4 ni BOELEETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA n - Gade della - Società 2a Genova - Via Brigata Liguria 9 È. GENOVA | Arti Grafiche COMMERCIO - Via S. Luca, 10 p.t. © dii Si pubblica dieci volte l'anno. ————Conto corrente colla Poste DELLA. SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA o VOLUME LXVI N: 1-2. (O A) hi i: ‘@ a ME 850 Coe Elenco DEI Soci 2 APITT SOCIALI L= ‘Comunicazioni scientifiche: D. Guiglia ©F. ir Nuove ricerche 7 intorno ai Polistes italiani (Hymen. 'Vespi) — ‘Giulio Trinchieri : - Intorno alla presente diffusione d’Aspidiotus perniciosus in ‘Furopa d ‘— G.P. Moretti: Le uova e la larva di Anabolia lombarda Ris pi: | (Trichoptera) — A. Brian: Recerssione. È i Miri delle Subalefzioni entomalezighe e riguardanti la Fauna, dell’Italia i e delle Colonie Mediterranee XIV. | °‘»‘’Dr FABIO INVREA, Direttore Responsabile I | Arti Grafiche COMMERCIO, Via S. Luca, 10 — GENOVA (2) 0: ieri: - ENTOMOLOGICA ITALIANA co Sede. in GENOVA, Via Brigata Liguria, N. O | presso il Museo Civico di Storia Naturale - SOGCL ONORARI] | S. M. VITTORIO EMANUELE III - RE D' ITALIA S. E. Benito MUSSOLINI - Capo del Governo . S. E. GIOVANNI BELLUZZO SL S. E. PIETRO FEDELE. CONSIGLIO DIRETTIVO | pel biennio 1932 ‘38 — PRESIDENTE ONORARIO: Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro.. . PRESIDENTE ErrerTIvo: Dott. Ferdinando Solari. ‘ Vice-PRESIDENTE:. Dott. Luigi Masi. | | SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea. TESsoRIERE: Rag. Cesare Mancini. | DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fabio Invrea. | ConsiGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Signor Agostino Dodero, Prof, Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli | Prof. Raffaele Issel, Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli si . Dott. Ubaldo Rocci, Prof. Filippo Silvestri, Conte Emilio Turati Dr. Roggero Verity. ; REVISORI DEI CONTI: Signor. Armando Baliabii: Ing. Paolo Benss di Dott. Tullo Casiccia. I Quota sociale annua: ‘nel Regno: Ordinarî L. 40, Studenti L. 20. - Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Corso SORA ‘- 40, int. 2, S.S., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno.. i | Quota per. l'iscrizione a soci Vitalizi: L. 500 De È ER L. "150 DO: per l’estero. di Abbonamento alle. Pubblicazioni ‘per i non ‘soci: Italia E. 50 di, Estero L. 60... a ; pel £ SE ano ee scuri AVVISI AI SOCI Le adunanze scientifiche della Società, si, tengono ogni Giovedì ; alle ore 21, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla 50 Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta. mente al Tesoriere: Sig. Rag. GC. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2., s.s., GENOVA. °° n° | vu BOLLETTINO DELLA SOCIETA’ ENTOMOLOGICA ITALIANA GENOVA VoLume LXVI (1934) NO 12 Pubblicato il 28 Febbraio 1934, Anno XII ELENCO DEI SOCI DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA per l’anno 1934 - XII. SOCI ONORARI S. M. VITTORIO EMANUELE III - Re d’Italia. S. E. Benito Mussolini - Capo del Governo. S. E. Giovanni Belluzzo - Ministro di Stato. S. E. Pietro Fedele - Senatore del Regno. 1922. 1922. 1923. 1922. 1922. 1900. 1921. 1920. 1922. SOCI BENEMERITI Dodero (Adele). Genova. Dodero (Agostino). Genova. Mancini ( Rag. Cesare). Genova. t Solari (Dott. Angelo). Genova. Solari (Dott. Ferdinando ). Genova. SOCI ORDINARI Soci vitalizi S. M. VITTORIO EMANUELE III - Re d’Italia. Bagnall (Richard S.),9, York-place, Edinburgh (Inghilterra ). Entomologia generale. Baliani ( Armando), Via Carlo Felice 44, Genova 408. Coleotteri italiani special. Amara paleart.j Crisidi, Mutillidi. Bettinger ( Doct. Lucien), 44 Rue Caqué, Reims (Marne). Coleotteri europei, specialmente. cavernicoli. 1920. 1897. 1923. 1895. 1931. 1925. 1933. 1896. 1922. 1900. 1923. - Calabresi (Dott. Enrica), Via Girardi -/, Firenze. Coleoner, specialmente Brentidi del globo. . De Marchi (Dott. Marco ), Borgonuovo 23, Milano 102. Fn tomologia generale. . Dodero (Agostino), Casella postale 1160, Genova. Coleotteri e Tentredinidi d° Europa. .D’Oria (Mar.se Gian Carlo), Via Peschiera 10, Genova. . Jeannel (Doct. Réné), Professeur d’Entomologie au Muséum National d’Histoire Naturelle, 45 bis Rue de Buffon, Paris V. Coleotteri e Rincoti. . Parisi (Dott. Bruno), Direttore del Museo Civico di Storia Naturale. Corso Venezia, Milano 113. Crostacei. . Porter ( Prof. Dr. Carlos E.), Director del Museo y Laborato- rio de Zoologia aplicada, Casilla 2974. Santiago (Chile). Zoologia applicata ed Entomologia. Ricasoli Firidolfi (Barone Luigi), Via Maggio 7, Firenze 132. Entomologia generale. Silvestri ( Prof. Filippo), Direttore della R. Scuola Sup. di Agricoltura, Portici ( Napoli ). Entomologia generale ed agra- ria - Miriapodi. Tompkins de Garnett (Richard), Arbor Drive 135, Piedmont, Alameda County ( Cal. U. S. A.). Coleotteri, specialmente Cicindelidi, Carabiai, Buprestidi, Cerambicidi e Scarabeidi. Tosi (Dott. Alessandro), Scorticata (Forlì). /menotferi. Soci annuali Alliata di Pietratagliata (S. E. il Principe Raniero), Via Serradifalco ( Malaspina ), Palermo. Alluaud (Charles), Les Ouches, Crozant (Creuse, Francia). Carabidi del globo, specialmente africani e Coleotteri delle isole atlantiche. Alzona (Dott. Carlo), Via Garibaldi 50, Genova - Nervi. Coleotteri. Andreini (Colonn. Dott. Alfredo), Lippiano ( Perugia ). Coleot- teri italiani. Andrewes (H. E.), 8 North Grove, Highgate, London N. 6 ( Inghilterra ). Coleotteri, specialmente Carabidi. Baldasseroni (Prof. Vincenzo), R. Museo, Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale. Banninger (M.), Ludwigstrasse 73, Giessen ( Germania). Ca- rabidi, specialmente Leistus, Nebria, Notiophilus, Lorocera. 1932. 1933. 1926. 1929. 1929. 1922. 1929. 1931. 1922. 1929. 1927. 1917. 1923. 4911: 1922. 1928. 1928. 1927. 1920. 1927. 1932. Banti (Prof. Dott. Adolfo ), Borgo Solestà 39, Villino Spalvieri, Ascoli Piceno. Barajon (Rag. Mario), Via Tibaldi 66, Milano. Lepidotteri. Beccari (Prof. Dott. Nello), R. Istituto di Anatomia compa- rata, Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale. Beer (Dott. Sergio ), R. Stazione Chimico Agraria Sperimentale, Villa Celimontana al Celio, Roma (124). Lepidotteri italiani. Bellio (Dott. Giuseppe), Sperimentatore del R.° Laboratorio di Entomologia Agraria, Portici, (Napoli). Bensa (Ing. Paolo), Consorzio Naz. Produttori Zucchero, Via Garibaldi 7, Genova. Fauna entomologica delle caverne. Berio (Dott. Emilio ), Corso Dogali 4-7, Genova. Lepidotteri © Nottue. Bertolizio ( Bruno ), Via Cologna 17, Trieste. ( Socio studente ). Coleotteri. Bigliani (P. Prof. Luigi), Collegio Scuole Pie, Carcare ( Savo- na). Coleotteri italiani. Binaghi (Giovanni), Via Gherardini 10, Milano 1206. /isteri- dae, Elateridae e Bostrychidae paleartici. Boldetti ( Giuseppe), Via Nizza, Genova. Co/eofteri italiani. Boldori (Rag. Leonida), Via Palestro 26, Cremona. Coleotteri ( Cicindelidi e Carabidi ) paleartici, larve di insetti ipogei. Bolivar y Pieltain (D. Candido ), Museo de Ciencias Natu- rales, Hipédromo, Madrid. Coleotteri ed Ortotteri. Borelli ( Dott. Alfredo), Via S. Domenico 35, Torino. Forficule e Scorpioni. Botto (Avv. Guido ), Via Cairoli 4-3, Genova. Coleotteri italiani. Bourbon - Orléans (S. A. Francoise M. de), 42 Emperor's Gate, London S. W. 7. Bradley (Prof. James Chester) Professor of Entomology and Curator of Invertebrate Zoology in Cornell University, Ro- bertshall, Cornell University, Ithaca, ( New York, U. S. A.) Imenotteri. Brasavola di Massa (Alberto), Avio, ( Trentino ). Coleotteri. Brian (Dott. Cav. Alessandro), Corso Firenze 5, Genova 100. Crostacei. i Burlini (Milo), Ponzano Veneto. (Treviso ). Coleotteri italiani. Canzanelli (Arnaldo), Corso Roma 63, Milano. (Socio Stu- dente ). . Capra (Dott. Felice), Museo Civico di Storia Naturale, Via. Brigata Liguria 9, Genova 102. Coleotteri specialmente Cocci- nellidi paleartici, Ortotteri italiani e libici. . Capraro ( Vittorio), Via Cervara 4, Trento. ( Socio Studente ). . Carimini (Dott. Mario), R. Stazione di Entomologia, Via Ro- . mana 19, Firenze (132). ..Casiccia (Dott. Tullo), Piazza Paolo da Novi 8-8, Genova. | Coleotteri italiani, Cerambicidi della fauna paleartica. . Castellani (Omero), Insegnante, Scuole Rurali, Acilia di Roma. Fauna entom. locale e Odonati. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Via del Torretto 6, Spezia. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Macerata. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Modena. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Via Mazzini 14, Piacenza. . Cattedra Ambulante di Agricoltura. Catania. . Ceresa (Leopoldo), Via Dario Papa 25, Milano, 142. Coleotteri e Rincoti della Lombardia, Carabidi paleartici. . Chiaromonte (Dott. Alfonso), Istituto Agricolo Coloniale ita- liano, Viale Umberto 9, Firenze. Entomologia agr. coloniale. . Ciana (Antonio), Via Mazzini 35, Trieste. Coleotteri italiani. . Colizza (Dott. Corrado), R. Osservatorio di Fitopatologia, Bolzano. . Cominazzini (Claudio), Miasino (Novara) Coleotteri italiani (Socio Studente) . Costa ( Dott. Domenico), Via XXX Ottobre 15, Trieste. Lep:- dotteri. . Cuscianna (Dott. Nicolò), R. Osservatorio di Fitopatologia per la Venezia Giulia, Via S. Nicolò 7, Trieste. Entomologia agraria. . Della Beffa ( Prof. Giuseppe), Via Goito 3, Torino 106. Col leotteri, Entomologia agraria. . Della Torre-Tasso (S. A. il Principe Alessandro, Duca di Castel Duino,) Duino. ( Trieste ). Entomologia generale. . Depoli (Prof. Guido), Viale Benito Mussolini 4, Fiume. Fauna della Liburnia, Coleotteri. . Denis (Prof. Jean Robert), Agrégé à l’Université, Docteur en Sciences, Chef de Travaux à la Sorbonne. Laboratoire Arago, Banyuls-sur-mer ( Pyr. Or. Francia). Anatomia degli insetti. Sistematica dei Collemboli e dei Dipluri. 1924. 1929. 1921. 1931. 1933. 1922. 1930. 1926. 1933. 1119. 1920. 1921. 1930, 1923. 1922. 1953. 1932. 1900. 1931. 1918. 1817. 1929. 