a prima vista, con qualche forma dell’axi/laris. Però l’esame dettagliato di tutti gli altri caratteri ci dimostra che si tratta indubbiamente di una forma affine alla coadunata. La pubescenza di questa forma abruzzese è ridotta sul pronoto a minutissimi peli giallognoli, visibili solamente se si esamina l’insetto con forte lente, tenendolo con la testa verso la fonte luminosa ed osservandolo di sopra; essi possono sfuggire invece all’osservatore che guarda il pronoto in profilo. Le elitre hanno la pubescenza ridotta a 172 brevissimi peli nella regione basale e verso l’apice; egualmente ridotti sono i rispettivi puntini piligeri, di modo chè quasi tutte le interstrie sono glabre, meno che l’ottava, che è leggermente punteggiata. Le strie delle elitre sono più profonde e più distintamente crenulate che nella vera coadunata. Colorito normale, capo nero, pronoto ferrugineo; la macchia omerale presente, sebbene di solito più breve che nella f. typ. ‘e più staccata dal iembo laterale giallo. Lunghezza del corpo: 8-8.5 mm. Questa Cymindis, che dedico con affetto all'amico Paolo Luigioni, è stata da lui raccolta su vari monti del Parco Abruzzese e precisamente: M. Maisicano, 25.8.33, M. Tranquillo, 17.7.33 e M. Palombo 4.8.33. Nota. — Non è escluso che la sbsp. Zuigionii possa riferirsi alla. C. acutangula Chaud. La descrizione di quest'ultima si adatta perfet- tamente alla Luigionii, specialmente le indicazioni di Chaudoir relative al protorace fortemente cordato, con gli angoli posteriori sporgenti, alla pubescenza molto ridotta, alle interstrie delle elitre glabre sul dorso, alle strie forti e crenulate; l’unica indicazione che non combina, cioè l'assenza della macchia omerale nell’acutangzia, potrebbe spiegarsi con la variabilità del colorito, variabilità già nota in varie specie affini. Però sta il fatto che nessuno degli autori moderni, dopo Chaudoir, ha potulo esaminare la Cymindis acutangula e che non si conosce nemmeno la provenienza esatta di questa specie. L'indicazione « Basses Alpes » riportata nei vari cataloghi (Reitfter, Winkler, Junk, Luigioni) non è sicura, perchè Chaudoir dice testualmente: <« provenant, je crois, des Basses Alpes >. | Stando così le cose, ho preferito descrivere e denominare la Cy- mindis del Parco dell’Abruzzo, anzichè riferirla ad una specie d’ignota provenienza, la quale non potrà essere identificata senza l’esame dei tipi originali. Del resto, anche se dovesse risultare l’identità morfolo- gica della C. Zuigionii con lacutangula, il nome Luigionii dovrebbe rimanere per caratterizzare la forma provvista di macchia omerale. Cymindis coadunata Dej. e Strasseri Reitt. — I miei esemplari della C. coadunata sono tutti delle Alpi orientali e dinariche. Essendo il tipo descritto dalle montagne francesi, mi sono procurato — per mez- zo dei colleghi dott. Felice Capra e Cesare Mancini di Genova — una serie di esemplari di diverse località della Francia: Brassac - Tarn e Isère. Essi non differiscono gran chè dalla solita coadurata delle Alpi orien- tali e dinariche, a punteggiatura e pubescenza scarsa o mancante sul dorso delle elitre. Ho visto la coadunata tipica anche delle Alpi Piemontesi (ex coll. Ghiliani) e Courmayeur (Mus. Genova). 173 Quattro vecchi esemplari del Monte Viso (coll. Fea, Museo Ge- nova) sono certamente da riferirsi alla Cymindis Strasseri Reitt., della medesima località (Wien. entom. Zeitg. 1896, 225). I caratteri differen- | ziali, relativi alla conformazione del capo e del protorace non sono del tutto costanti nella Sfresseri e, d’altronde, si ritrovano anche in certi esemplari della vera coadunata delle Alpi orientali e dinariche. Dimodochè io ritengo la C. Strasseri per una razza locale della coa- dunata, caratterizzata dalla punteggiatura e pubescenza delle elitre molto estesa, e dalla macchia omerale ridotta o del tutto mancante. Cymindis melanocephala Dej. - Indicata nel Catalogo del Lui gioni dalle Alpi Marittime e Cozie (M. Viso). Io dubito dell’esistenza della vera me/anocephala in Italia, essendo essa descritta dai Pirenei e dovendosi riferire, almeno gli esemplari da me esaminati del M. Viso alla coadunata sbsp. Strasseri Reitt. Un’unico esemplare della vera me/anocephala che io posseggo, differisce dalla Sfrasseri per statura più allungata, il capo più stretto, gli occhi meno sporgenti, il pronoto più piano, le elitre più piane e allungate, con lieve zigrinatura nelle interstrie. (La Strasseri, come la coadunata, ha le elitre a fondo liscio, soltanto cosparso di puntini piligeri.) Nuovo metodo per mantenere freschi gli insetti Tre anni or sono, il maestro Bernardino Astfaeller di Naturno mi mandò in esame una,sua invenzione, che, secondo le sue afferma- zioni, permetterebbe la lunga conservazione allo stato fresco degli insetti catturati durante le escursioni entomologiche. L’invenzione consiste in un liquido, che, assorbito da pezzettini di‘foglie secche deposti in scatole di alluminio a chiusura ermetica, produce una umidità per la quale gli insetti si mantengono per molti mesi nello stato nel quale vennero catturati, senza agire in modo dannoso sui colori e neanche svilluppando muffa nella scatola, se si prendono alcune precauzioni. Ho potuto eseguire diverse esperienze di vario carattere con queste scatole e posso ora confermare che il risultato ottenuto non è inferiore alle promesse fattemi, La maggior comodità di tale metodo consiste forse nel fatto di non essere costretti a infilzare gli insetti alati e delicati, sul luogo stesso 174 della loro cattura, e di poter così, anche dopo due mesi, preparare tali insetti, freschi come nel giorno della cattura, evitando il loro ramollimento in camera umida che, specialmente per certi gruppi, produce non pochi inconvenienti e deterioramenti di materiale. Tra strati di ovatta, oppure in bustine, potei così conservare nel modo indicato Imenotteri, Neurot- teri ed affini, Lepidotteri di ogni specie, ecc. Chi è abituato a fare delle ampie raccolte conosce la fatica di dover preparare il materiale raro, immediatamente appena di ritorno a casa, onde assicurarsi una buona preparazione. Vi è un solo nemico, che seriamente possa danneggiare il materiale così conservato: il caldo! Bisogna assolutamente evitare di esporre le scatole, per troppo tempo, al sole, oppure di tenerle in luoghi caldi, vicino a termosifoni ecc. perchè, in tal caso, l’evaporazione umida ec- cessiva produce immediatamente muffa e rovina entro pochi giorni il contenuto. Raccogliendo in zone molto calde è consigliabile di tenere ogni tanto aperto, per qualche minuto, il coperchio della scatola, per impedire l’eccessivo sviluppo di umidità. Lo stessso effetto dannoso si verifica quando l’essenza si è esaurita, fatto facilmente constatabile dalla cessazione dell’odore tipico di mandorle amare. Per la durata ed efficacia del nuovo ritrovato ho potuto stabilire un massimo di due anni; dopo occorre sostituire le foglie vecchie con altre nuove. Consiglierei però di provvedere annualmente, e precisa- mente al principio della stagione di raccolta, alla sostituzione delle foglie usate con quelle fresche. Per le ragioni suesposte ho creduto utile di segnalare questo nuovo metodo pratico ed economico. F. HARTIG RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell'Italia e delle Colonie Mediterranee XLVII (1) Lepidoptera Przegendza Dr. — Neue Zygaenenrassen (Lep.) - Ent. Ztschr. Fran- kfurt a. M. XXXVII, 1933, Fsc. N. 3. pp. 27-28, 6 fg. Zygaena achilleae Esp. n. v. vozea (Voze, Riv. di pon.). SR; F. Hartig (1) Non sono compresi i lavori pubblicati inei Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra. Li5 Sageder Fr. — Neue Saturniden - Formen aus meiner Sammlung. — Ent. Rdsch. Ann. 50., Stuttgart 1933, Fsc. 16, pp. 209-211,1Fg. Descrive Saf. pyri Schff. forma roseofasciata Saged. di Zara. F. Hartig Neuroptera s. l. - Odonata Cowley J. — Odonata in France and Italy 1932. — Entom. Month. Mae, XX. 1933, pp. 248 - 250. Sono citate 6 specie di Bordighera. Cowley J. — The Larvae of the European species of Gomphus Leach (Odonata). — Entom. Mont. Mag., LXIX, 1933, pp. 251-252, Tav. VII. Lucas W. J. — The Aquatic (Naiad) Stage of the British Dragonflies (Paraneuroptera). — London: The Ray Society, 1930, pp. XI e 132, 35 pl. Morton K. J. — Notes on some Odonata, Trichoptera and Neuroptera collected in Corsica. - Ent. Mont Mag., LXX, 1934, pp. 1-7. Mosely M. E. - New Corsican Trichoptera — The Entom. LXIV, 1931, N. 822, pp. 253 - 254. Beraeodina palpalis n. g. n. sp., Vizzavona; Polycentrapus corsicus n. sp., Vizzavona. Mosely M. E. — The genus Stactobia Me. Lach. (Trichoptera). — Stylops: A Journ. of Taxon. Entom. Vol. 1. 2 Pr. 1933, pp. 162 - 165, 7 fig. Nella revisione tassonomica delle specie appartenenti al genere Stactobia Mc. Lach. prende in considerazione esemplari raccolti in Si-. cilia e riportati dallo Schneider alla specie S. fuscicornis Schn. quale genotipo. Ricorda pure esemplari raccolti nel Nord Italia (Ticino, Valle Levantina), Amalfi; nota ancora la corrispondenza fra le forme da lui e da altri raccolte in Corsica e quelle della Sicilia e conclude rilevando la necessità di raccogliere nuovo materiale siciliano per giungere ad una esatta conoscenza delle specie appartenenti al genere Stactobia. G. P. Moretti 176 Mosely M. E. — Corsican Trichoptera and Neuroptera (s. 1.) /93/. Fos, VIII, 1932, n. 2, pag. 165 - 184, 18 fig. tav. IV- V. Sono descritte e figurate alcune specie di Tricotteri ed un Plecot- tero; elenco dei Tricotteri, Plecotteri; Efemerotteri e Neurotteri citati fin'ora di Corsica. Mosely M. E. — A Revision of the European Species of the Genus Leuctra (Plecoptera). - Ann. Mag. Nat. Hist., X Ser. vol. X, 1932. p. 1-41, PI I-V. Navas L. — Is Rafidiòpters del Museu de Ctencies Naturals de Bar- celona. - Treb. Museu Cienc. Nat. Barcel. vol. XI. ser. eutom. n. 7, 1934, estr. 7 pp. Sono citate alcune forme d’Italia; R&kaphidia etrusca Alab. (= Lui- gionii Nav.). Navas L. — A/cuni Insetti del Museo di Zoologia della R. Università di Torino.- Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, XLII, 1932 n. 26. pag. 1-38, 32 fig. Sono citati 158 specie di Odonati, Neurotteri, Mecotteri, Megalot- teri, Rafidiotteri, Psocotteri, Plecotteri, Efemerotteri, Tricotteri di varie regioni specialmente dell’Italia e Colonie; Ne/ees Festai n. sp. di Ghemines (Cirenaica); Hemerobius trifasciatus sp. n. Piemonte; Nefa- situs italicus n. sp. Piemonte; Perlodes Festai n. sp. Cadore; Rhyaco- phila stigmatica Kol ridescrizione, R. arcangelina n. sp. e linguata n. sp. tutte di Pian Meriano (Cuneo); /ydropsyche tenuis sp. n. Sangano (Piem.), Sfenophylax elongatus n. sp. e S. mistus n. sp. del Monce- nisio, oltre a molte n. sp. di Eritrea e Somalia. Nielsen C. — Odonati della Venezia Tridentina. - Studi Trent. Scienze. Natur., XII, 1932, pp. 198 - 218. Sono citate 39 specie, con notizie tassonomiche e biologiche. Schonemund E. — Plecoptera — Die Tierwelt Mitteleuropas. B. IV, Lief.- Ik:-17 pp.;63 fig. Tabelle di determinazione delle specie dell’ Europa centrale. Trajna S. — Rigenerazione di appendici in larve di Agrion. - Bull. Istit. Zool. R. Università Palermo, Vol. II, 1933, n. 4-5. pp. 52- 70, 1 Fay, 177 Ulmer G. — Trichoptera. — Die Tierwelt Mitteleuropas. —- Bd. VI lief. I, n. XV, 46 pp., 138 figg., 3 Tav. Tabelle dicotomiche fino ai generi, catalogo delle specie. Thysanoptera Priesner H. — Thysanoptera (Physapoda). — Die Tierwelt Mitteleu- ropas - Bd. IV, Lief. II, n. VII, 18 pp., 21 fig. Tabelle di determinazione fino alle specie. Del Giudice E. Primo contributo alla conoscenza di un nuovo paras- sita del frumento (Haplothrips spec.). - Pubbl. Staz. sper. Granicolt. B. Mussolini Sic. Catania, n. 4 pp. 5-11, 4 figg. Note morfologiche e biologiche su una specie a OS- servata in Sicilia. Melis A. — 7Tisanotteri italiani. Genus Melanthrips. - su Firenze, XX, 1933, pp. 1-143, LVI gruppi figure. Morfologia, degli adulti e della larva, minuta descrizione delle 14 specie italiane, sono nuove: Me/anthrips }alcatus, M. contortus M. cupreus, M. communis e var. niger, M. siculus, M. aetnaeus, M. lagenae- ventris, M. minutus, M. elegans, M. inflativentris acuminatus. Melis A. — 7Tisanotteri Italiani. Genus Aeolothrips. - Redia, Firenze, XX, 1933, pp. 145 - 187, XVI figg. Morfologia, descrizione delle 7 specie italiane, sono nuove: Aeo- lothrips perclarus, A. speciosus, A. angustus, A. obesus, A. neglectus. Melis A. — // Liotripide (Fleotridide) dell’olivo. - Firenze Agricola, 1934, a. VII, n. 5, pp. 197 - 199. Priesner H. — A Review of the African Haplothrips Species. - Bull. Soc. Roy. Ent. Egypt, XIV, 1930, p. 230 - 277, 1 fig. e PI. XII- XII. Tabelle di determinazione e descrizioni. Steinweden J. B. — Key fo all known species of the genus Taenio- thrips (Ihysanoptera: Thripidae). - Trans. Americ. Entom. Soc., LIX, 1933, pp. 269 - 293, tav. XIX. Thysanura Silvestri F, — Nuovi contributi alla conoscenza della Fauna delle Isole italiane dell’Egeo. II, Thysanura Entotropha (Insecta). — Boll. Lab. Zool. gen. agr. Portici, XXVII, 1933, pp. 61 - 111, XLIV gruppi fig. 1783 Sono citate 36 specie e varietà, delle quali sono nuove: Campodea (Campodea) subdives n. sp. di Rodi; C. (Dicampa) Sprovieri n. sp. di Lero e Coo; Eutrichocampa aegea n. sp. di Rodi, Scarpanto e Coo; Edriocampa Ghigii n. gen. n. sp. di Rodi e Coo; Plusiocampa So- leriî n. sp. di Rodi; P. Festae n. sp. di Scarpanto; P. Festae var. Coi di Coo; P. Lagoi n. sp. di Rodi; Japyx (J.) intercalatus n. sp. di Rodi e Nisiro; /. (/.) latens n. sp. di Rodi; /. (J.) simplex var. profusa n. di Calino Rodi, Coo, Lero, Nisiro; /. (Metajapyx) aemulans n. sp. di Scarpanto; /. (Metajapyx) inductus n.sp. di Rodi; /. (Metaja- pyx) pervengens n. sp. di Coo; Catajapyx confusus var. aegea n. v. di Coo; Parindjapyx Crivellarii n. gen. n. sp. di Rodi, Lero, Calino, Coo; P. Chiorandoi n. sp. di Rodi; P. Dessyi n. sp. di Rodi; Megajapyx rhodianus n. sp. di Rodi; Epijapyx n. gen. per /. corcyraeus Verh.; E. corcyraeus var. Carpathi n. di Scarpanto e var. Coi n. di Coo. Silvestri F. — Tisanuri cavernicoli della regione di Postumia. - Atti I° Congresso Speleol. Nazion. Trieste, 1933, pp. 179 - 181. Elenco delle forme, nuova descrizione di P/usiocampa (Stygio- campa n. subg.) rivea (Joseph.). Coliembola Bonet F. — Ffudios sobre Colémbolos cavernicolas con especial refe- rencia a los de la fauna espanola. - Mem. Soc. Esp. Hist. Nat. XIV. n. 4, (1931) pag. 231-403, XXXI gruppi di figure. Lavoro molto importante, tabelle di determinazione di alcuni ge- neri, descrizioni accurate ecc. Denis j. R. — Collemboli di caverne italiane. - Mem. Istit. Ital. Ipe- leologia, Ser. Biol.,, Mem. II, 1931 pag. 5-15, 15 figg. Sono citate 17 specie, 3 sono nuove per l’Italia e 5 nuove (per questa si veda anche la diagnosi in Mem. Soc. Ent. Ital. Vol. X, 1931 pp. 80 - 85). Denis J. R. — Contributo alla conoscenza del ?’* Microgenton ,, di Costa Rica. INI. Collemboles de Costa Rica avec une cotribution au species de l’ordre (Deuxième note) - Boll. Lab. Zool. gen. agr. Portici, XXVII, 1933, pp. 222 - 322, 150 figg. Vi sono osservazioni su gruppi e specie europee. 179 Arachnida Beier M. — Neue cavernicole und subterranee Pseudoscorpione - Mitt: Hohlen-u. Karstforschung, 1934, H. 2, pp. 53 - 59, 7 figg. Chthonius (s. str.) cephalotes ssp. horridus n. di Oropa (Piem.); Chthonius (Ephippiochthonius) austriacus ssp. boldorii n. del Pozzo del Budellone, 134 Lo., Neobisium (s. str.) lombardicum n. sp. Busati pr. Brescia (125 Lo.). | Beier M. — Revision der Chernetidae (Pseudoscorp.) — Zool. Jahrb.; Bd. 64, 1933, pp. 509 - 548, 15 figg. Tabelle delle tribù e dei generi, e in alcuni casi anche per le specie; A//ochernes (s. str.) italicus n. sp. di Genova. Di Caporiacco L. — Spedizione scientifica all’oasi di Cufra (marzo - luglio 1931) Araneidi. - Ann. Mus. Civ. Stor. Nat. Genova, LVI, 1933, pp. 311-340, 14 figg. Sono citate 86 specie e varietà delle quali 13 sono nuove: Dictyna cyrenaica n. sp.; Scotophaeus microdon n. sp.; Theridium varians var. cyrenaica nov.; Theridium patrizii n. sp.; Teutana argentea n. sp.; La- throdectus paliidus var. immaculata nov.; Cyclosa concolor n. sp. Xysticus quadrispina sp. n. e var. concoior nov.; Phyledromus erythro- pus n. sp.; Phylodromus grazianii n. sp. Phylodromns multispinu n. sp.; Phylodromus dubius n. sp.; Icius minimus n. sp.; Agelena lepida v. deserta n.; Lycosa (Cynosa) agedabiae n. sp. Di Caporiacco L. — / Nesticus /iguri ed emiliani. - Ann. Mus. Civ. St. Naz. Genova, LVI, 1934, pp. 395 - 405, 6 fig. Sono citati varii aracnidi cavernicoli delle grotte Liguri ed Emi- liane: è descritto un MNesticus menozii n. sp.; osservazioni sugli altri Nesticus: speluncarum Pav., cellulanus (CI.) ed eremita E. Sim. Fage L. e Kratchvil }. — Une Araignée cavarnicole nouvelle de la province de Trieste. Centromerus Crosbyi, n. sp. — Bull. Soc. Ent. France, 1933, pp. 171 - 173, 2 fig. La n. sp. è della grotta di Luegg (Postumia). Fage L. — Sur un Troglohyphantes rouveau (Aran.) des grottes de Lom- bardie. - Bull. Soc. Ent. France, XXXVIII, 1933, p. 105 - 107, fig. T. Gestroi n. sp. (= 7. Ghidinii Fage (1931) p. 179, nec De 180 Lessert.) Grotte della prov. di Brescia; 7. Sordellii Pavesi 1875 (= Taranucnus Ghidinii De Lessert 1906 nec Troglohyphantes Ghidintii Fage 1931) del Canton Ticino. Hadzi J. — Der Artbildungsprozess in der Gattung Euscorpius Thor. — Atti XI Congresso Intern. Zoolog. Padova 1930, Vol. I. 1932, pp. 356 - 302. Tonelli Rondelli M. — Hyalomma nuovi delle Colonie italiane. - At- ti Soc. Ital. St. Natur. Milano, LXXI, 1932, pag. 117 - 125, 3 grup- pi fig. Sono citate due sp. di Tripolitania: H. funesciacum franchinii n. sp. ed otto dell’Eritrea con due forme nuove. Willman C. — Acari aus stidostalpinen Hòohlen II. - Mitt. Hòhlen u. Karstforschung, 1934, H. 2, pp. 45 - 53, 12 figg. Descrizione di tre specie, già note, della Venezia Giulia. Varia Andreucci A. — Sulla fauna della caverna di Fichino presso i Bagni di Casciana. - Atti Soc. Tosc. Sc. Nat. Proc. Verb., XLII, 1933, pp. 59 - 69. I Sono citati vari Artropodi. Boldori L. — Animali cavernicoli in schiavitù. - Atti I° Congresso Spe- leol. nazionale, Trieste, 1933, pp. 190 - 123. Boldori L. — Altri quattro anni di ricerche speleologiche - Le Grotte d’Italia, 1932, pp. 112 - 129. Elenco di grotte specialmente di Lombardia e Veneto coll’indica- zione dei reperti faunistici seguito da un elenco della fauna cavernicola lombarda. Gestro R. — /n memoria di Agostino Vacca. — Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova. LVI, 1934, pp. 349-354. Sono citati vari artropodi cavernicoli raccolti nella Liguria occ. Ghidini G. M. — Le Caverne nei dintorni di Paitone e la loro Fauna. - Comment. Ateneo Brescia, 1931, pp. 271-300, 5 Tav. Sono descritte 19 Grotte. FAUNA COLEOPTEROR UM ITALICA del Prof. Dott. ANTONIO PORTA. Vol. V. - RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA ‘ (Anthribidae, Brenthidae, Curculionidae, Nemonychidae, Ipidae, Lucanidae, Scarabaeidae) ‘Presso l'Autore. ; Lire 100 aggiungere L. 4 per. l’Italia e L. 7 per l'Estero, per la spedizione. Non si spedisce che dietro il relativo importo. Già usciti; Vol. I. - ADEPHAGA 3 L: 60: piu L.3 per l’Italia e L. 6 perl’estero . » IIL-STAPHYLINOIDEA:L.100: > » 3» >» >6» > » II.- DIVERSICORNIA © : L.100: >» »4 » >» >»7» >» ‘Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo TARIFFA DELLE INSERZIONI "SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto l'anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. La pagina intiera bi 150 Mezza pagina ;;, 80 Un quarto di pagina,,, SO n re eei FABBRICA SCATOLE DI CARTONE | E ARTICOLI DI CARTONAGGI IN GENERE FONDATA NEL 1880 iii RAFFAELE GAUPPIONI | Telegrammi: Bb O LO GNA GRUPPIONI - Bologna Fabbrica 6 Amministrazione [MIR NAZARIO SAURO 1 - Tel. 2601 i QUO SPECIALITA | Scatole per collezioni è’ insetti Listino gratis a richiesta atenei Depositi gl n Insetti “ IDEAL, L bianchi z Gdl per schedari - Cartelliere - Scatole d'archivio Scatole per preparazioni microscopiche I Cartelle per erbario Scatole da tasca per farfalle - Cartoni per monete Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, prodotti industriali, sementi, ecc. ' Scatolepertubia Oisposizione verticale e orizzontale fon ERA e I Sì pubblica dieci volte l’anno Conto cortente colla Posta. BOLLETTINO SOCIETÀ. ENTOMOLOGICA ITALIANA Votume LXVI si i; ig . Pubblicato il 20 Ottobre 1934, Anno SOMMARIO VATTI SOCIALI c Comunicazioni scientifiche: A. Giordani Soikd* Due nuovi Vespidi della Somalia Italiana. — Mario Mariani: Ancora sulla infestione di _ «Sesamia vuteria Stoll. in provincia di Messina. — P. Bluthgen : Eine neue LZucasellus-Art (Hym. Apidae. Halictini). — Giorgio Kriiger: IV® Contributo alla conoscenza della fauna Cirenaica: Heterocera. — Gian Maria Ghidini: Quinto contributo alla cono- scenza della fauna 5speoentomologica bresciana (Esplorazioni com- piute negli anni 1930-33). — L. Masi: Nota sui Calcididi dell'Isola . di Rodi. — Fabio Invrea: Nuovi reperti di Mutillidi e Crisidi della Cirenaica. — Repertorio di notizie entomologiche XI. — Rassegna delle Pubblicazioni Entomologiche riguardanti la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee XLIX. $ Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile ‘Arti Grafiche COMMERCIO, Via S. Luca, 10 — GENOVA a nesii 3 I ENTOMOLOGICA ITALIANA Sede in GENOVA, Via Brigata Liguria, N, 9 à presso il Museo, Civico di Storia Naturale Ca S. M. VITTORIO EMANUELE III :- RE D’ITALIA. S. E. Benito MussoLINI - Capo del Governo > S. E. GIusEPPE BELLUZZO — S. E. Pietro FEDELE CONSIGLIO DIRETTIVO ;. {| pel biennio 1934-35. PRESIDENTE ONORARIO : Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro. PRESIDENTE EFFETTIVO: Dott. Ferdinando Solari Vice- PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi. SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea. TESORIERE: Rag. Cesare Mancini. ‘ DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fabio Invrea. CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Ago- .stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele. Issel, Cav. Paolo Luigioni, Dr. Giuseppe Miller, Prof. “Guido. Paoli, Prof. DRpO SS Conte Emilio Turati. REVISORI DEI CONTI: Signor Armando Baliani, Da Paolo Bensa, Dott. Tullo Casiccia. : Quota sociale annua: nel Regno: Ordinari L. 40, Studenti Li 20 Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. : Quota pi l'iscrizione a soci vitalizi: L. 500 per L Italia, LL 750 per l’estero. . Abbonamento. alle Pubblicazioni peri “non soci: Italia: L. 50, Estero L. 60. | | AVVISI AI SOCI Le adunanze scientifiche della Società, si tengono ogni Giovedì alle ore 21, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla . Società deve essere indirizzata ènpersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). . Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta: mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2.,:8.8., GENOVA. «a sa % BOLLETTINO DELLA SOCIETA" ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA . VoLumk LXVI (1934) N. 8 Pubblicato il 20 Ottobre 1934, Anno XII ATTI SOCIALI Il 5 Ottobre, in Padova, ove si era da poco tempo ritirato presso la Famiglia, dopo aver lasciata la carica di Vice Direttore del Museo Civico di Genova, è morto, a 78 anni, il Prof. Decio Vinciguerra. Per l’ingegno fervido, il vasto sapere e l’operosità multiforme, aveva raggiunto larga e solida fama nel mondo scientifico, anche fuori d’Italia, e acquistato grandi benemerenze, non solo per la sua scienza di ittio- logo, ma anche per la sua particolare competenza nei problemi relativi alla pesca e all’acquicoltura e per le molte missioni compiute in patria e all’estero, specialmente per incarico del nostro Governo. Quantunque non si fosse dedicato in modo particolare all’entomo- logia, pure - segnatamente da quando, lasciato il servizio dello Stato, era tornato come Vice Direttore al Museo di Genova, nel quale aveva fatte le prime armi - favorì sempre, con ardore e piena comprensione, il nostro ramo di studi e molto contribuì al suo sviluppo nel)’ Istituto Genovese. Alla nostra Società era affezionatissimo e partecipava con entusiasmo alla vita sociale, sempre assiduo alle nostre settimanali riu- nioni che Egli animava colla sua conversazione bonaria e gioviale, pronto sempre a dare un ammaestramento o un paterno consiglio, a stimolare e incoraggiare l’attività di ciascuno. Accettò anche, più di una volta, di assumere dalla Società particolari incarichi, che Egli esplicò con tatto, zelo e pieno successo, meritandosi la viva riconoscenza dei colleghi. I quali oggi ne piangono, addolorati, la perdita e mandano alla sua memoria un commosso e reverente saluto. Per delegazione del Presidente, la Società Entomologica venne ufficialmente rappresentata ai solenni funerali, svoltisi nel pomeriggio del 6 Ottobre, dal nostro Socio Ing. Paolo Bensa, recatosi espressamente da Genova a Padova per presenziare la mesta cerimonia. Alla Famiglia la Società Entomologica Italiana esprime le più vive e profonde condoglianze. ik 182 Abbiamo il dolore di registrare la perdita, avvenuta in questi giorni, di uno dei migliori pionieri della Lepidotterologia italiana. È morto ad Oricola, nella sua villa, in provincia di Roma, il Cava- liere di Gran Croce Fortunato Rostagno, che aveva raggiunto la bella età di 87 anni, sempre lavorando assiduamente nelle sue alte cariche e nei suoi importanti impieghi, ma non trascurando la sua bella colle- zione di lepidotteri, da lui formata sulla base di specie da lui raccolte, specialmente nella Provincia di Roma. Non è qui il posto di parlare delle cariche da lui coperte, sia nella alta Amministrazione Governativa, come Consigliere della Corte dei Conti, sia come Presidente dell’Istituto di Credito (Iche), carica che egli occupò dopo lasciata la Corte dei Conti. Come entomologo egli si dedicò con viva passione ai lepidotteri, e pubblicò, prima da solo, poi in collaborazione col Sig. Zappelloni, vari importanti opuscoli sulla Fauna dei lepidotteri romani. Dobbiamo a lui anche la descrizione di alcune nuove forme da lui raccolte e stu- diate, e segnatamente sulla Pyeris ergane. La collezione, che egli con tanto amore seppe riunire, rimane nelle mani del figlio suo, al quale noi mandiamo dalla Società Entomologica Italiana l’espressione del più profondo rimpianto. E. Turati e * Un’ altra. perdita ha avuto la Società colla morte del socio Prof. Adolfo Banti; laureatosi in agraria a Portici, fu per qualche tempo assistente del Prof. Berlese ; passato qnindi nell’ insegnamento medio fu professore di Agraria nel R. Istituto tecnico di Ascoli Piceno, Nella sua lunga carriera coltivò l entomologia applicata e in questi ultimi tempi si occupò di una Depressaria, la cui larva riesce molto dannosa alla coltura dell’ anice e si riprometteva di rendere noti i risultati nelle nostre pubblicazioni. d Ci viene partecipata ufficialmente dalla Direzione del Museo di Scienze Naturali di Buenos Ayres la morte del Prof. Angel Gallardo, avvenuta il 13 Maggio di quest'anno. L’illustre mirmecologo fu Diret- tore di quel Museo dal 1911 al 1916, poi capo onorario della sezione : entomologica del Museo e rettore dell’Università di Buenos Ayres. Nella sua brillante e operosa vita politica ebbe la carica di ministro degli af- fari esteri e fu in Italia come ambasciatore dell'Argentina. CAMBIAMENTI DI INDIRIZZO: Prof. Giuseppe Candura, Direttore del R. Osservatorio di Fitopatologia, Bolzano - Casella postale, nu PRESSIEN 133 COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE A. GIORDANI SOIKA DUE NUOVI VESPIDI DELLA SOMALIA ITALIANA Odynerus (Rhynchium) lateralis var. Paolii n. var. 9 - Ferruginea. Sono neri: una macchia sul vertice, intorno agli ocelli; il mesonoto o gran parte di esso e la faccia ventrale del torace. Sono gialli: una stretta fascia alla base del clipeo e talvolta lo spazio interantennale e le orbite interne dei lobi inferiori degli occhi; una macchia irregolare sulla parte superiore del mesoepisterno; le tegule, tranne una macchia ferruginea nel mezzo; una stretta linea, spesso as- sente, sulla faccia dorsale del postscutello ; le faccie dorsali del pro- podeo; una fascia apicale sul I tergite, bruscamente dilatata ai lati; una fascia all'estremità dei quattro tergiti successivi, leggermente dilatata nel mezzo e più fortemente dilatata ai lali; una fascia molto stretta e regolare all’estremità degli sterniti Il - V. Nella dilatazione mediana della fascia dei tergiti si osserva una piccola macchia bruna, assai allungata in senso longitudinale. Ali e zampe come nella forma tipica. S - Clipeo, mandibole, spazio interantennale e faccia inferiore dello scapo gialli; il resto come nella 9. Somalia italiana: Villaggio Duca degli Abruzzi, 4 99 e 1 g (G. Paoli), 3 99, VI-1930. Tipi in Coll. Paoli; paratipi nel Museo civico. di Genova e nella mia collezione. Questi esemplari corrispondono abbastanza bene alla descrizione dell’ O. rotundiscutis Cameron, descrizione, del resto, molto incom- . pleta. I seguenti caratteri però, se esattamente descritti, sarebbero suf- ficienti per fare considerare VO. rotundiscutis come specie a se stante. Nell’O. /ateralis F. il clipeo è distintamente emarginato e le due brevi carene che terminano sui denti anteriori lo fanno sembrare an- cora più profondamente emarginato di quello che è in realtà; il clipeo del rofundiscutis, secondo la descrizione, è trasverso, cioè troncato. La punteggiatura del mesoepisterno, nel /afera/is, è più grossa ma non più rada che nel mesonoto, come dovrebbe invece verificarsi nel rotundiscutis, ed infine il clipeo del gx di questa specie sarebbe piri- forme, il che non può dirsi pel /aferalis. i 184 - Oltre al rotundiscutis, una nuova specie ed una varietà dell’ O. multicolor Sauss. hanno colorazione quasi eguale a quella del /aferalis Paoli. Vespa orientalis var. somalica n. var. 8 - Affine alla var. Zavattarii Guiglia e Capra, ma di colore mollo più oscuro e di una tonalità più fredda; bruno nerastro sul capo e sul torace, quasi nero sull’addome. Il I tergite è sprovvisto di fascia apicale; i tergiti III e IV sono di colore giallo pallido con le macchie laterali piccole ed isolate. Il III sternite è bruno nero nel terzo mediano e que- sto colore invade irregolarmente le macchie gialle laterali. Le ali sono molto oscurite, di colore bruno uniforme. Somalia italiana: alcune 8 8 di Carim, IX-1931 e Bender Cassim, XI-1931; mia coll. È degno di nota il fatto ci:c sia stata raccolta, in piena regione etiopica, una specie conosciuta finora della sola regione paleartica. MARIO MARIANI ANCORA SULLA INFESTIONE DI SESAMIA VUTERIA STOLL. IN PROVINCIA DI MESSINA (2) MORFOLOGIA DEGLI ADULTI E DELLA LARVA Sesamia vuteria f. nana Ciccarelli nova. Expansto alarum mm. 21-24 — Multo minor est quam typus et clariorj alas posticas habet et abdomen candida, nunqguam abest umbra in mediis alis anticis, vix conspicitur linea punctis distincta ‘subtermi- nalis. Hanc novam formam tam diversam a nota dedico ei qui primus invenit Aloisio Ciccarello. Questa forma è molto più piccola del tipo, più chiara, con le ali posteriori e l'addome costantemente candidi e con ’ ombra mediana trasversale costantemente presente, benchè più o meno accentuata. As- sai leggermente segnata è invece la linea di punti subterminale. Nelle altre caratteristiche la nuova forma non si allontana dal tipo della specie che, del resto, è variabilissima, specialmente nel colore. e nei disegni delle ali anteriori. (1) M. Mariani. Una grave infestione di Sesamia vuteria Stoll. in Prov. di Messina, Boll. della Soc. Entomologica Italiana, Vol. LXVI, pag. 128-130, 1934. 185 Prima ancora di conoscere il lavoro sulle Sesazzia dei Sigg. U. Rocci e E. Turati avevo già accennato ad una eventuale sinonimia fra cala- mistis Hamps. e vuferia Stoll. ('): nella mia collezione ho infatti molti individui di un colore castaneo-roseo così carico che dovrebbero asso- lutamente classificarsi come calamistis Hamps., mentre invece essi sono provenienti dallo stesso allevamento in Zea maîs e da bruchi perfettamente uguali a quelli di vuferia. Ho esaminati i genitali di uno di questi yy e ho trovato che non vi sono differenze nel confronto fra le sue valve e quelle degli altri individui, compresa la forma nana ottenuta dai culmi di frumento. Trovo però qualche differenza fra quello che io ho osservato e disegnato delle valve di numerosi individui di qui (fig. 1) ed il disegno della valva sinistra di vuteria pubblicato dal Dott. U. Rocci (’): sono, è vero, dif- ferenze lievi, ma ho creduto di pubblicare un disegno esattissimo di quelle da me osservate. In complesso credo che sia da ritenersi che le specie del genere Sesazzia, data la estrema variabilità dei caratteri esterni, siano da considerarsi come specie non ancora ben stabilizzate, appartenenti ad uno stesso gruppo specifico, e che ca/a- mistis debba considerarsi sol- tanto come una varietà, dei climi caldi, di vuteria. Uovo. Da una 9 - schiusa il 30 giugno, e tenuta con un c' schiuso nello stesso giorno in una grande terrina, coperta da una gabbia di rete me- tallica, nella quale avevo pre- ventivamente seminato il gra- noturco - sono riuscito ad ottenere le uova che furono deposte, durante la notte dal 1 al 2 giugno, sulle giovani piante di grano turco. Contra- riamente alla mia attesa, le uova furono deposte in serie di 15-25, ge- neralmente sulla metà della pagina superiore della prima foglia delle Fig. 1 - Valva di Sesamia vuteria Stoll. pesi (1) M. Mariani. Agricoltura Messinese. Giur >- Luglio 1934. (2) U. Rocci e Conte E. Turati. « Le Leucan:ci del gruppo seae Dup. etc... » Parte II. Le specie Italiane del Gen. Sesamia. Mem. Soc. Entom. Ital., Vol. XIII, 1934, pp. 5-22 (estratto). 186 giovani piante della graminacea o molto vicino all’ascella foliare. Non credo che sia mai stato descritto l'uovo di questa specie: esso è molto simile a quello delle specie del gen. Ch/orissa (') e di altre Geome- tridae; ha, cioè, la forma di una sfera molle i cui poli siano stati com- pressi fra le dita fino quasi a toccarsi; ne risultano così due faccie con- vesse, circondate da un anello, entro il quale, dopo alcuni giorni, è già visibile embrione. L’uovo è bianco avorio lucido e finemente rigato nel senso del- l’altezza dell’anello. Le uova sono, come ho detto, deposte in serie e agglutinate fra loro, in modo che il primo della seconda fila si viene a trovare all’al- tezza media fra il 1° ed il 2° uovo della prima fila; esse schiudono al 7° giorno dalla deposizione, e le larve, dopo avere qua e là rosa super- ficialmente la pagina superiore della foglia, si introducono nel culmo tenero. Larva matura. - Lunghezza 20-23 mm. Corpo cilindrico sub-de- presso; colore generale rossastro-vinoso-sudicio dalla parte dorsale, fino alla linea degli stigmi compresa; bianco osseo dalla parte ventrale. Testa castaneo-bruna, portante su ciascuna calotta cinque ocelli, di cui uno solo sulla parte ventrale; clipeo e labbro superiore color miele; mandibole robuste, bruno-scure, quasi nere nella parte distale, con cin- que denti ciascuna e aventi la forma di una mano priva delle ultime falangi; antenne composte di tre articoli, di cui quello basale, color miele, retrattile, il secondo castaneo-bruno ed il terzo brevissimo, ter- minante in una lunga setola bianca; palpi labiali e mascellari brevissimi, terminanti in una sottile setola. Scudo del pronoto e scudo anale giallo-cuoio (*), il primo con una sutura mediana appena percettibile. Spiracoli tracheali ellittici, più scuri del rimanente del corpo (non rossi), con il peritrema nero; linea stigmatale segnata da una leggera carenatura; linea dorsale più chiara del colore fondamentate, segnata dal vaso pulsante. | Zampe ed uncini delle pseudo-zampe castaneo-bruni. Setole, sparse sui segmenti e sulla testa, bianche. (1) Le uova non fecondate, che eccezionalmente qualche Q depone in numero di due o tre, sono invece sferiche. (2) Il primo che descrisse il bruco di vuferia s’ingannò circa il colore dello scudo dorsale e lo descrisse come rossiccio o addirittura rosso; in verità la larva di questa specie non fu mai esattamente descritta, come giustamente osservano il Dott. Rocci e il Conte E. Turati, Op. cit. 187 Crisalide. Lunghezza 15-17 mm. Colore generale giallo-cuoio, con le giunture dei segmenti addominali (uriti) fortemente segnate in bruno-rossiccio nella metà posteriore, ricoperte di una fine punteggia- tura bruna sulla metà anteriore; parte ventrale dei segmenti addominali di colore uniforme e senza sculture. Gli astucci delle ali quasi lisci, più chiari del rimanente della crisalide durante i primi 13-14 giorni di ninfosi, negli ultimi 2 giorni diventano bruno-scuri insieme al torace ed alla testa. Testa sporgente, visibilmente carenata di sopra, con due grosse protuberanze laterali brune ed una protuberanza estrema bruna fra le inserzioni delle antenne. Involucri chitinosi della testa e del torace fortemente scolpiti da linee in rilievo ondulate. I segmenti addominali della crisalide sono visibilmente ricurvi con la convessità dalla parte dorsale. Generalmente soltanto sei spiracoli tracheali per lato sono visibili e i primi due sono per metà ricoperti dagli involucri delle ali; qualche volta sono visibili, specialmente nei primi giorni di ninfosi ed appena segnati, gli stigmi dell’ ottavo urite. L’estremità della crisalide mostra un forte ispessimento chitinoso quadrangolare terminante con quattro brevi e robuste spine bruno-nere inserite sui quattro angoli. OSSERVAZIONI BIOLOGICHE È da notarsi che il frumento rappresenta per i bruchi di vuferia un alimento di ripiego: infatti si è constatato che essi, non trovando sufficiente un solo culmo per raggiungere la maturità, passano, dopo qualche tempo, in una pianta non infestata. Inoltre, dai bruchi che si alimentarono in culmi di frumento, non nacquero che individui rari. Quando la larva è matura, si prepara nel culmo stesso un soffice appoggio per la crisalide, costituito dalla parte legnosa del culmo fine- mente triturata: a tale uopo il bruco pratica nelculmo una larga aper- tura che ha anche lo scopo di preparare all’adulto una via di uscita. Le crisalidi sono sempre poggiate sul cremastere e quindi con la testa verso l’alto: qualche volta avviene di trovare crisalidi nello spazio fra il nodo terminale e le spighe; queste crisalidi rispetto alle spighe sono orientate con la testa in giù; però questo diverso orientamento è soltanto apparente, perchè si nota solo quando, per l'apertura praticata dal bruco e la conseguente rottura del culmo, la spiga poggia sul ter- reno. La ninfosi dura circa 15 giorni e le crisalidi reagiscono dime- nandosi per alcuni minuti, se sono disturbate. 188 Gli adulti nascono fra le ore 14 e le 18 e volano dalle ore 21 alle 23, ore in cui si raccolgono più o meno numerosi alle lampade; essi, come molte nottue dei gruppi vicini, quando vengono disturbati durante il riposo, si lasciano cadere, restando immobili per alcuni minuti. > Appena tre giorni di vita sono concessi agli adulti di vuferia anche se non si accoppiano e le 99 muoiono senza deporre le uova quando non trovano la pianta nutrice; opportuni esperimenti mi hanno dimo- strato che un batuffolo di cotone imbevuto di sciroppo di zucchero, contenente una o due goccie di nitrito di etile (etere nitroso), riesce a prolungare la vita degli individui tenuti in schiavitù per tre giorni. Ho sorpreso durante la notte numerosi individui a suggere con la breve spiritromba il dolce nettare da me approntato. Non credo che vi sia altro consiglio da dare oltre a quello di in- cendiare le stoppie dei campi infestati, perchè, anche dalle osservazioni attuali, risulta evidente che tale mezzo distruggerebbe una percentuale enorme di crisalidi. Ottima pratica è anche quella di non seminare granturco per alcuni anni, nelle località dove si è manifestata una grave infestione. > Fino a questo momento si è constatato che, benchè la specie abbia due parassiti Imenotteri ed uno Dittero, quesii sono in numero tanto esiguo che la loro azione distruggitrice è trascurabilissima. È in corso di esperimento un trattamento degli adulti con speciali melasse avvelenate. Sui risultati ottenuti mi riscrvo di dare comunica- zione ad esperienze finite. P. BLUrtHGEN (Naumburg a, S.) (Mit 2 Textfiguren) EINE NEUE LUCASELLUS- ART. (Hym. Apidae. Halictinae. Halictini.) Dours hat 1872 (Rev. et mag. Zool. (2) XXIII, pg. 350) fiir die von ihm dort pg. 351 beschriebene Art clavipes die Gattung ZLucasius aufgestellt. Diesen bereits 1859 von J}. R. Kinahan vergebenen Na- men hat W. A. Schulz 1912 (Zool. Ann. Braun vol. 4. pg. 202) in Lucasellus geAndert. Bisher war aus dieser Gattung, die bis zur Auf- teilung der Gattung F/alictus Latr. zweckmàassig als Untergattung der letzteren gefithrt wird, nur jene eine Art bekannt. Allerdings haben Dours (1. c. pg. 352) die Art cockleareîtarsis und W. A. Schulz ST i 12 GRIN TORO Misditi i; sie i Na Stra 189 (Spolia Hymenopt. 1906 pg. 49) die Art /o/fzi zu Lucasius gestellt, aber mit Unrecht, da diese beiden Arten mit c/avipes iberhaupt keine naàhere Verwandtschaft haben, sondern in die Untergattung /af/ictus s. str. und zwar neben sexciretus (F.) gehòren. Ich habe nun jetzt eine zweite echte Lucasellus-Art gefunden, die bisher mit c/avipes verwech- selt worden ist und die ich perclavipes nenne. Sie ist von c/avipes im màAnnlichen Geschlecht sehr leicht, im weiblichen Geschlecht schwie- riger zu unterscheiden. Die hauptsàchlichsten Unterschiede sind folgende: clavipes. Cesicht so lang wie breit (47,5 : 48), Kopfschild (durch die dichte Behaarung verdeckt) mit gelbem oder weisslichem Fleck. Tarsenglieder 1-5 samtlicher Bein- paare bleich rostgelb. Schienen III am Ende oberhalb der Einlenkung des Basitarsus mit einer flach konkaven, glatten, glinzenden und kahlen Stelle von ansehnlicher Grosse, die im Profil als konkaver Ausschnitt des Endes der Schienenoberseite erscheint; Erweiterung des Basitarsus III schwàacher entwickelt und hinten flacher gerundet, vel Textfigur 1). (*) Tergit 7 (von oben gesehen) rund- lich dreieckig zugespitzt. 9 Gesicht etwas kiirzer als breit (44: 46,5). Tergite glinzender, die Beulen des 1. Tergits 15 x poliert erscheinend, die Punktzwischenràume der folgenden Ter- gite mit schwacherer Feinskulptur und glanzend. Schienenbiirste einfarbig rostgelb. perclavipes. Gesicht etwas linger als breit (53: 50), Kopîfschild ohne helle Zeichnung. Nur die Tarsenglieder 2—5 bleich rostgelb, (jedes am Ende braun gerin- gelt), Basitarsen der Vorder = und Mittel- beine braunschwarz, der Hinterbeine heller oder dunkler ròtlichbraun. Schienen III am Ende aussen kon- vex, matt und dicht und lang behaart; Basitarsus III mit stàrker entwickelter, im Profil hinten stàrker gerundeter Erwei- terung, (vgl. Textfigur 2). Tergit 7 (von oben gesehen) nach dem Ende hin schwach verschmàlert, die- ses in flachem Bogen gerundet. $ Gesicht so lang wie breit (47 : 46). Tergite matt, die Beulen des 1. Ter- gits 15 x deutlich chagriniert, die Punkt- zwischenràume auf den folgenden Ter- giten matt. Schienenbiirste hàufig aussen + gebraunt. (*) Wenn Dours beziiglich der Form der Beine von c/avipes auî die Fig. 5 der Tafel 28 seiner Arbeit verweist, so ist das ein Versehen, denn diese Figur stellt, (wie auf Tafel 28 auch angegeben ist), das Mittelbein von coch/eareitarsis dar. Dalla-Torre hat im Cat. Hym, Bd. X, pg. 58, diesen Irrtum ilbernommen. W. A. Schulz hat hierauf a. a. O. (Spolia Hym. pg. 49 bei c/avipes) hingewiesen. 190 | L. perclavipes ist in der Regel eine Kleinigkeit gròsser als c/avipes. Im ibrigen stimmen beide Arten im wesentlichen iiberein, insbeson- ders ist bei beiden eine kurze, weitlàufige Behaarung der Netzaugen vorhanden, (ein Merkmal, auf das bisher nicht geachtet worden zu sein scheint, das insbes. der Autor nicht erwahnt) und die Y'g beider Arten haben die zahnartige Erweiterung des Innenrandes der Oberkiefer (nahe deren Basis), auf die W. A. Schulz a. a. O. aufmerksam ge- macht hat. Luc. clavipes findet sich in Mittel-und Ostalgerien (um Algier, bei Philippeville) und in NI Tunis. Luc. perclavipes kenne ich aus Spanien (Rivas, Sevilla), Sardi- nien, Stditalien (Cala- brien, Apulien), Corfu, Kreta, Marokko und Al- gerien (Ammi Moussa in Prov. Oran, Cons- tantine}; in der Frieses- chen Sammlung (Mu- seum Berlin) stecken di. einige Stiicke mit dem Fundort “ Graecia ,,. Dass clavipes auf Fig. 1: Basitarsus III von Luc. clavipes Drs. Veg: » III » Luc. perclavipes n. sp. die von mir so bezeich- nete Art zu beziehen ist, ergibt sich aus der Beschreibung der Schiene HI des : “jambes....... présentant en dessus, près de l’articulation tibio-tarsienne, une large fossette ”. Allerdings scheint Dours auch perclavipes vor sich gehabt zu haben, ohne seine artliche Verschiedenheit zu erkennen,denn er nennt als Heimat ausser Algerien noch Siidfrankreich, wo bestimmt nicht clavipes, sondern perclavipes vorkommt, und die Inseln des griechischen Archipels, von wo bisher nur perclavipes bekannt geworden ist. Beide Arten haben die gleiche Lebensweise, indem die gg im Friihjahr zugleich mit den 99 fliegen. | Als Holotypen der neuen Art habe ich 1 9 und 1 x von Anto- nimina (Calabrien) in meiner Sammlung bezeichnet. Bei» 191 GiorGIo KRUGER IV CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLA FAUNA CIRENAICA. HETEROCERA Continuando le mie ricerche diurne e notturne sugli insetti di Ci- renaica, spesso premiate da qualche novità per la scienza 6 per la tec- nica agraria, mi propongo di dare, in vista del futuro catalogo ragio- nato sulla fauna cirenaica - certo non facile impresa - anche le notizie relative alla dispersione in Cirenaica delle specie già segnalate. (!) * Callimorpha quadripunetaria Poda. A Derna, sui fiori del giardino del Circolo coloniale, ho visto un esemplare; 5 Luglio. Euprepia pudica n. ab. lutea. (fig. 1) Espansione delle ali 9 38 mm. Colore delle quattro ali giallo pal- lido; macchie nere ben sviluppate. Il torace è giallastro con larga stri- scia nera, longitudinale, sul dorso. Testa e tegole nere. Patagie gialle. Addome di sopra giallo intenso, semifasciato di nero Il segmento anale è tutto nero. Uadi Bakur, sopra Tocra. 1 9, 29 Ottobre. Euprepia pudica si trova sul Gebel el Achdar fino a Lamlùga. Non fu rinvenuta nelle steppe, nemmeno presso Derna. * Orgyia spec. Genere nuovo per tutta la Libia. Hab: Bir Bellafàa nel predeserto marmarico, 1 % ex larva. 15 Aprile 1933. * Orgyia spec. Piccoli bruchi in Giugno su Papilionacee nei dintorni di Cirene. Limantria atlantica Rbr. gen. autumnalis. Espansione delle ali y 27, Q 30-35 mm. Ain Mara (Derna), 1 g” e 3 9, 15 Ottobre. Somabrachys Federzonii n. spec. (fig. 2) Specie dedicata a S. E. il Senatore Luigi Federzoni, già Ministro delle Colonie. È la terza specie del genere, con la infuscata Klug (fig. 3) e la aegrota Klug (fig. 4), che presenta fin'ora la famiglia delle Megalopygidae in Cirenaica; appartiene al gruppo C, secondo la divi- sione del Dr. Carl Jordan del Tring Museum. (1) Sono segnate * le specie non ancora registrate per la Cirenaica. 192 Espansione delle ali, d’apice ad apice, 7 22-23 mm. Colore di tutto il corpo e delle ali grigio biancastro. Testa: fronte bruna, vertice biancastro. Antenne brune, bipettinate fino all'apice. Addome grigio, con lunghi peli bianchi, sparsi; i segmenti sono orlati di bruno. Zampe: tibie del primo paio brune castanee, vellutate, tarsi lunghi, brunastri. Le quattro ali sono biancastre, concolori, la venatura è ben di- stinta, brunastra, vestita di scarsi peli bruni e nerastri. Gli spazi inter- costali I-II delle ali anteriori sono striati di peli nerastri. La cellula discale, a due terzi dalla base, è divisa in due macchiette bianche da peli neri. Hab.: Rupe dell’Uadi el Gerfaan (Porto Bardia), 3 gY, 30 Novembre, al riflettore. Amieta murina Klug. Hab. il predeserto. Bruchi sul Retama presso Agedabia, Bir Hacheim, Bardia, Oasi di Giarabub. Alla lampada di acetilene 1 gx a Porto Bardia, 15 Agosto 1925, e 1 7 sulle dune di Suani Terria, 3 Settembre. (Suani = Giardini). Oreopsyche desertorum Trti. Hab. regione boscosa del Gebel el Achdar:. Ain Mara in Aprile; Sidi bu Said (Barce) in Febbraio. Cossus (Holococerus) Bianchii n. spec. (fig. 5) Specie dedicata all’Accademico d’Italia S. E. Emilio Bianchi, Diret- tore del R. Osservatorio di Brera, Milano. Hab. il predeserto. Antelat, abbandonata ridotta a 80 Km. a sud di Soluch. 1 9, 6 Maggio, al riflettore. Espansione delle ali, d’apice ad apice, 9 37 mm. Il colore fonda- mentale di tutto il corpo e delle quattro ali è grigio. Testa, palpi, pa- tagie e tegole con squamule e setole bianche, grigie e nere. Antenne non lamellate nè ciliate (ingr. 40 X ), brune, con scarso tomento bianco. Addome non lanoso, grigio, misto con squamule e setole bianche e nere. Ciuffo di peli bianchi sui lati del 1° segmento. L’ultimo segmento e l’ovidotto nudi, coriacei, bruni brillanti con setole brune. Zampe grigie, tibie del 3° paio con due paia di speroni. Tarsi cer- chiati di nero con la parte inferiore fornita di file irregolari di spine nere. Unghie robuste, brune. Ali anteriori con fondo grigio, coperto di squamule grigio-scure e bianche. Gli spazi intercostali con peli fulvi; le vene nerastre risal- tano distinte. Frangie composte di due serie: la superiore è grigia, leg- germente fulva alla base e nerastra all'estremità; la seconda, la inferiore, » » 193 consiste in squamule più lunghe con scacchi neri e bianchi all’ estre- mità. Ali posteriori col margine interno e la base pelosi. Le frangie sono biancastre con scarse traccie nere. Il disotto dell'addome è bianco, punteggiato di nero. Le quattro ali sono grigie con scarse spranghette bianche lungo il margine costale delle anteriori. La cellula discale delle ali anteriori è lanosa. Frangie come al disopra, | Fotografo V. Dinami. Bengasi. 1 Euprepia pudica ab. lutea n. a. - Hab.: Gebel el Achdar. 2. Somabrachys Federzonii n. spec. Hab.: Uadi el Garfan. 3 » . infuscata Klug. Hab.: Gebel el Achdar. 4 » aegrota Klug. Hab.: id. 5 Cossus Bianchii n. spec. Hab.: Steppa predesertica. 6 Dyspessa Kruegeri Trti. Hab.: Steppe sud bengasino. 7 » >» silvicola n. ab. Hab.: Gebel el Achdar. 8 » Jordana Stgr. Hab.: Sirtica Orientale. 9-10 » turbinans Trti. Hab.: Il predeserto. LI » Fantolii n. spec. Gebel el Achdar. Dyspessa Kruegeri Trti. n. ab. silvicola (fig. 7) È più piccola della tipica Kruegeri (fig. 6), abitante della steppa. Espansione delle ali g 30 mm. Colore delle ali anteriori lutescente, leggermente infoscato, gli spazi intercostali IH-V cosparsi di nero. Le 104 ali posteriori, l'addome e le frangie sono nerastri. Il ciuffo anale è lutescente. Disotto le quattro ali sono concolori, grigie fumose col margine interno delle anteriori ed il margine costale delle posteriori biancastri. Hab. Gebel el Achdar, Uadi el Estata, 20 Km. ad est di Barce (El Merg), 8 Aprile, 1 S. I La Kruegeri l'ho trovata solo nelle steppe del sud bengasino: Uadi Gattara 1922; Sceleidima 1929 e sul versante Sud del Gebel centrale a Bu Casal (Maraua) 1934; sempre rara alla lampada ad acetilene. * Dyspessa jordana Stgr. (fig. 8). Un piccolo Sg. Fspansione delle ali 29 mm. Hab. Rus el Ahmar (regione sirtica orientale) a metà strada fra Agedabia e Marsa el Brega, 1 Aprile, al riflettore. Dyspessa turbinans Trti. (figo. 9 g7, 10 9). 9 ancora non descritta: espansione delle ali 26-27 mm. Il colore delle ali è più bruniccio che melo! Hab. il predeserto da Maaten Giofer, Agheila, fino alla Marmarica : Tobruch e Bir Hecheim. Non fu rinvenuta sul Gebel e nemmeno nella steppa del sud bengasino. ; Dyspessa Fantolii n. spec. (fig. II) Dedicata all'amico Professore Amilcare Fantoli, Direttore dei Ser- vizi Meteorologici per la Libia. Hab. colline di El Abiar. 15 Aprile 1932. 1 S. Si distingue da tutte le altre specie del genere Dyspessa per il ‘colore stranissimo e per la statura esilissima; fa ricordare alquanto la pallidata Stgr. dell'Asia minore [Ulula var.] (spec. diversa sec. Punge- ler i. 1. antennis J° brevius pectinatis, alis albidioribus, ciliis innotatis.) Espansione delle ali y" 18 mm. Il colore fondamentale di tutto il corpo e delle ali è grigio-perla. Ali anteriori con macchia discocellulare cuneiforme, biancastra; traccie biancastre appena percettibili in tutti gli spazi intercostali. Linea limbale brunastra, puntiforme sul termine delle coste. Ali posteriori unicolori, senza segni nè disegni. Frangie sericee. Disotto le quattro ali sono fumose con traccie biancastre nel disco delle anteriori. | Metaehrostis raptricola v. oxybiensis Mill. Si trova con le forme aber- rative: sfriata, degener e trisignata, descritte su esemplari presi. in Maggio 1922 alla Berka (Bengasi); anche sulle dune di Carcura (Sir- tica orientale) ed a Barce in Maggio-Giugno e in Ottobre. 195 Metachrostis rutilans Trti. Nei dintorni di Bengasi e Derna, sempre al- l’esca, nel mese di Ottobre. Ad Antelat, 6 Maggio di quest'anno, ho raccolto 7 esemplari al riflettore. Gen. vern: esemplari molto più pal- lidi con i disegni attenuati. Euxoa hoggari Roths. Colline di Rus el Ahmar in Aprile; Bardia in Novembre; El Abiar in Dicembre. * Eoxoa oranaria B. Haas. Hab: Littorale della Sirtica orientale: Agheila, -2 Aprile; Marsa el Brega, 10 Aprile; Rus el Ahmar, 5 Maggio. Rhyacia castanea var. ? eerasina Frr. Hab: Valle di Ain Mara, 29 Ot- tobre, 1 7 al riflettore. Rhyacia yanthographa Schiff. Hab: Ain Mara, 15 Ottobre; Barce, in novembre. * Sideridis vitellina Hbn. Ain Mara, metà Ottobre. 2 e 2 ©. * Sideridis sicula var. cinnamomea Trti. Barce, 10 Ottobre, 1 0. Ali posteriori di colore fumoso, più denso: presso il margine distale; esso distacca l’unico g dai tipi raccolti da me in Sardegna (1912). Copicucullia syrtana Blach. Hab. il predeserto da Agheila, Maaten Giofer, Rus el Ahmar fino a Tobruch in Marzo; Porto Bardia in Novembre. Cleophana chabordis Oberth. Hab: Come la precedente; dalla prima metà di Marzo a metà Aprile. * Cleophana chabordis var. albicans Stgr. Hab: Colline di Rus el Ahmar. Metà Aprile al riflettore, piuttosto abbondante, insieme con esem- plari ritardatari di chabordis. Si tratta della prima generazione? La seconda generazione, ibernante in crisalide, sarebbe la chabordis. * Calophasia platyptera var. subalbida Stgr. Barce, 15 Giugno; Rus el Ahmar, 1 Aprile. * Antitype argillaceago Hbn. Uadi Bakur, 29 Ottobre 5 <7; El Abiar, 25 Novembre, 1 £; Porto Bardia, 30 Novembre, 1 9. Eumictis liehenea Hbn. Uadi Bakur, 29 Novembre; El Abiar; Barce; Cirene; Ain Mara, Settembre-Novembre. Parastictis superba Trti. Hab: Marmarica. Specie descritta su esem- plari raccolti presso Tobruch, Marzo 1925. Uadi el Gerfaan, 1 Di- cembre 1933. 1 3. * Luperina Dumerili Dup. Uadi Bakur, Barce, Ain Mara in Ottobre. * Athetis flava Oberth. Hab. Uadi Ramla, 120 Km. a sud-est di Derna, 27 Marzo 1933. 196 Heliothis Scotti Trti. Ain Mara, în Aprile. Coeloturatia Patanei Trti. Uadi Bakur, 29 Ottobre 1933. Thalerastria diaphora . Stgr. Specie deserticola, trovata anche nella Piana di Barce. 1 Giugno 1931. 1 3. * Phytometra chaleytes Esp. Uadi Derna, fine Febbraio, metà Ottobre. * Hypena obsitalis Hbn. Ain Mara, Aprile. Pingasa Lahayei Oberth. Suani Terria, 6 Giugno 1933. Rhodometra intermediaria Trti. Descritta su un esemplare di Barce; ora posso segnalarla anche dal littorale della Sirtica orientale, Car- cura, 3 Luglio 1933. Rhodometra intermediaria n. ab. paralellaria. Espansione x 17-22 mm., 9 22-23 mm. Riga trasversa distale delle ali anteriori grigia, più o meno fumosa. Hab: Uadi Cuf (Gebel centrale), 1 Maggio, y°. Bu Fachra e Carcura, Maggio- Giugno, 4g 2 9. * Larentia clavaria Haw. Ain Mara. Bruchi in Aprile sulla Malva. Il letargo ninfale dura dal principio di Maggio alla fine di Dicembre, 7-8 mesi. 3 g e 2 9 ex larva. * Anaitis efformata Guèn. Ain Mara, 20 Ottobre. 7 g e 5 9. * Crocallis Auberti Oberth. Ain Mara, 20 Ottobre, 1 J' e 1 °. Phaselia relieta Trti. Descritta su un esemplare di Sceleidima; ora posso segnalare 157 preso al riflettore nell Uadi Ramla (Mechili) il 27 Marzo. * Selidosema picturata Roths. Espansione delle ali, 7 30-33 mm., © 29-30 mm. Ali delle 9 ben sviluppate. Hab: Ain Mara, Ottobre, 4g e 3 9; Uadi Bakur, 29 Ottobre, 1 g. * Crambus nitens Trti. Specie descritta su esemplari raccolti da me nella palude di Ain Zara presso Tripoli (1927). Hab. in Cirenaica il littorale, le sebche del sud bengasino: Gariunes; Sidi bu Fachra (Ghe- mines) in Giugno. Eremone gigantea Trti. Hab: Tutta la Cirenaica. Aneylolomia pectinella Zell. Gariunes, Suani Terria (Suani = giardini) e Carcura, in Ottobre. . Anerastia ablutella Z. Carcura, in Giugno. Homoeosoma binaevella Hbn. Suani Terria, 20 Maggio. 1 197 Ephestia bengasinella Trti. Carcura, 1 Settembre. - Ephestia Roxburgi Gregs. Carcura, 4 Luglio. Lydia baltella Trti, Sidi bu Fachra, 5 Giugno. * Syria ustella Rag. Esemplari di colore più vivo, più grandi: espan- sione 20 mm. Rus el Ahmar, 1 Aprile. Syria pilosella Z. Carcura, Settembre. - Syria libystinella Trti. Sidi bu Fachra, Maggio. Aneylodes staminella Chr. Barce, Maggio. Heterographis oblitella Z. Barce, Maggio. Heterographis convexelia Led. Suani Terria; Carcura, Aprile - Maggio. Heterographis nervulatella Trti. Carcura, 4 Luglio. 1 gf. Heterographis harmoniella Rag. Rus el Ahmar, 1 Aprile. Staudingeria vinosparsella Trti. Barce, Maggio; Derna, Aprile e Ottobre; Suani Terria, Ottobre; Sidi bu Fachra, Maggio. Psorosa dahliella Tr. Barce, Aprile. Psorosa ferrugatella Trti. Uadi Ramla (Mechili), 27 Marzo 1933. Psorosa albuneulella Obrth. Suani Terria, Maggio. ‘ Euzophera lunulella Const. Carcura, Luglio-Agosto. Euzophera osseatella Tr. Uadi Bakur, Uadi Cuf, Suani Terria. Maggio e Ottobre. Euzophera pusilla Mab. Sidi bu Fachra, Giugno; Carcura, Luglio e Agosto. 9 Bradyrrhoa Demartinella Trti. Maaten Giofer, 13 Aprile; Rus el Ahmar, 1 Aprile; Zuetina, 4 Aprile. Epischnia illotella Z. Suani Terria, Maggio. Anoristia gilvella Rag. Carcura, 27 Maggio. Alophia combustella H. S. Barce, Maggio; Uadi Cuf; Sidi bu Fachra, Maggio e Giugno. Thephris Joannisella Rag. Barce, Maggio. Salebria brephiella var. fuscipterella Trti. Mechili, Aprile; Agedabia, Maggio; Sidi bu Fachra in Giugno. Salebria palumbella F. Giarabub, Luglio 1926. Derna in Ottobre, Nephopteryx divisella Dup. Carcura, Luglio, 198 Pristophora discomaculella Rag. Sidi bu Fachra, Giugno; Suani Ter- ria, Ottobre. ; Acrobasis obliqua var. cinerascens Trti. Uadi Bakur, Ottobre. Myelois eribrella Hbn. Ex larva da fiori di Carciofo, Maggio-Giugno. Steppe del sud bengasino. i Ulotricha egregialis H. S. Barce, Maggio; Suani Terria; S. bu Fachra, in Giugno. Hypotia corticalis Schiff. Barce, in Giugno. Aglossa lateritialis Trti. Sirtica orientale: Zuetina; Agedabia; Rus el Ahmar; Marsa el Brega, in Aprile. Pyralis obsoletalis Mn. Barce; Uadi Cuf; Derna, in Maggio e Giugno. Pyralis farinalis Z. Barce; Uadi Cuf, in Maggio. * Stemmatophora combustalis F. Barce, in Maggio, Giugno. Constantia numidalis Hamps. S. bu Fachra, in Maggio. Constantia Bertazzii Trti. Specie descritta di Porto Bardia, Agosto 1925. S. bu Fachra, 1 c°. Rus el Ahmar, 1 c. Zavia Msus 27 29, tutti raccolti presso il riflettore in Maggio - gen. vernalis. Constantia polisparsalis Hamps. Carcura, 4 Luglio, 1 gf. Actenia messrialis Trti. S. bu Fachra, Giugno. Carcura, Luglio. Zue- tina, Maggio. Rus el Ahmar, in Aprile-Maggio; di colore variabile. Cledeobia chellalalis Hamps. Rus el Ahmar, 1 g7, 1 Aprile. Cledeobia isthmicalis Led. Barce; Suani Terria, in Maggio e Giugno. Stenia bruguieralis Dup. Uadi Cuf, Maggio; Derna, in Ottobre. Stenia puncetalis Schiff. Barce, Maggio e Ottobre. 3 J e 1 2. Stenia nervosalis Luc. S. bu Fachra, Giugno; Suani Terria, Maggio; Carcura in Luglio. Euclasta splendidalis H. S. Uadi Bakur, Ottobre. Plycetaenodes sticticalis LL Con preferenza abita le dune e sebche sud | bengasine fino a Carcura (Sirtica orientale), * Pyrausta sanguinalis var. virginalis Dup. Ain Mara, Aprile. 1 9. * Pyrausta cespitalis var. intermedialis Dup. Carcura, 27 Maggio. 1 g. Antigastra catalaunalis Dup. Uadi Bakurj Carcura, in Ottobre. Metasia hymenalis Gn. Sidi bu Fachra, Giugno; Carcura in Settembre. Oxypteron eremica Wlsghm. Agedabia, 29 Maggio. 199 Lozopera fusciella Trti. Gerdes Abid (Barce) 29 Marzo 1933. El Abiar in Aprile. Lozopera tornella Wlsghm. Barce, Luglio. Lozopera cornelia Trti. Barce; Carcura, in Luglio. S. bu Fachra, in Giugno. Polychros's limoniana Mill. Rus el Ahmar, Aprile. * Epiblema agnata Christ. Hab: Asia minor. Bengasi, seconda metà di Ottobre. 1g 2 9. Symaethis nemorana Hbn. Cirene, Marzo; Derna in Ottobre. Dal Laboratorio di Entomologia del R. Ufficio per i Servizi Agrari della Cirenaica. Bengasi, Giugno 1931. BIBLIOGRAFIA Jordan Dr. Carl - Or the species of Somabrachys in the Tring Museum. Novitates Zoologicae, Vol. XXIII, pag. 340. (1916). Kennel Dr. J. - Die palaearctischen Tortriciden. Stuttgart (1921). Kruger Giorgio - 3° Contributo alla conoscenza della Fauna Mar- marica. Notiziario Economico della Cirenaica. Bengasi (1929). — Lepidotteri Nuovi della Strtica Cirenaica. Preleminari sull’Oasi di Marada ecc. Boll. Società Entomologica Italiana, Anno LXV, pag. 92-98 (1933). Rothschild Lord Walter - A Preliminary Account of the Lepi- dopterous Fauna of Guel Es Stel, Central Algeria. Novitates Zoo- logicae. Vol. XXI. p. 351. (Tring 1914). Seitz P ro f. Dr. Adalbert - Die Gross-Schmetterlinge derErde. Vol. II - IV. (Stuttgart). Spuler Dr. Arnold - Die Schmetterlinge Europas. Vol. II. Stutt- gart (1910). Turati Conte Emilio - Nuove forme di Lepidotteri. IV. Natura- lista Siciliano. Palermo (1919). — Lepidotteri di Cirenaica raccolti dal Professore Alessandro Ghigi. Atti della Società Italiana di Scienze Naturali, Vol LX, pag. 211- 229. Pavia (1921). 200 — Missione Zoologica del Dr. E. Festa in Cirenaica. Boll. dei Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino, Vol. XXXVI, Torino (1921). — (e Don Vito Zanon). Materiali per una Faunula Lepidotterologica di Cirenaica. Atti Società Italiana di Scienze Naturali, Vol. LXI, pag. 132-178. Pavia (1922). — Spedizione Lepidotterologica in Cirenaica 1921-1922. Ibid. Vol. LXIII, pag. 20- 190. Pavia (1924). — Novità di Lepidotterologia in Cirenaica. Ibid. Vol. LXKV (Pavia 1926); Vol. LXVI (Pavia 1927); e Vol. LXIX (Pavia 1930). GIAN MARIA GHIDINI Istituto di Anatomia e Fisiologia Comparate della R. Università di Pavia (Direttore Prof. Edoardo Zavattari) QUINTO CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLA FAUNA OPEOENTOMOLOGICA BRESCIANA (Esplorazioni compiute negli anni 1930-33) L’encomiabile attività svolta dal Gruppo Grotte di Brescia negli anni 1930-33 ha portato, anche questa volta, un considerevole contri- buto alla conoscenza della speleofauna bresciana. È appunto scopo di questa breve nota riassumere il lavoro di quegli anni e integrare così le precedenti cognizioni. (cifr. 2, 4, 5, 8.) Non ho ritenuto necessario far noti tutti i reperti conseguiti nelle varie esplorazioni o visite in quanto si tratta, in parecchi casi, di specie già rinvenute e pubblicate e quindi mi limito solo a citare quelle specie che sono nuove per una data cavità. Per le cavità già altrove descritte non faccio che riportarne le citazioni bibliografiche. Ho ritenuto più interessante dare in ultimo un elenco, il più possibile completo, di tutte le specie cavernicole bresciane; ciò servirà a fornire un quadro rias- suntivo delle conoscenze che si hanno a tutt'oggi. Gli studiosi che, oltre a me, si sono occupati della determinazione del materiale raccolto sono i Sigg. Prof. Brian (Isopodi), Dott. Tros- sarelli (Aracnidi), Dott. Manfredi (Miriapodi), che a nome del Gruppo Grotte vivamente ringrazio, 201 Grotta: Tampa di Ranzone N°, 3 Lo. (Val Trompia, Costorio). («Le Grotte d’Italia >, 1932, n. 1, p. 31). Durante le visite del 4. VII. 1929; 14. IX. 1930; 27. VI. 1931, raccolsi vari esemplari di 7rog/lophilus, purtroppo tutti ancora allo stato larvale, per cui ia specie, che a detta del Dott. Capra, sembra nuova, non è ancora ben conosciuta. Arach- nida: ZLeptyphantes sp., esemplari giovani; Nesticus sp., esemplari giovani. Grotta: Buco del Fus N°. 11 Lo. (Brione - Gussago). Visitata il 28. III. 1932. In questa cavità, già ampiamente descritta in altri lavori (Allegretti 1932), rinvenni, presso l’imbocco, un esemplare di Duvalius. Coleoptera: Duvalius Winklerianus brescianus Jeann., una femmina; Isopoda: Ardroniscus dentiger vat. nov. Brian (in litt.), 18 esemplari. Grotta: Buco del Quai N°. 30 Lo. (Iseo). Visitata il 21. IV. 1933 (Boldori 1927, p. 99). Non avendo potuto internarmi nella cavità a causa del sifone ricolmo, limitai le ricerche in esso e vi raccolsi Mornolistra e collemboli. Coleoptera: Allegret- tia Zavattarii Ghid., un cadavere nell’acqua del sifone. Grotta: Buco del Laghetto N°. 31 Lo. (Val Trompia, Collebeato). Visitata il 10. IX. 33 (Boldori, 1927. p. 99). In fondo al pozzo d’accesso trovai, all’epoca della visita, varie carogne di cani che ap- pestavano l’aria già difficilmente circolante nell'ambiente. Intorno ad essi erano numerosissime le pupe di Ca/liphora vomitoria L. semiinter- rate nell’argilla. Coleoptera: Laemostenus (Antisphodrus) Boldorii Dod., numerosi esemplari intorno alle carogne dei cani; Phol/euonidius Ferretti - Torricellit: Ghid., due esemplari fra i detriti vegetali del fondo. Isopoda: Androniscus subterraneus var. brixiana Brian (in litt.), 10 esemplari; Androniscus dentiger Verh., 10 esemplari. Grotta: Buco del Trinale N’. 41 Lo. (Mte Maddalena, Brescia). Visitata il 27. XII, 1931. (« Le Grotte d’Italia», 1932, n. 1, p.32-33). Cavità faunisticamente abbastanza interessante. Vi raccolsi, malgrado il freddo esterno, buon materiale. Coleoptera: ZLaemostenus (Anti- sphodrus) Boldorii Dod., alcune elitre; Bathysciola (Boldoria) brevicla- 202 vata Miill., alcuni esemplari intorno al cadavere d’un iulide, fra i de- triti del fondo. Isopoda: Androniscus dentiger Verh. var. nov. Brian (in litt.), 2 esemplari. Aracnida: 7roglohyphantes Gestroi Face, vari esemplari. Grotta: Buco del Romito N°. 48 Lo. (Brescia, Mte Maddalena). Visitata il 9. X. 1932. È una delle grotte più imponenti del gruppo del Mte Maddalena. Si apre, con imbocco abbastanza appariscente, sotto il Dosso Romito in alta Valle Carrobbio, a Q. 580, e consta di una maestosa cavità verticale di 67 m. di altezza che, circa a metà, si restringe fortemente, tanto da sostenere paurosi massi incastrativi. Una vasta concamerazione di 33 X 11 m. si apre sotto detta strozzatura, adorna di candide e delicate concrezioni parietali in forma di colate e di colonne a mezzo rilievo. La cavità, all’epoca della mia visita, era piuttosto secca (temp. 11); il fondo scarso di argilla è ricoperto da detriti pietrosi e legnosi. Coleoptera: Laemostenus (Antisphodrus) Boldorii Dod., due immagini e due larve. Isopoda: Arndroniscus dentiger Verh., 29 esemplari Miriapoda, Arachnida, Collem- bola: in corso di studio. Grotta: Buco del Latte N°. 67 Lo. (Mte Maddalena, Brescia). Visitata il 28. VII. 1932 (« Le Grotte d’Italia, 1931, n. 2, p: 73-74) Coleoptera: Laemostenus (Antisphodrus) Boldorii Dod., 5 esemplari sotto i sassi del pozzo d’accesso, insieme ad Abax, Carabus, Cychrus, ece. Grotta: Buco del Gelo N.° 72 Lo. (Serle, Cariàdeghe). Visitata il 14. VII. 1933. All’epoca della visita la cavità era freddis- sima (6°,5 int., est. 21) e trovai una fauna scarsissima fra i detriti ve- getali del fondo. Isopoda: Androniscus dentiger Verh., 3 esemplari. Grotta: Buco di Prà De Rent N° 96 Lo. (Serle, Cariàdeghe). Visitata il 25. IX. 1932; 12, 13, 14, VIII. 1933. Trovai abbastanza abbondanti Speotrechus humeralis Boldorii Jean. e Antisphodrus Bol- dorit Dod. al fondo del pozzo d’accesso. La cavità del resto ha una fauna assai ricca. Coleoptera: Allegrettia Boldorii Jean., 5 esemplari catturati con esche di carne nel cunicolo biforcato. 203 Grotta: Buco dei Morti di Demo N.° 107 Lo. (Val Camonica, Cedegolo). Visitata il 27. VIII. 1933. Apresi a Q. 520, nel dirupo roccioso prossimo all’abitato di Forno d’Allione ed immediatamente sottostante alla chiesetta detta dei Morti di Demo, Si presenta con diverse aperture sboccanti sull’immediato ciglio del dirupo. Consta di due ramificazioni principali assai irregolari, con ampi lobi o sinuosità e con andamento notevolmente inclinato: l’aspetto delle volte, molto regolare, è in forte contrasto con lo spesso strato detritico del fondo. Nella ramificazione di sinistra, avente uno sviluppo complessivo di circa 80 m. in direzione W. S. W., notai una fauna scarsissima. Coleoptera: Bathysciola sp.: un unico esemplare che sfortunatamente mi sfuggì. Grotta: Buco de la Bredetta N.° 123 Lo. (Serle). Visitata il 18. IX. 1932. Cavità abbastanza interessante, rivelatasi per lo sprofondamento parziale del suolo di una preesistente cavernetta utilizzata quale ‘“ Buco del latte ,, (nella zona bresciana moltissime ca- vernette vengono utilizzate per la conservazione di latte e latticini du- rante la stagione estiva). Apresi a Q. 610, a poca distanza da Gurale: consta di una successione di brevi pozzi, per una profondità totale di . 24 m.. Il fondo, costituito da una modesta concamerazione a suolo in- clinato, notevolmente rivestita di concrezioni stalattitiche, presenta con- dizioni favorevoli alla presenza di speleofauna. Raccolsi infatti: Coleo p- tera: Laemostenus (Antisphodrus) Boldorii Dod., un solo esemplare; Speotrechus humeralis Boldorii Jean., cinque esemplari. Isopoda: 7ri- choniscus Mancinii Brian, 4 esemplari; Androniscus Boldorii Strouhal, 9 esemplari. Grotta: Caja di Brozzo N.