1897. De Peyerimhoff de Fontenelle (Paul), 87 Boulevard Saint- Saéns, Algeri. Entomologia generale. Coleotteri. Deutsches Entomologisches Museum, Gosslersirasse 20, Berlin-Dahlem (Gerinania). Di Caporiacco (Dott. Ludcvico ), R. Museo, Via Romana 19, Firenze 132. Aracnidi. Dinon (Giovanni), Viale XX Settembre 88, Trieste. (Socio Studente ). Coleotteri. D'Oria Bombrini (M.sa Rosetta). Castello di Montaldeo. (Alessandria). Dodero (Adele), Casella Postale 1160, Genova. Draghetti ( Prof. Alfonso), Direttore della R. Stazione Agra- ria Sperimentale, R. Osservatorio di Fitopatologia, Viale Margherita, Modena. | Esaki (Dott. Prof. Tesio), Entomological Laboratory Depart- ment of Agriculture, Kyushu Imperial University, Fukuoka, Japan. Hemiptera Heteroptera, specialmente Gerridae. Fabbro (Ezio), Via Ugo Foscolo, 37, Trieste. Coleotteri iataliani. (Socio Studente). Falzoni (Adolfo), Riva Reno 61, Bologna 119. Coleotteri italiani Festa ( Dott. Gr. Uff. Enrico), R. Museo Zocologico, Palazzo Carignano, Torino 108, Entomologia generale. Finzi (Bruno), Via Giulia 25, Trieste 104. Formicici. Fioresi ( Dott. Luigi), Via Fioravanti 84, Bologna 128. Co/eotteri. Fiori (Geom. Adriano), Via Umberto I, Sassuolo. ( Modena ). Fiori (Dott. Attilio), Viale Aldini 64, Bologna. Lepidotteri. Forcher Mayr(Hans), Via Conciapelli 11, Bolzano. Lepidotteri. Franzoni (Franco), Via S. Marco 80, Milano a. (Socio Studente ). Gagliardi (Prof. Ing. Cav. Uff. Aldo), Via Nazionale 13, Firenze (107). Coleotteri italiani. Garavaglia (Emilio), Via Villini 7, Villa Ida, “aa 127. Garavini ( Dott. Giorgio ), Cattedra Ambulante di Agricoltura, Roma. Entomologia agraria. Gestro (Gr. Uff. Prof. Raffaele ), Direttore del Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria 9, Genova 102. Coleotteri. Ghidini (Gian Maria), Via Martinengo Barco 1, Brescia. Co- leotteri cavernicoli, Ditteri italiani. (Socio Studente). Ghigi (Prof. Alessandro), Istituto Zoologico, R. Università di Bologna. /menotteri, Fauna entomologica della Libia. 1907. 1932. 1920. 1932. 1927. 1933: 1920. 1931. 1930. 1923. 1920. 1920. 1932. 1923. 1927. 1927. 1928. 1924. 1930. . Giordani Soika ( Antonio ); S:--Marco 254, Venezia. ( Socio Studente ). /menotteri. . Goidanich (Dott. Athos), Laboratorio di Entomologia, R. Isti- tuto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna 125. En- tomologia generale ed applicata, Onthophagus. Grandi (Prof. Guido), Laboratorio Entomologia, R. Istituto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna 125, Enfomo- logia generale ed agraria. Insetti dei fichi. Gregoretti ( Pietro), Via Raffineria 11 - I.° p., Trieste. Arae- nidi italiani. (Socio Studente). Gridelli (Dott. Edoardo ), Museo Civico di Storia Naturale, Piazza A. Hortis 4, Trieste. Co/eofferi, specialmente Stafilinidi. Gruppioni (Geom. Giovanni), Via Milazzo 30, Bologna Guiglia (Dott.ssa Delfa), Corso Principe Amedeo 5, Genova 100. Imenotteri paleartici. Hartig (Conte Fred), Castello Maur, Merano, Iain pal., Speleologia. Invrea( Nobile dei Marchesi, Dott. Fabio ), Conservatore Onorario del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, Via Brigata. Liguria 1, int. 24, Genova 102. Crisidi e Mutillidi paleartici. Issaakides (Dr. C. A.), Institut Phytopathologique Benachi, Kephissa presso Atene. (Grecia). Erfomologia applicata. Issel (Prof. Raffaele ), Corso Magenta 02-2, Genova. Istituto Bacologico (R.°), R. Scuola Superiore di Agricol- tura, Portici ( Napoli). Istituto di Zoologia della R. Università di Cagliari. Istituto di Zoologia della R. Università di Genova. Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Modena. eso Istituto di Zoologia della R. Università, Via Archirafi, Palermo 152. Istituto e Museo di Zoologia della R. Università. Pa- lazzo Carignano, Torino 108. [siltuto:.di Zootogra ed Anatomia comparata del- l’Università di Camerino. Laboratorio de Entomologia de Estacion Nacional Agronòmica y Colegio de Agricoltura, Moca (Repubblica Dominicana). Laboratorio di Bachicoltura ed Entomologia Agra- ria del R. Istituto Superiore Agrario, Perugia. Leale- Anfossi (Emilia), Via Lavinia 47, Genova, 1923. 1933. 1921. 1925. 1921. 1928. 1899. 1931. 1902. 1929. 1913. 1932. 1930. 1922. 1931. 1932. 1914. 1922. 1924. 1932. 1933. Lepri (March. Prof. Giuseppe), Istituto Zoologico della R. Università, Roma 119, /menotteri. Lintas (Dott. Luigi), Cattedra Ambulante Agricoltura, Aquila. Entomologia agraria. Lombardi (Massimiliano ), Piazzale del Re, Firenze 109. Co- leotteri e Lepidotteri. Lombardini (Dott. Giocondo )j Preside R. Scuola Comple- mentare Cicognini, Prato, ( Firenze ). Entomologia generale, Formicidi, Acari. Lona ( Carlo), Via Massimo d’Azeglio 22, Trieste. OfiorrAyn- chus paleartici. Loser (Ing. Benevento), Scala Ruggero Bonghi 1248, Trieste. Lepidotteri, I menotteri. Luigioni (Cav. Paolo), Via Ludovico di Vartema 3, ( Testaccio ) Roma 140. Coleotteri europei. Mahdihassan (Dr. S.), c/o te American Express Co., 55 Char- lottenstr. Berlin W. Mainardi (Prof. Athos), Piazza S. Jacopo 3-11, Livorno. Er- tomologia generale, specialmente Coleotteri. Malenotti (Prof. Dott. Ettore ), Direttore del R. Osservatorio di Fitopatologia per il Veneto, Via G. Mameli 3, Verona. Mancini (Rag. Cesare), Corso Firenze 40-2, Genova. Coleot- teri europei, specialmente Scarabeidi ; Emitteri italiani. Mariani (Gianni), Via Washington 14, Milano. Lepidotteri italiani. (Socio Studente ). Mariani (Mario), Rocca-Caprileone per Zappulla scalo ( Mes- sina). Lepidotteri. Masi (Prof. Luigi), Museo Civico di Storia Naturale, Via Bri- gata Liguria 9, Genova 102. /menotteri Calcidial. Maura ( Angelo), San Polo 2165, Venezia. Coleotteri paleartici. Melis (Dott. Antonio ), R. Stazione di Entomologia, Via Ro- mana 19, Firenze (132). Menozzi (Carlo), Laboratorio Entomologico del Consorzio Zuc- chero, Via Trento 2, Chiavari (Genova). Formicidi del globo. Micheli (Dott. Lucio), Via Goldoni 32, Milano 120. /menotteri. Ministry of Agriculture, The Plant Protection Section, Cotton Research Board, Giza ( Egitto ). Moretti (Gian Paolo), Via S. Andrea 11, Milano. 7ricot- teri italiani. (Socio Studente ). Moretti (Prof. Giulio ), Via Giulio Negri 14, Bergamo. Chiro- nomidae. 1924. 1922. 1931. 1932. 1922. 1927. 1930. 1930. 1931. . Moro (Gio. Batta), Via Serra 5-3, Genova 102. Coleotteri italiani. . Miller (Prof. Giuseppe), Direttore del Museo Civico di Sto- ria Naturale, Piazza A. Hortis 4, Trieste. Coleotteri delle provincie adriatiche orientali e coleotteri cavernicoli in genere. Museo =»di Storia Naturale della: Venezia” *Fridentina, Via Rosmini, Trento. Naldi (Rag. Mario), Via Monte Grappa 4-1, Savona. Coleotteri italiani. Nielsen (Dott. Cesare), Via dei Sabbioni 5, Bologna. Odorati. Norfini (Alberto), Piazza Pietro Leopoldo 14, Firenze. Cole- ottert e Lepidotteri. Obenberger (Dott. Jan), Smilovského ulice 3, Praga XII ( Ceco-Slovacchia ). Buprestidi del globo, Ortotteri paleartici, Entomologia generale. Osservatorio per le malattie delle piante perle Provincie di Genova e la Spezia. Via Marcello Durazzo 1, Genova. Osservatorio per le malattie delle piante per le Marche (R.), Via Montevecchio N. 8, Fano. Osservatorio per le malattie delle piante (R. ) annesso al R. Orto Botanico e Giardino Coloniale, Palermo. Osservatorio per le malattie delle piante per il Piemonte (R.), Via Saluzzo 24 bis, Torino 106. 11928. Osservatorio per le malattie delle piante per le Puglie 1930. 1933. 1919. 1930. 1920. 1920. 1924. 1923. 1954. (R.), Piazza Ebalia 1, Taranto. Osservatorio per le malattie delle piante per il Veneto (R.), Via G. Mameli 3, Verona. Osservatorio perle malattie delle piante (R.) per le Provincie di Imperia e Savona, Via Ruffini 2, Sanremo. Paoli (Prof. Guido), R. Osservatorio per le malattie delle piante, Via Marcello Durazzo 1. Entomologia agraria. Parker (Dott. H. L.), Direttore dell’ « European Parasite La- boratory », Avenue Godillot, Hyères ( Var, Francia). Parvis (T.te Colonn. Cesare), Corso Regina Margherita 22, Torino 121. Lepidotteri. Passerini (Sen. Prof. Conte Napoleone), Scuola ALIA Scandicci ( Firenze). Entomologia applicata. Patrizi (March. Saverio), Sasso Furbara (Roma). Rincoti. Pic (Maurice ), Digoin (Saòne et-Loire ), Francia. Coleotteri. Pomini (Francesco), Via Valerio Catullo 16, Verona. Coleotteri, Lepidotteri. (Socio Studente), 1921. 1932. 1924. 1930. 193). 1922. 1925. 1933. 1922. 1897. 1906. 1922. 1901. 1924. 1934. 1930. 1927. 1932. 1933. Porta ( Prof. Antonio), Corso O. Raimondo 6, San Remo. Coleotteri. Prestifilippo (Prof. Dante), Via Moscova 29, Milano. /me- notteri paleartici. Pretner (Egone), Ruma (Jugoslavia). /drofilidi, SE Hydraena. Prezioso (Dott. 2) Via della Passione 6, Milano. Coleotteri italiani. Raunich (Leone), Via Michelangelo 31, Trieste (Socio Siu- dente ). Coleotteri italiani. Razzauti ( Prof. Alberto), Preside R. Istituto Tecnico, Lbdine. Coleotteri italiani. Reimoser (Prof. Edoardo), Semperstrasse 35, Vienna XVIII. Aracnidi del globo. Richello (Dott. Antonio). R. Osservatorio per le malattie delle piante, Viale Merello 21, Cagliari. Rocci (Dott. Ubaldo), R. Osservatorio per le malattie delle piante, Via Marcello Durazzo 1, Genova. Lepidotteri. Ronchetti (Prof. Dott. Vittorio), Piazza Casteilo 3, Milano 109. Coleotteri. Rosa (Prof. Daniele), Istituto Zoologico R. Università, Modena, Entomologia generale. Rossi ( Dott. Pietro), Via A. Oriani 1, Milano 114, Crisidi e Buprestidi. Rostagno (S. E. Cav. Gran Croce Fortunato), Presidente Onorario della R. Corte dei Conti, Via Gio Batta Martini 6, Roma. Lepidotteri. Roubal (Prof. Jan), riaditel’ stat. diev. gymn. Banka4 Bystrica. ( Rep. Ceco-Slovacca.) Coleotteri. Ruffo (Sandro), Piazza Capetto 2, Verona. Coleotteri, Emitteri. (Socio Studente). Russo ( Dott. Giuseppe), R. Scuola Superiore di Agricoltura, Portici. ( Napoli). Salfi (Dott. Mario), Istituto di Anatomia Comparata (R. Uni- versità ), Palazzo Medioevale a Mezzocannone, Napoli. Orfot- teri paleartici. Samoggia (Dott. Arrigo), Cattedra Ambulante di Agricoltura Sez. Fitopatologia, Via S. Basilio 9, Roma. Sauli (Luciano), Via Molingrande 30, Trieste Emitteri paleartici. 10 1920. 1933. 1922. 1891. 1932. 1920. 1900. 1920. 1923. 1922. 1923. 1930. 1921. 1927. 1929. 1920. 1927. 1923. 1930. 1932. 1874. 1929. Schatzmayr ( Arturo), Museo Entomologico « Pietro Rossi ». Duino (Trieste ). Coleotteri paleartici. Schirollo (Ing. Giuseppe), Via Plutarco 2, Milano. Coleotteri italiani. Sella (Prof. Massimo), Regio Istituto di Biologia Marina, Rovi- gno d'Istria. Senna (Prof. Angelo), Direttore del Regio Istituto di Zoologia, Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale, Brentidi. Servadei (Dott. Antonio), Laboratorio di Entomologia del R. Istituto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna (125). Simondetti (Ing. Mario), Via Gioannetti 29, Torino 107, Lepidotteri. Solari (Dott. Ferdinando), Corso Firenze 6, int. 13, Genova | 104. Curculionidi europei. Springer (Dott. Giovani), Piazza Borsa 7-11, Trieste. Ha/ticini Statlorn de-Zoolosgie Agricole, Centre de Recher= ches Agronomiques de la Villa Thuret, Route du Su Anti- bes (Alp. mar., Francia). Stazione Bacologica Sperimentale (R.), Padova. Stazione di-Gelsicottura-e Bachicoltura {R-), Ascoli Piceno. Stazione di Patologia veaiale (R.), Via S. Susanna 13, Roma (130). Stazione Sperimentale di Bieticoltura(R.), Rovigo. Straneo (Ing. Ludovico), Via Vittorio Veneto 10, Aquila, Ca- rabidi paleartici spec. europei. Stolfa (Egone), Via Riccardo Pitteri 6-11, Trieste. (Socio Stu- dente). /menotteri. Taccani (Dott. Carlo), Via Lorenzo Mascheroni 25, Milano (126). Lepidotteri e Coleotteri italiani. Teni (Dott. Francesco ), Goito ( Mantova), Théry ( André), Institut Scientifique Chérifien; Avenue Mou- lay Youssef, Rabat ( Marocco ). Buprestidi del globo. Tolos-ani (Dott.ssa Olga), godo Tecnico Paolo Sarpi. Ve- nezia. | Trossarelli (Dott. Ferdinando), Collegio S. Tomaso, Cuneo. Opilionidi. Turati (Gr. Uff. Conte Emilio ), Piazza S. Alessandro 4, Milano: 100. Lepidotteri paleartici. Ufficio per.i Servizi Agrari della Girenaicà (R.), Bengasi. 11 19206. Vecchi Dr.a Anita, Istituto Zoologico della R. Università, Bologna. 1933. Verani (Geom. Carlo), presso Cassa di Risparmio, Corso Verdi 37, | Gorizia. Lepidotteri. 1900. Verity (Dott. Ruggero), Via Masaccio 36, Firenze 121. Lepi- dotteri paleartici. 1922. Vinciguerra (Prof. Decio), Vice Direttore del Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria 9, Genova 102. Ex- tomologia generale. 1021. Vitale: (Geom. Francesco ), Via VARIO 196, Messina. Coleotteri della Sicilia. 1022. Zangeheri (Rag. Pietro); Via F; Anderlini 5, Forlì. Fauna entomologica locale. 1923. Zariquiey (Dott. Riccardo), Mallorca 299, 1." 1.® Barcellona (Spagna). Coleotteri cavernicoli. 1908. Zavattari ( Prof. Edoardo), R. Istituto di Anatomia e Fisiolo- gia Comparate, Palazzo Botta, Pavia. /nsetti parassiti. 1925. Zipper (Federico), Weststrasse 25-1, Solingen (Germania). ATTI SOCIALI Il Centenario di Federico Delpino Il giorno 21 Gennaio u. s. si è svolta in Chiavari, città natale dell’il- lustre botanico e biologo, la solenne celebrazione centenaria della nascita di Federico Delpino, avvenuta il 17 Dicembre 1933. La cerimonia si è svolta nel Teatro Cantero, alla presenza del Podestà Sig. Tappani, di tutte le autorità locali e di una grande folla di invitati. La nostra Società aveva inviato, quale suo rappresentante ufficiale, il prof. Guido Paoli, nostro Consigliere, Direttore del R. Osservatorio per le malattie delle piante di Genova. Dopo che il Sig. Tonelli, Direttore delle Scuole civiche, ebbe dato lettura delle numerosissime adesioni e deleghe di rappresentanze di Ac- cademie, Società scientifiche ed Enti diversi, il Prof. Guido Paoli, pro- nunziò le seguenti parole: « La Società Entomologica Italiana, sorta in Firenze nel 1868, ebbe frai suoi primi soci il giovane Federico Delpino, allora assistente alla Cattedra di Botanica dell’Istituto Superiore, diretta dal Parlatore; nel 1873 efper diversi anni dipoi lo ebbe a Consigliere 12 ed egli pubblicò nel Bu/leftino due suoi studi, sui rapporti fra le Formiche e le Tettigometre (1872 e 1874) ed un altro sui rapporti fra gl’insetti e i nettari extranuziali (1874). Ed infatti il Delpino fu non solo botanico, ma anche acuto osservatore dei costumi degli insetti € dell’importanza di questi in relazione colla funzione vessillare dei fiori e con la fecondazione delle piante, facendo anche esperienze sulla vista degl’insetti e ricerche sui rapporti di questi e specialmente delle For- miche con le piante. Per questo la Società Entomologica, che mi ha fatto l’onore di delegarmi a rappresentarla, è ben lieta di esser presente a questa celebrazione del grande naturalista italiano, che fu suo socio, consigliere e collaboratore ». Il discorso ufficiale fu tenuto dal Prof. Augusto Beguinot, succes- sore del Delpino sulla Cattedra di Botanica dell’Università genovese, il quale fece una dotta analisi dell’opera scientifica dell’illustre botanico. Dopo di lui il Comm. Delpino, illustre Magistrato, con parole commosse, evocò alcuni particolari della vita privata e familiare del suo grande zio, al quale fu sempre legato dalla più grande affezione. COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE 1@=———_—_—_—_—_——_—+€ D. GuIiGLIA e F. CAPRA NUOVE RICERCHE INTORNO Al POLISTES ITALIANI (Hymen. Vesp.) In seguito a nostro invito, venne radunato recentemente un discreto materiale di Polisfes di varie località italiane; sopratutto interessanti furono le raccolte compiute nella Sila dal Sig. A. Dodero (Genova) e ad Adria dal Sig. A. Giordani Soika (Venezia) ('). Grazie a_ ciò, abbiamo potuto compiere intorno alla sistematica ed alla distribuzione geografica delle varie specie di /o/istes alcune nuove interessanti osservazioni che crediamo utile pubblicare quale supplemento al nostro precedente lavoro (?). (1) Ci è grato ricordare pure fra i principali raccoglitori i Sigg. A. Baliani (Genova), C. Borgioli (Genova), O. Castellani (Roma), March. G. C. Doria (Genova), March. F. Invrea (Genova), ai quali tutti rinnoviamo pubblicamente i nostri più vivi ringraziamenti. (2) Le Polistes italiane, Mem. Soc. Entom. Ital., XI, 1932, pag. 166 - 180. - Per le giuste osservazioni di Sichel (Ann. Soc. Entom. Fr., 1863, pag 20) adottiamo ora Po- listes al genere maschile. 13 Polistes sulciter Zimmermann Calabria: Camigliatello, m. 1250 (Sila), 2 99 1g, VII-1933, leg. A. Dodero. Viene così confermata la presenza di questa specie anche nell’ Italia meridionale; Zimmermann difatti già l aveva citata della Sicilia. In una ®£ il clipeo presenta la metà inferiore con una zona a semicerchio completamente nera, un poco simile cioè alla nostra Fig. II B (1. c., p. 171) con il nero però superiormente meno esteso, la macchia gialla delle guancie unita a quella delle tempie, il mesonoto di tipo 3, il I tergite di tipo 2, il II tergite di tipo 3. Nell’altra © il clipeo presenta sulla metà inferiore una macchia nera e lateralmente due striscie nere oblique ed irregolari da essa staccate, costitusce cioè una forma di passaggio fra la nostra Fig. II A e II C (I. c. p.171); le guancie sono a macchie pure unite, il mesonoto di tipo 2, il I tergite di tipo 2, il II tergite di tipo 3. Nel < il mesonoto è di tipo 3, il I tergite di tipo 2, il II tergite di tipo 3. Nuova tabella per la determinazione delle 99 a mandibole non solcate. In base a nuovi caratteri da noi osservati la nostra precedente tabella (1. c., p. 168) deve venire così modificata a partire dal capo- verso 5: 4 Antenne disopra completamente nere o almeno sensibilmente infoscate 5 — Antenne disopra nere solamente fino alla metà del III articolo, eccezionalmente con leggero offuscamento anche sui rimanenti articoli } 5. Antenne disopra intensamente nere. Guancie nere. Mandibole macchiate di giallo (eccezionalmente nere ) . Scutello a pun- teggiatura semplice. Lati del pronoto a punteggiatura abbastanza grossolana. Ultimo sternite completamente nero Kohli — Antenne più o meno annerite. Guancie gialle. Mandibole nere (eccezionalmente macchiate di giallo). Scutello a punteggiatura doppia. Lati del pronoto a punteggiatura più fina. Ultimo sternite nero o con fascia rossastra sulla metà posteriore 0 14 6 Distanza fra gli ocelli posteriori un po’ maggiore della distanza fra essi e l’ocello anteriore (6 :5). Ultimo sternite completamente nero. o con piccola macchia chiara all’ apice opinabilis — Ocelli equidistanti fra di loro. Ultimo sternite con macchia rossastra apicale estesa anche a parte dei margini laterali associus 7 Clipeo con il diametro trasversale maggiore del longitudinale. Mandibole nere, talora gli esemplari del Sud con macchia gialla. Guancie gialle. Ultimo sternite giallo | gallicus —. Clipeo con il diametro trasversale subeguale al longitudinale. Mandibole con grande macchia gialla. Guancie nere, raramente con macchia gialla molto piccola. Ultimo sternite nero, eccezio- nalmente macchiato di giallo all’ apice foederatus Polistes Kohli Dalla Torre (dubia Kohl) (!) Piemonte: Campiglia Cervo fraz. Vallemosche, m. 870, 1 gg, 13-IX- 1933, leg. F. Capra; Calabria: Camigliatello, m. 1250 ( Sila) 1899P937g, VI-VII-1933, leg. A. Dodero. Notevole è la presenza di questa specie nella Sila. Gli esemplari di Camigliatello sono simili a quelli dell’Italia settentrionale; però in tutti la linea gialla dei margini latero - superiori del pronoto è abbastanza bene sviluppata (solamente in due esemplari è molto ridotta), benchè sempre largamente staccata dal margine anteriore, mentre in quelli settentrionali la stessa linea per lo più manca. Il clipeo varia dal tipo 3 al tipo 4 con predominanza quasi assoluta di quest ultimo (16 esemplari su 18). Le mandibole sono tutte con macchia gialla. Le guancie sono nere; solo 3 esemplari con piccola macchia gialla. Il mesonoto è tutto nero (tipo 3). Il I tergite è di tipo 4. Il II tergite in 10 esemplari è di tipo 5, in 4 di una forma intermedia fra il tipo 4 e 5, nei rimanenti decisamente di tipo 4. Ad Alp le Piane (m. 1300, Val Chiobbia, Biella, VIII-1931 e VIII - 1933 ) furono osservati 5 nidi tutti di piccole dimensioni attaccati a sassi, a pochi dem. da terra, sulla faccia esposta a Sud Est; il piano del nido era verticale e quindi 1’ asse delle cellule orizzontale (?). (1) Dalla Torre {Genera Insect. 1904, Fasc. 19, Vesp., pag. 70) muta in Kokli il nome di dubia Kohl (1898, loc. tip.: Europa centrale), perchè preoccupato (P. dubdius Saussure, Reise Novara, Hym., Vol. 2, p. 20, 1867, loc. tip.: Manilla). 