° 142 Lo. (Val Trompia, Brozzo). Visitata, P11 IX. 1932 (Ghidini, 1933). Dal punto di vista speleo- logico la cavità non presenta alcun interesse; consta infatti di un cuni- colo pressochè orizzontale, impraticabile dopo 20 m., con qualche al- largamento nei primi tratti. Apresi nel caseggiato di Brozzo, ad imme- diato ridosso del monte, a Q. 405. Sul fondo argilloso e compatto rac- colsi intorno a sterco di volpe il seguente materiale: Coleoptera: Laemostenus (Antisphodrus) Boldorii Dod., un solo esemplare; Trechus Fairmairei Pand., un esemplare; Pholeuonidius Ferretti-Torricellii Ghid., alcuni esemplari. 204 Grotta: Omber di Mte Zitcco N.0 147 Lo. (Serle, Cariàdeghe). Visitata il 14. VIII. 1933. Trovasi circa a N W di Mte S. Barto- lomeo, quasi sull’orlo di una delle numerosissime doline ivi giacenti, a poca distanza e lievemente più elevata della dolina racchiudente il Buco del Gelo. È sconosciuta ai locali e di non facile individuazione. Si presenta come un pozzo di 9 metri, con modesto orificio e apren- tesi, sotto, in due piccole concamerazioni contigue e irregolari. Il fondo è fortemente detritico, con scarsi resti vegetali marcescenti. Notevoli concrezioni parietali a forme esilmente peduncolate. Coleoptera: ‘Laemostenus (Antisphodrus) Boldoriî Dod., un solo esemplare; Bazky- sciola (Boldoria) breviclavata Mill., 4 esemplari. Isopoda: Andro- niscus dentiger Verh., 15 esemplari. % Grotta: Bus de Piazze Foghere N. 150 Lo. (Serle). Visitata il 25. IX. 1932. La cavità si apre nei pressi della frazione Ronco ed à conosciutissima dai locali, che vi gettano ogni sorta di ri- fiuti. È costituita da due pozzi subcontigui e separati da un diaframma più o meno pervio. Il fondo trovasi a circa 8 m. di profondità. Co- leoptera: Laemostenus (Antisphodrus) Boldorii Dod., 9 esemplari; Trechus Fairmairei Pand., un esemplare; Isopoda: Awdroniscus Bol- dorii Strouhal., 5 esemplari. | Grotta: Buca di S. Faustino N.° 156 Lo. {(Camignone). Visitata il 19. VIII. 1932. La cavità che, secondo l'opinione locale, è stata scavata per ricerche idriche, si presenta secondo un allineamento N S, con fisionomia irregolare, per uno sviluppo di m. 75. La sua pe- netrazione mette in evidenza la presenza di una sinclinale del medolo. Nella porzione terminale, dove è evidente una minore regolarità della stratificazione, notasi una lievissima amplificazione con modesta frana terrosa. Coleoptera: A/leorettia Zavattarii Ghid., un solo esemplare maschio sotto sasso, ai piedi della frana terminale. Isopoda: 77ricko- niscus Mancinii Brian, 16 esemplari; Androniscus dentiger Verh., 1 esemplare. Coliembola: in corso di studio. Grotta: Buco del Sale N°. 157 Lo. (Serle, Cariàdeghe). Visitata il 13. VII. 1933. Trovasi sulle falde meridionali di Mte Fontanelle, a poca distanza da Cascina Mèder. Si presenia a Q. 850, 205 con un pozzo di metri 6, che si apre sopra una cavernetta, il cui pro- lungamento verso S W dà luogo a due pozzetti successivi, fra ponti assai erosi e di precaria stabilità. Ha uno sviluppo totale di m. 24 ed ha condizioni favorevoli all’habitat di troglobi. Coleoptera: Laemo- stenus (Antisphodrus) Beldorii Dod., vari esemplari. Isopoda: An- droniscus dentiger Verh., numerosi esemplari. Grotta: Buco del latte di Ca Meder N.° 158 Lo. (Serle, Cariàdeghe). La cavità si apre subito ad oriente di Ca Meder, a ridosso di una modesta proda. Ha inizio convenientemente adattato, con murature a secco, a comodo “ Crotto ,,, che si presenta di forma allungata ed elis- soidale verso W, di m. 7 X 3. Si strozza e prosegue per circa 6 metri, con poche e modeste sinuosità. Quivi però la cavità, pur presentando la medesima altezza, si amplifica a sinistra, dove riceve l’estremo di una biforcazione di fratture e prosegue poi verso W N W. per altri 4 S 16 m. Il fondo termina in un lieve spiraglio. La cavità è compresa fra strati paralleli, che si immergono di 12° verso W. La sua falda laterale destra è quasi separata dal resto della cavità da una serie di cortine e colonne che ne fanno quasi una concamerazione allineantesi lateral- mente. L'ingresso della cavità è precluso da robusta porta la cui chiave è in possesso del proprietario della vicina Ca Meder. Il suo sviluppo complessivo è di m. 30. Coleoptera: A/legrettia Boldorti Jeann., un esemplare vagante su colata stalagmitica. Isopoda: 7yrichoniscus Man- cinii Brian, 1 esemplare; Androniscus dentiger Verh., 2 esemplari. Miriapoda; Troglojulus mirus Manfr., un esemplare. Grotta: Buco de ie Bibbiane N'. 164 Lo. (Nozza, Val Sabbia). Visitata 18. X. 1933. Apresi a Q. 595 in alta valle Tovere, oltre Belprato, in località Elirio di Zèmen. La modesta cavità è compresa fra stratificazioni a forte immersione: consta di una concamerazione allun- cata lievemente ampliantesi verso il fondo, da cui staccansi due mo- desti rami secondari. Coleoptera: Laemostenus {Antisphodrus) Bol- dorii Dod., un solo esemplare raccolto dall'amico C. Allegretti. 206 ELENCO DELLE SPECIE RACCOLTE FINORA IN CAVITA’ BRESCIANE N. B.: I numeri che seguono il nome della specie sono i numeri catastali corrispondenti alle varie grotte in cui la specie fu raccolta. Gasteropoda Acme sp. (1 Lo.). Hyalinia Villae Mort. (1 Lo.). Materiali tuttora indeterminati (7, 44, 83, 108 Lo.). Crustacea Amphipoda Nyphargus sp. (30, 141 Lo.). Materiali indeterminati (7, 44, 83, 108 Lo.). Crustacea Isopoda Androniscus Boldorii Strouhal (1, 2, 26, 57, 76, 88, 112, 115, 116, 123, 136, 150, 151, 154 Lo.). : Androniscus dentiger Verh. (3, 11, 16, 18, 29, 30, 31, 40, 43, 45, 48, 49, i 58, 67, 71, 72, 79, 80, 83, 96, 105, 109, 114, 117, 118, 120, 125, 141, 143, 157, 158 Lo.). Androniscus dentiger var. n. Brian (in litt.) (11, 41, 61 Lo.). Mesoniscus cavicolus Carl. (117 Lo.). | Mesoniscus subterraneus var. brixiana Brian (in litt.) (31 Lo.). Mesoniscus subterraneus noduliger Verh. (85 Lo.). Monolistra Boldorii Brian (7 Lo.). Monolistra sp. (30 Lo.). Trichoniscus Ghidinii Brian (15 Lo.). Trichoniscus Mancinii Brian (2, 3, 11, 30, 31, 57, 64. 67, 71, 78, 80, 88, 109, 117, 118, 123, 142, 148, 156, 158 Lo.). Arachnida Diplocephalus cristatus Blank (1 Lo.). Gyas titanus E. S. (80 Lo.). Leptyphantes pallidus Cambr. (29 Lo.). Leptyphantes sp. (3 Lo.). Meta merianae Sc. (1 Lo.), Nesticus eremita E. S. (11, 30 Lo.). Nesticus sp. (3 Lo.). Porrhomma proserpina E. S. (1, 29 Lo.). Troglohyphantes Gestroi Fage (1, 3, 31, 41, 96, 116, 120, 136 Lo.). Trogulus tricarinatus L. (85 Lo.). 207 Materiali indeterminati (11, 29, 48, 80, 96, 120, 123, 147, 150, 156, 157 Lo.). Arachnida Pseudoscorpiones Chthonius cephalotes E. S. (15 Lo.). Chthonius tenuis L. K. (161 Lo.). Microbisium dumicola L. K. (85 Lo.). Neobisium Boldorit Beier (116 Lo.). Roncus lubricus L. K. (1 Lo.). Roncus troglophilus Beier (11 Lo.). Arachnida Acari Pteroptus vespertilionis Duf. (1 Lo.). Myriapoda Cryptops anomalans Newp. (1 Lo.). Lithobius forficatus L. (136 Lo.). Polymicrodon Latzeli italicum Manfr. (1 Lo.). Troglojulus mirus Manfr. (1, 18, 76, 158 Lo.). Materiali indeterminati (2, 9, 29, 39, 41, 43, 44, 48, 64, 71, 72, 96, 120, (25:-141,-154,-156, 198 Lo). Collembola P? Achorutes longisetus Caroli (134 Lo.). Arrhopalites sp. (1 Lo.). Entomobrya sp. (148 Lo.). Folsomia guadrioculata Tullb. (134 Lo.). Heteromurus nitidus Templ. (1, 71, 116 Lo.). Hypogastrura Boldorii Denis (148 Lo.). Hypogastrura intermedia Denis (1 Lo.). Hypogastrura minuta Denis (1 Lo.). Hypogastrura sigillata Uzel (1 Lo.). Hypogastrura socialis Uzel (134 Lo.). Isotoma bipunctata Axels (1 Lo.). Lepidocyrtus curvicollis Bourl. (134 Lo.). Onychiurus armatus Tullb. (71 Lo.). Orchesella maledicta Denis (148 Lo.). Proisotoma minuta Tullb. (1 Lo.). Tetracanthella pilosa Wahlg. (134 Lo.). Tomocerus minor Lubb. (61, 134 Lo.). 208 Materiali indeterminati (1, 15, 29, 30, 41, 48, 117, 120, 123, 125, 141,147, 150, 156; 157 Lo.). Orthoptera Gryllomorpha dalmatina Ock. (7, 30 Lo.). Troglophilus sp. (30, 141 Lo.). Coleoptera Allegrettia Boldorii Jeann. (1, 3, 71, 96, 116, 158 Lo.). Allegrettia Zavattariî Ghid. (30, 156 Lo.). Bathysciola aculeata Jeann. (3, 40 Lo.). Bathysciola breviclavata Mill. (41, 54, 67, 147 Lo.). Bathysciola Allegrettii Jeann. (125 Lo.). Duvalius Boldorii Jeann. (71 Lo.). | Duvalius Leonidae Muller (in litt.) (141 Lo.). Duvaltus Winklerianus aequalis Jeann. (7 Lo.). Duvalius Winklerianus brescianus Jean. (11 Lo.). Laemostenus (Antisphodrus) Boldoriî Dod. (1, 3, 7, 9, 11, 15, 16, 23, 30, 31, 41, 44, 48, 54, 65, 67, 71, 76, 84, 96, 105, 109, 114, 116, 123, 125, 134, 136, 142, 147, 150. 157, 160, 164 Lo.). Leptinus testaceus Mull. (1 Lo.). Pholeuonidius Ferretti - Torricellii Ghid. (31, 142 Lo.). Pholeuonidius Pinkeri Jeann. (7 Lo.). Speotrechus humeralis Dod. (i, 9, 76, 134, 136 Lo.). Speotrechus humeralis Boldorii Jeann. (44, 71, 96, 116, 123 Lo.). Diptera Bolitophila cinerea Meig. (3 Lo.). Culex pipiens L. (1 Lo.). ? Favaria incisurata (1 Lo.). Heteromyiella atricornis Meig. (1, 3 Lo.). Limnobia nubeculosa Meig. (3, 71 Lo.). Limosina fontinalis Fall. (1 Lo.). Limosina plumosula Rond. (1 Lo.). Nycteribia biarticulata Hermann (116 Lo.) Penicillidia Dufouri Westw. (1 Lo.). Parastenophora antricola Schmitz (1, 116 Lo.). a; mi 209 Rkymosia sp. (3 Lo.). Sciara flavipes Meig. (71 Lo.). Sciara sp. (1, 3 Lo.). Tephrochlamys rufiventris Meig. (1 Lo.). Thelida oculata Fall. (1 Lo.). BIBLIOGRAFIA == Allegretti C. - La grotta del Fus (11 Lo.). Rivista mensile C. A. I. Brescia, VI, 8-9, 1932. 2. - Boldori L. - Contributo alla conoscenza della fauna cavernicola Lombarda. - Mem. Soc. Ent. Ital. VI, 1927, p. 90 - 111. 3. - Boldori L. - Altri appunti sulle larve dei Trechini. - Mem. Soc Ent-4t; XK; 1936, 4. : Boldori L. - Altri quattro anni di ricerche speleologiche. - « Le Grotte d’Italia » VI, 1932, p. 111 - 129. 5. - Boldori L. - Ricerche in caverne italiane. - Boll. Soc. Ent. Ital., LXVI, 1934, p. 58 - 61. 6. - Capra F. - Una nuova specie di 7rog/ophilus d’Italia. - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, LII, 1927, p. 313. T.- Fage L. - Sur un 7roglohyphantes nouveau (Arac.) des Grottes de Lombardie. Bull. Soc. Ent. Franc., t. XXXVIII, 1933, p. 106. 8. - Ghidini G. M. - Quarto contributo alla conoscenza della fauna speo - entomologica bresciana - Mem. Soc. Ent. It., X, 1931, p. 137 - 148. 0. - Ghidini G. M. - Le caverne nei dintorni di Paitone e la loro fauna. - Ateneo di Brescia, 1931, p.-271 - 300. 10. - Ghidini G. M.- Descrizione di una nuova specie di Pho/ewoni- dius (Col. Bathysciinae.) - Boll. Soc. Ent. Ital., LXV, 1933, p. 49 - 52. JI. - Ghidini G. M. - Una nuova specie del Gen. A/legrettia Jeann. - Boll. Soc. Entom. It., LXVI, 1934, p. 153 - 157. 12. - Manfredi P. - Contributo alla conoscenza della fauna caverni- cola italiana » Natura, XXHI, 1932, p. 71 - 96, 210 13. - Verhoeff K. W.- Artropoden aus siidostalpinen Hòhlen. 2 Aufs. Mitt. u. Hohlen Karstoforschung, Heft. 2 - 1929, 14. - Verhoeff K. W.- Artropoden aus siidostalpinen Hòhlen. 7 Aufs. - Mitt. u. Hohlen u. Karstoforschung, Heft 4, 1933, p. 10 - 14. L. MASI NOTA SUI CALCIDIDI DELL'ISOLA DI RODI Un certo numero di questi Imenotteri parassiti raccolti a Rodi dal Sig. Alessandro Mochi durante l’estate dell’anno scorso, mi sono stati inviati in esame dal Dott. A. Alfieri, segretario della Società Entomo- logica d’Egitto. Non avendo potuto terminare lo studio di tutte le spe- cie della collezione, mi limito qui, in una nota preliminare, ad indi- carne alcune, le quali, sebbene comuni e largamente diffuse, non erano state menzionate finora per quell’isola, e due altre interessanti perchè raccolte già nell'isola di Cipro e descritte da me recentemente come nuove (Ann. Mus. Civ. St. Nat., Genova, LVII, 1934). La Stilbula vitripennis mihi, trovata la prima volta a Cipro dal Sig. Mauromoustakis, è rappresentata nel materiale di Rodi da tre esem- plari maschi, presi in luglio e settembre. L’Arthrolysis albicrus, della quale avevo veduto una sola femmina di Cipro, è rappresentata pure da un esemplare femmina. Adotto qui il nome generico di Arthrolysis. Forster, invece di quello di Picroscytus Thomson, ritenendo, dopo una recente pubblicazione del Dott. A. B. Gahan, e dopo uno scambio di lettere che ho avuto con lui, che vi siano buoni argomenti per dare la preferenza alla denominazione più antica. Fra le specie di Rodi si trova un Megastigmus che credo sia il pistaciae Walker: è un esemplare giallo, col torace ornato di una fascia longitudinale rossastra, a margini sfumati, e con addome giallo bruno. Una questione da risolversi è quella della validità del Megastigmus Ballestrerii, del Rondani, che pure è stato ottenuto dai frutti del pistacchio, e del terebinto, poichè è probabile che si tratti di un sinonimo della specie del Walker; d’altronde sarebbe interessante conoscere anche quali siano le varietà di questi Torimidi. Trovo nella raccolta del Sig. Mochi la Brachymeria minuta (L.) rappresentata tanto dalla forma ti- pica come dalla var. a/borufa. La Leucospis darsigera è tipica, gialla e nera. Un esemplare femmina di Ormyrus punctiger Westw. ha i tergiti 2.-4. del gastro di colore rameo. Altre specie da annoverare per la fauna dell’isola sono la Brackymeria intermedia Nees,la Smicra biguttata Spi- nola, il Diomorus Kollari Forster e la Scufellista cvanea Motschoulski. ia 211 FABIO INVREA NUOVI REPERTI DI MUTILLIDI E GRISIDI DELLA CIRENAICA Il collega Cav. Geo C. Kriiger, il diligentissimo entomologo dei Servizi Agrari di Bengasi, mi ha recentemente inviato in esame un altro piccolo lotto di Mutillidi e Crisidi da lui raccolti in Cirenaica dopo la pubblicazione dei miei cataloghi sulla fauna libica. (') A complemento di quelle notizie enumero qui le nuove catture che comprendono qualche forma non ancora indicata per la Cirenaica, augurando che l’amico Kriiger continui nella sua solerte opera di raccoglitore già tanto feconda di risultati per l'illustrazione faunistica della Libia. Fam. MUTILLIDAE Myrmilla capitata (Luc.) Lucas, Explor. Algér., Zool., Vol. HI, 1846, p. 290. Una ©, Cirene, 30 Aprile. Myrmilla dorsata (F.) var. excoriata (Lep.) Lepeletier, Hist. Nat. Hymén., Vol. HI, 1845, p. 615. - Invrea, Mem. Soc; Entom. Ital. -X1,-1932, p. 60. Una ©, Cirene, 20-VI. Mutilla maroccana Ol. var. novemguttata KI. Klug, Reise d. Tirol, Oberit. u. Piem. etc. 1835, p. 91. El Abiar, maggio, 1 9%. Varietà non prima indicata di Cirenaica. Smicromyrme subcomata (Wesm.) Wesmael, Bull. Accad. Sc. Belgique, XVIII, 1851, p. 368, 9. — Badoszkowski, Horae Soc. Ent. Ross. XXII, 1888, p. 347 g. - Invrea, Mem. Soc. Entom. Ital. XI, 1932, p. 70. (1) Fabio Invrea. Crisidi raccolti in Cirenaica e Tripolitania da Geo C. Kriiger. Mem. Soc. Entom. Ital. XI, 1932, pp. 41-51. Fabio Invrea. Mutillidi raccolti in Cirenaica e Tripolitania da Geo C. Kriiger. Mem. Soc, Entom, Ital. XI, 1932, pp. 04-84, 212 Un 3 di Cirene, 20 Maggio, caratterizzato identicamente agli altri esemplari già da me precedentemente citati per la Libia (1. c.). Dasylabris maura (L.) var. oraniensis Lucas Lucas, Exploration scientifique de ’Algérie, Animaux articulés. III, 1846. Derna 23 Giugno, 1 es. Varietà y> non ancora segnalata per la Libia. Diffusione nota: Algeria (secondo André e Collezione Gribodo!). Stenomutilla argentata (Vill.) Villers, C. Linnaei Entom., HI, 1789, p. 343. Rus Hamra 5 Maggio, 1 JY; Bengasi (Giuliana), Novembre, 1 9® Fam. CHRYSIDIDAE Stilbum splendidum (Fab.) var. Pici Buyss. Du Buysson, in André: Spec. Hym. Eur., VI, 1891. p. 679. Z. Msus, 14 Maggio, 1 9. Il Pici sembra l’unica varietà di Stilbum presente in Cirenaica e forse in tutta la Libia, a giudicare dai ripetuti reperti finora fatti noti. Cephalochrysis Ehrenbergi (Dahlb.) Dahlbom, Hym. Europ. pr. bor., HI, 1854, p. 220 Quattro esemplari (1 7 e3 9 di Z. Msus, 14 Maggio), si avvicinano, per la tinta rosso fuoco brillante, alla var. Vogti Trautm., di Tri- poli, ma non hanno, come quest’ultima; il margine dell’ultimo tergite addominale dorato, bensì verde azzurro come nella forma tipica. È specie nuova per la fauna cirenaica. Chrysis (Holochrysis) varicornis Spin. Spinola, Ann. Soc. Entom. Fr. 1838, p. 469. Agheila, Marzo, 1 gt. Chrysis (Holochrysis) barbara Luc. Lucas, Esplor. Algèrie, Zool. Vol. III, 1849, p.=307, Agheila, Marzo, 1 9. 213 Chrysis (Gonochrysis) versicolor Spin. var. margareta Traut. Trautmann, Entomol. Zeitschr. 40, 1927, p. 9. Z. Msus, 14 Maggio, 2 9 9. Chrysis (Dichrysis) cylindrosoma Buyss. Du Buysson, Bull. Soc. Entom. France, 1890, Vol. 10, p. 135. Z. Msus, 14 Maggio, 1 ©. Chrysis (Tetrachrysis) ignita. L. Linneo, Fauna Suec, Ed. 2°, p. 414, n. 1665. Marsa Brega, Marzo, 3 9 9. Chrysis (Tetrachrysis) Grohmanni Dalhb. var. Zanoni Invrea. Invrea, Ann. Museo Civ. Genova, Vol. LIII., 1929, p. 306. Z. Msus, 14 Maggio, 2 9 9. REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE XI 54 - Quedius boops Gravh. ab. coloratus Kolbe. - (Co/. Sfaphyl.) Semplice aberrazione cromatica del tipo, caratteristica per il pronoto e le elitre più o meno rosso - bruni ed opachi, anzicchè nero - lucidi. - Descritta da Kolbe (Jaresb. Ver. Breslau, V, 1912) su esemplari della Slesia, come riporta anche Gridelli (Studi sul Gen. Quedius. Mem. Soc. Ent. Ital. Vol. HI, 1924, p. 166.), sembra non sia mai stata citata per l’Italia. - Nel Luglio dello scorso anno ne ho catturato due esemplari vagliando le foglie e il terriccio di faggio nell’alto Casentino (App. To- scano), presso Badia Prataglia. Dott. Inc. A. GAGLIARDI 55 - Ptomaphagus pius Seidl. (Col. Si/ph.). - Di questa specie, nota per l’Italia soltanto del Lazio e dell'Abruzzo, (Luigioni- I Col. d’Ital., p. 336), ho raccolto tre esemplari in Toscana (Mugello - M. Giovi) nel Luglio 1931, nel cadavere di una gallina, 214 Un altro esemplare della stessa specie è stato poi catturato, nell’Ot- tobre 1933, in Casentino (M. Verna) dall’amico e collega M. Lombardi. I quattro esemplari sono stati gentilmente determinati dal Dr. R. Jeannel, al quale ci è grato esprimere i nostri ringraziamenti. DoTT. ING. A. GAGLIARDI 50 - Catops nigrita Er. v. nigriclavis Gerh. (Col. Siéph.). - In- sieme ad alcuni individui della forma tipica di questa specie, raccolti in Toscana da M. Lombardi, il Dr. R. Jeannel ha trovato un esemplare della varietà rigriclavis descritta da Gerhardt (Deuts. Ent. Zeits. 1900, p. 70) e non ancora, a mia conoscenza, citata come rinvenuta in Italia. Questo esemplare fu raccolto in Mugello (M. Senario), nell'Aprile 1923, setacciando foglie e terriccio, ed un altro della stessa varietà, pure de- terminato dal Dr. Jeannel, è stato catturato nel Settembre 1925 a Pie- tramala, sul’Appennino Tosco-Emiliano, dal Sig. Mario Righetti. Dott. ING. A. GAGLIARDI 57 - Melasoma aenea L. (Col. Chkrysom.) - Una eccezionale com- parsa di questo voracissimo crisomelino si è verificata, durante l'estate del corrente anno, nei dintorni di S. Stefano d’Aveto (Appen. ligure). I vasti boschi di A/nus minor Chiov. ( = viridis Vill.) che rivestono le pendici di quei monti e di quelli vicini, apparivano in Agosto pressochè brulli su grande estensione; gli alberi erano quasi privi di foglie di cui soltanto residui disseccati e scheletrizzati rimanevano a testimoniare la gravità -della infestione. Gli adulti di aerea si trovavano a migliaia sulle piante ancora in condizione di poter loro offrire nutrimento; innumerevoli individui, come a sciami, si portavano a volo da un luogo all’altro, effettuando vere e proprie migrazioni. i Per quanto la M. aenea sia una specie tutt'altro che rara, non si hanno di frequente notizie di così intense invasioni. Sembra però che la regione di S. Stefano ne vada soggetta con una certa periodicità; infatti, parecchi anni or sono, il Fiori segnalava la presenza in gran nu- mero di questo coleottero precisamente nella stessa zona attualmente colpita. (Cfr. Cecconi G. Entomologia forestale p. 364). Per la difesa contro il parassita i comuni mezzi di lotta sarebbero inattuabili e comunque non convenienti, poichè i danni economici sono minimi, trattandosi, per l’ontano, di arbusto che serve sul luogo unica- mente come combustibile; siccome però la aerea potrebbe facilmente passare sul nocciolo coltivato, occorre sorvegliare la sua presenza anor- male e la sua diffusione, | U. Rocci de Sha 205 RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee XLIX (1) Hymenoptera Banti A. —- La formica argentina (Iridomyrmex humilis Mayer) nelle Marche 2. — « L’ Amico dell’ Agricoltore » Ascoli Piceno, 1932, n. 4,3 fig. L. Masi Bernard F. — Guépes nouvelles ou mal connues trovées à Fréjus (Var) (1° note). Description de deux Euménides nouveaux. — Bull. Soc. Ent. France, 1933, pp. 304 - 308, 3 fig. Pterochilus nitens n. sp., Odynerus (Lionotus) atratus n. sp. Bernard F. — Hyménoptères nouveaux ou peu connus rencontrés Fréjus (Var) (2° note). Renseionements sur quelques Aculéates peu répandus. — Bull. Soc. Ent. France, 1934, pp. 58 - 63, fig. Osservazioni su alcuni /o/epyris (Bethyl.), Cryptochilus hispanicus Sust., Prionocnemis Bellieri Sichel, Odynerus, Sphegidae. Betrem G. ]}. — Die Scoliiden der indoaustralischen und palaearktischen Region aus dem Staatlichen Museum fiir Tierkunde zu Dresden (Hym.). — Stett. Entom. Zeitg., 94 Jhrg., 1933, pp. 236 - 263, 8 fig. Campsoscolia n. gen. (genotipo : Scolia 6 - maculata F.). Cita varie specie di località italiane. Crévecoeur A. — Recherches biologigques sur Ammophila campestris /ur. — Bull. Ann. Soc. Entom. Belgique, T. 72, 1932, pp. 164-176. L’A. nota differenze di comportamento di questa specie rispetto alle località: Belgio, Svezia, Italia, ecc. Frison T. H. — Notes concerning some American Bumblebees (Bre- mus = Bombus) described or determined by M. Spinola (Bremidae). — Boll. Mus. Zool. Anatom. Comp. Torino, XLII, 1932, n. 16, pp. 1-4. L’ esame di cotipi conferma la sinonimia Bombus ligusticus Spin. = Bremus argillaceus Scop. Gahan A. B. — 7he Serphoid and Chalcidoid Parasites of the Hessian Fly. — United States Department of Agriculture, Miscella- neous publications N. 174; 147 pag., 32 gruppi di figure. (1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società | Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra. 216 Interessante pubblicazione, frutto di un lungo e accurato lavoro, nella quale sono descritte minutamente le 41 specie d’ Imenotteri finora conosciute come parassiti della Phytophaga destructor: 31 di esse ap- partengono all’ America, 17 all’ Europa, 11 sono comuni ai due conti- nenti. Eccetto 5 specie di Proctotrupidi (P/atygasterinae) le altre sono della superfamiglia Calcidoidei. Di tutte queste specie PA. dà una fi- guia d’insieme e figure di dettagli, discute Ia sinonimia e riassume le notizie fornite dagli Autori precedenti riguardo ai loro caratteri, al pa- rassitismo e alla distribuzione geografica. L. Masi Goidanich A. — Materiali per lo studio degli Imenotteri Braconidi, I. Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, VI, 1933, pp. 33-50, figg. 1- VII. Sono accuratamente descritti: Bracon (Lucobracon) triangularis Nees, Perilitus morimi Ferr., Dinocampus coccinellae Schrank; osservazioni sulla loro biologia. Goidanich A. — Materiali per lo studio degli Imenotteri Braconidi, II. Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, VI, 1934, pp. 209-230, figo. 1- IX. | Osservazioni sugli uriti dell'addome della sottofamiglia ApAidinae, con descrizione del gastro della femmina dell’Aphidius (Lysiphlebus) janinii Quilis; Menozzia formicaria n. gen. n. sp. di Foligno, ottenuta da larve trovate in un nido di Lasius fuliginosus Latr. Goidanich A. — Materiali per lo studio degli Imenotteri Braconidi, II. Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, VI, 1934, pp. 246-261, figg. I-II. Sono trattate le specie italiane del gen. f/abrobracon Ashm.; sono descritte le 4 già indicate d’Italia, ed una forma nuova /7. torfricidarum riferita provvisoriamente all’ febetor Say. Cenni sulie altre specie del genere. Grandi G. — Sugli uriti degli adulti del gen. Cephalonomia West. edi altri Imenotteri e sulla loro interpretazione morfologicu. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Agr. Bologna, vol. V, 1932, pp. 13-21, VI gruppi fig. Riferendosi ad una nota di F. van Emden, VA. riassume i punti fondamentali della interpretazione che egli ha dato, nei lavori prece- denti, dei segmenti addominali e delle gonapofisi delle 9 9 degli Ime- notteri Terebranti. 217 Grandi G. — /ntroduzione în Italia di un Imenottero americano paras- sita della Cydia molesta Busck. — L'Italia agricola, anno 70, n. 11, 1933, estr. 4 pp., fig. Macrocentrus ancylivorus Rohw. diffuso nell'Emilia per combattere la Cydia molesta, dannosa ai peschi. Grandi G. Contributi alla conoscenza degli Imenotteri melliferi e pre- datori. XII. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, VII, 1934, pp. 1-144, figg. I-LXXX, tav. I-VIII. Comprende i risultati dello studio morfologico e biologico di circa 40 specie di Imenotteri e dei loro simbionti; sono descritte ed illustrate le larve di: Eumenes unguiculus Vill., Polistes foederatus Kohl, Vespula norvegica F., Passaloecus brevicornis A. Mor., Diodontus minutus F., Psenulus fuscipennis Dahlb., Xylocopa violacea L., Megachile centuncu- laris L., Chalicodoma muraria F., Eriades crenulatus Nyl, Anthidium septemdentatum Lep., Apis mellifica L., Bombus silvarum L. Segue l'elenco degli Imenotteri melliferi e predatori raccolti negli anni 1932-1933 in Italia (ed in alcune nostre colonie), comprendente più di 450 specie, delle quali parecchie nuove per l’Italia. Guiglia D. - Spedizione scientifica all’Oasi di Cufra (marzo - luglio 1931). Imenotteri aculeati (II parte). — Ann. Mus. Civ. Stor. Nat. Genova, LVI, 1933, pp. 130-142, 2 gruppi fig. Sono citate varie specie: Anthophora Dusmeti n. sp. di Gialo, 0s- servazioni critiche su Nomia nilotica Smith e specie affini; Crocisa Brezzii n. sp. di Gialo. Guiglia D. — Su tre specie d’Imenotteri della Cirenaica e su due casi d’omonimia. — Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, LVI, 1934, pp. 358-360. Andrena eremobia n. sp. (= arsinòe Guiglia 1929 nec Schmdk.) di Giarabub; Andrena niveozonata Saunders di Giarabub; Miscophus ctenopus Kohl di Gialo; Odynerus Schindleri n. n. (= O. Schultessi Guiglia 1929 nec Md. Wild. 1915). Gussakovskij V. V. — Revisio generis Prosopigastra Costa. (Hymeno- ptera, Sphecidae). -- Rev. d’Entom. de l'U.R.S.S., XXV, 1933, pp. 154-173. Tabella di ceterminazione e descrizioni in latino delle specie, delle quali molte nuove. Haupt H. — Berichtigungen zu meiner “ Monogrophie der Psammocha. riden Mittel-Nord-und Osteuropas ,, (1927).(Hym.). — Deut. Entom. Zeitschr., 1933, pp. 293-298, 1 fig. Osservazioni su varie specie italiane. 218 Haupt H. - Psammocharidae mediterraneae I. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, VI, 1934, pp. 51-78, fg. I-XXI. Tabella per i gruppi e per le specie del gen. Psammockhares, osser- vazioni, descrizioni, sinonimie; Psammochares Kruegeri n. sp. di Cire- naica; Ps. lucidipes n. sp. Is. di Lussin; Ps. fumarius n. sp. di Fiume. Haupt H. — Zur Kenntnis der Psammocheariden - Fauna Italiens. HI. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, VI, 1934, pp. 172-178, fig. I-II. Sono citate 22 specie, delle quali sono nuove: Priocnemis cognatus di Roma e Arnospilus inornatus di Bologna; viene ridescritta la Psarn- mochares inagrettit Kohl e discusso Il Anoplius fuscus f. holomelas Costa. Hedicke H. — Ueber einige italienische Apiden. III. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, VI, 1934, pp. 131-133. Andrena thoracica melanoptera n. sp., Andrena bicolorata Rossi (= A. Lichtensteini Schmdkn.). Malaise R. e Benson R. B. — 7he Linnean Types of Sawflies (Hy- menoptera Symphita). — Archiv for Zoologi, Stockholm, Bd. 26, H. 4, n. 20, pp. 1-44. Revisione dei tipi e note sinonimiche. | Maréchal P. — Sur deux espèces d’Odynères couramment confondues : O. (Ancistrocerus) excisus Ths. et dusmetiolus Strd. — Bull. Ann. Soc. Ent. Belgique, T. 72, 1932, pp. 263-272, PI. XIV-XV. Maréchal P. — Sur quelques habitants des Chaumes des Toitures Friades maxillosus L. (Hym. Apidae) ef ses parasites, principale- ment Trichodes alvearius F. (Col. Cleridae). — Bull. Ann. Soc. Ent. Belg., LXXIII, 1933, pp. 227-258, t. IV. Osservazioni su Erziades maxillosus, Eurytoma nodularis Boh., Ephialtes carbonarius Christ., Sapyga clavicornis L. (Hymen.), Ptinus fur L., Trichodes alvearius ed altri (Col.). Martelli G. M. — Notizie biologiche e morfologiche sull’Athalia colibri Christ. e su due suoi predatori. — Boll. Lab. Zool. gen. agr. Por- tici, XXVI, 1932, pp. 312-333, 9 figo. Osservazioni su larva, bozzolo, deposizione delle uova, ecc. di Athalia colibri, e su Perilampus italicus Fabr. (Hym. Chalc.) e Meige- nia mutabilis Fallen. (Dipt. Tach.). 219 Masi L. — Spedizione scientifica all’Oasi di Cufra (marzo-luglio 1931). Descrizione di una nuova specie di Hemimeria (Hymen. Scoliidae). — Ann. Museo Civ. St. Nat. Genova, LVI, 1933, pp. 341-346. Hemimeria lybica n. sp. di El Talab (Cufra), osservazioni sul gen. Femimeria. Minkiewicz R. —- Nids et proies des Sphégiens de Pologne. Troisième série. —. Bull. Ent.. Pologne, XII, 1933;-pp.: 181-261; fig.-) Tav. XI - XV. Osservazioni su molte specie viventi anche in Italia; saggio d’una . classificazione dei nidi degli Sfegidi su caratteristiche etologiche. Molitor A. — Beitrige zur Okologie und Ethologie der Hymenopte- ren. I. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, VI, 1934, pp. 151-163. Osservazioni su Chalicodoma muraria L., Polyergus rufescens Latr., Scolia hirta Schrk., Barymutilla barbara brutia Pet., Ammophila hir- suta Scop. Nowicki S. — Descriptions of a new genus and of new species of the superfamily Chalcidoidea (Hymenoptera). — Bull. Ent. Pologne, XII, 1933, pp. 1-5. Soikiella mongibelli n. g. n. sp. (Trichogrammatinae) dell'Etna; Aphelinoidea (Krygeriola n. sbg.) dolichoptera n. sp. di Portici. Quilis M. — 7yes especies de Aphidius (Hymenoptera Braconidae) de Bologna. - Boll. Lab. Ent. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, vol. V, 1932, pp. 49-50, I fig. Sono citati Aphidius melanocephalus Nees, A. Goidanichi n. sp., Praon volucre Hal. Quilis Perez M. — Los Psithyrus espazioles (Hym. Apid ). — Eos, VIII, 1932, n. 2, pp. 185-222, 88 fig. Interessante monografia, con tabelle dicotomiche e figure di appa- rati genitali; son citate molte forme anche delle Alpi. Roberts R. A. — Biology of Brachymeria fonscolombei (Dufour), a Hymenopterous parasite of blowfly larvae. — Un. St. Dep. Agric. Washington, Techn. Bull. No. 365, 1933, 21 pp., 5 figg. 220 Sachtleben H. — Deutsche Parasiten der Kirschfruchtfliege (Hym.: Ichneumonoidea & Proctotrypoidea). — Arbeit. morph. taxon. Ent. Berlin Dahlem, Bd. I, 1934, n. 1, pp. 76-82, Tav. 3. Sono descritte varie n. sp. parassite di Rhagoletis cerasi L. Servadei A, — Contributo alla conoscenza dei Tentredinidi (Hymeno- ptera Symphyta) delle Rose I. Ardis sulcata Cam. — Boll. Lab. En- |. tom. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, V, 1933, pp. 109-132, XII gruppi fi- gure, tav. VI-VII. Studio biologico e morfologico dell’Ardis sulcata Cam., adulto e larva matura e neonata; sono descritti il ciclo biologico, le abitudini, i danni che la specie arreca ed i mezzi per combatterla. Servadei A. — Contributo alla conoscenza dei Tentredinidi Civate noptera Symphyta) delle Rose II. Arge pagana Panz. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, VI, 1934, pp. 179-208, fig. I-XVII. È trattata la morfologia dell’adulto, della larva neonata e matura, il ciclo biologico nell'Emilia e nelle Marche, i danni arrecati dalla spe- cie ed i mezzi per combatterla. Trajna S. — L’Ape nera di Sicilia in confronto della ligustica. - Bull. Istit. Zool. R. Univ. Palermo, Il, 1933, n. 4-5, pp. 71-85, 2 Tav. Rhynchota Balachowsly A. — Étude biologique des Coccides du bassin occiden- tal de la Mediterranée. — Encycl. Entom. XV, Lechevalier, Paris, 1932, 214 e LXV pp., 46 figg., 14 carte, 7 tav. Nella prima parte lA. fa uno studio biogegrafico delle 170 specie note del Nord Africa, delle quali 110 indigene, che divide in elementi euro-siberiani, mediterranei, medit. steppici, mediterranei-atlantici, ere- mici, tropicali ed endemici montani. Dallo studio di essi risulta che l'epoca attuale è caratterizzata da una regressione dei tipi mediterranei verso il Nord, di una progressione delle specie steppico - deserticole, della comparsa nel Sahara di elementi tropicali, della regressione dei tipi euro-siberiani verso le montagne e le stazioni fresche. Segue uno studio biologico ed economico delle specie acclimatate nel bacino occidentale del Mediterraneo, sulla influenza dei vari fattori del popolamento, sull’origine delle specie nocive, che l'A. attribuisce prin- cipalmente all’atttrazione della massa di un vegetale. La terza parte riassume le osservazioni personali dell'A. sui paras- siti dei Coccidi. Infine vi è un elenco bibliografico, il catalogo dei Coccidi dell'Algeria, Tunisia, Marocco e Sahara ed una lista prelimi- nare dei Coccidi della Francia Meridionale e Corsica. FAUNA COLEOPTERORUM ITALICA del Prof. Dott. ANTONIO PORTA Vol. V. - RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA ò ‘‘{Anihiribfdao, Brenthidae, Curculionidae, Nericyohosa ipidae; i Lucanidae, Scarabaeidae) Presso l’Autore Line 100 aggiungere. L. ;. per Italia e L..7 be l'Estero, per a spedizione. Non sì spedisce che dietro il relativo poni ‘Già usciti: Vol. I.- ADEPHAGA. : L. 60: piu L.3 per) l'Italia e L. 6 per l’estero > Il,-SFAPHYLINOIDEA:::L.100: » >.3‘» > a 03. > » II, - DIVERSICORNIA — :L.100: > > 4 bia » To » | Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo da LDL Lliiezon i. 7 (TARIFFA pDeLLE INSERZIONI. SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto l'anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. 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Note biologiche e morfologiche sugli Imenotteri (Contributo. 5°). ‘. ‘Repertorio di notizie entomologiche XII. — Rassegna delle Pubbli- i cazioni Entomologiche riguardanti la fauna” dell’Italia e delle Cos | lonie Mattetance Li | DEE FABIO INVREA, Direttore Responsabile TA Grafiche COMMERCIO, Via s. Luca, 10 — GENOVA SE Di. SOCIETÀ. o ENTOMOLOGICA ITALIANA Sede in GENOVA, Via Brigata Liguria, N. 9 i presso il Museo Civico, di Storia Naturale Ù ‘8001 ‘ONORARI i i i | Sì M. VITTORIO EMANUELE III - Re D'Iratia S. E. BENITO MUSSOLINI » Capo del Governo ic È GiuserPr BELLUZZO ù EE Ri E. PIETRO FEDELE . Mo, CONSIGLIO. DIRETTIVO ; pe biennio 1934- 35. n Panda Daolio: Gr. Uft. Prof. Raffaello Geo. PRESIDENTE EFFETTIVO: Dott. Ferdinando Solari po Vice-PRESIDENTE : ‘Dott. Luigi Masi. SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea. I | a .TesoRIERE: Rag: Cesare Mancini. | |{|{ {| n DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. DA Invrea. I ConsieLisRI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Ava. Di stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, ‘Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni, |. Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri, È «_ Conte Emilio Turati. ca ‘© REVISORI DEI CONTI: Signor RAS Baliani, Ing. Paolo, Bensa, Dott. di Tullo Casiccia. | | Tad ‘Quota sociale annua: nel Regno: Ordinari. L. 40, ani L. 20 | «Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. G. MANCINI, Corso Firenze 40, int..2, s.s.; GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. Quota per l” iscrizione a soei. vitalizi : L 900 per. l’Italia, L. 750 a : per l'estero. Abbonamento ‘alle Pubblicazioni per i non soci; Italia ‘1.50, te Estero L. 60. Si di oca, e O Ven AVVISI Soci “Le adunanze scientifiche della; Sociètà, si ‘tengono ogni Giovedì alle ore 24, in una sala del Museo Civico dì Storia Naturale. di SÌ avvertono. i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla” di Sociotà deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria. 9, GENOVA (402). 3 Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate giretti — mente. al Tesoriere: Sig. Rag. n MANCINI, Corso Firenze 40, x int, 20 i. GENOVA DINI BOLLETTINO DELLA SOCIETA" ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLumE LXVI (1934) N. 9 Pubblicato il 30 Novembre 1934, Anno XII ATTI SOCIALI Nuovi Soci: La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari : Dott. Luigi Gentile, S. Agata di Militello. (Messina) (presentato dal Prof. Masi e da Mario Mariani). Aldo Festa (Socio Studente), Via Caffaro 22-8, Genova (104). Coleotteri, (presentato dal Dott. F. Capra). Giorgio Tessiore (Socio Studente), Via S. Quintino 23, Torino, (presentato dal Prof. G. Della Beffa e dal Dott. F. Capra). CAMBIAMENTI D'INDIRIZZO : Conte Fred Hartig, Villa Snirn, Merano Maja Alta (Bolzano). Rossi Mario, Quattro Fontane, Venezia Lido. . Ezio Fabbro, Rozzel, Campo delle Corse 343, Trieste. BETIS RIONI SCIENTIFICHE er dn —_ . Dott. UBALDO Rocci LA “ DEPRESSARIA DELL’ANICE,, IN ITALIA (Lep. - Gelechiidae) Le coltivazioni di anice (Pimpinella anisum L.) di alcune regioni del Piceno e segnatamente quelle dei territori di Offida, Castignano, Casteldilama, sono da qualche anno seriamente danneggiate dal bruco di una Depressaria che era stata dubitativamente determinata come de- pressella Hb. Mi sono occupato dello studio sistematico di questo Microlepidot- tero, per interessamento del compianto Prof. Adolfo Banti del R°. Istituto Tecnico di Ascoli e incaricato dal Ministero dell’Agricoltura e Foreste delle ricerche sulle cause della grave infestione e sui mezzi per combatterla. 333: Per cortese cura del Dr. Nicola Tozzi Condivi, reggente la Sezione di Offida della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Ascoli, ho potuto avere quest'anno (1934) a disposizione un buon numero di larve della supposta depressella. Dopo allevamento in Osservatorio, ho ottenuto, tra il 25 di Luglio e il 12 Agosto, un centinaio circa di adulti, sufficienti per la sicura determinazione della specie e per la descrizione della parti- colare forma primaria, a cui va riferita la nostra Depressaria dell’anice. Dedico questa forma alla memoria del Prof. Banti che per il primo si occupò della sua biologia e della lotta contro il dannosissimo bruco. Ringrazio i colleghi C.te E. Turati e C.te F. Hartig, per i pareri datimi a proposito di questa specie nuova per l’Italia e per Pottimo materiale, che il primo ha voluto mandarmi per i confronti. | Schistodepressaria libanotidella Schliger È p. bantiella n. A Il gen. Depressaria fu stabilito da Ha worth nel 1811 per la specie costosa Haw. (Lepid. Brit. III pag. 508). In seguito, Treitschke (Die Schmett. v. Europa vol. IX - 1 - 1832), descrivendo alcune nuove specie, mutò il nome in /7aemylis e più tardi (1838) Duponchel usò questa denominazione nel T. VIII (Nocturnes) della sua Histoire nat. des Lépid. etc. a pag. 119. Fu Zeller (Isis, 1839) che giustamente ripristinò l’uso dell’antico genere Depressaria, il quale venne poi accet- tato da tutti gli autori seguenti fino ai moderni. | Però lo stesso Zeller nella sua monografia sul gen. Depressaria (!), aveva già proposto una suddivisione del genere in due sezioni, una delle quali scindeva in due sottogruppi, fondandosi sui caratteri dei palpi e sul modo di presentarsi di alcune nervature delle ali anteriori. Più tardi lo Spuler (?), prendendo in considerazione queste ulti- me particolarità e precisando l’idea di Zeller, aveva creato il sottogen. Schistodepressaria, che recentemèénte Hering (*) considera come vero genere. Le forme che esso comprende si distinguono sopratutto per possedere le nervature IV, e IV, (ossia le C, e C.) delle a. ant. sepa- (1) P. C. Zeller - Die Depressarien u. einige ihne nahen stehende Gattungen. Lin- naea Entomologica. Zeitschr. herausgegeben v. dem. Entomolog. Vereine in Stettin. 9 B. pag. 189 - 400. Berlin 1854. (2) A. Spuler - Die Schmetterlinge Europas. B. II, pag. 337 - Stuttgart 1910. (3) M. Hering. - Die Tierwelt Mitteleuropas. 3 P. VI B. 3 f. pag. 20 ed anche: Erganzungsband I Die Schmetterlinge - pag. 148. Leipzig. 1932. 223 rate ed aventi ambedue origine dalla cellula, mentre in quelle del gen. Depressaria (s. str.) le stesse nervature sono nettamente peduncolate. A questo carattere differenziale, corrisponde, nelle specie dei due generi, un complesso di diversità morfologiche che fanno ritenere na- turale ed accettabile questa scissione. ; S. libanotidella Schl. è una specie abbastanza conosciuta dagli antichi autori. Oltre a F. Schlager che la pubblicò nel 1849 in “ Beri- chte des Lepidopterologischen Tauschvereins,, a pag. 44, abbiamo Herrich - Schaffer (System. Bearb. etc. Vol. V pag. 130. Tav. 59 fio. 423 - 424) e poi Zeller che a pag. 301 di “Linnaea Entomolo- gica,, citata, ne dà una minutissima descrizione. Frey ne parla a pag. 89 del suo “ Die Tineen u. Pterophoren der Schweiz,, (Ziirich 1856) e cosi pure Stainton in collaborazione con Zeller, Douglas, Frey nel Vol. VI pag. 184 Tav. V fig. 3, della loro “Natural History of the Tineina,, (London 1855 - 1873). Più recentemente abbiamo la partico- lareggiata descrizione di Heinemann a pag. 173 del vol. II di “ Die Schmetterlinge Deutschlands u. der Schweiz,, (Braunsweig 1863 - 1865) ed infine quella di Nolken al vol II pag. 539 di “Lepidopt. Fauna von Estland, Livland und Kurland,, (Riga 1870). Dei moderni autori, solo Spuler (I. c.) la figura, ed ottimamente, alla Tav. 89 fig. 26, senza pesò descriverla a pag. 338 del vol. II, mentre Hering (I. c.) ne da alcuni cenni a pag. 150 - 151. La libanotidella nominale non é stata mai sicuramente segnalata per l’Italia: il solo Staudinger- Rebel (Catalog 1901 II P. pag. 173) la cita, con un punto interrogativo, per la Sicilia. Essa è propria dell'Europa centrale (i «tipi» sono dei dintorni di Jena) ed è sparsa in Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra, Russia sett. occid. Però una forma alpina di /banotidella, e che Heinemann riteneva buona specie, si incontra nel Vallese ed anche nell'Engadina e non è da escludere che possa ritrovarsi altresì sulle noslre Alpi. Essa è la: f. p. laserpitii Nicherl (Wien Mfs. 1864, 1.) Statura un poco mag- giore (fino a 30 mm. di espans. al.) Colore fondamentale grigiastro coi disegni caratteristici poco segnati o quasi scomparsi; la fascia costale delle a. sovente confusa col resto della superficie alare; la serie di punti premarginali pressochè obliterata; la frangia grigia invece che bruno rossiccia. Anche i palpi sono più chiari e più grigi. Per il rimanente è simile alla libarotidella nominale con tendenza ad attenua- re e fondere le tinte oscure rossiccie dei disegni. Molto diversa dalle precedenti è la forma che più ci interessa. 224 f. p. bantiella Rocci. Occhi rotondi, piccoli, nudi, piuttosto avvici- cinati. Spiritromba corta sottile e debole. Antenne lunghe circa quanto il corpo, filiformi, non ciliate ma fortemente squamate. Palpi lunghi, ricurvi ad arco verso il capo e costituiti da tre articoli: il I brevissimo e peloso; il II (mediano) più grosro e fornito sul lato ventrale di forti ‘e numerosi peli squamiformi riuniti in due spazzole laterali tra cui resta uno stretto solco longitudinale; il III ‘articolo lungo 3,4 del II, non pe- loso sottile e subuliforme. Fig. I - 1. Schistodepressaria libanotidella Schl. - 2. S. libanotidella laserpitit Nick. (ingr PRI. Testa un po’ più piccola del torace; torace subconvesso; addome lungo, appiattito in senso dorsoventrale con l’estremità munita di un ciuffo di peli più evidenti nel maschio che nella femmina. Espansione alare mm. 25 - 28, quindi un poco superiore che in //ba- notidella. Ali ant. di taglio meno allungato, col margine esterno spe- cialmente all’ apice, più arrotondato e convesso e con l’angolo inferiore 225. meno sfuggente, per cui la sagoma dell’ala assume un aspetto più tozzo e quadrangolare. Colore del fondo, bruno carico, invece che bruno-rossiccio, quasi nero in qualche esemplare, ed appena sparso di atomi rossicci. Fascia costale più stretta, poco segnata e di colore bruno rossiccio invece che rossicccio chiaro o giallastro come in /ibarotidella. Spesso anzi detta fascia assume un colore bruno oscuro quasi indistinguibile da quello del fondo Fig. 1I-1.S. libanotidella bantiella Rocci. - 2. id. id. f. s. nigrella Rocci (ingr. 2 X) alare. I rami apicali della fascia, cosi segnati in altre specie del gruppo quali pimpinellae Z., depressella e la stessa libanotidella, sono, nella nostra forma, pressochè scomparsi poichè tendono a fondersi con. le alternate strie brune, per modo che il caratteristico disegno raggiato della regione apicale e antimarginale, viene ad assumere, in 0anziella pochissimo rilievo. La stria traversale antimarginale biancastra è appena accennata o più spesso completamente obliterata; così dicasi della striscetta grigia discale. La linea scura spezzata longitudinale, il grosso e sfumato punto 226 nero discale, i punti neri seriati antimarginali, così caratteristici in /i- banotidella sono, in bantiella, confusi col fondo o appena segnati. Frangia compatta, del colore scuro fondamentale, senza la zona basale più chiara che esiste in /barotidella. Ali post. di colore decisamente grigio invece che bianca se- riceo lucente con una sfumatura d’un grigio - cupo alla regione apicale. Frangia grigia con la stria basale quasi nera. Nervature molto marcate di nero, Lato inf. delle ali ant. grigio più cupo e meno rossiccio che in libanotidella; frangia poco più chiara del fondo. Lato inf. delle ali post. grigiastre, unicolori con la frangia. Testa e torace superiormente quasi sempre di color bruno rossic- ‘cio invece che rossiccio chiaro o giallastro; addome grigio scuro; an- “tenne non rossastre ma bruno - rossiccio con anello nero alla base di ciascun articolo. Palpi robusti con l'articolo mediano munito di spazzole più lunghe e più folte che in /ibanotidella, completamente brune - quasi nere nella parte esterna - invece che nettamente rossiccie come in questa. Articolo ‘terminale giallognolo con un anello basale nerastro, e non bruno - ros- siccio, ed un altro dello stesso colore prima dell’apice che è biancastro. Le zampe sono di color grigio; quelle del 1° e 2° paio fortemente spruzzate di bruno - nero al dorso; tibie più bruno rossiccio e femori ancora più scuri: i tarsi, che in libanotidella sono bruni, in dantiella appaiano neri con l’estremità di ciascun articolo, compreso l’ultimo e fatta eccezione del 4°, giallastri. Le zampe del 3” paio, all’esterno più debolmente spruzzate di bruno delle precedenti; tarsi brunicci con l'estremità di tutti gli articoli grigio - giallastro. I caratteri sopradescritti sono quelli che fisso per la bantiella È. nom. Essi possono variare lievemente nei diversi individui: così il taglio dell’ala ant. può essere più allungato del normale; la fascia bruno - ros- siccia costale più o meno stretta (ricordo che in Z0barotidella essa rag- giunge circa 1/3 della larghezza dell’ala) e può anche essere totalmente assente. Vi sono anzi degli individui estremi che per la scomparsa di di questo carattere e per la obliterazione o confusione dei disegni pre- sentano le ali ant. di una tinta bruno scura uniforme. Questa forma aberrativa può denominarsi f. s. nigrella n. Rarissimi invece sono gli esemplari opposti che per la pallidezza ed evidenza dei disegni, tendono a segnare un ritorno verso la /ibarotidella nominale. La diffusione geografica di danfiella pare per ora limitata alle zone del Piceno sopra elencate. Sembra però che anche nelle coltivazioni di 227 anice di alcune regioni della Francia merid. (Mentone) compaia una forma di /ibanotidella che può essere identificata con la nostra (Hartig ir Uitt.). Nel complesso, questo gruppo specifico presenta a mia cognizione, tre forme primarie, con distribuzione propria e caratteristica: libanotidella f. nom. = Europa centrale e nord occident. libanotidella laserpitii = Alpi sett. occid. libanotidella bantiella = Italia centrale e forse altre regioni dell’Eu- ropa merid. Fig. III - 1. Armatura maschile di /ibanozidella. - 2. id. id. di bantiella. (molto ingrand.) LE ARMATURE MASCHILI — A complemento ed a conferma della diagnosi di bantiella, riporto le figure semischematiche delle armature sessuali maschili di questa e di /ibarotidella, messe a confronto, Esse 228 non hanno bisogno di un lungo commento. Rappresentano, le fig III 1, 2, l’intera armatura con le valve spoglie dell'involucro villoso, tolto l’edeago e gli accessori (arze/lus in parte; franstilla ecc.) e vista dal lato ventrale. Come si scorge, le differenze tra le due armature sono minime. Nondimeno in dantiella le valve sono un pò più tozze e più corte; qualche lieve diversità si scorge pure nella configurazione della costa esterna che in dantiella è più piccola e sottile. Gli edeaghi rispettivi sono pressochè identici anche per la forma disposizione e numero dei cornuti. Le piccole deviazioni constatate nelle particolarità delle armature non sonofsoltanto individuali, ma si presen- tano Îîcon una certa costanza nei due gruppi di forme; esse sono eviden- temente da considerarsi come caratte- ristiche razziali e nulla più, ma però sembrano indicare che dantiella è mor- fologicamente abbastanza lontana da libanotidella, assai di più, ad esempio, che non sia /aserpitii nella quale tutti i caratteri sessuali sono identici a quelli della forma nominale del gruppo. | i - i LARVA E CRISALIDE. Il bruco adulto “i i cui di Gantiella è lungo 15 - 17 mm.,, subci- indrand.]. lindrico, di colore fondamentale grigio verde vellutato, più scuro sul dorso e tendente al giallognolo sul ventre. Capo nero, lucente, fornito di alcune setole sulla regione frontale. Scudo toracico nero lucente, diviso da una linea longitudinale mediana grigio - verde chiaro. Ai lati dello scudo esistono, da ciascuna parte, tre macchie, o punti verruciformi, neri, di cui uno, quello addossato alla zampa, appartiene alla regione ventrale. Il II e III segmento toracico presentano su cia- scuna regione latero - dorsale cinque punti verruciformi neri di cui i quattro laterali e sublaterali sono più grandi ed il quinto, dorsale, più piccolo. Il I segmento addominale ed i seguenti, sono muniti di cinque punti neri dei quali i due dorsali sono mediocri e dei tre la- tero - ventrali uno è grande, uno mediocre e l’altro, posto tra i due, assai piccolo. Gli stigmi, piccolissimi, neri, sono contigui al tubercolo maggiore. a Serate 229 Il penultimo segmento (IX) presenta quattro punti neri di cui uno piccolissimo. Scudo anale bruno - giallastro con alcune lunghe? setole. Tutti questi punti sono forniti di una o due setole ed,fappaiono contornati da un largo anello di color giallognolo assai chiaro che spicca sul fondo scuro uniforme del tegumento. Zampe toraciche nere dal lato esterno. Pseudozampe del color del ventre con una intera corona di uncini più scuri. A chiarimento di quanto sopra è detto, riporto la figura schematica del modo di presentarsi dei punti verruciformi sulla metà destra di al- cuni segmenti toracici ed addominali. La crisalide di bdantiella è lunga 9 - 11 mm., di colore bruno - rossiccio, più scuro agli astucci alari. Capo pochissimo sporgente, lievemente punteggiato dal lato superiore. Torace leggermente carenato in senso longi- tudinale mediano. Addome sparso fit- tamente di una lieve peluria giallo -ros- siccia. Ultimo segmento bruno - nero con sei brevi setole uncinate rossiccie; cremastere con un lungo solco bila- terale e fornito di alcune brevissime setole. Astucci alari, antenne, zampe, giungono al margine posteriore del IV segmento. NoTE BIOLOGICHE — La biologia completa di danfiella non è ancora conosciuta. Si sa che il bruco di /iba- notidella si nutre preferibilmente delle foglie e poi delle infiorescenze di Se- selis libanotis Koch. che quello di /a- serpitii preferisce il Laserpitium halleri Crantz (== Aîfrsutumn bam.) ed ib È, latifoliumL. La larva di bantiella si è Fig. v.- Schema della metà destra di raccolta finora esclusivamente sull’anice; alcuni segmenti toracici (It e IIt) e ad- in allevamento ho tentato di nutrirla con fOminali (la, Ha, DXa) in larva di dan fiella (Xsa = scudo anale). foglie e fiori di alcune ombrellifere colti- vate e spontanee, ma con esito negativo. Avendo avuto a disposizione soltanto larve adulte, non so quanto duri il periodo larvale; quello ninfale ha la durata di circa 15 giorni; 230 Ho osservato che le larve vivono gregarie sulla stessa infiorescenza e sono vivacissime anche di giorno. Per incrisalidare si tessono una sorta di bozzolo bruniccio, a larghe maglie, riunendo con fili gli steli dei fiori e delle foglie. i Gli adulti hanno costumi notturni e sono, di giorno, spiccatamente fotofobi. E’ possibile che vi siano almeno due generazioni annuali di dar- tiella; Heinematin (I. c.) accenna, per /ibanotidella, ad individui più piccoli appartenenti ad una prima generazione di Luglio, mentre la -forma normale appare in Agosto - Settembre. La biografia di dantiella; Ventità e la natura dei danni che il suo bruco arreca alle coltivazioni di anice; i mezzi artificiali e quelli natu- rali di lotta coi parassiti che si sono ottenuti ed altre particolarità bio- logiche, saranno oggetto di pubblicazione da parte del Dr. Tozzi Con- divi che ebbe la possibilità, insieme co) Prof. Banti, di compiere numerose osservazioni sul posto. R° Osservatorio Fitopatologico di Genova F. HARTIG NUOVA FORMA TRENTINA DI RHYACIA SENNA H. 6. Rhyacia senna H. G. ssp. einsenbergeri nova Di statura più grande, e di colore molto più scuro delle razze svizzere, tedesco-boheme e dell’ Asia minore, col sottofondo di un rosso-cupreo molto lucido, che si manifesta specialmente sui margini delle ali e tra i disegni delle anteriori. - È la razza del Trentino e dei Monti Lessini del Veronese. (Paganella, Madonna di Campiglio ecc). Dedicata in onore del Dott. Einsenberger di Monaco, che per primo mi ha segnalata questa nuova forma. 231 . GruseppE MiLLER . (Trieste) GLI ZUPHIUM GIALLI DELLA REGIONE ADRIATICA (Col. Carabidae) L’unica specie di Zuphium finora nota della Venezia Giulia -e Dal- mazia era lo Zuphium olens, specie a vasta distribuzione nella regione mediterranea. Ora sono in grado di segnalare, per la regione adriatica orientale, anche la presenza di diversi ZupAium gialli, del gruppo Che- vrolati. Il primo trovato è un esemplare della Castella presso Spalato, (leg. Novak 1923). Un secondo esemplare venne raccolto nella Valle del Quieto, in Istria (Pretner 1929); ed altri vennero raccolti alle foci del Timavo presso San Giovanni di Duino (leg. Schatzmayr e Springer 1931). «Gli esemplari della Venezia Giulia, sebbene tra loro notevolmente | diversi, si ricollegano strettamente con lo Zuphium Chevrolati; mentre i esemplare di Spalato appartiene ad una nuova specie che descrivo qui appresso col nome di Zuphium Novaki. Zuphium Chevrolati Lap. (Fig. 1-5) Un esemplare di San Giovanni di Duino, trovato dal Dott. Springer sotto pietre interrate in un sito paludoso (12-4-1931), mi sembra appar- ‘tenere al vero Chevrolati della Francia meridionale. Almeno da un confronto fatto al Museo di Parigi, del nostro esemplare con uno di ..Gers in Francia (coll. Bedel) non risulta alcuna differenza apprezzabile ed anche altri esemplari di Gers, che devo alla gentilezza dei colleghi Dott. Capra, Mancini e Straneo, collimano più o meno con l’esemplare del Timavo. Il capo dell'esemplare del Timavo (fig. 1) è trapezoidale, dilatato all’in- dietro, gli occhi piccoli, lo spazio temporale abbondantemente due volte più lungo del diametro oculare. Gli articoli delle antenne sono meno allungati che nell’esemplare del Quieto. Il corpo è giallo ferru- gineo, la testa più scura, con una macchia obliqua temporale gialla. Lunghezza del corpo: 4,6 mm. L’esemplare trovato da Pretner in un sito paludoso della Vale del. Quieto in Istria (19-5-1929) ha gli occhi notevolmente più grandi, le tempie subparallele, non divergenti all’indietro e poco più lunghe 232 del diametro oculare (fig. 2); tutti gli articoli delle antenne sono. più allungati e snelli; la statura è maggiore (lunghezza 5,4 mm.). Il colorito è simile a quello del Timavo, cioè la testa scura; però le due macchie oblique temporali si congiungono nel mezzo, in modo da circoscrivere perfettamente unaFchiazza scura fnella regione occipi- Fig. 1. - Zuphium Chevrolati del Timavo Fig. 2. - Zuphium Chevrolati sbsp. oculare della Valle del Quieto tale. Io propongo per questa forma istriana, notevolmente diversa per la conformazione del capo e degli occhi, il nome di sbsp. oculare m. La grandezza degli occhi e la forma delle tempie oscilla entro certi limiti nello Zuphium Chevrolati, come risulta dalle figure 3 e 4 che si riferiscono ad esemplari della stessa località (Gers); ho visto 233 esemplari di Francia e d’Italia che tengono una via di mezzo tra la forma microftalma del ‘Timavo e la forma oculare del Quieto. Per la grandezza degli occhi, la forma oculare si avvicina notevolmente alla sbsp. Schelkownikowi Carret, del Caucaso (fig. 5), ma ne differisce per il capo parzialmente scuro e le tempie meno ampiamente arrotondate. Fig. 3 e 4. - Due esemplari dello Zuphium Chevrolati di Gers. Tutti gli esemplari, che considero come appartenenti alla specie Chevrolati (s. 1.), hanno in comune i seguenti caratteri: Antenne snelle, lo scapo pubescente e ciliato, il 3° articolo lungo quanto il quarto e circa due volte più lungo del secondo. Elitre fitta- mente zigrinate, opache, con striatura evidente fino all’apice. La parte basale, infossata, della linea longitudinale mediana raggiunge circa un terzo della lunghezza del pronoto; anche le due fosse basali laterali sono 234 lunghe e profonde, esse raggiungono almeno un terzo, spesso anche la metà della lunghezza del pronoto. Il disco del pronoto presenta quasi sempre una depressione longitudinale mediana nella quale è in- cisa la sottile linea mediana. I tarsi posteriori snelli, specialmente l’arti- colo basale molto. lungo. Fig. 5. - Zuphium Chevrolati sbps. Schelkownikowi di Aresch. Fig. 6. - Zuphium Novaki n. sp., di Spalato. Il pene è tozzo, con la punta rivolta all’ingiù (visione laterale, fig. 7b). Caratteristico è l’opercolo che chiude l’orificio del pene (visione dorsale, fig. 7 a). La medesima conformazione del pene e dell’opercolo 235 hanno tutti gli Zuphium Chevrolati da me esaminati, sia della Francia e dell’Italia, sia quelli del Caucaso (Schelkowrikowi), il che dimostra ad evidenza l’unità specifica. Mentre lo Zuphium baeticum Dan., di Algeria, che è tanto affine al Chevro/ati, possiede un pene diverso, sia per minor grossezza, sia per la punta rivolta all’insù e l’opercolo diver- samente conformato (fig. 8 a e Db). fai 8a (8) $ b Fig. 7 a. - Pene dello Zuphium Chevrolati visto di sopra, 7b in profilo. Fig. 8 a. - Pene dello Zuphium baeticum visto di sopra, 8b in profilo. Zuphium Novaki n. sp. (fig. 0). Differisce da tutti gli esemplarl del Chevrolati da me esaminati per i seguenti caratteri: Anzitutto le elitre sono più brevi e meno fittamente zigrinate, di conseguenza meno opache, specialmente verso l’apice, ove si dilegua pure quasi totalmente la striatura. Il pronoto non presenta alcuna traccia di depressione longitudinale nel mezzo del disco, ma solamente la sottile linea mediana; il tratto basale, infossato, della linea mediana è alquanto più breve, e così pure Ie due fossette basali laterali meno lunghe e meno profonde. Lo scapo delle antenne è meno lungo, il 3° articolo è un poco più breve del 4% e circa una volta e mezza più lungo del secondo. Le zampe più brevi e tozze, specialmente il primo 230 articolo dei tarsi posteriori molto più breve che nel Chevro/ati e nelle sue razze. n Gli occhi sono piccoli, ma sporgenti, lo spazio temporale due. volte più lungo del diametro oculare; le tempie, viste di sopra, parallele, con l’angolo temporale arrotondato. Il corpo giallo-ferrugineo, la testa più intensamente rossiccia, però senza chiazze scure. Lunghezza del corpo con l’addome sporgente 4,8 mm., senza l'addome 4,2 mm. L’unico esemplare (9) è stato preso a volo intorno al lume, in una calda notte estiva, nei pressi di Castel Sucurac, circondario di Spalato in Dalmazia (leg. P. Novak, Agosto 1923). I Questa specie è certamente molto affine allo Zuphium varum Vaul. dell’ Algeria (Biskra), del quale potei esaminare un tipo nella coll. Bedel (Mus. Parigi) Il Novaki differisce dal varum per le tempie parallele, l'angolo temporale più arrotondato e minor differenza in lungezza tra il 3° e il 4° articolo delle antenne. (Il varum ha il 3° articolo alquanto più breve del 4°). Non sappiamo se il g del Novaki abbia le tibie posteriori contorte come il varum, non essendo nota finora che una 9. E Di altre specie affini, a me ignote, sarebbe da prendersi in. consi- derazione lo Zuphium damascenum Fairm., di Damasco in Siria (Bull. Soc. Ent. France 1896, 344). Senonchè le indicazioni: « deuxième article des antennes égal au troisiéme » e «la téte.. n'a pas d’impression au milieu du front» non si adattano alla specie Novaki; a prescindere dal fatto che Fairmaire, nel rilevare le differenze del damascenum dal Chevrolati, non accenna affatto alla diversità della lunghezza delle an- tenne, dei tarsi, della forma e striatura delle elitre, locchè non' gli sa- rebbe sfuggito, se avesse avuto sott'occhi lo Zuphium Novaki. Anche le indicazioni di Carret (Bull. Soc. Ent. France 1898, 56), che ebbe occasione di riesaminare il'tipo del damascenum e di con- frontarlo con lo Zuphium Schelkownikowi, non si adattano del tutto al Novaki. Infatti Carret non accenna a diversità di forma della testa che è pur ben differente nel Novazi e nel Schelkownikowi, avendo quest'ul- timo le tempie più arrotondate; e dice poi che gli occhi del Schelko- wnikowi sono più convessi rispetto al damascenum, mentre non lo sono rispetto al Novazi, che ha occhi piccoli, ma più prominenti. Misurazioni micrometriche Avendo eseguito una serie di misurazioni micrometriche sui vari Zuphium da me esaminati, ne riporto i dati relativi alla grandezza degli occhi e alle dimensioni dello scapo delle antenne. 237 | Occhi Scapo delle antenne Diametro in i Lunghezza Rapporto : PRC, senso orizzontale assoluta grossez. - lunghez. Z. Chevrolati 0,15 mm. ‘0,68 mm. 15,2 Timavo, Friuli 3 Z. Chevrolati i . 0,16 - 0,20 mm. 0,74 mm. reti Gers, Gironde, Pirenei s Rea Z. Chevrolati oculare 0,23 mm. 0,70 mm. L3-6,2 Val Quieto, Istria Z. Chevr. îSchelkown. 0,24 mm. mm. 0,80 1:55 Aresch, Caucaso Z. Novaki 0,18 mm. mm. 0,61 b42 Castella pr. Spalato Risulta da questo specchietto anzitutto la variabilità della grandezza degli occhi nello Zuphium Chevrolati, che va da 0,15 a 0, 24 mm. Par- ticolarmente grande è la differenza tra i due esemplari della Venezia Giulia; cioè 0,15 in quello del Timavo e 0,23 in quello del Quieto. Nello scapo delle antenne c’è un salto netto tra tutti gli Zup/ium Che- vrolati e il Novaki, sia nella lunghezza assoluta, sia nel rapporto tra la grossezza e la lunghezza. DoTT. CoRRADO COLIZZA CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLE COCCINIGLIE DEL MOZANBICO I (Hemip. Coccidae) Ferrisiana virgata Takahashi (Ckll.) Syn. Pseudococcus virgatus Ckll., Ferrisia virgata Full., Pseudo- coccus bicaudatus Keuch, Pseudococcus ceriferus Newst., Pseudococcus marchali Vayss. Larva (Fig. 1). — Di colore giallo chiaro tendente al verde. È agile, slanciata, lunga più del doppio della sua larghezza, arrotondata nella parte anteriore; il corpo è limitato lateralmente da una curva molto ampia e tende a restringersi verso la parte posteriore. Lobi anali poco sporgenti. 238. Le antenne sono bene sviluppate, composte sempre di sei articoli distinti. Esse sono inserite sul margine laterale anteriore del capo, in direzione obliqua verso l’esterno, distanti fra loro e dagli occhi. I primi cinque articoli sono di forma cilindrica, alquanto ingrossati nella parte media; il sesto articolo è di forma ellittica, tronco alla base. Tutti gli. Fig, 1. Ferrisiana virgata Ckll. — Particolari della larva: A, larva veduta dalla parte ventrale; 8, parte posteriore dorsale; C, antenna; D, zampa del terzo paio. © 2 articoli sono rivestiti di numerosi peli, specialmente gli ultimi; il sesto porta sulla parte apicale un pelo di una lunghezza circa doppia degli altri. Il rapporto di lunghezza fra i diversi articoli si mantiene costante, come segue: 1° — 2/3 del secondo;-il 3° — 4° — 5°, è circa 2/3 del’ se- condo; il 6° è lungo quanto i precedenti. i 239 Gli occhi sono disposti ai lati del capo, sotto le antenne e distanti da queste. Essi sono sporgenti, di forma subsferica. Il rostro è bene differenziato; porta sopra i due pezzi che lo com- pongono, un numero costante di peluzzi. Sopra il primo articolo basale del rostro, in corrispondenza dell’angolo esterno della parte anteriore, vi è un peletto, mentre su ogni angolo esterno del lato interno di questo segmento ve ne sono due. L'articolo apicale del rostro porta anch’esso molti peli, sei per ciascuna metà, di lunghezza quasi eguale, posti sul margine anteriore, in vicinanza dell'apertura dalla quale escono i filamenti maxillo-mandibolari; due altri peli, lunghi quasi quanto i precedenti, si trovano sulla parte anteriore media; un altro pelo è posto sulla parte anteriore laterale ed è lungo più del doppio degli altri; in- fine un altro piccolissimo si trova sulla parte media anteriore. I filamenti maxillo-mandibolari, quado sono completamente distesi, oltrepassano la lunghezza del corpo. Le tre paia di zampe sono bene sviluppate, robuste, con tutti gli articoli ricoperti da numerosi peli, quasi tutti della stessa lunghezza, n eccettuato uno, posto sulla parte interna del trocantere, che è circa il doppio degli altri. La parte distale del tarso è fornita di due digituli molto lunghi e sottili, di eguale lunghezza. Altri due digituli, molto più brevi dei precedenti, notevolmente ingrossati e anch’essi eguali fra loro, sono posti sopra l'unghia. I femori hanno la forma ellittica, lunghi circa quanto le tibie e circa il triplo della lunghezza dei tarsi. Le unghie sono sviluppate, arcuate, col margine interno senza appendici. La parte ventrale del corpo è coperta di peli corti e sottili, in nu- mero determinato e disposti simmetricamente. Sulla parte ventrale del pigidio, sopra ogni lato, vi è disposto sim- metricamente, un gruppo di tre peletti verso la parte mediana basale, e un peletto molto piccolo sopra la parte mediana marginale. Ciascun lobo porta sul mezzo del margine esterno una lunghissima setola. Sulle parte dorsale di ogni lobo vi sono due spinette robuste, di lunghezza quasi eguale e molto ravvicinate. Sopra la parte dorsale anteriore del pigidio vi sono due fori. Lunghezza del corpo ir 430 - 450. Larghezza del corpo i 170 - 180. Lunghezza delle antenne ii 170 - 180. Lunghezza del 3° paio di zampe | 250 - 200. | Femmina adulta (Fig. 2) — Corpo ovale allungato, di colore car- nicino, anteriormente più allargato che posteriormente, con segmenti di- 240 stinti, rivestito di fili di cera dall'aspetto vetroso, che si distaccano ‘ facilmente; presenta appendici cerose, assai grosse, irregolari, lunghe quasi quanto il corpo; sul dorso poi presenta dalle aree disposte sim- metricamente, prive di cera. . DI Il rostro è bene distinto nelle sue parti. Fig. 2. - Ferrisiana virgata Ckll.. — Particolari della femmina adulta: E, estremità posteriore dell'addome visto dal dorso; F, estremità posteriore dell'addome visto dal ventre; G, zampa del terzo paio; 7, unghia molto ingrandita; /, antenna; L, ghiandole discoidali esi- _. stenti sulla parte ventrale; M, ghiandole triangolari; N, stigma; O, ghiandola discoidale che: si trova sulla parte dorsale e laterale degli ultimi segmenti dell’addome. 241 Nella parte ventrale e dorsale del corpo vi sono numerosi peli, disposti quasi sempre regolarmente e vi sboccano numerose piccole ghiandole con apertura triangolare (M). Ghiandole discoidali (L) sono sparse sulla parte ventrale del corpo: esse, nella parte centrale, presen- tano un piccolo forellino. Queste ghiandole discoidali sono per lo più. appaiate, raggruppate specialmente intorno all’ apertura vulvare e in numero più scarso sulla parie mediana-ventrale dei segmenti posteriori dell'addome. Oltre ai due gruppi di ghiandole, sulla parte ventrale, specialmente sulle zone laterali degli ultimi segmenti addominali, si vedono gruppi di pori, con apertura circolare, il cui margine è chiti- nizzato e molto ampio. Essi si prolungano nell’ interno del corpo a forma di sacchetto cilindrico molto ampio (O). Intorno allo sbocco di questi pori, si vedono sulla superficie del corpo diversi peli, i quali sono in numero costante. Sulla parte dorsale-marginale-esterna di ogni lobo, vi sono due spinette molto robuste e cinque peli di eguale lunghezza; sopra la parte ventrale, verso il margine esterno, vi è una setola, la quale è lunga poco più della lunghezza dell'ultimo segmento addominale. L’ apertura anale è sporgente; l’anello è formato da due file di cellule. Le antenne sono sviluppate, composte sempre di otto articoli rive- stiti di numerosi peli, quasi tutti della stessa lunghezza, tranne uno che si trova sulla parte apicale dell’ottavo segmento e che è circa due volte più lungo degli altri. Il primo articolo basale delle antenne è a forma di tronco di cono; i seguenti, fino al settimo, sono quasi cilindrici; V'ul- timo è di forma ellittica, colla base tronca. La lunghezza degli articoli delle antenne è come segue: 1°—2/3 del 2°; il 2°—2/3 del 39; il 4° —5°—0° = 7° e ognuno circa la metà del 3 ; l’ultimo è lungo quasi come il 3°. Le zampe sono robuste, col femore ingrossato nella parte mediana e lungo circa 1/3 in più della tibia. La tibia è lunga circa 2 !