15 Polistes opinabilis Kohl Liguria: Varazze 24 293 gg, VI e VII-1933, leg. F. Invrea e C. Borgioli; Calabria: Camigliatello, m. 1250 (Sila) 39 2g 10, VIII - 1933, leg. A. Dodero. Diamo le caratteristiche cromatiche di queste due serie : Varazze : 29. Il clipeo è in prevalenza di tipo 4, solo 4 esemplari sono di tipo 3. Le mandibole sono tutte nere (tipo 3); un solo esem- plare è con macchie gialle (tipo 2). Le guancie hanno la macchia gialla generalmente assai estesa verso l’ alto; in 6 esemplari essa è unita a quella delle tempie; fatto notevole perchè nelle altre serie da . noi precedentemente studiate la riunione delle due macchie è rarissima (1 © di Finale Ligure). Il pronoto ha la linea gialla dei margini latero - superiori sempre unita alla fascia gialla anteriore (solo in 2 gg è da essa staccata). Il mesonoto è in prevalenza di tipo 2; solamente 4 esemplari sono di tipo 3. Il I tergite in 11 esemplari è di tipo 2, in 7 di tipo 3, nei rimanenti di una forma intermedia fra il tipo 2 e il tipo 3. Il II tergite è di tipo 4; alcuni esemplari si avvicinano però sensibilmente al tipo 5. Camigliatello: 2 £. Il clipeo è in prevalenza di tipo 4 (30 esem- plari), i rimanenti sono di tipo 2 e 3 con forme intermedie. Le mandibole sono generalmente nere ; 5 esemplari presentano una leggera traccia di giallo; uno solo ha una macchia abbastanza grande e netta. Le guancie hanno la macchia gialla staccata da quella delle tempie. Il pronoto ha la linea gialla dei margini latero - superiori per lo più riunita alla fascia gialla anteriore; solo in 8 esemplari è brevemente staccata. Il mesonoto è in prevalenza di tipo 2; in molti esemplari le macchie sono assai piccole, formando passaggio al tipo 3; solo 7 esemplari sono decisamente di tipo 3; notevole è la frequenza del tipo 1 (8 esemplari). H I tergite in 8 esemplari è del tipo 2, in 20 del tipo 3, in 5 del tipo 4, nei rimanenti di una forma intermedia fra il tipo 3 e il tipo 4. Il II tergite è di tipo 4; in qualche esemplare si avvicina però sensibilmente al tipo 3 o al tipo 5. Questi esemplari - hanno le antenne al disopra intensamente infoscate come nella KoA/i, mentre in quelli delle altre località sono meno scure. (2) Sarebbe utile studiare di nuovo i nidi dei /olisfesin base agli attuali criteri siste- matici Già Rouget, 1873 (v. André, Hym. Eur. II, 1881, p. 456), aveva osservato che P. diadema Latr. (Popinalibis Kohl) costruisce nidi verticali e P. ga/licus orizzontali; Jaeger (1933) accenna a differenze tra i nidi di P. associus Kohl e P. opinabilis Kohl. L’orienta- mento dei nidi a SE o a E pare un fatto comune ai Podisfes, almeno a quelli che li co- struiscono in aperta campagna, ed è noto da molto tempo (Réaumur 1742), 10 Polistes gallicus Linn. Il nuovo materiale esaminato conferma nel complesso le nostre precedenti osservazioni riguardo alla variazione cromatica della specie. Stimiamo utile dare qualche notizia su alcune popolazioni ora studiate. Borgio Verezzi: 9 9°, Finalborgo: 1 ® (Liguria). Questi esem- plari presentano le caratteristiche proprie di quelli dell’ Italia meridio- nale: in essi difatti il clipeo è di tipo 1; le mandibole in 8 esemplari sono macchiate (tipo 1 e 2); le guancie in 4 esemplari hanno la macchia gialla unita a quella delle tempie; il I tergite è di tipo 2; il II tergite di tipo 4, in un solo esemplare di tipo 3 (!). Varazze (Liguria): 96 9 9, 187. Il clipeo varia dal tipo 1 al tipo 4 con predominanza del tipo 1 (31 esemplare) e del tipo 3 (45 esemplari). Le mandibole sono nella maggioranza dei casi nere, in 20 esemplari macchiate. Le guancie hanno la macchia gialla staccata da quella delle tempie; solamente ini 13 esemplari le due macchie sono unite. Il mesonoto è in prevalenza di tipo 1 (70 esem- plari); assai raro è il tipo 3 (3 esemplari). Il I tergite è del tipo 2 e 3 con predominanza del tipo 2 (66 esemplari). Il II tergite è nella grande maggioranza di tipo 4, in alcuni esemplari è di tipo 3 o di una forma di passaggio al tipo 2, in 2 esemplari è di tipo 5. Camigliatello (Sila): 9 9 £, 1 g7. Il clipeo delle 9 9 è di tipo 1 in 6 esemplari, di tipo 2 in 2 esemplari e di tipo 3 in 1 esemplare. Le mandibole sono macchiate di giallo in 6 esemplari, nei rimanenti sono nere. Le guancie sono quasi sempre con la macchia gialla assai estesa unita a quella delle tempie; in 2 soli esemplari le macchie sono disgiunte. Il mesonoto è di tipo 1. Il I tergite di tipo 2. Il II tergite di tipo 4; un solo esemplare ha le macchie per breve tratto lateral- mente unite alla fascia gialla apicale (passaggio al tipo 2). Polistes foederatus Kohl Lombardia: Turbigo 1 9, 8-V-1933, leg. A. Dodero; Lazio: Acilia di Roma 16 9 9, VI-1933, leg. O. Castellani. Grazie all’ esame del nuovo materiale possiamo ora indicare altri caratteri per un’ esatta e sicura distinzione delle femmine di foederatus (1) Il carattere meridionale del P. gallicus di Borgio Verezzi concorda con quanto ha osservato il March. F. Invrea anche per i Crisidi e i Mutillidi raccolti in quella località. 17 Kohl da quelle di associus Kohl (chizensis Zimm. nec Fab.). Innanzi tutto il clipeo della £ di foederatus presenta il diametro trasversale presso a poco eguale a quello longitudinale (nell’ associus il diametro trasversale supera quello longitudinale ) e le setole generalmente meno abbondanti e diffuse che non nell’ associus. Le antenne gialle, non infoscate, sono nell’ insieme un poco più corte, più tozze e più sensibilmente clavate che nell’ associus; il penultimo articolo del funicolo è inoltre nettamente trasversale mentre nell’ associus è presso a poco tanto lungo quanto largo. Circa le differenze cromatiche fra le due specie confermiamo in gran parte quanto già avevamo precedentemente constatato e cioè andamento nell’ oscurimento del clipeo simile a quello del KoAli D. T. nel foederatus (simile invece al ga/licus e opinabilis nell’ associus); guancie nere di rado con piccola macchia gialla nel foederatus (guancie con macchia gialla assai estesa, per lo più unita a quella delle tempie, nell’ associus d’Italia); ultimo sternite nero, eccezionalmente macchiato di giallo nel foederatus (ultimo sternite nero con macchia rossastra apicale estesa a parte dei margini laterali nell’ associus). Il fatto di avere avuto in esame unicamente operaie ci aveva indotto a seguire Zimmermann nell’ attribuire al P. foederatus dimen- sioni inferiori alla realtà; difatti, mentre le operaie di questa specie sono in media abbastanza piccole, le femmine di Acilia, corrispondono ad una normale femmina di Kohli od opinabilis. A questo proposito facciamo osservare come la statura sia nei Po/istes sensibilmente varia- bile; abbiamo difatti notato, per es. nel P. KoXzi, una notevole varia- zione di statura fra individui dello stesso nido e del medesimo sesso. Nelle 9 9 di Acilia il clipeo varia dal tipo 2 al tipo 4, con prevalenza di una forma intermedia fra il tipo 3 e il tipo 4; solamente 5 esemplari sono del tipo 2. Le mandibole sono a grande macchia gialla. Le guancie sono nere. Il mesonoto è di tipo 1, con le macchie gialle a virgola più o meno sviluppate. Il I tergite varia dal tipo 2 al tipo 3 in proporzioni presso a poco eguali. Il II tergite è di tipo 4. Polistes associus Kohl (chinensis Zimm. nec Fab.) ('). Veneto: Adria 3 7J, 5 28 (nido B), 2 TT, 2 ££ (nido C),6 gd, 3-90: 21 IX - 1933; Lido di Venezia: -1.-; VHI 1932, leg. A. Giordani Soika. (1) E. Jaeger (Prirodoslovne Razprave, 2, 1933, pag. 58), in seguito al confronto dei tipi di P. associus Kohl con 1 S' di P. chinensis Fab. di Kiautschou, separa le due specie principalmente per avere quest’ ultima le antenne sensibilmente più robuste ed uniformemente rosso-scure, per il rilievo interantennale a forma di lancetta, notevolmente sure 18 - Questo materiale ci ha permesso di scoprire nelle femmine e nelle operaie nuovi ed importanti caratteri diagnostici. Come già abbiamo detto (pag. 17 ), esse si distinguono con facilità da quelle di foederatus per il clipeo distintamente trasversale, per la forma e colore (') delle antenne. Da quelle di opizabilis si differenziano sopratutto per avere. gli ocelli equidistanti fra di loro, il colore giallo dell’ ultimo e penul- timo sternite più esteso, per la linea gialla dei margini jatero - superiori del pronoto staccata dalla fascia gialla anteriore, mentre nell’ opirzabdilis le due fascie sono quasi sempre riunite, ed infine per -la macchia gialla delle guancie (nei nostri esemplari) assai più spesso che non in questa specie unita a quella delle tempie. Tenuto conto di questi ca- ratteri possiamo ora stabilire con certezza che la 9 di Bevagna e quella della Spezia, da noi citate come chinensis Fab. (1. c., p. 179), appartengono realmente all’ associus Kohl, contrariamente all’ opinione di Jaeger (I. c., p. 57) che, in base alla nostra breve descrizione, le riferisce al foederatus Kohl, perchè a mandibole macchiate. Il detto Autore attribuisce difatti alle 9 9 di associus mandibole nere, poichè su 129 esemplari da lui esaminati solo 2 presentano una piccola macchia gialla; noi invece, su 12 9 9, ne abbiamo 8 a mandi- bole macchiate, una parte delle quali conviventi con 9 9 a mandibole nere; per es. nel nido B, 2 £ £ sono a mandibole nere e .3 a man- dibole macchiate. Delle 10 9 9 di Adria, 9 presentano il clipeo con fascia nera trasversa (tipo 4, |. c., fig. VI, 4 a), una mostra una fascia nera, ricurva ed isolata sul disco (tipo 3). Le mandibole in 4 esemplari, sono completamente nere, nei rimanenti sono macchiate; in 3 di essi DI DI la macchia è però assai piccola. Le guancie hanno una grande macchia più largo nel mezzo che non all’ apice, mentre nell’ associzs dovrebbe essere a lati diritti. Negli esemplari da noi esaminati, che pur debbono con certezza venir riferiti all’ associus nel senso di Jaeger, noi abbiamo invece notato come il rilievo interantennale, pur con- servando la massima larghezza sempre in basso, varii notevolmente di forma; i lati sono, nella maggioranza dei casi, più o meno arcuati, mai cioè così diritti come li raffigura Jaeger (1. c., p. 60, fig. 12). Facciamo inoltre osservare che anche nel disegno di Kohl (T. III, fig, 8, Ann. Naturhist. Hofmus. Wien, Band XIII, 1898) il rilievo interantennale è a lati ricurvi, si avvicina cioè a quello raffigurato da Jaeger per P. chinensis Fab. (1.°e, p_300: He 1D-- (1) Mentre i tipi di Kohi hanno le antenne non o poco infoscate (Jaeger 1. c., p. 58), tutti gli esemplari italiani maschi e femmine presentano come quelli di Podcetrtek (Jugoslavia), raccolti da Jaeger, le antenne nettamente infoscate. 19 gialla quasi sempre riunita a quella delle tempie (solamente in 2 esemplari le due macchie sono staccate). Il mesonoto è di tipo 2; solo in un esemplare le macchie sono molto ridotte. Il 1 tergite è di tipo 2 in 2 esemplari, di tipo 3 in 3 esemplari; gli altri 5 esemplari si possono considerare come forme di passaggio fra il tipo 2 e il tipo 3. Il II tergite è di tipo 4. Il penultimo sternite ha una larga fascia gialla apicale ; solo in 2 esemplari questa è leggermente interrotta ( nell’ opi- nabilis. questa fascia è invece sempre largamente interrotta e spesso il color giallo è limitato a due macchiette agli angoli posteriori ). Nei 10 gg di Adria il colore giallo è ‘al solito più diffuso che nelle 9 2. Il mesonoto varia dal tipo 1 (1 esemplare) al tipo 3 (3 esemplari), con prevalenza del tipo 2 (7 esemplari). Il I tergite varia dal tipo 2 (6 esemplari) al tipo 4 (2 esemplari). Il II tergite si presenta del tipo 3 e del tipo 4, presso a poco in eguali propor- zioni; 2 esemplari sono del tipo 5; nel tipo 3 le macchie gialle sono talora anteriormente allargate e in due casi riunite, per breve tratto, al colore giallo laterale. Il nostro materiale, per quanto non molto abbondante, presenta nel complesso caratteri cromatici abbastanza costanti, per i quali dif- ferisce dalla popolazione di Podcetrtek (Jugoslavia) studiata da Jaeger. Le 9 da questo Autore esaminate hanno, come già abbiamo detto, le mandibole nere, il clipeo di tipo 3 e tipo 4, con prevalenza di quest’ ultimo (117 esemplari); in alcuni casi si notano pure di- segni anormali; la macchia gialla delle guancie di rado unita a quella delle tempie (6 esemplari), per lo più le due macchie sono stac- cate (95 esemplari), spesso fra l una e l’altra ha osservato una piccola macchietta gialla (28 esemplari); le fascie gialle laterali del pronoto staccate, come nei nostri esemplari, dalla fascia gialla anteriore ; | il mesonoto prevalentemente di tipo 2, solo 5 esemplari di tipo 3; il Ì tergite di tipo 2 e 3 presso a poco in eguali proporzioni, 9 esemplari di tipo 4; il Il tergite di tipo 4. Nel penultimo sternite la fascia apicale è normalmente interrotta nel mezzo (115 esemplari); di rado unita (8 esemplari), qualche volta ridotta a macchie laterali (6 esemplari). Nei 46 gg il colore giallo è, nel complesso, più esteso che nelle 2 9 ; il mesonoto varia dal tipo 1 al tipo 4, con prevalenza del tipo 2; il I tergite varia dal tipo 2 al tipo 3, con predominanza di forme intermedie a disegno alquanto variato ; il II tergite è in mag- gioranza di tipo 3, a macchie talora irregolari e spesso riunite lateral- mente alla fascia gialla latero - apicale. 