/, tarso. Sopra le zampe vi sono numerosi peli, quasi tutti della stessa lun- ghezza, eccettuato uno, sopra la parte dorsale interna del trocantere, che è molto più lungo degli altri. L’unghia è robusta, senza appendici sulla faccia interna; è di forma arcuata e termina a punta molto acuminata. Gli stivmi sono forniti di peritrema ampio, circondato da un nu- mero vario di ghiandole triangolari e da qualche pelo. Le dimensioni della femmina adulta sono circa le seguenti: Lunghezza del corpo mm. 3 - 4,5, Larghezza del corpo NS EI Lunghezza delle antenne ir 500 - 520. Lunghezza del terzo paio di zampe | 830 - 850. 242 Habitat. — È diffusa in tutte le regioni intertropicali, essendo stata trovata in America (Texas, Florida, Messico, Panama, Giamaica, Guiana inglese, Brasile, Portorico, Isole Vergini, St. Croix, Barbados), in Africa (Costa d’ Oro, Nigeria, Congo Belga, Sud Africa, Kenia, Tan- ganyika, Uganda, Somalia Italiana, Zanzibar, Seychelles, Mauritius) in Asia (India, Is. Meledive, Ceylon, Is. Filippine, Hawaii, Giava, Formosa) e Oceania (Nuova Caledonia). Vive sopra diverse piante e specialmente dannosa riesce al cotone, al caffè, alle banane, al pepe, ai fagiuoli, alle papaie, al cacao; ma è stata citata dagli autori anche per le seguenti: Cocos nucifera, Sac- charum officinale, Asparagus, Lilium, Colocasia, Hevea, Castilloa, Ficus (nitidus e sycomorus), Morus, Manihot, Anona, Psidium, Cassia, So- lanum (Lycopersicum e melongena), Nicotiana, Hibiscus, Croton, Erio- dendron, Jatropha, Acalypha, Talinum, Calliandra, Sagitaria, Thun- bergia, Portulaca, Viola odorata, Tephrosia, Gliricidia maculata, Leucaena glauca, Nerium oleander, Ximenia americana. Io raccolsi questa specie a Muekate, nel distretto di Mozambico, il 22 novembre 1931, sulle foglie di un albero chiamato dagli indigeni “Cirombù,, che è una specie di 7ri/ax. Nemici naturali. — Questa cocciniglia viene combattuta da diversi parassiti. Nel Tanganyika esiste una larva di un Lepidottero predatore molto attivo, Vl Eublemma costimacula Saalm; nell’India è stato rinvenuto un Cecidomide parassita, la Schizobremia malabarensis Felt. In Giava, per difendere le piantagioni del caffè e del cotone dal- l’attacco di questa Ferrisiana si fanno allevamenti del Coccinellide Cryptolaemus montrouzieri. | risultati ottenuti con un tale sistema di lotta, si sono dimostrati soddisfacenti, specialmente durante la stagione secca. Il prof. Guido Paoli, (') nella Somalia italiana ha rinvenuto molti nemici di questa cocciniglia, e cioé: alcune Coccinelle, come Sidis biguttatus Muls., Brumus lineatus F. Hyperaspis usambarica Wse, Exochomus sjòstedti Wse; un Encirtide Leptomastix longipennis Mercet. Egli vi introdusse il Crypfolaemus montrouzieri. N. B. — Nella classificazione di questa specie sono stato aiutato dal Sig. F. Laing (*) che cortesemente mi ha inviato per controllo al- cuni esemplari tipo esistenti presso il Museo di Londra, e al quale esprimo i miei più sentiti ringraziamenti. (1) G. Paoli. Prodromo di Entomologia agraria della Somalia Italiana, Firenze, 1931-33. (2) Sig. Federico Laing, presso il British Museum (Natural History) Londra. 243 ARMANDO BALIANI STUDI SULLE AMARA ASIATICHE VIII. (Coleopt. Carabidae) Amara (s. str.) Kingdoni n. sp. Colore nero bronzato superiormente, poco lucente; antenne con il solo primo articolo ed una piccolissima parte della base del secondo rossastri; apice dell’ultimo articolo dei palpi più chiaro; tibie e tarsi bruno-rossastro scuri; antenne, palpi, femori e parte inferiore comple- tamente neri. Capo piuttosto largo, con occhi grandi, poco sporgenti; fossette frontali quasi triangolari, larghe, poco profonde; antenne corte, non rag- giungenti la base del pronoto; palpi col penultimo articolo corto e un po’ ingrossato all’apice; ultimo articolo a punta leggermente incurvata. Pronoto trasversale, mediocremente convesso, più ristretto in avanti che alla base, regolarmente e fortemente arrotondato ai lati dalla base all’apice; margine anteriore poco sinuato con gli angoli debolmente avanzati e a punta arrotondata; angoli posteriori un po’ più aperti dell'angolo retto, a punta non sporgente; margine basale legger- mente bisinuato; poro setigero dell’an- golo posteriore più accostato al mar- gine basale che a quello laterale; base non depressa, con due fossette per lato; l’esterna piccola, rotonda, leggera; l’interna un po’ più lunga, leggermente più profonda con qualche traccia, ap- pena percettibile, di punti molto sparsi; solco mediano profondo, non raggiun- gente i due margini; orlo basale com- pleto, molto marcato fin oltre la de- pressione della fossetta interna, molto più leggero nel mezzo. Elitre a base larga quanto quella del pronoto, parallele, piuttosto strette e un po’ allungate; margine basale alto, leggermente abbassato verso la spalla e formante una piccolissima sporgenza dentiforme; strie finisssime, non più profonde all’apice, con punteggiatura molto leggera; Fig. 1 - Amara Kingdoni n. sp. 244 intervalli piani; stria scutellare lunga, unita alla base della seconda; serie di pori dell’ ottava stria appena interrotta nel mezzo. Zigrinatura della parte superiore estremamente fina e superficiale. Parte inferiore completamente liscia; tibie medie e posteriori molto leggermente incurvate; queste ultime portano al terzo apicale interno una fitta frangia di peli sottili; ultimo segmento ventrale con un solo poro per lato. Lunghezza 6!/, mm. Patria: Tibet S. E. Nagong, Shiuden Gompa, 13/14000 ft., 19 - VIII- 1933, leg. F. Kingdon Ward. 1 es. 3g. Holotypus nella Collezione del British Museum. In questa nuova specie il carattere principale che la fa distinguere subito da tutte le altre appartenenti al sottogenere Arzara, è la forma del pronoto fortemente arrotondato ai lati; per la colorazione della base delle antenne va posta vicino alla /urzicollis Schiòdte, dalla quale però differisce, oltrechè per il sucitato caratttere, anche per la statura minore. Amara {Harpalodema) Glenniei n. sp. Corpo di colore fulvo, un po’ più rossastro sul capo, sul pronoto, su tutta la parte sternale, sulle tibie, tarsi ed antenne; occhi neri; man- dibole brune con apice nero. Capo piuttosto grande, molto convesso; occhi grandi e alquanto sporgenti; striole frontali mediocremente profonde, quasi parallele e pro- lungate verso il vertice in un leggero e curvo solco; clipeo alquanto si- nuato e solcato transversalmente; labbro arrotondato con distinta sinuo- sità mediana; antenne sottili raggiungenti la base del pronoto; due pori sopraorbitali. Pronoto trasversale, cordiforme, con la maggiore larghezza un po’ avanti il mezzo, anteriormente appena sinuato con gli angoli contigui al collo e completamente arrotondati; i lati arrotondati fin oltre la metà poi gradatamente ristretti, con distinta sinuosità prima degli angoli po- steriori; questi sono retti con la punta esterna un po’ aguzza; margine basale con i lati un po’ rialzati verso gli angoli posteriori. La superficie è piuttosto convessa in avanti, con due depressioni trasversali, l’ante- riore meno marcata, la posteriore profonda compresa fra le fossette interne; questa depressione presenta lungo il mezzo del margine po- steriore fini striature convergenti verso il solco mediano, ed ai lati, vicino alle fossette interne, una ruga careniforme rivolta verso l'interno. Le LI 245 fossette interne sono ben distinte e abbastanza profonde, con qualche rugosità vicino al margine posteriore; delle esterne invece non vi è traccia alcuna: solo si osserva una leggera depressione da ciascun lato verso l’estremo angolo; solco mediano molto leggero, raggiungente il margine posteriore, ma non quello anteriore; orlatura laterale del pro- noto sottile e alquanto rialzata. Elitre un po’ allungate, più larghe alla base che il pronoto, molto depresse, specialmente verso la metà apicale, leggermente arrotondate ai lati, con la maggiore larghezza dopo la metà e l’intaccatura preapicale appena distinta; spalle pure un po’ arrotondate con il margine basale molto stretto; strie leg- gere, indistintamente punteggiate; quelle esterne ancora più leggere e tutte visi- bili dal disopra per la forte depressione della superficie; pori. dell’ ottava stria molto largamente distanziati nel mezzo; stria scutellare lunga; orlo laterale sottile e rialzato. | Dente del mento non sviluppato, semplice, appena un po’ rialzato; pro- sterno liscio nel mezzo, con l’apice cur- vato in basso, orlato e munito di 4 pori setigeri; episterni del metatorace lunghi; Fig. 2 - Amara Glenniei n. sp. tutta la parte inferiore priva di punteg- giatura; i segmenti ventrali, eccetto i lati del primo e l’ ultimo, portano una fitta serie di pori setigeri presso l’ orlo; l’ultimo seg- mento invece ne presenta due da ogni lato, alquanto distanziati, il più esterno con pelo lungo, l’interno con pelo più corto e accostato a quest'ultimo poro ve ne è un altro, ma privo di pelo; tutti i femori ornati da serie di numerosi pori setigeri, i posteriori ne hanno una serie di 13 al margine interno, con peli un po’ alternati in lunghezza; primo articolo dei tarsi mediani e posteriori più breve dei due seguenti, lungo quanto il quarto; apice esterno delle tibie anteriori un po’ dilatato e prolungato in fuori. Zigrinatura della parte superiore del corpo estremamente fina sul capo, ancora più sul pronoto, più distinta sulle elitre; il capo presenta inoltre una leggerissima e sparsa punteggiatura che diventa un po’ più profonda e grossolana verso le fossette frontali e la sutura dell’epistoma, Lughezza: 9’/, mm. 246 Patria: Rayputana, Gran deserto Indiano, 1 solo esemp. ©, leg. E. A. Glennie, 1930. Da informazioni assunte dal Dott. Andrewes sulla esatta provenienza di questa specie, risulta che il Maggiore E. A. Glennie Vha raccolta al 28° di lat. N. e fra il 709,10’ e il 729,10’ di long. E. di Grenwich. Holotypus nella collezione del British Museum Questa bellissima e interessante specie, che colloco nel sottogenere Harpalodema, istituito da Ed. Reitter in D. E. Zeitschr. 1888 e in seguito ridescritto molto accuratamente da Tschischerine in Horae Soc. Ent. Ross. 18, 1894°, p. 413, presenta tutti i caratteri particolari citati da questi auto- ri, cioè: forma rassomigliante ad un grosso Dichirotrichus, colore fulvo rossiccio, dente del mento non svillupato e fitta serie di pori setigeri ai segmenti ventrali e a tutti i femori, con l’apice del prosterno ornato di peli. Per la dilatazione dell’apice esterno delle tibie anteriori può considerarsi appartenente al primo gruppo. Le nuove specie, Kingdoni e Glenniei mi sono state inviate perlo studio dal Dott. H. E. Andrewes di Londra, al quale porgo i miei vivi ringraziamenti. Dott. Lucio MICHELI NOTE BIOLOGICHE E MORFOLOGICHE SUGLI IMENOTTERI (Contributo 5°) Anthidium lituratum Panz. I nidi dell’ A. lifuratum vennero trovati dal Friese (') e dal Grandi (È) in galle della quercia (galle di Cyrips argentea Htg e di Cynips Kollari Htg); però è noto che questo Imenottero nidifica in steli di Rubdus (Rudow). Il 2 Agosto 1934, presso Valgreghentino (Prov. di Como), raccolsi due piccoli rami secchi di Rudus, contenenti nidi di Arthidium lituratum Panz. Uno di questi nidi era stato costruito in un canale del diametro di 4'/, mm., chiuso, a sei millimetri dal foro d’ entrata, da un tampone dello spessore di 7 mm., composto di sostanza cotonosa compressa. Il canale conteneva 5 cellette, lunghe dagli otto ai nove millimetri ciascuna, tappezzate da un fitto strato di sostanza cotonosa assai morbida. Quando apersi il canale, i limiti tra le varie celle non (1) Friese H. - Die europàischen Bienen - Berlin - Leipzig - 1923, Pag. 305 (2) Grandi G. - Contributi alla conoscenza degli Imenotteri melliferi e predatori - XIII. Bollettino del Laboratorio di Entomologia del R. Istituto Superiore Agrario di Bologna Vol. VII, 1934, Pag. 140 247 erano distinguibili poichè il feltro che tappezzava la parete formava un rivestimento continuo. Tutte le cellette contenevano il bozzolo, lungo 7 mm., sormontato all’ estremità cefalica (rivolta verso l entrata del nido) da una corona aderente di cacherelli di vivace colore arancione. La parte esterna del bozzolo era costituita da una pellicola sottile, semitrasparente, di colore lievemente giallastro, facilmente isolabile dallo strato sottostante di maggior spessore e di colore bruno. L’ estremità cefalica del bozzolo portava al centro una sporgenza subconica, munita all’ estremo di un forellino, caratteristica dei bozzoli degli Anfhidium. Da questo nido, già il 5 Agosto sfarfallavano gli adulti. Il secondo nido, identico al precedente, misurava 47 mm. di lunghezza, era composto di 4 cellette e conteneva larve in procinto di trasformarsi in pupa (stato di eopupa). Gli adulti sfarfallarono nella seconda quindicina di Agosto. Essendo non facile di trovare gli stati preimmaginali degli Arnfkidium, come fa notare il Grandi nel lavoro sopra citato, ho ritenuto opportuno di pubblicare la descrizione della larva, per quanto condotta su di un solo esemplare prossimo a trasformasi in pupa. Descrizione della larva di Anfhidium lituratum Panz. Corpo tozzo, della lunghezza di 5 mm., della larghezza di 2 mm. (figura I - 1) | Quanto all’ aspetto della larva disegnata nella figura si deve tenere presente che trattasi di eopupa e che, quindi, sotto la cuticola, la pupa era quasi completamente formata. Mentre il capo è quasi glabro, la cuticola della parte dorsale e pleurale della larva è rivestita di abbondantissimi peli incolori, piuttosto lunghi; alla parte ventrale ed intorno agli spiracoli tracheali i peli mancano quasi del tutto, salvo che ai due ultimi segmenti. Il capo è più largo che lungo (di circa un terzo) ed è fornito di scarsi e piccolissimi peli (figura I - 2). - Sul clipeo si notano pochi peli minutissimi situati presso il margine distale. Antenne ad articolo subconico multo breve, portante all’ estre-. mità piccolissimi sensilli. Mascelle (figura I - 3) munite di una ventina di peli di poco più brevi del palpo labiale che è di colore ferrugineo alla base e porta all’estremo un sensillo (figura I - 7). Il labbro inferiore, guarnito di una ventina di peli, ha filiera lami- nare trasversa. All’ apice del palpo labiale si notano due piccoli sensilli (fivura I - 3) Il labbro superiore, è lievemente colorato in fer- rugineo (figura I - 4 ), è munito presso il bordo distale di 8 grossi sensilli sclerificati di forma particolare (figura I - 5) e più all'indietro, di 16 sensilli chetici e di 19 sensilli placoidei, Il palato ha sei sensilli placoidei da ciascun lato, distinti in due gruppi, l'uno submediale di 248 Fig. I 1 Larva (stato di eopupa) di Anthidium lituratum Panz. - 2 Capo -3 Labbro inferiore e mascella, faccia ventrale - 4 Labbro superiore - 5 Sensillo della parte distale del labbro superiore - 6 Palato - 7 Palpo mascellare - 8 Mandibola - 9 Spiracolo tracheale. lia 249. quattro, l’altro laterale di due sensilli (figura I - 6). Mandibola poco più lunga che larga, bidentata; il dente più lungo è smusso, largo e concavo sulla faccia orale (fig. I - 8). Odynerus (Hoplopus) laevipes Schuckard Ripetutamente nel 1929 e negli anni successivi ebbi occasione di osservare, a Ladinia in Valle Badia (a. 1550) in Prov. di Bolzano, dei nidi di O. /aevipes Schuc. costruiti dentro a piccoli rami secchi di Sambuco staccati dal tronco e giacenti in posizione quasi orizzontale tra le pietre, su di un pendio volto ad Oriente. Della nidificazione di questo Odynerus si sono già occupati parecchi studiosi e quindi io mi limiterò a riferire brevemente quanto ho potuto osservare personal- mente. (') I nidi da me studiati erano costituiti da una serie più o meno lunga di cellette, costruite con terra agglutinata con saliva, dentro a rami cavi di Sambuco. Le celle hanno forma di ditale col- l'apertura rivolta verso l’entrata dei nido, chiusa soltanto da un piccolo strato di rosura di midollo modicamente compressa e forse agglutinata con saliva; questo strato viene a costituire il setto di separazione tra una cella ed il fondo convesso della successiva. Lo spessore dei tamponi di rosura variava, anche in vari punti dello stesso nido, da un millimetro a dieci millimetri (in un caso); il più delle volte era di 2 - 4 mm. Le celle, lunghe circa 15 mm., larghe 4 mm., sono a volte molto numerose; così nel 1934 raccolsi un nido contenente 11 celle. I nidi di Ladinia erano approvigionati con larve di un coleottero, con ogni probabilità di un PAyfonomus (*), e spesso vi trovai bozzoletti di Canidia subcincta Gravenh. Le prede erano impilate regolarmente ripiegate a cerchio, col dorso contro la parete della cella e forse tenute aderenti luna all’altra da qualche sostanza vischiosa. Il numero delle larve di Phytonomus deposte in ciascuna cella variava da una diecina ad oltre 25; esse erano profondamente paralizzate; solo qualcuna reagiva debolmente agli stimoli, parecchie erano morte ed alterate. Quando la larva dell’ O. /aevipes ha consumato tutte le provviste, respinge i residui delle prede verso l'estremità della cella rivolta verso l'imbocco del (1) Per la bibliografia riguardante la nidificazione dell’ Odyrerus /aevipes vedi : Frik Tetens Nielsen - Sur les habitudes des Hyménoptères aculéates solitaires II° - Entomologiske Meddelelser, XVIII Bind 2°, Hefte 1932, pag. 140 (2) Secondo Berland l’O. /aevipes catturerebbe « petites chenilles » ; Audoin, citato da André (Species des Hyménoptères d’ Europe et d’Algerie, 1881 - Tomo II°, Pag. 7806) osservò approvigionamento con larve di Phyfonomus variabilis. 250 nido, isolandoli per mezzo di un setto sericeo bianco, piano, resistente e riducendo così di 4 - 5 mm. la lunghezza della cella che viene in seguito intonacata con sostanza setosa lucente, che consolida notevol- mente la costruzione di terra originariamente piuttosto friabile. Gli escrementi della larva, sotto forma di una sostanza grigio rossastra, vengono emessi sul fondo concavo della cella. Alcune larve da me allevate in tubetto di vetro, giunte a maturità, hanno costruito regolar- mente il setto di chiusura e più tardi hanno spalmato la parete del . tubo con gocciole di un liquido vischioso che si è rappreso in una pellicola semitrasparente di colore lievemente giallo brunastro, con pochi fili di seta grossolani ed irregolarmente disposti. - La descrizione della larva dell'O. /aevipes ed i disegni pubblicati nel 1891 dal Verhoef 0) non sono utilizzabili per uno studio comparativo con le larve di altri Imenotteri predatori; ritengo quindi opportuno di far seguire una descrizione di detta larva, seguendo meglio che posso i criteri usati dal Grandi nei suoi classici lavori sulla morfologia delle larve degli Imenotteri e da me seguiti nelle precedenti pubblicazioni. Descrizione della larva dell’O. /aevipes Schuck. La larva matura, ma che non ha ancora filato il bozzolo nè emesso gli escrementi, misura 11 - 12 mm. di lunghezza, ha solchi interseg- mentali poco marcati, è di color melleo chiaro, ha cuticola tesa, semi- trasparente. Quando la larva ha filato ed ha emesso le feci si riduce notevolmente di volume, ha cuticola raggrinzita, colore giallo zolfo, sporgenze mammellonari dorsali e pleurali marcate. Il capo ed i primi segmenti sono fortemente flessi ventralmente. La larva ibernante non dà la benchè minima reazione a stimoli meccanici e calorifici; nell’ at- teggiamento naturale misura 10 mm. di lunghezza e 3 mm. di larghezza (fig. II - 1). Sistema tracheale olopneustico con 10 paia di spiracoli tracheali ad apertura molto piccola ed atrio sferoidale (fig. II - 2). Il tegumento è sprovvisto di peli. Capo: Il cranio (fig. Il - 3) appena più largo che lungo, presenta sulla faccia anteriore due piccole depressioni da ciascun lato della linea mediana. Presso l'articolazione della mandibola col cranio si nota un gruppo di una quarantina di sensilli tricoidei minutis- simi ed una ventina di piccolissimi peli sparsi sulla parte laterale del cranio. Antenne incolore, piccole, a cupoletta scarsamente rilevata, munite di tre sensilli (fig. II - 11). Il Clipeo, distinto dalla fronte da un solco, ha super- (1) Werhoeff - Biologiche Aphorismen iiber einige Hymenopteren, Dipteren und Coleop- teren. Verhandlungen des naturhistoriscen Vereines der preussichen Rheinlande, Westfalens und des Reg. - Bezirks Osnabriick XXXXVIII, 5 Folge, Bd VIII, Bonn, 1891. pp. 1-80, Tal AIM È U | 1-Larva ibernante di Odynerus (Hoplopus) laevipes Schuck. - 2 Spiracolo tracheale - 3 Capo - 4 Labbro superiore - 5 Palato - 6 Mandibola vista di lato - 7 Mandibola, faccia ventrale - 8 Labbro inferiore e mascella, faccia die 9 Palpo mascellare - 10 Processo della mascella - 11 Antenna, Fig. Il BETTI S mp Wes Retro Rei 252 e ficie convessa in senso trasversale ed anteroposteriore, è due volte più largo che lungo, fornito, come in altrijOdyzerus da ‘me precedentemente des- critti ('), di numerosi?peli (una cinquantina) piccolissimi, irregolarmente distribuiti su tutta la superficie. Labbro superiore circa tre volte più largo che lungo, convesso ai due lati e diviso in due lobi simmetrici da un solco mediano; bordo anteriore inciso. Alla parte distale 38 - 40 sen- silli, alcuni placoidei, altri tricoidei ed alcuni più mediali sclerificati (fig. II - 4) Il palato ha, presso il bordo anteriore e verso la linea mediana, numerose piccole formazioni papilliformi e, da ciascun lato, sei sensilli placoidei piuttosto grossi (fig. II - 5) Mandibole colorate in ferrugineo alla parte distale, poco più larghe che lunghe, con faccia orale concava e margine distale munito di tre fdenti: assai smussi (fig. II - 6 - 7). Mascelle tozze, fornite di una diecina di peli piccolissimi e di sette od otto microscopici sensilli placodei. Palpi mascellari robusti, di colore ferrugineo, con tre sensilli grossi e due altri piccoli all’ estremità (fig. II - 9). Processo della mascella notevolmente più piccolo del palpo e di poco più breve, munito di quattro piccoli sensilli (fig. II° - 10). Il labbro inferiore (fig. II - 8) porta alla sua faccia ventrale una trentina di piccolissimi peli. Il palpo labiale è in*tutto simile al palpo mascellare, ha però cinque sensilli. Filiera laminare trasversa. REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE XII 58 - Tachinus Manueli Sharp (Co/. Staphy!.) - Un' altro esemplare o di questa rara specie è stato catturato, nell’ Agosto scorso, dal Ms€. Gian Carlo Doria a Verrand, presso Courmayenr, in Val d’ Aosta, al- l'imbocco di una escavazione artificiale per acquedotto, col mezzo di esche, e donato al Museo Civico di Genova. Come è noto (Vedi questo Bollettino, 1934,pag. 64 :°F. Capra. Osservazioni sul Tachinus Manueli Sharp), un esemlare, pure x, il Mse, Doria aveva preso l’ anno scorso a Courmayeur, nell’ interno della galleria artificiale detta « Trou des Romains ». Gli esemplari finora noti di questa specie ascendono così, in totale, a sei. Dott. F. CAPRA (1) Micheli L.- Note biologiche e morfologiche sugli Imenotteri (contributo 20) - Memorie della Soc. Ent. Ital. Vol. IX, 1930, pag. 46-54, ZI 59 - Acinopus picipes ab. decipiens Schaub. (Col. Carad.) - Schauberger (Col. Centralbl. 2. 7.) ha denominato dec:piens P aberrazione che presenta agli angoli anteriori del clipeo uno invece che due pori setigeri, descrivendola sopra un esemplare raccolto da Wagner ad Albarracin nell’ Aragona. Lo stesso carattere presenta un decipiens della mia collezione, proveniente da Tolosa (leg. V. Crouzil). Sarebbe interessante indagare se questo carattere aberrante sia più o meno limitato e frequente negli individui della zona mediterraneo - occidentale. Guipo DEPOLI 60 - Endomychus coccineus L. (Col. Endomych.) - Il giorno 9 settembre del corrente anno, trovandomi, sull’imbrunire, presso la sorgente che, a circa 1000 m. s. I. m., sgorga dal fianco orientale del monte Lisina (Carnaro), nell’ombria della faggeta ho potuto assistere ad una adunata di questo coleottero. La maggioranza degli individui si trovava in copula, ma singoli maschi vagavano soli. Il luogo dell’ adunata era una catasta di borre di faggio abbattute di fresco. La quasi totalità degli insetti singoli e delle coppie si tratteneva sulle faccie - estreme dei tronchi. Mentre l’ epoca e la località del fenomeno corri- spondono a quanto dal sig. A. Bierig (Zeitschr. wiss. Ins. biol. 1914. 241), delle osservazioni da lui fatte nella foresta di Fontainebleau, non ho potuto constatare la preferenza per | estremità più prossima alla radice dell’ albero, come messo in rilievo dal Bierig stesso. Forse perchè nella catasta i singoli pezzi non erano tutti stivati sullo stesso verso. Le superfici erano sufficientemente piane, perchè prodotte colla sega e non coll’ accetta, nè vi si notava - ad occhio nudo - alcun rivestimento di miceli. Guipo DEPOLI 61 - Apion (Rhopalapion) longirostre Ol. (Col. Curcul.) - Un esemplare di questo coleottero, che, secondo Schatzmayr (Boll. S. E. I. 1923, 94), essendo proprio dell’ Europa sud - orientale, non è stato sinora raccolto più su di Zara, restando dubbia la sua presenza sulla penisola italiana, è stato ora catturato il 24 settembre u. s. da mia figlia Lea sulla riviera di Borgomarina (Cantrida), presso Fiume. Sarebbe questa la stazione più avanzata verso NO. I caratteri specifici sono cos marcati da escludere un errore di determinazione. GuIibo DEPOLI 254 RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell'Italia e delle Colonie Mediterranee LO Rhynchota Balachowsky A. - Contribution à l’étude des Coccides de France. (11° note). Supplement è la liste des Coccides des. Alpes - Maritimes et du Var avec la description d’un Eriococcus nouveau. - Bull. Soc Ent. France, XXXVII, 1932, pp. 233 - 238, figg. Friococcus rosaceus n. sp. su Bromus erectus tra Peille e la Turbie (A.- M.); sono citate altre 10 specie. Balachowsky A. - Contribution à létude des Coccides de France: ( 14° note). Nouvelles recherches sur la faune indigène de la Corse. - Ann. Soc. Ent. France, CII, 1933, pp. 35 - 50, pl. Il - V- Osservazioni su specie poco note e descrizioni; Phernacoccus (Trio- nymus) balagnus n. sp. su Ammophila arenaria Link. v. arundinacea Husnot a Ile Rousse; Pseudoccocus corsicus n. sp. su Juniperus communis ssp. rana Briquet al M. Cinto; Ripersia Cinti n. sp.suun 7risetum al M. Cinto; Eriococcus ammophilus n. sp. suVArmmophila a VIle Rousse; Balachowsky A - Contribution è l’étude des Coccides de France. (15° note). Un Eriococcus nouveau du département du Var. - Bull. Soc. Ent. France, XXXVIII, 1933, pp. 36 - 38, fig. EFriococcus glandulifer n. sp. di Hyères su Salicornia fruticosa. Balachowsky A. - Contribution à l’étude des Coccides de France (17° note). Recherches complementaires sur la faune de Corse. - Bull. Soc. Ent. France, 1934, pp. 07 - 72, figg. Sono citate 8 specie, delle quali Ripersia Mesnili n. sp. su Grami- nacea indeterminata. Balachowsky A. - Contribution è l’étude des Coccides de France (18° note). Sur un Eriococcus de Corse. - Bull, Soc. Ent. France, 1934, pp. 98 - 101, fig. Eriococcus Franceschinii n. sp. su una Graminacea.. (1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra. 255 Bongini V. - Singolare iufestazione di Sputacchina (Philaenus spuma- riush.) - La Difesa delle Piante contro le Malattie ed i Parassiti. Boll. Labor. Sperim. (R. Osserv. Region.) di Fitopatol, Torino, 1934, anno 11° (XXIX del Boll.), n. i, pp. 13-15, I fig. Sulle piante di fragola in una serra della collina di Torino. Boselli F. B. - /stinti materni del Sehirus sexmaculatus Rbr. - Boll. Lab. Zool. gen. agr. Portici, XXVI, 1932, pp. 1-8, 2 gruppi fig. Osservazioni sulla biologia, caratteri della larva neonata. Boselli F. B. - Studio biologico degli emitteri che attaccano le noc- ciuole in Sicilia. - Boll. Lab. Zool. gen. agrar. Portici, XXVI, 1932, pp. 142 - 309, LII grup. fig., tav. 1 = 2. | Osservazioni sul cimiciato e sue cause. Morfologia e biologia di Gonocerus acuteangulatus Goeze, Palomena prasina L., Rhaphigaster nebulosa Poda, Piezodorus lituratus, Carpocoris pudicus var. fuscispi- nus Boh., Dolycoris baccarum L., Spilosthetus pandurus Scop. Parassiti detti Emitteri. Possibilità di lotta. De Lerma B. - Emitteri del Trentino. ; Studi Trent. Scienze Natur., XIV, 1933, pp. 217 - 221. Sono citate 14 specie. Goux L. - Notes sur les Cocides de la France. (5% note) Étude d’une espèce nouvelle constituant un genre nouveau. - Bull. Soc. Ent. France, XXXVIII, 1933 pag. 119 - 123, fig. Chlamydolecanium conchioides n. gen. n. sp. di Bastia (Corsica) su Lavandula Stoechas. Goux L. - Notes sur les Coccides (Hem.) de la France (9° note). Contribution è l’étude du genre Heliococcus avec description de deux espèces nouvelles. - Bull. Soc. Ent. France, 1934, n. 11, pp. 164 - 171. Heliococcus cinereus n. sp. di Bastia (Corsica). Jaczewski T. - A new species of Corixidae from Italy - Ann. Mus. Zool. Polon., TX, 1933, n.-237 pp. 351359, 2 figg. Sigara (Sigara) italica n. sp. di Padova e altre località. Jaczewski T.- Notes on some Palaearctic Aquatic and Semi - Aquatice Heteroptera, chiefly from South Eastarn Europa.- Ann. Musei Zool. Polon., T. X, 1932, n. 14, pp. 267 - 288. Tav. XLVI - XLVII: Sono citate molte specie di varie località italiane. 250 . Michal O. - Ueber eine Ausbeute an Heteropteren bei Riva am Gar- dasee nebst einigen anderen Siidtiroler Funden. - Entom. Rundschau, 50 Jrg.. 1933, n. 8, pp. 113 - 118. 3 Sono citate circa cento specie, delle quali 25 non citate da Me- nozzi (1931). Nast J. - Beitrioge zur Morphologie und geographischen Verbreitung der mitteleuropàischen und mediterranen Arten aus der Subfamilie Cercopinae (Homoptera, Cercopidae). - Ann. Mus. Zool. Pol., X, 1955,-n<2;pp.1= 32; tav. IE--VE Apparati genitali; sono citate d’Italia: Cercopis sanguinolenta Scop. (Triecphora mactata Germ.), C. sanguinolenta intermedia Kirschb. (san- guinolenta L.), C. sanguinea Geoffr. (vuinerata Germ.), Haematoloma dorsatum Germ. Paoli G. - Sulla Triecphora. Note di biologia e mezzi di lotta. - Pa- gine agricole, Livorno, n. 5, maggio 1933, estr. di 6 PD. figg. Osservazioni sulla 7riecphora mactata Germ. (Cercopis sanguino- lenta Scop. s. str.) E’ consigliata la raccolta degli adulti col retino. Pirocchi L. - Mutazioni ottenute in Macrosiphum rosae L. mediante l’azione dei raggi X.- Riv. di Biol., XV, 1933, pp. 205 - 224, 2 tav. Pirocchi L. - Mutazioni ottenute in Macrosiphum rosae L. mediante l’azione dei raggi X.(Terza serie di esperienze). - Rend. R. Ist. Scien -Lett., serie H, vol. LXVIT. fasc. I-V.,.pp.1474- 178. I raggi X hanno provocato variazioni morfologiche ereditarie; l’afide ottenuto sarebbe simile al Capifophorus rosarum Kalt. Poisson R. - Note sur les Mesovelia de la faune francaise. - Bull. Soc. Ent. France, XXXVII, 1933, pp. 181 - 187, 3 gr. fig. Poisson R. - Les espèces francaises du genre Notonecta L. et leurs principales formes affines paléarctiques. Contribution è la connais- sance de l’espèce chez les Notonectes. - Ann. Soc. Entom. France, CII, 1933, pp. 317 - 358, 26 fig., tav. VII - XI. Indispensabile per-lo studio delle forme italiane; ne sono citate varie d’Italia: N. g/auca rufescens n. ssp. di Corsica e Italia ecc. Trajna S. - Parassitismo e azione specifica di alcune cocciniglie degli agrumi. - Giorn. Scienze Nat. Econ. Palermo, XXXVI, 1932, estr. 4 pp., I tav. vr farioti dei. FAU NA COLEOPTE RORU M ITALICA | “del Prof. Dott. ANTONIO PORTA pri " ni È Vol. Ni - RMYNCHOPHORA - - LAMELLICORNIA S 2 | (Anthribidao, Brenthidae, Curculionidae, Nemonychidae, Ipidae,. i i Lucanidae, Scarabaeidae) . SS, Prssso l'Autore i sio 3% Lire 100. ‘aggiungere. To per TItalia e Li 7 per l'Estero, per Rici «Ta spedizione.:. | ito «Non si | spedisce che dietro il relativo importo. E Già USCili : LEA TAR, ; Vol. I, - ADEPHAGA 4 I. 60: di 3 per Uitalia e L. 6 per lieto pi .W - STAPHYLINOIDFA : L:100::»-2:3.> Acca ‘> II. - DIVERSICORNIA | : L.100: » Axia Ato =, Ripizoni: Prof. Antonio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo sE s } fi TARIFFA ‘(DELLE INSERZIONI ‘SULLA COPERTINA nELCEPUSALIcazioni DELLA SOCIETÀ. Minimo 10 copertine. all'anno. - prezzi netti. por tutto i d'anno da pagarsi SARICIORSI al Tesoriere. La pagina intiera. L. 150. Mezza pagina Ù SI In GA: di pagina: ;, BO x I | FABBRI SCATOLE DI GARTONE E È PATIROI DI GARTONAGGI IN GENERE FON DATA NEL 1880 DITTA. RAFFAELE. 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Schatzimayi e ve Koch : Due nuovi Giyptomerus delle Alpi Apuane. (Col. Staph.). — Giulio Trinchieri: Ancora intorno alla diffusione d’ Aspidiotus perniciosus in Europa. |‘. — Rassegna delle Pubblicazioni Entomologiche riguardanti la IRSA - dell’Italia e delle Colonie Mediterranee LI. Indici del Vélume LXVI. Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile ! Arti Grafiche COMMERCIO, Via S. Luca, 10 — GENOVA . | ui SOCI - TÀ. ENTOMOLOGICA ITALIANA ‘Sede in GENO Vv A, Via Brigata Liguria, N. 9 presso il Museo Civico di Storia Naturale. SOCI ONORARII x M. VITTORIO EMANUELE III - Re D'ITALIA S. E. BENITO MUSSOLINI» Capo del Governo > S. Ri GIUSEPPE BELLUZZO | Sao PIETRO FEDELE CONSIGLIO DIRETTIVO. pel biennio. 1934 - 35. ; PRESIDENTE ONORARIO : Gr Uff, Prof. Raffaello Gestro. PRESIDENTE ErFETTIVo: Dott. Ferdinando Solari © Viok-PresipeNtE: Dott. Luigi Masi. SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea. | TESORIERE: Rag. Cesare Mancini, ._ | O DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Lu Invrea, - CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, SEI Ago- stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, . Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni, Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. ELHRpO SUVERt Conte Emilio Turati. . REVISORI DEI CONTI: Signor Ai Rauti Ing. Paolo Bensa, Dott ; Tullo > Casiccia. i NIE + rn DE Quota sociale annua: nel Kebao: Ordinari L. 40, Studenti Lu 20 Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. GC. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. «Quota. per do iscrizione a soci vitalizi : L. 1900 per l’Italia, L 750. “i l’estero. . 3 Abbonamento alle Pubblicazioni per i non: soci: Ialia L 50, Estero L. 60. LE | | — MSA SETS a SERI das. AI SOCI ‘Le; adunanze scientifiche della Società, si luo ogni Gidnedì alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono 1 Soci che tutta la corrispondenza relativa alla Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo: logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). _ (Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta - mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2., s.s., GENOVA. | | s Fig. I. — 1. Schistodepressaria libanotidella Sch]. 2. S. libanotidella laserpittù Nick. Da sostituire alle Fig. I e II a pag. 224, 225 Fig. II. — 1. S. libanotidella bantiella Rocci. 2: Id. 1d..f.-8. migrella Rocci. del Boll. Soc. Entom. Ital. Vol. LXVI N,° 9. ri BOLLETTINO DELLA | SOCIETA” ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA I VoLume LXVI (1934) i > N° 10 Pubblicato il 31 Dicembre 1934, Anno XIII ATTI SOCIALI Nuovi Soc: La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari: D. Coghill, Merebank (South Coast, Natal, Sud Africa). CAMBIAMENTI D’ INDIRIZZO: Rag. Mario Barajon, Via Priv. Carnia 6, Milano. Ci è giunta la dolorosa notizia della morte del nostro Socio Dott. Corrado Colizza, deceduto immaturamente il giorno 2 del corrente Dicembre in seguito a breve e violenta malattia, a Domodossola, dove risiedeva essendo addetto a quella R. Delegazione di Fitopatologia. Alla Famiglia le nostre più vive condoglianze. Onoranze al Prof. A. Berlese in Toscana Per iniziativa del Prof. Ernesto Bassi, Direttore della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Livorno, in una riunione a cui hanno par- tecipato molte personalità del mondo scientifico ed agrario toscano, e molti discepoli e collaboratori del compianto Prof. Antonio Berlese, è stato costituito un Comitato, con sede presso la Cattedra Ambulante di Livorno, allo scopo di istituire una borsa di studio presso la R. Stazione di Entomologia Agraria, da intitolarsi ad Antonio Berlese e di porre un ricordo marmoreo a S. Vincenzo, l’ameno e tranquillo paese dove l’Entomologo illustre per molti anni passò l’estate, facendo gli 258 studi e gli esperimenti contro la Mosca delle olive e poi contro la Mosca domestica. Fu stabilito che la manifestazione abbia un carattere prettamente locale, cioè rappresenti la gratitudine che gli agricoltori della Toscana littoranea vogliono esprimere alla memoria del Prof. Berlese per l’opera altamente meritoria da Lui svolta nella difesa dell’olivo in quella regione, A Segretario del Comitato è stato eletto il nostro Consigliere Prof. Guido Paoli. Le ricerche di biologia sahariana del Prof. Zavattari Il nostro socio Prof. E. Zavattari ha compiuto nell’estate-autunno di quest'anno, per incarico della Società Geografica Italiana, un nitovo viaggio nel sud cirenaico, in unione al Sig. Oreste Maestri, per com- pletare i suoi studi di biologia presahariana e sahariana, da tempo con- dotti colle sue precedenti escursioni in altri settori della Cirenaica, nella Tripolitania e nel Fezzan, in Tunisia, Algeria, Egitto, Africa equato- riale, Palestina, Transgiordania e Siria. Egli ha percorso quest'anno il seguente itinerario: Bengasi, Marado, Tazerbo, Cufra, Gialo, Augila, Bengasi, rientrando in Italia in Ottobre, dopo aver adunati ricchi ma- teriali faunistici e raccolto una vasta messe di osservazioni che lo met- tono ormai in grado di poter tracciare un quadro completo della biologia animale nord africano-sahariana, nonchè di risolvere molte importanti questioni di parassitologia e patologia umana. Tra le belle raccolte zoologiche fatte in questo viaggio, vi sono importanti collezioni ento- mologiche, ora allo studio, che per desiderio del Prof. Zavattari verrannno illustrate, come quelle dei viaggi precedenti, sulle pubblicazioni della nostra Società e porteranno un nuovo notevole contributo per la cono- scenza della fauna dell'entroterra cirenaico. Nozze Dal nostro Socio Conte Federico Hartig, di Merano, riceviamo partecipazione delle sue nozze colla Signorina Marion Steggmann, ce- lebratesi a Nizza il 15 Dicembre u. s. Anche il Sig. Carlo Koch, del Museo Entomologico « Pietro Rossi », ci partecipa il suo matrimonio colla Signorina Renée de Wittemberski. Sinceri auguri di ogni felicità. 259 COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE _____—___ _ gm A. ScHATZMAYR e C. KocH (Museo « Pietro Rossi » - Duino) DUE NUOVI GLYPTOMERUS DELLE ALPI APUANE (Col. Staph.) Fra il ricco materiale di G/ypfomerus italiani, di oltre 150 esemplari, gentilmente inviatoci dai signori dott. Alfredo Andreini e Prof. Ludovico Straneo, osservammo due nuove specie, delle quali diamo qui la de- scrizione. i Vadano i nostri ringraziamenti ai due entomologi italiani per gli esemplari che hanno voluto donare al Museo « Pietro Rossi», al dott. Bernhauer, ai dott. A. Schmidt e V. Székessy del Museo Nazionale di Budapest, e al dott. J. Obenberger del Museo Nazionale di Praga per i preziosi tipi inviatici per lo studio. Lathrobium (Glyptomerus) Straneoi nob. n. sp. Giallo rossiccio, elitre e addome un po’ più oscuri, antenne, verso l’ apice, e femori di un rossiccio più chiaro. Parte anteriore del corpo a pubescenza più rada e irregolare, un po’ più eretta ai lati; quella dell'addome più densa e quella della parte inferiore più densa ancora. Testa senza occhi, quasi più larga che lunga, fortemente arrotondata ai lati, con angoli posteriori pure largamente arrotondati, leggermente convessa, con microscultura estremamente fina, formata da sottilissime linee trasversali, fra cui osservasi una punteggiatura rozza e profonda, più densa ai lati, fina e sparsa inferiormente. Suture gulari quasi pa- rallele, non convergenti all’ indietro ; lo spazio che racchiudono è circa largo quanto è grosso l’ articolo basale delle antenne, di larghezza quasi uniforme, tutto al più leggermente ristretto nel mezzo. Collo un po’ più stretto della metà della testa nella sua maggior larghezza. Pro- ‘noto senza microscultura, della metà più lungo che largo, molto più stretto della testa, largo quanto le elitre al loro margine posteriore, a lati diritti e non o appena convergenti. all’ indietro, con angoli ante- riori e posteriori arrotondati, convesso, debolmente appiattito sul dorso, a punteggiatura rozza come quella della testa, ma un po’ più densa, 260 con linea mediana liscia e stretta, brevemente e leggermente solcata alla base. Scudetto grande, cordiforme appuntito e liscio, solo ai lati con alcuni punti incerti. Elitre appiattite, debolmente dilatate all’ in- dietro, tanto larghe all’ apice quanto } addome, circa di un quarto più brevi del pronoto, un po’ più lunghe che larghe al margine posteriore, questo ad angolo rientrante verso 1’ apice suturale, a punteggiatura più piana, ma un po’ più densa di quella del pronoto. Addome con punteg- giatura finissima, un po’ più densa e più forte sui tergiti basali. Appa- rato boccale, antenne e zampe normali, senza caratteri speciali. Il sesto tergite visibile della ®, munito di una prominenza denti- forme acuta molto caratteristica nel mezzo dell’ orlo posteriore ; nel 3 invece questa prominenza forma un semplice angolo. L'orlo posteriore del sesto sternite visibile è, nel y, munito di due lobi triangolari e appuntiti, gli sterniti 2, 3, 4, 5 e 6 presentano nel mezzo una impres- sione longitudinale: il sesto munito di setole nere disposte nel modo indicato nella fig. 3, il quinto, nel mezzo, a pubescenza nera e lunga, gli altri lisci nell’ impressione mediana, questa però pure con setole lunghe e nere ai lati. Lung. 6,5 - 85 mm. Differenza di dimensioni che dipende più dalla preparazione dell'addome che dalla vera statura degli esemplari. Abbiamo avuto per lo studio esemplari delle seguenti località : Alpi Apuane (Col di Favilla, Foce di Mosceta) 10 -e-<42,-delè: coll. Andreini (luglio-agosto 1929 e 1933); Alpi Apuane (Monte Fiocca) 19% e 1 9 della coll. Straneo (luglio 1932). A causa della struttura del margine posteriore del sesto tergite visibile della 9, questa specie si avvicina al GI. Doderoi di' cui abbiamo sott’ occhio un x di Genova, una £ di Forte Diamante pure presso Genova e due 9 £ di Lucca; ne differisce per il corpo più piccolo e più stretto, per i caratteri sessuali del 7 nel sesto sternite visibile (fig. 3 e 4) e per la struttura del sesto tergite 9. Questo è, nel Doderoi, sporgente nel mezzo del margine posteriore a guisa di un lobo arro- tondato all’ apice, mentre tale lobo è nello Sfraneoi sporgente a mo’ di dente acuto; da tutte le forme italiane differisce già per il margine posteriore del sesto tergite 9, che è munito di una prominenza den- titorme. Gli esemplari di Piombino (Knisch) e di Lucca (sec. Fauvel), menzionati dal dott. Holdhaus ('), potrebbero riferirsi a questa nuova specie. Gli esemplari di Lucca più sopra menzionati, avuti da Reitter per lo studio, sono però dei veri Doderoi. (1) Mem. Soc. Ent, It. 1923, 119, 3 sk sb 261 Lathrobium (Glyptomerus) Andreinii nob. n. sp. Rosso bruno chiaro ; apparato boccale, antenne verso l’ apice e tarsi più chiari. Testa e pronoto superiormente quasi glabri, a pubescenza scarsissima ed eretta, più lunga e più densa ai lati. Elitre un po’ più densamente pubescenti; addome, verso l’ apice, a pubescenza più densa di quelia delle elitre, all’ apice stesso con setole laterali sottili e lunghe. Testa senza occhi, un po’ più lunga che larga, più larga del pro- noto, a lati quasi paralleli e angoli posteriori largamente arrotondati, convessa, a microscultura formata da linee trasversali, superiormente a punteggiatura profonda, ma relativamente fina, rada sul disco, più densa ai lati. Anche inferiormente scorgesi una microscultura, ma molto più fina, e la punteggiatura è finissima, ma sparsa regolarmente. Le suture gulari convergono fortemente all’ indietro, sino quasi a toccarsi; nel loro punto più distanziato, subito dietro il mento, quasi tre volte più distanti fra di loro che non nel punto del loro massimo avvicina- mento. Collo stretto, un po’ più della metà di quanto è larga la testa. Pronoto robusto, della metà più lungo che largo, non più stretto delle elitre, a lati diritti, insensibilmente convergenti all’ indietro, con gli an- goli anteriori e posteriori arrotondati, a punteggiatura irregolare e grossa come quella della testa, senza microscultura fra i punti, con linea me- diana liscia, munita alle base di solco breve e piano. Elitre un po’ più lunghe che iarghe, quasi di un terzo più brevi del pronoto, piane, a lati paralleli ed omeri completamente arrotondati, un po’ obliquamente mozzate al margine posteriore, larghe all’ apice quanto 1’ addome, a punteggiatura più rozza e più densa di quella del pronoto, irregolare e leggermente granulosa. Addome molto finemente e sparsamente pun- teggiato superiormente, la punteggiatura verso 1’ apice ancor più fina e più sparsa. La punteggiatura della parte inferiore è molto densa, un po’ più rozza di quella della parte superiore, debolmente granulosa, un po’ più sparsa lungo la metà. Una impressione, che verso 1’ apice si allarga, osservasi soltanto sul quinto sternite visibile del x; il sesto sternite del { è, nel mezzo dell’ orlo posteriore, sinuato a guisa di debole angolo con i caratteri che sono indicati nella fig. 1. Il sesto tergite del g è, nel margine posteriore, insensibilmente protratto all’ indietro, mentre quello della 9 lo è chiaramente, a guisa di debole lobo. Apparato boccale, antenne e zampe normali. Lungh. 9,5 - 12,5 mm. Abbiamo per l'esame 23 3Fe3 99 delle Alpi Apuane (Forno Volasco e Vergemoli, giu- gno 1928) della coll. Andreini. Prima di passare alla posiziorie sistematica di questa specie, pro- cureremo possibilmente di chiarire quella dell’ aperzinum Baudi. Come 262 osserva Holdhaus (') sotto il nome di apenninum dovrebbero na- scondersi due forme, perchè la specie è stata descritta su due esemplari: uno di Piemonte (S. Lucia) e l’ altro degli Appennini Etruschi. La de-. scrizione (Berl. Ent. Zeit. 1869, 390) è così breve che non ci si può fare un criterio nemmeno approssimativo. Per decidere ci rivolgemmo all’ Istituto e Museo di Zool. della R. Università di Torino, ove ap- AVPILIAZIILI Juli HERO TESTO MINIATO appli Hlgas (E Ml 3 \ Stat! Http!” +4 È i Il j AI HI, Mifppgg gni Monsnazatt! j \ VR. J ll \/ il Fig. 1. Sesto sternite o di L. Andreinii nob. — Fig. 2. Sesto sternite Sa dic. etruscum Picc. — Fig. 3. Sesto sternite S di L. Sfraneoi nob. — Fig. 4. Sesto sternite S di L. Doderoi Ab. — Fig. 5, Sesto sternite gi di £. Lotrii Holdh. — Fig. 6. Sesto sternite C' di L. Pinkeri Ganglb. — Fig. 7. Sesto sternite si di L. cavico- la Mill. punto avrebbero dovuto trovarsi i tipi, ma ci fu risposto che nella col- lezione Baudi esisteva un solo esemplare portante 1’ etichetta « Glypt. (1) Mem, Soc. Ent. It. 1923, 119 (non Bollettino come erroneamente ‘indicato nel Ca- talogo Junk a pag. 1279). 203 apenninum Baudi, Etruria», poi una seconda etichetta col nome « GI. Doderoi Ab. >» e una ancora con « Genova, Dodero », mentre l'altro, di Piemonte, mancava. In base a queste indicazioni dobbiamo ritenere che l’unico esemplare rimasto nella collezione Baudi sia stato identi- ficato dal signor Dodero per GI. Doderoi, e che questa specie sia quindi uguale al G/. apenninum Bd. A questa conclusione venimmo anche dopo aver accertato che i due esemplari femmine della. coll. Reitter, ora in possesso del Museo Nazionale di Budapest, classificati per apenninum, sono dei veri Doderoi. Questi due esemplari, prove- nienti da Lucca, ci dimostrano come era prevedible, che la classificazione del Sig. Dodero, dell'esemplare toscano della collezione Baudi, esi- stente nel Museo di Torino, era esatta essendo provato, con gli esemplari di Reitter, che il G/. Doderoî si trova anche in Toscana. Per ciò che ricuarda il tipo di «Piemonte >, ora smarrito, ecco quanto gentilmente ci scrive il Marchese dott. Fabio Invrea: . Essendo finora conosciuto della Liguria solo il Doderoi, si potrebbe supporre che anche il secondo tipo dell’apenzizum indicato « Piemonte», come quello con l'etichetta « Apennino Etrusco » siano dei veri Doderot. Sotto il nome di G/. apenninum non si nasconderebbero quindi due specie, come si riteneva finora, ma una sola, cioè la Doderoi, diffusa tanto in Liguria che in Toscana. Ma è impossibile accertare ciò, senza nuove catture di materiale piemontese. Dando la preferenza alla diagnosi precisa di Abeille, di fronte alla breve e deficiente di Baudi, proponiamo che il nome di apenzinum sia posto in sinonimia con quello di Doderot. Dobbiamo invece, riesumare il nome di efruscum (') perchè, in base al materiale di studio, abbiamo accertato che la diagnosi esatta di Piccioli, riferentesi specialmente ai caratteri sessuali, si adatta perfetta- mente ai numerosi esemplari di Firenze (loc. class.), Arezzo ecc. da noi esaminati. La nuova specie Andreinii nob. sembra più affine al G/. Lotfii Holdh. dal quale differisce certamente per i caratteri sessuali del 3°. Nel Loztz (1) Specie considerata sinonimo dell’apernzinum. 264 gli sterniti 2,3, 4 sono caratterizzati da una linea mediana stretta, liscia, che già al quarto sternite è debolmente solcata, il quinto e il sesto sono longitudinalmente impressi. Anche i caratteri sessuali, nel mezzo del sesto sternite, sono differenti (fio. 1 e 5). Nell’Andreinii nob. solamente il quinto sternite presenta un'impressione longitudinale allargata all’ in- dietro, che manca completamente sullo sternite seguente, come pure ‘ manca la linea mediana liscia sugli sterniti 2-3 e 4. L’Andreiniîi è anche più robusto del Loffii, la testa è anteriormente meno ristretta e le su- ture gulari sono più avvicinate fra loro. Per quest’ ultimo carattere e per la robustezza del corpo, la nuova specie si avvicina anche al ca- vicola, dal quale però differisce già per i caratteri sessuali. Non può confondersi poi col Pinkeri e coll’ efruscum anche per il corpo più largo e più robusto e per il colorito più oscuro, nè con le due specie Doderoz e Straneoi che hanno il sesto tergite 9, nel mezzo, fortemente prolun- gato all’ indietro a guisa di lobo, mentre questa prominenza è debole nell’ Andreinii, come nell’ efruscum. Per stabilire le affinità che passano fra le specie italiane di G/yp- tomerus diamo qui una tabella analitica, basata principalmente sui ca- ratteri sessuali secondarii, i soli veramente che permettano di differen- ziarle con sicurezza. 1 - Antenne brevi, i tte a cinque penultimi articoli quadrati, non o appena più lunghi che larghi. Sesto sternite visibile del profon- damente sinuato, la sinuosità almeno tanto profonda quanto larga posteriormente. Suture gulari, dinanzi alla strozzatura del collo, tanto o più distanziate fra loro, che al loro inizio fra i due punti gulari. Corpo piccolo e stretto, lunghezza sotto i 6 mm. Regione dell’ Adamello: Campolaro. (') Wingelmiilleri Breit. — Antenne lunghe, i detti articoli sempre distintamente più lunghi che larghi; sesto sternite visibile nel g debolmente smarginato, la ‘ sinuosità, nel suo punto più profondo, sempre distintamente più breve che larga all’ indietro. Le suture gulari, nel punto predetto, più avvicinate che al loro inizio fra i due pori gulari. Lunghezza oltre .j6 mm | 2 (1) La specie siciliana Diecki Saulc. perle sue piccole dimensioni, dovrebbe appar- tenere a questo gruppo, al quale, come sembra, dovrebbero appartenere tutti i G/ypzo- merus d’ oriente (Ungheria, Balcania), almeno in base alle specie coecum Friv., bosnicum Rtt., Weiratheri Scheerp., Matchai Rambsk. ed Obenbergeri Rambsk. da noi studiate. . Di 265 Orlo posteriore del sesto tergite visibile della 9 debolmente spor- gente all’ indietro nel mezzo, non formante un lobo dentiforme 3 Il sesto tergite 9 formante un lobo molto sporgente e dentiforme 7 Setole nere nel x" disposte a mo’ di pettine in due serie longitu- dinali ai lati della metà del sesto sternite visibile (fig. 6,7), il mar- gine posteriore del sesto tergite 9 perfettamente diritto 4 - Le setole del sesto sternite del 7 disposte trasversalmente. (Fig. 1-5). Sesto tergite 9 con orlo posteriore debolmente sporgente nel mezzo. a Le suture gulari si toccano quasi, nel punto del loro massimo av- vicinamento ; lo spazio rinchiuso dalle due suture è perciò molto più largo nella regione dei pori che posteriormente. Corpo molto grande, robusto, lungo 12,5 — 15 mm. Orlo posteriore del sesto sternite gg, ai lati della smarginatura, sporgente debolmente a guisa di lobo (fig. 7). Loc. class.: Aich, presso Lubiana, cavicola Mill. Le suture gulari s’ avvicinano poco, lo spazio che esse rinchiudono è, anteriormente, solo del doppio più largo che nel suo punto più stretto. Corpo più piccolo e più stretto. Lunghezza 8 — 8,5 mm. Sesto sternite 7, con orlo posteriore semplicemente arrotondato ai lati della sinuosità (fig. 6). Vallarsa, Streve presso Rovereto (loc. class.); Piano della Fugazza (') e Monte Barco nei Sette Comuni (?). | Pinkeri Ganglb. Suture gulari fortemente convergenti all’ indietro; al loro inizio, fra i grossi pori, tre volte più distanti fra di loro, che nel punto del loro massimo avvicinamento. Sesto sternite visibile (fig. 1) del senza impressione longitudinale nel mezzo; V impressione del quinto sternite piana e allargata all’ indietro; secondo, terzo e quarto ster- nite senza traccia di una linea mediana liscia. Corpo grande e molto robusto : 9,5 — 12,5 mm. Alpi Apuane : Forno Volasco e Vergemoli. Andreinii nob. Dette suture solo debolmente convergenti all’ indietro ; anterior- mente solo due volte più distanti fra di loro che nel punto del loro massimo avvicinamento. Sesto sternite del 7 sempre con impressione longitudinale mediana; quella del quinto profonda; (1) Vedi Bernhauer, Verh. zool. bot. Ges. Wien, 1908, 33 (descrizione del cf). (2) Un dg in Museo « Pietro Rossi», 266 secondo, terzo e quarto sternite con linea mediana più o meno distinta, liscia, talora solcata. Corpo piccolo, lunghezza massima 10 mm. i 6 6 - Setole nere del sesto sternite del <, ai lati della metà, disposte in due serie pettiniformi, divise trasversalmente da uno spazio largo quanto la lunghezza delle setole stesse. Le due serie posteriori un po’ prolungate verso la metà dello sternite, apparendo quasi con- giunte in una sola (fig. 5). Corpo un po’ più lungo e molto più robusto. Elba: M. Capanne presso Poggio. Descritto su un esem- plare <” della coll. Bernhauer. Lottii Holdh. — Serie laterali di dette setole non divise da uno spazio, formando così, ai lati della metà dello sternite, due gruppi ovali disposti trasversalmente. Questi gruppi di setole sono divisi |’ uno dall’ altro da uno spazio mediano largo (fig. 2). Corpo un po’ più piccolo e alquanto più snello. Arno: Isolotto (loc. class.); Toscana: Corno Scale, Apennino tosco - emiliano; Lippiano, Alta Val Tiberina; Vallombrosa, Firenze; Badia Prataglia, prov. di Arezzo. Marche : Genga prov. di Ancona, Grotta di Frasassi. Lazio : Lago di Albano. Tutte località indicate nella collezione Andreini. Dalla letteratura ci ‘ sono note le seguenti località, che però vanno ancora controllate : ex Piccioli loc. cit.: Querceto, Firenze, Lucca. Di quest’ ultima località però ci è noto solo il Doderoi Ab.; ex Holdhaus 1. c.: Alpe della Luna. | etruscum Picc. 7T- Lobo mediano dell’ orlo posteriore del sesto tergite della largamente arrotondato. Orlo posteriore del sesto sternite del Y semplicemente arrotondato ai lati della smarginatura mediana. Disposizione delle setole nel sesto sternite del Some dela fig. 4. Suture gulari molto avvicinate l una all altra. Statura grande e forma larga. Lungh. 9 - 10 mm. Genova, Forte Diamante, e due 29 di Lucca, ex coll. Reitter. Doderoi Ab. — Detto lobo sporgente a guisa di dente appuntito. Orlo posteriore del sesto sternite del g, ai lati della smarginatura mediana, prolun- gato all’ indietro in due lobi appuntiti. Disposizione delle setole del sesto sternite del x come nella fig. 3. Suture gulari quasi parallele, molto distanziate fra di loro, molto leggermente avvicinate all’ indietro. Statura piccola e forma stretta: 6,5 - 85 mm. Alpi Apuane: Col di Favilla, Foce di Mosceta, M. Fiocca. Straneoi nob. 207 GiuLIo TRINCHIERI ANCORA INTORNO ALLA DIFFUSIONE D'ASPIDIOTUS PERNICIOSUS IN EUROPA Al quinto Congresso internazionale d'’Entomologia, riunito a Pa- rigi nel luglio del 1932, il dottor Bruno Wahl, direttore della Stazione federale di difesa delle piante di Vienna, trattò della comparsa della cocciniglia di San José (Aspidiotus perniciosus Comst.) in Europa (1). Sebbene finiti di stampare il 30 dicembre 1933 - secondo si legge in fondo al ponderoso volume che contiene i lavori presentati al Con- gresso - soltanto ora gli Atti di quest'ultimo sono pervenuti nelle mie mani; il che mi ha impedito di far parola della comunicazione del Wahl nella più recente delle due noterelle qui pubblicate su lo stesso argomento e, come la presente, suggerite unicamente dal desiderio di veder rispettata e ristabilita la verità e l’esattezza dei fatti (?). Com'era da prevedere, il lavoro del Wahl ha per iscopo precipuo di riferire come, quando e dove fu constatata la presenza della coc- ciniglia in Austria e Ungheria, non che di render conto dell’entità dell’infestazione nei due Paesi e dei mezzi di lotta applicati e racco- mandabili contro il parassita. Ma, prima d’entrar nel vivo della questione, il nostro Autore ha voluto far cenno di men recenti segnalazioni dell’insetto in Europa. Ed ecco - su la fede del noto riassunto pubblicato da 7X%e Review of Applied Entomology (Series A: Agricultural) di Londra - anche il Wahl attribuire ad A. Jacazio la citazione d’Asp. perniciosus come dan- noso al susino presso Salerno (p. 694). È ben vero che una nota a piè della stessa pagina, aggiunta evi- dentemente dal Wahl durante la stampa degli Atti, toglie ogni e qual- siasi valore alle sue precedenti parole. Dice infatti tale nota - che contiene una indiretta autorevole conferma delle mie precedenti osservazioni (5) - (1) Wahl Bruno. Die San José-Laus (Aspidiotus perniciosus) und deren Auftreten in Europa. V? Congrès international d’Entomologie, Paris, 18-24 juillet 1932. Publié par L. Berlana et R. Jeannel. Paris, Secrétariat du Congrès, 1933, II. — Travaux, p. 693-698. ; {2) Trinchieri Giulio. Aspidiotus perniciosus Comst. (Hemipt. Coccidae). Bollettino della Società Entomologica Italiana, Genova, 1933, vol. LXV, n. 7, p. 109. Trinchieri Giulio. Intorno alla presente diffusione d’Aspidiotus perniciosus in Europa. Ibidem, 1934, vol. LXVI, nn. 1-2, pp. 20-21. (3)-Loes-Cit;; 1934, p. 21 208 dice precisamente cosi: « Nach Mitteilung von Prof. Silvestri ist dieses Referat [ intendi: il riassunto della Rivista londinese] fehlerhaft und wurde Asp. perniciosus niemals bei Salerno gefunden ». E ancora e sempre su la fede di altro noto riassunto offerto dalla citata Review, ecco anche il Wahl (p. 694) far passare P. Vermeil per respon- sabile della segnalazione d’Asp. perrmiciosus nell’Africa del Nord e nelia Francia meridionale mentre, nemmeno a farlo apposta, l'Autore francese - e già l’ho fatto notare (’) - non avrebbe potuto esprimersi in modo più chiaro ed esplicito allor che in proposito di questa cocciniglia scri- veva testualmente: < Elle est heureusement inconnue encore en Algérie et en France». Per tacer d’altre ovvie considerazioni, è proprio un destino che ogni volta che si discorre della presenza d’Asp. perniciosus in Europa debban esser messe in ballo e l’Italia e la vicina Repubblica. È ben noto che la cocciniglia è stata trovata finora in sei Paesi europei: Ungheria, Romania, Jugoslavia, Austria, Spagna e Portogallo. Pertanto non corrisponde alla realtà la notizia che < Se en- cuentra actualmente diseminada esta cochinilla en casi todos los pafses europeos >», data or è poco dall’ing. agr. Agustin Trujillo Peluffo, pro- fessore d’Entomologia nella Facoltà d’Agronomia di Montevideo, e a più forte ragione è almeno prematura l’altra notizia, divulgata dallo stesso Autore uruguaiano, e cioè che «Su propagacion ha alcanzado hoy dia a casi todos los paîses del mundo» (°). RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee LI (3) Coleoptera Banninger M. - Zur Kenntnis alpiner Nebria-Arten. - Koleopt. Rund- schau, Bd. 18, 1932, pp. 112-119. Interessanti osservazioni sulle forme di Nebria castanea Bon., N. fontinalis Dan., N. Germari Heer. (1) Loc. cit., 1934,pp. 20-21. (2) Trujillo Peluffo Agustin. El manzano y su enemigo la Aonidiella perniciosa, Revista de la Asociaciòn de Ingenieros Agronomos, Montevideo, 1934, afio VI, niim. 3, pàgs. 1 3, 117. (3) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra 269 Bertrand H. - Spedizione scientifica all’Oasi di Cufra (marzo-luglio 1931). Note sur deux larves de Coléoptères aquatiques. - Ann. Mus. Civ. Genova, LVI, 1933, pp. 259-262, fig. Larve di Fretes sticticus L. e di Enochrus maculiapex Kuw. Boldori L. - Appunti biologici sul Pterostichus multipunctatus De/. Studi Trent. Scîenze Natur., XIV, 1933, pp. 222-223, 1 fig. Cenni sull’istinto materno della O di Pfer. multipunctatus Dej. e descrizione della larva. Chapman W. - Contribution è la connaisance du genre Staphylinus L. - Misc. Entom., KXXV, 1934, n. 7, pag. spec. 1-7. Osservazioni e notizie su varie specie europee, sulla base È lavori di Miiller, tabelle dicotomiche di alcuni gruppi. Daillé L. e Pater H. - Note sur Nebria pedemontana. - Misc. Entom. XXXV, 1934, n. 6, pp. 44-40. Grandi G. - Morfologia ed etologia comparata di Insetti a regime specializzato. V. Apion columbinum Germ. (Coleoptera Curculio- nidae). - Boll. Lab. Ent. R. Ist. Sup. Agr. Bologna, VI, 1933, pp: 115-130, figg. I-V, tav. I-V. L’Apion columbinum Germ. vive a spese del Lathyrus silvester L., descrizione della larva neonata e matura e della pupa. Gridelli E. - Spedizione scientifica all’Oasi di Cufra (marzo-luglio 1931). Coleotteri.- Ann. Mus. Civ. Genova, LVI, 1933, pp. 155-258 tav. V. Sono citate 176 specie, delle quali 41 sono nuove per la Cirenaica Saprinus gilvicornis Confalonieriî Mill. n. ssp., Psammoica Schusteri Grid. n. sp., Oxycara cyrenaicum Grid. n. sp., Stenosis Confalonierit Grid. n. sp., Storthocnemis Patrizii Grid. n. sp.; considerazioni z00- geografiche ed ecologiche, osservazioni critiche su alcuni Enockrus, sui Mezium, tabella dei Tentyriini dell'VIII gruppo di Reitter, sulle forme dell’Akis reflera, sul gen. Sthorthocnemis. Hoffman A. - Synonimies et observations diverses sur plusieurs espèces de Curculionides de la faune paléarctique (Col.) (2° note) - Bull. Soc. Ent. France, 1934, pp. 45-48. Sono citate varie forme di Corsica, tra Valtro Gymnetron becca- bungiae ab. fallax n. ab. DIRI 210 Indice alfabetico per materie (') DEL VOLUME LXVI (1934) Coleoptera Coleotteri cavernicoli (Trechini, Sphodrini, Bathyscinae) di Lombardia 58-59, 201-202. Idem della Venezia Giulia 60. Coleotteri di Sicilia 61. Acinopus picipes decipiens 253. Acupalpus luridus_ 44, Adalia 10-punctata &iraculosa 62, exulans 61, grossulariae 138, gutta- topunctata 62, Miilleri Vitale 01. Allegrettia Boldorii 155, Zavattarii Ghidini 153. Amara (s. str.) Bodemeyeri Baliani 84, Kingdoni Baliani 243, A. fo. dytus) irkutensis Baliani 85, A. (Harpalodema) Glenniei Baliani 244. Apion (Rhopalapion) longirostre 253. Athous cachecticus 151. Badister dilatatus 34. Baris Joffrei 63. Bathysciola Adelinae Jeann. 95, codes Jeann 94. Bruchidius Gagliardii 68. Callimus abdominalis 44. Carabus convexus Paganettii 34. Catops nigrita nigriclavis 214. Ceuthorrhynchus larvatus 63, pleurostigma derferoae 63, quercicola So Coroebus undatus 61. Corymbites incanus 153. Cymindis axillaris 171, coadunata 172, coadunata Luigionit Miiller 171, coadunata Sfrasseri 172, humeralis 171, Marmorae 170, melanoce- phala 171. Danacaea distincta blumbeo” 61. Dasytes flavescens uzicolor 01. Dictyopterus aurora 69. Endomichus coccineus 253. Gabrius pennatus 138. (1) IFnomi delle forme nuove sono stampati in grassetto: quelli delle sottospecie, varietà ed aberrazioni in corsivo: i sinonimifin parentesi quadra | |. nd di 271 Gymnetron melanarium 69, netum 64, tetrum rufescens 63. Harpalus melleti 44. Heteronychus arator 51, citernii Paoli 53, consimilis 49, cricetus 52, impudens 51, licas 49, obtusifrons 49, parumpunctatus 54, plebeius 50, rugifrons 54, rudestriatus 55, sacchari Paoli 47, tenuestriatus 47, sanctae-helenae 52. Hydraena alia d’Orch. 168, Andreinii d’Orch. 166, angulosa 163, ca- labra 160, italica et var. 158, rufipes 169, Solarii 163, Stussineri 164, truncata Fa/zonti 102. Isidus Moreli 153. Lathrobium (Glyptomerus) Andreinii Schatzm, e Koch 261, apenninum 261, cavicola 265, Diecki 264, Doderoi 266, etruscum 266, Lottii 266, Pinkeri 265, Straneoi Schatzm. e Koch 259, Wingemiilleri 264. Lixus elongatus constrictus 02. Melasoma aenea 214. Nanophyes gracilis 69. Neobisnius orbus 157. [ Neocharidius ] Manueli 66. Othiorrhyncus moriger 62. Parabathyscia Emeryi Jeann. 97, latialis Straneoi Jeann. 96. Polydrosus armipes Schònherri 62, cervinus maculatus 62. Psilotrix cyaneus v/olaceipennis 61. Pterostichus interstinctus Mainardii Straneo 35, morio et var.: apen- ninicus, rufifermoratus {[rubidofemoratus] [rufofemoratus], samniticus Luigionii Straneo 30, Majellae diversipes 36, [Solarii] 37. Purpuricenus Koehleri apicerzioer 02. Ptomopagus pius 213. Quedius boops coloratus 213. Satrapes Sartorii 137. Scolytus amygdali rufipennis 64. Sibinia argenteofulva 63. Smicronyx marmoratus 63. Sphodrini larve 109. Sphodrus ieucophthalmus 102. Synharmonia conglobata infermedia e multiconjuncta 62. Tachinus Manueli 64, 252. Tychius femoralis 63, tessellatus 63. Xyletynus pectinatus Gag/iardii 44. Zuphium baeticum 235, Chevrolati 231, Chevrolati oculare Miill. 232 Chevrolati Schekolwnikowi 233, damascenum 236, Novaki Miill. 235, varum 230. | Hymenoptera gr Li Formicidae, Phytophaga, Sphegidae, Vespidae del Trentino 147. E < aa x. Chalcididae dell’isola di Rodi 210. o | Chrysididae della Cirenaica 212. SE e Mutillidae della Cirenaica 211. Li è Si ‘Anusiella Heydeni 101. de dio ii. - Chirolophus incertus 87. CASA ù “e

Systasis longicornis 87. Tetracampe impressa 88, nomocera Masi 102. Trichomasthus nigricans 87. Trimicrops claviger 87. Vespa orientalis somalica Giord. Soîka 184, è PR Leailiopista Lepidotteri di Cirenaica 191. Lepidotteri del Fezzan 124. S 2 Anumeta quatuor Berio 126, quatuor Hueala Berio 127. . Cossus (Holococerus) Bianchii Kruger 192. - Depressaria libanotidella 223, liban. bantiella Rocci 226 liban. bantiella nigrella Rocci 220, liban. laserpitii 223. - Ephesia nymphaea benacensis e [amaura] 138. Euprepia pudica lutea Kruger 191. | Pseudonycterophaeta inelanogiona Berio m24 Rhodometra intermediaria paralellaria Kruger 195, i Rhyacia senna eisenbergeri Hartig 230. | = Sesamia vuteria 128, vuteria Ciccarelli Mariani 184. 3 Somobrachys Federzonii Kruger 181. San SE > | Trichoptera | - —-- Anabolia lombarda i cad. "i - . > - Diptera. - — Ditteri cavernicoli 61, 208. - e, — Culicidi delia. Fibia 39- >s:> ano (Canneptori lapidicola 130. ic Rhynchota ; dz > siii perniciosus 20, 267 ; d° arcuata 89, arcuata patita. Mancini 90. | Orthoptera SET ia palpata 43, Schiavazzii Cape 40. | Troglophilus sp. 59, 208. ora dalmatina 208. . ta; SR Collsmbola | Collemboli cavernicoli di Lombardia 58-59, 201-207. | _ - Myriapoda I | Miriapodi cavernicoli di Lombardia 58-59, 201-207. I | I Arachnida I (Aracnidi. S. L cavernicoli di Lombardia 98 604;-201> 00 a E «SI - E Srasiatna Lipali ed Isopodi cavernicoli di Lombardia 58-60, 201 2209. RARE ni fugit via LA JSP PRIORA] \ alt si À di Si cada na ee x; IVANO RU CA RO Hi o x 24 Li ttt | Gasteropoda - Gasteropodi cavernicoli di Lombardia 200. di Fagioli! Hi 194, usi =ilvicale 70 193. 274 Indice alfabetico per autori Baliani (A.) — Due nuove specie di Amara siberiane (Coleopt. Carabidae). Baliani (A.) — Studi sulle Arzara asiatiche VIII. (Co- leopt. Carabidae). È < ; i 3 Berio (E.) — Lepidotteri raccolti dal Prof. L. Cipriani nel Fezzan (1932). Binaghi (G.) — Appunti sugli Elateridi italiani I. Bliithgen (P.) Fine neue Lucasellus-Art. (Hym. Apidae, Hatictini). Boldori (L.) — Ricerche in caverne italiane. III serie (1932-1933) Boldori (L.) — Appunti sulle larve degli Sphodrini: 1. La larva dello Sphodrus leucophthalmus L. Capra (F.) — Una nuova Dotlichopoda d’Italia. (Orth. Gryllacr.). Capra (F.) — Osservazioni sul Tachinus Manueli Sharp. (Col. Staphyl.). Colizza (C.) — Contributo alla conoscenza delle Cocci- niglie del Mozambico (MHemp. Coccidae). . D'Orchymont (A.) — Au sujet de quelques /Hydraena italiennes. Ghidini (G. M.) — Contributo alla conoscenza dei Culicidi della Libia. Ghidini (G. M.) — Descrizione della femmina di Gyz- nophora (Capraephora) lapidicola Bezzi (Diptera Phoridae). Ghidini (G. M.) — Una nuova specie di A//egrettia Jeannel (Colept. Carab. Trechinae). Ghidini (G. M.) — Quinto contributo alla conoscenza della fauna speoentomologica bresciana (Esplorazioni compiute negli anni 1930-33). Giordani Soika (A). — Due nuovi Vespidi della So- malia Italiana. Pag. » 84 243 124 150 188 58 102 40 604 PR: 158 32 130 153 200. 183 tt Guiglia (D.) e Capra (F.) — Nuove ricerche intorno ai Polistes italiani (fymen. Vesp.). Guiglia (D.) e Capra (F.) — Revisione delle forme italiane del sottogenere Scola. Guiglia (D.) — Imenotteri di Madonna di Campiglio {Trentino):..-. ; i da Hartig (F.) — Nuovo metodo per mantenere freschi gli insetti. Hartig (F.) — Nuova forma trentina di RAyacia senna FIG. Invrea (F.) — Nuovi reperti di Mutillidi e Crisidi della Cirenaica. _Jeannel (R.) — Nouveaux Bafkyscinae italiens. Kruger (G.) — IV° Contributo alla conoscenza della fauna Cirenaica: Zeterocera. Masi (L.) — Reperti di Calcididi con note critiche e si- nonimiche. Masi (L.) — Descrizione di alcuni Calcididi del Marocco (Fymen.). Masi (L.) — Nota sui Calcididi dell’Isola di Rodi. Mancini (C.) — Una Cercopis nuova per l’Italia (/7emi- ptera Homoptera). Mariani (M.) — Una grave infestione di Sesamia vu- teria Stoll. (nonagrioides Lef.) in Provincia di Messina Mariani (M.) — Ancora sulla infestione di Sesamzia vuteria Stoll. in Provincia di Messina. Menozzi (C.) — Una nuova specie del genere RAino- coris Hhn. della Cirenaica (Hemiptera RMeteroptera) Micheli (L.) — Note biologiche e morfologiche sugli Imenotteri (Contributo 5°). . : ì Moretti (G. P.) — Le uovae la larva di Aradolia lom- barda Ris. (Trichoptera). Miller (G.) — A proposito di alcune Cymindis italiane (Coleopt. Carab.). Miller (G.) — Gli Zuphium gialli della Regione Adria- tica (Col. Carabidae). » » 275 12 112 147 173 230 BEI 94 191 30 97 210 39 128 184 144 247 2] 170 231 276 Paoli (G)) — Note su alcuni lerici (Col. Dynast, e descrizione di nuove specie. Rocci (U.) — Ki: Depressaria dell’Anice >» in Italia (Lep. Gelechiidae). Schatzmayr (A.) e Koch (C) — Due nuovi G/ypto- merus delle Alpi Apuane. (Col. Staph.). Straneo (L.) — Su alcuni Carabidi dell’Italia centrale. Trinchieri (G.) -- Intorno alla presente diffusione d’Aspidiotus perniciosus in Europa. Trinchieri (G) — Ancora intorno alla difusione d’Aspidiotus perniciosus in Europa. Vitale (F.) —— Coleotteri nuovi od ancora non citati di Sicilia. RECENSIONI Amsel (H. G.) — Die Lepidopteren Palastinas; eine z00- geographisch-6kologisch-faunistiche Studie. Zoogeo- graphica, II, 1933. (F. Hartig). Paoli (G.) — Prodromo di Entomologia cc della Somalia nisi Firenze, 1933. (F. Invrea), È Verhoeff (K. W.) — Zur Sistematik, Geographie und Okologie der Isopoda terrestria Italiens und iber einige Balkan Isopoden. Zool. Jahrb. Bd. 65, H. 1, 1933. (A. Brian). ; ; < : Wolf (B.) —- Animalium ST Catalogus. Pars I, 1934. (L. Boldori). * E Rassegna delle Pubblicazioni Entomologiche riguardanti la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee XLV-LI. ; 46 201 >. 259 A » 20 n 207 a » 61 3} dai . 70 <> » 72: pag. 27, 74, 90, 174, 215, 254, 268. Repertorio di Notizie Entomologiche, VILXII pag. 44, 68, 130, 157, 213, 252. * * > Atti sociali pas, 44; 30, 45, 71, 93, 141, Assemblea generale 6 maggio 1934 | Assemblea generale straordinaria 24 giugno 1934 Elenco dei Soci 181, 224, 251 pag. 77 >» 141 FAU NA COLEOPTERORUM ITALICA del EESS Dott. ANTONIO PORTA Vol. V. - - RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA (Anthribidae, Brenthidae, Curculionidae, Némenychidas: Ipidae, Lucanidae, Scarabaeidae) Presso l'Autore aggiungere L. 4 per TItalia e L. 7 per l'Estero, per _ Dire 100 la spedizione. : ; di Non sì spedisce che dietro il ‘relativo importo. Già usctli : i . Vol. I.- ADEPHAGA — deri fa 60: piu L. 3 per PItalia e L. 6 per l’estero <>» IL -STAPHYLINOIDEA :L.100: » .» 3. > » E) > >: II - DIVERSICORNIA : L.100: » » 4.» >» dra a Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo TARIFFA peLLE INSERZIONI SULLA COPERTINA BELLE: PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto l’anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. lla pagina intiera 159 Mezza pagina . N = Un quarto di pagina, ,, SO ASTRI p SURI AI EMA, MARS LP VERRA) ICE SCONCIONEME co ITIMA ALAO U SCA A “FABBRICA SCATOLE: DI CARICA; (E: “ARTICOLI DI CARTONAGGI IN GENERE — e FONDATA. NEL 880. ESSE Sisto Hog “Tila Hi em a AN. Sn È Ar PI - P 2, VI «Si di < 3 DA 5a: D: "x % 4 È I dispreorali DU : B (9 L O G N n GRUPPIONI -> Bol Fabbrica e Amministrazione | 200" CIAO HAZIRIO SADRO 1 - Tel. 2601. v : \ SPECIALITA Scatole per nliezioni Ò’ insetti i I | Li Listino iena a richiesta i di posi spilli per. etti. w "IDEAL, È tac RL) Scatole per SATA - Colle oto! sinto d'archivio. Scatole per preparazioni microscopiche Cartelle per erbario. | dai dn tasca per farfalle - Cartoni per monete. 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Via Brigata Liguria, N. 9 presso il Museo Civico di Storia Naturale | ‘socI ONORARII ia M. VITTORIO EMANUELE II - . RE D' FRALIA S. E. BENITO MUSSOLINI + - - Capo del Governo «Br E GiustPPR BELLUZZO | a DS È PIETRO FEDELE CONSIGLIO DIRETTIVO | pel biennio 1934 - Bb: "Bear ti doi “Gr. Uff. Prof. Raffaello Hot PRESIDENTE EFFETTIVO : ‘Dott. Ferdinando Solari VICE- PRESIDENTE ;. Dott. Luigi Masi. | SeerztARIO: Dott. Fabio Invrea. TesorIERE: Rag. Cesare Mancini, DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fbi une o CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signive Ago- stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Lagoa. “Dr Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri, fa, Conte Emilio Turati. REVISORI DEI CONTI: Signor Armando Baliani, Ing. Paolo Bensa, Dott. Tullo Casiccia.. Quota sociale annua: nel Regno: Ordinari L. 40, Studenti L. 20 Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. G. MANCINI, Corso Firenze. . 40, int. 2, ss, GENOVA, nel primo bimestre Soll'anno; Quota dor l’iserizione a soci | vitalizi : L ‘500. per. l Italia, Li. 750 | per l’estero. | —’—’Abbonamento alle abbi cazioni ‘per i ‘non “soci; Htatia ‘bi BO Fuero 1.00. e I EI de AVVISI AI soci. Le adunanze scientifiche della Società, si tengono ogni Giovedì, -.. alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci. che tutta la corrispondenza relativa ‘alla ‘Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). «>. Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta- mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso ‘Firenze 40 int..2., 8.8., GENOVA, RE A BOLLETTINO DELLA SOCIETA’ ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLume LXVII (1935) N = F=2 Pubblicato il 26 Febbraio 1935, Anno XIII ELENCO DEI SOCI DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA per l’anno 1935 - XIII. SOCI ONORARI S. M. VITTORIO EMANUELE III - Re d’Italia, S. E. Benito Mussolini - Capo del Governo. S. E. Giuseppe Belluzzo - Ministro di Stato., Senatore del Regno. _ 5. E. Pietro Fedele - e Regno. 1922. 1922. 1923. 1922. 1922. 1900. 1921. 1920. 1922. 1919. SOCI BENEMERITI Dodero (Adele). Genova. Dodero (Agostino ). Genova. Mancini (Rag. Cesare). Genova. { Solari (Dott. Angelo ). Genova. Solari (Dott. Ferdinando ). Genova. SOCI ORDINARI Soci vitalizi S. M. VITTORIO EMANUELE HI - Re d’Italia. Bagnall (Richard S.),9, York-place, Edinburgh (Inghilterra). Entomologia generale. Baliani ( Armando), Via.Carlo Felice 12, Genova 108. Coleotteri italiani, special. Amara paleart.; Crisidi, Mutillidi. Bettinger (Doct. Lucien), 33 Rue Chabaud, Reims (Marne). Coleotteri europei, specialmente cavernicoli. Calabresi (Dott. Enrica), Via Girardi 7, Firenze. Coleotteri specialmente Brentidi del globo. 1895. 1934. 1931. 1933. 1890. 1922. 1900. 1923. 1933. . De Marchi (Dott. Marco), Borgonuovo 23, Milano 102. Ex- tomologia generale .Dodero (Agostino), Casella ibetale 0, Genova, Coleotteri e Tentredinidi d’ Europa. . Doria (Mar,se Gian Carlo), Via Peschiera 10, Genova. . Jeannel (Doct. Réné), Professeur d’Entomologie au Muséum National d’Histoire Naturelle, 45 bis Rue de Buffon, Paris V. Coleotteri e Rincoti. . Parisi (Dott. Bruno), Direttore del Museo Civico di Storia Naturale. Corso Venezia, Milano 113. Crostacei. . _Porref ( Prof. Dr. Carlos E.)}, Director del Museo y Laborato- rio de Zoologia aplicada, Casilla 2974. Santiago CHE Zoologia applicata ed Entomologia. . Ricasoli Firidolfi (Barone Luigi), Via Maggio 7, Firenze 132. Entomologia generale. . Silvestri ( Prof. Filippo), R. Scuola Sup. di Agricoltura, Portici (Napoli). Entomologia generale ed agraria - Miriapodi. . Tompkins de Garnett ( Richard), 15 Rue Bossuet, Diyon. (Còte d'Or, France). Coleotteri, specialmente Cicindelidi, Carabidi, Buprestidi, Cerambicidi e Scarabeidi. Tosi (Dott. Alessandro), Scorticata (Forlì). Imenotteri. Soci annuali Alliani (Angelo), Via Romana .21, (Firenze) Se Socio Studente. Alliata di Pietratagliata (S. E. il Principe Lia) Via Serradifalco ( Malaspina ), Palermo. Alzona (Dott. Carlo), Via Garibaldi 50, Genova - Nervi. Coleotteri. Andreini (Colonn. Dott. Alfredo), Lippiano ( Perugia ). Coleot- teri italiani. Andrewes (H. E.), 8 North Grove, Highgate, London N. 6 ( Inghilterra). Coleotteri, specialmente Carabidi. Baldasseroni (Prof. Vincenzo), R. Museo, Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale. Banninger (M.), Ludwigstrasse 73, Giessen ( Germania ). Ca- rabidi, specialmente Leistus, Nebria, Notiophilus, Lorocera. Barajon (Rag. Mario), Via Privata Carnia 6, Milano. Lepidotteri e Coleotteri srt CRAS 1926. 1929. 1929. 1922. 1929. 1931. 1922. 1929. 1927. 1917. 1923. 1911. 1922. 1928. 1927. 1920. 1927. 1934 1932. 1920. Beccari (Prof. Dott. Nello), R. Istituto di Anatomia compa- rata, Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale. Beer (Dott. Sergio), R. Stazione Chimico Agraria Sperimentale, Villa Celimontana al Celio, Roma (124). Lepidotteri italiani. Bellio (Dott. Giuseppe), Sperimentatore del R.° Laboratorio di Entomologia Agraria, Portici, (Napoli.) Bensa (Ing. Paolo), Consorzio Naz. Produttori Zucchero, Via Garibaldi 7, Genova. Fauna entomologica delle caverne. Berio (Dott. Emilio), Corso Dogali 4-7, Genova. Lepidotteri © Nottue. Bertolizio (Dott. Bruno), Viale Regina Elena 55, Trieste. Coleotteri. | Bigliani (P. Prof. Luigi), Collegio Scuole Pie, Carcare (Savo- — na). Coleotteri italiani. Binaghi (Giovanni), Via Gherardini 10, Milano 120. /isteri- | dae, Elateridae e Bostrychidae paleartici. Boldetti (Giuseppe), Via Siffredi, Casa Raineri, Imperia. Coleotteri italiani Boldori (Rag. Leonida), Via Palestro 26, Cremona. Coleotteri ( Cicindelidi e Carabidi ) paleartici, larve di insetti ipogei. Bolivar y Pieltain (D. Candido ), Museo de Ciencias Natu- rales, Hipédromo, Madrid. Coleotteri ed Ortotteri. Borelli (Dott. Alfredo), Via S. Domenico 35, Torino. Forficule e Scorpioni. Botto (Avv. Guido } Via A. M. Maragliano 23, Genova. Coleotteri italiani Bradley (Prof. James Chester) Professor of Entomology and Curator of Invertebrate Zoology in Cornell University, Ro- bertshall, Cornell University, Ithaca (New York, U. S. A. ) Imenotteri. Brasavola di Massa (Alberto), Avio, ( Trentino ). Coleotteri. Brian (Dott. Cav. Alessandro), Corso Firenze 5, Genova 106. Crostacei. Burlini (Milo), Ponzano Veneto (Treviso). Coleotteri italiani. Candura (Prof. Giuseppe), Direttore R. Osservatorio di Fito- patologia, Casella postale, Bolzano. Canzanelli (Arnaldo), Corso Roma 63, Milano. (Socio Stu- dente ). Capra (Dott. Felice), Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria 9, Genova 102. Coleotteri specialmente Cocci- nellidi paleartici, Ortotteri italiani e libici. 1934 . Capraro ( Vittorio), Via Cervara 4, Trento. ( Socio Studente). . Carimini (Dott. Mario ), R. Stazione di ae Via Ro- mana 19, Firenze 132. . Casiccia (Dott. Tullo), Piazza Paolo da Novi 8-8, Genova. Coleotteri italiani, Cerambicidi della fauna paleartica. . Casiccia (Vittorio), Piazza Paolo da Novi 8-8, Genova. ( Socio Studente ). . Castellani (Omero), Insegnante, Scuole Rurali, Acilia di Roma. Fauna entom. del Lazio. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Via del Torretto 6, La Spezia. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Macerata. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Sez. Fitopatologica, Via S. Basilio 9, Roma. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Via Mazzini 14 Piacenza. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Catania. . Ceresa (Leopoldo), Via Dario Papa 25, Milano, 142. Coleotteri e Rincoti della Lombardia, Carabidi paleartici. . Chiaro monte (Dott. Alfonso }), Istituto Agricolo Coloniale ita- liano, Viale Umberto 9, Firenze. Entomologia agr. coloniale. . Ciana (Antonio), Via Mazzini 35, Trieste. Coleotteri italiani. . Cominazzini (Claudio), Miasino (Novara) Coleotteri italiani (Socio Studente) . Costa ( Dott. Domenico Yi Scala Belvedere 2, Trieste. Lepidottferi. . Cuscianna (Dott. Nicolò), R. Osservatorio di Fitopatologia per la Venezia Giulia, Via S. Nicolò 7, Trieste. Entomologia agraria. . Della Beffa (Prof. Giuseppe ), Via Goito 3, Torino 106. Co- leotteri, Entomologia agraria. . Della Torre-Tasso (S. A. il Principe Alessandro, Duca di Castel Duino ), Duino (Trieste). Entomologia generale. . Depoli (Prof. Guido), Viale Benito Mussolini 4, Fiume. Fauna della Liburnia, Coleotteri. . Denis (Prof. Jean Robert), Agrégé à l’Université, Docteur en Sciences, Chef de Travaux à la Sorbonne. Laboratoire Arago, Banyuls-sur-mer (Pyr. Or., Francia). Anatomia degli insetti. Sistematica dei Collemboli e dei Dipluri. Denis (Jacques), 100, rue du Marais, Douchy (Nord-Francia). Aracnidi. 1924. 1920. 1921. 1931. 1933. 1922. 1930. 1933. 1911. 1920. 1934. 1921. 1923. 1922. 1933. 1932. ‘1900. 1931. 1934. 1871. 1929. 1807. 1930. De Peyerimhoff de Fontenelle ( Paul ), 87 Boulevard Saint- Saéns, Algeri. Entomologia generale, Coleotteri. Deutsches Entomologisches Museum, Gosslerstrasse 20, Berlin-Dahlem ( Germania). Di Caporiacco (Dott. Ludovico ), R. Museo, Via Romana 19, Firenze 132. Aracnidi. Dinon (Giordano ), Viale XX Settembre 88, Trieste. (Socio. Studente ). Coleotteri. Doria Bombrini (M.sa Rosetta.) Castello di Montaldeo. (Alessandria). | Dodero (Adele), Casella Postale 1160, Genova. Draghetti (Prof. Alfonso), Direttore della R. Stazione Agra- ria Sperimentale, R. Osservatorio di Fitopatologia, Viale Margherita, Modena. Fabbro (Ezio), Rozzel, Campo delle Corse 343, Trieste. Coleotteri italiani. (Socio Studente). Falzoni (Adolfo), Piazza? .di Porta Maggiore, 4, Bologna, Coleotteri italiani. Festa ( Dott. Gr. Uff. Enrico), R. Museo: Zoologico, Palazzo Carignano, Torino 108, Entomologia generale. Festa (Aldo) Via Caffaro 22? - 8, Genova 104. ( Socio Studente). Coleotteri. Finzi (Bruno), Via Giulia 25, Trieste 104. Formicidi. Fiori (Geom. Adriano), Via Umberto I, Sassuolo. ( Modena ). Fiori (Dott. Attilio), Viale Aldini 64, Bologna. Lepidotteri. Forcher Mayr(Hans), Via Conciapelli 11, Bolzano. Lepidotteri. Franzoni (Franco), Via S. Marco 80, Milano Lepidotteri. (Socio Studente). Gagliardi (Prof. Ing. Cav. Uff. Aldo), Via Nazionale 13, Firenze (107). Coleotteri italiani. Garavaglia (Emilio), Via Villini 7, Villa Ida, Roma 127. Gentile (Dott. Luigi), S. Angelo di Militello, (Messina). Gestro (Gr. Uff. Prof. Raffaele ) Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria 9, Genova 102. Coleotteri. Ghidini (Gian Maria), Via Martinengo Barco 1, Brescia. Co- leotteri cavernicoli, Ditteri italiani. (Socio Studente.) Ghigi (On. Prof. Alessandro ), Deputato al Parlamento, Istituto Zoologico, R. Università, Via S. Giacomo 9, Bologna. /me- notteri, Fauna entomologica della Libia. Giordani Soika (Antonio), S. Marco 254, Venezia. (Socio Studente ). /menotteri. 1924. 1907. 1932. 1920. 1932. 1927. 1933. 1920. 1931. 1930. 1923. 1920. 1926. 1932. 1923. 1927. 1927. 1924. 1930. 1923. 1933. Goidanich (Dott Athos), Laboratorio di Entomologia, R. Isti- tuto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna 125. En- tomologia generale ed applicata, Onthophagus. Grandi (Prof. Guido), Laboratorio Entomologia, R. Istituto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna 125. Erfomo- logia generale ed agraria . Insetti dei fichi. I Gregoretti ( Pietro), Via Raffineria 11 - T.° p., Trieste. Arac- nidi italiani. (Socio Studente ). Gridelli ( Dott. Edoardo), Museo Civico di Storia Naturale, Piazza A. Hortis 4, Trieste. Coleotteri, specialmente Stafilinidi. Gruppioni (Geom. Giovanni), Via Milazzo 30, Bologna. Guiglia (Dott.ssa Delfa), Corso Principe Amedeo 5, Genova 100. Imenotteri paleartici. Hartig (Conte Fred), Villa Snirn, Merano Maya Alta (Bolzano). Lepidotteri pal., Speleologia. Invrea( Nobile dei Marchesi, Dott. Fabio ), Conservatore Onorario del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, Via Brigata _ Liguria 1, int, 24, Genova 102. Crisidi e Mutillidi paleartici. Issaakides-(Dr. C. A.), Institut Phytopathologique Benachi, Kephissa presso Atene. (Grecia.) Entomologia applicata. Issel (Prof. Raffaele), Corso Magenta 62-2, Genova. Istituto Bacologico (R.°), R. Scuola Superiore di Agricol- tura, Portici ( Napoli). Istituto di Zoologia. della R. Università di Cagliari. Istituto di Zoologia della R. Università di Genova. Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Modena. -- Istituto di Zoologia della R. Università, Via Archirafi, Palermo 152. Istituto e Museo di Zoologia della R. Università. Da lazzo Carignano, Torino 108. Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata del- l’Università di Camerino. Laboratorio di Bachicoltura ed Entomologia Agra- ria del R. Istituto Superiore Agrario, Perugia. Leale-Anfossi (Emilia), Via Lavinia 47, Genova. Lepri (March. Prof. Giuseppe), Direzione del Giardino Zoolo- gico, Villa Umberto, Roma 119, /mernotteri. Lintas (Dott. Luigi), Cattedra Ambulante Agricoltura, Aquila. Entomologia agraria. 1921. 1925. 1922: 1928. 1890, 1934. 1931. 1902. 1929. 1913. 1932. 1930. 1922. 1951. 1932. 1914. 1922. 1924. 1932. 1933. 1920. Lombardi (Massimiliano), Piazzale del Re, Firenze 109. Co- leotteri e Lepidotteri. Lombardini (Dott. Giocondo), Preside R. Scuola Comple- mentare Cicognini, Prato, ( Firenze). SIA generale, Formicidi, Acari. Lona ( Carlo), Piazza Attilio Hortis 4, O piano, Trieste. Otiorrhynchus paleartici | Loser (Ing. Benvenuto), Scala Ruggero Bonghi 1248, Trieste. Lepidotteri, Imenotteri. Luigioni (Cav. Paolo), Via Ludovico di Vartema 3, ( Testaccio ) Roma 140. Coleotteri europei. | Magistretti (Dott Mario), Via Vincenzo Bellini 1, Milano. Mahdihassan ( Dr. S.), American Express Co., 55 Char- lottenstr. Berlin W. Mainardi (Prof. Athos), Piazza S. Jacopo 3-11, Livorno. En- tomologia generale, specialmente Coleotteri. Malenotti (Prof. Dott. Ettore), Direttore del R. Osservatorio di Fitopatologia per il Veneto, Via G. Mameli 3, Verona. Mancini (Rag. Cesare), Corso Firenze 40-2, Genova. Coleot teri europei, specialmente Scarabeidi; Emitteri italiani. Mariani (Gianni), Via Washington 14, Milano. Lepidotteri italiani. (Socio Studente ). Mariani (Mario), Rocca-Caprileone per Zappulla scalo ( Mes- sina). Lepidotteri. Masi (Prof. Luigi), Museo Civico di Storia Naturale, Via Bri- cata Liguria 9, Genova 102. /menotteri Calcididi. Maura (Angelo), San Polo 2165, Venezia. Coleotteri paleartici. Melis (Dott. Antonio ), R. Stazione di Entomologia, Via Ro-. | mana 19, Firenze (132). Menozzi (Carlo), Laboratorio Entomologico del Consorzio Zue- chero, Via Trento 2, Chiavari (Genova). Formicidi del globo. Micheli (Dott. Lucio), Via Goldoni 32, Milano 120. Imernotteri. Ministry of Agriculture, The Plant Protection Section, Cotton Research Board, Giza (Egitto). Moretti (Gian Paolo), Via S: Andrea 11, Milano. T7ricot- teri italiani. (Socio Studente ). Moretti (Prof. Giulio ), Via Giulio SS 14, Bergamo. Chiro- nomidae. Moro (Gio. Batta), Via Serra 5-3, Genova 102. Coleotteri italiani. 1920. M iilier {( Prof. Giuseppe), Direttore del Museo Civico di Sto- | ria Naturale, Piazza A. Hortis 4, Trieste. Coleotteri delle | provincie adriatiche orientali e coleotteri cavernicoli in genere. 1924. Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina, Via Rosmini, Trento. 1922. Naldi (Rag. Mario), Via Monte Grappa 4-1, Savona. Coleotteri italiani. 1931. Nielsen (Dott. Cesare), Via dei Sabbioni 5, Bologna. Odoxati. 1932. Norfini ( Alberto), Piazza Pietro Leopoldo 14, Firenze. Cole- otteri e Lepidotteri. 1922. Obenberger (Dott. Jan), Smilovského i 3, Praga XII ( Rep. Ceco-Slovacca). Buprestidi del Sa Ortotteri pale- artici, Entomologia generale. 1927. Osservatorio per le malattie delle cun per le Provincie di Genova e la Spezia. Via Marcello Durazzo 1, Genova. 1930. Osservatorio per le malattie delle piante per le Marche (R.), Via Montevecchio N. 8, Fano. i 1930. Osservatorio per le malattie delle piante ( R.) annesso al R.. Orto Botanico e Giardino Coloniale, Palermo. 1931. Osservatorio per le malattie delle piante per il Piemonte (R.), Via Saluzzo 24 bis, Torino 106. 1928. Osservatorio per le malattie delle piante per le Puglie (R.) Piazza Ebalia 1, Taranto. 1930. Osservatorio per le malattie delle piante per il Veneto (R.), Via G. Mameli 3, Verona. | 1933. Osservatorio per le malattie delle piante (R.) per le Provincie di I Imperia e Savona, Via Ruffini 2, Sanremo. 1934. Osservatorio di Fitopatologia (R.) annesso alla R. Stazione Sperimentale di Frutticoltura e Agrumicoltura. Arcireale ( Catania). 1934. Osservatorio Fitopatologico del Governo delle isole Italiane dell’ Egeo, Rodi. | 1919. Paoli Prof. Guido, (R.) Osservatorio per le malattie delle piante, Via Marcello Durazzo 1. Entomologia agraria. 1920. Parvis (T.te Colonn. Cesare), Corso Regina Margherita 22 Torino 121. Lepidotteri. 1920. Passerini (Sen. Prof. Conte Napoleone), Scuola Agraria, Scandicci ( Firenze ). Enfomologia applicata. 1924. Patrizi (March. Saverio), Sasso Furbara (Roma). Rincoti. 1923. Pic (Maurice), Digoin (Saòne et-Loire ), Francia. Coleotteri. BE 1934. 1921. 1932. 1924. 1930. 1931. 1922. 1925. 21033 1922. 1897. 1906. 1922. 1934. 1924. 1934. 1930. 1927. 1932. Pomini (Francesco), Via Valerio Catullo 16, Verona. Coleotteri, Lepidotteri (Socio Studente), Porta (Prof. Antonio), Corso O. Raimondo 6, San Remo. Coleotteri. Prestifilippo (Prof. Dante), Via Moscova 29, Milano. Ime- notteri paleartici. Pretner (Egone), Na Kodeljevo 13, Lubiana (Jugoslavia). Idrofilidi, specialmente Hydraena Prezioso (Dott. Sergio), Via delia Passione 6, Milano. Coleotteri italiani. Raunich (Leone), Via Michelangelo 31, Trieste (Socio Stu- dente ). Coleotteri italiani. Razzauti (Prof. Alberto), Museo di Storia Naturale, Via Dario Cassuto 1, Livorno. Coleotteri italiani. Reimoser (Prof. Edoardo), Semperstrasse 35, Vienna XVIII. Aracnidi del globo. Ricchello (Dott. Antonio). R. Osservatorio per le malattie delle piante, Viale Merello 21, Cagliari. Rocci (Dott. Ubaldo), R. Osservatorio per le malattie delle piante, Via Marcello Durazzo 1, Genova. Lepidotteri. Ronchetti (Prof. Dott. Vittorio), Piazza Castello 3, Milano 109. Coleotteri. Rosa (Prof. Daniele), Istituto Zoologico R. Università, Modena, Entomologia generale. Rossi ( Dott. Pietro), Via F. Palma 30, Milano Crisidi e Buprestidi. : Rossi (Mario), Quattro Fontane, Via Domenico Selvo 1, Vene- zia-Lido {Socio Studente). Ditteri. Roubal (Prof. Jin), riaditel’ stat. diev. gymn. Banka4 Bystrica. (Rep. Ceco-Slovacca.) Coleotteri. Ruffo (Sandro), Piazza Capretto 2, Verona. Coleotteri, Emitteri. (Socio Studente). Russo ( Dott. Giuseppe ), R. Scuola Superiore di Agricoltura, Portici. ( Napoli). Salfi ( Dott. Mario), Istituto di Anatomia Cana (R. Uni- versità ), Palazzo Medioevale a Mezzocannone, Napoli. Ortot- teri paleartici. Samoggia (Dott. Arrigo), Cattedra Ambulante di Agricoltura Sez. Fitopatologia, Via S. Basilio 9,- Roma, 10 1934. 1933. 1920. 1922. 1891. 1932. 1933. 1920. 1900. 1934. 1920. 1923. 1922. 1923. 1930. 1921. 1927. 1929. 1920. 1927. 1934. 1923. Sanminiatelli ( Vincenzo), Laboratorio Sperimentale di Zoo- logia Agraria, Domodossola ( Novara ). (Socio Studente). Entomologia agraria. Sauli (Luciano), Via Molingrande 30, Trieste. Emitteri paleartici. Schatzmayr ( Arturo), Museo Entomologico <«< Pietro Rossi » Duino (Trieste). Coleotteri paleartici. Sella (Prof. Massimo), Regio Istituto di Biologia Marina, Rovi- gno d'Istria. | Senna (Prof. Angelo), Direttore del Regio Istituto di Zoologia, Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale, Brentidi. Servadei (Dott. Antonio ) Laboratorio di Entomologia del R. Istituto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna (125). Sichirollo (Ing. Giuseppe), Via Plutarco 2, Milano. Coleotteri italiani. Simondetti (Ing. Mario), Via Gioannetti 29, Torino 107, Lepidotteri. Solari (Dott. Ferdinando), Corso Firenze 6, int. 13, Genova 104. Curculionidi europei. Sponghini (Mario), Via Carotti 2, Novara (Socio Studente). Lepidotteri italiani. Springer (Dott. Giovani), Piazza Borsa 7-11, Trieste. Ha/ficini. Station de Zoologie Agricole, Centre de Recher- ches Agronomiques de la Villa Thuret, Route du Cap, Anti- bes (Alp. mar., Francia). Stazione Bacologica Sperimentale (R.), Padova. Stazione di Gelsicoltura e Bachicoltura (R.), Ascoli Piceno. Stazione di Patologia Vegetale (R.), Via S. Susanna 13, Roma (130). Stazione Sperimentale di Bieticoltura (R.), Rovigo. Straneo (Ing. Lodovico), Via del’ Università 7, Fermo (Ascoli Piceno). Carabidi paleartici spec. europei. Stolfa (Dott. Egone), Via Riccardo Pitteri 0-11, Trieste. /me- notteri. Taccani (Dott. Carlo) Via Lorenzo Mascheroni 25, Milano (120). Lepidotteri e Coleotteri italiani. Teni (Dott. Francesco ), Goito ( Mantova), Tessiore (Giorgio), Via S. Quintino 23, Torino. (Socio Studente) Lepidotteri. i Théry ( André), 140, Rue S. Fuscien, Amiens, (Somme, Francia). Buprestidi del globo. ciel CASI 11 1930. Tolosani (Dott.ssa Olga), Istituto Tecnico Paolo Sarpi. Ve- nezia. 1932. Trossarelli (Dott. Ferdinando), Collegio S. Tomaso, Cuneo. Opilionidi. ‘1874. Turati (Gr. Uff. Conte Emilio), Piazza S. Alessandro 4, Milano 100. Lepidotteri paleartici. 1920, U:tficio: per.t Servizi Aotari della Citenatca (R.), Bengasi. si 19206. Vecchi (Dott.ssa Anita), Istituto Zoologico della R. Università Via S. Giacomo 9, Bologna. 1933. Verani (Geom. Carlo) presso Cassa di Risparmio, Corso Verdi 37, Gorizia. Lepidotteri.. 1900. Verity (Dott. Ruggero ), Via Masaccio 30, Firenze 121. Lepi- dotteri paleartici. : 1921. Vitale (Geom. Francesco), Via Risorgimento, isolato 86, Mes- sina. Coleotteri della Sicilia. 1922. Zangheri (Rag. Pietro), Via F. Anderlini 5, Forlì. Fauna entomologica locale. 1908. Zavattari ( Prof. Edoardo), R. Istituto di Anatomia e Fisiolo- gia Comparate, Palazzo Botta, Pavia. Insetti parassiti. 1925. Zipper (Federico), Weststrasse 25-1, Solingen, Germania. ATTI SOCIALI CAMBIAMENTI D’ INDIRIZZO: Avv. Guido Botto, Via A. M. Mara- gliano 23, Genova. Dott. Domenico Costa, Scala Belvedere 2, Trieste. Prof. Ing. Lodovico Straneo, Via dell’Università 7, Fermo (Ascoli Piceno). Il Prof. Paoli ricevuto da S. M. il Re Sua Maestà il Re ha ricevuto in privata udienza il nostro Consi- gliere comm. prof. Guido Paoli, direttore del R. Osservatorio di Fito- patologia di Genova, il quale gli ha presentato in omaggio copia della relazione di. studi fatti in collaborazione col dott. Chiaromonte, per incarico di S. A. R. il compianto Duca degli Abruzzi, sugli insetti dan- nosi alle coltivazioni in Somalia, | > Condoglianze Vivissime condoglianze porgiamo al Collega Dott. Mario Salfi della R. Università di Napoli che ha avuto la somma sventura di perdere il venerando genitore Prof. Enrico, e al collega Tenente Colonnello Ce- sare Parvis di Torino che è stato anche lui colpito negli affetti più cari colla morte della Consorte. L’80° Compleanno di A. von Schulthess AI principio del corrente mese di Gennaio il Dr. A. von Schulthess Schindler, l’illustre imenotterologo, già Presidente della Società Entomo- logica Svizzera, ha festeggiato il suo 80° compleanno. La nostra Società ‘ha inviato in tale occasione all’insigne Collega un telegramma augurale a nome degli entomologi italiani. VII Congresso Internazionale di Zoologia Ci sono pervenuti gl’inviti e il programma preliminare per il VII Congresso Internazionale di Zoologia che si terrà a Lisbona dal 15 al 21 Settembre 1935, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Portoghese e sotto la Presidenza del Prof. Dott. Arthur Ricardo Jorge della Facoltà di Scienze di Lisbona, presso il quale Istituto il Congresso avrà sede. Il Congresso avrà dodici sezioni e il programma, oltre le sedute ordinarie e di classe, comprende escursioni, ricevimenti ecc., con una gita a Madera e alle Azzorre. Il 21 Settembre si riunirà il Comitato Permanente dei Congressi Internazionale di Zoologia. Il III Centenario del Museo Nazionale di Parigi Dal 24 al 29 Giugno 1935 si svolgeranno a Parigi le feste per la celebrazione del 3° Centenario del Muséum National d’ Histoire Natu- relle (o meglio del “Jardin du Roy,, fadato da Luigi XIH nel 1635), con una solenne seduta alla presenza del Presidente della Repubblica e con altre cerimonie. L’illustre Direttore del Museo, Prof. Paul Lemoine, ha cortesemente trasmesso alla nostra Società l'invito di partecipazione alla simpatica solennità. 13 COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE dn PROF. ADRIAN SCHUSTER Wien NEUE TENEBRIONIDEN (COL.) AUS DER CYRENAICA. V. Herr Dr. Otto Wohlberedt, Triebes, Thiiringen, unternahm im Jahre 1934 eine Reise in die Cyrenaica, besuchte hiebei auch die Oase Kufra und die agyptische Oase Siwa und sandte mir sein ganzes Material an Tenebrioniden, iiber 1200 Stiicke, zur Bestimmung. Er bra- chte ausser vielen bereits bekannten endemischen Arten der Cyrenaica auch neue Formen und Arten mit, deren Beschreibung weiter unten folgt. Vorher mbchte ich einige Arten anfuihren, die aus der Cyrenaica bisher nicht bekannt waren und die auch weder in der grossen Arbeit Dr. Gridellis’ vom Museo Civico di Storia Naturale, Trieste, « Risul- tati Zoologici della Missione inviata dalla R. Società Geografica Italiana per l’esplorazione dell’oasi di Giarabub » in Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, vol. LIV-1930, p. 1-485, noch in der Arbeit desselben Autors « Spedizione Scientifica all’Oasi di Cufra » in denselben Annalen, Vol. LVI, p. 155-258, erwahnt werden und einige Bemer- kungen zu bekannten Arten machen. Fiir die Cyrenaica re sind: Zophosis errans Sol. von Agedabia und Nufilia ('). Pimelia angulosa Ol..von Giarabub. Unter ca. 90 Stiicken der Pimelia consobrina Confalonierit Grid. von Giarabub fand sich 1 Stiick der arngu/osa Ol. (Senegal, Egypten), die von der P. consobrina Luc., die braunschwarz behaarte Mittel - u. Hin- tertarsen hat, durch rostrot behaarte Mittel- und Hintertarsen und uber dies durch die fast glatten Zwischenràume der Fliigeldecken abweicht. Von meinen Senegal-Stiicken weicht dieses Stitck nur durch die fehlende grauweisse Behaarung der Fliigeldeckenseiten ab, die aber ganz abge- rieben sein kann. (1) Nufilia oder Nofilia liegt an der Grossen Sirte, zwischen Sirte und Agheila, also noch in Tripolitanien, aber unweit der Grenze der Cyrenaica. 14 Die Bemerkung Dr. Gridellis* in seiner Giarabub-Arbeit, p. 275, dass seine P. Confalonierii vielleicht mit der angulosa OI. identisch sei, trifft also nicht zu. Zu fir die Cyrenaica bekannten Arten sind folgende neue Fundorte zu erwahnen: Micipsa grandis Kr. 1 Stick von Giarabub. Akis reflexa Gestroi m. 2 St. von Agedabia, die einen deutlichen Ubergang zu Goryi Sol. bilden. Der letzte Fliigeldecken - Zwischenraum hat nur wenige KoOrner. Thriptera Varvasi Sol. von Agedabia und Nufilia. Pimelia derasa Klug von Agedabia. Scaurus puncticollis Sol. Unter 30 St. von Giarabub waren ausser 28 normalen Stiicken, 2 Stiicke mit einer Halsschild - Granulierung fast wie bei Sarbarus Sol.; nur gegen die Seiten der Halsschildspitze sind einzelne freie Punkte. Sie bilden geradezu einen Ubergang von puncti- collis zu barbarus. Die typischen puncticollis haben den Halsschild mit mehr weniger dicht stehenden freien Punkten; die typischen darbdarus die ganze Halsschild-Oberseite dicht verworren AE od keine freistehenden Punkte. Blaps Doderoi m. ist von BI nefzauensis Seidl. durch folgende Merkmale leicht zu unterscheiden (conf. Gridelli, Giarabub, p. 284). S': Der Absturz der Fliigeldecken ist bei Doderoi steiler als bei nefzauensis, der schwanzfòrmige Fortsatz der Fliigeldecken ist bei er- sterer immer sehr kurz, 1 mm., schwach nach unten gebogen, gegen die Spitze verjiingt und weist nur einen ganz kleinen, kaum. merkbaren hiatus auf; bei refzauensis hingegen ist er so wie bei B/ gigas L. ge- bildet, betràchtlich linger, gerade, parallelseitiv und mit spitzwinkeli- gem hiatus. Die Hinterschienen sind bei Doderoi viel stàrker gekriimmt als bei nefzauensis. 9: Der Fltigeldeckenabsturz ist bei Doderoi stàrker und weist nur. einen ganz kleinen, kaum '/, mm. langen, kaum merkbaren Fortsatz auf; der Halsschild ist im Verhàltnis zu den Fliigeldecken auffallend Klein; die Fliigeldecken sind, der Quere nach, staàrker gew6lbt, nicht bauchig, sondern fast parallelseitio. Bei refzazensis ist der schwanzfOrmige Fortsatz mindestens 1 mm. lang, deutlich ausgepragt und die Fliigel- decken sind bauchig erweitert. Beiden Geschlechtern der Doderoi gemeinsam ist die mehr minder deutliche Furchenbildung der Fliigeldecken - Oberseite. Ich habe 1 © von Cirene, das Furchen aufweist wie 2/. polychresta Forsk. Ich lasse nun die Beschreibung der neuen Rassen und Arten folgen, 15 moOchte aber diese Gelegenheit beniitzen, um Herrn Dr. Wohlberedt fiir die freundliche Uberlassung zahlreicher Belegstiicke, auch der Unica, meinen herzlichsten Dank zu sagen. Ebenso Herrn Dr. Gridelli, Trieste, der so gitig war, mir beziglich einiger Tiere, die ich ihm zur Ansicht sandte, seine Meinung mitzuteilen. Scaurus vicinus ssp. vicinoides ssp. n. Ich erhielt schon vor vielen Jahren Stiicke dieser Rasse von Derna (Dr. Klaptocz leg.) und Bengasi, spater von Kriiger 1 Stick von Soluch und jetzt von Dr. Wohlberedt von Cirene, Tobruch und Agedabia die mir alle durch die Fiihler aufgefallen waren, die andets gebildet sind wie bei vicinus Sol. aus Spanien, Calabrien, Al- gerien, Tunesien und Tripolitanien. ('‘) Bei letzteren sind die Fiihler lang, die Basis des Halsschildes iiberragend, die Glieder 4 - 10 1'/; bis 1°/, mal so lang als breit, das Endglied sehr lang, gestreckt, von der Mitte an verengt, zugespitzt. Bei vicinoides, der anscheinend nur in der Cyrenaica vorkommt, zeigt die Fùhlerbildung sozusagen ein Mittelding zwischen der der Scaurus mit langen und jener mit kurzen Fiihlern. Die Fiihlerglieder sind nicht so lang wie, z. B., bei vicinus, aber auch nicht so kurz wie, z. B., bei uncinus Forst. Die Ftihler erreichen die Basis des Halsschildes nicht, die Glieder 4-10 sind hòchstens 1!/, malso lang als breit und das End- glied ist viel kirzer als bei vicinus, und schon vom ersten Drittel an verengt. Die Flugeldecken sind kirzer und breiter als bei vicinus, ha- ben gut ausgebildete Schultern und, von oben gesehen, eine breitere, stumpfere, abgerundete Spitze. I Von vicinus distinctus Sol. unterscheidet sich vicinoides ebenfalls durch kiirzere Fiihler und die kiirzeren, breiteren, gew6lbteren Fliigel- decken. Stirn so wie der ibrige Kopîf, ziemlich dicht, grob punktiert. Halsschild, auf der Scheibe fein, gegen die Seiten und die Basis stàrker punktiert; Seiten - und Schulterrippe, von oben gesehen, an der Basis frei sichtbar; Schulterrippe stark, gleichmassig bis zur Basis reichend; Riickenrippe schwacher, bis liber die Mitte reichend und gegen die Basis allmahlich verschwindend; Zwischenràume mit mehr minder deu- tlichen Reihen grober Punkte, zwischen den Punktreihen mit unregelmàs- sig gereihten feinen Punkten. Vorderschenkel des 7 mit starkem, ge- (1) Ich habe 1 Stiick von Homs. 10 bogenem Innenzahn und kleinem Aussenzahn, Vorderschienen des. Sg gekriimmt, an der Basis schwach erweitert, im ersten Drittel im flachen Bogen ausgerandet, dann zur Spitze ziemlich gleichbreit. Das 9 hat einen kleinen, spitzigen Innenzahn der Vorderschenkel und schwach gekrim- mte, an der Basis schwach ausgerandete Vorderschienen. Alle diese Merkmale weist auch vicinus f. typ. auf, nur reicht die Ritckenrippe blos bis zur Mitte und verschwindet dann vollig. Long.: 13-21 mm. Cyrenaica: Derna, Bengasi, Tobruch, Cirene, Soluch. Pimelia obsoleta ssp. nitida n. ssp. . Diese mir bisher nur von Agedabiaim Westen der Cyrenaica, sU- dlich von Bengasi und von Soluch, siidostlich von Bengasi und nòrdlich von Agedabia bekannt gewordene Rasse der /. obsoleta Sol., macht den Eindruck einer eigenen Art, stimmt aber in den Hauptmerkmalen mit der obsoleta iberein, sodass ich sie nur als Rasse dieser stark va- riierenden Art ansehen méchte. Sie hat folgende Eigenschaften mit der typischen obsoleta gemein- sam: Die Hintertarsen sind auf der Unterseite des ersten Gliedes kurz und nur an der Spitze lang behaart (die lange Behaarung der Mittel - und Hintertarsen ist sehr haufig ganz abgerieben, was aber bei den meisten, nicht ganz frischen Stiicken dieser Gruppe der Fall ist; ebenso ist die feine, weissliche Behaarung der Hinterseite der Mittel - und Hin- terschienen abgerieben); der Halsschild ist nicht herzf6rmig; die Fliigel- decken weisen eine schwache erste, eine stàrkere zweite Dorsalrippe und eine starke Schulterippe auf; keiner dieser Rippen ist glatt; eine lange abstehende Behaarung der Fliigeldecken fehlt. Durchaus verschieden ist aber der Bau der Fliigeldecken und die Form der Dorsalrippen. Die typische obsoleta Sol. hat eifbrmige, bauchige, ziemlich stark gewòOlbte Fliigeldecken mit angedeuteten Schultern, die Dorsalrippen treten wenig hervor; die Rasse Wo//beredti m. aus Tripolitanien hat gar keine Schultern, die Seiten der Fliigeldeken bilden einen konti- nuierlichen Bogen von der Basis bis zur Spitze, die zweite Rippe ist gewOhnlich nur hinten durch schwache Kòrner angedeutet. . Die neue Rasse, die ich rifida nenne, hat einen starken Glanz der viel flacheren Oberseite, die Fliigeldecken sind fast regelmassig vier- eckig; die Dorsalrippen, besonders die zweite und die Schulterrippe sind stark erhaben, infolgedessen die Zwischenràume mehr minder stark 17 konkav (am staàrksten der dritte). Es gibt einzelne Stiicke, die am Fliigel- deckenabsturz in dem hintersten Teile der Zwischenriume und auf dem umgeschlagenen Teile der Fligeldecken eine niederliegende braune Behaarung zeigen. Sénac erwahnt in seiner Pimelia - Monographie I., pag. 73 und 74, dass auch bei der typischen obsoleta mitunter die aussersten Teile der Fliigeldecken mit einer niederliegenden braune Be- haarung bekleidet sind. Ich erhielt diese Rasse vor Jahren von Soluch und hatte sie als obsoleta ssp. n. vorlàufig weggesteckt und jetzt in ca. 150 von Dr. Wohlberedt gesammelten Stiicken von Perdabia Long, 19 - 25 mm. Ich sah tbrigens in der Ausbeute Dr. Wohlberedts 2 Stiicke, eben- falls von Agedabia, die mit der typischen obsoleta ibereinstimmen. Es ist leider nicht festzusstellen, wo, in der Umgebung von Agedabia, . die typischen obsoleta und wo die Rasse rifida gefangen wurde. Pimelia (Piesterotarsa) fulvovillosa n. sp. Schwarz, matt (abgeriebene Stiicke etwas seidenglinzend), die Seiten des Halsschildes und die Fliigeldecken, bei reinen Stiicken, zottig braun- gelb behaart; vom Habitus der . sericea Ol., aber die Fliigeldecken weniger gewòlbt, kiirzer und breiter als bei dieser. Kopf mit einzel- nen groben Punkten, Kopfschild vorne dichter und gròber punktiert. Fiihler die Basis des Halsschildes ilberragend. Halsschild 1?/ mal so breit als der Kopf und beilaufig so breit wie eine Fliigeldecke, halb so lang wie breit, hinter der Mitte am breitesten, an den Seiten gerundet, zur Spitze mehr verengt als zur Basis, nur an den Seiten mit zerstreu- ten Kòrnern, die Mitte der Scheibe gew6hnlich mit wenig dichten groben Punkten; an den Seiten der Scheibe, dort wo die Kornelung beginnt, mit sehr dichten, sehr feinen Punkten. Es kommen aber Stiicke vor, bei denen sich die dichte, feine Punktierung iiber die ganze Scheibe ausdehnt. Das reinste mir vorliegende Stiick weist die zottige braungelbe Behaarung nur an den Seiten auf, so dass die Scheibe frei bleibt. Bei anderen Stiicken ist die Behaarung mehr minder abgerieben und fehlt schliesslich ganz. Ebenso gut ist es natùurlich mOglich, dass bei frischen Stiicken die ganze Halsschild - Oberseite dicht behaart ist. Fliigeld e- cken fast quadratisch, schwach gewòlbt, an den Seiten schwach ge- rundet, Fliigeldeckenabsturz im Profil nicht sehr steil, mit deutlichem schwanzformigen Fortsatz; die ganze Oberseite mehr minder dicht zottig braungelb, mitunter grauweiss behaart; haufig stark oder ganz 18 abgerieben. Auf den Fliigeldecken ist bei abgeriebenen Stiicken mehr minder deutlich eine chagrinartige Skulptur bemerkbar, etwa wie. bei Akis Genei Sol., die den seidenartigen Glanz hervorruît. Der umge- schlagene Teil der Fliigeldecken, zwischen Randrippe und Epipleuren - ist; bei reinen Stilicken, ebenfalls ziemlich dicht, fein braungelb behaart. Randrippe aus kleinen Zihnen bestehend, Schulterrippe erhaben, vot der Spitze verschwindend, riickwarts mit dichten, gegen die Basis mit vereinzelt stehenden langlichen K6rnern; die zweite Dorsalrippe schwa- cher erhaben, aus einzelnen runden Kérnern bestehend, so wie die erste Dorsalrippe am Fliigeldeckenabsturz verschwindend, auf der hin- teren Halfte der Scheibe wenig dicht, gegen die Basis aus einzelnen, weit von einander entfernten Kòrnern gebildet; die erste Dorsalrippe noch schwéacher ausgeprigt und nur aus wenigen runden K6Ornern be- stehend. Mitunter sind die Kòrner der Rippen zugespitzt und zahnartig nach hinten gerichtet. Die Zwischenràume sind untereinander ziemlich gleich breit; der zweite und dritte, mitunter auch der erste, schwach konkav; mit einer unregelmassigen Reihe gròsserer Kàrner, die aber kleiner sind als die der Rippen und zerstreuten kleinen Kòrnern. A b- domen dicht gek6rnt, aus jedem Kòrnchen ein dunkles Haar entsprin- gend. Mittel- und Hintertarsen zusammengedriickt, oben lang schwarz behaart, unten kurz, gegen die Spitze der Glieder dichter be- borstet. Hinterseite der vier hinteren Schienen und Seitenrinne der Vorderschienen, bei reinen Stiicken, mit braungelber, feiner, kurzer Behaarung. Long. 18 - 23 mm. Cyrenaica: Agedabia (leg. Wohlberedt) und Soluch (leg. Kriiger). Die Art kommt zusammen mit .P. obsoleta ssp. nitida m. vor und ist, wenn die braune Behaarung noch vorhanden ist, leicht durch diese zu unterscheiden. Ist die Behaarung aber ganz abgerieben, so bildet die dichte, feine Punktierung an den Seiten der Halsschildscheibe eine sichere Unterscheidungsméglichkeit, denn die obsoleta nitida hat die Scheibe nur zerstreut, ziemlich grob punktiert; eine feine, dichte Pun- ktierung fehlt. Ich mochte die neue Art neben P. sericea Ol. stellen, von der sie sofort dadurch zu unterscheiden ist, dass sericea den Halsschild auch auf der Scheibe mit glinzenden Kòrnern besetzt hat; auch die Flùgel- decken weisen eine ganz andere Kérnelung auf: P. Doumeti Sén., papulenta Rche., granulata Sol. und kh: Rche. unterscheiden sich ebenfalls durch die vollstàndige Kòrnelung des Hals- schildes und Prophetei Sén. iiberdies durch die stark gekOrnelten Fligeldecken. 19. Pimelia (Piesterotarsa) seminuda n. sp. Schwarz, matt, kahl, nur, mitunter, am Absturz und auf dem letz- ten Teile der umgeschlagenen Seiten der Fliigeldecken fein greis be- haart; vom Habitus der P. consobrina Luc., aber weniger stark der Quere nach gewòlbt; kurz eifòrmig. Kopf an den Seiten und vorne zerstreut grob punktiert, auf der Stirne und dem Scheitel fast glatt, nur mit einzelnen feinen Punkten. Fuhler die Basis des Halsschildes iberragend, mit wenigen feinen, weissen Harchen, an den Seiten kurz, dunkel beborstet. Halsschild 1!/, mal so breit wie der Kopf und halb so breit wie die Fliigelde- cken, die Oberseite sehr zerstreut gekOrnelt, die Mitte der Scheibe mit einer fast glatten Langslinie, auf der gew6hnlich ein kurzer Kiel vor- handen ist; die grOsste Breite hinter der Mitte, an den Seiten gerundet, zur Basis schwach, zur Spitze stàrker verengt, die Aussersten RaAnder und die Episternen der Vorderbrust mitunter mit sehr feiner, nieder- liegender greiser Behaarung. Fliigeldecken kurz eifòrmig, breit, mit deutlichen Schultern, der Quere nach nicht stark gewélbt, auf der Scheibe schwach abgeflacht; an den Seiten gleichmàssig gerundet. Fliigel- deckenabsturz nicht sehr steil, mit deutlichem, kurzem schwanzfòrmigem Fortsatz. Randrippe mit kleinen Zahnchen, vor der Spitze verktrzt; Schulterrippe aus einzelnen, weit von einander entfernten, grossen Hò- ckern bestehend, die hinten spitz. nach riickwarts gerichtet sind; die zweite Dorsalrippe Ahnlich gebildet, nur sind die Hòcker etwas kleiner und dichter; die erste Dorsalrippe nur aus wenigen, kurz vor der Basis verschwindenden, noch kleineren HoOckern gebildet und, ein kurzes Stiick vor der Spitze, mit der Schulterrippe zusammenstossend. Die Zwischenràume haben eine unregelmassige Reihe von K6©rnern, die etwas kleiner sind als die der Rippen und dazwischen gestreute ganz kleine K6rner. Die umgeschlagenen Seiten der Fliigeldecken mit. zer- streuten kleinen und kleinsten Kòrnern. Abdomen fein, anliegend, braungelb behaart, fein gekòrnt; zwischen der Kornelung der ersten zwei Sternite mitunter mit lederartiger Chagrinierung. Mittel - und Hintertarsen zusammengedriickt, oben und unten, auch das ganze erste Glied, mit langer, dunkelbraunroter Behaarung. Hinterschienen auf der Hinterseite mit Rudimenten einer feinen, weissen Behaarung. (Dieses Merkmal verdient keine besondere Beachtung, weil diese Be- haarung sehr oft ganz abgerieben ist). Long. 20 - 24 mm. 20 Tripolitanien: Nufilia (leg. Wohlberedt), unweit der Grenze der Cyrenaica. 3 Die zusammengedriickten Mittel - und Hintertarsen mit dunkler, langer Behaarung und die gewòlbten Fliigeldecken verweisen die Art in die Verwandtschaft der /. consobrina Luc.., von der sie sich durch die matte Oberseite, die viel geringere Wéòlbung der breiteren Fligel- decken, die deutliche Schultern, eine ganz andere Skulptur und weniger steilen Absturz aufweisen, unterscheidet. Hinsichtlich der Wolbung der Fliigeldecken bildet die Art einen Ubergang zwischen den Arten der tenuicornis und jenen der consobrina - Gruppe. Die ersteren sind auf der Scheibe flacher, die letzteren gewòlbter. Die iibrigen Arten dieser Gruppe: retrospinosa Luc., confusa Sén. und angulata F. kònnen zum Vergleich gar nicht herangezogen werden. Pimelia (s. str.) gracilis n. sp. Schwarz, kahl, matt, vom Habitus der P. orientalis Sén. oder der errans Mill. Kopf zerstreut gekòrnelt, nicht punktiert; nur der Kopf- schild vorne mit grossen, grubigen Punkten. Fiihler schlank, mit ge- streckten Gliedern, Glied 9 so lang wie breit, Glied 3 - 5 ohne lange Haarbewimperung; die Basis des Halsschildes erreichend. Halsschild wenig breiter als der Kopf und als eine Fliigeldecke, gewòlbt, an den Seiten schwach gerundet, zur Spitze mehr verengt als zur Basis, sehr schwach herzfòrmig; Vorderseite in der Mitte schwach ausgerandet, mit stumpf verrundeten, schwach vorspringenden Vorderwinkeln; Hin- terseite gerade, mit recht - oder schwach stumpfwinkeligen Hinterwin- keln. Scheibe in weitem Umfange fast glatt, nur vereinzelt sehr fein punktiert, ganz an den Seiten dicht gekòrnelt. Episternen der Vorder- brust zerstreut gekòrnelt. Prosternalfortsatz nicht tiber die Vorderhtiiften verlingert, stumpf verrundet. Fliigeldecken kurz und breit eiformig, schwach gewélbt, an den Seiten schwach gerundet, zur Spitze etwas bauchig erweitert, der Fliigeldeckenabsturz mehr minder steil, ohne schnabelfòormigen Fortsatz; ohne Schultern; die Randrippe gekerbt, bei grossen Stiicken zur Spitze gezàhnt, die Schulterrippe und 2 Dorsalrippen stark erhaben. Die Schulterrippe aus linglichen Tuberkeln gebildet, die durch Einkerbungen geschieden sind, knapp vor der Basis und kurz vor der Spitze aufhòrend; die zweite Dorsalri ppe vorne bis zur Basis rei- chend, riickwarts kiirzer als die Schulter - und die erste Dorsalrippe, aus aAhnlichen langlichen Tuberkeln gebildet, die vorne breit unterbro- chen sind; die erste Dorsalrippe vorne bis zur Basis reichend, riickwarts 21 verkurzt, aus langlichen Tuberkeln bestehend. Wenn man sich die erste Dorsalrippe etwas verlangert denkt, wiirde sie mit der nach innen gebo- genen Schulterrippe zusammentreffen. Die Dorsalrippen und die Schul- terrippe differieren bei den einzelnen Stiicken hinsichtlich der Dichte der Tuberkeln, indem deren Zwischenràume gròsser werden. Ge- wOhnlich sind die langen Tuberkeln nach riickwarts etwas gehoben und brechen plòtzlich ab. Die drei inneren Zwischenràume haben in der Mitte eine unregelmassige Reihe mittelgrosser, glanzender KéGrner, die zur Spitze kleiner werden; ausserdem ziemlich zahlreiche kleine Kérner. Der Zwischenraum zwischen Schulter - und Randrippe ebenfalls mit einer unregelmassigen Reihe mittelgrosser KOrner, die, bei kleinen Stiicken, kaum bis zur Mitte, bei grossen bis iiber die Mitte reicht; aus- serdem mit zerstreuten kleinen K6Ornern, die auf der hinteren Halfte ziemlich dicht stehen. Abdomen dicht gek6òrnt. Mittel - und Hin- tertarsen nicht zusammengedriickt, kurz, schwarz beborstet. Alle Schenkel grob gekOrnt. Mittelschienen gefurcht, an der Spitze mit kur- zem Einschnitt, die hintere Randkante nicht nach innen geschwungen. Der gròssere Endsporn der Hinterschienen nur wenig kiirzer als das erste Tarsenglied.. Long. 16!/, - 20 mm. Cyrenaica: Derna (Kriiger und Wohlberedt leg.) Die Art gehòrt in die naichste Verwandtschaft der P. bergasiana m., von der sie sich durch die Skulptur und Form der Fliigeldecken unterscheidet: P. dergasiana ist breit eifbrmig, die Dorsalrippen be- stehen bei Stiicken von Bengasi aus sehr grossen, ziemlich weit von einander entfernten, fast runden Pusteln, bei Stiicken von E/ Abdzar sind die Pusteln etwas in die Lange gezogen; die Zwischenràume weisen zerstreute ziemlich grosse und kleinere KOrner auf. P. gracilis ist lang eifòrmig, hat stark erhabene, scharfe Rippen mit langen Tuberkeln, die, besonders bei der ersten Dorsalrippe, die Tendenz zeigen, kielformig zusammenzufliessen; die Zwischenràume haben ausser den zerstreuten kleinen Kòrnern eine etwas unregelmassige Reihe mittelgrosser KOrner. Die Stiicke der /. gracilis von Derna, es liegen mir gegen 30 Stiicke vor, differieren untereinander sehr wenig. Es ware aber immer- hin mOglich, dass an anderen Orten Tiere gefunden werden, die einen Ubergang zur P. bengasiana bilden. Dann miisste P. gracilis als Sub- species von dergasiana aufîgefasst werden. 22 GIOVANNI BINAGHI — APPUNTI SUGLI ELATERIDI ITALIANI Il. Hypnoidus (Cryptohypnus) Novaki n. sp. SJ Elongatus, subdepressus, tenuissime flavo - pubescens, articulis antennarum I, II, pedibusque flavis; pronoto longitudine latitudinem aequante subtilissime ac sparsim punctato, angulis posticis haud divari- catis, carinatis; elytris dorso depressis, lateribus subparallelis; tenuiter striatis, striis externis obsoletis. Antennae pronoti basim attingentes. — Q Antennis brevioribus, elytris amplioribus. Inter tenuicornis Germ. et quadripustulatus F., ab ufroque differt aedeago ut effingitur. Nel raggruppamento sistematico adottato nel Catalogo Winkler . pel sottogenere Cryptohypnus Germ., la nuova specie forma col ferzi- cornis Germ. un gruppo omogeneo pei nuovi caratteri dell'armatura genitale. Osservando particolarmente nei parameri la posizione dei pori setigeri e la cordiforme sinuosità del lobo mediano, si è indotti ad avvicinare le due specie, nonostante presentino agli angoli posteriori del pronoto differenze notevoli (Fig. 4 - 5). Ig Cd nelle dimensioni ricordano il quedripustulatus F., è però facile distinguerli per la forma del corpo a lati quasi paralleli. Già Mme J. Levtshuk nel T. XXIV (1930) N° 3 - 4 della « Revue Russe d’Entomologie » a p. 150, n. 29, dà il disegno dell’armatura genitale del quadripustulatus F., ma non essendo segnata la posizione dei pori setigeri subapicali dei parameri, ritengo utile raffigurare tale ar- matura ex novo (Fig. 6). Ne risulta che l'organo copulatore della nuova specie si differenzia principalmente per la già accennata caratteristica del lobo mediano. SJ Corpo allungato a lati subparalleli, verde oliva scuro, ricoperto da una fine pubescenza giallognola che sul pronoto assume un aspetto setoso. Trocanteri, tibie, primi 3 articoli dei tarsi, I e II articolo delle antenne ferruginei; vertice degli angoli posteriori del pronoto, callo omerale e margine apicale del pigidio rosso - ruggine. Capo con punteggiatura spaziata, più fitta ed intercalata da piccole rughe longitudinali nella impressione transversale presso l’epistoma. Epistoma con punteggiatura spaziata, a margine ferrugineo. Carena fron- ‘tale lucida, arcuata. Occhi normali, sporgenti. 23 Antenne raggiungenti il vertice degli angoli posteriori del pronoto, con finissima pubescenza giallo chiara, I articolo notevolmente più grosso dei seguenti, lungo circa il doppio della lunghezza, II obconico, lungo circa la metà del primo, II appena più lungo del secondo, obconico, IX-X subtriangolari, solo di poco più lunghi del terzo ma più brevi del primo, XI lungo quanto il primo ad apice ogivale. \ A di Aedeagi di Hypnoidus (circa 60 X) Fig. 1. H. riparius F., Alto Adige: Casere. - Fig. 2. H. maritimus Curt., I ombardia: Laghi Gemelli, Val del Brembo (Bergamo) - Fig. 3. 7. a/gidus Sahlb., Norvegia: Miinster Dovre. Pronoto tanto largo quanto lungo, ristretto in avanti, a superficie lucida, con punteggiatura spaziata sul disco, un po’ più fitta ai lati. Angoli posteriori carenati a vertici arrotondati non divergenti; la carena svanisce un po’ prima della metà del pronoto. Pubescenza giallognola, setosa, senza precisa direzione. Scutello depresso al piano delle elitre; a lati paralleli; ogivale nella metà posteriore; troncato in linea retta in avanti; punteggiato, pubescente. 24 Elitre appiattite al dorso, subparallele, con pubescenza più robusta non setosa, diretta all’ indietro; ognuna percorsa da 5 strie solo accen- nate, delle quali la 4* e la 5* appena evidenti nel mezzo, le restanti (6* - 8*) obsolete. Interstrie piane a puntegiatura spaziata, superficie lucida. Callo omerale e margine apicale rosso - ruggine. Epipleure complete, ampiamente ripiegate lungo il margine delle elitre sino al prolunga- mento distale delle lamelle delle anche posteriori, ristrette poi in breve curva sino all’ apice. Mento breve, fortemente arrotondato con punti vicini, ampi ma non profondi, Prosterno con debole punteggiatura molto spaziata, fondo lucido, solchi antennali semplici, leggermente arcuati, punta prosternale acuta a lati paralleli, con superficie granulosa; apice rosso - ruggine. Epimeri del mesotorace non raggiungenti la cavità delle anche intermedie. Metasterno a punteggiatura pure debole e spaziata, super- ficie lucida, senza impressioni o fossette. Zampe ferruginee, pubescenti, femori infoscati nel mezzo, primi 4 ar- ticoli dei tarsi di lunghezza decrescente, 5° esile, lungo circa quanto il 1°. Anche posteriori a lame ristrette in dolce curva verso la parte esterna. Addome convesso, pubescente, con punteggiatura meno spaziata del metasterno, verde oliva scuro, pigidio a margine rosso - ruggine. Lung. mm. 3,9 - 4,4; largo. mm. 1,2 - 1,5. O Corpo coi lati più arcuati che nel g", meno slanciato; antenne più corte, non raggiungenti il vertice degli angoli posteriori del pronoto. Lung. mm. 4,5 - 4,9; larg. 1,5 - 1,7. In un lotto d’ Elateridi che cortesemente mi inviò il Signor Novak di Spalato, noto 13 esemplari di questa specie, che con piacere dedico all’ egregio entomologo. Venne raccolta a San Michele, in provincia di Trento, nel. giugno del 1901. Non ho potuto confrontare la nuova specie con esemplari del boreaphilus Thomson ma ne ho consultato la descrizione procuratami dal Dottor Capra con l’ abituale sua cortesia. Pure dovendo avere affi- nità col doreaphilus ne deve differire per la punteggiatura spaziata del pronoto, che per contro il Thomson definisce « dense et subtilissime punctato »; per la proporzione degli articoli Il e III delle antenne «2° elongato tenui, quam 3° haud latiore sed sesqui longiore » mentre nel Novaki mihi sono circa della medesima lunghezza, così per gli angoli posteriori del pronoto « acutis subdivaricatis», paralleli ed 25 arrotondati ai vertici invece nella nuova specie. L’ uno della Lapponia, l’altro proveniente dal Trentino. * * * Nel cercare la giusta posizione sistematica della nuova specie è occorso esaminare le specie che potevano presentare affinità con essa. Mi è stato così possibile compiere le seguenti constatazioni: 1° Nel catalogo Winkler Il’ a/gidus Sahlb. viene posto nel gruppo del pulchellus L. (aedeago fig. 7). Ciò non può essere, appartenendo questa specie senza alcun dubbio, come già giustamente veniva posta dal Reitter, al raggruppamento del marifimus Curt. e per la mancanza / Aedeagi di Hypnoidus (circa 80 X) Fig. 4. H. tenuicornis Germ., Ungheria (esempl. della collez. H. du Buysson). - Fig. 5. H. Novaki n. sp., Trentino : San Michele. - Fig. 6. H. quadripustulatus F., Danzica Miiggenhahl. - Fig. 7. 77. pulchellus L., Trentino: San Michele. di carene nelle interstrie delle elitre e pel pronoto a punteggiatura semplice. L'esame dell’armatura genitale della specie ne conferma la posizione sistematica per la lineare disposizione dei 4 pori setigeri al mar- gine subapicale esterno dei parameri e per la conformazione lanceolata del lobo mediano (Fig. 3). 26 2° Merita rilievo la simile posizione dei 3 pori setigeri subapicali dei parameri, posti ai vertici d’ un triangolo ideale nelle specie: ferus cornis Germ., Novaki mihi e quadripustulatus F. (Fig. 4-5-6). Rap- presentano queste nel genere /Hyproidus (Hypolithus Eschr.) un omo- geneo raggruppamento naturale. 3° A complemento merita pure essere segnalato che le armature genitali delle specie rivularius Gyll., frigidus Kies., consobrinus Muis hanno tutte lo stesso carattere notato nel riparius F. che considero specie genotipica (Mypnoidus s. str.), essendo la prima conosciuta del gruppo. Presentano cioè un solo poro setigero nella porzione suba- picale dei parameri, come appare nella fig. 1, carattere che le distingue nettamente dalle restanti specie. Risulta da quanto è stato esposto che il genere //ypnoidus si compone di varii gruppi eterogenei che meritano essere analizzati per stabilire i giusti valori subgenerici ed i relativi raggruppamenti specifici. È questo quanto intendo compiere non appena il materiale radunato mi permetterà uno studio proficuo. Ring:azio i Signori Prof. Méquignon e Prof. Jeannel che gentilmente mi inviarono in esame alcuni esemplari della collezione H. du Buysson. * * * Cardiophorus ruficollis L. Segnalo la cattura in Italia di questa specie posta nel Catalogo Luigioni nell'elenco delle specie di dubbia provenienza 0 determinazione. Un esemplare raccolto dal Signor Dodero retinando le erbe a Campo Tures (Alto Adige) in luoghi sabbicsi nell’ VIII - 1934 ed uno da me preso nello stesso mese e nella stessa località. L. BOLDORI ANIMALI CAVERNICOLI IN SCHIAVITU' Il (!) Posteriormente alla breve comunicazione fatta in occasione del I° Congresso speleologico nazionale, ho raccolto altre notizie e risultati nei miei allevamenti di cavernicoli; di essi riferirò nelle pagine che se- guono, Devo innanzitutto precisare un dato, che, nella precedente nota, ho enunciato in modo inesatto. La temperatura è stata espressa in gradi Réaumur e ciò unicamente perchè secondo questo sistema era (1) 1933 - Boldori L. Animali cavernicoli in schiavitù - Atti del I° Congresso speleo- logico nazionale, Trieste, pag. 190 - 193 546 regolato il termometro usato. Per meglio indicare il variare della temperatura della nicchia degli allevamenti, dò qui di seguito alcuni dati (ridotti in centigradi). Temp. esterna Data Temp. interna all'émibra 10 - XI. - 1931 12 14 t0=* DE-- 4952 2 2 25 - VIII - 1932 20 20 p0i- = +-1993 __ 4 z 13 - VIII - 1933 19 SEL 22: IH 1933 3 -5 12 - VII - 1934 19 28 Questi i dati massimi e minimi, e tali temperature potrebbero sembrare poco favorevoli quando non si pensasse che esse rappresentano delle eccezioni, mentre in realtà la media estiva si aggirò sui 14° e quella invernale sui 7° e che il variare delle temperature avvenne al- l'interno sempre gradatamente per il lento ricambio dell’aria. Nettamente sfavorevole invece continuò a manifestarsi l infiltrazione dei Lifhobtus, che aprirono larghi vuoti fra gli animali in allevamento. Per constatare in modo sicuro le specie riprodottesi ed acclimatatesi ho provveduto, nella primavera del corrente anno, alla quasi completa essiccazione dell’ argilla, raccogliendo in tale occasione le seguenti specie: Hyalinia sp., Philoscia cellaria Dollfus, Porcellio sp., Androniscus Boldorii Strouhal, Roncus lubricus L. K., Allochernes phaleratus Sim., Heteromurus nitidus Templ., Lepidocyrtus curvicollis Bourl., Onychiurus fimetarius Auct., Trechus Fairmairei Pand., (quest’ultima sia allo stato larvale che immaginale) (') Particolarmente numerosi apparirono 7rechus Fairmatrei Pand., certo provenienti dalle argille del Buco del Budrio (71 Lo), della Laca di Montorfano (29 Lo), e dal Lachetto di Monte Alto (120 Lo), Ardro- niscus Boldorii Strouhal, trasportato dal Buco del Frate (1 Lo) fin dal 1931; il collembolo Hetferomurus nitidus Templ., originario del Buco del Frate (1 Lo), Buco del Budrio (71 Lo) e Buco Coalghes (116 Lo) ed infine il chernete Rorncus /ubricus L. K., pure esso proveniente dal (1) Ringrazio gli amici dott. Beier, Brian e Denis per le continue cortesi determina- zioni dei materiali loro sottoposti. 28 Buco del Frate (1 Lo). Delle altre specie dirò solo che, escluso PA//o- scia e Porcellio, endemiche della cantina, e Onychiurus fimetarius Auct. e Hyalinia sp., che con molta probabilità pure pervengono dal Buco del Frate (1 Lo), occorrerà fare ricerche prima di poter dire l’ origine di Allochernes e Lepidocyrtus: e ciò perchè Allochernes non mi è noto di caverne lombarde, mentre, per Lepidocyrtus, si può avanzare l’ ipotesi della sua provenienza dal Paitonese (Buco del Frate - 1 Lo), essendo altra volta stato raccolto in 1 esemplare in altra grotta della stessa zona (Baratro del M. Budellone 134 Lo). Nel complesso si rileva però il predominio delle forme faunistiche del Buco del Frate (1 Lo), cosa comprensibile, d’altra parte, per il fatto che la maggior parte dell’ argilla proviene da quella grotta. Credo utile aggiungere, su qualche specie, qualche altra osservazione: Hyalinia sp. - Credo trattarsi della sp. Villae Mort. frequente al Buco del Frate (1 Lo). In schiavitù dimostra di riprodursi benissimo, sebbene ciò non avvenga su larga scala per le falcidie che ritengo portate dai Lifhobius e, nei primi stadii, forse, anche dai 7rechus. Androniscus Boldorii Strouhal. - La specie appare ormai perfetta- mente acclimatata. Gli esemplari sono però tutti bianchissimi e, come ho già accennato nella nota precedente, non rivelano traccia della colorazione rosso vinosa. Roncus lubricus L. K.- Difficilmente rintracciabile all'esame super- ficiale, si rivelò numeroso attraverso l’ essiccamento del terriccio. In un allevamento promiscuo con 7yrechus sembrami essere sparito, il che farebbe supporre che, malgrado le forti chele, soggiaccia alle mandibole del trechino. Heteromurus nitidus Templ.- Nell’ allevamento promiscuo il grado di frequenza di questo collembolo non è troppo evidente, ma in un allevamento speciale, fatto in vaso chiuso, contenente argilla dell’ alleva- mento promiscuo con fauna di 7rechus, Hyalinia, Roncus, e Androniscus, il collembolo si è sviluppato in modo incredibile: decine e decine di individui corrono le pareti del vaso, alle quali restano anche appiccicate le spoglie di muta. Il collembolo manifesta una voracità sensibile: pezzetti di carne od altro cibo offerto spariscono, è la parola giusta, in poco tempo. Da notarsi il fatto che i Rorcus sembrano scomparsi, le //yalinia si sviluppano stentatamente e così gli Androniscus. Nessuna osserva- zione particolare si può fare invece per ora sui 7rechus, ma, per i fatti suaccennati, pare naturale la domanda: I collemboli in gran numero favoriscono od ostacolano lo sviluppo dell’altra fauna? Logicamente si dovrebbe propendere per la prima ipotesi, ma la scarsa riproduzione 29 di Androniscus, cosa insolita per gli allevamenti difesi da Li/fhobius, potrebbe anche far pensare che i, relativamente, grossi Heteromurus possano attaccare e distruggere le prime forme di altri artropodi. È però questa una semplice ipotesi, basata su un solo allevamento e che quindi va presa con beneficio d'inventario. Irechus Fairmairei Pand.- Avevo cercato di evitare l immissione, nello allevamento, di questo trechino, ma un giorno me lo sono visto gironzolare anche nell’ allevamento, nel quale ormai è riprodotto e pre sente in ogni stagione. >» * * A questo punto potrebbe essere interessante un elenco delle specie rinvenute nelle grotte d’origine delle argille, ma troppo difficile sarebbe affermarne la sicura presenza nelle argille asportate. Per ora mi pare solo si possa mettere in rilievo che, malgrado certa immissione non si sono riprodotti nè l’ Ardroniscus dentiger Verh. nè il Trichoniscus Mancinii Brian. Altrettanto potrebbe dirsi di Arfisphodrus Boldorit Dod. più volte immesso in numero e sempre gradatamente scomparso. La causa di sparizione di questo coleottero è pur sempre ignota: trattasi di spontanea evasione verso le condutture delle materie luride della casa? Trattasi di distruzione per parte dei Liftobius? Non so dirlo. Posso solo aggiungere che, avendo il 15 luglio 1934 posto ben 22 Antisphodrus in un recinto che credevo sufficentemente chiuso, dopo poco più. di un mese (22 - VIII - 1934) non restavano nel recinto stesso che alcuni esemplari morti, mentre un esemplare vagava all’esterno. Per contro il 29-X dello stesso anno osservavo vagante un esemplare evidentemente immaturo, il che farebbe pensare ad avvenuta riproduzione. Se, lasciati liberi, gli Arfisphodrus per una causa o per l'altra si perdono, non così avviene negli allevamenti in piccoli terrarii chiusi. - Il 18 gennaio 1934 mi arrivavano da Postumia, inviatimi dall’amico dott. Anelli, 15 esemplari di Anzisphodrus Schreibersi Kiist. Messi in. terrario, con argilla evidentemente troppo umida, 1’ 1} Marzo apparivano tutti coperti di fango e malconci. Praticai allora un procedimento al quale certamente i cavernicoli non sono abituati: un buon bagno con brusca e striglia! Con un pennello ruvido li lavai accuratamente, uno per uno, per poi passarli fra fogli di carta assorbente. Dopo un’ora essi erano ridiventati vispi e, passati in altro terrario con argilla meno umida, sembrarono trovarsi benissimo. Il 21 e il 23 aprile alla super- fice vidi due uova ed altre ne vidi nel successivo maggio. Il 16 maggio 30 uno degli esemplari muore ed è subito divorato dagli altri. L’ alleva- mento prosegue fino all’ 8 luglio. A quella data sono rimasti ancora ben vivi sei esemplari che lascio liberi nell’ allevamento promiscuo, insieme a 22 esemplari di Arntfisphodrus Boldoriî Dod. Dell’esito di questo allevamento ho gia detto più sopra. Non ho ottenuto larve dalle uova perchè, avendone già buon numero per lo studio, ho creduto di fissare in alcool, le uova stesse. In questo momento | allevamento promiscuo continua e pure continua l'allevamento di Orotrechus miillerianus Schatz. iniziato lo. scorso maggio su esemplari inviatimi dall'amico Strasser. Dei sette esemplari inviati non me ne sono rimasti che tre. Questi hanno sopportato benissimo anche lunghi viaggi, perchè, per non abbandonarli durante le ferie, da Cremona me li sono portati fino in Alto Adige, a Casere, a 1560 m. s. m., per poi riportarli a Cremona. Essi sono tuttora ben vispi, ma finora il terriccio non mi ha dato la desideratissima larva. RECENSIONE AntonIO Porta - Fauna Coleopterorum Italica, Vol. IV, Heteromera e Phytophaga, Piacenza 1934. È uscito da poco il IV° ed ultimo volume della Faura Coleopte- rorum Italica del Dott. Prof. Antonio Porta (il V° volume era stato cià antecedentemente pubblicato) e, con questo tomo di 4160 pagine che illustra le Famiglie dagli Oedemeridae ai Lariidae, l'opera egregia e ponderosa del nostro valoroso consocio di Sanremo può dirsi così compiuta, anche se l'Autore si propone di fare uscire ancora un Sup- plemento, con aggiunte e correzioni alle singole parti edite in prece- denza. Di questo importante lavoro, che ha portato un contributo di grande entità agli studi coleotterologici nel nostro Paese ed ha colmato una lacuna vivamente sentita della nostra letteratura entomologica, si è ri- petutamente parlato sul Bo//eftizo, illustrandone i fini, i metodi e le caratteristiche. Non intendo perciò di fare del nuovo volume, che con- chiude una nobile fatica coraggiosamente intrappresa e condotta con ammirevole diligenza e rapidità, una recensione e tanto meno una cri- tica. I coleotterologi italiani sono veramente grati al Prof. Porta di aver loro apprestato, con tanta attività ed abnegazione, uno strumento di studio che sarà per tutti, per gli sperimentati e per i giovani, di 31 validissimo ausilio, base e guida per le loro ricerche ulteriori, mentre illustra ampiamente e dettagliatamente la ricca fauna dei coleotteri della regione italiana e costituisce una preziosissima fonte di indicazioni bi- bliografiche. Esso è, per tutti noi, un esempio ed un monito, e varrà, ne sono certo, di incitamento e sprone ad altri competenti e volente- rosi, per dotare la letteratura scientifica italiana di opere dello stesso a per gli altri rami dell’entomologia nazionale. Ritengo di poter interpretare l’unanime sentimento di tutti i Colleghi nel porgere al. Prof. Porta i più vivi e calorosi ringraziamenti e ralle- gramenti, ed anche nell’esprimergli il nostro plauso e la nostra ammi- razione. Egli ha assolto, in breve volger di tempo, un compito che poteva sembrare quasi temerario per le forze di un solo, e l’ha assolto fermamente e tenacemente, sorretto da una nobile fede in sè stesso e nell’utilità del fine prefissosi, da ferrea volontà di raggiunger la meta e da ammirevole energia di lavoro. È giustizia dargliene atto e lode con cordiale e schietto compiacimento. - F. SOLARI RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell’Italia e delle Golonie Mediterranee LII (1) Coleoptera Laboissière V. - Galerucinae de la Faune francaise - Ann. Soc. Ent. France, CIII, 1934, pp. 1-108, 54 figg. Notizie sulla biologia e morfologia, tabelle per i generi e per le specie, descrizioni accurate e figure delle specie. Lovati C. F. e Grandori R. - Ur pericolo imminente da evitare. - Bullett. dell’Agricoltura, Milano, anno 68, 1934, n. 17, p. 1. Sono segnalati i danni causati dalla Laria irresecta (Bruchus ob- tectus) ai fagioli presso Vigevano. Lucnik V. - S ynopsis subgenerum palaearcticorum generis Chlaenius Bor. > DI Acta Soc. Entom. Cechoslow., XXX, 1933, pp. 169-171. (1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel, Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra cy) Luigioni P. - Quinto contributo alla conoscenza della fauna entomo- logica del Parco Nazionale d’ Abruzzo. Coleotteri - Acta Pont. Acad. Scient. Novi Lyncaei, A. 87, 1934, pp. 189-221. Sono elencate numerose specie, delle quali 205 sono nuove per la regione, cosichè il numero delle specie citate ‘ascende a 1139. Machulka V.