20 GIULIO TRINCHIERI INTORNO ALLA PRESENTE DIFFUSIONE D'ASPIDIOTUS PERNICIOSUS IN EUROPA. Il signor C. P. van der Merwe ha replicato (Pernicious Scale. Far- ming in South Africa, Pretoria, 1933, Voli. VHI, No. 92, p. 420) alle brevi osservazioni da me esposte nel “ Repertorio di notizie entomolo- giche” (Bollettino della Società Entomologica Italiana, 1933, anno LXV, n. 7, p. 169) - che egli indica come pubblicato dall'Istituto internazio- nale d’Agricoltura - dichiarando anzitutto d’aver desunto da 7%e Re- view of Applied Entomology (Series A: Agricultural) di Londra la notizia della segnalazione d’Aspidiotus perniciosus in Francia e in Italia. E poichè, a sostegno della propria dichiarazione, l’entomologo sud- africano ha citato diligentemente i volumi e le pagine della Rivista londinese a cui ha attinto l'informazione, ho voluto rileggere il testo originale dei lavori incriminati di P. Lesne, P. Vermeil e A. Jacazio in quella riassunti. Orbene, il risultato di questa lettura ha confermato in tutto e per tutto le mie precedenti osservazioni. Infatti il Lesne (Les insectes nuisibles aux arbres fruitiers. /ourza/ d’ Agriculture Pratique, Paris, 1918, tome 31, p. 269-271, 1 pl.), dopo aver ricordato Lepidosaphes ulmi L., Aspidiotus ostreeformis Curt. e Epidiaspis (Diaspis) piricola Del G., ha scritto testualmente (p. 270): “A còté de ces Cochenilles, qui ont existé de tout temps chez nous, il yen a d’autres, encore plus redoutables, qui menacent d’envahir nos pépinières et nos jardins. C’est principalement, pour éviter ies désa- stres qui en résulteraient, qu’a été récemment organisé en France le contròle des végétaux importés. Deux des espèces le plus à craindre parmi ces Cochenilles sont le pou de San José (Aspidiotus perniciosus Comst.) et l’/cerya Purchasi Mask.” E, sempre a proposito della Cocciniglia di cui qui si tratta, ha sog- giunto (p. 271): “Elle a fait son apparition en Californie vers 1860 et a envahi graduellement le continent nord-américain. Pendant quelques années, elle a menacé de ruine les riches cultures fruitières de Cali- fornie ”. E il Vermeil (Les cochenilles et leur destruction. Revue Agricole de l’Afrique du Nord, Alger, 1920, 18€ année, n° 32, p. 186-188; n° 50, p. 47-50, fig. nos 178-182; n° 53, p. 113-115) così si è espresso (p. 50): ‘“Cochenille très dangereuse, produisant des dégats très sérieux sur les 21 arbres fruitiers en Californie. Elle est heureusement inconnue encore en Algérie et en France. Elle a provoqué de la part des pouvoirs publics une réglementation qui interdit non seulement l’importation des fruits et boutures d’Amérique, mais encore des greffons des bonnes va- riétés connues dans le nouveau monde ”. Infine il nostro Jacazio (La coltivazione industriale del susino. // Picentino, Salerno, 1922, ser. III, anno XI, n. 12, pp. 192-195) non ha citato affatto Aonidiella perniciosa Comst. (= Aspidiotus perniciosus) per la provincia dl Salerno, ma scrivendo - come risulta dal titolo - un articolo d’indole generale, diretto evidentemente a incoraggiare l’esten- sione della coltivazione del susino nella stessa provincia, ha creduto opportuno di menzionare in esso (pp. 194-195) anche le malattie e gli insetti che attaccano questa pianta da frutto in varie parti del mondo, ma non in Italia. Il van der Merwe ha rilevato inoltre che della presenza d’A. per- niciosus in Ungheria, Austria e Portogallo egli ha avuto notizia poste- riormente alla pubblicazione del lavoro che ha provocato la mia prima noterella, e di ciò prendo atto senz'altro. In conclusione, allo stato presente delle nostre conoscenze intorno alla diffusione della Cocciniglia in Europa, si può confermare che A. perniciosus - la cui presenza su piante da frutto coltivate in Ungheria, Austria, Portogallo, Spagna e Romania è ormai dimostrata - è stato notato, in Francia, soltanto su mele importate dall’America e vendute sul mercato di Parigi, e non è stato segnalato affatto in Italia ('). G. P. MORETTI LE UOVA E LA LARVA DI ANABOLIA LOMBARDA RIS (Trichoptera) (NOTA PREVENTIVA) Nel 1897 Ris descriveva una specie nuova di Arabdolia (Fam. Li- mnophilidae, Sottofam. Limnophilinae) da lui creata in base alle palesi differenze che alcuni esemplari adulti, raccolti a Mendrisio (principio di ottobre 1896: un 7 sul fiumicello Laveggio), e a Pavia (23 Novembre (1) Avevo già scritto quel che precede allorchè ho trovato una nuova, esplicita conferma delle mie asserzioni in riguardo della Francia. Infatti, in un ampio, particola- reggiato e, oltre tutto, recentissimo studio di A. Balachowsky, direttore di laboratorio nella Stazione centrale di Zoologia agraria di Versaglia (Les pucerons et les cochenilles. La Défense sanitaire des Végétaux. Compte-rendu des Travaux du Congrès de la De- fense sanitaire des Vésétaux. Paris, 24-26 Janvier 1934. Paris, 1934, tome I, p. 65-105) si legge testualmente (p. 92): « Le Pou de San José est un ennemi redoutable des arbres fruitiers qui n’existe pas encore en France mais constitue une menace très sérieuse et permanente pour nos cultures fruitières », 22 1896: 5 9 su di un canale navigabile), presentavano rispetto alle specie già note. Date le locatità di cattura egli intitolò questa specie col no- me di A. /ombarda Ris (1). Negli anni 1931-33 mi fu possibile di se- guire lo sviluppo biologico di questo tricottero, del quale, risultandomi sconosciuti i primi stadii, credo opportuno di dare per ora una rapida descrizione biologica e morfologica, riservandomi di trattare in seguito l'argomento con maggiore ampiezza in apposito lavoro, dove potrò an- che descrivere la ninfa, per la quale non ini è stato ancora possibile di rinvenire caratteri morfologici abbastanza evidenti e sicuri che assumano importanza tassonomica per la determinazione. Uova. Non ho ancora potuto osservare in natura la massa ovigera di questa specie che, come appartenente alla famiglia delle Limnophi- lidae, deporrebbe le uova fuori dell’ac- qua; la massima parte degli esemplari 9 che ebbi a preparare depose però un cordone verdastro più o meno attor- cigliato, contenente delle uova giallicce disposte in serie lineare. In media A La questo cordone, avvolto su sè stesso, Fig. 1 - Cordone ovigero di misura 4-10 mm. di diametro su 1-4 A. lombarda Ris. mm. di altezza, a secco; le uova in nu- mero di 100-200 sono ellittiche, di 0,40 mm. di lunghezza e 0,30 mm. di larghezza; esse sono disposte nel cordone ovigero una accanto all’altra nel senso del maggior diametro. (fio. 1 A). Quando la massa penetra nell'acqua, gonfia rapidamente, la gelatina tenace che trattiene le uova si rammollisce schiarendosi, le uova rimangono nella parte centrale, ma le attorcigliature si allargano. (fig. 1 B). Nr Larva. Le larvule schiudono da 15 a 30 giorni dopo la sommer- sione della massa ovigera e procedono senz’altro alla costruzione di un fodero che, in minute proporzioni, presenta le caratteristiche più sa- lienti del fodero tipico di Arabolia, coi lunghi fuscelli di zavorra ap- plicati ai lati del tubetto di sabbia. In questo stadio la larvula misura 2-4 mm. di lunghezza e il fodero protettivo, con gli elementi di sovrac- carico, 5-8 mm. (fig. 3 N. 2). La larva adulta presenta un corpo eruciforme, cilindrico, di 15-22 mm. di lunghezza su 3-4 mm. di larghezza; la testa è relativamente piccola, ovale, ornata del tipico disegno che caratterizza (1) F. Ris. Neuropterologischer Sammelbericht, 1894-06. Eirige neue Beobachtungen aus dem Tessin. p. 434-436. - Mittheilungen der Schweizerischen Entomologischen Gesellschaft, Bd. IX, Heft 10, Juni 1897. 25 le larve del genere; questo disegno presenta però alcune modificazioni che permettono di distinguere subito la larva di A. lombarda da quelle delle altre specie note: le due fascie nere che sormontano la macchia fungiforme scura del clipeo partono dalla base delle mandibole, ma non raggiungono la suddetta macchia (1); esse sono più o meno visibili a seconda (fig. 2 C) che la zona in cui sono comprese è molto o poco bruna e hanno forma ricurva a forte convessità opposta. Le linee che costituiscono il peduncolo nel disegno fungiforme sono punteggiate, con macchie più o meno fuse; un arco di punteggiature cerchia la parte poste- riore del suddetto disegno, mentre una serie di grosse macchie sostituisce je fascie forcali. Numerosi punti forcali e pleurali, in serie più o meno regolare, coprono i lati e la base (occipite) della testa, la cui parte inferiore è di colore giallo bruniccio con macchie nere o nettamente brune più o meno svilluppate. Occhi normali. L’ipostoma è sempre bruno. Il labbro è fortemente incavato nella parte mediana del lato anteriore; sulla parte convessa di questo si trovano piccole frangette di cilia gialle con due setole fulve molto sviluppate; sulla parte superiore - poste- riore quattro setole disposte ad arco; la I S colorazione del labbro è per la massima parte bruna; una zona esterna più chiara delimita la parte centrale scura cuori. forme (fig. 2 D). Le mandibole sono corte, grosse, munite di quattro denti piuttosto marcati il lato interno è si- D nuoso, munito di un ciuffo pallido; Fig. 2 - Larva di A. /ombarda Ris. il lato esterno è debolmente rientrante “ © Clipeo - D Labbro - E Mandibola. presso l’apice; sulla parte dorsale della mandibola due setole piuttosto corte (fig. 2 E). Mascelle e labium corti e grossi; palpi mascellari fortemente conici e lievemente arcuati: nessuna caratteristica in essi. Pronoto pallido con punteggiature caratteristiche agli angoli posteriori; mesonoto pure pallido con due fasce laterali più scure, convergenti verso il lato posteriore; alcune punteggiatuie a W sulla parte mediana e stimme nere ben marcate presso gli . angoli