- Fine vergleichende Studie îiber Cephennium simile AReitt. und die dihnlichen Arten. (Col. Scydmaen.) - Acta Entom. Mus. Nat. Pragae Cecoslov. XI 1933, pp. 92-95, 5 fig. Cephennium Reissi n. sp. di Val Camonica e Val di Ledro, Reissi n. ssp. dergamascum n. di M. Grigna e Oltre il Colle; Forni n. sp. di Val- lombrosa e Horni ssp. montanellum n. di Val Camonica e Val di Ledro. Miiller G. - Nuovi Coleotteri cavernicoli dei dintorni di Rovereto. «LVII Pubbl. Soc. Museo Civ. Roverereto, 1931 estr. di 10 pag., 1 tav., 8 fig. Sono descritti Aphaotus Tamaninii n. sp, A. nivalis n. sp., Neoba- thyscia roboretana n. sp. Obenberger 7. - Sur quelques espèces intéressantes de la famille des Bu- prestides de la Republique Tschécoslovague. - Casopis, Acta Soc. Ent. Cecoslov., XXX, 1933, pp. 173-180. Tra l’altro revisione delle specie paleartiche del gen: Cylindromorphus. D’Orchymont A. - Contribution è l’étude des Palpicornia. V//I. - Bull. Ann. Soc. Entom. Belg., LXXIII, 1933, pp. 217-314, t. V. Osservazioni su Hydraena gracilis Germ., H. discreta Ganglb., H. procera Ganglb., Ochkthebius salinator Peyer. Pater H. - Note sur Philonthus tirolensis Luze - Misc. Entom., XXXV 1934, n. 8, pp. 70-72. Peyerimhoff P.de - Description de quatre Tenebrionidae (Col.) du Sahara Central. - Bul. Soc. Hist. Nat. Afrique du Nord, T.24, 1933, pp. 344-350. | Tabella dei generi dei Tentyriini. Peyerimhoff P.de - Les Colétoptères attachés aux Conifères dans le Nord de l’ Afrique. - Ann. Soc. Ent. France, CII, 1933, pp. 359-408. Lavoro interessantissimo, ricco di notizie su varie specie circum- mediterranee. Plavilstshikov N. - Plagionotus arcuatus L. ef ses formes. - Misc. Ent., XXXV, 1934 n. 6 pp. 41-43. FAUN NA COLEOPTEROR UM ITALICA del E EOK: Dott. ANTONIO PORTA Li Vi. > RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA (Anthribidae, Brenthidae,- Curculionidae, Nemonychidae, Ipidae, + Lucanidae, Scarabaeidae) © Presso l’Autore aggiungere Ly4pef: Ti Italia- 6 Li? per LARISLO: ee sii Lire 100 la spedizione. | 5 P Non si Dea che dietro il relativo ‘impor to. Già usciti : le Volk], - ADEPHAGA | DE 60: piu L. Rgerflialia È bi Niver l'estero >) Il - STAPHYLINOIDFA: L.100: RR >» 60». di >» IN. DIVERSICORNIA ‘ :L.100: > >».4 > (> a 730 è vd Rivolgersi: Prof. Antenio PEA, Corso O. Raimondo 6, San Remo TARIFFA peLLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ i Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti usa tutto l'anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. La pagina intiera Li 450 Mezza pagina ;; 80 ‘Un quarto di pagina ,,, SO A Cn E ARTICOLI DI CARTONAGGI IN GENERE: (FONDATA NEL 1880 CRI ‘GRUPPIONI - Bologna Fabbrica d Atala VIA NAZARIO SAURO 1 - Tel. 2601 ll rr SPECIALITÀ «Scatole per collezioni è insetti Listino RI a richiesto è&_adilf Depositi si pen Insetti “ IDERL, ? bianchi N Scatole per schedari - Cartelliere - Scatole d'archivio ARI per preparazioni microscopiche Cartelle per erbario Scatole da tasca per farfalle - Cartoni per monete Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, | prodotti industriali, sementi, ecc. Scatole periubia PISROSIZIONE verticale e orizzontale | | vi x | cala SCATOLE DI CARTONE | Si ‘pubblica dieci volte l’anno. 3) i Conto corrente colla Posta | 3 BOLLETTINO J p ; È; À Î ( det, A "DELLA SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA | Vorume LXVII nu Sa sai MLETOS Pubblicato il 25 Marzo 1935, Anno N 1A yY\ JAN171949 7; Ni x LA Aa RR) ga I Ri RZ rue ‘SOMMARIO = NA Lee ATTI SOCIALI di Ù a Comunicazioni scientifiche: Ada Hr Note diverse per la sistematica delle Leucospis (Hymen, C halcididae). — - Missione scientifica del Prof. Edoardo Zavattari nel Sahara Italiano 1933-34 - Dott. Cesare Nielsen: Odonata. — F. Capra: La vera patria del Trinervitermes tripolitanus (Sjost.) e note su alcuni Termiti della Libia (Isoptera). ora Repertorio di notizie entomologiche. Rassegna delle Pubblicazioni Entomologiche riguardanti la fatina dell’Italia € delle Colonie Mediterranee LIII. i Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile ‘Arti Grafiche COMMERCIO, Via S.. Luca, 10 — GENOVA e Spcierà ENTOMOLOGICA ITALIANA “Sede in GENOVA, ‘Via Brigata Liguria, N. 9° presso il Museo Civico di ana Stia | SOCI ONORARII | S. M. VITTORIO EMANUELE IÎl - Re p' IraLia — Si K. Benito MussoLINI = Gapo del Governo A S. E. Giuseppe BELLUZZO | «_’‘’S. E.:Pintro FEDELE | | CONSIGLIO, DIRETTIVO. c- ego pel biennio 1934- 35. ni PRESIDENTE ONORA RICE Gr. Uff. Prof. Raffaello Gesitgc PRESIDENTE EFFETTIVO: Dott. Ferdinando VOB Vice- PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi. SEGRETARIO; Dott. Fabio Invrea.. ‘ TESORIERE: Rag. Cesare Mancini. DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI : Dott. Fabio Invrea. CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Ago- stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, “Prof. Guido. Grandi, Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni, Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Pool Prof. Filippo Silvestri, Conte Emilio ‘Turati. >». Je . REVISORI DEI CONTI: Signor. Armando Baliani, Ing Paolo Bense, Dott, Tullo Casiccia. | { } x È Quota sociale annua: nel Regno: Ordinari L.40, Studenti L. 20 Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. G. MANCINI, Corso nana, | ‘40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. È Quota per l’ iscrizione a soci vitalizi : L. 200 per: È Italia, TL. ‘750 per l'estero. i Si Abbonamento - alle Pubblicazioni per i non da Italia È to go ti Pet L. 60. AVVISI AI SOCI Le adunanze scientifiche. delle Società, si nio ogni Giovedì, .. alle ore 24, in una sala del Museo Civico ‘di Storia Naturale. | Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza, relativa alla. Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). | Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate ‘diretta- mente al. Tesoriere: Sig. Rag. io MANCINI, Corso Firenze (40 int. 2., s.8., GENOVA, | » BOLLETTINO DELLA SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLume LXVII (1935) 9 Pubblicato il 25 Marzo 1935, Anno XIII ATTI SOCIALI Onoranze al Presidente Onorario Prof. Gestro in occasione del 90° compleanno Il giorno 21 del corrente mese di Marzo il nostro illustre e vene- rando Presidente Onorario Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro, Decano degli Entomologi e degli Zoologi Italiani, ha compiuto il suo 90° anno di età in quella mirabile pienezza di energie e di spirito che gli ha permesso di tenere, fino a pochi mesi fà, la direzione effettiva e giova- nilmente operosa del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, del quale è stato, a fianco di Giacomo Doria, l’iniziatore e l’artefice e che, in quasi settant'anni di tenace, silenzioso e sapiente lavoro, egli ha sa- puto elevare agli alti fastigi della celebrità e dell’importanza scientifica. La Presidenza della nostra Società, volendo degnamente onorare il grande Maestro, vanto della Città natale, della Patria e della Scienza, ha diramato a tutti i soci, agli Istituti e alle Società scientifiche d’Italia e dell’ estero, ai naturalisti di tutti i paesi e agli amici ed ammiratori un appello, invitandoli ad unirsi a questo omaggio solenne e affettuoso, mediante l'invio di messaggi da presentare al nostro amato Presidente Onorario a ricordo della fausta data. L’affluenza di lettere e di telegram- mi, non soltanto dall’Italia, ma da tutta l'Europa e anche dall'America, costituisce un plebiscito grandioso e commovente di ammirazione e di plauso per il grande scienziato e per l’opera sua. Non volendo la modestia di Raffaello Gestro cerimonie e festeg- giamenti ufficiali, la Presidenza della nostra Società, con una rappre- sentanza del Consiglio e dei Soci, si recherà, il giorno di domenica 31 Marzo nell’abitazione dell’ illustre Entomologo ad offrirgli, in forma 34 intima ed affettuosa, così magnifica documentazione della celebrità e della venerazione di cui il suo nome è circondato nel mondo scientifico, insieme ai voti caldissimi di molti anni ancora di vita prospera e serena. Nel prossimo numero del Bo//ettino sarà data relazione della sem- | plice ma significativa cerimonia e saranno pubblicati una parte dei messaggi pervenuti, insieme all'elenco di tutti gli aderenti. La Presidenza ha inoltre deliberato che il volume XIV delle Memorie sia dedicato a Raffaello Gestro. Convocazione di Assemblea Generale Ordinaria L'Assemblea Generale Ordinaria della Società Entomologica Ita- liana, a sensi dell’art. 23 dello Statuto Sociale, è convocata per il giorno di domenica 5 Maggio 1935 - XIII, alle ore 10, nella Sede Sociale in Genova, presso il Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria 9, col seguente: ORDINE DEL GIORNO 1°) Convalida dei Soci ammessi dalla Presidenza dopo l’ultima Assemblea. 2°) Relazione sullo stato sociale. 3°) Approvazione del Bilancio consuntivo 1934. 4°) Pratiche e comunicazioni diverse. I soci che non potessero intervenire personalmente all’ Assemblea possono farsi rappresentare, con delega regolarmente sottoscritta, da altri soci che intervengano. Il Presidente F. SOLARI La Missione del Prof. Silvestri in America DI Il nostro Consigliere Prof. Filippo Silvestri si è imbarcato il 2 Febbraio u. s. per il Sud America. Egli si propone di visitare l'Argentina, il Brasile, PUruguay, il Paraguay ed il Chile, per la ricerca e lo studio dei parassiti di insetti nocivi all’agricoltura e principalmente delle cocciniglie degli agrumi: Chrysomphalus dictyospermi, per combattere la quale oggi si è costretti a spendere ogni anno vari milioni, e Ceroplastes sinensis. Auguriamo al nostro illustre Collega, che prosegue la sua opera feconda e instancabile nell’interesse della scienza e dell’economia agraria, ii migliore successo di questa sua nuova importante missione. 35 La missione del Prof. Miiller in Eritrea Il nostro Consigliere Prof. Giuseppe Miiller, Direttore del Museo ‘ Civico di Storia Naturale di Trieste, ha compiuto una importante mis- sione scientifica in Eritrea, per incarico dell’Istituto Sieroterapico di Milano, sotto gli auspici del Ministero delle Colonie, cen lo scopo principale di studiare i serpenti velenosi della regione e per organiz- zare la raccolta del veleno, onde poter produrre in Italia il siero che fino ad ora era fornito dall’estero. Il che non ha impedito al Prof. Miiller di fare. anche copiose raccolte entomologiche che vanno ad arricchire le collezioni dell’Istituto Triestino. Partito da Trieste il 20 Novembre 1934 e sbarcato a Massaua, il Prof. Miiller ha attraversato, con un apposito camioncino portato dall'Italia, tutta Eritrea, fino al confine dell’Etiopia e cioè fino al fiume Setit, visitando tutte le principali località della nostra colonia. Di ri- torno alla costa ha fatto una interessantissima visita alle isole coralli- gene dell'Arcipelago Daalac, ove si fa la pesca delle perle, ed è giunto a Trieste V'11 Febbraio 1935. Dovunque ha raccolto, oltre i rettili; anche grandi quantità di insetti, principalmente coleotteri, formiche ed emit- teri, nonchè animali di altre classi, ad onta del periodo di assoluta siccità che regnava nel bassopiano eritreo verso l'Etiopia. I soli coleot- teri raggiungono i 5000 esemplari, dei quali si è già iniziata la prepa- razione. Trai primi Tenebrionidi esaminati dal Dott. Gridelli vi sono già notevoli rarità. I risultati della missione saranno pubblicati negli « Atti » del Museo di Trieste. SL Le caccie entomologiche del Museo < Pietro Rossi > Apprendiamo che S. A. S. il Principe A. Della Torre e Tasso ha stabilito, quale programma di quest'anno per il Museo entomologico « Pietro Rossi » di Duino, che il nostro socio A. Schatzmayr si rechi a fare raccolte nelle Azzorre, il Sig. C. Kock nel Marocco sull’Anti - Atlante e il Sig. Wittmer nel Sinai, in Transgiordania e nel Libano. Per un nuovo catalogo dei Generi e Sottogeneri La Società Zoologica di Londra intraprende la pubblicazione di un catalogo dei nomi dei generi e sottogeneri in uso in zoologia, dalla 10* ed. del Systema Naturae fino alle ultime pubblicazioni del 1935. Il catalogo, il quale conterrà circa 190.000 nomi, potrà essere ter- minato alla fine del 1937. Si pregano gli autori di pubblicazioni e tutti 30. . coloro che si interessano di zoologia, i quali abbiano riscontrato nel Zoological Record o in altri simili periodici Ja mancanza di qualche genere o sottogenere, di darne avviso al Dr. S. A. Neave, all’indirizzo: Imperial Institute of Entomology, 41 Queen's Gate, London S. W. 7. COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE ® L. MASI NOTE DIVERSE PER LA SISTEMATICA DELLE LEUCOSPIS (Hymen. Chalcididae) Ho avuto recentemente dal Dott. P. Régnier un esemplare femmina della Leucospis brevicauda F., specie piuttosto rara nelle collezioni. L’esemplare è stato raccolto nel Marocco a Sahoul, non molto lontano da Rabat. Ho veduto anche un’altra femmina di questa Leucospis, rac- colta in Algeria (Oran), la quale apparteneva alla collezione del Dott. P. Magretti, che l’aveva ricevuta dallo Schmiedeknecht: essa era determi- nata erroneamente come Leucospis biguetina. In ambedue questi esem- plari nord-africani il pronoto è di un bel giallo vivo, con una fascia traversale nera, stretta, interrotta nel mezzo. Diversa invece è la colo- razione del pronoto degli esemplari italiani di ambo i sessi, che appar- tengono alla collezione del Museo Civico di Genova e provengono dalla Sardegna (una 9 del Gennargentu e 5 es. di Sorgono, questi rac- colti dal Dott. Krausse). Sono tre femmine e tre maschi, le femmine col pronoto nero nel mezzo e ornato di una fascia gialla presso il lato ar*eriore, con fasce rosse rugginose scure lungo gli altri tre lati; i ma- schi con la fascia gialla pure limitata al lato anteriore e mancanti di quella rossa del lato posteriore, con le fasce marginali esterne ridotte a due macchie rossastre in due esemplari e mancanti del tutto nel terzo. Un altro maschio, d’ignota provenienza, ha pure il pronoto nero, con la sola fascia gialla anteriore. Tutti questi esemplari presentano una forte tendenza al rufinismo tanto nel corpo come nelle appendici. Il femore posteriore è giallo nella superficie esterna, con una macchia rosso-bruna sul lato superiore presso l’articolazione con l’anca; i den- telli sono neri. I maschi corrispondono quasi in tutti i caratteri alla de- scrizione del maschio di Lexcospis torquata fatta da Achille Costa (Atti R. Acc. Napoli, IX, 1882, p. 37) su esemplari di Sardegna. ri TA 37 Schletterer mise la Leucospis torquata in sinonimia della intermedia Ill, con un punto interrogativo, ma io posso confermare ciò che il Costa aveva sospettato, che la Leucospis forguata non è altro che la brevicauda F. Esaminando, alcuni anni fa, la collezione di Calcididi del Costa nell’Istituto Zoologico dell’Università di Napoli, non trovai il tipo della Leucospis torquata, nè Valtro esemplare maschio di Sicilia (Costa dice di esso: « possedevo »), menzionato nella descrizione; trovai invece altri esemplari che devono essere stati esaminati dopo la pub- blicazione del 1884, ed erano 1 5° di Reggio Calabria, determinato come Zezcospis torquata, ed una 9 con la stessa denominazione, ma senza indicazione di provenienza, che era stata messa in un’altra sca- | tola. Questi due esemplari sono, secondo me, L. &revicauda. A propo- sito della £. forquata il Costa scriveva: «Una Leucospis maschio identico a questo [L. forquata di Sardegna] possedevo della Sicilia, ove trovasi ancora la L. clavata [= drevicauda], di cui conoscesi sol- tanto la femmina. Siffatta coincidenza mi fa nascere un qualche dubbio che la Leucospis ora descritta non sia realmente il maschio della cla- vata ». Nella collezione del Costa si trovano 5 es. col nome di c/avata, provenienti dalla Sicilia, inoltre 1 © di Tunisi ed 1 g dell’ « Armenia? » col nome di brevicauda. Probabilmente il Costa rimase in dubbio riguardo alla identità della L. clavata Westw. e della drevicauda F., identità riconosciuta in seguito da Schletterer (1890); ritenne però che la clavata fosse una specie della Regione mediterranea, mentre West- wood non aveva accertato la provenienza del tipo ed era rimasto in dubbio dell’esattezza dell'indicazione sul cartellino: «In Brasilia capta. D. Swainson ». Forse per questa indicazione errata non riconobbe la specie di Fabricius in quella che egli descriveva come nuova col nome di L. clavata. Schletterer riconobbe la Leucospis brevicauda nella descrizione dei ‘due sessi della L. Grohmanni fatta da Spinola su esemplari della Sicilia (Annales Soc. Ent. France, VII, 1838, p. 444) e il maschio in quella della L. Fabricii di Westwood, ma nella sua monografia, lavoro classico per lo studio del genere Leucospis, diede soltanto la descrizione della fem- mina della specie, su esemplari di Sicilia (Morreale) e d’Algeria (Al- ceri e Sétif). In una pubblicazione della Weld (Proc. U. S. Nat. Mus., vol. 61°, 1922, n° 6) si trova una figura dell'addome della femmina, di profilo (Tav. III, fig. 21). Indicherò qui appresso alcuni caratteri dei maschi, a complemento della descrizione di Schletterer. Descrizione del g di Leucospis brevicauda F.: Il maschio della brevicauda F. ha il primo segmento addominale notevolmente ristretto, largo poco più di !/; della larghezza massima 38 dell'addome, e quasi due volte più lungo che largo, coi lati dritti, quando si osserva dal disopra, e leggermente divergenti all’indietro; manca in questo segmento la carena mediana longitudinale che si osserva nella femmina; e vi sono due soli orli obliqui, ben marcati, che formano una specie di lettera V al disopra dell’articolazione col pro- podeo. L’addome è nero con macchie e fasce gialle ocracee. Il primo segmento, che forma quasi un peduncolo dell’addome, ha una grossa macchia dorsale di forma quadrata, che ne occupa la metà della lun- ghezza; il secondo ha una sottile fascia limitata al dorso e interrotta nel mezzo o ridotta a due piccole macchie trasversali. La parte più dila- tata dell’addome ha una fascia presso il margine anteriore, un’altra verso la metà; vi è poi una macchia trasversa subapicale. Il secondo articolo del funicolo (4° art. antennale) è poco più lungo del primo e tanto lungo come la sua larghezza all'apice; il terzo è quadrato; i suc- cessivi sono poco più ingrossati, il settimo largo quasi il doppio della sua lunghezza. La tendenza al rufinismo è meno marcata che nella femmina. Westwood, descrivendo come specie nuova un esemplare maschio di « Barberia », col nome di Leucospis Fabricii, ebbe il sospetto che si trattasse della specie drevicauda F., e questa interpretazione, come ho già detto, fu poi ammessa da Schletterer. Nell’esemplare descritto da Westwood un carattere notevole è la presenza di due macchie gialle sul primo segmento dell’addome. Le due femmine del Nord Africa, che ho esaminate, si distinguono da quelle di Sardegna per la colorazione molto più vivace, con note- vole estensione del giallo e del rosso; il flagello antennale, la faccia, le zampe anteriori, sono di un rosso scuro o rosso testaceo, il vertice è nero, le anche posteriori sono di tre colori, il propodeo è rossiccio e in un esemplare ha due piccole macchie gialle. Nelle femmine di Sardegna il flagello è scuro, rossiccio inferiormente, la faccia è nera, lo scutello è ornato soltanto di una linea gialla subapicale e il propo- deo è interamente nero. Gli esemplari femmine di Sicilia, molto bene descritti dallo Spinola sotto il nome di ZL. Grohmanni, sono intermedîì per la colorazione fra quelli africani e quelli di Sardegna, mentre i ca- ratteri indicati da quell’A. per i maschi corrispondono agli esemplari della Sardegna. Sebbene nella fauna europea la Leucospis brevicauda F. sia la. specie più affine alla bigzefina Jur., Vuna e l’altra differiscono notevol- mente nei due sessi e la drevicauda si avvicina più a certe specie etio- piche. I maschi di diguetina hanno l'addome col primo segmento poco 39 ristretto e più largo che lungo e nell'insieme un aspetto ben diverso da quello dei maschi di brevicauda. Un'altra differenza notevole delle due specie è nel numero di carene del pronoto, due nella drevicauda, una, e talora quasi obliterata, nella diguetina. dg J. W. Shipp, in una nota pubblicata nell’Entomologist (vol. XXVII, 1894, p. 16) ha affermato che la Leucospis rufonotata descritta da Westwood su una (?) femmina di Sicilia, deve ritenersi come sinonimo di L. miniata Klug, e che erroneamente lo Schletterer l'aveva considerata come sinonimo della £. gigas F. Io sono invece d’accordo con lo Schletterer, perchè nella descrizione di Westwood è detto: « Metatho- rax... praescuto | ossia « dorsello » ] dentibus duobus parvis armato » e più oltre « Oviductus.... abdominis segmenti 1mi medium aitingens >». Nella Leucospis miniata il dorsello, quasi verticale, non ha sporgenze e la terebra raggiunge appena il margine posteriore del primo tergite. Si noti inoltre che la specie miniafa è puramente nord-africana. Se Westwood scrisse della sua £. rufonotata: <« L. miniatae valde affinis et forsan ejus mera varietas >, scrisse pure: «L. giganti etiam affinis, a qua differt colore etc. >». Un esemplare, maschio, riferibile alla varia- zione di colorito rufonotata si trova nella collezione Magretti e fu rac- colto nei dintorni di Torino dal Gianelli. Esso ha lo scapo delle antenne nero, una macchia rossa tra gli occhi e la fossa antennale e più vicina a questa; il pronoto rosso, con una fascia trasversale mediana che ne raggiunge i margini laterali; lo scudo ha due macchie centrali; le anche posteriori sono nere con una piccola macchia rossa dorsale; l’addome ha tre fasce e una macchia apicale arancio-rosse. Esemplari così colo- rati segnano il passaggio alla varietà colorata in nero e rosso carminio, senza parti gialle, come nella forma corrispondente, tipica, della Leuco- spis miniata. Anche in quest’ultima specie vi sono esemplari con parti gialle oltre quelle rosse. Di Lexcospis gigas rossa e nera ho veduto tre femmine di Cirenaica, raccolte dal Sig. Geo. C. Kriiger, ed una dell'Algeria (Boghari), che apparteneva alla collezione Magretti. ca Una constatazione, che non interessa soltanto per la biologia della Leucospis gigas, è stata fatta l’anno scorso dal Dott. Lucien Berland, che ne fece oggetto di una interessante comunicazione alla Società Zoologica di Francia (Bull. S. Z. Fr., LIV, p. 172): l’egregio entomo- 40 logo del Museo di Parigi, esaminando una raccolta di 173 esemplari della specie, è venuto alla conclusione che in Francia non esistono individui maschi, mentre se ne trovano, non rari, nel Nord-Africa. Nella Leuco- spis gigas si avrebbe dunque un esempio. di partenogenesi geo- grafica. Ad analoga conclusione, per l’Italia, mi porta l’esame del materiale del Museo Civico di Genova, poichè su 41 esemplari di varia provenienza, dal Trentino alla Sicilia, non c'è un solo maschio! I tre maschi che si trovavano nelle collezioni Magretti e Gribodo, ap- partengono alla L. infermedia Ilig. * * È difficile distinguere la L. intermedia dalla L. gigas, se non si fa attenzione agli articoli del funicolo: nella L. gigas gli articoli sono più lunghi in proporzione della larghezza, il primo circa 1!/, volta il pe- dicello, il secondo 1!/, o 2 volte più lungo del primo, gli ultimi tanto lunghi quanto larghi o appena un poco più corti della larghezza. Nella L. intermedia gli articoli sono corti, il primo uguale alla lunghezza del pedicello, il secondo appena più lungo e tanto lungo quanto largo, gli ultimi distintamente più corti della loro larghezza. La terebra, se- condo Schletterer, arriva al margine scutellare nella L. intermedia, mentre nella gigas arriva a metà del primo segmento dell'addome o al più alla base di esso; io trovo però non poche eccezioni nel mate- riale che ho esaminato: in certe L. intermedia la terebra arriva alla base dell'addome o poco più in avanti, in certi esemplari di gigas supera la base dell'addome e quasi tocca l’apice del dorsello. Le varia- zioni nello sviluppo della terebra, come pure quelle della dentatura del femore posteriore, sono individuali. Due caratteri diagnostici sui quali credo opportuno richiamare l’attenzione, sono nella larghezza della faccia e nel margine del clipeo. La Leucospis intermedia ha la faccia più larga in proporzione della lunghezza, mentre nella gigas la distanza massima delle orbite è’ evidentemente più breve della di- stanza fra il margine del clipeo e l’ocello anteriore. Il clipeo della L. gigas termina con due lobi arrotondati, fra i quali si interpone un dente che si trova ad un livello più basso, cosicchè non è sempre fa- cile scorgerlo: i due lobi presentano delle strie rilevate longitudinali, irregolari, che di rado sono quasi obliterate o mancanti; inoltre i mar- gini laterali del clipeo sono spesso rialzati e più o meno evidentemente DI orlati. Nella Leucospis intermedia il dente è allo stesso livello dei due di lobi e i margini laterali del clipeo non sono mai così rilevati e orlati come si vedono spesso nella gigas, inolre i lobi presentano solo po- che strie longitudinali rilevate o ne mancano del tutto. aan CJ. Weld, nella pubblicazione già ricordata, descrisse una Leu- cospis indiensis dell’India meridionale e una L. Banksi delle Filip- pine, facendo notare che probabilmente si trattava di una sola specie. Anch'io ritengo che la £. Barksi sia sinonimo della indiensis, avendo trovato dei gradi intermedî nei particolari di colorazione, esaminando 4 92 che furono raccolte in Birmania da Leonardo Fea nel 1885 e 1886. Della serie di questi esemplari birmani fa parte anche un maschio, del quale indico qui i caratteri più importanti, poichè questo sesso non è stato ancora descritto: la Weld vide solo esemplari femmine. ‘ Descrizione del g° di Leucospis indiensis Weld.: Corpo nero; pronoto con l’orlo anteriore e la carena presso il mar- gine posteriore gialli come nella femmina, e così pure la macchia del propodeo; addome rossiccio fino alla metà del grande segmento, senza parti gialle; zampe color bruno castagno; i femori posteriori con una striscia giallastra presso il lato anteriore ed un’altra presso la seconda metà del lato dorsale. Articoli del funicolo tanto larghi quanto lunghi, i primi due alquanto più stretti. Addome fusiforme, col primo seg- mento lungo '/, più della sua larghezza media, poco più largo all’apice che alla base, uniformemente punteggiato come i segmenti successivi. a Di un’altra Leycospis descritta dalla Weld (/. c. pag. 22) col nome di L. ornatifrons, ho trovato due esemplari nella collezione del Museo Civico di Genova, i quali sono importanti per la conoscenza della dif- fusione della specie e mi mettono in grado di aggiungere qualche no- tizia a complemento della descrizione originale, che è stata fatta su un solo esemplare femmina delle Filippine (Manila). Gli esemplari del Mu- seo di Genova sono due femmine, provenienti una da Borneo (Sara- wak), dove era stata raccolta fino dal 1865 dal March. Giacomo Doria, ed una dalla Nuova Guinea (Ramoi), raccolta da L. M. D'Albertis nel 1872. La specie non è ». Il nome del raccoglitore e la distribuzione dei 7yrinervitermes, ti- picamente paleotropica, mi fecero sorgere il dubbio che vi fosse qualche errore di provenienza. Dubbio che mi venne confermato dalle osser- vazioni di Emerson (1928, p. 428) che nella carta di diffusione dei Trinervitermes (considerati sbg. di Nasutitermes) indica con un ? la Tripolitania e scrive « The single record of N. tripolifanus known 45 only from the imago caste from Berek, Tripoli, is included in the map with a question mark because of its distance from the normal range of the genus and the strong probability that no nasute termites are found in North Africa >. Ho ricercato il cotipo di 7rinervitermes tripolitanus ritornato al Museo di Genova ed ho visto che il cartellino di località porta sem- plicemente l’indicazione manoscritta « Berek, VIII -1887, Ragazzi » ma non « Tripolitania ». Trattasi cioè di un esemplare raccolto dal Dr. Vincenzo Ragazzi, che per molti anni risiedette nello Scioa come direttore della Stazione Italiana di Let Marefià, dove appunto si trovava nel luglio 1887 (1888, p. 80). Affinchè non sorga il dubbio che il raccoglitore non sia stato il Dr. Ragazzi, ma un qualche omonimo che raccolse in quei tempi in Tripolitania, ho ricercato nelle collezioni del Museo altri insetti raccolti dal Ragazzi nel 1887 nello Scioa ed ho trovato tra l’altro alcuni esemplari con cartellino manoscritto uguale per carta e calligrafia: « Alio Amba, VIII - 1887, Ragazzi >», località a Sud di Let Marefià. Per quanto non sia riuscito a trovare nelle carte a mia disposizione l’ubicazione esatta di Berek, è evidente, dopo quanto ho esposto, che detta località non è in Tripolitania e che la patria del 7yinervitermes tripolitanus (Sjòst.) frovasi in Abissinia. Non riesco a comprendere quale sia l'origine dell'errore del Prof. Sjòstedt; certo non ebbe l’indicazione dal Museo di Genova perchè nell’archivo del Museo è conservata una lettera dell’illustre Termitologo al Prof. R. Gestro, in data 2-XII-1911, nella quale si richiedono informazioni su varie località africane toccate da altri esploratori e naturalisti italiani come Antinori, Bottego, ecc. riportate nel lavoro ci- tato (1912), ma non vi è cenno di Berek. Hodotermes (Microhodotermes) Wasmanni SjOstedt (1900, p. 33; 1925, p. 21). - L’A. indica come località tipica « Nord - Afrika: Uadi M° bellem, Rohlfs ». Poichè l’indicazione Nord Africa è vaga, si può precisare che l Uadi M’bellem trovasi in Tripolitania nel territorio degli Orfella poco a Nord del 31° parallelo (31° 05’ - 31° 10’ Nord), taglia il 15° Est di Greenwich e si congiunge a B.el- Garnania con I Uadi Zemzem. Essendo assai scarse le notizie di reperti di Termiti nella Libia, credo opportuno elencare le specie conservate nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova, raccolte nel 1913 in Tripolitania dal Dr. A. Andreini, nel 1931 dal March. S. Patrizi nel suo viaggio a Cufra, 46 nel 1932 dal Prof. L. Cipriani nel Fezzan, nel 1934 dal Prof E. Za- vattari a Gialo, in parte determinate dal Prof. F. Silvestri. Calotermes flavicollis (F.) - Tripolitania: Misurata, XI- XII -1913, 2 imago alate ed una dealata (Andreini). Anacanthotermes ochraceus (Burm.)- Tripolitania: Misurata, steppa a S. W., XI-1913, 3 operai; Tauorga, XI-1913, numerosi operai « nel terriccio e sotto tronchi di palme morte » (Andreini). - Fezzan: Brach, IX - 1932, un operaio; Ubari, 15-X-1932, varii operai, alcuni infestati da ZLadow!/beniales, specialmente sulle antenne (Cipriani). - Cirenaica: Agedabia, VII - 1931; Oasi di Augila, IV - 1931, varii operai ( Patrizi); Oasi di Gialo , IX - 1934, numerosi operai (Zavattari). Psammotermes hybostoma Desn. - Cirenaica: Oasi di Gialo, IV - 1931, 3 soldati (1 medio e 2 piccoli) e numerosi operai; Oasi di Cufra, lago di Buema, un soldato piccolo e due operai, VI - 1931 (Patrizi). BIBLIOGRAFIA Emerson (A. E.) - 1928 - Termites of the Belgian Congo and the Cameroon. Bull. Amer. Mus. Nat. Hist., LVII, 1927 - 1928, pp. 401 -574 (giunto solo in questi giorni, gennaio 1935, al Museo di Genova). Hegh (E.) - 1922 - Les Termites. Partie génerale. Bruxelles, 756 pp. Ragazzi (V.) - 1888 - Viaggio del Dr. V. Ragazzi da Antoto ad Harrar. Boll. Soc. Geogr. Ital. pp. 57 - 90. | Sjòstedt (Y.) - 1900 - Monographie der Termiten Afrikas. K. Svensk. Vet.-Akad. Handl. XXXIV, n. 4, 236 pp. SjOstedt (Y.) - 1912 - Neue Termiten aus Tripolis, Ober - Aegypten, Abessinien, Erithrea, dem Galla - und Somalilande. Archiv. f. Zool. VII, n. 27, pp. 1-17. SjOstedt (Y.) - 1925 - Revision der Termiten Afrikas, 3. Monographie. K. Svensk. Vet.-Akad. Handl., Tredje Serien, II, n. 1, 419 pp. REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE XI 62 - Acupalpus dubius Schil. (Co/. Carad.) - Notevolissima cattura, nuova non soltanto per l’Italia, ma anche per 1’ Europa meridionale. Ne ho catturato parecchi esemplari setacciando il terriccio di un bosco di castagni nella contrada Ciccia di Castanea, il 13 - VII - 1934, a. 460 metri di altitudine. Il D. Schatzmayr, che ha determinato la specie, mi comunica la seguente sinonimia: Acupalpus dubius Shilsky, D. E. Z. 1888, 189 (Cat, 47 Junk, Harp. 1346) = /uridus Wagner, Ent. Mitt. 1918, 20 (nec Puel, nec Dejean). ì Geom. FRANCESCO VITALE 63 - Stenus morio ab. aequalis Mulsant et Rey. (Co/. Staphy.) - Notata per l Umbria, l Abruzzo ed il Lazio dal Luigioni (il Porta non la cita) questa ab. è stata da me catturata in due esemplari nella precedente contrada, il giorno 12 - VII - 1934. Geom. FRANCESCO VITALE. 04 - Monolepta erythrocephala Oliv. (Col. Chkrysom.) - Il cata- logo Winkler la cita per la Ga. m. e per I’ Ib.; invece il Luigioni la cita . della Liguria (Nizza). Ne ho catturato un esemplare il 12 - V- 1928 in contrada Sinnaro di Castanea. Geom. FraNcEScO VITALE. 65 - Aphthona cyanella Redt. (Col. Chrysom.) - Nuova specie per la Sicilia, catturata in unico esemplare in contrada Pi/eci di Militello - Rosmarino il 19 - VII - 1930 a m. 800 sul mare. Il Luigioni la cita per Ital. sett., Tos., Abr., Laz. Geom. FRANCESCO VITALE. «RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee LIII (1) Pic M. - Notes diverses, nouveautés. - L’Echange, 50, 1934, n. 457, p. 25; n. 458, pp. 29-31. Drilus attenuatus v. n. subparallelus di Rodi, Dasytes Torre - Tas- soi n. sp. di Castelrosso (Egeo), Ptinus (Bruchoptinus) Torre-Tassoi n. sp. di Rodi, Crioceris asparagi ab. Paganettii n. ab. di Savina. Reichardt A. - Uebersicht der palaearktishen Arten der Gattuno On- thophilus Zeach. (Col. Hister.). - Acta Entom. Mus. Nat. Pragae Cechoslov., XI, 1933, pp. 137-144, 13 fig. (1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori per la recensione, Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra. 48 Schatzmayr A. - Risultati scientifici delle spedizioni entomologiche di S. A. S. il Principe Alessandro della Torre Tasso, nell'Africa setten- trionale e in Sicilia. IV Apioninae. - Atti Soc. Sc. Nat. Milano, LXXII, 1933, pp. 167-173. Sono citate varie specie di Sicilia e Libia; Apion argentatum Ma- jolae n. ssp. Garian (Tripol.), arg. sardoum n. ssp. Fonni (Sard.), A. cretaceum Torre-Tassoi n. ssp. Tripoli. Smreczynki S. - Uber die heimischen Curculionidae (Col.). - Bull. Ent. Pologne, VII, 1933, pp. 50-61. Osservazioni su varie specie: Anfhonomus faillae Desbr. è sinonimo di A. curtus Faust. Solari F.- Spedizione scientifica all’Oasi di Cufra (marzo-luglio 1931). Un nuovo Coniatus (Col. Curcul.) africano. - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, LVI, 1933, pp. 266-268. Coniatus (Bagoides) Patrizii n. sp. di Cufra. Uyttenboorgaat D. L. - Die Arfen der 4ten und Sten Rotte (in Sinne Reitter’s) des Subgenus Otiorrhynchus s. str. (Col. Curc.) - Tijdschr. voor Entomol., LXXVI (1933), pp. 217-276. Sono discusse le forme affini a O. fuscipes e griseopunctatus; ven- gono citate varie località italiane; alcune forme sono nuove: sanguini- pes v. stierlinianus Uytt. del M. Moro, Reitzei Uyitt. ecc. Mi pare che l’A.: abbia visto troppo poco materiale delle nostre Alpi per potersi fare un giusto concetto delle forme italiane di un gruppo cosi difficile. Uyttemboogaart D. L.- Revision des Genus Tribolium (Col. Ten.) - Ent. Blatt., XXX, n. 1, 1934, pp. 20-31. Chiave dei subgeneri e delle specie. Vachon A. - Cornumutila quadrivittata Cebler. Cérambycide nouveau pour la faune francaise. - Bull. Soc. Ent. France, 1934, pp. 87-90, fig. Raccolta a Abriès (Hautes Alpes) presso il confine franco italiano. Vitale F. - Contributo all’Entomologia Siciliana. I Chrysomelidae Sici- liani. Catalogo sinonimico (Parte I) - Atti R. Accad. Peloritana, Messina, XXXV, 1933, pp. 39-60, tav. I. .Sono elencate 213 tra specie e aber. (fino ad Age/astica); sono de- scritte come nuove: Crioceris 12-punctata a. 8-maculata, a. atrothorax, a. incerta; Miopristis dentipes a. humeralis ed a. oculatothoraxj Antipa octopunctata a. tetrapunctata; Cryptocephalus rugicollis a. 8-notatus. FAUNA COLEOPTERORUM ITALICA del Prof. DOM, ANTONIO PORTA. Vol. V. >. RMYNCHOPHORA - - LAMELLICORNIA | (Anthribidao, Brenthidae, Curculionidae, Nemonychidae, Ipidae, i Lucanidae, Searapae/ das) DAS EI du aggiungere L. 1,4 er D'Italia e L. 7 per l’ Estero, per Lire 100 la spedizione. Li É Di Non si è spedisce ‘che dietro il (RIRsDO importo. i Già 0 | ‘Vol. I - ADEPHAGA : L. 60: piu L 3 per l’Italia e L. 6 per l'estero dh wa IL - STAPHYLINOIDFA : E.100: Ss > E AI xi ee IIC - DIVERSICORNIA | ORA Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo. 6, San. Remo TARIFFA DELLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti fai butto l’anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. La pagina intiera LL. 150 Mezza pagina. vo Un quarto di pagina ,, 50 Ce e a | FABBRICA SCATOLE DI CARTONE | I — E ARTICOLI DI CARTONAGGI IN GENERE | —T — FONDATA NEL 1880 x x 3 si i STLC A mre RAFFA E LE GRUPPI NI | Lai B O LO GNA GRUPPIONI - Bologna * Fabbrica 6 Amministrazione. GRUPPIONI — Bologna i Mg GIRO 1 - Tel Lo | | SPECIALITÀ O . 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Miiller: Cam-- °° biamento di nome. — Repertorio di notizie entomologiche XIV. da ; Da FABIO INVREA, Digon Responsabile si È i. bi Arti Grafiche COMMERCIO, Via S. Luca, 10 GENOVA: 0637 il Principe Alessandro della Torre e È CS JANI71949 ©) 7 ct SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Sede in G ENOVA, Via Brigata Liguria, N. 9 presso il Museo Civico di Storia Naturale <-SOLONDORARI Lr x S. M. VITTORIO EMANUELE III - Re D’ITALIA I S. E. Benito MUSSOLINI - Capo del Governo S. E. GIUSEPPE BELLUZZO di E. PIETRO FEDELE "CONSIGLIO DIRETTIVO SE: pel biennio 1934-35, PRESIDENTE ONORARIO : Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro.. PRESIDENTE ErretTIvo: Dott. Ferdinando Solari Vice-PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi. SeGRETARIO: Dott. Fabio Invrea. TESORIERE: Rag. Cesare Mancini, DIRETTORE DELLE PuBbBLIcAZIONI : Dott. Fabio Invrea. ConsIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, sigaioi Ago: o stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni, Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri, Conte Emilio Turati. REVISORI DEI CONTI: Signor Armando Baliani, Ing. Paolo Bensa, Dott. Tullo Casiccia. Quota sociale annua: nel Regno: Ordinari L.40, Studenti L. 20 Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2, s.s.,, GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. Quota per l’ iscrizione a soci vitalizio L. 500 per l’Italia, L. 750 per l'estero. S Abbonamento alle Pubblicazioni per i non soci: Italia L. 50, Estero L. 60. AVVISI AI SOCI Le adunanze. idiediinole della Società, sì tengono ogni Giovedì, alle ore 21, in una sala del Museo Civico‘ di Storia Naturale. Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (402). Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta- mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40 int. 2., 8.8, GENOVA. # BOLLETTINO DELLA SOCIETA" ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLume LXVII (1935) NO 4 Pubblicato il 30 Aprile 1935, Anno XHI ATTI SOCIALI Le onoranze a Raffaello Gestro (1) giorno 31 Marzo u. s. la nostra Presidenza, con una rappresentanza del Consiglio e dei Soci, si è recata ad offrire a Raffaello Gestro, con una affettuosa ed intima cerimonia, l imponente massa dei messaggi pervenuti in occasione del suo 90° compleanno e che costituiscono un superbo plebiscito per } Illustre Scienziato, plebiscito al quale hanno voluto degnarsi di partecipare l Augusto nostro Sovrano Vittorio Emanuele HI e S. E. il Capo del Governo e Duce del Fascismo Benito Mussolini, oltre ad altre Autorità dello Stato, Personalità illustri, . tutto il mondo scientifico italiano e internazionale e una lunga schiera di discepoli, ammiratori ed amici. Uno speciale supplemento al presente Bollettino darà ampio ragguaglio della cerimonia, riprodurrà una parte dei messaggi e darà l’ elenco completo degli aderenti, Istituti e persone, che raggiungono quasi i cinquecento. Apprendiamo con vivo dolore la perdita del nostro socio Ing. Giuseppe Sichirollo di Milano, studioso appassionato. di coleotteri italiani, e porgiamo alla Famiglia le più vive condoglianze della Società Entomologica Italiana. Nuovi Soci: La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari: Conte Umberto Lostia di S. Sofia, Via Canelles 15, Cagliari. Coleof- teri. Dott. Filippo Venturi, R. Istituto d’ Entomologia, Via Filippo Re 6, Bologna (125). KE VI° Congresso Internazionale di Entomologia © Riceviamo da Madrid la circolare preliminare per il VI° Congresso Internazionale di Entomologia che si terrà in quella Città Capitale dal 6 al 12 Settembre 1935, sotto la Presidenza Onoraria del Presidente della Repubblica Spagnola e sotto la Presidenza effettiva dell’ Illustre Direttore del Museo Nacional de Ciencias Naturales di Madrid, Prof. Ignacio Bolivar. Fanno inoltre parte del Comitato: M. Benlloch, E M.8 Dusmet, M. M. de la Escalera, Vicepresidenti; F. Bonet, J del Canizo, G. Ceballos, J. Gil. Collado, F...M. de Ja: Escalera, A.-de Zulueta, Membri del Comitato; C. Bolivar y Pieltain, Segretario. Il Congresso ri svolgerà col seguente programma: Venerdi 6 settembre: Riunione preliminare. — Solenne seduta di apertura con allocuzioni dell’ Eccellentissimo Signor Presidente della Repubblica e Delegati stranieri. — Elezione del Vicepresidente e del Segretario .generale del Congresso e dei Presidenti e Segretari delle Sessioni plenarie e delle Sezioni. Sabato 7 settembre: Riunione della prima sessione plenaria. — Riunione delle Sezioni. | Domenica 8 settenbre. Escursione entomologica alla Sierra di Guardarama, con visita alla stazione Alpina di Biologia e alle località entomologiche classiche di San lidelfonso (La Granja) e Bosco di Valsain. — Lunedi 9 settembre: Riunione della seconda sessione plenaria. — Sezioni. Commissione di Nomenclatura. Martedì 10 settembre: La sessione plenaria e le Sezioni si riuni- ranno in questo giorno nel Monastero del Escorial. . Mercoledì 11 settembre: Quarta sessione plenaria e riunione delle Sezioni. Nel pomeriggio escursione a Toledo. Giovedì 12 settembre: Riunione del Comitato permanente dei gressi Internazionali di Entomologia. Proposte delle Sezioni. Determina-. zione del luogo e data in cui si celebrerà il VII Congresso Internazio- nale di Entomologia ed elezione del Presidente di esso. Proposte di interesse generale. Chiusura del Congresso. Prima del Congresso avrà luogo una escursione di 5 giorni per i « Picos de Europa » (Asturie). Sono in progetto due escursioni da farsi allo stesso tempo dopo il Congresso, una di 7 giorni per YAn- dalusia e la parte settentrionale del Marocco, e un’altra di 12 giorni alle isole Canarie, con soggiorno di. 3 giorni nella Gran Canaria e di 4 a Teneriffa. Visita alle località entomologiche classiche. Il prezzo di 51 quest’ultima escursione (in 1.a classe tutto compreso) non supererà le pesetas 1.000. Vi saranno poi feste, ricevimenti e banchetti. Il Congresso avrà le seguenti Sezioni: 1. Entomologia generale — 2. Anatomia e Fisiologia. — 3. Ecologia, Biogeografia. — 4. Biospeo- logia. — 5. Entomologia agricola. — 6. Entomologia forestale. — 7. Entomologia medica e veterinaria. — 8. Apicultura. -- 9. Sericultura. —. — 10. Nomenclatura. Il Comitato raccomarda che i Congressisti comunichino al più presto alla Segreteria del Congresso i titoli delle comunicazioni che intendono presentare; quelli che saranno consegnati in tempo saranno inclusi in un opuscolo speciale che sarà distribuito prima del Congresso. Il locale sociale del Congresso è il Museo Nacional de Ciencias Naturales. I membri effettivi pagheranno una quota di 60 pesetas o 100 lire italiane, i Membri associati 30 pesetas o 50 lire italiane Il VI Congresso Internazionale di Entomologia è stato organizzato d’accordo col XII Congresso Internazionale di Zoologia, che si riunirà a Lisbona dal 15 al 21 settembre. | Il Comitato organizzatore del Congresso ha affidato alla Compagnia dei Wagons-Lits-Cook,la organizzazione dei viaggi, alberghi ed escursioni. Tutte le agenzie di tale Compagnia potranno dare ai Congressisti dati precisi sui biglietti ferroviari, prezzi di imbarco, alberghi, ecc. Tutta la corrispondenza, le comunicazioni scientifiche, iscrizioni ‘dei membri, quote, ecc. dovranno indirizzarsi al Prof. C. Bolivar y Pieltain, Museo Naciona! de Ciencias Naturales. Madrid - 6 (Espana). Onoranze al Prof. E. L. Bouvier Si è costituito a Parigi un Comitato composto dai Signori Bénard, Berland, Bohn, R. du Buysson, Coutière, Lamy, Le Cerf, Lesne, Paillot, Roubaud, Séguy, Semichen, Seurat, Sollaud, per tributare solenni onoranze all’ Illustre Prof. E. L. Bouvier, Membro dell’Istituto, Profes- sore Onorario al Museo di Parigi, che ha da poco lasciata la Cattedra di Entomologia dello stesso Museo, della quale è stato titolare per 35 anni, favorendo grandemente, con la feconda opera personale e con gli aiuti prestati a tutti gli studiosi, il progresso della scienza entomologica e arricchendo quell’Istituto di preziosi materiali. L’omaggio consisterà nell’offerta di un libro giubilare nel quale saranno espressi i sentimenti di stima e di affetto di tutti gli entomologi e stampati lavori originali 52 di entomologia di non oltre quattro pagine di stampa. Le adesioni, ac- compagnate da una quota di almeno 50 frs, e i lavori dovranno essere indirizzati non oltre il 15 Maggio p. v. a M. Lucien îBerland, 45 bis, rue de Buffon, Paris (5e). I sottoscrittori riceveranno una copia del libro giubilare. La nostra Società parteciperà a questa bella onoranza per un En- tomologo tanto illustre e tanto benemerito. COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE » (1850) a pag. 27 citano: « M. Hagen, père..... croit l’avoir prise aussi a Radicofani, Etats romains, en aodt.» - La cattura della 7rifh. annulata al lago di Bracciano diventa quindi importante venendo a coufermare con sicurezza la presenza della specie nell’Italia continentale. Rin- grazio il Sig. maestro O. Castellani per l’invio di due esemplari maschi che conservo nella mia collezione a testimonianza di quanto sopra ho citato. Fam. AESCHNIDAE Boyeria irene Fonsc. Dal maestro O. Castellani di Acilia (Roma) ho ricevuto in esame un Aeschnide maschio che per la strozzatura al secondo segmento addominale, per la colorazione e per il tipo della nervatura mi ha fatto ricordare molto il genere esotico Gyracantha e che ad un attento esame mi risulta appartenente alla specie Boyeria irene Fonsc. Questo maschio, catturato a Gerano, m. 500 (Roma) il 6. IX. 1934, presenta le seguenti misure (in millimetri): lunghezza totale 70; addome 48; ap- pendici anali superiori 5; ala anteriore 44; ala posteriore 43; pterostig- ma 4; il numero delle antenodali nell’ala anteriore è di 21, nell’ala posteriore 13, le postnodali sono 13; mentre nell’esemplare della col- lezione del Selys - Longchamps le antenodali sono rispettivamente 27 e 19 e le postnodali 20. La Boyeria irene è una specie mediterranea, eccezionalmente os- servata al Nord (Lago dei Quattro Cantoni, Svizzera), ed è comune nel mezzogiorno della Francia ed in Corsica; nelle altre parti è più rara ed è citata della Spagna e dell’ Algeria. Per l'Italia era nota solo della Sardegna ed, a quanto è a me noto, non era mai stata catturata nel- 02 l’Italia continentale; quindi la cattura fatta a Gerano assume una certa importanza perila distribuzione geografica della specie. Hemianax ephippiger Burm. Di questa specie africana, non inclusa per ora nella fauna europea come endemica, ma solo come migratrice, sono stati osservati spesso degli sciami nell'Europa meridionale ed alcuni individui si sono spinti anche molto verso il Nord fino in Inghilterra ed Irlanda. Per l’Italia è già stata citata di Torino, Pavia, Rovereto e della Sardegna, ed ora ho potuto anche osservarla nell'Emilia. Un esemplare 9 fu catturato in ottimo ‘stato dal Dr.îA. Fiori’ sopra Collagna (Reggio), a circa 1000 net. il 12. VI. 31; tale cattura è importante per l altitudine non essendo stata ancora osservata la specie a"questa altezza, benchè sia da supporre che possa anche superare altezzeimaggiori, perchè una volta è stata trovata in Svizzera. Unaltro esemplare 9 l'ho catturato il 5. IX. 34 nei dintorni di Bologna (Croara) ed essendo un individuo non completamente maturo è da supporre che l’Hemianax ephippiger trovi anche in Italia condi- zioni favorevoli per il suogsviluppo. Questo fatto lo citava giàsil Ghi-. liani nel 1869 nella « Acclimazione spontanea » (Boll. Soc. Ent. Ital., I, 1869, fasc. IV, pp. 268 - 270) dove voleva dimostrare che la specie deve passare nel novero delle ‘europee e .che il ciclo della metamorfosi in Italia dura due anni. Basteràgquindi la cattura della larva per avere la dimostrazione di quanto si suppone. G. MoLLER (Trieste) Cambiamento di nome Nel 1928 ho descritto uninuovo coleottero cavernicolo del Monte Baldo, denominandolo i Batkysciola (subgen. nov. /fartigia) baldensis n. sp. (Studi Trentinifdi Scienze Naturali, Annata IX, fasc. II p. 188). Dato che il nome « Hartigia »îè tre volte preoccupato, e cioè: 1838 Schiòdte, Naturh. Tideskr. II, pag. 332?(Hymenopt.) - 1863 Desvoidy, Hist. Dipt. II, pag. 521 (Dipt.) 1871 Rondani, Bull, Soc. Ent. Ital. II, pag. 322 (Hymenopt.) propongo di modificare il nome /fartigia m. (1928) in Hartigiella m. nom. Nov. 03 REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE XIV 066 - Auchmerestes Kiesenwetteri Kr. (Col. Curcul.). - Durante le caccie di S. A. S. il Principe Alessandro C. della Torre e Tasso, Duca, di Duino, sul Mte Pollino ({Lucania), il collega A. Schatzmayr aveva la fortuna di catturare, battendo dei faggi, ad una altezza di circa 1500 m. (nella contrada - denominata Duglia), lAuchmeresthes Kiesen- wettert Kr., rappresentante di una sottofamiglia di Curculionidi nota fin'ora soltanto della Grecia. Ho potuto confrontare. questi esemplari col tipo di Kraatz, gentilmente inviatomi dal «Deutsches Entomologisches Institut > di Berlino Dahlem. Con questa cattura oltremodo interessante la fauna Italiana si arricchisce di una nuova sottofamiglia di Curculio- nidi. Assieme con questa specie fu raccolto anche il raro Mefacinops calabrus Stierl. in quantità. C. KocH 07 - Barynotus Solarii Main. e Otiorrhynchus porcellus Daniel. (Col. Curcul.) - Entrambe queste specie rarissime e fin'ora conosciute solo del Gran Sasso furono raccolte dallo Schatzmayr e da me nella regione del M.te Pollino (Lucania) nel luglio del 1933: la prima specie in quantità sull’altopiano del M.te Pollino (circa a 1900 m.), la seconda, in pochi esemplari, sulla cima del Dolcedorme (circa 2300 m.). Il Dott. F. Solari ebbe la cortesia di confermare le mie determinazioni. C. KocH 68 - Baris Joffrei Hust. (Col. Curcul.) - Descritta. dei Pirenei orient., è specie nuova per l’Italia, e ne ho catturato un solo individuo il 17-V-1929, in contrada Leone della Prov. di Catania. Grom. FRANCESCO VITALE 09 - Gymnetron veronica Germ. a nigrum Hurdy (Col. Curcul.) - Catturato in un unico esemplare il giorno 25 - VI - 1931, in contrada Amantea del Villaggio Curcurace (Messina), è nuovo per la Sicilia, giacchè il Luigioni lo cita del Piem. Tosc. e Lazio. Grom. FrANcEScO VITALE 70 - Melitaea dejone H. G. (Lepid. Nymphal.) - In uno studio, molto importante, comparso su ‘“ £os,, - Revista Espafiola de Entomo- logia (15 Maggio 1934), il Dr. R. Agenjo ha fatto una revisione delle 604 forme di Melitaea del tipo athalia, raccolte in Spagna. Egli, tra l’altro, è venuto alla conclusione che la « specie» finora considerata come helvetica Rhil ( == pseudoathalia Rev) non è invece che la AI. dejonei ficurata da Geyer intorno al 1840 su esemplari di Aix (Francia). Egli fonda la sua asserzione sul fatto che le armature maschili di tutte le forme di dejone da lui esaminate, hanno Ila identica struttura di quelle delle forme di helvetica, compresa la nominale e comprese quelle delle località citate da Reverdin per pseudoathalia. L'affermazione è molto notevole anche per la nostra fauna, poichè le forme del gruppo che finora si è ritenuto di denominare Aeivetica, distinguendolo da aftalia per i caratteri sessuali maschili a tutti noti, costituiscono la grande maggioranza degli esemplari italiani di questo tipo. Bisognerà dunque riferire a dejore tutto quanto si è finora scritto su relvetica e le sue razze italiane? Sopratutto è da rilevare che, in tal caso, le promiscuità di caratteri nelle armature maschili constatate nelle forme intermedie fra la supposta elvetica ed athalia, acquisterebbero maggior significato, quando si rifletta che dejore ed athalia sono stati considerati due gruppi specifici abbastanza distanti l’uno dall’altro.. U. Rocci 71 - Melitaea athalia Rott.(Lepid. Nymphal.) - Questo gruppo spe- cifico ha una diffusione ben delimitata; per l’Italia la sua presenza è stata finora stabilita soltanto per alcune zone settentrionali - orientali e cioè Trentino, Altopiano Carsico, Veneto. In quest'ultima regione la athalia era stata raccolta, con la f. p. fioriti Rocci, nei dintorni di Pal- manova. Fra questa la località di pianura più cccidentale finora con- statata, poichè nel resto del bacino padano essa è sostituita ovunque dalle forme del gr. spec. helvetica Rhii ( = pseudoathalia Rev.). Una serie di Melitee raccolte dal Dr. Attilio Fiori a Codroipo (cioè più ad ovest di Palmanova) appartiene ancora ad athalia vera, come ho potuto stabilire con l'esame delie armature maschili. Suppongo che questi siano gli estremi limiti sud - occidentali che la affalia ab- bia raggiunti, poichè poco più a ovest (Montello, Asolo) ho raccolto la helvetica. Sarà interessante stabilire se la località di Codroipo, o meglio la linea del Tagliamento, costituisce una di quelle zore in cui i due gruppi si incontrano e si mescolano, dando luogo a forme inter- medie. Determino gli esemplari di Codroipo ancora come f. p. fiorzi, benchè essi siano di maggiori dimensioni e meno chiari di quelli della serie tipica di Palmanova. U. Rocci FAU NA COLEOPTERORUM ITALICA del Prof. Dott. ANTONIO PORTA È questa la prima opera Jlentiva d’ insieme che appare > galla - Fauna coleotterologica Italiana. Le tavole dicotomiche comprendono tutti i coleotteri Gsservatt fino ad oggi sì nella parte continentale che nelle adiacenti isole. Un “ Supplementum ,, ha aggiornato l'opera a tutto il 1934. L’ opera si vende dig LANE e non si spedisce che dietro IZ. relativo importo. ‘Vol. I. - ADEPHAGA >» II -STAPHYLINOIDFA: L.100: > » 3 » >» >» INIL - DIVERSICORNIA. :L.100: >» » 4» è» » IV.- HETEROMERA )- ‘PHYTOPHAGA | cea » V.- RHYNCHOPHORA}. i: |’ LAMELLICORNIA I + L10054 ‘SUPPLEMENTUM vir L10033 V % TARIFFA DELLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ EI 7 3» 6 Rivolgersi: Prof. Antonio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo » > » » i L. 60: piu L3 per l’Italia e L. 6 ici UE 6 DD 3 SE: » Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto l’anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. La pagina intiera La: Mezza pagina di /Yn quarto di pagina, ,, 150 80 50 FABBRICA SCATOLE DI CARTONE | È ARTICOLI DI CARTONAGGI IN Rete FON DATA NEL 1880 SICILIA —| RAFFAELE GRUPPO - | i > i B © L O G N Du PPIONI - B Fabbrica e Amministrazione funi ae ci VIA HAZARIO SAORO 1 - Tel. 260 E 7. Scatole per collezioni ’insetti - -- Listino gratis a richiesta Depositi spilli per Insetti “ IDEAL, © bianchi Il Scatole per schedari - Cartelliere - Scatole d'archivio acatole per preparazioni microscopiche Cartelle per erbario. Scatole àa tasca per farfalle - Fartoni per monete I Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, prodotti industriali, sementi, ecc. Scatole pertubi a disposizione verticale e orizzontale el 6 EI Si pubblica dieci volte l’anno . i A SaR, Ea x cat SR x Li s È. Fi ri Lo x N D E risi î D È Sn £ È \ pre DI È ; Da Ps $ 1 A 1a Ca lu LA = & YG 3 + 5 { 4 "COC pla Ss o M M A LR I o PAS ATTI SOCIALI : bia Generale 5 Maggio 1935- XI - - Bilancio 1934... ei re a | Comunicazioni scientifiche : L. Masi:. Sopra un “nuovo Podagrion o i un della regione Mediterranea e sul. Pachytomus klugianus Westw.. .— (Hymen. Chalcididae). — W. so Risultati scientifici delle. — — co; dae entomologiche di s SASSC4E Principe Alessandro della Torre >» e Tasso in Italia. IV Malacodermata vom M.te Pollino (Lucania) . — A Beitrag zur. Kenntnis der. Palaearktischen. Malacodermata) . e È i | hi — Étienne De Breuning: Description d’un nouveau Longicorne — AI a . Cesare Mancini: Missione Scientifica ‘del Prof. F. Zavattari nell /;//G// 0. Pi Sahara italiano: ‘Hemiptera Heteroptera — Stefano Lodegica bian SS neo: Note. sui Pterostichus paleartici 1a, Guido Depoli Wa lo VE li 00 ‘caso di ibridismo fra Procerus LIL2AS Creutz, e Carabus coriaceus. >» «© 19) RZ a E > La Dott. Sure Russo: Recensione. *> > Repertorio di notizie #; ua ala a E E, FABIO INVREA, Direttore Responsabile DIE ii > - Arti Grafiche COMMERCIO, Via S. Luca, 10 — GENOVA SE 05) o o SOCIETÀ: - ENTOMOLOGICA ITALIANA” Sede in GE NO V A, Via Brigata Liguria, N. 9 | presso La Museo Civico di Storia Naturale SOCI ONORARII “8 M. VITTORIO EMANUELE Il - RE D ni S. E. BENITO MUSSOLINI - Capo del Governo S. E. GIUSEPPE E Ua10. - 8.4, PIETRO FEDELE | CONSIGLIO DIRETTIVO: : pel biennio. 1984-35, - PRESIDENTE ONORARIO: Gr. Uff. Prof. Raffaello ceto. PRESIDENTE ErrerTIvo: Dott. Ferdinando Soa VIcE-PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi. SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea. TESORIERE: Rag. Cesare Mancini. DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fabio Invrea. . CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Apo: TA - Estero: L. 00. stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, .Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni, Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo AI Conte Emilio Turati. È I REVISORI DEI CONTI: Signor Armando Baliani, Ing. Paolo Bensa, "Do Tullo Casiccia. =. I RI TE +-+ Quota sociale annua: nel Regno: Ordinari L. 40, Studenti L. 20 Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. GC. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. Quota per l'iscrizione a soci i vitalizi: E..500 per Italia, L. 750 per l’estero. : Abbonamento alle Pubblicazioni - per i) non soci: ltalia iL AVVISI AI SOGI Le adunanze scientifiche della Società, si tengono ogni Giovedì, alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla © Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (4102). Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta-. mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40 nt. 2.; s.s., GENOVA .- SAS: SE. | BOLLETTINO DELLA SOCIETA” ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLumk LXVII (1935) 1 N.° 5-0 Pubblicato il 30 Giugno 1935, Anno XIII ATTI SOCIALI ASSEMBLEA GENERALE 5 MAGGIO 1935 - XI ‘ Convalide Genova, sede sociale, ore 10. Presidenza: Prof. Luigi Masi, Vice Presidente della Società, presenti 14 soci tra intervenuti personalmente e rappresentati. Aperta la seduta vengono convalidati, a norma dello Statuto, tutti i soci italiani, aventi diritto a voto, ammessi dalla Pre- sidenza dopo l’ assemblea generale ordinaria precedente. Quindi il Se- gretario legge la seguente : x | Relazione sullo stato sociale « Anche l’ anno 1934 ha causato tra i nostri soci dolorose perdite e il nostro memore pensiero si rivolge oggi anzitutto a ricordare con reverenza le figure scomparse del Prof. Decio Vinciguerra, a noi tutti carissimo, che ci fu per tanti anni compagno assiduo e fervente nelle nostre settimanali riunioni e che ebbe sempre per la nostra Società tanta predilezione, favorendone in ogni modo lo sviluppo coll’ auto-. revole consiglio e coll’ attività costante e fattiva; del Cav. di Gr. Croee Fortunato Rostagno, venerando Jepidotterologo, spentosi a Roma a 87 anni; del Prof. Adolfo Banti che dedicò la vita all’ insegnamento . agrario e agli studi di entomologia applicata; del Dott. Corrado- Colizza, R. Ispettore di Fitopatologia, immaturamente rapito da im] provviso e violento morbo. Tutti sono stati doverosamente ricordati su Bollettino. «< Dopo la precedente assemblea ordinaria la Presidenza ha am- messi sette nuovi soci, di cui due stranieri, e |’ Albo sociale conta oggi 208 membri tra Onorari, Vitalizi e annuali. 66 « Nel 1934 sono state stampate 276 pagine di Bo/lettino e 264 di Memorie, con un totale di pagine 540, che supera perciò di 15 pagine l’ annata 1933, già, a sua volta; notevolmente superiore alle annate pre- cedenti. Purtroppo, essendo stato ridotto a sole lire 6000 il contributo ministeriale, nel corrente anno sarà giocoforza ridurre alquanto le pa- gine di stampa, pur essendo cura della Presidenza di dedicare alle pub- blicazioni tutte le maggiori possibili disponibilità, tanto più che la collaborazione ai due periodici è sempre assidua e numerosi affluiscono i lavori dei nostri soci. Sarebbe anzi. desiderabile e molto opportuno poter ampliare ancora la mole delle pubblicazioui per evitare che en- tomologi italiani, anche di nostri Istituti, continuino a stampare all’ estero. « Le pratiche per l'erezione della Società in Ente Morale, deliberata nell'Assemblea straordinaria dello scorso Giugno, sono state tempe- | stivamente avviate per il tramite del locale R. Provveditorato agli Studi, ma fino ad oggi non è pervenuta ancora notizia dell’ emissione del relativo Decreto. « Il Bilancio ‘consuntivo del 1934 si chiude. con un avanzo di L. 1537.20 che varrà, in parte, a rendere meno sensibile nel 1935 la diminuzione del Contributo governativo. Onde il preventivo per l’anno corrente può formularsi all'incirca nelle linee del consuntivo 1934, con una lieve riduzione della disponibilità per le spese di stampa >». I La relazione è approvata all’unanimità. Bilancio Consuntivo 1934 Quindi il Tesoriere dà lettura del Bilancio consuntivo dell’eserci- zio 1934 e cioè del Rendiconto di Cassa e della Situazione Economica al31 Dicembre 1934, quali sono riportate in calce. al presente verbale. Vengono lette le lettere di approvazione del Bilancio stesso, pervenute da diversi Consiglieri e dopo breve discussione il Bilancio è approvato all’unanimità. Quindi, dopo aver rivolto un affettuoso saluto ed augurio al Pre- sidente Dott. Solari che, ancora convalescente, non ha potuto interve- nire all adunanza, e dopo aver rinnovati i più caldi voti per il vene- rando Presidente Onorario Prof. Gestro, l'assemblea si scioglie. Il Segretario Il Presidente F. INVREA L. MASI 67 BILANCIO SOCIALE 1934 Conto di Cassa ENTRATE Avanzo di cassa al 31 Dicembre 1933 . L. 254060.— Quote sociali anno 1933 e precedenti . 1a 1280.— Quote sociali anno 1934 Le 5101.— Rimborso spese fotoincisioni e estratti . i 1759.90 Abbonamenti alle pubblicazioni si 110. Ricavo vendita pubblicazioni . % 1192.75 Contributo Ministero Agricoltura . n 8000.— x Consorzio Zuccheri = 1000.— Interessi titoli e di cassa n 7146.— Sbotale:: E. > *22335.08 US:Gd FE Saldo stampa Memorie 1933, Bollettino 1934 e acconto Memorie 1934. L. 14545. Spese postali, spedizioni, biblioteca e varie fi 3773.95 Acquisto 2 librerie ni 200 Acquisto L. 800 di prestito - iedingbile a i 88. 10 per impiego quote soci vitalizi | i ini 107.50 L. 19220.45 Rimanenza cassa al 31 Dicembre 1934 . È _»___3109.20 Totale L 22335.05 Situazione economica al 31 Dicembre 1934 AFPETFVO Impiego quote soci vitalizi e benemeriti: , a) Buoni Tesoro novennali . 3 . L. 3500.— b) Prestito redimibile nominali L. 5700 » 4901.— c) Prestito redim. nominali L. 800 a L. 88.50 _,, 707.60 L. 9168.50 Quote sociali ancora da riscuotere i 3 960.— Rimborsi spese stampa e fotoinc. ancora da BECAARA à 500.— Avanzo di Cassa al 31 Dicembre 1934 i 020 Totale L. 13737.70 68 I PASSIVO Capitale sociale: Quote soci vitalizi e benemeriti ; L. 9200. Saldo spese stampa Memorie 1934 a calcolo _o___3000.— | È 2200 Saldo attivo . i . î ; i 7 I E I «Fotates L= AST9h20 I Revisori Il Tesoriere A. BALIANI - P. BENSA - T. CASICCIA C. MANCINI CAMBIAMENTI D'INDIRIZZO: G. B. Moro, Corso Andrea Podestà 11-3, Genova. Emilio Garavaglia, Via Mercadante 8, Roma. COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE L. MASI SOPRA UN NUOVO PODAGRION DELLA REGIONE MEDITERRANEA E SUL PACHYTOMUS KLUGIANUS WESTW. (Hymen. Chalcididae). Descrivo qui appresso un Podagrion parassita delle ooteche di Sphodromantis bioculata Burm., del quale, per gentile interessamento del Dott. P. Régnier, ho potuto avere esemplari d’ambo i sessi dal Marocco. Alcuni maschi riferibili alla stessa specie e prove- nienti dall’Isola di Cipro, li avevo ricevuti l’anno scorso dal Sig. G. A. Mavromoustakis e ne diedi una diagnosi provvisoria, sotto il titolo di Podagrion sp., in una mia pubblicazione negli Annali del Museo Civico di Genova (Vol. LVII, pag. 15). Un altro esemplare, femmina, del basso Egitto (Mansouriah, a N. O. del Cairo) mi è stato mandato 69 in esame recentemente, insieme con altri Calcididi, dal Dr. A. Alfieri. È molto probabile che la specie sia la stessa sulla quale il Dott. B. Debski scrisse nel Bulletin de la Société Entomologique d’Égypte (année 1919 [ pubblic. 1920] p. 20) e che egli ottenne pure dalla Spho- dromantis bioculata. La località del Marocco dalla quale provengono gli esemplari che mi sono stati inviati dal Dott. Régnier, è l'Oasi di Tarda, che appartiene al Sahara marocchino ed è situata ad Est del- l'estremo orientale della catena dell’Anti-Atlante. Podagrion meridionale sp. n. ?. - Capite et thorace olivaceo-viridibus, modice auratis, mesonoto leniter purpureo-nitido, area matanoti (propodei) plerumque laetius vi- ridi, fere smaragdina; abdomine obscuro, viridi-aeneo, basi potius flavo- fusco, ad medium magis virescente; antennis pedibusque anterioribus saturate flavo-melleis; flagelli articulis primis superne aliquantum ir- fuscatis, clava castaneo-fusca; femore antico extus et in superficie interiore ad latus ventrale virescente; pedibus posticis coxa obscure viridi, trochan- tere, femoris basi et apice, itemque metatarso, flavo-fuscis; femoris su- perficie externa obscure viridi, interna fusca virescente; tibia obscure castanea; tarsis anticis melleis, intermediis et posticis, item atque calca- ribus, albidis, omnibus articulo apicali nigricante; alarum nervis obscure flavo-griseis. Caput antice visum cordiforme transversum, longitudine latius proportione 5:4, oculis sat prominulis, linea ocularî inferiore ad "| oo (ongitudinis. Facies dense et minutissime insculpta, fere aci- culata; vertex sculptura etiam magis minuta, dense punctulatus. Linea occipitalis distincta. Funiculi articulus primus pedicello aequilongus, latitudine *|, longitudinis suae aequans; coeteri sensim latiores et aliquantum breviores, quintus quadratus, ultimus subtransversusj clava ovalis acuta articulis praecedentibus 4 %|, aequilonga. Sulci scapulares, superne inspecti, parum conspicui. Margo posticus scapularum axillis contiguus, preecipue si oblique inspectus nonnihil elevato-prominulus. Sculptura thoracis dorsi dense punctata, microscopio inspecta areolis pronoti et mesonoti, cum scutello, bis amplioribus quam verticisj areolis metanoti, extra pentagonum, majoribus quam in reliquo dorso. Postscu- telli dorsellum sublaeve, subtiliter et minutissime reticulatum, medio punctis aliquot vix conspiciendis impressum. Metanoti area pentagonalis illae maris similis (de qua vide ultra), tamen angulo anteriore quasi dorsello contigua, costis ex posteriore parte radiantibus et carinula 70 mediana posteriore minus determinatis. Proportio nervi marginalis, post- marginalis et stigmatici sicut 37: 9: 6. Femur posticum oblonge elli- pticum, diametro transverso 43/100 longitudinalis, superficie minute et subtiliter reticulata, dentibus sex longis validisgue armatum, quorum tantum secundus et quartus paullum breviores, ultimus forma triangulari aequilatera. Tibia non longe a basi (mox pone apicem dentis femoralis apicalis, quum deflexa sit) fortiter curvata, deinde modice arcuata, con- fertim oblique sulcata. Abdomen nitidum, microscopio inspectum, sicut metapleura, subtiliter reticulatum. Terebra corpore conspicue longior. Corporis long. 3 mm., terebrae 4!/, mm. vel etiam magis. A - Feminae similis, interdum clava minus obscura, abdomine basi magis flavescente-fusco, femore antico extus minus vel ad latus ventrale tantum virescente, vel brevi spatio infuscato; metatarso se- cundi paris tibiae concolore, tertit paris flavo-ferrugineo obscuro. An- tennae funiculi articulis primis latitudine manifeste longioribus, quarto et sequentibus quadratis, clava parum dilatata. Metanotum carina ad 2/5 longitudinis bifurcata, itaque area pentagonali longe pedunculata (in femina sessili); hac area nitidula, costis singulis utringue lateri externo-posteriori parallelis insiructa, quae costae cum lateribus externis- -anterioribus spatium rhombicum includunt, spàtio hoc costis aliquot irregularibus e carinula posteriore mediana irradiantibus asperato, fundo èn partibus lateralibus et anterioribus metanoti confertim, minute, pun- ctulato, aspectu tamen potius minute granuloso. Proportio nervi margi- nalis, postmarginalis et stigmatici sicut 45: 11: 7. Femur posticum dentibus quatuor longis validisque armatum, primo minus longo, ver- ticali, secundo et tertio retrorsum vergentibus, quarto dilatato. Tibia (quum deflexa sit) inter apicem dentis femoralis secundi et quarti recta. Tarsorum mensurae: tarsus anticus 38 + praetasus; metatarsus long. 20, lat. 6, articuli 2.-4. simul sumpti, long. 10,5. lat. 8; farsus me- dius 514 praetarsus, metatarsus long. 34, lat. 7, artic, 2.4. long. 9.5, lat.8; tarsus posticus 424- praetarsus, metatarsus long. 24, lat. 9, artic. 2. 4. long 9,5. lat. 9. Aculei majores tarsi medii et postici in serie lateris ventralis 13 vel 14. Distr. geographica: Mauritania (Desertus mauritanicus) Aegyptus, Cyprus. I maschi di Cipro, dei quali ho fatto menzione in principio, diffe- riscono per la mancanza del leggero riflesso porporino del mesonoto. L’esemplare femmina dell’Egitto ha tale riflesso, ma è caratteristico per la terebra molto lunga (corpo 3 mm., terebra 5'/, mm.). Questa specie è ben diversa dai Podagrion conosciuti pel continente 71 europeo e si può distinguere facilmente dal colorito (verde olivaceo con qualche leggero riflesso dorato, tibie posteriori castagno scuro). Essa appartiene al gruppo dei Podagrion col metatarso delle zampe | posteriori del maschio molto dilatato e con la tibia posteriore fortemente incurvata poco dopo la base, e si dovrebbe riferire al sottogenere Pa- chytomus Westwood. Notevole, nella specie che ho descritta, è la differenza sessuale riguardo all'area pentagonale del metanoto (propodeo), la quale nel maschio è distante dal margine anteriore di esso metanoto e si unisce al margine con una carena piuttosto lunga, mentre nella femmina tale carena si può considerare del tutto mancante, essendo rappresentata dal punto di unione dei due margini laterali-anteriori dell’area. | — Un’alra specie di Podagrion raccolta in Egitto fu descritta dal - Westwood col nome di Palmon (subg. Pachytomus) klugianus, anzi appunto per essa l A. istituì il sottogenere Packyfomus. Sebbene io non abbia veduto esemplari di tale specie, ritengo che si tratti di un Podagrion ben distinto da quello che ho denominato P. meridio- nale. Trascrivo qui la breve descrizione del Podagrion klugianum, la quale non è facilmente reperibile, poichè fu pubblicata in uno dei primi volumi dei Transactions della Entomological Society di Londra, e precisamente nel vol. IV, stampato fra il 1845 e il 1847 ( « On the Economy of the Genus Palmon Dalm., with descriptions of several species belonging thereto - 1847 - pag. 256 » ). « Sp. 1. Pachytomus klugianus, Westw. « Cupreo-aeneus, tenuissime punctatissimus; antennis basi tantum lu- teis, abdomine piceo-fulvo, apice nigricanti; pedibus 4 anticis pallide flavescentibus, posticis piceis, geniculis luteis. - Long. corp. lin. 1}|). - Habitat in ficubus Aegypti. D. Klug - In Mus. Westwood ». Nel Podagrion meridionale le zampe posteriori non sono « picee», hannno il femore verde scuro e la tibia bruna; i rifessi cuprei sono poco diffusi e per lo più assai leggeri. La diagnosi del sottogenere Pachytomus è la seguente: « Subge- nus novum, Pachytomus, Westw. Palmoni congruit nisi abdomine maris plano depresso - elongato, spinisque femorum posticorum tantum 4, ar- ticulo basali tarsorum omnium dilatato, necnon oeconomia specierum quae in ficubus more Blastophagorum habitant ». Ritengo che questo paragone dell’habitat del Packytomus klugia- nus con le Blastofaghe sia del tutto errato e che la presenza del /a- chytomus sui fichi sia semplicemente casuale. 72 W. WITTMER (Museo Entomologico « Pietro Rossi » - Duino) RISULTATI SCIENTIFICI DELLE CACCIE ENTOMOLOGICHE DI S.A.S. IL PRINCIPE ALESSANDRO DELLA TORRE E TASSO IN ITALIA IV. MALACODERMATA vom M.te Pollino (Lucania) (1) (2. Beitrag zur Kenntnis der palaearktischen Malacodermata) Fam. Lampyridae 1. Phausis splendidula L. (subalpin) 2. Lampyris noctiluca v. Bellieri Rche. (Duglia) 3. Luciola italica L. (subalpin) Fam. Cantharidae Cantharis Erichsoni Bach (Duglia) Cantharis fusca L. (Duglia) Cantharis obscura a. morio Bdi. (subalpin, Duglia) Cantharis italica Fiori (Duglia) Cantharis Torre-Tassoi n. sp. Kopf gelb, die obere Halfte von den Fiih'erwurzeln ab schwarz, mit den Augen so breit wie der Halsschild, zwischen den Augen flach eingedriickt, fein zerstreut punktiert, gelblichweiss behaart, Mund- teile gelb, Mandibeln gegen die Spitze braun, Fiihler gelb, letztes Glied etwas angedunkelt, oder gelb und schon vom 4. Glied an dunk- ler, gelblich behaart. Fiihler lang, die Halfte der Fliigeldecken etwas uberragend. Drittes Glied um ein Viertel linger als das 2., 4. lan- ger als das 3., nicht ganz doppelt so lang wie das 2., so lang wie die folgenden, 10. und 11. Glied wieder kiirzer, jedes so lang wie das 3. Halsschild glatt, fein behaart, nur wenig breiter als lang, schmàler als die Fliigeldecken an den Schultern. Vorderecken etwas stàrker ver- rundet als die Hinterecken, Seiten schwach gerundet, fast gerade, wo-. PRA (1) Die auf dem Mte. Pollino gesammelten Tiere riihren fast alle aus der subalpinen Region dieses Berges her (1700-2100 m.) und sind kurzhin mit « subalpin » bezeichnet. Die ùbrigen sind in einer Hòhe von 800-1700 m. (Terranova, Duglia) gesammelt worden. 73 durch der Halsschild ein quadratisches Aussehen erhalt. Weisslichgelb mit breitem, schwarzem Langsband auf der Scheibe, welches den Vor- der- und Hinterrand des Halsschildes nicht erreicht, in der hinteren Halfte breit und nach aussen gerundet begrenzt, nach vorn verjiingt mit parallelen Seiten. Schildchen schwarz. Fliigeldecken ca. 4 mal so lang wie breit, braungelb, gelb behaart, die Basis mit den Schultern, die Seiten, die Naht und die Spitze schwarz, diese Firbung nach innen zu allmahlich in die braungelbe Grundfarbe itbergehend. Beine gelb, Mittelschenkel an der Aussenseite, manchmal auch die Vorderschenkel, mit einer langlichen, apikalen schwarzen Makel, apikales Drittel der Hinterschenkel und ein feiner schwarzer Streifen an der Innenseite der Hinterschienen schwarz. Tarsen braun. Erstes Glied der Hintertarsen mehr als doppelt so lang wie das zweite. Lange: 10 mm. Fundort: Mte. Pollino (Lucania) 9.7.1933, 1800 m., 1 und 10.7.1933, o e i ‘ Mit C. sudetica Letz. am nachsten verwandt, von dieser leicht zu trennen durch die bei C. 7orre-Tassoi m. schmalere Gestalt, fast pa- rallelen Seiten des Halsschildes, mehr ausgedehnte Makel des Hals- schildes, schwarze Basis und Seiten der Fliigeldeckeu, lingeres 2. Fiih- lerglied und durch die langeren Hintertarsen. Uebersicht iiber die italienischen mit C. sudefica Letz. verwand- ten Arten. A. Halsschild mit 2 kleinen konvergierenden, strichfòrmigen Lingsma- keln, Beine einfarbig gelb C. ictaria Fiori (1) — Halsschild mit 1 grossen medianen Makel, Beine teilweise schwarz bB B. Seiten des Halsschides fast parallel, kaum gerundet, Vordereckem schwach verrundet, stumpfwinklig. Schwarze Langsmakel des Hals- schildes nur einen schmalen Saum am Vorderrand freilassend, Seiten weisslichgelb. Fligeldecken ca 4 mal so lang wie breit, Basis und Seitensaum schwarz. Drittes Fiihlerglied um ein Viertel linger als das 2., 10. und 11. Glied jedes kiirzer als das 9. Erstes Glied der Hintertarsen doppelt so lang wie das 2. C. 7orre-Tassoîi n.sp. — Seiten des Halsschildes stark gerundet, Vorderecken vollstàndig verrundet. Die schwarze Makel des Halsschildes erreicht nicht den (1) Durch die Freundlichkeit des Herrr Dr. Delkeskamp hatte ich Gelegenheit die in den Sammlungen des Zoologischen Museums der Friedrich-Wilhelm Universitàt, Berlin, befindlichen Typen von Fiori zu studieren. 74 Vorderrand: Seiten gelb. Fliigeldecken ca 3 mal so lang wie breit, Basis und Seiten gelb (eine Ausnahme scheint a. vesubiella Bourg. zu machen, die die Fliigeldecken einfarbig schwarz haben soll. Mir nicht bekaant.) Drittes Fiihlerglied reichlich doppelt so lang wie das 2., 10. und 11. Glied nicht kiirzer als das 9., so lang wie dieses. Erstes Glied der Hintertarsen nicht doppelt so lang wie das 2. C. sudetica Letz. . Cantharis fulvicollis F. (subalpin, Duglia, Dolcedorme) . Rhagonycha lignosa Mill. (subalpin) . Rhagonycha banatica Rosh. (subalpin) . Malthinus striatulus Marsh. (subalpin) Diese Art war bisher nur aus Sidfrankreich bekannt. Die Beschrei- bung von Marseul in (Abeille 1884, p. 18) passt genau auf die Tiere aus Siiditalien, nur scheinen unsere Exemplare ein wenig gròsser zu sein. Sie messen 5,5 - 6 mm. Marseul gibt eine Gròsse von 3,9 - 4,5 mm. an. | 13. 14. b5. 10. 10; 13. 19. 20. 24 SÌ, di Malthinus flaveolus Payk. (subalpin) Malthinus insignipes Pic (subalpin, Terranova) Malthinus balteatus Suffr. (subalpin) Malthinus Devillei Ab. (subalpin) Malthodes Solarii Pic (subalpin) Malthodes parthenias Kiesw. (Terranova) Malthodes facetus Kiesw. (subalpin) Malthodes hexacanthus Kiesw. (subalpin) Malthodes spathifer Kiesw. (subalpin) Fam. Malachiidae . Hypebaeus flavipes F. (subalpin) . Charopus docilis Kiesw. (Dolcedorme) . Ebaeus ater Kiesw. (subalpin) . Attalus analis Panz. (subalpin) . Attalus Nourricheli Cast. (Terranova) . Axinotarsus ruficollis OI. (Terranova) . Matachius lusitanicus a. australis Rey, (subalpin, Terranova) . Malachius parilis Er. (subalpin, Terranova, Dolcedorme) Cyrtosus ovalis Cast. (Terranova) Fam. Dasytidae Henicopus falculifer Frm. (Dolcedorme) Haplocnemus nigricornis F. (Duglia) 75 33. Divales communimacula a. ater Schils. (Terranova) 34. Divales bipustulatus F. (subalpin, Terranova) 35. Dasytes (Hypodasytes) lucanus n. sp. | < Einfarbig schwarz. Kopf mit den vorgequollenen Augen so breit wie das Halsschild, in der Mitte eingedriickt, zerstreut, wenig tief punk- tiert. Abstand der Augen gròsser als der Durchmesser eines Auges. Fiihler bis itber die Schulterbeulen reichend, grau behaart, 2. Glied knòtchenfòr- mig kleiner und schmaler als das 1.,3.und 4. Glied stumpf gesàgi, etwas langer als breit,5. bis 10. gesagt, 10. Glied schmaler als das 9., 11. Glied schmal, langer als das 10. Halsschild beinahe doppelt so breit wie lang; Ecken und Seiten verrundet, Seitenrand breit abgesetz, Scheibe fein punk- giert, Seitenfurche deutlich und tief. Raum zwischen der Seitenfurche und dem Seitenrand runzlig gewirkt. Halssschild wie der Kopf abstehend behaart, dazwischen undeutlich mit kurzen greisen Harchen durchsetzt. Fliigeldecken fast drei mal so lang wie an den Schultern breit, nach hinten leicht verbreitert, glinzend, Punkte einfach, seicht, keine Runzeln bildend. Behaarung doppelt, zerstreut schwarz abstehend und etwas dichter, schwarz anliegend behaart. Je nach der Beleuchtung schim- mert die kiirzere anliegende Behaarung etwas heller. Finftes Bauchse- gment ohne Auszeichnungen, letztes Segment leicht ausgerandet. O breiter, Fiihler kiirzer, die Schulterbeulen kaum erreichend, Au- gen kleiner, Fligeldecken etwas stàrker behaart. Lange: 4,5 - 5 mm. Fundort: Mte. Pollino (Lucania). Verwandt mit D. obscurus Gyll. Verschieden durch die bei /ucanzs m. einfachen beiden letzten Bauchsegmente, die bei obscurus stark dreieckio eingedriickt sind. Die Fliigeldecken sind schwacher punktiert, die Fiihlerglieder an der Basis stumpfer gesagt. Durch die beim Mann- chen einfachen Bauchsegmente leicht zu erkennen. 36. Dasytes (Mesodasytes) aerosus Kiesw. (subalpin) 37. Dasytes (Mesodasytes) flavipes Ol. (subalpin, Terranova, Duglia) 38. Psilothrix cyaneus Ol. (Terranova) 39. Psilothrix aureolus Kiesw. (Terranova) 40. Danacaea denticollis Bdi. (subalpin) 41. Danacaea cusanensis Costa (subalpin, Terranova) 42. Danacaea nigritarsis Kist. (Terranova) Fam. Cleridae 43. Tillus elongatus L (subalpin) 76 44. Opilo taeniatus var. Torre-Tassoi nov. Durch weitlàufige Punktierung der Fliigeldecken von der typi- schen Form abweichend. Fliigeldecken in undeutlichen Reihen punktiert, Zwischenriume der Punkte stellenweise gròsser als deren Durchmesser. Punktierung des Kopfes und Halsschildes wie bei der Stammform. Fundort: Terranova (Lucania) 45 Thanasimus formicarius L. (subalpin, Duglia) 46. Trichodes alvearius F. (subalpin) 47. Trichodes leucopsideus Ol. (Terranova) 48. Trichodes apiarius L. (Terranova). ETIENNE DE BREUNING DESCRIPTION D'UN NOUVEAU LONGICORNE. Uraechopsis nov. gen. Monohammin. De stature très allongée, scape à cicatrice complète; le troisième article des antennes si long que le quatrième; élytres arrondis au sommet; saillie mesosternale. pourvue d’un tubercule médian; tibias intermédiaires pourvues d’ un sillon dorsal; crochets des tarses divariqués. Type.: Uraecha chebana Gah. Se distingue d’ Uraecha Pasc. par la forme du mesosternum. Monochamus albisparsus Gah. (Uraecha albonotata Pic) et Blepephaeus irregularis Pic doivent étre également +rangés dans ce genre. Uraechopsis albomaculata nov. sp. De stature allongée, antennes fines (cassées des deux còtés, mais certainement plus de deux fois plus longues que le corps), non frangées en dessous; le scape médiocrement long, peu fort, le troisième article si long que le quatrièéme ou que le cinquième; tubercules antennifères assez rapprochés et élevés; les yeux grossièrement facettés, leurs lobes inférieurs plus longs que larges, distinctement plus longs que les joues; le front plus haut que large. Pronotum transversal, cylindrique, très densément, assez grossièrement ponctué, pourvu de sillons transversaux, peu distincts et d'une assez petite épine latérale, conique, pointue; écusson large, arrondi. Élytres très allongés, parallèles, convexes, arrondis au sommet, finement granulés à la base, ensuite PI densément, assez grossièrement ponctués, les points un peu plus fins vers le sommet. Saillie prosternale assez large, un peu moins élevée que les hanches, régulièrement arquée; saillie mesosternale pourvue d’un petit tubercule proéminent et tronquée verticalement è son bord antérieur; jambes de longueur médiocre, assez minces, les cuisses claviformes. Noir, couvert d’une pubescence ochracée, mélangé de taches blanchaàtres surtout sur le disque du pronotum, ses parties latérales et le pro - et metasternum. Élytres brun-rougeatre, couverts d’une pubescence ochracée; chacun orné de trois taches blanches, premédianes (une latérale et une suturale à la fin du quart basilaire, une discale juste avant le milieu) d’ une bande transversale blanche ondulée au commencement du quart apical et de taches brun-rougeàatres foncées avant et après cette bande; cuisses couverts d’ une fine pubescence jaunàatre, tibias tarses et antennes d’une telle pubescence gris - blanchàtre. Long. 12 mm., larg. 4 mm. bype:-tbgt:de Birmante* Bhamò,: VI 1885, leo. L- Fea; au Musée de Génes, MISSIONI SCIENTIFICHE DEL PROF. E. ZAVATTARI NEL SAHARA ITALIANO. CESARE MANCINI HEMIPTERA HETEROPTERA Le notizie sugli Emitteri Eterotteri della Libia sono ancora assai scarse e si riferiscono quasi esclusivamente alla Cirenaica ed all’areipelago di Cufra, come risulta dal « Prodromo della Fauna della Libia » del Prof Ed. Zavattari (Pavia 1934), nel quale sono riassunti i due lavori princi-- pali di E. De Bergevin (1) e le poche note del Prof. A. Ghigi, di V. Zanon e di altri. Le specie riportate sono 69, alle quali ne va aggiunta (1) E. de Bergevin. Esplorazione dell’Oasi di Giarabub. Liste des Hémiptères. Ann. Mus. Civico di Storia Naturale di Genova, Vol. LV, 1930, p. 29-39. E. de Bergevin. Spedizione scientifica all’Oasi di Cufra. Résultats Hémiptérolo gi - ques, Ann, Mus, Civico di Storia Natur, di Genova, Vol. LV, 1932, p. 422-430. Del'Saa Coil. Vit tr St (4 £) vi un’altra descritta recentemente da C. Menozzi (1): sono così in totale 70 specie di cui 4 nuove per la scienza. Questo complesso di specie non può certamente dare alcuna in- dicazione concreta sull’importanza della fauna emitterologica della no- stra colonia Nord Africana e neppure la presente mia nota può col- mare la lacuna; però essa può essere di qualche interesse dato che il materiale da me studiato proviene, per la maggior parte, dal Fezzan, regione finora completamente sconosciuta per ciò ‘che concerne gli emitteri. Il presente lavoro comprende 22 specie, delle quali 10 risultano nuove per la Libia. Le specie citate del Fezzan rapresentano un complesso di forme prevalentemente eremiche, unitamente a qualche elemento etiopico; sono degni di nota Pausias Leprieuri Sign. e Paranysius fallaciosus subsp. libycus Manc. che rappresentano forme eremiche orientali. Ringrazio vivamente il Prof. E. Zavattari per avermi concesso di studiare il materiale da lui raccolto e il Dr. W. E. China e il Prof. E. Poisson che gentilmente mi aiutarono nella determinazione del materiale. Indico con un asterisco le specie che sono nuove per la Libia. fam. CYDNIDAE 1 Sehirus dubius Scop. var. melanocephalus H. S. Fezzan: Guado un esempi. - Specie comune in tutta la regione Mediterranea. fam. PENTATOMIDAE "2. Pausias Leprieuri Sion. Fezzan: Gatron VIII-1933, 2 esempl. Specie nota solo d’Egitto. fam. CORKRIDAE ‘3. Liorhyssus hyalinus F. Oasi di Augila IX-1954, 1 esempl. - Specie cosmopolita (1) C. Menozzi. Una nuova specie del genere RAkinocoris Hhn. della Cirenaica. Boll. Soc. Ent. Italiana, Vol.66, 1934, p. 144. “4 *6 dii 79 Liorhyssus hyalinus F. var. marginatus Jak. Fezzan: Murzuk VIII-1932; Oasi di Gialo IX-1934; Oasi di Augila IX - 1934, varii esemplari. Nel Fezzan è stata pure raccolta a Sebha nel novembre 1932 dal Prof. Cipriani. - Varietà comune in tutto id deserto libico; si trova pure nella Russia Merid. e nel Caucaso. Liorhyssus hyalinus F. var. pallidus mihi. Colorito completamente flavo pallido, senza alcuna traccia di an- nerimento; pure i tergiti sono flavi, solamente l’ultimo ed i lati del penultimo sono leggermente imbruniti. 1 primi tre articoli delle antenne e le zampe sono macchiati di piccoli e radi puntini bruno chiaro. Fezzan: Murzuk VII-1931. 1 esemplare (mia collezione). fam. LYGAEIDAE Spilostethus longulus Dall. Fezzan: Murzuk VII- 1933, Ubari TX-1931, parecchi esemplari - Specie comune in tutto il Nord Africa e che raggiunge la Regione Etiopica e l'Arabia. Forma eremica. Spilostethus pandurus Scop. Fezzan: Sebha VIII-1931, 1 esemplare. Questo esemplare, benchè abbia la membrana più pallida della forma tipica, non può ancora riferirsi alla v. militaris F. che è la forma prevalente in tutto il Nord Africa. Specie a larga diffusione paleotropica e che raggiunge anche la regione mediterranea Cosmopleurus fulvipes Dall. Fezzan: Auenat (Serdelés) X-1931, Tegerhi VIII-1932, Gatron VIII- 1932, Ghat IX-1932, Ubari IX-1931, parecchi esemplari. Specie comunissima in tutta l'Africa del Nord; si trova pure nella Nubia e in Persia. Forma eremica. Paranysius fallaciosus Put. (1) subsp. libycus mihi. Si distingue facilmente dalla forma tipica per il colorito molto più chiaro e per la pubescenza evidentemente più breve, cosi che l’insetto è meno sericeo e la punteggiatura del-pronoto e spe- cialmente quella del capo sembra molto più nitida. Il pronoto è leggermente più transverso, la leggerissima carena longitudinale ap- pare più nitida e, invece di essere flava, è generalmente rosso cre- (1) Arocatus fallaciosus Put., Revue d’Entomologie, XIV, 1895, pag. 85 80 "9 10 misi; di questo colore è pure la carena mediana dello scudetto La membrana, come nella forma tipica, è ialina colle nervature. scure. La parte” inferiore è pure più chiara e la peluria più breve; la grossolana punteggiatura del petto è bruno - chiara invece che nera; la serie di macchie nerastre lungo i lati dell’addome presso il connettivo, propria della forma tipica, è qui sosti- tuita da una vera fascia lon- gitudinale di un bel colore rosso cremisi che ricopre gli stigmi; in alcuni esem- plari, un poco più sotto, vi è una seconda linea dello stesso colore assai più sot- tile e più o meno com- pleta. Fezzan: Ubari IX - 1931 parecchi esemplari (mia collezione e Museo di Genova). Specie propria della regione desertica; la forma tipica è stata de- scritta di Aden. Paranysius fallaciosus subsp. libycus Manec. Nysius cymoides Spin. Oasi di Gialo IX-1934; parecchi esemplari. Specie comune nel ba- cino del Mediterraneo; si trova pure nel Caucaso, Turchestan e in Transcaucasia. Engistus exsanguis Stàl. Fezzan: Auenat (Serdelés) X-1931, un esempl. La sua area di diffu- sione comprende il Nord Africa, la Siria, la Russia Merid. la Tur- chia e il Turchestan. i fam. REDUVIIDAR Ectomocoris fenestratus Klug ? Cufra: El Giof VIII-1934, un esemplare allo stato larvale. Questo EF, *12 13 14 15 10 vU; *18 81 esemplare è identico alle larve di Haret Hafun assegnate da E. De Bergevin con dubbio a questa specie. | Reduvius pallipes Klug. Marada VIII-1934; Fezzan: Auenat (Serdelès) X-1931, alcuni esem- plari. Specie comune della regione desertica. Pirates strepitans Rmb. var. rufipennis L. Cufra: El Giof VIII-1934, un esemplare allo stato larvale. Forma. etiopica, ma che si estende in tutto il Nord Africa. Vachiria Natolica Stal. Oasi di Gialo IX-1934; Fezzan: Murzuk VIII-1933 ,2 esempl. Specie della zona desertica. fam. CIMICIDAE Cimex lectularius L. Oasi di Augila IX-1934, un esempl. Specie cosmopolita. fam. ANTHOCORIDAE Triphleps albidipennis Reut. Oasi di Augila 1IX-1934, parecchi esemplari. Specie del Nord Africa e Etiopica. fam. CAPSIDAE Creontiades pallidus Rmb. Oasi di Augila IX-1934; Fezzan: Auenat (Serdelès) X-1931; Tazerbo VII-1934; Marada VIII-1934, parecchi esemplari. Specie che si esten- de dal Mediterraneo alla Regione Etiopica. fam. ACANTHIIDARE Acanthia pallipes F. var. dimidiata Curt. Marada VIII-1934 un esempl. Specie di larga diffusione geografica fam. NEPIDAE Laccotrephes Fabricii Stal. Fezzan: Brack IX-1931, Traghen IX-1933, Murzuk VIII-1931, diversi esemplari, Goddua ( 1esempl. leg. Cipriani). Specie intertropicale a larga diffusione geografica dalla regione Etiopica a quella Orien- tale; è stata pure raccola nell’Hoggar. 82 fam. NOTONECTIDAE *10 Anisops sardea H. S. Marada VIII-1934, vari esemplari. Specie a larga diffusione geo- grafica. *20 Anisops debilis (Gerst.) T. Jaczewski. Ann. Zoolog. Musei Polon. Hist. Natur., V, 1926, p. 86. | ‘ . Fezzan: Traghen IX-1933, Tmessa VIII-1933, Zelonas Sciati VIII-1931. Specie etiopica. “21 Anisops sp. del gruppo varia Fieb. Fezzan: Ghat IX-1931, due esempl. 9. Certamente col nome di varia si sono confuse diverse specie e quindi per il momento non è possibile determinare con certezza questi esemplari. fam. CORIXIDAR 22 Arctocorisa hieroglyphica Duî. Fezzan: Traghen IX-1933, Gatron VIII-1933, vari esemplari. Specie cosmopolita. i STEFANO Lopovico STRANEO NOTE SUI PTEROSTICHUS PALEARTICI 1° Alcune osservazioni sui Sottogeneri 7apiropterus, Crisimus, Nesosteropus, Pterotapinus. Nel suo lavoro su «I Pterostichus Italiani » (Mem. Soc. Ent. It. vol. VIII, 1929, pg. 329 e segg.) il Sig. Schatzmayr fissa i caratteri del subg. Crisimus Habelmam e stabilisce che il solo Pter. placidus (per il quale è stato creato il sottog.) può far parte del sottogenere stesso. Ritengo opportuno aggiungere ai caratteri indicati da Schatzmayr anche quello già indicato da Habelmann della mancanza di striola scutellare. (')1 caratteri del subg. Crisimus sono dunque i seguenti: mancanza di (1) Nell’attuale sistematica dei Pferostichus si dà notevole importanza alla presenza o all’assenza di striola scutellare. Su tali caratteri sono anzi basati alcuni sottogeneri, 33 poro setigero agli angoli posteriori del pronoto: 3° articolo delfe an- tenne pubescente all'estremità; mancanza di striola scutellare; pene biforcato. Tutte le altre specie, attribuite dai cataloghi al subg. Crisimus sono da passarsi al subg. 7apinopterus. Schatzmayr ha anche proposto che il nome Nesostferopus venga posto in sinonimia con 7apinopterus. Ritengo che tale proposta debba venire accettata specialmente dopo la descrizione fatta dal Prof. G. Miiller delle specie nuove di Nesosteropus raccolte dal Sig. Weirather (Kol. Rundschau, Bd. 17, 1931, N. 6, pag. 209), specie che sempre più si discostano dal tipo fondamentale di MNesosferopus, con pronoto a lati non sinuati ed angoli posteriori arrotondati, e che segnano uno evidentissimo passaggio ai Tapinopterus s. str. dei cataloghi. Anche il subg. Pferotapinus Heyd. non potrà essere mantenuto, a meno che non sitrovino altri caratteri per individuarlo. Esso è caratteriz- zato attualmente dalla presenza su ambo i lati dello sternite anale di 2 pori setigeri nel 7 e di 3 nella 9, e dalla mancanza del solco nel primo. articolo dei tarsi posterioriori. Schatzmayr (1. c.) esprime dubbi sulla solidità di tale sottogenere per il fatto (che del resto appare già dalla tabella di Apfelbeck, Kaf. Balkanhalb. 1, 1904, p. 238) che il g del Pter. Attemsi Apf., molto affine al creticus Friv., possiede 2 punti setigeri ad amboi lati dello sternite anale. Io aggiungo che, dall'esame di vario materiale, parte del Museo P. Rossi e parte della mia collezione, ho potuto constatare che il numero di pori setigeri ai lati dello sternite anale non è un carattere costante nè nel Fairmairei (unica specie at- tribuita al subg. Pferotapinus) nè in altre specie di 7apinopterus. Di 11 esemplari di 7apinopterus Fairmairei della mia collezione, solo due Sg e una 9 hanno i pori setigeri regolari: degli altri, 1 g ha un solo poro setigero per parte, un altro y7 due pori da un lato ed uno dall’altro, un 7 e una 9 due pori da un lato e tre dall’altro, una 9 tre da un lato e quattro dall’altro, un g e una £ quattro pori per lato, una 9 quattro pori da un lato e cinque dall’altro. Ora se si vuole te- ner conto che i pori setigeri in soprannumero sono generalmente più piccoli, rimane sempre il fatto che tra questi 11 esemplari, vi sono 2 Sg e 1 9 che hanno un numero di pori inferiore a quello che do- vrebbero avere. Ho inoltre nella mia collezione un esemplare £ di Speluncarius setipennis Apf. con 3 pori setigeri (invece di due) da ogni parte dello sternite anale. Infine negli esemplari di 7apiropterus corte- semente comunicatimi dal Museo P. Rossi, vi sono due di 7ap. /ati- cornis di Rodi con 3 pori setigeri ad ambo i lati dello sternite anale: una 9 84 con 2 pori da un lato e 3 dall’altro: ed’ un Pfer. kapparicola 9, an- ch’esso di Rodi, con un solo poro setigero da ogni lato. Come si vede le eccezioni non mancano: non mi sembra quindi troppo giusto basare un sottogenere su di un carattere così poco costante. Circa l’altro carattere del subg. Pferotapinus, la mancanza di solco sul lato esterno del primo articolo dei tarsi posteriori, osservo che esso è comune a diversi 7apinopterus; precisamenle, a quanto mi consta, alle seguenti specie: insulicola Tschit., Kuntzeni Mill., laevisternus Miill., Weiratheri Mùll., Obenbergeri Maran. Nella descrizione delle sue tre specie (I. c.), il Prof. Miiller ha omesso tale carattere; ed il Dr. Maran (Ent. Nachrichtenbl. Bd. VI, 2 Heft, Juni 1932, p. 52) ha ritenuto che tale solco esista nelle tre specie del Miiller, perchè l'Autore nella de- scrizione paragona la prima di esse al /aficornis, che di detto solco è fornito. Invece dall'esame di vari esemplari di 7apinopterus Weiratheri (di cui tre cotipi), di un cotipo del Kurtzeni, tutti della mia collezione, e di un cotipo del /aevisternus gentilmente comunicatomi dal Sig. Wei- rather, ho potuto vedere che le dette tre specie sono completamente prive del solco sul lato esterno del primo articolo dei tarsi posteriori. Nella descrizione del Tapinopterus Obenbergeri Maran è detto che anche questa specie manca di detto solco: inoltre tanto il y che la 9 di questa specie hanno, secondo l'Autore, una sola setola ad ogni lato dell’ultimo sternite. Tutte queste considerazioni mostrano che il subg. Prerotapinus, sia come sottogenere, sia come sezione, non abbia scientificamente al cuna ragione di esistere, non essendo basato su alcun carattere suffi- cientemente stabile. Se poi il subg. Crisimus, come anche il subg. 7apinopterus, deb- bano essere riferiti al gen. Pferostichus, o se invece debba ritenersi che i Tapinopterus siano genericamente distinti dai Pferostichus ed il subg. Crisimus sia un subg. del genere Tapinopterus, non si può certamente dirlo attualmente. Certo è, secondo me, che, se si conside- rano i Tapinopterus come costituenti un genere a sè, come fanno alcuni autori, per non creare squilibri, varî degli attuali subg. dei Pferosti- chus, che presentano caratteri differenziali importantissimi, dovranno diventare altrettanti generi ('). E poichè il decidere in merito richiede lunghi studi critici e la disponibilità di materiale enorme che ancora non (1) P. es. Eutrychopus Tschitsch. con tarsi superiormente pelosi; Azmzo/ops Tschitsch, senza punti setigeri nel 3° intervallo delle elitre e con pori setigeri frontali in sopran- numero, 85 posseggo, non ho introdotta alcuna innovazione ed ho considerato per ora i Tapinopterus come costituenti un subg. dei Pferostichus. Credo però che sarebbe bene fin d’ora, almeno dove è possibile farlo senza introdurre squilibri, abolire la suddivisione dei subg. in sezioni fornite di nomi, non servendo esse che a creare delle inutili com- plicazioni nella nomenclatura, nella quale, d’altra parte, non hanno al- cuna posizione autorizzata. È perciò che ho fatto note queste SEpiEUO osservazioni. Il Dott. J. Maran, che sembra non conoscere il lavoro citato di Schatz- mayr, ha pubblicato (Cas. Cesk. Spol. Ent. XXIX, 1932 pag. 35 e segg.) una tabella dei sottog. vicini a Tapinopterus. A parte il fatto di segui- tare a considerare Speluncarius, Crisimus, etc. come sezioni del subg. Tapinopterus, si deve osservare all'Autore che ha dimenticato che lo Pter. placidus ha il 3° articolo delle antenne pubescente all’apice; colla sua tabella, non si saprebbe ove porre tale specie. La tavola deve perciò essere così corretta al N° 3: 3” Fuhler vom dritten Gliede an pubescent A Augen fehlend: drittes Fuhlerglied gegen die Spitze plotzlich und keulenformig verdickt Subg. /7ypogeobium Tschit. B Augen vorhanden Subg. Crisimus Habelm. «STENTO Sul 7apinopterus Iaticornis Fairm. e specie affini L’esame accurato di un copioso materiale del Museo P. Rossi assai gentilmente comunicatomi dal Sig. A. Schatzmayr e di quello della mia collezione, dei Pterosticus affini al laticornis, mi ha dato al- cuni risultati che ritengo abbastanza interessanti. Mi sono convinto anzitutto che si sia fatta una notevole confusione nello- stabilire la sinonimia /aficornis Fairm. = Johannis Peyron, e nel- l’identificare colla forma tipica di Tapinopterus laticornis una delle specie di Pferostichus che vive a Rodi. Nella sua descrizione del /aficornis, Fairmaire indica come prove- nienze della nuova specie Costantinopoli e Karamania. La prima lo- calità deve, benchè molto vaga, essere assunta come località classica. Non credo però che nelle collezioni si trovino attualmente esemplari di /aticornis di Costantinopoli. Possiedo nella mia collezione due esemplari di /aficornis di Sabandja (legit Bodemeyer); essendo tale località non molto lontana da Costantinopoli e corrispondendo bene 86 tali esemplari alla descrizione di Fairmaire, considero gli esemplari di detta località come appartenenti alla forma tipica del 7apirnopterus lati- cornis. Fairm. La descrizione di Fairmaire è però molto incompleta: mancano persino caratteri fondamentali come la mancanza del poro setigero agli angoli posteriori del pronoto e la presenza di due punti impressi sulla terza interstria delle elitre. Nella mia collezione vi sono altri quattro esemplari di /aticornis (ed ho presso di me altri cinque esemplari della stessa località) dei M.ti Salbakos presso Denizli nella Karia (Asia Min.), raccolti dal Sig. Weirather. Tali esemplari costituiscono una razza del /aficornis della quale parlerò in seguito. Infine ho veduto una ricchissima serie di esemplari di Rodi, rac- colti dal Sig. Schatzmayr e gentilmente comunicatimi dal Museo P. Rossi. Gli esemplari di Rodi sono diversi per più caratteri dalla forma tipica e dalla forma dei monti Salbakos e sono quelli diffusi nelle col- lezioni col nome di /aticornis. Consultando Apfelbeck (1. c. p. 246) ed i cataloghi si vede che figura come sinonimo di /aficornis lo Pterostichus Johannis di Peyron (Ann. Soc. Ent. France, (3) IV, 1856, p. 721) descritto di Rodi. Sembrerebbe pertanto immediatamente risolvibile almeno in parte la questione rie- sumando il nome di Peyton per la razza di Rodi del /aficornis. Se- nonchè leggendo la descrizione del /okannis, si osservano fin dalle prime parole tali contraddizioni tra la descrizione e lo Pferostichus laticornis di Rodi da rendere impossibile il mantenimento della sinoni- mia Johannis = laticornis. Ritengo opportuno riportare la descrizione dello Pferostichus Jo- hannis: Feronia Johannis: A/ata; thorace cordato, postice utrinque impresso, angulis posticis rotundatis; elytris convexiusculis, oblongis, subparal- lelis, striatis, punctis tribus in tertio interstitio signatis. Long. 15 mm., larg. 5 !/, mm. Seguono poi alcune righe di differenziazione tra la nuova specie e la Feronia picimana (Pter. macer). Si rileva immediatamente dalla descrizione che i caratteri a/ata e punctis tribus impressis non possono certo applicarsi al /aficornis che è affero (con elitre saldate) ed ha due soli punti impressi nella terza interstria. | È possibile che a Rodi, nella parte bassa e paludosa dell’isola, viva una razza di Pfer. macer, a corpo meno depresso: il macer è certo 87 una specie abbastanza variabile perchè ad esemplari aberranti di esso si possono adattare bene quasi tutti i caratteri indicati per il fJohannis: il fatto però è che attualmente di Rodi non si conosce (oltre al /ati- cornis) alcuno Pferostichus che abbia le dimensioni indicate da Peyron. Per tutte queste ragioni ritengo necessario togliere il /ohannis dai sinonimi di /aficornis e passarlo tra le specie incertae sedis. Solo il giorno che si troverà a Rodi uno Pterostichus laticornis alato, con tre punti sulla terza interstria, si potrà ristabilire su serie basi tale sinonimia Per distinguere bene le forme del 7apinopterus laticornis, ritengo opportuno rifarne la descrizione assumendo, come ho già detto, come forma tipica quella di Sabandija. Tapinopterus laticornis Fairm. Attero; di colore variabile dal bruno rossastro oscuro al nero piceo: palpi, zampe ed antenne di color rosso bruno più o meno oscuro: superiormente abbastanza lucido in ambo i sessi. Capo di medie dimensioni, occhi bene sviluppati, mediocremente sporgenti: tempie poco convesse, lunghe circa come gli occhi: solchi frontali brevi e profondi, non punteggiati: antenne corte raggiungenti appena la base delle elitre, pubescenti dal 4° articolo. Pronoto abbastanza convesso, poco ristretto anteriormente, molto posteriormente: i lati sono perfetta- mente arrotondati fin presso la base, ove si inflettono bruscamente senza sinuosità, divenendo paralleli, non sporgendo all’infuori: gli an- goli posteriori risultano piccoli e retti: quelli anteriori sono piuttosto acuti: un solo poro setigero nella metà anteriore della doccia; senza poro setigero agli angoli posteriori: ha la massima larghezza a 3/4 dalla base ed ivi è assai più largo della testa con gli occhi: posterior- mente largo come il collo: una fossetta per lato alla base, corta e pro- fonda, punteggiata più o meno fortemente: la punteggiatura è in ogni modo limitata alle immediate vicinanze delle fossette. E/ifre oblunghe, quasi parallele, con angolo omerale poco o punto sporgente in avanti, arrotondato; sinuosità preapicale ben visibile; all'apice brevemente arro- tondate: strie abbastanza profonde con punteggiatura fina, ma abbastanza visibile: interstrie piane; 2 punti impressi dietro la metà della 3* inter- stria: stria scutellare rudimenlale, ridotta per lo più ad un intaglio alla base della 2* stria. Appendice prosternale debolmente orlata. Episterni del metatorace circa quadrati, con grossi punti profondi; lati del meso e metatorace e dei segmenti addominali con punteggiatura ben fitta e profonda. 88 Zampe robuste, piuttosto corte; tarsi anteriori del 7 mediocremente dilatati; primo articolo dei tarsi posteriori solcato al lato esterno; oni- chio con poche setole. Microscultura: ben visibile sulle elitre, a maglie poligonali abba- stanza regolari sul pronoto e sul capo formata da irregolari lineette trasversali molto sottiti: la superficie del pronoto e del capo presenta irregolari pori e linee trasversali ondulate, visibili anche a modestissimo ingrandimento. Organo copulatore breve e tozzo, poco caratteristico, brevemente appuntito all’apice, poco contorto: paramero inferiore lungo circa metà del pene, sottile ed aguzzo. Lungh. 14-16 mm.: largh. 5-5,3 mm. Var. karianus mihi nov. Forma un po’ variabile, ma distinta dalla tipica per i seguenti caratteri: pronoto generalmente meno convesso, meno allargato, di modo che sembra più lungo; colla massima larghezza a 2/3 o 3/5 dalla base: ivi la larghezza è poco maggiore di quella del capo cogli occhi: gli angoli anteriori meno prominenti in avanti; quelli posteriori evidentemente sporgenti infuori ed un po’ acuti: alla base più evidentemente punteggiato; la. punteggiatura si estende anche tra le fossette basali ed i lati del pronoto e raggiunge il mezzo della base. Le elitre hanno gli omeri molto prominenti, sono più strette e di for- ma assai variabile: generalmente però in ovale allungato; cossichè in confronto alla forma tipica appaiono posteriormente più acuminate strie sempre meno profondamente incise e più fortemente punteg- giate. Appendice prosternale, negli esemplari che ho sott'occhio, non o molto debolmente orlata. Episterni del metatorace con pochi punti meno grossi e profondi che nella forma tipica. La microscultura del pronoto di questa forma è ben diversa dalla forma tip.: negli esemplari che ho sott'occhio mancano le linee ondulate trasversali così catteri- stiche; i pori sono numerosi e tutta la superficie del pronoto è solcata da lineette irregolari come graffiature. Lugh. 15,8-16,5: largh. 4,8-4,9. mm. Sui m.ti Sabakos, presso Denizli, nella Karia (Asia min.). Tipo nella mia collezione: 8 cotipi nella mia collezione e presso il Sig. Wei- rather di Innsbruck. Var. rhodius. Questo nome appare, per quanto mi risulta, per la prima volta, come sinonimo di /aticornis, nella nota di Edm. Reitter (Uebersicht der bekannten Tapinopterus - Arten, Wiener Ent. Zeitsch. 1886, 174) (')ed è attribuito a Miller, senza alcun’ altra indicazione. Ap- felbeck (I. c.) lo ripete tra i sinonimi di /aficornis. Non mi costa che (1) Nel cat. Junk è indicata erroneamente la Deufsche Ent. Zeitsch. 89 Miller abbia mai usato tale nome, o per lo meno che lo abbia accom- pagnato da una sia pur breve. descrizione. Indico con tale nome la forma di Rodi dello Pferostichus laticornis. 1 caratteri che distinguono questa forma sono principalmente i seguenti: pronoto della stessa forma all’incirca che nel /aficornis tipo, ma con fossette basali perfet- tamente lisce (solo in qualche raro esemplare aberrante vi è traccia di debole punteggiatura): elitre come nel tipo, ma con punteggiatura nelle strie più fina: l’appendice prosternale è sempre molto fortemente orlata, gli episterni e in genere tutta la parte inferiore del corpo sono più fortemente punteggiati che nelle altre forme. Questa forma è un po’ più slanciata che la forma tipica, ma molto meno che la var. karianus. La microscoltura è circa come nella forma tipica: la superficie del pro- noto è più regolare: le linee ondulate trasversali sono visibilissime. Lungh. 14,5-16,5: largh. 4,5-5,3 mm. Non avendo veduto il 7apinopterus laticornis di Karamania, ignoro a quale forma esso debba attribuirsi. Così pure per quello di Cipro menzionato da Ganglbauer. Dalla descrizione di Apfelbeck e dalla differenziazione che egli fa della v. kapparicola dal laticornis (I. c.) « mehr oder minder deutliche Punktierung der Umgebung der basalen Lingscindriicke des Halsschil- des » risulta che egli fece la descrizione del suo /aficornis su esemplari di Rodi, che appunto hanno la base del pronoto senza punti. La distinzione delle forme del /aficornis si può fare secondo la seguente tabella: 1 - Appendice prosternale debolmente o niente affatto orlata; pro- noto intorno alle fossette basali più o meno fortemente punteg- giato. - Appendice prosternale fortemente orlata; pronoto intorno alle fossette basali liscio | var. rhodius 2 - La punteggiatura alla base del pronoto limitata alle vicinanze delle fossette: pronoto più ristretto anteriormente : elitre subpa- rallele, all’estremità largamente arrotondate, con forte striatura. laticornis È. typ. - La punteggiatura alla base del pronoto estesa a tutta la base stessa; pronoto meno ristretto anteriormente: elitre strette e lunghe, spesso gradualmente ristrette verso l'estremità e di conseguenza più acuminate. Strie sempre più superficiali var. karianus 90 Il catalogo risulta pertanto il seguente: laticornis Fairm. Asia Min. Dint. Costantinopoli - Sabandja var. karianus Straneo Asia Min. Karia (Dint. Denizli-Mti Sabakos) var. rhodius Straneo Rodi ( = laticornis Apf. nec Fairm. ) Tapinopterus kapparicola Gbg. Descritto da Ganglbauer (Deutsche Ent. Zeitschr. 1889, N. 1, p. 49) come varietà del /aficornis e distinto da questo nella descrizione ori- ginale solo per la minore statura e per le fossette basali del pronoto più vicine al margine laterale e per la base dei pronoto punteggiata. Anche Ganglbauer dunque considerava come tipici /aficornis quelli di Rodi colla base del pronoto non punteggiata. Il dott. Gridelli (Archiv. Zool. Ital. vol. 13, 1929, fasc. 1-2, pag.160), riferisce al kapparicola al- cuni esemplari di 7apinopterus raccolti a Rodi: e formula l'ipotesi che il kapparicola sia unà specie propria, endemica del Dodecaneso. Ho in questo momento sott'occhio una ventina di esemplari di kapparicola di Rodi, raccolti da S. A. il Principe della Torre e Tasso e comunicatimi dal Museo P. Rossi. L'osservazione del dott. Gridelli è giusta: il Rapparicola è certo una specie propria, ben distinta dal laticornis per gli episterni che nel /aficornis hanno sempre punteggia- tura ben visibile e profonda, mentre nel kapparico/a sono perfettamente lisci. È anzi strano che una differenza così evidente sia finora sfuggita agli studiosi. Tale carattere è assolutamente costante mentre tutti gli altri sono abbastanza variabili, sia da località a località, sia anche tra esemplari della stessa località. Ho esaminato esemplari delle seguenti località di Rodi. Calitea: Numerosi esemplari quasi uguali tra loro come proporzioni, eon elitre piuttosto tozze, quasi parallele, talvolta con angoli posteriori del pronoto pochissimo o niente affatto sporgenti all’esterno: Lungh. da 12 a 13 mm,, largh. da 4,1 a 4,3 mm.; un altro esemplare di 13, 8 mm, largo 4,2 mm. più allungato e slanciato, con angoli posteriori molto sporgenti all'infuori. | Fileremo: Due es. y° e 9 come l’indicato di Calitea: 3 es. 9 di 10; 5e li fm. stretti e slanciati, uno con angoli posteriori del pronoto sporgenti, gli altri affatto: uno di essi ha tre pori nella 3* interstria delle elitre. 91 Zambica: Un esemplare come i primi di Calitea. Rodi (sen’altra indicazione): 2 es. come quelli di Calitea. La microscultura è come quella del rhodius. T. kapparicola subsp. Schatzmayri mihi nov. Nell’Isola di Castelrosso è stata trovata dal Sig. Schatzmayr una forma di kapparicola distintissima da quella di Rodi. Essa è assai co- stante sia per forma che per dimensioni, che spesso raggiungono i 14 mm. e si distingue a primo colpo d’occhio dal kapparicola per le im- pressioni basali del pronoto che sono perfettamente lisce. Le zampe e specialmente i femori sono spesso assai chiari e talvolta anche negli esemplari perfettamente maturi di un rosso abbastanza vivo. La forma del corpo è più allungata e slanciata che nella media dei kapparicola di Rodi. La microscultura è come nel &%arianus. Tipo nella mia colle- zione: cotipi nelle collezioni del Museo P. Rossi di Duino e nella mia. Dedico questa bella forma al Sig. A. Schatzmayr, direttore del Museo », Anno XVI pag. 58-64, Firenze 1922) su esemplari raccolti sulla Vite a Bengasi dallo Zanon; ma tanto la descrizione che i disegni sono insufficienti a distinguerla da altre specie, tanto più che essa non differisce sensibilmente nè per colore nè per grandezza da diverse altre, mentre è come altre specie, da me prese in considerazione, priva di particolari ornamenti. Per cortese comunicazione della Direzione del Museo Civico di Storia Naturale di Genova ho potuto esaminare gli esemplari cotipici ivi conservati ed ho constatato che essi corrispondono alla £Empoasca benedettoi, da me descritta come nuova nel 1932 (Memorie Soc. Ent. [tal XI, pas. 115). Questo nome deve perciò passare in sinonimia e la specie deve chiamarsi, per ragioni di priorità, con quello datole dal De Bergevin. Devesi tuttavia notare e correggere un errore di scrittura, poichè l’aggettivo latino derivante dal sostantivo Libya è lbycus e non lybicus come trovasi scritto nella nota originale e nell’etichetta dei cotipi. Dovrà dunque dirsi Empoasca libyca De Bergevin ( = £. bene- dettoi Paoli). Guipo PAOLI 73. Leistus (s. str.) rufescens F. (Coleopt. Carab.) - Di questa specie che il Luigioni, nel suo catalogo, colloca tra quelle incerte per la nostra fauna e che il Porta, nel suo « Supplementum > alla « Fauna Col. It. > indica per l'Europa sett. e media, ho raccolto, il 6-VIII-1934, un esemplare 7, sotto un pezzo di legno fradicio, lungo il torrente Vizze, presso Caminata (Bolzano). Non ostante attente ricerche non ne potei trovare altri esemplari. FRANCESCO POMINI 74 - Agonum obscurum Herbst. (Col. Carab.). - È ritenuta specie settentrionale, citata finora soltanto per il Piemonte e la Lom- bardia. Ma già fin dal 1905 il Dott. A. Andreini ne catturava un esem- 95 plare in Toscana, a Poggio Cavallo (Grosseto), nell’Ottobre 1933 ed anche nello scorso anno l’amico Sig. Alberto Norfini la rinveniva in numerosi esemplari dei due sessi sulle rive paludose del laghetto di Casoli, nell'alta valle della Lima (Bagni di Lucca). Sembra che manchi, perchè non mai raccoltavi finora, nei dintorni di Firenze. Dot. Inc. A. GAGLIARDI 75 - Ptomaphagus pius Seidl. e Catops nigriclavis Gerh. (Col. Silph.). - In seguito alle mie note su tali specie, comparse in questo Bollettino (Anno LXVI - N. 8. p. 213-214), Pamico e collega Dott. Alfredo Andreini mi ha cortesemente comunicato che le specie in oggetto sono state rinvenute anche tra il ricco materiale di C/ho/e- viane da lui raccolto in diverse località italiane e recentemente studiato dal Dott. Jeannel. - E precisamente egli ha catturato in numerosi esem- plari lo P. pius in varie parti della Toscana, nelle provincie di Firenze (M. Calvana),di Arezzzo (Alpe della Luna, Sintigliano, Lippiano, Per- gine) e di Grosseto (Poggio Cavallo), nochè in Liguria (Dint. di Genova, Portofino.) Questa specie, come fa rilevare il Dott. Jeannel nel suo re» cente studio sugli Pfomaphagus paleartici (Revue Francaise d’Ent., T. I. fasc. 3, 1934, p. 165) è spesso confusa nelle collezioni con lo P. val- lombrosae Seidl., pure di Toscana. Della C. nigriclavis il Dott. Andreini ha raccolto quattro esemplari in Toscana (Lippiano, Anghiari, T. Sovara) ed uno in Liguria (S. Ste- fano d’Aveto). Questa forma descritta da Gerhardt come varietà della | C. nigrita Er., secondo il Dott. Jeannel (Revue Franc. d’Entom., T. I fasc. I. p. 14). è da ritenersi come specie a sè. Si può dunque conclu- dere che le due specie in questione sono abbastanza diffuse in Toscana ed esistono anche, ma più scarsamente, in Liguria. Dott. Inc. A. GAGLIARDI 76 - Graptodydes granularis Lin. (Co/. Dytis.).- La specie tipica con le due linee longitudinali gialle su ciascuna elitra distinte e non interrotte, piuttosto comune nell’Italia settentrionale ed in Sardegna, è abbastanza frequente anche nelle acque stagnanti dei dintorni di Fi- renze. Quest'anno, nei fossi delle zone paludose di Sesto e di Brozzi (Firenze), insieme a numerosi esemplari tipici, ho rinvenuti parecchi in- dividui della ab. sufuralis Miill. con le elitre quasi del tutto o comple- tamente gialle, tranne sempre la linea suturale nera, più o meno estesa. 96 Rari esemplari invece ho catturati della ab. fwurnestus Schilsky., forma nigrina con le linee gialle quasi del tuito scomparse, ridotte a brevi tratti separati tra loro. Queste due aberrazioni, a mia conoscenza, non sono mai state citate di località italiane. Non ho finora rinvenuto lab. unicolor Gerh., con le elitre totalmente gialle. Dormrt-=Inc:-A- GAGLIARDÌ TI - Phyllobius argentatus Lin. (Col. Curcul.) - Citato già dal Romano e da me riportato nel lavoro sugli O?fiorrhynchidi messinesi, è stato messo in dubbio dal Ragusa, e non citato dal Luigioni. Ne ho catturato un individuo a Castanea il 12-VI-1931. Grom. FRANCESCO VITALE 78 - Sitona lineatus Lin. a. geniculatus Fahr. (Col. Curcul.) - Il Ragusa e il Luigioni pongono questa a. in sinonimia col tipo; invece il nuovo Catalogo Winkler la tiene distinta. Ne catturai due individui in contrada Calamara di Castanea, il 16-VII-1933 e 6-VI-1934. GroM. FRANCESCO VITALE 19 - Tychius Sharpi Tour. (Col. Curcul.) - Noto dell’Eur. centr. il Luigioni lo cita per la Venezia Giulia, (Trieste, Fiume). Ne ho cat- turato un individuo nel territorio di Rometta il 14-VI-1920. Grom. FRANCESCO VITALE 80 - Magdalis rufa Germ. (Col. Curcul.) - Battendo i pini in pien meriggio nelle contrade S. Cosimo e Rovelli di Castanea nei giorni 14 e 18 Luglio 1934, ho catturato due esemplari di questa elegante specie, nuova per la Sicilia. Il Luigioni la cita delle Alpi Penn. M. R., della Ven. Trid. e della Corsica. Grom. FRANCESCO VITALE FAUNA COLEOPTERORUM ITALICA” del Prof. Dott.) ANTONIO PORTA & E questa la prima opera descrittiva di insieme che appare sulla Fauna coleotterologica Italiana. °° i Le tavole dicotomiche comprendono tutti i coleotteri osservati fino . .ad oggi sì nella parte continentale che nelle adiacenti isole. | Dis Supplementum 5 ha aggiornato E opera a tutto il 1934, (6 opera si vende presso l’ Du enon si ORUSES che dietro il relativo importo. | Nola: ADEPHAGA x : L. 60: più É 3 per [tiglio L. 6 per l’estero HI: - STAPHYLINOIDEA : E.1003 >» 3 Sa 3 » 5

= >24 » Co AT » s—NSGHEPEROMERA LL e _ i PHYTOPHAGA pf E 100:; > 7 4 i 5 D De 1 > | SD «x.» V.- RAYNCHOPHORA +. O E i 2 x i: LAMPILICORNIA Sar I -SUPPLEMENTUM Ea» Rivolgersi: Prof. Antonio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo TARIFFA DELLE: INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto l’anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. La pagina intiera L.. +50 Mezza pagina 0 ;- 909 Jn Arto di pagina na 3) PV: ili lenta PAT feta ot 704 TÈ. 1 5 tn LA era SN ESE NT PS] EI VELE DET NIE RZ st PI CEI ESTORSIONE NAR TX e rr i ATL e Sr topi, AE, f È 15: 3 INTE bio uu | FABBRICA SCATOLE DI CARTONE E ARTIGOLI DI CARTONAGGI IN GENERE FONDATA NEL i880 CITTA RAFFAELE GRU DO o UIL La : _B 9) L O G N i TA St ì A RA ) \ PSTOZA Ly S ZO pe % dA 2 \ NR e ARI POTRETE % E RARI f : è REST A IIPPION 26 *Fanliviei B Amministrazione i GRUPPIONI - Bolog RO N RI MURO 1 - Te 2601 | ia per collezioni a’ insetti Listino gratis a richiesta << Depositi spl ner Insetti “IDEAL 3 bianchi | US Scatole per schedari - Cartelliere - Scatole d'archivio Scatole per preparazioni microscopiche I Cartelle per erbario Scatole da tasca per farfalle - Cartoni per monete Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, | prodotti industriali, sementi, ecc. Scatole per tubi a disposizione verticale eorizzontale ed ) e pubblica dieci volte l’anno A Conto corrente colla Posta iS i BOLLET TINO SA - DELLA. SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA \ | Votume LXVIL. N TS ATTI SOCIALI : ì Comunicazioni scientifiche: Lodovico Straneo : Note sui “Piejost his: | paleartici. 2*. Due nuovi: Haptoderus dell’ Asia. occidentale. — Fabio Invrea: Crisidi raccolti nell’ Isola di Cipro dal Sig. Mauro- moustakis (Hymen. Chrysididae) — Giulio Trinchieri: Asserzioni “gratuite. La tignola della ‘patata e la cocciniglia di San Josè in - Italia?. — Prof. Giulio Moretti : Chironomidi italiani: subg. Pro- diamesa. — Fabio Invrea: Missioni scientifiche del Prof.. Edoardo Zavattari nel Sahara Italiano (1933- -34): Mutillidi e Crisidi,. — M. Salfi: Missione scientifica del Prof. Edoardo Zavattari nel Sahara Italiano (1934): Contribuzione alla conoscenza degli Ortotteri - Libici. 8. Ortotteri di Marada, sg; Gialo e Cufra. — Fabio Invrea: Recensione. Rassegna delle Pubblicazioni ri Giri _—____—t_ Lupovico STRANEO NOTE SUI “ PTEROSTICHUS ,s PALEARTICI. 28 Due nuovi Z/pfoderus dell'Asia occidentale Pterostichus (Haptoderus) barlensis n. sp. Attero, poco convesso, poco lucente, di colore bruno piceo negli esemplari perfettamente maturi, con epipleure, apice e sutura delle elitre di colore più chiaro, ed antenne, parti boccali e zampe interamente ferruginee. Capo piccolo, allungato, con occhi ben convessi e solchi frontali mediocremente profondi, punteggiatura limitata ai soli solchi frontali; tempie convesse, lunghe circa la metà degli occhi, carena sopraoculare moderata, poco ingrossata anteriormente. Antenne pubescenti dal 40 articolo, lunghe e sottili ad articoli subcilindrici, oltrepassanti di molto — la base del pronoto. Pronoto piccolo, pochissimo convesso, cordiforme, quasi così lun- go come largo, con doccia strettissima; la massima larghezza a 3/5 dalla base, angoli anteriori pochissimo prominenti, un poro setigero lungo l'orlo laterale, uno negli angoli posteriori; orlo anteriore poco incavato; ai lati arrotondato uniformemente per 4/5 della sua lunghez- za, presso la base fortemente sinuato, in modo che gli angoli poste- riori risultano retti o un poco acuti, anteriormente e posteriormente 99 non molto ristretto: posteriormente largo come la testa cogli occhi, anteriormente poco di più; base rettilinea, non orlata che presso le fossette basali; di queste, quella interna ben incisa, l’esterna meno profonda, lunga circa la metà dell’interna. Solco longitudinale piuttosto variabile, in alcuni esemplari raggiunge la base, in altri si arresta no- tevolmente prima: la punteggiatura è quasi nulla o in ogni modo completamente limitata alle fossette basali: un poro setigero lungo l’orlo laterale, nella prima metà: un altro negli angoli posteriori. Elitre strette e lunghe, poco convesse, in ovale molto allungato e perfettamente regolare; angolo omerale arrotondato, all’apice debol- mente sinuate e smarginate: la massima larghezza è raggiunta a circa metà della lunghezza ed è 1,4 volte quella del pronoto: la lunghezza è 2,35 volte quella del pronoto: il rapporto tra la lunghezza delle elitre e la loro massima larghezza è 1,75; agli omeri sono un po’ più larghe del pronoto: doccia stretta; strie discretamente incavate, assai moderatamente punteggiate; interstrie quasi piane; tre punti nella 3 interstria dei quali il primo pochissimo avanti la metà delle elitre; tutti e tre addossati alla 2% stria. Stria scutellare variabile, generalmente corta, ma ben evidente; talora quasi rudimentale. Zampe sottili ed agili; il primo articolo dei tarsi posteriori ben carenato, il 2° ha solo un accenno di carena. Onichio con setole. Episterni del pro -, meso - e metatorace fortemente punteggiati, i primi sterniti ben punteggiati ai lati, gli altri lisci: l’ultimo sternite del Y presenta quasi sempre una impressione più o meno larga, ma superficiale tra i pori setigeri (uno per lato nel 57, due per lato nella Q) e un po’ rugosa. Appendice prosternaie suli orlata. Microscultura: sul. pronoto fina, spesso poco visibile formata da reticolato trasversale: nelle elitre ben visibile a maglie poligonali quasi regolari. Organo copulatore del x molto simmetrico, piegato fortemente a meno di un terzo della lunghezza, poi regolarmente curvato e rastre- mato; visto di profilo appuntito, visto dal dorso arrotondato all’apice, non contorto; paramero superiore a guisa di foglia circolare; l’inferiore breve, largo alla base, si restringe fino a poco meno della metà, poi si riallarga, come una clava. Lunghezza: 7,2 - 8,5 mm. Tipo: un x? dei monti di Barla a NE di RS nella Pisidia (Asia Min.): cotipi 11 es. (Y e ©) della stessa località (leg. L. Weirather). Nella mia collezione. 100 Questa nuova specie si differenzia da tutti gli /Zapfoderus che io conosco per la grande strettezza: il pronoto piccolo e quasi quadrato contribuisce a far sembrare ancora più snella questa specie. Dalle descrizioni sembra che il solo Haptoderus stomoides si accosti un poco a questa nuova specie, la quale - peraltro differirebbe dallo sto- moides per gli occhi più convessi, le elitre ovali (e non parallele), la leggera depressione con rugosità all’ultimo sternite del x (nello sto- moides semplice), per la punteggiatura forte dello sterno (nello sformzoi- des debole) etc. Pterostichus (Haptoderus) euxinus n. sp. Attero, poco convesso, completamente bruno rossiccio, molto lu- cido, un po’ iridescente sulle elitre, colle antenne, parti boccali e zampe più chiare. Capo di grandezza normale, liscio, occhi debolmente convessi; essi non. si distaccano dalla convessità delle tempie, che sono lunghe circa 2/3 degli occhi: solchi frontali quasi lisci; carena sopraoculare moderata; antenne robuste oltrepassanti di poco la base del pronoto. Pronoto ampio, depresso, specialmente nella parte basale; poco più largo che lungo, ai lati arrotondato, colla massima larghezza a circa 2/3 dalla base, doccia abbastanza larga, un po’ allargata posteriormente; lati non distintamente sinuati verso la base che è ben orlata tra le fossette basali e il margine esterno: orlo anteriore poco incavato, con angoli anteriori un po’ prominenti, arrotondati; angoli posteriori evidentemente ottusi; base ben incavata nel mezzo: impressione longi- tudinale semplice, non raggiungente la base del pronoto: impressione basale interna profondamente scavata, l’esterna un po’ meno, lunga poco meno della metà dell’interna: punteggiatura debole, quasi comple- tamente limitata all’intorno delle fossette: alla base poco più largo della testa cogli occhi: un poro setigero lungo l’orlo laterale, nella prima metà, un altro agli angoli posteriori. Elitre con angolo omerale marcato, con doccia larga; leggermente ovali, aventi la massima larghezza a circa metà della lunghezza; il rapporto tra la lunghezza delle elitre e la loro massima larghezza è 1,53. Le elitre sono lunghe 2,1 volte il pronoto, all’apice debolmente sinuate; strie liscie, intervalli poco convessi; tre punti nella 3* interstria, il primo nel quarto anteriore, addossato alla 3* stria, gli altri due addossati alla seconda. La striola scutellare, posta tra la sutura e la prima stria, è completamente sviluppata; alla base della 1 stria, vi è un grosso punto ombelicato. 101 Zampe molto lunghe e sottili; tarsi posteriori col primo articolo debolmente solcato; onichio con setole. Inferiormente sterni ed episterni del pro -, meso - e metatorace ben punteggiati; sterniti lisci; l’ultimo di essi con una lieve depressione (9) _e con due punti setigeri per parte (9). Appendice prosternale non orlata. Microscultura debolissima, sul disco delle elitre non distintamente visibile anche a forte ingrandimento; sul declivio elitrale appena visibile a forte ingrandimento, formata da lineette vicinissime, parallele, quasi rettilinee. Lunghezza 9,3 - 9,5 mm., largh. 3,5 mm. Tipo: una: 2 (nella mia collezione) di Trebisonda (Mar Nero); cotipo una 9. della stessa località, raccolta nel 1862 da G. Doria ed appartenente alle collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Genova Maschio sconosciuto. Questa n. sp. si differenzia a prima vista dagli altri /Zaptoderus per i caratteri: microscultura ridottissima e con- seguente lucentezza delle elitre: strie liscie, stria scutellare sviluppata com- pletamente; caratteri che, unitamente alle dimensioni, caratterizzano questa nuova specie in modo indubbio. La lucentezza e leggera iridescenza sembra, dalle descrizioni, essere posseduta anche dall’Hapt. iripennis Chd.: ma esso non è confondibile, non foss’altro che per le dimensioni. * * * Reitter, nella descrizione dell’Haptoderus percontator scrive che le specie del subgen. /7apfoderus mancano di stria scutellare o la pos- seggono rudimentale: probabilmente anch’egli, come quasi tutti gli entomologi che hanno dovuto occuparsi degli /apfoderus, non ha veduto che poche delle specie descritte e riportate dai cataloghi. È certo che varî /7aptoderus hanno striola scutellare abbastanza bene sviluppata (p. es. acrogonus). Haptoderus insidiosus Fairm. A questa specie attribuisco 4 es. (3, 2 2) dei monti Tmolos nella Lydia (Asia min.) (leg. Weirather) Essi corrispondono alla descrizione di Fairmaire, nella quale peraltro sono messi in rilievo caratteri insignificanti o affatto generali e non sono invece menzionati altri importantissimi. In tale specie il capo è proporzionalmente piccolo con occhi poco convessi; la striola scutel- lare manca completamente in 3 esemplari ed è appena accennata nel- l’altro: l’appendice posternale è assai fortemente orlata; l’organo copulatore del g” è tozzo, visto di profilo appuntito; visto dal dorso, 102 la porzione apicale si presenta contorta, coll’apice foggiato a cucchiaio. Ringrazio il Dott. F. Capra di avermi aiutato nella ricerca delle diagnosi dei vari Haptoderus, e i Signori Andrewes e Jedlicka che mi hanno gentilmente comunicato materiale di confronto. FABIO INVREA CRISIDI RACCOLTI NELL'ISOLA DI CIPRO DAL SIG. MAUROMOUSTAKIS (Hymen. Chrysididae ) Avendo avuto occasione di esaminare un piccolo lotto di Crisidi raccolti dal Sig. Mauromoustakis nell’ isola di Cipro, nella quale risiede, e da lui inviati parte al Museo Civico di Genova e parte al Prof. Dante Prestifilippo di Milano, che ringrazio per le cortesi comunicazioni, ho ritenuto utile pubblicare |’ elenco delle specie osservate, perchè, a quanto mi risulta, i Crisidi di Cipro sono poco noti e assai scarse sono le citazioni che ho trovate negli autori da me consultati. Il compianto Dott. Trautmann ha pubblicato nel 1929 (“ Konowia ,,, Vol. VIII, 1929, pp. 154-158) un elenco di 24 specie e varietà, avute dallo stesso Sig. Mauromoustakis, con la descrizione di qualche forma nuova. Prima di lui il Du Buysson (Ann. Soc. Entom. di Francia, Vol. LXVI, 1897, pp. 518-580), nell’ illustrare i Crisidi del Museo di Parigi, ha fatto co- noscere nove Crisidi ciprioti, appartenenti all’ ex collezione Sichel, e tra essi una nuova specie e una nuova varietà. Qualche altra citazione si trova nelle monografie del Mocsary, del Du Buysson e del Trautmann, nel fascicolo Crysididae (H. Bischoff) del ‘“ Genera Insectorum,, e in due altre ‘pubblicazioni del Mocsary e del Trautmann (vedere in calce elenco bibliografico). | In questa mia nota sono elencate 26 forme delle quali 9, segnate con un asterisco, non mi risultano ancora citate per Cipro. Aggiungendo le specie indicate dagli autori sovranominati e non comprese anche nel mio elenco, il totale delle specie e varietà cipriote ascende a 44. Il nu- mero che nelle citazioni segue il nome di ogni autore si riferisce all’ elenco bibliografico in calce. 103 Fam. Chrysididae Gen. ELLAMPUS Spin. Ellampus politus Buyss. - Limassol, aprile; Cherkes, luglio. Ellampus auratus L. var. abdominalis Buyss. - Limassol, aprile e ottobre. * Ellampus auratus L. var. ? - Limassol, agosto. * Ellampus biaccinctus Buyss. - Limassol, aprile. * Ellampus biaccinetus Buyss. var. Gasperiniî Mocs. - Limassol, aprile. Gen. HoLOPYGA Dahlb. * Holopyga fervida Fab. - Episcopi, maggio. Holopyga gloriosa Fab. var. ignicollis Dahlb. - Limassol, aprile. Holopyga gloriosa Fab. var. punctatissima Dahlb. - Limassol, aprile, agosto e settembre; Cherkes, Luglio. Gen. REDYCARUM Latr. Haychrum lucidulum Fab. var. aureicolle Mocs. - Cherkes, luglio, 2 99. Gen. PSEUDOCHRYSIS Semen. Pseudochrysis pallidicornis (Spin.). - Limassol, agosto; Cherkes, luglio. Esemplari più vicini alla varietà c/A/oris Mocs. che alla forma tipica. Gen. SPINTHARINA Semen. * Spintharina vagans (Rad.). - Limassol, agosto; Cherkes, luglio. Gen. cHRYSIS L. Chrysis (Holochrysis) varicornis Spin. - Limassol, giugno. Antenne scure, come già aveva osservato il Trautmann negli esemplari da lui esaminati. * Chrysis (Holochrysis) sulcata Dahlb. - Limassol, giugno; Cherkes, luglio. * Chrysis (Monochrysis) Leachii Shuck. - Limassol, giugno, agosto e settembre. 104 * Chrysis (Tetrachrysis) Ragusae De Stef. - Limassol, agosto. Una die- cina di esemplari, in prevalenza 9 $. - Questa specie, che si era ritenuta endemica della Sicilia, ha invece un’ area di diffusione assai estesa. D'Italia io la posseggo o l'ho vista di Liguria, Piemonte, Emilia, Toscana, Lazio, e Puglie. Trautmann ha sta- bilito che le C. faurica Mocs., monochroma Mocs. e Paveli Mocs. vanno poste in sinonimia colla Ragusae, al quale nome spetta la priorità, e vengono così ad aggiungersi all’ habitat della specie la Crimea, la Grecia e ’ Ungheria meridionale. Vi sono inoltre cita-. zioni per la Macedonia, 1 Albania e la Dalmazia. * Chrysis (Tetrachrysis) inaegualis Dahlb. var. caucasica Mocs. - Li- massol, settembre; Cherkes, luglio. Chrysis (Tetrachrysis) comparata Lep. var. orientalis Mocs. - Cherkes, luglio, 2 g 7. Già citata dal Du Buysson (3). Chrysis (Tetrachrysis) maculicornis KI. var. annulata Buyss. - Cherkes, luglio, 2 gd. Chrysis (Tetrachrysis) incisa Buyss. var. cypria Traut. - Limassol, maggio e giugno, g e 9; Cherkes, luglio, g° e £. Lascio a questa forma cipriota il nome particolare datole dal Trautmann, quan- tunque i caratteri differenziali dalla forma tipica sieno di poco conto e non costanti. -Chrysis (Tetrachrysis) bidentata L. - Cherkes, luglio, 9. Chrysis (Tetrachrysis) bidentata L. var. consanguinea Mocs. - Limassol, aprile, 3 2 È. Chrysis (Tetrachrysis) bidentata L. var. cypria Buyss. - Cherkes, luglio, 1 gt. Chrysis (Tetrachrysis) splendidula Dhlb. - Limassol, agosto e ottobre. Probabilmente è queta specie cha il Trautmann ha citata di Ci- pro col nome di sp/endidula Rossi (= cyanopyga Dhlb.) È noto che il Trautmann ha fatto delle due forme una specie sola, parere che io: non condivido. Chrysis (Tetrachrysis) scutellaris Fabr. var. judaica Buyss. - Ckerkes, lu- glio, 3° e 9. Lo stesso Trautmann ha riunito la judaica del Du Buysson alla scufellaris Fab. come semplice varietà. Lascio per ora la questione impregiudicata, non avendo sott'occhio sufficiente materiale, per quanto io propenda a credere che l’accostamento sia un po’ arbitrario e che la bella forma, dal Du Buysson descritta 105 di Cipro, debba di conseguenza mantenere la sua individualità specifica. Chrysis (Hexachrysis) lyncea F. - Limassol, agosto e Cherkes, luglio, 200. Esemplari a colorazione bleuastra e piuttosto piccoli. Le specie citate dai vari autori e non comprese nell'elenco sono: Holopyga fervida Fab. var. cypria Traut. - teste Trautmann (8). Hedychridium roseum Rossi - testibus Du Buysson (2) et Trautmann (7) Hedychrum Mavromoustakisi Trautm. - teste Trautmann (8). Stilbum splendidum Fab. - teste Trautmann (8). Euchroeus Doursi Grib. (== egregius Buyss. sec. Traut.) - testibus Mocsary (4), Du Buysson (2), Bischoff (1) et Trautmann (7). Pseudochrysis incrassata Spin. (= cyanura Dhbl. sec. Traut.) - testibus Du Buysson (3) et Trautmann (7). | Chrysis (Holochrysis) separanda Mocs. - testibus Moscary (4) et Du Buysson (2). Chrysis (Holochrysis) oraniensis var. braumsiana Traut. - teste Traut- mann (8). Chrysis (Trichrysis)scioensis, Grib. (= cypria Mocs. sec. Traut.) - testibus Mocsary (5), Bischoff (1) et Trautmann (8). Chrysis (Tetrachrysis) comparata Lep., teste Trautmann (8). — Chrysis (Tetrachrysis) ina L. var. cypria Traut., teste Trautmann (7 e 8). Chrysis (Tetrachrysis) ignita L. var. uncifera Ab., teste Du Buysson (3). Chrysis (Tetrachrysis) ignita L. var. comta FOrst., teste Du Buysson (3). Chrysis (Tetrachrysis) chrysoprasina Fòrsi var. Kertészi Traut. teste Trautmann (6, 7 e 8). Chrysis (Tetrachrysis) succinceta L. var. Mavromoustakisi Traut., teste Trautmann (8). Chrysis (Tetrachrysis) Grohmanni Dahbl., teste Trautmann (8). Chrysis (Tetrachrysis) Grohmanni Dahlb. var. Bolivieri Mercet, teste Trautmann (8). 106 Chrysis (Hexachrysis) micans Rossi (= sexdentata Christ.), teste Traut- mann (8). | BIBLIOGRAFIA 1. Bischoff H. 1913 — Hymenoptera, Fam. Chrysididae. Genera Inse- ctorum, dirigés per P. Wytsman. Fasc. 151; 1913. | 2. Du Buysson R. 1891 - 01 — Les Chrysides. Species des Hymé- noptères d'Europe et d’Algerie, par E. Andrè, Tome VI. Gray, 1891. 