posteriori. Zampe normali; la setola addizionale dei femori anteriori è però situata al lato della spina prossimale. Addome come in tutte le (1) In A. rervosa queste due fascie non raggiungono nè il labbro nè la macchia cli- apele; in A. /aevis e in A. sororcula congiungono le mandibole con la macchia fungiforme, 24 larve appartenenti al genere Anabdolia: le tracheobranchie hanno tut- tavia la seguente numerazione media: 26-31-29-24-18-14-4-146 (1). Placca chitinosa del IX' tergite addominale e appendici di fissa- zione normali. La colorazione della chitina, la disposizione e il numero delle sue macchie e punteggiature, come pure delle tracheobranchie sono però suscettibili di una certa variabilità; ma le caratteristiche del disegno fungiforme clipeale, della forma e aspetto del labbro, delle mandibole e della posizione della setola addizionale dei femori anteriori, sono più che sufficienti per l'esatta e indiscutibile differenziazione delle larve di A. lombarda da quelle delle altre specie vicine. Il fodero della larva, come si è detto, è identico per struttura a quello delle altre larve appartenenti al genere Aradolia: esso (per gli individui adulti) è composto di un tubo di 20-25 mm. in sabbia e pie- truzze, leggermente depresso in sen- so dorso-ventrale e con orifizio anteriore fortemente inclinato; ai lati sono applicati lunghi elementi ve- getali di zavorra (bastoncelli; pezzi di corteccia, ecc.); così formato tutto il fodero di A. /ombarda misura da 30 a 50 mm. lunghezza su 5-10 di Fig. 3 - Foderi larvali di A. /ombarda larghezza (fig. 3 n. 1). L'habitat di (1 foderi di larve adulte, 2 foderi di questa specie è, in tesi generale, lo larve giovani). stesso che ner le altre specie affini; ciò nondimeno è facile riscontrare la spe- cie anche in acque tranquille o a corrente molto debole, siano esse ricche oppure povere di vegetazione subacquea, e tanto in pianura quanto in regioni montuose. Rimando a più tardi la descrizione della ninfa per le ragioni sue- sposte; per il riconoscimento dell’adulto poi invio alla soddisfacente descrizione del Ris che è anche corredata di buone illustrazioni. A. lombarda Ris è una specie comunissima in tutta la Lombardia; quali nuove località di cattura ricordo: Toffo (Frz. Brivio, insenature del fiume Adda, Pr. Como: larve giovani e adulte nell’inverno ed e- state del 1932-33, imagines gg e Q9 nell'autunno delle stesse an- nate); Fizzonasco - Ponte Sesto - Gambarone - Ferrabue (Com. Roz- (1) Il grande numero dei filamenti tracheobranchiali (riuniti però a ciuffi di due o tre al massimo) giustifica la vita sublimnofila che le larve di questa specie possone anche condurre. 25 zano - Pr. Milano: fossati è canali, fiume Lambro; come sopra); Zibido S. Giacomo (presso Milano: come sopra); Taliedo- Idroscalo di Milano (come sopra); ma aggiungo che ho raccolto esemplari di questa specie in numerosissime altre località che sarebbe lungo citare; però la distribuzione di A. lombarda è certo assai grande, perchè notai anche alcuni individui nel Piemonte (Vercellese) e nel Veneto (Veronese); in ogni caso la specie è diffusa in buona parte dell’Italia settentrionale. Gli adulti si os- servano in maggior quantità generalmente dalla metà alla fine di autunno; allora volano numerosissimi tanto in pieno giorno quanto nei fasci di luce durante la notte; le larve, sia adulte che giovani, pullulano nei fossati, tanto a lenta quanto a rapida corrente, nell’inverno e nell’estate e sono conosciute dai pescatori, col nome di « portalegna », come eccel- lente esca. Le ninfe sono numerose sopratutto all’inizio dell’autunno' RECENSIONE Verhoeff K. W. - Zur Sistematik, Geographie und Okologie der Iso- | poda terrestria Italiens und iiber einige Balkan Isopoden. (Zoologsche Jahrbiicher. Band 65, Heft I, Jena, 1933). Diviso il territorio della Penisola italiana (per quanto riguarda le plaghe appenniniche e sub-appenniniche) in 5 dominii, l'Autore indica per ciascuno di essi, in apposita tabella, tutte le specie di Isopodi ter- ragnoli, che egli vi ha raccolto nei suoi viaggi di esplorazione. Il numero totale di queste specie è di 132, delle quali 47 sono da lui indicate per la parte orientale dell’Italia media, 41 per la parte oc- cidentale, 46 per la regione complessivamente formata dall'Isola d’Elba, dalla Toscana occidentale e dall’Argentario; 29 per la Toscana Nord- Appenninica; e 69 per il Piemonte e per la Liguria: quest'ultimo dominio è il più favorito in numero di specie, per più propizie condizioni fisico- geografiche, topografiche e geologiche. L’Autore divide poi gli Oniscoidei in littorali e sub-littorali (Alo- petrofili e Paralopetrofili) a seconda della loro più o meno stretta di- pendenza dal mare, offrendoci una proporzione di ben 44 forme (sul totale di 132 specie) che egli definisce come paratalassiche: 13 propria- mante littorali; 21 sub-littorali e 10 parzialmente sub-littorali; egli con- trappone tali specie alle altre 99 che vivono più o meno nell’entroterra e che sarebbero veramente appenniniche (33 come tali risulterebbero per il Piemonte e per la Liguria). Il Verhoeff, di tutte le forme citate nella Tabella complessiva delle specie italiane da lui raccolte, fa una 26 cernita fra quelle che ritiene endemiche e le altre che non gli sembrano tali, distinguendo come particolarmente endemiche, oltre a diverse forme, anche le Filoscie mediteranee la cui origine marina è evidentemente più recente, mentre egli giudica immigrati dal Nord nell’Italia media e meridionale i Trichoniscidi di cui non riesce a trovare alcun genere e sottogenere autoctono. L'Autore, in un capitolo successivo, studia la dicutrazione Ver- ticale degli Isopodi terragnoli quivi da lui menzionati nella sopra citata tabella, e ne elenca 39 specie per una prima zona interposta fra O e 360 metri d’altitudine; 30 specie per una seconda zona tra 280 e 500 metri; 33 specie nella terza zona situata fra 450 e 700 metri; infine 18 sarebbero le specie viventi fra 800 e 1300 metri d’altitudine. In un successivo capitolo il Verhoeff tratta degli Isopodi della Sicilia e, dopo avere riportato V’elenco delle specie trovate in questa isola da Dollfus (1896), riferisce su quelle da lui raccolte, formando di quest'ultime un catalogo di 35 specie, alle quali aggiunge altre 5 fra quelle tolte dagli autori e sulle quali non ha alcun dubbio, e di ciascuna di esse c’informa dell’4abitat, dopo averci fornito notizie geografiche, ecologiche, sull’ Isola, del massimo interesse dal punto di vista biologico. Segue poi la descrizione di nuovi generi, specie e varietà degli Oniscoidei che l'A. rinvenne nella Penisola italiana, di cui traserivo qui i nomi: 7ifanosphaera myrmicidarum n. g. n. sp, Armadillidium (Orthotrigonium n. subg.) feramense n. sp., Ar. arcangeli Strouh., Ar. fronteexcavatum var. sangranum n.var., Cylisticus estest, marinensis n. subsp., C. plumbeus umbricus var. medius n. var. In ulteriori pagine l'Autore presenta una tabella dicotomica per la determinazione delle Filoscie italiane, di quelle comprese nel sottogenere Philoscia Verh., e aggiunge la descrizione delle seguenti nuove forme: Ph. muscorum, marinensis n. subsp., LA. molisia n. sp., Ph. pracchiensis n. sp., PA. anienana n. sp., PA. affinis, sabinorum n. subsp., Hyloniscus refugiorum n. sp. Continuando a trattare di questo ultimo gruppo di Oniscoidei il Verhoeff passa a discutere quali forme di Filoscie italiane sieno vica- rianti e quali no, e viene ad interessanti conclusioni specialmente per la Ph. affinis e per la Ph. muscornm. A parte, poi, tratta più particolarmente delle raccolte da lui fatte degli Isopodi terragnoli in Italia ed espone le sue osservazioni a pro- posito della presenza o mancanza del marsupio e sullo sviluppo dell’in- cubazione in talune specie da lui prese sia nella primavera 1930 sia nell'autunno 1931 in Itatia, presentando dati che contrastano all’opinione generale che l’incubazione avvenga soltanto in estate. 27 Il lavoro, denso di notizie e vario nei suoi argomenti, termina colla descrizione di nuove forme proprie dei Balcani. Porcellidium novi- bazarium n. sp., Hyloniscus pilifer n. sp., Hy. macedonicus n. sp., FHy. crassicornis remyi n. subsp., Trichoniscus (Trich.) reymi n. sp. Dopo aver fugacemente passato in rassegna questo compendioso lavoro sulla distribuzione degli Isopodi terrestri sul nostro suolo, mi sia permesso di rilevare una lacuna, la mancanza cioè di una completa bibliografia in fine cel lavoro, che sarebbe stata assai utile per qua- lunque studioso e avrebbe dato modo di conoscere il contributo degli Isopodologhi italiani su questo argomento. I A. BRIAN RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE riguardanti la fauna dell'Italia e delle Colonie Mediterranee XLV (1) Coleoptera Depoli G. — Revisione dei Coleotteri della collezione Leoni. IV. Chi- lotoma Redt. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agrar. Bologna, V, 1933, pp. 80-87. Differenze fra Chilotoma musciformis Goeze e C. italica Leoni, della quale è descritta la n. ab. Leonii di Basilicata. Engel H. — Beitrige zur Kenntnis der Biologie von Cassida viridis L. — Deut. Entom. Zeitsch. 1932 pp. 195-207. Grandi G. — Morfologia ed etologia di Insetti e regime specializzato. II. La morfologia delle larve endofite di due Coleotteri Curcu- lionidi. — Boll. Lab. Entom. R. Ist. Sup. Agrar. Bologna, V, 1933, pp. 93-103, V gruppi fig. Sono descritte minutamente la larva e la pupa di Apior co{umbi- num Germar, che vive a spese del Lafhyrus sylvestris L. e la larva del Riynchaenus alni L. minatrice delle foglie di Fagus silvatica L. Guignot F. — Note sur quelques Dytiscides — Misc. Entom. XXXIII, 1931, pp. 5-7. Osservazioni su Hydroporus melanocephalus Gyll.e fataricus Lec., (citato del Moncenisio) Agabus Solieri var. Falcozi n. del Moncenisio. (1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società Entomologica Italiana. Si pregano gli Autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavor! per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra 28 Houlbert C. e Barthe E. — 7Tableaux anal. des Coléoptères de la Faune Franco-Rhénane. Famille LXXII. Lagriidae — Misc. Entom. XXXIV, 1932, 16 pp. (imp. spec.), 10 fig. Koch C. — Osservazioni circa una nuova interpretazione della siste- matica del genere Anthophagus Gravh. (Col. Staph.) — Atti Soc. It. Sc. Nat., Milano, LXXII, 1933, pp. 136-143, I fig. e tav. IX, Stabilisce il nuovo Subgen. Dimorphoschelus per A. angusticollis Mannh. e specie affini. Labler K. — Additamenta ad « Fauna Coleotterologica Sicula» (Hi- steridae) a dom. Francesco Vitale, Messina. — Wien. Entom. Zeitg. ILTX; 4932; Pe48, Sono indicate 3 specie. Marchand H. — Une Orina ignorée de la Faune Franco - Rhénane Misc. Entom., XXXV, 1933, n. 3, pp. 17- 20, 2 figg. Differenze fra Orina tristis Fabr. e O. collucens Dan., distribuzione geografica, osservazioni sinonimiche. Marchand H. — Zwei neue Aberrationen von Chrysochloa gloriosa Fabr. — Mitt. Schweiz. Entom. Gesell., XV, H. 10, 1933, pp. 455-456 Chrysochloa gloriosa Bliihweissi n. ab. di Val Maggia (Canton Ti- cino) e ab. pavorina n. ab. di Plessur (Grigioni). Melis A. — Contributo alla conoscenza dello Sphaeroderma rubidum Graells - Redia, Firenze, XX, 1933 pp. 198-228. XIII gruppi fig., tav. I-H. i Morfologia dell’adulto e della larva, notizie biologiche, mezzi di lotta. Méquignon A. — Distribution en France et synonymie de quelques Staphylini peu connus. — Bull. Soc. Ent. France, XXXVIII, 1933, pp. 228-229. Stabilisce, in seguito all’esame del tipo di Geoffroy, la sinonimia: St. melanarius Heer 1838, Miiller 1926 (=g/obulifer Miiller 1932 non Geofîfr.); St. globulifer Geoffr. ap. Fourcr. 1785 (= siculus Stierl. 1864 [non Aube], Miiller). Muller G. — Un nuovo Orotrechus dei dintorni di Rovereto. — Studi Trentini di Scienze Natur., XIV, 1933 n. pp. 115-117,1 tav. e I cart. geogr. Orotrechus Stephani sbsp. roboretanus n. FAU NA COLEOPTERORUM ITALICA der Prof. Dott. ANTONIO PORTA Esce ora: Vol. V. - RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA (Anthribidae, Brenthidae, Curculionidae, Nemoriychidaè; IRIGRE, Lucanidae, Scarabaeidae) Presso l'Autore. Lire 100 aggiungere L 7 por VE Italia e L.:7 LE l'Estero, per. Non si Lt che. din il relativo imporio. Già usciti: 5 | | - Vol. I. - ADEPHAGA : L. 60: piu L. 3 per PItalia e L. ni Pestera > _HL - STAPHYLINOIDEA : L.100-> ada a di » II - DIVERSICORNIA :L. 100: >» >» CR, » ‘Rivolgersi: Prof. Antonio Porta, Corso. 0. Raimondo 6, San Remo LE: TARIFFA DELLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLÀ SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto. l'anno da pagarsi anticipati al' Tesoriere, O La pagina intiera L. 150 Mezza pagina i BO Un quarto di pagina, ,, 50 FABBRICA SCATOLE DI CARTONE È ARTICOLI DI CARTONAGGI IN GENERE POSATO NEL 1880. ITA ‘RAFFAELE GRUPPI I | l'i BRONI RU NI - Boloona Fabbrica e Amministrazione | si STA e MIA NAZARIO SAURO 1 - Tel 2601 0 SPECIALITA - Scatole. per raliezioni Ò' insetti I Listino Jet? a richiesta Li | Deposit api per Insetti. ; TIENE, è I bianchi Lg Scatole:per ARI Cartelliere- Scatole d'archivio Scatole per preparazioni miles aria Cartelle per erbario O Scatole da tasca per farfalle - Cartoni per monete Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, | prodotti industriali, sementi, ecc. Scatolepertubi a disposizione verticalee orizzontale i » Si pubblica dieci volte l’anno |. Conto corrente colla Posta nea) } DELLA I | SOGIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA: e LXVI Na I Pubblicato il 31 Marzo 1934, Anno XII ‘SOMMARI o ATTI SOCIALI | io Comunicazioni scientifiche: Gian. Maria Ghidini: Contib te ci : conoscenza dei Culicidi della Libia. — Lodovie@aStrareo: SU alcuni Carabidi dell’Italia centrale. — F. RAR Una nuova Dolina d’Italia. (Orth. Gryllacr.). | Repertorio di Notizie Entomologiche. VII. Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile | Arti Grafiche COMMERCIO, Via S. Luca, 10 — GENOVA I I SOCIETÀ. di. ‘ENTOMOLOGICA ITALIANA a Sede in GEN o VA, Via Brigata Liguria, N. 9 presso il Museo E di Storia Naturale 8001 ONORARII S, Mm VITTORIO EMANUELE III - RE D' IrALIA S. E. BENITO MUSSOLINI - Capo del Governo S. E. GIOVANNI BELLUZZO — ._ 8. E. Pietro FEDELE CONSIGLIO DIRETTIVO. pel biennio. 1932-33, PRESIDENTE droit GE; Ufr. Prof. Raffaello Gestro. PRESIDENTE ErreTTIvo: Dott. Ferdinando Solari. Vice- PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi. SEGRETARIO : Dott. Fabio Invrea, TrsoRIERE: Rag. Cesare Mancini, 00 DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fabio Invrea. ConsieLIERI: Dott. Alessandro Brian, Signor Agostino Dodero, Prof, Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli | Prof. Raffaele Issel, Dr. Giuseppe Miller, Prof. Guido Paoli 00 Dott. Ubaldo Rocci, Prof. Filippo Silvestri, Conte Emilio Turati Dr. Roggero Verity. dea £ ‘REVISORI DEI CONTI: Signor Armando. Baliani, Ing. Paolo Bensa, Dott. Tullo Casiccia. tia O gota sociale annua: nel Resno: Ordinari L. 40, Studenti La 20 _ Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenzo 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. Quota per Li iscrizione a soci vitalizi: L. 500 per. da Italia, Li ia si . per l’estero. Abbonamento alle Pubblicazioni per i non soci: Italia L.. 50: Estero L 60. | AVVISI SAI Le, adunanze scientifiche della uu si ‘tengono ogni Giovedì alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale. i SÌ avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (402). Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta - mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40, int. 2., s.8., GENOVA. | sont BOLLETTINO DELLA —. | SOCIETA® ENTOMO LOGICA ITALTANA | GENOVE | VoLume LXVI (1934) N03 Pubblicato il 31 Marzo 1934, Anno XII ATTI SOCIALI . Convocazione di Assemblea Generale ‘ L'Assemblea Generale Ordinaria della Società Entomologica Italiana, . a sensi dell’art. 21 dello Statuto Sociale, è. convocata per il giorno di Domenica 6 Maggio 1934, alle ore 10, in Genova, nella Sede Sociale, presso il Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria 9, col seguente: Ordine del Giorno ..- Convalida dei Soci ammessi dalla Presidenza . - Relazione sull'attività sociale . - Bilancio Consuntivo 1933 . - Elezione delle cariche per il biennio 1934-35 - Pratiche diverse UA VID I Soci che non potessero partecipare personalmente all’ Assemblea possono farsi rappresentare, con delega regolarmente sottoscritta, da altri Soci che intervengano. Tp Il Presidente F. SOLARI Nuovi Soci. La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari: Mario Sponghini, Via Carotti 2, Novara (Socio studente), Lepidotteri italiani. Proposto da C. Cominazzini. Mario Rossi, Via Domenico Selvo 1, Lido di Venezia (Socio stu- dente), Ditteri. Proposto da A. Giordani Soika. Dott. Mario Magistretti, Via Cernaia 7, Milano. R. Osservatorio Regionale di -Fitopatologia, annesso alla R. Sta- zione Sper. di Fruiticoltura e Agrumicoltura, Acireale (Catania). Prof. Giuseppe Candura, Laboratorio Sperim. di Zoologia Agraria, Domodossola (Novara). 30 S. E. Giovanni Belluzzo nominato Senatore S. E. Giovanni Belluzzo, Ministro di Stato, nostro Socio Onorario, è stato da S. M. il Re nominato Senatore del Regno. Vadano all’illustre Parlamentare i più vivi rallegramenti della Società Entomologica Italiana. Il Prof. Alessandro Ghigi eletto Deputato Il nostro Consigliere Prof. Alessandro Ghigi, Rettore Magnifico della R. Università di Bologna, è stato dal Gran Consiglio Nazionale del Fascismo incluso nella lista dei Deputati per la nuova legislatura, approvata nelle elezioni del 25 corr. Al?illustre Collega, che tanto auto- revolmente rappresenta in Parlamento le scienze biologiche, giungano le congratulazioni più vive e cordiali di tutti i consoci. Onoranze a André Théry Il nostro illustre Socio e Collega André Théry ha lasciato, per li- miti d’età, il posto di Vice Direttore dell’/nsttuf Scientifique Chérifien di Rabat per ritirarsi in Francia a continuare i suoi studi entomologici, dimettendosi perciò anche da Presidente della Societe des Sciences Na- turelles du Maroc da lui fondata. Egli fu anche il fondatore della Soczeté d’ Histoire Naturelle de Afrique du Nord. Un comitato è sorto a Rabat per onorare il Prof. Théry con un banchetto e la presentazione di un dono. La Società Entomologica Italiana si associa cordialmente nel por- gere all’illustre Collega i voti più sinceri ed il plauso per la preziosa opera svolta per lo sviluppo e il progresso della scienza nell'Africa Settentrionale. | Condoglianze S. A. S. il Principe Alessandro della Torre e Tasso, Duca di Castel Duino, nostro Socio e fondatore del Museo Entomologico Pietro Rossi, ha avuto la sventura di perdere la Madre Principessa Maria Thurn und Taxis, nata Principessa di Hohenlohe - Waldenburg - Schil- lingsflirst. Donna di altissime doti intellettuali, predilesse l'Italia, ove era nata e ove soggiornò a lungo, favorendo le arti e le scienze e scri- vendo essa stessa opere letterarie nella nostra lingua. Porgiamo a S. A. il Principe Alessandro, che ha ripristinato il nome delle due storiche case italiane da cui ebbe origine la sua stirpe, e alla sua illustre Famiglia le condoglianze vivissime. della Società Entomologica Italiana. — Il Comm. Paolo Luigioni è stato anch’egli gravemente colpito negli affetti famigliari, colla morte della amatissima Sorella. La Società porge al caro Collega l’espressione del più vivo cordoglio. 31 Raccolte entomologiche nell’Egeo Per incarico del Governatorato delle Isole italiane dell'Egeo e su designazione del Prof. Filippo Silvestri, il nostro Socio Carlo Menozzi è partito, alla metà di Marzo, alla volta di Rodi, per compiere raccolte e osservazioni entomologiche, e particolarmente mirmecologiche, nelle varie isole del nostro arcipelago. Avviso importante Ci giungono continuamente, da parte di soci, richieste di numeri arretrati, magari di sette o otto anni fa, e talvolta comprendenti quasi intere annate del Bo//effino o delle Memorie, richieste invariabilmente motivate da mancato ricevimento. Ora, poichè le spedizioni si fanno e sono sempre state fatte con gran cura e previ i necessari controlli e re- gistrazioni, in modo che sono assolutamente da escludersi omissioni negli invii, e poichè, d’altra parte, non è possibile ammettere una tale proporzione di disguidi postali, dei quali, del resto, la Società non può essere responsabile, ne consegue necessariamente che, molto spesso, causa dell’inconveniente sono i soci stessi i quali, al ricevimento della pubblicazione, non ne curano sufficientemente la conservazione oppure non si danno alcun pensiero di segnalare tempestivamente i loro cam- biamenti di residenza o d’indirizzo. Quando poi essi fanno l’inventario delle annate e le trovano incomplete richiedono senz'altro alla Società i numeri mancanti, come non ricevuti. Il fatto torna di molto aggravio alla Società, sia per le complica- zioni amministrative, sia per l’accrescimento dell'onere postale già tanto pesante, sia sopratutto per il numero ingente delle annate che vengono ad essere scompletate per soddisfare le richieste di numeri separati. Perciò la Presidenza, dato che la Società garantisce l’esatta e com- pleta spedizione delle pubblicazioni a fui i soci, ha stabilito che non sarà, d’ora in poi, più dato corso a richieste di numeri arretrati se non saranno accompagnate dall’importo del prezzo di vendita e cioè Lire due per ciascun numero del Bo//ettino e Lire dieci per ciascun Fascicolo delle Memorie, oltre le spese postali. Saranno, per correntezza, eccettuate le richieste che perveranno alla Società entro quindici giorni dalla data di spedizione del numero successivo a quello a cui si riferisce il reclamo. * Non ostante le ripetute preghiere, ben pochi si curano di accusare ricevuta degli estratti o di altri pieghi, - pubblicazioni arretrate richieste p. e., - che vengono inviati dalla Società. Torniamo a raccomandare vivamente questa semplice formalità che. costa poca fatica e, viceversa, torna molto utile alla Segreteria. 