3. Du Buysson R. 1897 — ZEfude des Chrysidides du Muséum de Paris. Ann. de la Soc. Entom. de France, Vol. LXVI. 1897, pp. 518-580. 4. Mocsary A. 1889 — Monographia Chrysididarum orbis terrarum universi. Budapestini, 1889. 5. Mocsary A. 1902 — Species aliquot Chrysididarum novae. Termés- zetrajzi Fiizetek, XXV, 1902, pp. 339-349. 6. Trautmann W. 1926 — Untersuchungen an einigen Goldwespen- formen. Entomol. Ztschr. Frankf. a M., Vol. 40,1926, pp. 4-12. T.Trautmann W. 1927 — Die Goldwespen Europas. Weimar, 1927. 8. Trautmann W. 1929 — Beifrag zur Kenntnis der Goldwespen Cyperns. Konowia; VIII, 1929, Heft 2, pp. 154-158. GIULIO TRINCHIERI Asserzioni gratuite LA TIGNOLA DELLA PATATA E LA COCCINIGLIA DI SAN JOSÈ IN ITALIA ? Con notificazione 11 marzo 1935, n. 13308/II, il ministro dell’ A- gricoltura jugoslavo; vedute le relazioni dei proprî organi competenti, ha disposto la pubblicazione dell'elenco dei Paesi europei e estraeuro- pei che, nell’anno 1935, sono da considerare come contaminati dalla rogna nera (Synchytrium endobioticum), dalla dorifora (Leptinotarsa decemlineata) e dalla tignola della patata (Phthorimaea operculella), non che dalla cocciniglia di San Josè (Aspidiotus perniciosus). Del piccolo servigio che tale elenco potrebbe renderci all'occorrenza, tutti quanti seguiamo per dovere d’ufficio le questioni fitopatologiche 107 all'ordine del giorno dovremmo dichiararci grati a chi. l’ha compilato e a chil’ha sanzionato se già alla prima lettura il documento stesso non risultasse oltre che incompleto affatto inesatto nei riguardi del nostro e d’altri Paesi. | Non sappiamo, per esempio, da qual mai fonte i tecnici jugoslavi abbian attinto la notizia che la Sicilia sia infestata presentemente dalla tignola della patata. Tra parentesi aggiungeremo che nell’analoga notificazione mini- steriale 31 gennaio 1934, n. 4561/II, VItalia tutta intera era additata come un paese immune da /Az4. operculella e da altri temibili parassiti. E tale il territorio italiano è ritenuto tuttora anche dai nostri en- tomologi. Il manuale redatto dal personale della R. Stazione d’Entomologia agraria in Firenze, sotto la direzione di Antonio Berlese, osserva: « In Italia non esiste, benchè Maxwell-Lefroy e Evans abbiano accusato proprio le patate italiane di aver introdotto questa Tignola in India. Pare che durante la guerra mondiale patate estere infette fossero sbar- cate in Italia, ma la specie non vi si diffuse » (1). A questo proposito non è fuor di luogo rilevare che già molti anni prima il Picard, nell’importante memoria dedicata a questo Microlepi- dottero, aveva per conto suo, e ripetutamente, dubitato del fondamento dell’asserzione dei due autori britannici dianzi ricordati (2). D'altra parte, proprio di recente il Della Beffa ha confermato quel che già sapevamo. Infatti egli nota: « In Italia questa dannosa Tignola non si è ancora diffusa» (3). Non basta: il decreto ministeriale 3 marzo 1927, che disciplina la vigilanza su l'importazione dall’estero di piante, parti di piante, semi e altri prodotti vegetali, soggetti a controllo fitosanitario, sancisce all’ar- ticolo 8, lettera e, il divieto di importazione e di transito, in Italia, di tuberi di patata, frutti e parti verdi d’ogni specie di Solanacee (pomo- doro, melanzana, peperone, ecc.) da tutti i paesi esteri appunto allo scopo di prevenire, tra l’altro, l'introduzione della tignola. Com’è noto, prima di questo era in vigore, in Italia, il decreto mi- (1) R. STAZIONE DI ENTOMOLOGIA AGRARIA IN FIRENZE. - Entomologia agraria. Manuale sugli insetti nocivi alle piante coltivate, campestri, orticole ed ai loro prodotti e modo di combatterli. Seconda edizione. Firenze, Mariano Ricci, 1924, p. 302., (2) PICARD F. La teigne des pommes de terre (Phfhorimaea operculella). Annales du Service des Épiphyties, Paris, 1913, tome I, p 106-176, fig. 10-33, passim. (3) DELLA BEFFA GIUSEPPE. I parassiti animali delle piante coltivate od utili, - Milano, Ulrico Hoepli, 1934, vol. II, p. 551. 108 nistertiale 21 febbraio 1921. Orbene, la disposizione ministeriale 7 feb- braio 1925, n. 7910, che consentiva il transito delle patate maltesi in deroga alle norme dettate dal decreto del 1921, esigeva, da parte del Governo di Malta, la dichiarazione d’immunità del proprio territorio anche da PAfh. operculella. Le deroghe alle norme del decreto ministeriale 3 marzo 1927, con- sentite dalle disposizioni ministeriali 18 ottobre 1927, n. 45012 - riguar- dante il transito delle patate di provenienza (origine) dall’ Austria, dalla Jugoslavia e dall'Ungheria per limbarco nel porto di Trieste e per destinazione fuori d’Italia - e 25 gennaio 1928, n. 4755 - concernente l'importazione delle patate ungheresi e austriache - sono anch’esse su- bordinate, tra l’altro, alla precisa garanzia che le spedizioni siano ac- compagnate da un certificato ufficiale d’origine e d’immunità anche dalla tignola. E il più recente provvedimento italiano, cioè il decreto ministeriale 12 luglio 1935, che fissa le norme per l'importazione eccezionale e temporanea dall’ estero delle patate da semina per la campagna agraria 1935 - 36, stabilisce all’articolo 2 che le patate stesse dovranno provenire da località immuni da varî parassiti ivi compresa PAéh. operculella. * RETTORE Con ire successive note ho cercato modestamente di ristabilire la verità e l'esattezza dei fatti intorno alla presente diffusione della cocci- niglia di San Josè con particolare riguardo all’Europa (1). Con i testi originali alla mano, ho dimostrato in maniera irrefuta- bile che P. Lesne, P. Vermeil e A. Jacazio non hanno mai segnalato la presenza d’ A. perniciosus in Francia dapprima e poscia nella sua parte meridionale, nell'Africa del Nord e in Italia (Salerno), contraria- mente a quel che riferiscono i riassunti che dei loro lavori, mal inter- petrati, ha pubblicato a suo tempo 7%e Review of Applied Entomology (Series A: Agricultural) di Londra. Non è improbabile che, come gli altri autori stranieri dei quali ho fatto menzione nelle tre precedenti note, anche i tecnici jugoslavi ab- (1) TRINCHIERI GIULIO. Aspidiotus perniciosus Comst. (Hemipt. Coccidae). Bol- lettino della Società Entomologica Italiana, Genova, 1933, vol. LXV, n. 7, p. 169. TRINCHIERI GIULIO. Intorno alla presente diffusione d’Aspidiotus perniciosus in Europa. /bidem, 1934, vol. LXVI, nn. 1-2, pp. 20-21. TRINCHIERI GIULIO. Ancora intorno alla presente diffusione d’Aspidiotus perni- ciosus in Europa. /bidem, n. 10, pp. 267-268. Se 109. bian ritenuto fonti documentarie sufficienti e sicure per la compilazione del loro elenco quei riassunti della Rivista londinese. Ciò spiegherebbe come e perchè l’ultima notificazione jugoslava consideri quali Paesi presentemente infestati dalla cocciniglia di San Josè l’Austria, l’Ungheria, la Romania, la Spagna, il Portogallo, la Francia meridionale e l’Italia, e includa l'Algeria fra quelli estraeuropei ugual- mente colpiti dallo stesso parassita. Appunto a proposito dell’ultimo Paese ora nominato, non è inop- portuno d’aggiungere che con decisione ministeriale 24 maggio 1935, n. 97029, la Romania ha riconosciuto ufficialmente che l'Algeria dev’es- sere considerata immune da A. perniciosus, perchè tale cocciniglia non è stata segnalata colà fino ad oggi. i D'altra parte, dell’inesattezza dell’elenco jugoslavo nei riguardi del- l’Italia ecco un’indiretta quanto recentissima conferma. In un articolo d’indole affatto generale, apparso in luce il 12 maggio 1935, il dottor G. Costantino, già addetto al R. Commissariato generale anticoccidico e ora alla R. Stazione sperimentale di frutticoltura e d’agrumicoltura in Acireale, rileva ad un certo punto: « Soltanto gli specialisti entomo- logi posssono distinguere, per esempio, la Formica argentina [/ridomyr- mex humilis| - assai dannosa in alcune zone della Riviera Ligure, dei dintorni di Roma e della Penisola Sorrentina (Meta, Sorrento e Piano di Sorrento) - dalle altre specie di formiche indigene, raramente molto dannose, o almeno tanto dannose quanto quella; la dannosissima Coc- ciniglia di San Josè (Aornidiella perniciosa Comst.) - che per fortuna non è apparsa ancora in Italia - da una qualsiasi delle cocciniglie vi- venti da noi sul pesco o sul pero, ecc.» (1). (Si noti: il corsivo dell’in- ciso qui sopra è del Costantino stesso). Ma oltre che inesatto, come si è detto, il documento jugoslavo è anche incompleto. Infatti, chiunque si tiene al corrente della letteratura dell’argomento non ignora già da tempo che la stessa Jugoslavia è citata con insi- st. Ga diverse parti, e persino in varî testi legislativi, tra i Paesi dove si trova la cocciniglia di San Josè. (1) COSTANTINO GIORGIO. La difesa delle piante coltivate dagli insetti e da al- tri animali nocivi. Giornale di Agricoltura della Domenica, Roma, 1935, anno XLV, n. 19, p. 180. DL | 3 E invero, il decreto 11 giugno 1933, che estende alle spedizioni dalla Romania i provvedimenti già adottati dal Governo tedesco contro altri Paesi per impedir l’introduzione d'A. perniciosus nel Reich, di- spone altresì che le piante vive e le loro parti, le frutta fresche e i loro residui provenienti dalla Jugoslavia non potranno essere importati se non a traverso determinati ufficî doganali e alla condizione esplicita che l'ispezione eseguita all'entrata non abbia rivelato o fatto sospettare la presenza della cocciniglia di San Josè. Con successivi decreti 1° e 15 marzo 1934 lo stesso Governo vieta, per lo stesso motivo, l’importazione dalla Jugoslavia di piante vive. e loro parti, non che del materiale che abbia servito al loro imballaggio o alla loro conservazione, mentre conferma le precedenti disposizioni per quel che riguarda le frutta fresche e i loro residui di provenienza jugoslava. Il decreto tedesco 23 novembre 1934, poi, rende pubblico un nuovo elenco degli ufficî doganali incaricati d’ispezionare, sempre nei riguardi d’A. perniciosus, le frutta fresche e i loro residui provenienti dalla Jugo- slavia, non che le piante vive e loro parti delle quali sia consentita eccezionalmente l’importazione. Inoltre la Palestina — completati per mezzo del “Plant Protection Order, 1935,,, in data del 29 marzo 1935, due analoghi provvedi- «menti legislativi del 26 febbraio e del 6 settembre 1934 — consente l'importazione dalla Jugoslavia di piante e frutti di melo e pero, a patto che le spedizioni di tali prodotti vegetali sian accompagnate da un certificato firmato da un funzionario del Servizio fitopatologico del paese d’origine, attestante ch’ essi sono esenti da A. perniciosus. Dall'altro canto, Thiem e Gerneck, indicando in un particolareg- giato studio pubblicato nel novembre del 1934 la distribuzione geo- grafica della cocciniglia di San Josè, non omettono di registrare la Jugoslavia tra i Paesi che ne sono colpiti. (1). E il Wahl, che dal 1931 segue molto da vicino il comportamento d’A. perniciosus in Austria, non esita a scrivere, proprio all’inizio d’aprile def 1935, quel che segue: < Ausser den siidlichen Laindern Spa- (1) THIEM H. und GERNECK R. Verbreitung, Entwicklung und Bestimmung der bisher in Deutschland aufgefunden Austernschildliuse (Aspidiotini) unter Einschluss der roten Austernschildlaus (Epidiaspis betulae) und der San José-Schildlaus (Aspidiotus per- niciosus). Zeifschrift fiir Pflanzenkrankheiten (Pflanzenpathologie) und Pflanzenschutz, Stuttgart 1934, 44. Bd., Heft 11, S. 542, Do 111 nien und Portugal sind es vor allem auch mitteleuropàische Staaten, indem ausser Ungarn und Osterreich im Laufe der Zeit noch Rumaànien und Jugoslavien als befallen erkannt wurden» (1). E qui faccio punto, per ora. Pror. GiuLio MORETTI Regia Università di Milano - Istituto di anatomia e Fisiologia comparate diretto dalla Prof. R. Monti CHIRONOMIDI ITALIANI: SUBG. PRODIAMESA Nel mio precedente lavoro « Chironomidi italiani: Chironomus Thummi Kieff. » accennavo al fatto che le larve del Chir. Thummi, cat- | turate in inverno nelle rogge di Bergamo, « si trovano sempre negli stessi ambienti biologici di una forma larvale pure della F. Chironomi- dae, di colore bianco grigiastro, con le lamine, situate presso la base del labio, fornite di numerosi sottili peli sporgenti molto all’infuori del margine delle lamine stesse. » Anche M. Comas, in precedenza, trovava tra le numerose larve rosse di Chir. Thummi che provenivano da piccoli corsi d’acqua dei dintorni di Parigi, delle larve bianche. M. Comas ha descritto queste larve, ne ha seguito lo sviluppo, ne ha il- lustrato lo stato ninfale: allo stato di imago poi, sono state identificate da M. Goetghebuer come Prodiamesa notata. (Nel testo originale di M. Comas è descritta la forma come Prodiamesa notata Meigen: nella Faune de France, Diptères Chironomidae, IV, a pag. 153, la stessa larva, descritta da M. Comas, è riferita integralmente come P. olivacea Meigen). Orbene: io pure ho seguito la metamorfosi delle larve biancastre che avevo catturato con quelle di Chkir. Thummi: i caratteri della forma larvale e ninfale corrispondono a quelli riferiti da Comas per la Pro- diamesa notata: così pure quelli dell’imago corrispondono alla descri- zione data da M. Goetghebuer per la P. olivacea. A latitudini notevolmente diverse dunque, come Bergamo e Parigi, le larve di Chir. Thummi e di P. olivacea conservano una certa comu- nità di habitat. Ma la comunità di medium biologico tra le dette forme (1) WAHL BRUNO. Erfahrungen iiber die San jJosé-Schildlaus. Nackrickhtenblatt fiir den Deutschen Pflanzenschutzdienst, Berlin 1935, 15. Jahrg., Nr. 4, S. 40. 112 larvali si manifesta anche col variare dell’altitudine? Dato che le larve di Chir. Thummi possono adattarsi anche a regioni prossime ai 2000 . metri, come ho potuto accertare con. le mie ricerche al Passo del To- nale, e considerata, d’ altra pafte, la grande facilità di adattamento delle Diamesinae alle regioni fredde del globo. Il nostro Bezzi infatti ha catturato alla fine di luglio, al lago Peraciaval (Alpi Graie, 2700 - 2800 m.), imagini di Prodiamesa nivicola: il 6 Agosto 1926 Leger ha raccolto larve di Syrndiamesa nivosa nelle Alpi francesi, al ghiacciaio des Grandes Rousses, ad una altitudine di 2678 m. Ma nel materiale di Chironomidae, che ho finora catturato oltre i 1200 m. (adiacenze di Ponte di Legno, alta Val Camonica, 1290 m.j Passo del Tonale, 1810 m.) non ho ancora potuto accertare la convivenza delle due sovraccennate larve. Ho potuto seguire tuttavia lo sviluppo di una forma larvale, non rinvenuta però con larve di Chir. Thummi, certamente riferibile, anche come ninfa e imago, al subg. Prodiamesa; forma anzi che ripeterebbe in tutti e tre gli stadi i caratteri della Prodiamesa olivacea, salvo che per la lunghezza e il colore notevolmente diversi. Larva: Lunghezza mm. 7,5 - 8. Larghezza 700 |. Colorazione grigio - sporco, mai lattea come nelle larve della P. olivacea. Negli ul- timi segmenti addominali diventano visibili al microscopio dei granuli di color bruno olivaceo che passano ad un colore verdastro nei seg- menti anteriori. Penultimo segmento addominale senza filamenti bran- chiali; tubercoli setigeri alti circa 45 |», larghi circa 25 |»: danno inserzione ad un ciuffo di sette setole che sporgono all'infuori circa 450 |, e portano sulla superficie laterale una corta setola lunga appena 30-35 |. Papille anali in numero di 4: lunghezza media 200 |, larghezza media 00 ». Pseudopodi posteriori cilindrici, lunghi circa 300 | e larghi circa 150 |, con uncini giallastri a forma solita di spine di rosa. Testa un po’ più lunga che larga: lunghezza 460 - 500 x», larghezza 370 - 410 |. Macchie oculari ineguali separate ma vicinissime (2 - 4 wr di distanza): una grossolanamente reniforme è situata un po’ più in alto dell’altra. Antenna di 4 articoli (Fig. 1): il primo alto 60 - 65 |, largo 20 - 25 »; gli altri insieme 30 - 35 pi, così distribuiti: il secondo 25 w», il terzo 5 x, il quarto 3 y. Setola antennale lunga 45-48 |; organo anulare del primo articolo vicinissimo alla base; organi di Lauterborn piccolissimi, sessili. Labio formato da 14 denti (Fig. 2): due mediani corti a margine distale arrotondato, da ciascun lato un primo dente trilobato che si presenta talora con tacche così profonde da dare l'impressione di tre denti distinti: questo è più 113 alto di tutti: seguono altri cinque denti decrescenti. Labio provveduto di lamine paralabiali non striate che danno inserzione ad un ciuffo di setole grigiastre sporgenti all’infuori per circa 200 pn. Le lamine para- labiali sono situate in alto ed all’esterno di due orli neri laterali se- parati da un setto che si prolunga in alto sino ai due denti mediani. Il labio in alto, le lamine paralabiali ai lati e i due citati orli nera- stri circoscrivono come un campo gialliccio nel quale verso l’alto si nota una formazione semilunare con contorno a doppia parete, che sottende una parte del labio stesso, ed un po’ più in basso si notano due setole piuttosto lunghe (Fig. 2). Le mandibole presentano al margi- ne interno cinque denti bruni dei quali il più alto è notevolmente più sporgente degli altri di quasi eguale lunghezza; verso il margine interno su una sporgenza giallo - chiara, si nota una spina che arriva fino all’altezza del quinto dente. Il ciuffo di sei setole, all’incirca di eguale lunghezza e ramificate dalla parte rivolta ‘verso la base, e la setola semplice, inseriti sulla mandibola, ripetono i caratteri della figura di M. Comas. L’ipofaringe presenta un setto di divisione mediano situato quasi sullo stesso asse di quello del labio: la lamina cen- trale ha un margine lievemente convesso. Pettine dell’epifaringe con tre denti. Palpo mascellare con impiantate delle tozze appendici, una delle quali consta di tre articoli, il basale più largo degli altri due. Mascella con un ciuffo di setole una delle quali notevolmente più ‘ lunga delle altre. Ninfa: Lunghezza mm. 6 - 6,5; larghezza circa 1 mm.: notevol- mente meno largo il penultimo segmento. Colore fondamentale bruno caffè: le strisce tra i diversi segmenti sono di un colore bianco grigia- stro, bianchicce sono pure le espansioni membranose longitudinali che «formano come gli orli laterali dei segmenti: nel penultimo segmento detta espansione membranosa laterale raggiunge persino la lunghezza di 110 n. La membrana laterale dell’ultimo segmento (Fig. 3) dà inser- zione a 40 - 45 setole, disposte a ventaglio e a 4 setole più grosse e leggermente incurvate. Il penultimo segmento porta sui margini laterali cinque setole lunghe fin 300 |» (Fig. 4.): le tre prossimali al segmento anale sono piuttosto vicine, le altre due, meno serrate. Il settimo segmento porta agli orli 4 setole, delle quali le due me- diane sono più serrate. Il penultimo segmento è pressochè privo di spine, il settimo e sesto segmento portano delle spine particolarmente stipate in vicinanza all’asse mediano: detta formazione spinosa verso il margine anale del segmento piega ad angolo retto e decorre poi pa- rallelamente all’orlo posteriore del segmento stesso. Nel quinto, quarto 114 e terzo segmento l'’ammasso mediano spinoso si allarga piuttosto verso l'estremo cefalico, fino a raggiungere una larghezza di circa 550 p. Se- tole sparse sui segmenti senza regolarità. Cornetto protoracico di colore giallastro, arcuato, lungo circa 450 |, largo circa 110 |, terminato in punta e coperto di spine (Fig. 5). «Imago: Lunghezza mm. 4,5 - 4,7. Occhi glabri, reniformi. Ultimo articolo dei palpi considerevolmente più lungo degli altri (225 n); ul- . timo segmento dell’antenna g' lungo circa 830 |:, mentre tutti gli altri insieme non misurano che 370 |. Mesonoto, metanoto, mesosterno, di colore bruno intenso; pleure di color giallo caffè con macchie più nere, tergite bruno, sternite giallo grigiastro. Nervature delle ali (Fig. 6) coperte di peli robusti, quasi piccole spine, che cadono però facil- mente, rimanendone solo il punto d’inserzione sulla R* e sulla R°. Ap- pena all’interno del distacco della R? si nota un brevissimo tratto d’u- nione tra R' e R’, lungo circa 40 p. M-Cu presente e situata prima della biforcazione della cubitale, alta circa 105 || e meno larga della radio- mediana che è lunga circa 200 | e larga circa 13 |. Zampe di colore giallastro negli articoli prossimali: il colore va diventando bruno o quasi nero verso gli articoli distali. Tibia anteriore fornita di uno sperone: lunga circa 1610 |; metatarso anteriore lungo circa 1400 |; penultimo articolo del tarso lungo 370 |», ultimo lungo 220 n. Tibia intermedia fornita di due speroni della lunghezza di circa 65 - 70 n, lunga all’incirca 1400 |; metatarso della tibia intermedia lungo circa 700 ».. Tibia posteriore fornita di speroni e pettine caratteristici delle Orthocladiarie, lunga ‘1900 » circa; metatarso lungo 1050 y. L’ipopigio £ (Fig. 7) presenta l’articolo basale fornito su tutta la superficie di lunghi e rari peli alquanto sporgenti all'infuori; in alto un'appendice con uncino, ben visibile dal lato ventrale; l’uncino si di- stingue facilmente pel suo colore nero intenso. Più in basso un’appen- dice a contorno grossolanamente curvo, a contorno giallo chiaro, a super- ficie rivestita di peli piuttosto fitti, corti, sottili. L'articolo terminale non continua la direzione dell’articolo basale, ma si ripiega su questo ad angolo: sul margine rivolto verso il polo cefalico e verso l'estremità si Prodiamesa (s. str.) sp. Fig. 1. Larva: Antenna: si vede la setola antennale più lunga che gli articoli terminali. Fig. 2. Larva: denti del labio. - Fig. 3. Ninfa: ultimo segmento ; si vedono le setole terminali più robuste di quelle del ventaglio natatorio. - Fig. 4. Ninfa: Margine laterale del penultimo segmento per mostrare la reciproca disposizione delle cinque setole che vi si inseriscono. - Fig. 5. Ninfa: Cornetto protoracico. - Fig. 6. Imago : nervatura dell’ ala. - Fig. 7. Imago: ipopigio. 116 DI nota come una spina nerastra, il resto del margine è ricoperto di peli corti e sottili; all'articolo terminale si aggiunge un’appendice acces- soria, grossolanamente claviforme. Osservazioni di carattere biologico Come ho già detto nella mia precedente nota sul Chir. Thummi, ho trovato numerose e già ben sviluppate larve di Prodiamesa olivacea nei primi giorni di gennaio nel fango delle rogge raccoglitrici degli scoli di rifiuto della città. Le larve di P. olivacea non si costruiscono mai nicchie, a differenza di quelle di Chir. 7hummi. Esse possono resistere, come ho notato a proposito delle larve di 7arnytarsus, a lunghi digiuni, perfino di 3 mesi. Le larve di Prodiatnesa (s. str.) sp. catturate a Ponte di Le- gno (1250) nella prima quindicina di settembre si trovavano in ru- scelli d’acqua corrente a fondo prevalentemente siliceo, prediligendo un habitat diverso da larve di 7aryfarsus che si trovavano in ruscelli a brevissima distanza ma a fondo più melmoso. Ho potuto tenere in cattività qualche esemplare per circa un mese, ma la mortalità delle forme larvali è stata grandissima. Non si trovavano, come al piano, quelle di Pr. o/ivacea, insieme a larve di Chir. Thummi, ma con larve grosse rossicce di Tanypodinae: larve che ho potuto sviluppare in ninfe ed imagini. Le ninfe presentavano cornetti protoracici con lamina cribrata distale separata nettamente dalla lamina tracheale, come appare nettamente nella figura 51 pag. 43 della « Faune de France » Chironomidae Tanypodinae: inoltre il settimo segmento aveva sei setole marginali: la distanza tra le setole 1 - 2e 4-5 appariva più grande che tra le altre; segmento ottavo fornito di cinque setole equidistanti. In base a queste ‘osservazioni che ho potuto fare sulla forma ninfale e a quelle, ancorchè incomplete, eseguite sull’imagine, credo trattarsi, con ogni probabilità di Macropelopia notata Meig. La durata della ninfosi della Prodiamesa che ho catturato in mon- tagna corrisponde a quella stabilita da M. Comas. Considerazioni intorno alla diagnosi sistematica Le lamine paralabiali presenti, ma non striate, guarnite di lunghe setole ai lati orientano verso il gen. Prodiamesa. Il dente mediano del labio bifido e più corto che i laterali, la setola antennale più lunga che gli articoli terminali dell'antenna, sono caratteri che fanno ascrivere 117 la forma larvale in questione al sbg. Prodiamesa e la differenziano dal sbg. Monodiamesa. Detta forma larvale catturata a Bergamo durante l’inverno nello stesso habitat delle larve di Chir. Thummi, lunga 13 - 14 mm., di colore bianco - latteo che diventa giallo al torace al momento della ninfosi, si identifica quindi completamente con la larva descritta da M. Comas e classificata come Prodiamesa notata: la forma catturata in montagna e descritta nella presente nota, ripete invero tutti i carat teri morfologici della forma catturata a Bergamo, ma ha un habitat diverso, è meno lunga (lunghezza non mai superiore agli 8 mm.) ed ha un colore che, in base anche alla possibilità del confronto, tende sem- pre più ai toni scuri che non al bianco latteo. Le espansioni membranose del segmento anale munite di ventaglio natatorio e di setole terminali più robuste, i segmenti addominali con spine disposte senza regolare disegno, la mancanza di prolungamenti del segmento preanale e la forma del cornetto protoracico fanno pen- sare, anche per la ninfa, al sbg. Prodiamesa. Il segmento anale con quattro anzichè cinque setole, ed il ventaglio natatorio con setole lunghe e relativamente poco serrate depongono, nei riguardi della forma in questione, per il sbg. Prodiamesa anzichè per il sbg. Monodiamesa: Ma debbo ancora notare che mentre le ninfe della Prodiamesa notata de- scritta da Comas e quelle da me osservate in pianura misurano all’incirca 9 mm., quelle da me catturate in montagna e prese in esame non ne misurano che 6 - 7. La posizione della M - Cu, inserita sulla Cu medialmente alla bi- forcazione di detta nervatura, gli occhi glabri, il quarto articolo del tarso anteriore considerevolmente più lungo del quinto e cilindrico, costituiscono, anche per l’imagine, caratteri del gen. Prodiamesa. L’arti- colo basale dell’ipopigio y terminato da due appendici fanno poi riferire l’imagine stessa al sbg. Prodiamesa e la distinguano dal sbg. Monodiamesa. Anche l’imagine corrisponderebbe per la diagnosi di specie ai caratteri della /. olivacea: soltanto, come la ninfa e la larva, anch’essa misura, nelle forme di montagna, una lunghezza che non raggiunge i 5 - 6 mm. riferiti per la P. olivacea. BIBLIOGRAFIA M. Bezzi - Studi sulla Ditterofauna nivale delle Alpi Italiane - Me- morie della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, Vol. IX, Fas. 1°. M. Comas - Sur les métamorphoses de Prodiamesa notata Meigen - 118 Bulletin de la Société Zoologique de France - Tome LII - N. 3 - 30 Juin 1927, p. 174 - 178. M. Goetghebuer - Faune de France 15 - Diptères (Nématocères): Chironomidae Tanypodinae - Paris, Lechevalier, 1927. M. Goetghebuer - Faune de France 23 - Diptères Chyronomidae IV (Orthocladiinae, Corynoneurinae, Clunioninae, Diamesinae). - Paris, Lechevalier, 1932. G. Moretti - Sulla morfologia e biologia di forma larvale e ninfale della Sectio Tanytarsus. genuinus - inermipes gruppo corrispon- dente ad un Imago del G. Micropsectra. (Kieff.). - Atti Soc. Ital. Scienze Naturali, vol. LXX, 1931, pp. 168-180, tav. IV - VI. G. Moretti. - Chironomidi italiani: Chironomus Thummi - Atti della Soc. Ital. di Scienze Naturali, Vol. LXXI, 1932, pp. 168-180, Tav. IV-VI. MISSIONI SCIENTIFICHE DEL PROF. EDOARDO: ZAVATTARI NEL SAHARA ITALIANO (1933-34) FaBIO INVREA MUTILLIDI E CRISIDI Il Prof. E. Zavattari, colla sua consueta gentilezza, ha voluto affi- darmi lo studio dei Mutillidi e Crisidi raccolti nelle sue più recenti escursioni attraverso il Sahara italiano (1933 e 1934), donandomi gene- . rosamente il materiale per la mia collezione, come già aveva fatto per il suo precedente viaggio nel Fezzan. A lui i miei più calorosi ringra- ziamenti. Le specie sono poche, trattandosi di catture accidentali, poichè al Prof. Zavattari, per la speciale natura delle sue missioni, non era pos- sibile dedicarsi a raccolte specializzate. Ma, data la provenienza, anche gli scarsi reperti sono di grande interesse. i Approfitto dell'occasione per citare qualche altro esemplare libico che ho avuto occasione di vedere. 119 Fam. MUTILLIDAE Apterogyna Olivieri Latr. Latreille, Gen. Crust. et Ins., Vol. IV, 1809, p. 122. Tazerbo (Cufra), VIII 1934, una 9,leg. Zavattari; Tegerhi (Fezzan) VIII 1933, una ®, leg. Zavattari. Apterogyna nitida Bisch. Bischoff, Monogr. Mutill. Afr, (Archiv. fiir Naturgesch.), 1920, p. 42. Uan el Chebir (Fezzan), Ottobre 1931, 1 g, legit A. Desio, in coll. Prestifilippo di Milano. Tricholabioides semistriata (KI.) Klug, Symb. Phys., 1829, Tav. 4, fig. 9. 9 Augila, IX-1934, 1 g7, leg. Zavattari. Trogaspidia divisa (Smith) - Smith, Catalog. Hym. Brit. Mus., 1855, p. 11. Sebha Gurda (Fezzan), 12-VIII-1933, 1 g7, leg. Zavattari. Smicromyrme giarabubensis Invr. Invrea, Mem. Soc. Entom. Ital., Vol. XI, 1932, p. 73, £. Marada (Ciren.), VIII-1934, 2 99, legit Zavattari. Questi due individui differiscono un poco dall’esemplare tipico per la statura legger- mente maggiore, il colorito ferrugineo un poco più scuro, l’apice delle mandibole nero, l’ultimo urotergite pure nero, compresa l’area. pigidiale. La fascia bianca del 5° (6°) urotergite si nota solo sui lati, forse per depilazione. Dasylabis maura (L.) var. lepida (KI.) Klug, Reise d. Tirol, Oberit. u. Piem. nach. d. siidlich. Span., Passau, 1835, p. 94. 9. Augila, IX-1934, 1 9, leg. Zavattari. È la consueta forma, comune in tutta la Libia. 120 Stenomutilla argentata (Vill.) Villers, C. Linnaei Entom., HI, 1789, p. 343, 9. Paludi Uadi Kaam (Homs, Trip.), 14-IV-35, un g, leg. E. Moltoni, in coll. Prestifilippo. È il primo < di questa specie che io vedo proveniente dalla Libia. Fam. CHRYSIDIDAE Parnopes denticulata Spin. Spinola, Ann. Soc. Entom. Fr., Vol. VII, 1838, p. 455. ‘ Augila, IX-1934, 1 ©, leg. Zavattari. MISSIONE SCIENTIFICA. DEL PROF. EDOARDO ZAVATTARI NEL SAHARA ITALIANO (1934) M. SALFI (Napoli) CONTRIBUZIONE ALLA CONOSCENZA DEGLI ORTOTTERI LIBICI. 8. ORTOTTERI DI MARADA, AUGILA, GIALO E CUFRA In una mia precedente nota (1934) ho dato notizie circa l’ortotte- rofauna di Cufra. Recentemente ho avuto in esame dal Prof. E. Za- vattari, che vivamente ringrazio, gli Ortotteri da lui stesso raccolti, durante il suo viaggio a Cufra, del 1934, a Marada, Augila, Gialo e Cufra. Vengono con i dati di queste nuove raccolte ad estendersi le conoscenze sugli Ortotteri del retroterra libico. Notevole è la straor- dinaria abbondanza degli Acrotylus in tutte le oasi visitate. CUÙFRA . Risultano le seguenti specie già da me segnalate per la fauna di Cufra (1934). 1. Sphodromantis viridis (Forsk.) - 2 99 larve (El Giof, IX-34). 121 2. Acrotylus insubricus (Scop.) var. (') Numerosissimi individui (El Giof, IX-1934). i 3. Thisoicetrus littoratis harterti (Bol.) 1 9 (Tazerbo, IX-1934). e altre due specie per Cufra : 4. Aiolopus strepens (Latr.) 1 9 (Tazerbo, IX-1934) 5. Gryllotalpa vulgaris L. Numerosi individui in vario stadio di sviluppo (EI Giof, IX-1934). MaRADA (VIII-1934) Dell’ortotterofauna di questa oasi nulla ci era finora noto. Ho rinvenuto nel materiale studiato le specie seguenti: 1. Heterogamodes cerverae (Bol.) 1 Sg . Eremiaphila denticollis (Luc.) 3 Q£2e1 . Gryllus domesticus L. 1 3° . Platypterna gracilis Kr. 3 99 . Aiolopus strepens (Latr.) 4 292 elg UT UN AUuGILA (IX-1934) 1. Acrotylus insubricus (Scop.) var. - Numerosissimi individui 2. Pyrgomorpha cognata Kr. 1 3. Thisoicetrus littoralis harterti (Bol.) 4 29 Grano (Esc Scherruf). (Settembre 1934) 1. Platypterna gracilis Kr. 1 9° 2. Aiolopus strepens Latr. 19 3. Acrotylus insubricus (Scop.) var. Numerosissimi individui 4. Thisoicetrus littoralis harterti (Bol.) GIALO 1. Heterogomodes ursina var. quadrispina Chop. 1 g° 2. Heterogamodes zavattarii n. sp. Sg Corpo pubescente. Capo con ocelli grandi. Distanza interoculare superiore eguale alla distanza interocellare. Spazio interocellare, bruno nerastro, trasverso, con una depressione mediana a margini convessi e due fossette infero laterali; fronte bruniccia poco pubescente. Antenne ad articoli mediani più robusti degli articoli basali. Pronoto a margine anteriore regolarmente saliente. Margini laterali subretti, margine po- (1) A questa forma di Acrotylus iusubricus (Scop.) Si riferiscono le mie precedenti citazioni di Acrotylus patruelis. 122 . steriore convesso con due macchie giallo chiare supero laterali nel disco che mostra due lievi depressioni arrotondate mediane e due solchi subsinuosi obliqui congiunti da un lieve solco trasverso inferiormente. Pubescenza notevole specialmente ai margini. Addome pubescente più accentuatamente ai margini. Lamina sottogenitale asimmetrica con corta pubescenza. Zampe con le spine delle tibie rossiccie. Tibie an- teriori con 8 spine apicali e 1 superiore. Tibie intermedie con 8 spine apicali, 6 superiori e i inferiore. Tibie posteriori lievemente ricurve con 7 spine apicali, 10 superiori (3 4 1 +3+3) e 5 inferiori (1 +2 + 2). Femori medi e posteriori con spina apicale. Metatarso lungo; unghiette Heterogamodes zavattarii n. sp. o 1, Capo visto di fronte; 2, pronoto; 3, tibia e tarso anteriore; 4, tibia media; 5, tibia posteriore, vista dal di sotto; 6, tibia posteriore, vista dal disopra. fini lievemente ricurve. Elitre giallastre traslucide, margine anteriore poco convesso con peli eretti lunghi. Ali trasparenti a campo margi- nale biancastro. Q Fortemente convessa poco pubescente. Capo rossiccio, fronte con 123 impressione trasversa mediana. Scudo facciale a margine superiore infero. Protuberanza facciale lucida convessa leggermente solcata me- dialmente. Zampe rossiccie, pubescenti, femori anteriori e medi con brevi spinette ai due margini inferiori. Tibie anteriori con 8 spine api- cali e 1 superiore. Tibie intermedie con 8 spine apicali, 6 superiori e 1 inferiore. Tibie posteriori ricurve con 7 spine apicali, 11 superiori (8+3) e 4 inferiori d° (tipo) I° (paratipi) 9 (cotipo) Lunghezza del corpo mm. 10. - 105-106. 165 » >» pronoto > Da DB 0. = » delle elitre OL 17.5 - 17.3 —_ Gialo:3 gg e 1 9, IX- 1934. Descrivo come nuova questa specie per i caratteri dell’armatura delle tibie, del capo e del pronoto. Questa specie è vicina a /H. cer- verae (Bol.), se ne distingue per la forma del prònoto del xy il cu margine anteriore è meno saliente che in /7. cerverae per lo spazio interocellare del y” trasverso e non triangolare, per l'armatura delle tibie posteriori del 5” le quali in /7. cerverae hanno 11 spine superiori (543 +3) mentre nelle specie qui descitte ne hanno 10 (3+1434+3) e 5 inferiori (1-+2+2) invece di 4 presenti in 7. cerverae La 9 di H. cerverae ha poi 10 spine superiori nelle tibie posteriori mentre la specie qui descritta ne mostra 11 (843). 3. Heterogamodes cerverae (Bol.) 1 3 . Periplaneta americana LL. 2 SS e3 929 . Blepharopsis mendica (Fab.) 1 3g . Gryllus domesticus L. 1 £ . Acridella unguiculata (Ramb.) 1 9 . Acrotylus insubricus (Scop.) var. Numerosissimi individui. . Thisoicetrus littoralis harterti (Bol.) 1 9Q e 1 gf dd lil S) di _bpi Già note per Gialo erano le seguenti specie: Gryllus domesticus L., Acrotylus insubricus (Scop.) var. BIBLIOGRAFIA 1929. Chopard L.- Les Polyphagiens de là la faune paléarctique. Eos Vol:V; pi 228792: Tee av 509, 1927. Salfi M. - Contribuzioni alla conoscenza degli Ortotteri libici 124 4. Blattidae ed Acrididae di Cirenaica, Boll. Soc. Nat. Napoli, Vol. 39, pag. 225, 10 figg. tav. 12. 1930. Salfi M. - I caratteri dell’Ortotterofauna cirenaica, Arch. Zool. Ital Vol. 14, p. 398. 1934. Salfi M. - Contribuzioni alla conoscenza degli Ortotteri libici. 6. Oothecaria e Saltatoria di Cufra. Ann. Mus. Zool. Napoli S. N. Vol. 6. N. 14, 5 figg. RECENSIONE E. ZAVATTARI: Prodromo della Fauna della Libia. Pubblicato sotto gli auspici del Ministero delle Colonie e della R.* Università di Pavia. Pagg. VIII - 1234 Pavia, Tipografia già Cooperativa, 1934 - XII. L. 200. Atteso con impazienza ed accolto col più vivo interesse da tutti gli studiosi, è uscito recentemente, in un grosso volume di oltre mil- leduecento pagine, il Prodromo della Fauna della Libia del Prof. Edoardo Zavattari, il quale allo studio indefesso della zoologia della nostra colonia mediterranea dedica da anni tanta solerte attività, inte- grata da numerose escursioni attraverso tutto il territorio libico, fino alle sue più estreme propaggini meridionali, che gli hanno permesso di conoscere a fondo la regione in'tutte le sue parti e di delineare, di conseguenza, con grande precisione e diligenza, l’ambienle fisico e biologico, base indispensabile per un accurato studio faunistico. Il Prodromo del Prof. Zavattari, concepito ed attuato con quella genialità di metodo e quello scrupoloso rigore scientifico che sono doti preclare dell'Autore e che ha da questo richiesto una ampiezza di indagini‘e una somma di fatiche imponenti, per ricercare e raccogliere, in un quadro sistematico completo, tutto quanto sulla fauna libica è stato fino ad oggi con vasta ma frammentaria attività, pubblicato, rap- presenta veramente una pietra migliare nella storia della zoologia della Libia e la base necessaria per ogni suo ulteriore sviluppo. Più di ottocento pagine del libro occupa l’elenco speciografico che enumera circa seimila forme: 710 pagine riguardano gli invertebrati, 92 i vertebrati. Per ogni specie sono indicate sempre tutte le pubbli- cazioni che la specie hanno citata per la regione, tutte le località di cattura in dette pubblicazioni indicate, col nome del raccoglitore e la 125 sigla dell'autore che ne ha dato notizia e distinte per le quattro pro- vincie zoologiche in cui lo Zavattari divide il territorio della Libia (Tripolitania, Cirenaica, Fezzan, Cufra). Data la meticolosa diligenza con cui l'Autore ha proceduto alla formazione di questo catalogo — che può servire di modello per tutti i cataloghi faunistici, perchè ac- coppia precisione e compiutezza alla maggiore semplicità e praticità — si può ritenere che non vi sieno state omissioni e che esso offra perciò agli specialisti, per ogni gruppo, una netta messa a punto delle conoscenze fino ad ora acquisite, liberandoli di ogni necessttà di lunghe e faticose consultazioni e ricerche. Altrettanto deve dirsi dell'elenco bibliografico che è in fondo al volume e che comprende non soltanto tutti gli scritti speciali di ca- rattere sistematico e faunistico comparsi fino quasi a tutto il 1934, ma anche le opere di carattere generale che possano contribuire alla conoscenza della Libia sotto tutti i suoi aspetti. Questo vasto quadro speciografico mette inoltre in piena luce quanto solerte e ampia sia stata, dopo la nostra occupazione, l’attività dedicata dagli studiosi, in grandissima maggioranza italiani, alla fauna della Libia. Infatti il diligente studio faunistico pubblicato dal Prof. Ghigi nel 1912, comprendeva soltanto 782 specie note della nostra colonia, in confronto alle 6000 oggi conosciute. Come molto opportu- namente fa notare il Prof. Zavattari nella Introduzione, il contributo recato dagli italiani alla conoscenza della fauna della Libia è stato, specialmente in questi ultimi anni, assai maggiore di quanto abitual- mente si possa pensare e l'Autore ha compilato il suo Prodromo altresì nell'intento di dimostrare come anche in Italia le Colonie si studino scientificamente come si usa praticare dalle altre nazioni. Nota però lo Zavattari che i contributi finora arrecati sono assai irregolarmente dis- tribuiti rispetto all'area in cui le raccolte sono state compiute, in quanto sono massimi per la Cirenaica, per le oasi cirenaiche e di Cufra, molto scarsi per la Tripolitania e quasi nulli per il Fezzan. Occorreranno perciò ancora molti viaggi e numerose ricerche prima che il quadro della fauna della Libia possa dirsi armonicamente e interamente conosciuto. La parte sistematica è preceduta, per quasi cento pagine, dalla parte generale. L’ A. ha tracciato dapprima una rivista storica accurata di tutte le esplorazioni zoologiche che, fino al 1931, si sono susseguite nella Libia, nonchè, dei contributi forniti da raccoglitori e volenterosi residenti in colonia o da viaggiatori occasionali. Segue poi, come si è detto, il quadro geografico generale, vale a dire la rappresentazione 120 delle condizioni fisiche e biologiche, con dettagliato studio dei vari ambienti in rapporto. ai fattori geomorfologici, climatologici, idrici, floristici ecc. ed esame accurato delle entità faunistiche per ogni am- biente, per venire in fine alla ripartizione della popolazione umana e ad un rapido cenno sulle condizioni agricole della colonia. L’ultima parte del volume è dedicata, per oltre 250 pagine, allo studio zoogeografico. Vi sono dapprima centosettanta pagine di tabelle nelle quali le specie dell’elenco sono divise secondo la loro distribu- zione geografica sia tra le varie provincie e sottoprovincie libiche, in conformità alle suddivisioni stabilite dall’ A., sia in rapporto alle loro affinità faunistiche (europeo - mediterranee, mauritaniche, egiziane, orientali, sahariane, etiopiche, endemiche e diffuse), Su questa base lA. studia i caratteri generali della fauna e, am- piamente e dettagliatamente, per ogni classe o ordine, le relazioni tra le faune delle varie provincie libiche e le relazioni della fauna della Libia con quella delle circostanti regioni; discute le opinioni dei vari autori che hanno precedentemente trattato il problema zoogeografico libico e, pur dichiarando di non voler trarre conclusioni biogeografiche generali definitive, afferma che la fauna della Libia, considerata nella sua interezza, è costituita in prevalenza di due grandi gruppi di specie: uno formato da specie circummediterranee in prevalenza nord - africane, l’altro da specie eremiche. Il primo abita la regione costiera, le zone degli altipiani tripolitano e cirenaico e i territori circostanti, l’altro le regioni presahariana e sahariana, protendendosi verso la costa là ove l’anibiente vi è desertico o predesertico. Nel primo gruppo predominerebbero le forme occidentali su quelle orientali e il popolamento si sarebbe fatto in direzione occidente - oriente, e cioè dall'Africa minore, oltre che da settentrione, e non dall'Egitto. Nel secondo gruppo, quello eremico, vi sarebbe una fauna a larghissima distribuzione, formatasi su tutta quella fascia desertica che dall’Atlantico giunge al golfo Persico, con propaggini a nord fino alla Palestina e Transgiordania. L’inorientamento, notato da qualche auto- re, sarebbe puramente apparente, poichè la fauna eremica sarebbe per eccellenza autoctona dell’Africa settentrionale. i In sostanza, secondo Zavattari, « la fauna della Libia ha una dop- pia origine, pur essendo decisamente paleartica: origine europeo - circummediterranea, origine sahariana; la prima a carattere europeo - nord - afro - occidentale, la seconda a carattere eremico e quindi nord - afro - orientale ». 127 Come si vede il Prof. Zavattari dissente nettamente da quegli autori che hanno sostenuta l'origine prevalentemente orientale della fauna libica, specialmente cirenaica. È riservato alle future ricerche il decidere tra le due ipotesi divergenti. L’opera si conchiude con uno studio sulle relazioni della fauna con | agricoltura e con la patologia animale ed umana ed è particolar- mente quest’ultima parte di grandissimo interesse per la specialissima competenza dell'Autore che a tali ricerche, oggetto principale delle sue numerose missioni africane, ha dedicata tanta e così feconda attività. F. INVREA RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee LIV (1) Hymenoptera Bernard F.- Hyménoptères nouveaux ou peu connus rencontrés è Fréjus (Var). (3 note). Béthyloides nouveaux pour la France, avec la description d’un Dryinide: Chelotelius Berlandi 7. sp. - Bull. Soc. Ent. France, 1935, pp. 40 - 42, fig. Descrizione della n. sp. in confronto con il C. gryps Reinh. (di Bolzano); reperti di varie specie. Jaeger E. - Kleine Schuppenandrenen (Hym., Apid.) - Prirodoslovne Razprave, Ljubliana, 2, 1934, pp. 227 - 230. Andrena Doderoi n. sp. di Camigliatello, Sila. Luigioni P. - Sesto contributo alla conoscenza della fauna entomo- logica del Parco Nazionale d’ Abruzzo. Hymenoptera fam. Tenthre- dinidae. - Act. P. Acad. Sc. Nov. Lync., LXXXVIII, 1935, pp. 16 - 22» Sono citate 62 specie, e 8 var.; è stabilita la sinonimia: 7enthredo- psis floricola Costa (nec Enslin) = (romana Konow). Monastero S. - L’importanza dell’Opius nella lotta contro la mosca delle olive. Ulteriori ritrovamenti e studii biologici. - Atti R. Acc» (1) Non sono compresi i lavori puhbllcati nel Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estrattl dei loro lavori per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra. 128 Scienze Lettere e Belle Arti di Palermo, XVIII, 1934, fasc. II, estr. 13 pp. Andamento dell’infestione dacidica in relazione all’Opius siculus dal 1929 al 1933, notizie biologiche. Monastero S. - Studio sulla posizione sistematica dell’Opius siculus Monastero endofago della mosca delle olive. - Atti R. Acc. Sc. Lett. B. Arti Palermo, XVIII, 1934, fasc. III, estr. 21 pp., una Tav. Si discute e sostiene il valore specifico dell’Opius siculus Mon. in confronto a O. concolor Szépl. Monastero S. - La scoperta dell’Opius siculus Mon. e la lotta contro la Mosca delle Olive. - L’Avanguardia Rurale, Roma, V, 1934. n. 12; PD. (5 ». II,- STAPHYLINOIDEA :L.100: » » 3.3» »6> > >» INl.- DIVERSICORNIA :L.100: » >» 4.» >. >7 >» >» » IV.- HETEROMERA ) . PHYTOPHAGA | L10901 Sira a See PES » » V.- RHYNCHOPHORA e LAMELLICORNIA & L.100:» + 4> = > SUPPLEMENTUM . 314000» Sao Rivolgersi: Prof. Antonio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo TARIFFA peLLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto l'anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. | La pagina intiera E-450 Mezza pagina neo 1 - Un quarto di pagina, _,, 50 EUR SAS TEZSA 1 Carta = i SA Hai s ta E È ‘ ie È $ ; a Aaa n i Sgt po 3 3 A: J < i è. 3 È Seal 3. P 7 5 Pac fi i 7 3 S ; 55 FMI AZ pe” \ sa 3 È * pì { SÈ A dI È } ; i ; È i $ SRI 7 { è i } Aa “ x 7 % 1 ‘ z 3 a Si P. } CS È ; CÉ z : s 4 Pa \ $ i DI REA ei L i SCATOLE DI pi | E ARTICOLI DI GARTONAGGI IN GENERE — i FONDATA NEL isso. ETICI sm Pei i B. © L © G N A - Fabbrica e Amministrazione | PI n - B | aiuti leg © IA NAZARIO MURO 1 - To 2i01 | De ECIALITA I Scatole per, collezioni 8) insetti. Listino gratis. aq richiesta aos pl pr retti si Intab, Ù ian | (I per = odan: “La Siae d'archivio Scatole per preparazioni microscopiche o Cartelle per erbario. Scatole da tasca per farfalle - Cartoni per monia Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, ‘prodotti industriali, sementi, ecc. ‘Scatole RES La ciaposizione verticale e orizzontale | ‘) Si pubblica dieci volte l’anno DELLA SOCIETA” ENTOMOLOGICA ATALIANA | Vovoma LXVIT ) x ASINI Vor] N: Pubblicato il:29:Novembre 1935;, Anno Y SOMMARIO e Arm SOGIALI (ORTI cs ‘Comunicazioni scicmisione: L. Masi Nirovo Elasmus ottenuto:da un .. nido di Polistes: — Arturo Peltrera: Sulla variabilità delle larve di Polistes gallicus (L.). — Dott. Ing. Aldo Gagliardi: Variazioni cromatiche dell’Agonum sexpunctatum Lin. — A. Giordani Soika: Quinto contributo alla: conoscenza degli Imenotteri del Lido di Venezia. | Agen delle Pubblicazioni ANI id la Li dell’Italia e delle Colonie Mediterranee LV. | Dr. Fabio Invrea, Direttore Responsabile Stab. Tip. G. B. MARSANO S. A. E. - Via Casaregis 24, GENOVA PRINTED IN ITALY "ta Ri ri bi | TAI Mrs ME Ra I Lun SOCIETA ; ENTOMOLOGICA ITALIANA I | Sede” in GENOV A, Via. Brigata Liguria, Nun VRraoso il Museo Civico di Storia Naturale SOCI ONORARI s. M. VITTORIO. EMANUELE IE - RE purazia S. E. Beniro MussoLini - Capo. del Governo Si b GiusePPE BELLUZZO ; S. E. Pietro FEDELE CONSIGLIO DIRETTIVO pel biennio 1984-39". 14 PRESIDENTE ONORARIO: Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro. ( PRESIDENTE EFFETTIVO : Dott Ferdinando Solari. Vice-PRESIDENTE: Prof. Luigi Masi. | SegretaRIO: Dott. Fabio Invrea. TESORIERE; Rag. Cesare Mancini. DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fabio ita ConsiaLierI: Prof. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor. Agostino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dott. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni, Prof. Giuseppe Miller, Prof. fina Paoli, Prof, Fi-_ lippo Silvestri, Conte Emilio ‘l'urati. Revisori DEI Conti : Signor Armando Baliani, Ing. Paolo Bensa, Dott. Tullo Casiccia. di | o 00 annua: sa Regno: Ordinari L. 40, Studenti L. 20. Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. GC. MANCINI, Corso. Firenze 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. Quota per l'iscrizione a soci vitalizi : L. 500 per l’Italia, L. 750 :. per l’estero. di Abbonamento alle Rabbia per i non soci: Italia Ia 50, ... Estero :L. 60. 5) AVVISI AI SOCI ‘Le adunanze scientifiche della Società, si tengono ogni Giovedì alle ore 21, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci che. tutta la corrispondenza relativa alla. Società deve essere indirizzata 7wpersonalmente alla Società Ento- ‘——’ mologica Italiana, Via Brigata Liguria, 9 GENOVA (102). ‘ Soltanto le rimesse di danaro. possono essere indirizzate diret: tamente al ‘l'esoriere: Sig. Rag. GC. MANCINI, Corso Firenze 40,. inter. 2., 8.8, GENOVA. BOLLETTINO Ve DELLA SOCIETA’ ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLuME LXVII (1935) i N.° 8 Pubblicato il 29 Novembre 1935, Anno XIV ATTI SOCIALI Riduzione delle pagine di stampa Per disposizioni superiori, in omaggio a giuste considerazioni di economia nazionale, tutte le riviste italiane devono temporaneamente ridurre il numero delle pagine di stampa. Con fervido senso di disci- plina la Presidenza ha deliberato che la mole delle pubblicazioni sociali venga diminuita in conformità alle istruzioni delle superiori Gerarchie e, poichè i fascicoli del Bollettino e. delle Memorie non hanno un numero fisso di pagine, la riduzione avverrà sul complesso annuo delle pubblicazioni. Si raccomanda perciò agli autori la mas- sima possibile concisione nella redazione dei loro lavori. li ritorno del Prof. Silvestri dall'America del Sud “ AI principio di Ottobre è rientrato a Portici, di ritorno dalla sua lunga missione scientifica nell'America del Sud, il nostro illustre Socio e Consigliere Prof. Filippo Silvestri. Rileviamo dalle dichiara- zioni che il Prof. Silvestri ha fatto ai giornali, che la missione ha avuto risultati importantissimi. Egli ha visitato, per incarico del no- stro Ministro di Agricoltura e Foreste, il Perù, il Cile, quasi tutta l’Argentina, il Paraguay, il Brasile e ’Uruguay ed ha scoperto in quelle regioni un certo numero di insetti distruttori delle cocciniglie dannose all’agricoltura, il che costituisce appunto l’oggetto princi pale delle sue ricerche, allo scopo di intensificare in Italia la lotta naturale coll’acclimatazione e la diffusione di quegli ausiliari. Molto materiale era stato da lui inviato man mano al Laboratorio di Por- tici, ove furono iniziati e proseguono attivamente gli allevamenti e le esperienze, ed altro copiosissimo ne ha portato con se in modo che si possono sperare importanti risultati, anche sé — come ha di- chiarato l’illustre scienziato — la prudenza scientifica vuole che non si anticipino giudizi assoluti sopra questioni biologiche molto com- » i SI 130. plesse. « Speriamo il meglio — egli ha soggiunto — nell’interesse dell'agricoltura nazionale, che in questo campo della lotta naturale contro gli insetti dannosi è, per volontà del Duce, curata in sommo grado ». Il VI° Congresso internazionale di Entomologia Il VI° Congresso Internazionale di Entomologia si è tenuto a Madrid dal 6 al 12 Settembre u. s., con la partecipazione di circa 300 entomologi appartenenti a 30 nazioni e si è svolto secondo DI programma prestabilito, sotto la presidenza del venerando . Direttore del Museo di Madrid Prof. Ignacio Bolivar. In rappresentanza della nostra Società e della Entomologia Italiana hanno partecipato al Congresso i nostri Consiglieri Dott. Felice Capra e Prof. Guido Paoli, i nostri Soci Prof. G. Malenotti e C. Menozzi e il Sig. Koch per il Museo « P. Rossi» di Duino, oltre a diversi nostri Soci stranieri. Gli italiani hanno partecipato attivamente ai lavori con interessanti comunicazioni. Il Prof. Paoli presiedette una seduta della sezione di Entomologia Agraria. Il Prof. Malenotti trattò, nella stessa sezione, di « Pesco e Pero di fronte alla lotta contro Epidiaspis leperii » e dei « Rapporti fra insetti dannosi e agricoltura »; C. Menozzi sulle « Applicazioni della lotta artificiale e biologica per combattere gli insetti più dannosi alla bieticoltura in Italia »; il Dottor Capra trattò di una nuova specie di Grillomorfino (Pefaloptila Andreinii n. sp.) notevole dal punto di vista biogeografico e partecipò alla discussione sulla distribuzione degli Ortotteri e Coleotteri cavernicoli; il Sig. Koch presentò alcune note su vari Coleotteri. In una solenne. adunanza nell'Università di Madrid vennero i no- minati dottori honoris causa il nostro Consigliere Prof. Filippo Sil- vestri, assente perchè in missione in America e il nostro Socio Prof. R. Jeannel di Parigi, oltre ad alcuni altri illustri entomologi stranieri. Il Comitato organizzatore, in cui fu anima il nostro Socio Prof. Can- dido Bolivar, procurò ogni agevolazione affinchè i congressisti po- tessero approfittare della permanenza in Spagna per compiere studi e ricerche, ed organizzò splendide gite a El Pardo, all’Escorial, alla Stazione alpina di biologia nella Sierra di Guadarrama, La Granja, Segovia, a Toledo e a Aranjuez. Nuovi Soci: La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari : Dr. A. Avinoff, Director Carnegie Museum, Pittsburg (U. S. A.). Lepidotteri. Presentato dal Dottor F. Capra e dal Prof. G. Paoli. . Pietro Arduino,Via Cesare Cabella 19-5, Genova (Socio Studente). Presentato dalla Dott®. Delfa Guiglia. Germana Pozzi Montandon, Via Diaz 36, Como, Coleotteri e Le- pidotteri i 131 COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE L. MASI "NUOVO ELASMUS OTTENUTO DA UN NIDO DI POLISTES (Hymen. Chalcididae) Da un piccolo nido di Potlistes foederatus Kohl, raccolto questa estate a Varazze (Riviera Ligure occidentale) il March. F. Invrea ot- tenne un esemplare femmina di una nuova specie di E/asmus, la prima nella fauna europea che si presenti con una colorazione quasi interamente gialla. Le altre specie a'colorito prevalente giallo, conosciute finora, sono tutte esotiche. Secondo una pubblicazione fatta dal Dr. Ch. Ferrière (1) nel 1930, esse sono quattro: E/asmus lutens, E. ashmeadi ed E. albopictus, descritti dal Crawford e prove- nienti dalle Isole Filippine; E/asmus lamborni, descritto dallo stesso Dr. Ferrière, proveniente dalla regione del lago Tanganica. Di quest’ul- tima specie soltanto sappiamo che è parassita « dei nidi di Vespidi », e l’A. ritiene che si tratti di iperparassitismo : le vittime primarie sarebbero larve di Lepidotteri, come per tutti gli E/asmus dei quali si hanno finora notizie biologiche. Riguardo al parassitismo della specie ottenuta dal do di Po- listes foederatus, non posso dare notizie precise: tuttavia faccio notare che in due celle, il cui opercolo presentava un piccolo foro dovuto probabilmente all’E/asmus, il Dr. F. Capra, il quale mi ha trasmesso il nido e l’esemplare del parassita, non ha trovato la spoglia della larva di lepidottero, bensì quella della pupa di Polisfes, con l'addome non an- cora pigmentato, avvizzito e la testa e il torace di color bruno intenso. Elasmus Invreae sp. n. Femmina - Color giallo paglierino, che volge all’arancio chiaro nel centro della faccia e in due larghe fascie longitudinali del mesonoto le quali non raggiungono il margine posteriore; di color nero o bruno nero sono: gli occhi, gli ocelli e l’area interposta; una grossa mac- chia che occupa il centro dell’occipite e forma tre punte, una verso l’area ocellare e due verso gli occhi; le ascelle eccetto il loro angolo interno e l’angolo esterno; tutto il propodeo; una macchia della me- (1) Ferrière Ch. - The Asiatic and African Species of the Genus £Elasmus Westw. Bulletin entom. Research, vol. XX, 1930, p. 411-423). E E + rift; i e e It E ERE ra Ro ra SITA ig Lilo PEG a sa plein e $i De pg ia ” # re AZIIE EVE SR = sit a sta + 3 n° 132 sopleura sulla sutura del prepetto, un punto subito dietro la radicola dell’ala posteriore, l'apice della metapleura; una macchia nella parte dorsale anteriore del primo urotergite; le valve della terebra; tutte le setole e spine del corpo e delle appendici. Le ali sono legger- * mente grigiastre, con nervatura grigia. Il flagello delle antenne tende pure al grigio e visto a piccolo ingrandimento apparisce anche più scuro per le numerose setole nere. Testa larga quanto il torace (misurato innanzi alle tegule), mi- nutamente e leggerinente reticolata, quasi dappertutto con numerose fossette puntiformi setifere, delle quali se ne contano per lo più cin- que tra la fossa antennale e l’orbita, quattro in uno spazio uguale alla grandezza di un ocello; esse divengono gradatamente più rade verso il margine orale, sulle gene e presso il margine occipitale. O- celli disposti ad angolo molto ottuso, i posteriori distanti dagli occhi poco più che dall’ocello anteriore. È | Flagello antennale poco più lungo della lunghezza della testa ® veduta di profilo: pedicello e articoli successivi circa una volta e i mezza più lunghi che larghi; clava uguale a poco più del doppio dell’articolo precedente. Misure proporzionali: 1° articolo del funicolo lungo 7, 2° e 3° lunghi 6, tutti larghi 4; clava lunga 14. Misure proporzionali del dorso del torace: mesonoto lungo 30, largo 40; scutello lungo 18, largo 25; dorsello lungo 7.1 punti d’inser- zione delle due setole apicali dello scutello e l’apice del dorsello determinano un triangolo equilatero. Il pronoto e il mesonoto sono forniti di numerose setole corte: sul margine del pronoto si vedono (nell’esemplare tipo) 11 setole più grandi, delle quali 6 sono anche più robuste e più lunghe delle altre della serie. Il protorace ha tre grosse spine laterali; tre spine, più corte, si trovano su ciascuna te- gula. Le setole del mesonoto sono gradatamente più sviluppate nella parte posteriore: le più grandi inserite sul margine posteriore misu- = rano circa */, delle quattro setole scutellari, le quali misurano a loro > volta /, o poco più della lunghezza dello scutello. Margini del dor- È sello con lembo jalino. Superficie del propodeo minutamente e leg- germente reticolata come quella dello scudo e della testa. Ali raggiungenti l’apice dell'addome, strette di larghezza uguale a 29°/, della loro lunghezza, col nervo postmarginale appena più lungo dello stigmatico, le setole della parte basale dellalamina numerose e un poco più lunghe, e più discoste, delle altre setole; quelle del margine apicale 5-6 volte più lunghe delle setole adiacenti ed uguali circa alla lunghezza del nervo stigmatico. Ultimo paio di zampe con le spine disposte sul lato esterno della tibia in una piccola figura a losanga presso la base, e poi in tre aree a forma di lemnisco molto allungato, subeguali, che si succedono fino all’apice della tibia e sono accompagnate da 6-7 AI gg Sa ee + cn 9 te III IR ii Pe OR ae età i di II e E ARI a ne ; ole ini Ae e A IE EI AI O A REA TI aa 16 — Mandibola anormale, provvista di dente accessorio. | i = Aa SE i; Fig. Il Processi terminali delle mascelle. 4-7 Processi terminali rispettivamente destro e sinistro degli individui I°, II° ecc. 8 - Proc. term. esemplare giovane. 137 terzi laterali vi sono numerosi sensilli disposti con una certa uni- formità, sebbene tendano a disporsi alla base ed all’estremità Il labbro inferiore è di forma ovale con la parte ristretta rivolta in- feriormente. Si può dividere in una parte boccale incolora ove si. aprono le ghiandole sericigene e dove si trovano i palpi e la quasi totalità dei peli raggruppati intorno ad essi. I sensilli si trovano esclusivamente sulla parte inferiore pigmentata, la quale può avere qualche pelo sparso. Lo spazio compreso tra i palpi porta nume- rosissime e minute formazioni chitinose triangolari; nella parte inco- lora i peli-sono in tutti gli esemplari di numero disuguale ai due lati; si osserva almeno da un lato una tendenza a disporsi in una o più linee longitudinali, nell’esemplare terzo invece e nel giovane vi è una tendenza a disporsi trasversalmente; le formazioni chitinose sono disposte a X negli esemplari I° e V°: a V nel II° e IV°; nel II° sono disposte a quadrilatero; nel VI° e VII° in due gruppi irregolari (specialmente nel settimo). Nel giovane sono. più grandi, arrotondate, disposte in un gruppo unico centrale. I sensilli della parte pigmentata hanno generalmente disposizione irregolare; solo nel primo esemplare si nota una marcata tendenza a disporsi longitudinalmente lungo la linea mediana specialmente dal lato destro; non vi è generalmente grande differenza nel numero dei sensilli nei due lati, però nel V° esemplare il lato destro ne porta 17, mentre il sinistro ne porta 12. L’esemplare giovane sem- bra essere totalmente sprovvisto di sensilli. Talvolta la parte pig- mentata porta anche essa qualche pelo che generalmente rimane in vicinanza dei palpi, ma può anche allontanarsi assai da essi. Tipico è il caso degli esemplari IV° e V°. Le mascelle portano sparsi alcuni sensilli ed un numero varia- ‘ bilissimo di formazioni chitinose che possono essere sparse in gran parte della mascella o radunate lungo il margine superiore. Un par- ticolare interesse presentano i processi terminali delle mascelle. Essi, come fu già notato, sono generalmente bilobati, i due lobi possono essere subeguali e portano allora un sensillo ciascuno, oppure uno è più robusto dell’altro e porta due o tre sensilli; il lato minore ne porta uno solo. Vi sono però casi estremi in cui essi sono trilobati, ed allora ogni lobo porta un sensillo apicale, oppure sono semplici e constano di un solo lobo. È da notare che tipi diversi possono trovarsi nei due lati di uno stesso individuo, e, più particorlarmente nel primo esemplare, il pro- cesso destro è bilobato a lobi lunghi e subeguali; ciascuno ha un sensillo apicale; il sinistro è bilobato con un lobo molto più grande dell’altro, quest’ultimo porta due sensilli, l’altro uno. Il secondo esem- plare ha processi di forma eguale al primo, ma il processo a lobi 138 dI subeguali è a sinistra. Il terzo esemplare ha il processo destro bilo- bato, con il lobo maggiore provvisto di un sensillo apicale ed uno. laterale, il lobo minore è più corto e tozzo e porta il consueto sen- sillo apicale; il processo destro è nettamente trilobato. Il quarto esemplare ha ambedue i processi divisi in due lobi di cui uno, assai maggiore dell’altro, porta all’estremità due sensilli molto sporgenti, per cui sembra trilobato a sua volta. Il quinto esemplare ne ha uno semplice, subconico con tre sensilli di cui il mediano molto più spor- gente ‘dei laterali; l’altro bilobato a lobi disuguali. }l s: sto esemplare ha il processo destro bilobato a lobi molto disuguali, di cui il mag- giore porta tre sensilli; il processo sinistro è semplice, subconico, con quattro sensilli all'apice. Il settimo esemplare ha ambedue i pro- cessi divisi in due lobi assai disuguali, il maggiore porta due sensilli, il minore uno. Nell’esemplare giovane i processi sono molto più corti e più tozzi con tre o quattro sensilli. | I palpi mascellari e labiali sono invece di forma costante; gli uni e gli altri portano tre sensilli. Le mandibole, assai lunghe e gra- cili, sono acute e portano un dente laterale mobile; questo varia leg- germente nella lunghezza e nello spessore. Talvolta vi è a breve distanza dall’apice un dente accessorio, che manca generalmente nell’altra mandibola dello stesso individuo (fig. I, 16). Dott. ING. ALDO GAGLIARDI VARIAZIONI CROMATICHE — DELL'AGONUM SEXPUNCTATUM LIN. L’esame di un discreto numero di esemplari dei due sessi di Agonum sexpunctatum Lin., 150 circa, provenienti da diverse località, mi ha permesso di studiare, spero in modo abbastanza esatto e com- pleto, le aberrazioni cromatiche di questa bella e variabilissima specie. Altre specie congeneri ed affini, anch’esse a lucentezza metallica e legate di solito alle alte regioni delle Alpi e degli Appennini, quali l'A. viridicupreum Goeze e VA. Miilleri Herbst, presentano lo stesso ‘carattere della grande variabilità di colorito e diverse loro aberra- zioni furono già denominate e descritte. A proposito dell’ A. sexpunctatum Lin, il Prof. Miller osservava: ‘« Specie di solito distintamente bicolore: il corpo anteriormente « verde metallico, le elitre rosso dorate. Però vi sono delle varietà # 139 « di colorito meno vivace e più uniforme, con tinte bronzee, verda- « stre o azzurre e perfino bruno metalliche (var. montanum Heer)» (1). In effetto ho riscontrato che alcuni esemplari con le elitre a colorazione tipica, cioè rosso-rame (verde chiaro più o meno cupreo negli individui non perfettamente maturi), hanno il pronoto azzurro anzichè verde. Altri conservano le tinte fondamentali del tipo, ma assai meno lucenti e più scure, mentre sui bordi ed agli angoli po- steriori del pronoto e, più raramente, anche sul disco del pronoto e sul capo, compariscono traccie di colorazione cupreb - violacea. ‘ Ritengo che quest’ultima forma si possa riferire alla a. nigroaeneum Letzn., come mi ha gentilmente confermato il Luigioni, che la cita nel suo catalogo come rinvenuta nella Venezia Tridentina (Val- larsa). (2). L’a. montanum, ricordata dal Miiller e creata da Heer su esem- plari della Svizzera (3), è la forma nigrina, quasi unicolore, a pronoto nero ed elitre pure nere, con lievi riflessi bronzati e, più raramente, verdi od azzurri, nota finora del Piemonte e delle Alpi Venete e Trentine. Questa forma assai caratteristica rappresenta senza dubbio la variazione più lontana da quella che si suole considerare come forma tipica. Oltre a questa però, a mio avviso, è notevole anche un’altra forma, che può considerarsi come intermedia, avente le elitre bron- zate, più o meno con riflessi cuprei, che ricordano quelle della a. nigroaeneum, mentre ha il pronoto nero come l’a. montanum. Come è naturale, trattandosi di aberrazioni cromatiche, possono rinvenirsi delle forme di transizione che, per gradi più o meno sensi- bili, segnano il passaggio dall’una all’altra delle quattro forme estreme ora accennate. Le quali, senza escludere che altre ne esistano degne di considerazione, si possono facilmente raggruppare nella tabella che segue, ove sono proposte due nuove denominazioni per quelle forme che ne sono tuttora prive. Agonum sexpunctatum Lin. 1 - Corpo superiormente nettamente bicolore. 2 - Pronoto verde. 3 - Pronoto verde chiaro, elitre rosso-rame cogli orli laterali verdi. Tinte assai vivaci e lucenti f.t. sexpunctatum Lin. 3’ - Pronoto verde-scuro, spesso cogli orli e gli angoli posteriori cupreo-violacei. Elitre rosso-rame scuro ad orli verdi. Tinte sbiadite e meno lucenti a. nigroaeneum Letzn- (1). G. Miillers- I Coleotteri della Venezia Giulia, p. 243. (2). P. Luigioni - I Coleotteri d’Italia p. 132. (3) Heer - Fauna Coleopterorum Helvetica p. 61. 140 ba Pronoto azzurro. Elitre rosso-rame come nel tipo n. a. cyanicolle 2” - Pronoto nero. 4 - Elitre bronzate, con riflessi cuprei n. a. atricolle 1’ - Corpo superiormente quasi unicolore. 5 - Promoto nero, elitre dello stesso colore con lieve riflesso bruno, verde o azzurro a. montanum Heer Gli esemplari esaminati provengono dal Piemonte (Racconigi; Moncalieri: alluv. F. Po; Alp. Coz.: Fenestrelle), Trentino (Alp. Giudi- carie: Lodrone), Vereto (Alp. Siul: M. Canin), Friuli (Alp. Carn.: Paularo), Emilia (Lago Santo) e Toscana (Abetone). Buon numero d’individui di quest’ultima località, noto valico dell'Appennino Tosco-Emiliano, sono stati raccolti dal Dott. A. An- dreini sulle rive di alcuni laghetti (L. Baccio, L. Risaia), dove erano abbondanti. Tra di essi le forme aberranti sopra descritte prevalgono assai sulla forma tipica, specialmente numerose le a. nigroaeneum e cyanicolle, che pure esistono tra gli esemplari emiliani, mentre sol- tanto di Toscana ho osservato le a. africolle e montanum, molto pi scarse. Gli individui esaminati dell’Italia settentrionale sono invece quasi tutti a colorazione tipica, talchè dal materiale studiato ed anche da quanto ha già affermato al riguardo il Miller per le forme della Ve- nezia Giulia (1), si potrebbe dedurre che, mentre gli esemplari del- Appennino centrale sono in gran parte aberranti, quelli invece delle ‘ Alpi, assai meno variabili, appartengono in grande prevalenza al tipo. Riassumendo quanto è stato esposto, le forme finora note dell'A. sexpuctatum Lin., con la relativa distribuzione in Italia, sarebbero da elencarsi come segue: . sexpunctatum Lin. - f. t. - (It. sett. - Em. - Tosc. - Cal.) A a. cyanicolle m. (Em. - Tosc. ). a. nigroaeneum Letzn. - (Ven. Trid. - Em. - Tosc.). a. atricolle m. - (Tosc... © a . montanum Heer. - (Piem. - Tic. - Ven. Trid. - Ven. Giul. Tosc.). Ringrazio infine in particolar modo i colleghi Dott. A. Andreini e M. Lombardi, che gentilmente vollero mettere a mia disposizione il materiale delle loro collezioni. (1). G. Miiller - Op. cit. p. 246. “= 141 A. GIORDANI SOIKA QUINTO CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA. ‘DEGLI IMENOTTERI DEL LIDO DI VENEZIA Il materiale raccolto dopo la pubblicazione dei miei precedenti contributi comprende numerose specie non ancora citate del Lido; alcune di esse presentano un particolare interesse per la loro rarità. Ho creduto perciò utile pubblicarne un elenco, quale supplemento alle liste precedenti. Gli Apidi sono stati determinati dal Dr. J. D. Alfken, Sig. P. Blùth- gen (Halictus, Nomioides e Sphecodes) e dal Prof. P. Maréchal; i Be- tilidi dal Sig. C. Menozzi. Ringrazio vivamente questi specialisti che mi aiutarono nella non facile opera di determinazione dei miei esemplari. PSAMMOCHARIDA£ DI Priocnemis fuscus F.- Non è rara ai Murazzi verso la fine di Aprile. Anoplius samariensis Pall. - Alberoni, 2 99 6 e 17-VII-:34. VESPIDAE Eumeninae Fumenes unguiculatus Vill. var. sporadensis Schulthess - A questa va- rietà, caratterizzata dalla grande riduzione delle parti nere, sono da attribuire la maggior parte degli esemplari del Lido. Il fatto che esistano nella stessa località esemplari aventi il mesonoto indifferen- temente nero o ferrugineo toglie l’importanza che a questo carattere dà lo Zimmermann nelle sue considerazioni zoogeografiche (1). Descritta recentemente di Rodi. Odynerus (Rhynchium) punctifrons Thomson - Murazzi, 1 9 7-VI:34. Polistinae Polistes sulcifer Zimm. - Un esemplare -- di Alberoni, 7-VIII-34. Polistes associus Kohl - Specie assai rara; ne raccolsi pochi individui in Agosto e Settembre; Giardino e Terre Perse. BETHYLIDAE Goniozus claripennis FOrst. - Alberoni, 1 g il 14-VIII-34 falciando Verba Seleroderma fonscolombei Westw. - Murazzi, g° il 18-VI1-33. Cephalonomia rufa Kieff. - Una 9 in spiaggia, 10-VIII-33. (1) Zeitschr. Morph. Oek. Tiere, XXII, 1931, p. 210. 142 APIDAE Colletinae Colletes succinctus (L.) - Alberoni, assai comune in Luglio ed Agosto Sphecodinae Sphecodes alternatus Sm. - 2 3 16-VII-30 e 15-VIII-30, Sphecodes cristatus Hag. - Comune in Luglio. Sphecodes divisus K. - Giardino, i g 21-VI31. S>hecodes quadratus Meyer - Non raro da Luglio a Settembre. Andreninae Halictus littoralis Bliithgen - Alberoni, 4 99 e 2 7 dal 16-VII al 6-VIII-34. Halictus punetatissimus Schck. - Terre Perse, 1 9 11-IV-33. Halictus simplex Blitthgen - Giardino, 1 J 11-VIII-30. Halictus smeathmanellus (K.) - Murazzi, 1 9 21-VI-34. Noinioides variegata (O1.) - Assai comune da Giugno a Settembre. Nomioides facilis Sm. - Più rara della precedente, Andrena flavipes Pz. - Comune ad Alberoni, Luglio e Agosto. . Andrena distinguenda Schek. - Murazzi, 1 g° 22-V-34. Andrena carbonaria L. - Comune in Giugno e Luglio. Panurginae Dasypoda visnaga Rossi - Comune ad Alberoni in Giugno e Luglio; dove non si trova la D. plumipes Pr., comune invece nelle al're località dell’isola, nelle quali la D. visnaga sembra mancare. Anthophorinae Tetralonia dentata KI. - Alberoni, 1 9 il 22-VII-34. Megachilinae L’abbondante materiale raccolto quest'anno mi permette di stabi- lire che al Lido sono quasi egualmente comuni le tre seguenti specie del genere Megachile; Vultima sembra essere invece molto più rara, Megachile apicalis Spin. - Giardino e Terre Perse, Maggio - Agosto Megachile deceptoria Pér. - Terre Perse e Murazzi, Giugno - Agosto. Megachile pilidens Alfk. - Terre Perse, Giugno - Agosto. 143 | Megachile melanopyga Costa : Alberoni, 1 g' 14-VIII-34. _Osmia andrenoides Spin. - Comune ai Murazzi in Maggio. Osmia latreillei Spin. - Terre Perse 1 x 21-VI-34. | Osmia notata F. - Terre Perse, 2 QQ 7-VII- 30 e 13-VI-34. Osmia ventralis Pz. - Giardino, 1 ' 17-VI-30. Nomadinae Nomada flavopicta K. - Terre Perse, 1g 1 9 21-VI-30. Nomada furva Pz. - Giardino, 1 gg 13-VII-30, 3 9Q9P 23-VI-30 e. 3-4-VII-30. Nomada furva var. nigricans Pér. - Murazzi, 1 g° 22-V-34. Nomada zonata Pz. - Murazzi, 2 Sg 22-V-34. Melectinae Melecta luctuosa Scop. -Murazzi, non rara in Maggio. Epeolus julliani Pér. - Alberoni, 1 3 7-VII-34. Coelioxydinae Coelioxys aurolimbata Fòrst. - Alberoni, 1 9 14-VIII34. Coelioxys polycentris Fòrst. - Terre Perse, 1 g° 21-VI-34. RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGIGHE riguardanti la fauna dell'Italia e delle Colonie Mediterranee LV (1) Lepidoptera Barasch A. - Natiirliche Gruppierung der mitteleuropiischen Coleao- phoriden (Lep.) auf Grund der Struktur der miinnlichen Kopula- tionsapparate und ihre Beziehung zum Sackbau der Raupe und zum System der Nihrpflanzen. - Deutsche Ent. Zeitschr., 1934, pp. 1- 116, 4 figg. e tav. I-Il. Lavoro importantissimo. - (1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società . Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori . per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra. 144 Berio E. - Spedizione scientifica nell’ Oasi di Cufra (marzo-luglio 1931). Lepidotteri. - Ann. Mus. Civ. Genova LVI, 1932, pp. 114-121. Sono citate varie specie; osservazioni su Danaida chrysippus L. Beuret H. - Contribution è l’étude de la variation ecographique de Ly- caeides argyrognomon Bergstr. (Lycaenidae) - Lambillionea, XXXIV; 1934, n.-5. pp. 99123, pi. V-VI. Sono citate e figurate alcune forme italiane. Boursin C. - Contribution è l'étude des Noctuidae Trifidae; X/. Notes . sur quelques espèces paléarctiques et description de deux formes nou- velles. - Revue francaise d’Entomologie, I, 1934, pp. 58-64, pl. I. Lybiana marmarides Trti 1924 della Libia è una forma c di Éremo- pola lenis Stgr. 1892. Cuscianna N. - Za Sesamia cretica Led. (Notua del granturco) provincia di Trieste. - Boll. Lab. Entomol. R. Ist. Sup. Agr. Bo- ‘logna, VII, 1935, pp. 241-262, fig. I-SXII. Vengono studiati i costumi della Sesamia crefica ed i danni da essa arrecati al Mays nella provincia di Trieste. Sistemi di lctta. D’Ancona U. e Nannizzi A. - Osservazioni biologiche sull’Hypono= meuta padellus Z. - Riv. Biol., XVI, 1934, pp. 47-60, 5 figg. Osservazioni su una razza di H. paellus vivente su Prunus ma- haleb a Siena. Grandi G. - L’Ipermetabolia nei Lepidotteri. - Mem. R. Acc. Scienze Ist. Bologna, Ci. Se. fis.; ser. VIH,.t, X, 1933, pp. 115-121, 2 tav. È accertata l’ipermatabolia in alcune famiglie di rc nraprioe Phyllacnistidae e Gracilariidae. Grandi L. - accolta di #00 Bresciani. - Commentari dell’Ate- neo di Brescia, 1933, pp. 261-264. Sono citate circa 230 specie. Le Charles L. - Zygaena bryzae Esper. ssp. vesubiana, nova - Bull. Soc. Ent. France, XXXVIII, 1933, p. 253. È Raccolta a S. Martin Vesubie frammista a Z. purpuralis. Mariani M. - Monografia sulle Cosmopteryx d'Europa, - Giorn. Scienze Natur. ed Econ. Palermo, XXXVIII, 1934, Men, I, pp. 1-53, tav. HI. Sono ridescritte ed illustrate tutte le specie europee, sono nuove C. donatellae di Sicilia e C. parietariae Î. ferenigra e f. turatiella. sono pure studiate quasi tutte le altre specie paleartiche, specialmente. quelle della Libia. Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile Stab. Tip. G. B. MARSANO S. A. E. - Via Casaregis 24, GENOVA dei). ATA TI Li È “FAUNA COLEOPTERORUM ITALICA” i del b.prok Dott. ANTONIO PORTA. | È questa le prima opera descrittiva d'insieme che appare sulla | Fauna coleotterologica Italiana. I Le tavole dicotomiche Rn tutti i coleotteri osservati | fino ad oggi sì nella parte continentale che nelle adiacenti isole. 32 Un Supplementum ,, ha aggiornato l’opera a tutto il 1934, L'opera si vende presso l'Autore e non si spedisce che dietro il relativo importo. ; Vol I. - ADEPHAGA © 1L. 60: più L. 3 per l’Italia L. Ger l'estero > Il. -STAPHYLINOIDEA;1 100/88 » Valla » TII.- DIVERSICORNIA ‘1.100 » >» 4 » e DR LA » IV.- HETEROMERA dC °°" PHYTOPHAGA } 11-10 » » 4 SIA |» V.-RHYNCHOPHORA1, n I © LAMELLICORNIA) | 100» > 4303 Ta do SUPPLEMENTUM toa Rivolgvrsi: Prof. Antonio Porta, Rorsa, 0. Raimondo 6 San Remo TARIFFA peLLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 Copertine all'anno - prezzi netti per tutto l'anno da pagarsi anticipatamente al Tesoriere. La pagina intiera L.. 150 Mezza pagina 0 80.. Un quarto di pagina ,, 50 e RAFF SPECIALITA! FABBRICA SCATOLE DI I CARTONE E ARTICOLI DI CARTONAGGI IN GENERE —— FONDATA NEL 11880. —_r_m Il DITTA ELE GRUPPION BOLOGNA | Fabbrica. È Amministrazione Teleg ram mi is | GRUPPIONI = Bologna — vi WitAno 30 - ti 360 | tei Scatole per collezioni è’ insetti Listino ‘gratis a richiesta. PORRI __———€ —mÒm___—m Depositi spilli per Insetti “ IDEAL,, e bianchi || Scatole per schedari - Cartelliere - Scatole d'archivio i i Scatole per preparazioni microscopiche | ©. Cartelle per erbario. Sa da tasca per farfalle - Cartoni per monete “e Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, . prodotti industriali, sementi, ecc. ‘5catole pertubi a disposizione verticale eorizzontale SI pubblica dieci volte l’anno. BOLLETTINO. CODELLA SOCIETA” ENTOMOLOGICA ITALIANA ; SETA, xvi N. 9 10 } i | Pubblicato il DI Dicembre 1935, nad XIV ( oa o ERO (9 40 JANI.: la LS "A sy fui URI » N) SOMMARIO “Monai in ia S ATTI SOCIALI i Comunicazioni scientifiche: Prof. Dott. Guido Grandi Commento | ad una critica comparsa in una recente opera pubblicata in terra | di Francia. — L. Boldori: Larve di Amara. — Dott. Giuseppe Miiller: Risultati scientifici della spedizione Ravasini-Lona in. Albania IX. Carabidae Cantharidae. — Jan Obenberger: Nou- \velles espèces du genre Agrilus (Bupr.) des Colonies Italiennes. — U. Rocci: Zygaena transalpina razza hispana Vrty. da Rassegna, delle Pubblicazioni Entomologiche riguardanti la fau- | na dell’Italia e delle Colonie Mediterranee LVI. SA Indice delle forme nuove e sinonimie. -- Indice per Autori. 3 «DI Fabio Invrea, Direttore ‘Responsabile Stab. Tp: G. B. MARSANO S. A. F. - Via Casaregis 24, GENOVA PRINTED IN ITALY a BOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA” Sede in GENOVA, Via Brigata Liguria, N. 9 presso il AASr0 Civico di Storia Naturale SOCI ONORARI SM. VITTORIO EMANUELE III - Re D'ITALIA S. E. Benito Mussotini - Capo del Governo < Si E. SIVE BELLUZZO S. E. PieTRO FEDELE CONSIGLIO DIRETTIVO | pel biennio 1934 »- 35. PRESIDENTE Onorario: Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro. PresipeNnTE ErretTIvo: Dott Ferdinando DO, Vice-PRESIDENTE: Prof. Luigi Masi. SeerETARIO: Dott. Fabio Invrea. TEesoRIERE; Rag. Cesare Mancini. DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fabio Invrea. ConsiaLieRrI: Prof. Alessandro Brian; Dott Felice Capra, Signor i Agostino - Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido . Grandi, Dott. Edoardo Gridelli, Prof. Ratfaele Issel, Cav. Paolo Luigioni, Prof. Giuseppe Miller, Prof. Guido Paoli, Prof. Fi- lippo Silvestri, Conte Emilio Turati. ‘REVISORI DEI ConTI: Signor Armando DABani Ing. Pialo Bensa, Dott. Tullo Casiccia. n OE Quota duca ita: nel Regno : Ordinari L. 40, Studenti L.20 Estero L. 60, pagabili\al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Corso. Firenze 40, int. 2, 8.8, GENOVA, nel primo bimestre dell’anno, | Quota per Tisrizione: a soci vitalizi : Ji 900 per l’Italia, L. 750 per l’estero. i a 1 .. Abbonamento. alle Pubblicazioni per i non soci : Italia. iù. 50, Estero L. 60. I de dai mm ————— RISO AI SOCI. Le.adunanze scientifiche della Società, si t-ngono ogni Giovedi alle ore 21; in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci:che tutta la corrispondenza relativa: alla Società deve essere indirizzata impersònalmente alla Società Ento- mologica Italiana, Via Brigata Liguria, 4 GENOVA (102). Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diret- | tamente al Tesoriere: Sig. Rag. G. MANCINI, Corso Firenze 40, inter. 2. 8.8; GENOVA. PRE E è BOLLETTINO DELLA | SOCIETA’ ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA. VoLUME LXVII (1935) N.° 9-10 Pubblicato il 31 Dicembre 1935, Anno XIV ATTI SOCIALI Nuovi Soci: La Presidenza ha ammesso in qualità di soci ordinari: Lamberto Golfari (Socio Studente), Via Madonna delle Rose 37, Cesena (Forlì), presentato da Sandro Ruffo. | PassaGGIO A VITALIZIO. Il nostro socio Dr. Gian Paolo Moretti di Milano, ha fatto il passaggio a Socio vitalizio. | CAMBIAMENTI DI INDIRIZZO: Avv. Guido Botto, presso Bognier, Via Vanchiglia 19, Torino. Prof. Giocondo Lombardini, R. Scuola Avviamento Professionale « Aurelio Saffi », Via S. Agostino 21, Firenze. Dott. Mario Magistretti, Via Tonale 9, Milano. Dott. Gian Paolo Moretti, Viale S. Michele del Carso 1, Milano. Dott. Antonio Servadei, R. Stazione di Entomologia Agraria, Via Romana 19, Firenze. Dott. Ing. Stefano Ludovico Straneo, Viale Rustici 22, Parma. Dott. Carlo Taccani, Via Durini 24, Milano, Dott. Filippo Venturi, R. Stazione di Entomologia Agraria, Via Romana 19, Firenze. Prof. Edoardo Zavattari, Direttore Istituto Zoologia. R. Univer- sità. Viale Regina Margherita 326, Roma. Un prezioso dono per la Biblioteca Il nostro illustre Socio Prof. Dott. Jan Obenberger, Direttore della Sezione Zoologica del Museo Nazionale di Praga, ha inviato in dono alla nostra Biblioteca una ricca e voluminosa collezione dei suoi lavori entomologici, in numero di circa 140, illustranti | prevalentemente i Buprestidi. Il dono ci è giunto doppiamente gra- dito e prezioso per il magistrale valore universalmente attribuito a 146 questi studi e specialmente per il significato che il Prof. Obenber- ger, con una nobilissima lettera, ha voluto dare a questo suo omag- gio spontaneo, di simpatia e di solidarietà per la causa italiana. in un’ora grande e solenne per la Patria nostra. All’illustre Collega ed Amico, al quale la Presidenza ha espresso la commossa gratitudine della Società e di tutti gli Italiani per il gesto nobilmente squisito e significativo, giunga ancora la voce della nostra grande riconoscenza. COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE Pror. DR. Guipbo GRANDI Direttore dell’Istituto di Entomologia della R. Università di Bologna COMMENTO AD UNA CRITICA COMPARSA IN UNA RECENTE OPERA PUBBLICATA IN TERRA DI FRANCIA. Ho ricevuto da qualche giorno il primo volume del trattato di Entomologia economica (Les insectes nuisibles aux plantes culti- vées. Leurs moeurs. Leur destruction. Paris, Établiss. Busson, /935, 1137 pp., 981 figg., 7 tavole) dei Signori A. BALACHOWSKy e L. MES- NIL, esono dispiacente di dovere subito insorgere contro gli Autori nei riflessi di una questione che mi riguarda, ma che resulta altresì degna, per le sue particolari caratteristiche, di essere attentamente conside- rata daogni cultore italiano di scienza. | A pagina 745 e seguenti del volume sopraccitato, nella trattazione dello Zabrus tenebrioides si legge: “ Les erreurs des auteurs anciens se répétèrent et s’amplifièrent dans les divers ou- vrages traitant de la biologie du Zabre: beaucoup pensèrentà tort que la larve du Zabre mettait trois ans à accomplir son entier développement. Certains auteurs modernes répè- tent encore cette erreur. GRANDI, (1911), HOULBERT (1922), DELASSUS (1933), au sujet de son Zabrus distinctus Luc., ainsi que MOELLER (1933) sont dans ce cas. Il fal- lut arriver en 1913 avec SCUTECKY pour que l’on s’apergoive que le cycle biologique de l’insecte durait un an et non trois ». ed alla nota (1) della medesima pagina: « (1) GRANDI ne se contente pas de reproduire cette erreur, il en ajoute d’autres non moins importantes. D’après lui, l’insecte adulte vivrait dans un terrier extrèmement profond qu’ il ne quitterait pas de tout l’été et mème de tout l’automne, et où il pon- drait vers le mois de novembre une série d’oeufs disposés régulièrement les uns à la suite des autres. Rien de semblable n’a jamais été observé chez Zabrus tfenebrioides. 147 Contrariamente però alla loro abitudine (che non è smentita dalle altre note stampate in calce alle pagine a cui si è accennato) gli Autori non danno alcuna indicazione bibliografica della citazione che mi attribuiscono. È però facile arguire (anche ai lumi di un in- completo. riferimento di pag. 750) chela pubblicazione a cui gli Au- tori alludono è quella uscita nel /9// col seguente titolo: « Dispense di Entomologia agraria, secondo le lezioni del Prof. F. SILVESTRI, raccolte dal Dr. Guipo GRANDI, assistente al Laboratorio di Entomo- logia presso la R. Scuola Superiore di Agricoltura di Portici». Io infatti non ho mai sognato di intraprendere, da quei lontani tempi fino ad oggi, alcuna ricerca originale sullo Zabro. Ciò premesso perchè fosse chiarita la fonte delle notizie e la natura del lavoro incriminato (dispense universitarie che raccoglie- vano naturalmente ciò che allora si sapeva (') nel campo delle specie trattate), debbo dichiarare che le righe riportate dei Signori BALA. CHOwSsKy e MESNIL costituiscono un tessuto di falsità. Ecco, a prova di quanto affermo, quello che è scritto a pag. 299 delle « Dispense » di Portici nei riguardi della biologia dello Z. fenebrivides: « L’insetto perfetto appare nella seconda quindicina di Giugno, si arrampica durante la notte sugli steli del Frumento, pulisce accuratamente i chicchi dagli invogli e li divora. Una volta satollo, lo Zabro si scava nel suolo una galleria verticale di. 35-40 centimetri di profondità, in fondo alla quale forma una sorta di cella un po’ inclinata e quivi si dispone colla testa rivolta verso il foro della galleria, che ha avuto cura di ostruire dietro di sè, durante la discesa, coi detriti del terreno. In questo ricovero resta fino alle prime pioggie autunnali, assopito in una specie di letargo. Giunta quest'epoca ogni Za- bro esce dal suo nascondiglio per la stessa strada per la quale era entrato, si unisce ad altri individui, e tutti insieme intraprendono emigrazioni verso i campi vicini lavorati pel Frumento. Tali emigrazioni durano dai 40 ai 45 giorni, cominciano poco prima della se- mina e terminano verso la metà di Novembre. In questo periodo avviene l'accoppiamento. Le femmine fecondate, giunte nel campo, depongono le uova in celle situate lateralmente e alternatamente ad una galleria centrale; da esse dopo 10-12 giorni schiudono le larve. La larva si nutre delle giovani piantine del frumento, o, in mancanza di queste, di altre piante, specialmente del Pabbio; giunti i primi freddi, si scava una galleria piuttosto profonda e vi si rifugia. Ai primi tepori primaverili esce dal quartiere d’inverno e rico- mincia a nutrirsi afferrando una foglia di Frumento, tirandola nella sua buca e roden- dola; distrutta una pianta passa vicino ad un’altra scavandosi un nuovo nascondiglio e così via. In Maggio la larva è-matura, si costruisce allora una sorta di bozzolo, dal quale uscirà una quarantina di giorni dopo, insetto perfetto ». . Confrontando i due testi, e conoscendo sufficientemente la lette- ratura, anche un principiante può, a prima vista, riconoscere quanto segue: 1°) Non è vero che in tali dispense sia scritto che la larva dello Zabro impiega tre anni a compiere il suo intero sviluppo. [In esse (1) A questo proposito, ad es., non corrisponde a verità neppure ciò che gli AA. affermano a pag. 472: «La biologie de Prays citri Mill. a été étudiée en Italie par.... et Grandi (1911)». 148 invece è chiaramente ed inequivocabilmente affermato che la larva nasce alla fine dell’estate o al principio dell’autunno e che termina il suo sviluppo nel maggio dell’anno seguente trasformandosi in pupa e dando l’adulto che sfarfalla in giugno ]. 2°) Non è vero che sia necessario arrivare al 1918 con SKUTE- CKY (') per accorgersi che il ciclo biologico dell’insetto dura un anno e non tre [Già nel /804 l’Abbate italiano BONAVENTURA CORTI (?) (pur citato dagli Autori francesi) descrive in modo indubbio il ciclo svolgentesi in un anno attraverso a quattro stagioni susseguentisi: autunno, inverno, primavera, estate]! 39 Non è vero che nelle dispense di cui sopra sia scritto che l’insetto adulto vive in una galleria estremamente profonda tutta l’estate e tutto l’autunno. [In esse è chiaramente affermato che gli adulti compaiono nella seconda quindicina di giugno, si nutrono a spese delle piante predilette, si ritirano una volta satolli (quindi dopo il periodo di nutrizione) sotto terra ad una profondità di 35-40 cen- timetri (8), ed escono da questo ricovero alle prime pioggie autunnali (vale a dire in settembre, come appare anche dalle seguenti parole: «tali migrazioni durano 40-45 giorni, cominciano poco prima della semina (*) e terminano verso la fine di Novembre ».)]. 4°) Non è vero che in dette dispense sia scritto che il Coleottero depone le uova nelle gallerie di estivazione. [ In esse invece è chia- ramente ed inequivocabilmente affermato che le uova vengono de- poste dalle femmine in fondo ad altre escavazioni ]. Innanzi ad una serie così notevole di granchi presi nella lettura di una sola pagina di testo, vien fatto naturalmente di ricercare la causa determinante del cataclisma. La causa determinante, ammessa come è doveroso la buona fede degli Autori, è evidentemente l’igno- (1) Alla 3a. riga di pag. 746 è detto, come ho già riferito, « i{ fallut arriver en 1913 avec SCUTECKY (4) »; alla nota (4) di richiamo con citazione bibliografica è invece indi- cata la data del /9/8, che è quella giusta (Skutecky H. Das Auftreten des Getreidelauf- kdfers in Mùhren. Wiener landwirtschaftliche Zeitung, B. 68, 1918, p. 287.) (2) Corti B. — Storia Naturale di quegli Insetti che rodono le piantine del frumento in erba nelle nostre campagne, etc. Modena, presso la Società Tipografica, 1804, 51 pp. I tavola doppia (Cfr. pag: 46, $ XXVIII). Questo lavoro è stato preceduto da un altro scritto dello stesso Autore (Mezzi per distruggere i vermi che rodono il grano in erba nell’autunno e nella primavera. In: Scelta di opuscoli interessanti tradotti da varie lingue, vol. XXXIV, Milano, Stamp. G. Galeazzi), e comparso nel 1777, nel quale è già chia- ramente prospettato il ciclo annuale del Coleottero! (3) Gli Autori francesi, trattando della biologia del Carabide e delle abitudini che esso presenta in Russia e in « certaines regions d’Italie », dicono: «ils s’enfoncent dans le sol à une trentaine de centimètres et estivent »! (4) E' noto che fino ad una decina di anni fa, e cioè prima del grande impiego delle varietà precoci di frumento, la semina del grano veniva effettuata nella pra metà di Ottobre. 149 ranza presso che integrale della lingua italiana. Ne vogliono i lettori una prova? Eccola: | A pagina 68 del Trattato francese, in sede di discussione dei fasti e dei nefasti dell’Aporia crataegi L., gli Autori si esprimono in questi termini: « La biologie de cet insecte est bien connue grace aux travaux très deétaillés de KRASNIOUK en Ukraine et de CAPITOLO en Italie, THEOBALD en Angleterre et LEHMAN en Allemagne ». e alla nota (3) a piè di pagina: (3) CAPITOLO. Bull. (sic) Lab. Zool. gen. agr. Portici 1931 ». (1). Ora alle pagine 171-241 del volume XXV (1931) del « Bollettino del Laboratorio di Zoologia generale ed agraria del R. Istituto Su- periore Agrario di Portici » si trova, in effetti, una pregevole me moria sull’Aporia crataegi (Contributo alla conoscenza dell’Aporia cra taegi L. e di alcuni suoi parassiti ed epiparassiti), ma questa memoria è opera di un uomo in carne ed ossa, il Dr. GrusePPE M. MARTELLI. Invece il « CAPITOLO » dei Signori BALACHOWSKY e MESNIL è, contra- riamente alla loro opinione, un nome astratto, un sostantivo ma- schile che indica (come è noto agli uomini di buona volontà) una delle parti in cui si divide un’opera, e che gli occhi degli Autori fran- cesi hanno, necessariamente, scorto in testa alla seconda pagina (172) della memoria: « Capitolo I»! Non si capisce anzi come essi, sfo-. gliando e leggendo il lavoro (o anche solamente l’indice) non ab. biano scoperto, con raccapriccio, che la memoria era stata scritta ad- dirittura da 7 fratelli (sette come i peccati mortali), e precisamente, per la storia, dai Signori: Capitolo I (pag. 172), Capitolo II (pag. 175), Capitolo III (pag. 180), Capitolo IV (pag. 198), Capitolo V (pag. 202), Capitolo VI (pag. 233), Capitolo VII (pag. 234)! Eppure l'italiano « capitolo » si esprime in francese, in tedesco, in spagnuolo, in inglese, in modo non molto dissimile; eppure la lingua italiana è una delle cinque lingue ufficialmente ammesse come lingue internazionali nei Congressi; non è russo, non è turco, non è giapponese, non si scrive con caratteri cirilliani ! (?). Concludo questo commento che, per forza di cose, ha occupato più righe di quante non avessi sperato, prendendomi la libertà (e il permesso) di rivolgere ai due Entomologi francesi una raccoman- dazione: (4) Il nome di CAPITOLO è poi riportato altre due volte nel testo della trattazione a riga 23 e 37 della pagina 68. (2) Gli Autori dimostrano a più riprese di ignorare, o di trascurare, i lavori italiani, ma di ciò parleremo in altra sede. 150 © Quando si vuole criticare (e criticare inoltre con una punta espli- cita di ironia) è necessario prendere a tempo le disposizioni che as. sicurino un terreno solido sotto i piedi; altrimenti accade di dir cose che offendono da un lato, che fanno ridere dall'altro, e che portano, sotto ogni riguardo, il discredito su coloro che le hanno scritte. L. BoLDORI LARVE DI AMARA (Nota preliminare) OS Iniziando la raccolta dei ai necessari allo studio delle larve di Amara ho notato, nelle prime larve, ‘alcuni notevoli parti- colari nei « rompiguscio ».. . - . Senza attendere.lo studio generale, per il quale non dispongo di materiali sufficienti e che d’altra parte mi porterà a confrontare il testo classico di Schiddte che oggi non è a mia disposizione, credo utile far noto le suddette particolarità in quanto esse servono di primo orientamento. di . I materiali presi in esame sono i seguenti: 1 larva di Amara (Bradytus) consularis Duft. leg. Verhoeff prove- -... miente dai suoi allevamenti con materiali di Pasing (Baviera). 7 larve di Amara (Bradytus) fulva Deg. provenienti dai miei alleva- . menti con materiali raccolti a Predoi (Valle Aurina, prov. Bolzano). 10 larve di Amara (s. str.) aenea se SIONE, dai miei alleva- menti di Cremona. ia Per Amara (Celia) ingenua Duît. mi servo. del bel lavoro di van Emden (1) e di una larva da lui gentilmente datami e ‘proveniente da suoi allevamenti :con materiali °dei dintorni di Lipsia. i Come ho già accennato mi limiterò a fissare le caratteristiche dei rompiguscio che ‘confermano almeno per queste specie l’appar- tenenza a diversi gruppi della sistematica immaginale. x Amara (Amara) aenea Dej. (fg. 1 e 6) presenta la coppia di rom- piguscio sotto forma di due lunghe crestine poste sulla superficie su- periore craniale dalle concavità prossimali delle suture frontali fino oltre l’allineamento ocellare. Dette crestine sono più elevate nell’estre- mità prossimale degradando a poco a poco distalmente dove i den- (1) 1925 -Fritz van Emden - Zur-Kenntnis der Eizihne der Arthropoden, insbeson- dere der Coleopteren - Zeitschr. wissensch, Zoologie, B. 126, H. 4, pag. 622- 654. 151 tini che le sovrastano sembrano quasi staccarsi direttamente dalla superficie craniale. Amara (Bradytus) consularis Duft. (fig. 2) ha due denti visibilis- simi posti nelle concavità prossimali delle suture. (La larva è inclusa in balsamo e non posso quindi farne l’esame laterale che credo, però non mi mostrerebbe che gli stessi due denti semplici rivolti in avanti). 1 e 6 - Rompiguscio di Amara aenea; 2 - id. A. consularis; 3 e 5 - id. A. fulva; 4 - id. di A. ingenua (Nelle figure da 1 a 4 la linea ricurva indica l’anda- mento della sutura frontale sinistra). Amara (Bradytus) fulva Deg. (fig. 3 e 5) presenta pure rompi- guscio a dente, ma in questa specie il dente è bifido (anzi in un paio di esemplari ho visto denti a tre punte: questa forma di rompi- guscio non costituisce però la regola). Osservando esemplari inclusi in balsamo il dente può sembrare semplice ma un’osservazione ac- curata fa vedere due punte che si sovrappongono. L’esame laterale mette invece in evidenza le due punte come figurate sul disegno. In un esemplare noto anche da un sol lato l’anomalia di due denti semplici posti l’uno a lato dell’altro. Amara (Celia) ingenua Duft. (fig. 4) ha anch’essa rompiguscio a dente, di forma un po’ diversa e vicinissima alle suture. Non è compito di questa breve nota trarre conclusioni. Per ora si mette solo in evidenza, come del resto già fu accenato da Van Emden, che un organo di grande importanza come il rompiguscio fa già ap- parire due grandi aggruppamenti di larve: uno. caratterizzato da rompiguscio a cresta dentata, l’altro caratterizzato da rompiguscio a dente. Mi riprometto di fare altri allevamenti e ricerche per vedere il comportamento di larve di altre specie. 152 Dott. Gruserpe MULLER (Trieste) RISULTATI SCIENTIFICI DELLA SPEDIZIONE RAVASINI-LONA IN ALBANIA IX - CARABiDAE, CANTHARIDAE Bembidium Andreae subsp. albanicum m. — A/atum, antennis partim infuscatis, elytris flavis, limbo suturali virescente pone medium maculatim dilatato, limbo laterali ettamsi virescente, fascia transversa angusta vel nulla. Long. 4,5-5 mm. Typus: Berat (Albania merid.) © Tutti i Bembidium Andreae dell’ Albania, (Berat, Tirana, Scutari) differiscono dalla sbsp. Bua/ei dell'Europa media per la riduzione parziale o totale della fascia scura trasversale sulle elitre. Esse hanno una chiazza romboidale comune nel mezzo, che si prolunga all’in- nanzi in un lembo suturale verso la base; la fascia trasversale che collega normalmente la chiazza centrale al margine laterale, è mol- to stretta o perfino del tutto assente. Nel vero Bua/ei dell’Europa centrale la fascia trasversale scura è sempre ben più iarga, almeno quanto il lembo suturale nella metà anteriore delle elitre. Le an- tenne dell’a/banicuni sono più o meno annerite dal 4° articolo in poi, i palpi del tutto gialli oppure leggermente anneriti; il margine laterale delle elitre ha un lembo angusto, viridescente, l’apice delle elitre è del tutto giallo oppure leggermente metallico; i femori sono più o meno anneriti alla base. Calathus Ravasinii n. sp. — Apterus, niger, pedibus piceis, anten- ‘narum articulo basali plus minusve rufescente, supra infuscato; pro- thorace parvo, longitudine paullo latiore, latitudinem maximam in medio attingente,antice rotundato-angustato, postice minus fortiter, subrecte attenuato, angulis posticis fere rectis, oblique impressis, re- flexis, basi plus minusve punctata; elytris oblongo-ovalibus, punctato- striatis, interstriis paullo convexis, tantummodo tertia punctis (6 - 8) impressis, rarius etiamsi quinta singulis punctis in dimidio apicali; epi- sternis metathoracis breviusculis, parce punctatis vel omnimo laevibus. Long. 12-13 mm. Typus: Mons Kulmak, Tomorica (Albania). Rassomiglia lontanamente al C. fuscipes, però appartiene al grup- po del /uctuosus, con gli episterni del metatorace brevi. Differisce dal fuscipes, col quale convive sulla medesima montagna, per l’ar- ticolo basale delle antenne più scuro, il protorace meno lungo, 153 leggermente trasversale, le elitre più convesse all’apice, la quinta interstria senza punti impressi, o al massimo con singoli punti nella metà apicale, gli episterni più brevi. Nel gruppo ad episterni brevi esso non può confondersi con nessuna specie della Penisola Balcanica. Esso ha forse la massima affinità col C. corax Reitt. della Grecia, col quale condivide all’in- circa la forma del pronoto; però il corax ha il corpo ben più tozzo, le elitre larghe, con interstrie fortemente convesse, la quinta interstria con punti impressi fino alla base, il primo articolo delle antenne di colorito più chiaro. - Per grandezza e forma si potrebbe prendere in considerazione anche il C. e//ipticus sbsp. dissimilis Apfb., del M. Chelmos in Arcadia, però questo ha gli angoli posteriori del pronoto più spianati, col solco obliquo più debole e ben più distanziato dai lati, le strie delle elitre sottili, gli intervalli piani ed il quinto fornito di una lunga serie di punti impressi. ll C. Ravasinii non ha alcuna somiglianza col g/abricollis, es- sendo in questo il pronoto ben più ampio e piano, con la massima ampiezza quasi alla base, la punteggiatura del pronoto più ridotta, le elit-e con strie sottili ad intervalli piani, l’articolo basale delle antenne interamente rossiccio. Il C. bosnicus ha pure il pronoto ben più ampio e piano che il Ravasinii, coi lati leggermente curvati fino alla base, gli an- goli posteriori piu ottusi, le elitre più larghe alle spalle, con strie ben più sottili ed interstrie perfettamente piane. Il C. Ravasinii è stato raccolto insieme col fuscipes, sulla vetta del M. Kulmak nel gruppo montuoso del Tomor, presso Berat in Albania (giugno 1922). Tapinopterus aetolicus sbsp. tomoricensis m. — Differt a f. typ. corpore minori, angustiori, saepius brunnescente, elytrisque sub- tilius striatis. Long. 17-18 mm. Typus: Mons Tomor in Albania meridionali. Differisce dal vero aetolicus Ganglb., del quale tengo numerosi esemplari del Veluchi e di Karpenisi nella Grecia centrale, per sta- tura minore, il colorito non sempre nero, ma spesso leggermente bruno-piceo, il capo e il pronoto più stretti, le elitre un poco più allungate e più sottilmente striate. L'’apice del pene è molto simile a quello dell’aefolicus. Lungh, 17-18 mm. | Questa forma è stata raccolta da Ravasini e Lona sul Monte Tomorica (Tomor), a oriente di Berat, e venne da me classificata in un primo tempo per 7. peristericus Apfb., quando non conoscevo ancora questa specie che dalla descrizione. Il vero peristericus com- pare però in Albania più al sud, e precisamente sul M. Shendeli n presso Tepelene, ove esso è stato raccolto pochi anni or sono da 154 Winkler e Lona. Ho potuto confrontare questi esemplari con due cotipi del Peristeri e mi sono convinto della loro quasi assoluta identità. Essi sono in media un poco più stretti del fomoricensis, di color rosso-bruno scuro. La forma del pronoto varia indivi- dualmente, come in quasi tutti i carabidi terricoli essendo gli an- goli posteriori ora acuti, ora retti; però la sinuosità dei lati nel tratto posteriore forma sempre una curva più lunga che nel fomo- ricensis. L’apice del pene è almeno negli esemplari dello Shendeli un poco più stretto che nel fomroricensis. (Del Peristeri non ho vi- sto che un solo gf) senza pene, però non dubito che esso sia iden- tico al pene degli esemplari dello Shendeli). | È oltremodo interessante, che nell’Albania meridionale e preci- samente nella catena litoranea al sud di Valona, sul Monte « Reza e Kanalit » presso Logara, trovasi ancora una terza forma di Tapi- | nopterus e precisamente l’aefolicus Ganglb. Gli esemplari di questa località non differiscono affatto, nè esteriormente, nè per la con- formazione del pene, dai veri aefolicus della Grecia centrale. Il Tap. aetolicus tomoricensis rappresenta una forma, la quale, per i suoi caratteri somatici, tiene decisamente una via di mezzo tra l’aetolicus e il peristericus. Essa potrebbe considerarsi quasi con eguale ragione quale razza del peristericus, o forse meglio si do- vranno ritenere tutte le tre forme in questione (aefolicus, tomori- censis, peristericus) come razze geografiche di una unica specie terricola, variabile, che si estende dall’Albania meridionale fino in Grecia. a Zabrus Lonae m. (Boll. Soc. Ent. 1923, 107). — ll Comm. Prof. Carlo Ravasini mi consegnò recéntemente un rotolo di Zabrus del ‘Monte Toik in Albania, che conteneva, oltre un certo numero di Zabrus albanicus, anche diversi Zabrus Lonae, di ambo i sessi. Colgo questa occasione per completare la descrizione del Zabrus Lonae, basata unicamente sopra esemplari femmine. Il g° dello Zabrus Lonae differisce dal Y" dello Z. aetolus per i medesimi caratteri rilevati nella mia descrizione della 9. Le strie ‘delle elitre sono alquanto più sottili che nell’aefol/us e nulla affatto punteggiate; le spalle sono meno sporgenti, più ottuse, l'orlo late- ‘rale del pronoto non è ingrossato verso la base. Infine esistono anche differenze nell’organo copulatorio maschile, essendo la parte apicale del pene dello Z. Lonae ben più allungata e sottile che nell’aefolus. | Dasytes (Hapalogluta) microps n. sp. — 7. - Valde elongatus, nigroaeneus, pedibus antennisque concoloribus, nigris; capite cum oculis prothoracé paullo angustiore, supra profunde ‘excavato, anten- 195 nis dimidium corporis fere attingentibus articulis omnibus a tertio elongatis, 9° et 10° latitudine triplo longioribus; prothorace ‘parvo, subtransverso, lateribus irregulariter impresso et punetato, nigro-pi- loso; elytris nigro-hirtis, crebre punctulatis, obscure, tenuissime pube- scentibus, sutura ad apicem haud marginata; tarsorum articulo 4° elongato, 3° et 2° vix latioribus; abdominis. segmento 4° ‘in medio profunde semicirculariter excavato, 5° minus profane CADFESSO, et laevigato. Long. 4,8 mm. O. - Multo latior; oculis ai 5 fronte RISE impressa, antennis' brevibus, articulis 9° et 10° latitudine haud lon- gioribus; prothorace ampliore et convexiore; punctulato, lateribus ad angulos posticos subsulcato, elytris punctulatis, griseo-pubescenti- bus, nigrohirsutis, tuberculis. parvis, 2040188, crebre conspersis. Long. 4,5 mm. Typus: Mons Toik, Tomorica (Albania). Ero in dubbio a quale sottogenere ascrivere questo Dasytes, te- nendo esso una via di mezzo tra i Mesodasytes e Hapalogluta. Mi sono deciso per questo ultimo sottogenere, data la grande somi- glianza con l’apalogluta subaeneus e la conformazione dei tarsi. L’aspetto esteriore del {" è decisamente quello del subaeneus, però gli occhi sono più piccoli, meno globosi e di conseguenza il capo più stretto del pronoto; le antenne ed i tarsi sono un po’ meno sottili, gli unguicoli meno esili, più incurvi e provvisti di un dente | maggiore, che occupa quasi la metà basale dell’unguicolo. Caratte- ristici sono poi i caratteri sessuali maschili dell'addome, ben di- versi da quelli del subaeneus. I tarsi presentano, ad onta della mi- nor sottigliezza, circa le stesse proporzioni dei singoli articoli, come il subaeneus; vale a dire il quarto articolo è relativamente lungo, poco più breve del terzo e quasi dello stesso spessore; non. come nei Mesodasytes che hanno il penultimo articolo dei tarsi visibil- «mente più corto e più stretto del precedente. La 9 ha numerosi punti denudati che risaltano sul fondo cine- reo delle elitre, come nel subdaeneus; però la fronte possiede una impressione trasversale abbastanza profonda tra gli occhi, il prono- to è più ampio, le antenne ed i tarsi sono meno esili. La statura è in ambo i sessi un po’ maggiore che nel sudaeneus. Il Dasyfes microps è stato scoperto dai signori Ravasini e Lona in pochi esemplari sul Monte Toik, nel gruppo del Tomor, presso ‘ Berat in Albania. Colzo l'occasione per pubblicare in aggiunta a gici brevi ap- punti, la descrizione di una razza inedita di un Pterostichus - alba- - nese, sebbene non provenga dalle caccie dei signori Ravasini e, Lo- - na. Si tratta di una forma dell’Albania settentrionale, che denomino: 156 Pterostichus latifianus subsp. Strupii m. - Sebbene questo Pfe- rostichus abbia il colorito del Wa/feri Reitt, cioè le elitre violacee e le zampe nere, credo di doverlo riferire piuttosto al /atiffanus Apfb., col quale condivide quasi tutti i caratteri morfologici. Difatti gli angoli del pronoto sono meno bruscamente staccati dalla roton- dità dei lati che nel W/teri, la piega che delimita il solco basale esteriore del pronoto è più evidente e sollevata, il margine basale delle elitre è diritto, non sinuato, le interstrie delle elitre sono for- temente convesse ed in pari tempo più strette che nel Wa/feri. Le differenze rispetto al /atifianus si limitano quasi unicamente al co- lorito delle zampe (nere, anzichè rosse). Questa forma è stata raccolta presso Quafa Stams, a N E di Kruja; in Albania, dal sig. L. Strupi di Innsbruck, nel giugno 1934. Univ. Doc. Phil. Dr. JAN OBENBERGER Praha, Tchécoslovaquie NOUVELLES ESPÈCES DU GENRE AGRILUS (BUPR.) DES COLONIES ITALIENNES Je donne ici les diagnoses de quelques espèces nouvelles du genre Agrilus. Ce genre, étant très richement représenté dans tout le monde, n’a pas été signalé que par quelques espèces, en général. très peu connues, des possessions italiennes en Afrique. Les espèces décrites ci-dessous proviennent de l’Erythrée et de l’Abyssinie, d’où on recevera encore certainement un très grand nombre des espèces nouvelles. 1. Agrilus Pollux n. sp. Long.: 5.2. Lat.: 1.1 mm. Hab.: Abyssinia: Adua. Corporis forma convexa, satis gracilis. Aspectu nitido. Colore corporis supra laete rubro-cupreo. Superficie elytrorum pube brevis- sima, sparsa, vestigiali, saepe evanescente atque in sulco iuxtasuturali paullulo condensata, sed omnino perparum distincta et saepe nulla tectà. Corpore subtus cupreo, nitido. Pubescentia corporis supra per- parum distincta, saepe fere nulla. Capite convexo, vertice latissimo, convexo, inimpresso, densissime subtilissime longitudinaliter striolato. Fronte dense subtiliter sculpta; parte interoculari frontis latitudine 157 paullo longiori, lateribus sinuatis, versus anticem leviter attenuatis. Antennis ab articulo quarto serratis, compactis, breviusculis, longitu- dinem oculi (versus verticem) nullo modo adaequantibus. Antennarum | articulo tertio et quarto longitudine aequalibus. Thorace longitudine circiter 1'/, latiori, summum latitudinis in tertia parte anteriori attin- gente, margine anteriori satis profunde et fere simpliciter emarginato, disco antice et postice leviter foveolatim impresso, angulis anticis acutis, lateribus versus basim in linea leviter sinuata ‘-modice atte- nuatis. Thoracis sculptura e rugis transversis satis densis composita. Carina praehumerali satis longa, parum elevata, parum convexa. Ca- rina laterali (marginali) fere recta. Carina submarginali fere recta, ab illa laterali antice paullo distante, postice cum ea iuncta. Scutello transverse carinato. Elytris latitudine baseos. circiter quadruplo lon- gioribus, thorace capiteque unitis circiter 3'/, longioribus, a basi in linea levissime sinuata usque fere versus apicem gradatim attenuatis, summum latitudinis circiter in parte basali attingentibus, satis fortiter nitidis, margine lateroapicali summo denticulato. Carina longitudinali costiformi elytrorum nulla. Sulco iuxtasuturali distincto, sed solum modice impresso. Carina humerali elytrali nulla. Apice elytrorum sim- pliciter separatim rotundato. Ornamento elytrorum fere indistincto, saepe totaliter obliterato. Gulari lobo late rotundato. Processu pro- sternali parallelo, apice acuminato. Corpore subtus satis convexo, nitido, sed solum sparse et subtilissime griseo piloso. Abdomine satis convexo immaculato. Carina laterali segmentorum amborum basalium unitorum simpliciter curvata. Parte laterodorsali abdominis ‘detecta satis lata, paullo densius quam abdomen pilosa. Sterniti ba- salis maris medio integro. Sternito anali medio innotato, apice ro- tundato. Pedibus satis gracilibus, cupreis. Tarsorum posteriorum articulo basali illos fere tres unitos articulos sequentes longitudine adaequante. Tarsorum unguiculis simpliciter dentatis. 2. Agrilus addagallensis n. sp. Long.: 4.6, Lat.: 1.2 mm. Abyssinia: Addagalla (Dr. Martin “ Che- min de fer, Km 201 du Harrar,,). Cupreus, satis nitidus, convexus, satis brevis, sa acuminatus. Elytris sulco iuxtasuturali nullo, parum dense, aequaliter sculptis, pube sparsa subtili, haud densa tectis, pube hac lutea in parte iuxta- suturali vere distincte subfasciatim condensata. Capite convexo, ver- tice latissimo, subtiliter densissime punctulato, solum antice leviter impresso, fronte latitudine parum longiore, plana, sparse pilis luteis et albidis radiatim dispositis ornata, antennis validis, brevibus, arti- ‘culo tertio illo quarto distincte breviore. Thorace antice fere recte 158 truncato, lateribus satis rotundatis, in tertia parte anteriori sum- mum latitudinis attingentibus, carina praehumerali acuta, parum cur- vata, carina laterali leviter sinuata, carina submarginali cum illa late- rali ante basim iuncta. Pube lutea versus angulos anticos subcon: densata. Parte laterodorsali detecta abdominis luteopilosa, abdo- mine cupreo, aequaliter albopubescente, tarsorum posteriorum articulo basali fere illos tres articulos sequentes longitudine adaequante. Gu- lari lobo et apice sterniti analis rotundatis. 3. Agrilus exoletus n. sp. Long.: 7.5 -7.8. Lat.: 2 - 2.2 mm. Hab: Abyssinia: Addis Abeba. Corporis forma satis robusta, convexa, postice attenuata. Aspectu parum nitido. Colore corporis supra obscure cupreoaeneo, fere piceo- aeneo, in elytris fascia longitudinali perparum distincta, saepe evane- scente lutea, vagissime ornatis. Corpore subtus laete cupreo, nitido. purpurascente, sparse griseo pubescente. Pubescentia corporis parum conspicua. Capite convexo, vertice satis lato, nigro, glabro, longitudina- liter rugoso. Fronte plana, satis dense pilosa; parte interoculari frontis latitudine circiter 1'/, longiori, lateribus leviter solum sinuatis, fere rectis, supra versus verticem leviter attenuatis, fronte antice irregulariter albo- grisea, inter pilositatem griseam ornamento cruciformi satis vago e pilis ochraceis composito ornata. Antennis ab articulo quarto serratis, cu- preis, valde brevibus, articulis compactis. Antennarum articulo tertio et quarto longitudine aequali. Thorace longitudine circiter 1 ‘/, latiori, summun latitudinis in tertia parte anteriori attingente, margine anteriori in arculo simplici profunde emarginato, disco antice et postice leviter depresso, angulis anticis acutis, lateribus pube densa griseo-ochracea tectis, versus basim longe et fere recte attenuatis. Thoracis sculptura e rugis densis transversis composita. Carina praehumerali brevi, ele- vata, curvata, sed paullo acuta. Carina laterali (marginali) bisinuata, Carina submarginali bisinuata, postice ante basim cum illa laterali iuncta. Scutello transverse carinato, magno. Elytris latitudine baseos circiter quadruplo longioribus, thorace capiteque. unitis circiter 34/, longioribus, fere iam a basi in linea longa usque versus apicem longe attenuatis, summum latitudinis circiter in parte postbasali attingenti- bus, paullo nitidis, margine lateroapicali summo satis fortiter den- ticulato. Carina longitudinali costiformi elytrorum nulla. Carina hume- rali elytrali absente. Apice elytrorum simpliciter separatim rotundato et denticulato. Ornamento elytrorum vago, fere indistincto. Gulari lobo late rotundato. Processu prosternali parallelo, postice subacuminato. Corpore subtus convexo, cupreo-rubro. Abdomine convexo, tergitis 3 et 4lateraliter macula densa albogrisea ornatis. Carina laterali segmen- 159 torum amborum basalium unitorum in linea regulari curvata. Parte laterodorsali abdominis detecta satis lata. Sterniti basalis maris medio integro. Sternito anali medio innotato, -apice satis late rotundato, margine apicali denticulato. Pedibus cupreopurpureis, satis validis. Tarsorum posteriorum articulo basali illos ambos unitos articulos sequentes longitudine adaequante. Tarsorum unguiculis simpliciter dentatis. Observatio: Species haec in gregem specierum «Diplolopho- tiformium » pertinet atque ibi transitum versus species fascia iuxtasu- turali | ngitudinali elytrorum ornatas efficit. 4. Agrilus apaturus n. sp. Long.: 55. Lat.: 1.2 mm. Hab.: Erythraea: Adi Uggri. Corporis forma satis convexa, elongata, attenuata. Aspectu mo- dice nitido et fere glabro. Colore corporis supra purpureocupreo, elytris fascia longitudinali vere angusta lutea, pilosa, perparum con- spicua notatis. Corpore subtus obscure cupreo, nitido. Pubescentia corporis valde subtili et parum conspicua. Capite convexo, vertice valde lato, magno, medio late leviter impresso glabro, dense subti- liter longitudinaliter rugoso. Fronte subplana, satis lata, obscure cuprea; parte interoculari frontis latitudine fere 1!/, longiori; lateribus valde sinuatis et versus anticem distincte attenuati. Fronte sparse griseopi- losa. Antennis ab articulo quarto serratis, compactis, cupreis, articulis septem ultimis brevibus et transversis. Antennarum articulo tertio et quarto longitudine eaqualibus. Thorace longitudine circiter 1 */, latiori, summum latitudinis in tertia parte anteriori attingente, mar- gine anteriore satis leviter bisinuato, profunde emarginato, disco an- tice subtransverse, basi foveolatim impresso, fere glabro, lateribus rotundatis, versus basim in linea fere recta satis fortiter attenuatis. Thoracis sculptura e rugis planis transversis satis densis et satis for- tibus composita. Carina praehumerali satis longa, parum elevata, modice convexa. Carina laterali (marginali) fere recta. Carina sub- marginali cum illa laterali in tertia parte basali conjuncta. Scutello transverse carinato, satis magno. Elytris latitudine baseos circiter quadruplo longioribus, thorace capiteque unitis circiter 3!/, longio- ribus; fere iam a basi in linea longe sinuata versus apicem longe attenuatis, summum latitudinis circiter in parte basali attingentibus, satis nitidis, margine lateroapicali summo denticulato. Elytris secun- dum suturam regulariter et satis profunde canaliculatis. Carina lon- gitudinali costiformi elytrorum nulla. Carina humerali elytrali absente. Apice elytrorum separatim et satis anguste rotundato et denticulato. Ornamento elytrorum e fascia valde angusta et vaga, perparum con- 160 juncta, lutea, iuxtasuturali composito. Gulari lobo rotundato. Processu prosternali subparallelo, apice subcarinato. Corpore subtus cupreo. Abdomine immaculato, sparse subtiliter griseopubescente. Carina laterali segmentorum amborum basalium unitorum simpliciter curvata. Parte latero dorsali abdominis detecta angusta, incon :picue griseopu- bescenie. Sterniti basalis maris medio integro. Sternito anali medio innotato. apice rotundato. Pedibus satis fortibus, cupreis. Tarsorum unguiculis simpliciter dentatis. 5. Agrilus Amhar n. sp. Long: 8.5. Lat: 2.8 mm. Hab.: Abyssinia: Addis Abeba. Corporis forma robusta, crassa, postice attenuata. Aspectu haud nitido. Colore corporis supra cuprescente, elytris laete cyaneoviola- scentibus, superficie tota maculis variolatis densis copiosisque sed satis irregularibus, parvis, e pilis luteis ochraceis adhaerentibus vere densis compositis tecta. Corpore subtus parum nitido, valde dense ochraceo pubescente. Pubescentia corporis subtili adhaerente. Capite satis lato, vertice angusto, profunde, late excavato. Fronte angusta, concava, subparallela; parte interoculari frontis latitudine fere duplo longiori, lateribus leviter sinuatis et subparallelis fronte fere tota pu- be lutescente densa adhaerente irregulariter tecta. Antennis ab arti- culo quarto serratis, compactis, fortibus, brevibus. Antennarum articulo tertio et quarto longitudine fere aequalibus. Thorace longitudine cir- citer 1 ‘'/, latiori, summum latitudinis in quarta parte anteriori attin- gente, margine anteriori late et fere simpliciter rotundatim emar- -ginato, disco inaequali, medio antice subtransverse, postice foveola- tim impresso, lateribus oblique subdepressis, a quarta parte anteriori versus basim fortiter oblique attenuatis. Thoracis sculptura e rugis simplicibus satis densis composita, sed superficie fere tota inaculis densis irregularibus ochraceis tecta. Carina praehumerali forti, brevi, valde acuta, convexa, elevata. Carina laterali (marginali) leviter si- nuata, fere recta. Carina submarginali recta, illae laterali postice valde approximata. Scutello transverse carinato, lato, magno. Elytris latitudine baseos circiter 2°/;3 longioribus, thorace capiteque unitis circiter 2 ‘/, longioribus, a basi fere versus apicem longe attenuatis, summum latitudinis circiter in parte basali attingentibus, satis fortiter nitidis, margine lateroapicali fortiter serrato, sculptura inter macu- las satis irregulari, ruguloso-variolata, densa, nitida. Carina longitu- dinali costiformi elytrorum nulla. Carina humerali elytrali nulla. Apice elytrorum separatim anguste rotundato et serrulato. Ornamento ely- trorum satis denso, maiorem partem elytrorum tegente. Gulari lobo late arcuatim rotundato. Processu prosternali subparallelo, apice le- 161 viter subacuminato. Corpore subtus vere dense et irregulariter luteo pubescente. Abdomine pube lutescente fere totaliter tecto. Carina laterali segmentorum aniborum basalium unitorum integra, nullo modo inversa vel sinuata. Parte laterodorsali abdominis detecta lata, in segmento utroque supra macula vaga lutescente notata. Sterniti basalis maris medio integro. Sternito medio longitudinaliter sulcato, apice simpliciter rotundato. Pedibus crassis, cupreis. Tarsorum po- steriorum articulo basali illos tres unitos articulos sequentes, vel illos artculos 3, 4, 5 unitos longitudine adaequante. Tarsorum uguiculis simpliciter dentatis. Observatio: Illo Agr. Fryi Obenb. vicinus, sed articulo ba- sali tarsorum posteriorum breviore atque signis aliis valde diffinis. 6. Agrilus Abyssiniae n. sp. Long.: 7.5. Lat.: 1.8 mm. Hab.: Abyssinia: Scioa. Corporis forma elongata, supra satis depressa. Aspectu parum nitido sericeo, Colore corporis supra cyaneo, elytris in quarta parte posteriori, fascia grisea vaga undulata notatis, in tertia parte anteriori prope suturam macula parva simili, perparum conspicua, rotunda ornatis. Corpore subtus nigro nitido, pube sparsa et brevi parum con- spicua tecto. Pubescentia corporis subtili, parum conspicua. Capite lato et convexo, vertice valde lato, rugoso, medio lineatim impresso. Oculis parvis. Fronte rugosa, glabra, trapezoidali; parte interoculari frontis longitudine distincte latiori, lateribus rectis, versus anticem atte- nuatis. Antennis ab articulo quarto serratis, satis brevibus, angustis, coeruleis. Antennarum articulo tertio et quarto longitudine aequalibus. Thorace longitudine circiter 1 '/, latiori, summum latitudinis in quarta parte anteriori attingente, margine anteriori fere recte truncato, disco antice foveis duabus transverse positis parvis notato, lateribus versus basim recte et satis fortiter attenuatis. Thoracis sculptura e rugis transversis subundulatis densis composita. Carina praehumerali nulla. Carina laterali (marginali) recta. Carina submarginali leviter sinuata, illae laterali postice approximata, sed nullo modo iuncta.. Scutello transverve carinato, parvo, coeruleo. Elytris latitudine baseos circiter quadruplo longioribus, thorace capiteque unitis, circiter 3 */, longio- ribus, a basi versus medium subsinuatis, dein versus apicem longe attenuatis, summum latitudinis circiter in parte basali attingentibus, paullo nitidis, margine lateroapicali summo subtiliter denticulato, su- perficie levissime inaequali, sculptura subtilissima, e granulatione minutissima composita. Carina longitudinali costiformi elytrorum nulla, sulco iuxtasuturali nullo. Carina humerali elytrali absente. Apice ely- trorum satis late separatim rotundato. Ornamento elytrorum valde 102 vago et satis indistincto. Gulari lobo subsinuato. Processu prosternali subparallelo. Corpore subtus satis convexo. Abdomine immaculato. Carina laterali segmentorum amborum basalium unitorum simpliciter curvata. Parte laterodorsali abdominis detecta angusta. Sterniti basalis maris medio innotato. Sternito anali medio integro, apice rotundato. Pedibus obscure cyaneis. Tarsorum posteriorum articulo basali illos ambos unitos articulos sequentes longitudine adaequante. Tarsorum unguiculis simpliciter dentatis. I 7. Agrilus Argodi n. sp. Long.: 7. Lat: 1.7 mm. Hab.: Abyssinia: Mahal (Scioa). Speciei praecedenti simillimus, sed laete cupreus, nitidus, forma fere eadem, fascia preapicali sola grisea praesente, hac multo latiore, scutello multo minore, fronte breviore et latiore, medio distinctius, li- neatim impressa, antennis longioribus, laete cupreis, carina laterali thoracis leviter sinuata, corpore subtus laete cupreo valde divergens. Dom. Argod Vallon in honorem denominatus. 8. Agrilus Silvestrii n. sp. Long.: 6.5. Lat.: 1.2 mm. Hab.: Abyssinia. Corporis forma speciei A. Argodi m. similis. Aspectu nitido. Colore corporis supra et subtus laete aeneo. Elytris in tertia parte ante- riori fascia vaga argentea, e pilis subtilibus condensatis composita ornatis, tertia parte apicali tota pube simili aequaliter tecta.. Corpore subtus aeneo, nitido, sparse subtiliter griseo pubescente. Pubescentia corporis subtili et brevi. Capite valde lato, vertice latissimo, medio impresso, dense rugoloso. Fronte sparse grisoepilosa; parte interocu- lari frontis longitudine haud latiori, lateribus rectis, versus anticem satis fortiter in linea recta attenuatis. Antennis ab articulo quarto ‘serratis, aeneis, Thorace longitudine circiter 1/, latiori, summum la- titudinis in tertia parte anteriori attingente, margine anteriori recte truncato, disco regulariter sed paullo convexo, nullo modo impresso, lateribus rectis, versus basim satis fortiter attenuatis. Thoracis scul- ptura haud densa, strigoso-rugosa. Carina praehumerali nulla. Carina laterali (marginali) recta. Carina submarginali sinuata, postice illae laterali leviter approsimata. Scutello transverse carinato, parvo. Ely- tris latitudine baseos circiter quadruplo longioribus, thorace capite- que unitis circiter 3'/, longioribus, a basi in linea leviter subsinuata versus apicem longe attenuatis, summum latitudinis circiter in parte postmediana attingentibus, satis nitidis, margine lateroapicali summo subtiliter denticulato. Sculptura elytrorum aequali, sed satis forti, 163 densa. Carina longitudinali costiformi elytrorum nulla. Sulco iuxta- suturali elytrorum nullo. Carina humerali elytrali nulla. Apice ely- trorum separatim, satis late rotundato. Ornamento elytrorum vago et sericeo. Gulari lobo sinuato. Processu prosternali parallelo, apice acuminato. Corpore subtus nitido. Abdomine immaculato, Carina la- terali segmentorum amborum basalium unitorum simpliciter curvata. Parte laterodorsali abdominis detecta angusta. Sterniti basalis ma- ris medio innotato. Sternito anali medio integro, apice truncatim rotundato. Pedibus satis longis, aeneis. Tarsorum posteriorum articulo basali illos tres unitos articulos sequentes longitudine fere adae- quante. Tarsorum unguiculis simpliciter dentatis. Observatio: Dom. Prof. Doct. F. Silvestri, de entomologia generali et speciali quam maxime merito in honorem denominatus. U. Rocci. Zygaena transalpina razza hispana Vrity. Il Dr. R. Verity (Entom. Rec. N. 2. 15-2-1920) ha dato alcuni cenni descrittivi di una supposta razza /%ispana servendosi di un unico esemplare della ex collezione Rhul conservata presso la R. Stazione di Entomologia Agraria di Firenze, Ho potuto per la cortesia della Direzione della Stazione stessa, che ringrazio, esaminare questo eccezionale individuo etichettato. a mano « Zygaena stoechadis Borkh.» «Valenzia». Sono dell’opinione che l’interpretazione della località (cioè i dintorni di Valencia in Spa- gna) sia erroriea e che per conseguenza la razza lispana, già messa in dubbio dal Verity stesso, ma accolta con interrogativo da Bur- geff e da Reiss, sia da ritenersi insussistente. L’esemplare 9, per tutti i caratteri primari è certamente una tipica sorrentina Stg. con le a. post. largamente invase dal nero e con le a. ant. a 6 macchie (anche ‘sul 1. i.) delle quali la 3% e 5% e specialmente la 4% sono contornate da un sottilissimo orlo bianchiccio, come qualche volta si può incontrare appunto nelle nostre forme meridionali in indivi- dui aberranti (f. s. a/bicincta Burg.). La 6* macchia è più piccola delle altre e inoltre divisa dalla nervatura. Ritengo perciò probabile o uno scambio di cartellino, oppure che col nome « Valenzia» il Rhiil abbia voluto indicare una qual- che località dell’Italia meridionale di nome simile: per es. l'antica «Valentia» (scritto foneticamente Valenzia dal Rhiil) cioè l’attuale Vibo Valentia, che si dovrebbe scrivere correttamente Vibona Va- lenza; od anche la Valle Valenza presso Strongoli (Catanzaro). 164 Comunque sia, il nome 4ispaza non può essere accolto per de- signare una razza sconosciuta la cui esistenza dovrebbe essere fon- data su un unico esemplare aberrante di provenienza incerta, il quale si può, viceversa, sicuramente determinare come: Zy. mari tima sorrentina. RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell'Italia e delle Colonie Mediterranee LVI (1) Coleoptera Bernhauer M. — Neukeiten der paliarktischen Staphylinidenfanna. II. Nene Leptusa Arfen. - Koleopt. Rundsch., Bd. 21, 1935, pp. 123-129. Leptusa (Pisalia) pedemontana n. sp., Santuario di Graglia; Leptusa (Pisalia) Jlsae n. sp. di Riffelalp (Zermatt) e del Passo del Turlo; Lepiusa (Pisalia) Paganettiana n. sp. Alpi Apuane; Lep- insa (Pisalia) Linkei n. sp., Monti Pisani; Leptusa (Pisalia) Lui- gionii n. sp., Mt. Scalambra (Roma); Lepiusa (Pisalia) piceata Rey ssp. Peyerimhoffi n. sp. Basses Alpes, Alpi marittime (M. Fronté, L. Brocan) e Cozie (V. d’Albergian), Leptusa (Pisalia) Hummleriana n. sp. di Aritzo (Sardegna); Zeptusa (Pisalia) sar. 0a n. sp., Sardegna: Dorgali, M. Aqueri. Bruce N. — S/udien iiber die Coleopterengattung Cryptophagus, - Entom. Tidskrft, 55, 1934, pp. 163-173, 4 figg. Cryptophagus pseudodentatus n. sp. confuso col dentatus Hrbst.; Cr. hexagonalis Tourn. buona specie, citato di Sardegna e di Ca- merata Nuova. Goidanich A e Goidanich G. — Lo Scolytus sulcifrons Rey (Co- leoptera-Scolytidae) nella diffusione del Pirenomicete Ceratosto- mella (Graphium) Ulmi (Schwarz) Buis. nell'Emilia. - Boll. Lab. Ent. Bologna, VII, 1934, pp. 145-163, figg. I-II, tav. IX-XIII. Goidanich A. e Goidanich G. — Moria degli olmi e Scolitidi. L’Italia Agricola, 1934, anno 71, n. 10, pp, 941-948, 15 fig. Osservazioni su Sco/ytus sulcifrons. (1) Non sono compresiilavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra. 165 Hoffman A. — Matériaux pour la faune de France. - Rev. frane, Entom., I, 1934; pp. 87-88. Otiorrhynchus corsicns var. Balachowskyi nov. di m. Paglia Orba, Ceutorrhynchus Fairmaîrei var. stigmatica nov. delle Alpi marittime. Hustache A. — Un Curcenlionide (Col.) nouveau de lle d'Elbe. - Bull. Soc. Entom. France, XXXIX, 1934, pp. 250-253. Siraton Devillei n. gen. n. sp. da porsitra Hypoglyptus e Notaris. Koch C. —- Sysfematische und zoogeographische Vorstudien zu einer Monographie der Staphylinidenguttung Anthophagus Gravk. - Stett. Entom. Zeitg., 95, 1934, pp. 136-188, 193-233, 37 figg. Tabella di derminazione, sono nuovi: A Zorre-Tassoi ssp. polli- nensis del Monte Pollino, A. bicornis ssp. Solarii dell'Umbria e Lucania; A. alpinus ssp. aprutianus del Gran Sasso. Lavoro note- vole ed indispensabile per lo studio delle forme italiane; purtroppo però le località, almeno per quel che riguarda l’Italia. sono messe senza ordine e spesso trascritte in modo errato; la loc. class. dell'A. melanocephalus fenestrellanus non è Alp Finestre (Valle di Andor- no, A. Pennine) ma Fenestrelle (Val Chisone, A. Cozie). Jeannel R. — Les Ptomophagus paléarctiques. - Rev. frane. Entom., I, 1934, pp. 161-170, 28 fig. Tabella per le specie, P. arifzensis n. sp. di Aritzo, Sardegna. Jeannel R. — Les Catops de France - Revue frane. d’Entomolo- gie, I, 1934, pp. 2-24, figs 1-118. Tabella per i generi e le specie, molto importanti i caratteri dell’edeago; Catops coracinus Kellner (= Doriae Gridelli), C. Solarii n. sp. degli Abruzzl. INDICE DELLE FORME NUOVE E SINONIMIE I nomi nuovi sono in corsivo Coleoptera Agonum sexpunctatum ab. africolle e ab. cvanicolle Gagliardi, 140. Agrilus Abyssiziae Obenb., 161; addagallensis Obenb., 157; Amhar Obenb., 160; apaturus Obenb., 159; Argodi Obenb., 163; evoletus Obenb., 158; Pollux Obenb., 156; Silvestriî Obenb., 162. Amara (Leironotus) Weiratheri Baliani, 57. 166. Bembidium Andreae ssp. a/banicum Mill., 152. Calathus Ravasinii Muill., 152. Cantharis Torre-Tassoi Wittmer, 72. | Dasytes (Hapolagluta) microps Mill., 154; (Hypodasytes) lucanus Wit- tmer, 75. Hartigiella Miller (= Hartigia Miill.), 62. Hypnoidus (Cryptohypnus) Novaki Binaghi, 22. Lathrobium (Throbalium) dividuum ssp. darbarum Koch, 57; Schatz- mayri Koch, 53; sphinx Koch, 54. Opilo taeniatus var. Torre-Tassoi Wittmer, 70. Pimelia (Piesterotarsa) fu/vovillosa Schuster, 17; obsol ta ssp. nifida Schuster, 16; serzinuda Schuster 19; P. (s. str.) gracilis Schu- ster, 20. o: Pterostichus (Haptoderus) bar/ersis Straneo, 98; euxinus Straneo, 100; — latifianus ssp. Strupii Mull., 156. Scaurus vicinus ssp. vicinoides Schuster, 15. Tapinopterus aetolicus ssp. fomoricensis Miill., 153; kapparicola ssp. Schatzmayri Straneo, 91; laticornis v. Karianus e v. rhodius Straneo, 88. Uraechopsis albomaculata Breuning, 86. Hymenoptera Flasmus /nvreae Masi, 131. Podagrion meridionale Masi, 69. Lepidoptera Zygaena maritima sorrentina Stg. (= hispana Vrty.), 163. Rhynchota Empoasca libyca Bergv. 1922 (= benedettoi Paoli 1932), 94. Paranysius fallaciosus ssp. Zibycus Mancini, 79. Orthoptera Heterogamodes Zavattarii Salfi, 121. Odonata Somatochlora metallica r. meridionalis Nielsen, 60. I INDICE PER AUTORI Baliani (A.) — Studi sulle Amara asiatiche. IX (Coleopt. Carabidae). . Binaghi (G.) — Anni ua ca ftaliani IL Boldori (L.) —- Animali cavernicoli in schiavitù. Boldori (L.) — Larve di Amara. ; Breunido E: i — Description uit nouveau 36 | gicorne. Capra(F.)— La vera dui del eroi tripolita- nus (SjOst.) e note su alcuni Termiti della Libia su piera). . Depoli (G.) — Un caso di uioni TI Hi: us gigas Creutz. e Carabus coriaceus L. Gagliardi (A.) — Variazioni cromatiche dell’Agonzuzm sexpunctatum Lin. ; . 3 . : Giordani Soika (A.) — Quinto contributo alla cono- scenza degli Imenotteri del Lido di Venezia. Grandi (G.) -- Commento ad una critica conipassa. in | una recente opera in terra di Francia. Koch (C.) — Risultati scientifici delle caccie elamnioni che di S. A. S. il Principe Alessandro della Torre e Tasso in Italia. Laffrobinm del Subg. Throbalinm. _Invrea (F.) — Crisidi raccolti nell’Isola di Cipro dal Sig. Mauromoustakis (Hymen. Crysididae). Invrea (F.) — Missioni scientifiche del Prof. Eipania Zavattari nel Sahara italiano ei 34). Mutillidi e Cri- sidi. Mancini (C. ) -— Mic sclentiffche del Prof. E. Zaia tari nel Sahara italiano. -Hemiptera Heteroptera. Masi (L.) — Note diverse per la sistematica delle Lezco- spis (Hymen. Chalcididae). Masi (L.) — Nuovo Z/esmus ottenuto a un nda di di listes. (Hymen. Chalcididae). _ Masi (L.)— Sopra un nuovo Podagrion della adi me- diterranea e sul Packytomus klugianus Westw. (Hymen. Chalcididae). «Moretti (G.) —- Chacionii ini iu E M iiller (G.) — Cambiamento di nome. M iiller (G.) — Risultati scientifici della spedizione Rava» sini-Lona in Albania. IX. Carabidae, Cantharidae. . Nielsen (C.) — Missione scientifica del Prof. Edoardo Zavattari nel Sahara italiano, 1933-34. Odonata. Nielsen (C.) — Note odonatologiche » 1067 138 141 146 32 102 118 77 36 131 68 111 62 156 43 59 168 Ob en beroer(].) — Nouvelles espèces du genre Agrilus . (Bupr.) des Colonies Italiennes. i . pag. 1506 Peltrera (A.) — Sulla variabilità delle lafve di Polistes gallicus (L.) i % i» -333 Rocci (U.) — Zygaena ds razza aj Vr: » 163 Salfi (M.) — Missione scientifica del Prof Edoardo Za- vattari nel Sahara italiano. 1934. Contribuzione alla conoscenza degli Ortotteri libici. 8 - Ortotteri di Ma- rada, Augila, Gialo e Cufra . 5° >. 120 Schuster (A.)— Neue Tenebrioniden (Col. » aus fe Di renaica V. i » 13 Straneo (S. L) -- Note sui Pionodtishna artici, 1a. » 82 Straneo (L.) — Note sui Pferostichus paleartici. 22. . >» 98 Trinchieri (G.) — Asserzioni gratuite. La tignola della patata e la cocciniglia di San Josè in Italia ? i «a LOD W ittmer (W.) — Risultati scientifici delle caccie ento- mologiche di S. A. S. il Principe Alessandro della Torre e Tasso in Italia. IV. Ma/acodermata vom M.te Pollino. ; È 1 ; Ra 72 RECENSIONI Porta (A.) — Fauna Coleopterorum Italica. Vol. IV, Hete- romera e Phytophaga, Piacenza 1934, (F. Solari). . . pag. 30 Silvestri (F.) — Compendio di Entomologia applicata (agraria, forestale, medica, veterinaria) Parte speciale, Vol. I, pagg. 448, figs. 414 - Portici 1934 - (Dott. G. Russo). » 93 Zavattari (E) - Progrotito delta fattita della Libia, pp. VIII-1234, Pavia 1934 (F. Invrea). . : i Cc pe * * * Rassegna delle Pubblicazioni Entomologiche riguardanti la fauna dell’Italia e delle da Mediterranee LII-LVI. | pag. 31, 47, 127, 143, 164. Repertorio di Notizie Entomologiche, XII-XV. pag. 40, 63, 94. Atti Sociali pag. 11, 33, 49, 65 97, 129, 145. Assemblea generale. pag. 65 Elenco dei Soci » 1 Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile Stab. Tip. G. B. MARSANO S. A. E. - Via Casaregis 24, GENOVA FAUNA COLEOPTERORUM ITALICA del Prof. Dott. ANTONIO PORTA È questa la prima opera descrittiva d'insieme che appare sulla. ‘Fauna coleotterologica Italiana. . Le tavole dicotomiche comprendono tutti i coleotteri osservat. | fino ad oggi sì nella parte continentale che nelle adiacenti isole. Un “ Supplementum ,, ha aggiornato l’opera a tutto il 1934. L’opera si vende presso l’Autore e non” st spedisce che decina il relativo importo. Vol. I.- ADEPHAGA :L.60: più L, 2; per l'Italia L. d.per l’estero 7 » IL-STAPHYLINOIDEA:L.100 » » 3 >» > tica -— » II.-DIVERSICORNIA :L.100 » » 4 » aa» » » IV.- HETEROMERA I | PHYTOPHAGA j iL-100°> » 4 » -. » V.- RAYNCHOPHORA (0 | LAMELLICORNIA(: L 100» > 4» » >7» 503 SUPPLEMENTUM. | © :L 40» 3 8»00» »6» Rivolgvrsi: Prof. Antonio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo pic Mecs » TARIFFA DELLE INSERZIONI | SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo: 10 Copertine all'anno - prezzi netti per tutto | l'anno da pagarsi anticipatamente al Tesoriere. La pagina intiera LL. 150 Mezza pagina ;;; 90 Un quarto di pagina ,,, 5O ‘FABBRICA SCATOLE DI CARTONE È ‘ARTICOLI DI CARTONAGGI IN GENERE SORA FONDATA NEL 1880. 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