592 COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE GIAN MARIA GHIDINI Istituto di Anatomia e Fisiologia comparate della R. Università di Pavia (Direttore Prof. Edoardo Zavattari) CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEI CULICIDI DELLA LIBIA Molto scarse e incomplete sono le attuali conoscenze sui Culicidi della Libia; complessivamente le specie citate a tutt'oggi, come risulta dal lavoro del Prof. Zavattari « Prodromo della Fauna della Libia» (in corso di stampa), sono diciotto, cifra certamente inferiore alla reale, so- pratutto se si confronta con quanto è noto per l’Africa Minore e per l'Egitto. Data quindi la scarsità dei reperti e delle notizie che finora si possiedono, tutti i contributi, anche modesti, hanno una non trascurabile importanza, specialmente se si tiene conto del fatto che la migliore conoscenza della fauna anofelinica viene a meglio chiarire il problema della topografia dei centri malarigeni. Durante ripetute campagne di studio compiute nelle varie pro- vincie della Libia il Prof. E. Zavattari ha raccolto un certo numero di zanzare, sia adulte che larve, di cui mi ha affidato la determinazione. Le specie raccolte sono le seguenti: Anopheles (Myzomyia) Sergenti Theob. i Ne furono raccolte varie larve a Borg Mzezzem (IX. 1933), Te- missan (VIII. 1933) ed Edri (VIII - 1933). Secondo Langeron le larve di questa specie vivrebbero insieme alle larve di A. hispariola, sia nelle acque stagnanti e nei rivi delle oasi, sia nel fango sabbioso degli stilli- cidi che si osserva nel letto prosciugato degli uidian. Le larve assomi- gliano assai a quelle della specie seguente, ma ne differiscono, fra l’altro, per la macchia mediana delle tre dietro i peli frontali, molto larga. Anopheles (Myzomyia) superpictus Grassi. Era citata solo di Derna. Io ho avuto in esame alcune larve, di cui una raccolta a Borg Mzezzem (IX. 1933), un’altra a Tegerhi (VIII. 1933), le restanti a el-Gatròn (VIII. 1933) e Tgutta (IX - 1933). Esse sono facilmente riconoscibili per l'elegante disegno del capo in cui la macchia mediana delle tre anteriori, quelle cioè che si trovano imme- diatamente dietro ai peli frontali, è più piccola delle laterali. 33 Anopheles (Myzomyia) hispaniola Theob. | È specie nuova per la Libia, ma della sua presenza si era sospet- tato (Brighenti 1930) a causa di reperti già avvenuti in regioni vicine, quali il retroterra tunisino e algerino. Ne ho potuto esaminare otto esemplari, tutti di Tgutta, dei quali quattro raccolti dal Prof. Zavattari il 29. IX. 1933 e quattro inviati all’Istituto dal Tenente Medico Dott. G. Lauri. La specie ha abitudini nettamente notturne, cosicchè resta difficile notarne la presenza nelle varie località. Anopheles (Myzomyia) multicolor Camboulin Di questa specie, già citata di Murzuch, Giarabub e Cufra e, come noto, nettamente desertica, ho potuto vedere numerose larve raccolte a Borg Mzezzem (IX. 1933), el-Gatròn (VIII. 1933) Tmessa (VIII-1933) e Tgutta (IX -1933). Esse si distinguono per la testa quasi comple- tamente nera e per le branchie corte ed arrotondate. La specie ha possibilità di svilupparsi in pozze d’acqua fortemente salata. Anopheles sp. Gadames (IX. 1933) larve al primo stadio, indeterminabili speci- ficamente. Theobaldia (Allotheobaldia) longeareolata Macq. ; Esemplari catturati nell’ospedale di Tobruch. È specie molto comune in tutto il Nord Africa e in generale in tutta la regione mediterranea. Theobaldia (Culicella) morsitans Theob. Un esemplare raccolto nell’Uadi Tmini (XII, 1929). Aédes (Ochlerotatus) mariae Serg. Varie larve catturate a Edri (VIII, 1933). Aédes (Stegomyia) aegypti L. Quattro esemplari raccolti a Bengasi nell'agosto del 1929. È specie particolarmente comune in tutte le regioni calde del globo ed è nota. di tutto il bacino del Mediterraneo. 34 Culex fatigans Wied. Alcune larve raccolte a Maharuga (VIII. 1933). Le caratteristiche del pettine del sifone non lasciano adito al dubbio di poter confondere questa specie con la seguente: mentre infatti nel Cu/lex pipiens il numero dei denti varia da 12 a 15,in C. fatigans Wied. varia da 7 a 10. Culex pipiens L. Vari esemplari provenienti da Derna (VIII. 1929), Bengasi (IX. 1929), el-Gatròn (X. 1933) e larve di Maharuga (VIII. 1933) e Tegerhi (VIII. 1933). Lopovico STRANEO SU ALCUNI CARABIDI DELL'ITALIA CENTRALE Carabus convexus Fabr. subsp. Paganettii Born. Ho raccolto, nel Marzo del 1928, un esemplare di questo Carabdus sotto la corteccia di un olmo abbattuto e infracidito nel bosco di Fiu- micino (Prov. di Roma), presso l’impianto di macchine idrovore della bonifica. Il bosco è attualmente distrutto. L’esemplare catturato era freschissimo e perfetto e ritengo pertanto sia da escludersi, data anche la distanza del fiume, che esso possa es- sere stato trasportato da qualche piena del Tevere. Credo opportuno segnalare questa cattura, essendo forse la prima volta che il Carabus convexus, specie amante delle colline, viene raccolto in condizioni not- mali a breve distanza dalla spiaggia, al livello del mare. Badister dilatatus Chd. In Italia questo carabide è stato catturato, credo, solo nella Venezia Giulia e nell’Emilia. Potrà quindi interessare la notizia che nei boschi del Tombolo (Pisa) questa specie non è rara in primavera e si trova anche in autunno. Ne raccolsi un esemplare in ottobre, scavando presso le 39 spallette d’un ponticello: in aprile e maggio invece, col mio amico P. Fojanesi, ne raccolsi vari esemplari sotto lo spesso strato di foglie umi- dissime e putrescenti intorno alle pozze d’acqua stagnante. Pterostichus (Argutor)} interstinctus Strm. subsp. Mainardii nov. Differisce dalla forma tipica principalmente per gli occhi più spor- genti, meno piani, che si distaccano notevolmente dalla curvatura delle tempie, e per la forma dell’organo copulatore. In questa sottospecie l’edeago è lungo e slanciato: veduto di pro- filo, dopo il bulbo basale è bruscamente e fortemente curvato; poi, fino all’apice è assai leggermente curvato, quasi diritto, ed è rastremato senza però sembrare molto appuntito: veduto dalla parte convessa l’apice è ‘arrotondato e leggermente asimmetrico. In confronto all’inter- stinetus di forma tipica, ha quindi organo copulatore più lungo, relati- vamente più sottile, meno appuntito, più bruscamente curvato dopo il bulbo basale e poi più diritto. I parameri non presentano differenze rimarchevoli. Oltre a queste differenze, ve ne sono numerose altre: il pronoto è ristretto posteriormente in modo più graduale, con sinuosità più uniforme: il disco è più piano, la fossetta basale minore (esterna) è un po’ più profondamente incisa, la maggiore è prolungata all'indietro e solca net- tamente la base. Altre differenze si possono notare nella striatura delle elitre, ma sono meno costanti. Questa descrizione è fatta confrontando tre esemplari del Tombolo (Pisa) della mia collezione con numerosi esemplari di varie località dell'Europa centrale. Dei tre esemplari di questa sottospecie nuova, uno, I, mi è stato donato dal Prof. A. Mainardi che lo raccolse in località imprecisata del Tombolo una decina d’anni orsono: gli altri due, un gf e una ©, sono stati da me raccolti nel bosco del Tombolo, non lungi dalla Chiesa di S. Piero a Grado, sradicando le erbe lungo le rive di un ruscelletto, insieme a numerosi altri Pferostichus (specialmente biim- pressus)ì, Oodes, Dyschirius, Acupalpus ecc. La specie deve essere molto rara, perchè il Prof. Mainardi non ne ha altri esemplari ed io, malgrado una decina di gite fatte espressamente, non ne ho potuto racco- gliere altri. Dedico questa sottospecie al Prof. A. Mainardi in ‘segno d’amicizia. Ringrazio il Sig. Schatzmayr che ha gentilmente controllato le mie os- servazioni e il Museo P. Rossi che mi ha inviato il materiale per il confronto, 36 Sulle varietà appenniniche del Pterostichus morio Duft. Secondo Csiki (Col. Catal., Junk, Il [pars 112, 1930], p. 695) si deve adottare il nome morio Duft. (Fn. Austr. II, 1812, p. 160) invece di maurus Duft. perchè questo nome è preocupato da maurus Fabr. (Suppl. Ent. Syst. 1798, p. 54) che è sinonimo di antfhracinus Ilig. (Kaf. Preuss. 1798, p. 191). Il compianto Prof. A. Fiori, nella sua nota <« Alcuni nuovi carabidi del Gran Sasso d’Italia» (Atti Soc. Nat. Modena, serie III, Vol. XIV, Anno XXIX (1886) pp. 22-24) descrive le var. apenninicus e samniticus del Pferostichus Escheri Heer (= maurus auct.); della prima varietà de- scrive col nome rufifemoratus, la aberrazione coi femori rossi: e circa il samniticus aggiunse (pag. 24) « Non vidi mai di questa varietà esem- plari a zampe totalmente o parzialmente rosse». Gli autori successivi hanno trasformato il nome rufifemoratus in rufofemoratus: così anche i più recenti, Porta (Fauna Coleopterorum Italica, Vol.I, pg. 165), Lui- gioni (Catalogo dei Coleotteri Italiani, pg. 121), Schatzmayr (I Pterosti- chus italiani, Mem. Soc. Ent. Ital., Vol. VIII, 1929, pg. 317). Csiki (1. c. p. 697) cambia il nome rufifemoratus Fiori in rubidofe- moratus nom. nov., perchè il nome rufifemoratus è già stato adoperato da Steph. (1828) per una ab. del Pferost. cupreus L. Ma il nome pro- posto da Stephens è in sinonimia con affiris Sturm (1824); non si vede quindi la ragione di cambiare il nome proposto da Fiori. Nè è da te- mere la confusione colla ab. del Pfer. Ziegleri descritta da Della Torre col nome rufofemoratus, una volta che il nome proposto dal Fiori sia riportato alla forma originale rufifemoratus. Luigioni, nel suo catalogo (1. c.) assegna la ab. rufifemoratus Fiori alla var. samniticus, invece che alla var. apenninicus; Schatzmayr ( 1. c.) riferisce giustamente la ab. rufifemoratus alla var. apenninicus, descrive la subsp. Majellae colla ab. diversipes, ma non parla d’esem- plari della var. samriticus a femori rossi, che devo quindi ritenere tut- tora sconosciuti. Nel 1932 ho catturato, nelle mie caccie nei dintorni di Filettino (Lazio), due esemplari di Pferostichus morio var. samniticus coi femori rossi: indico questa forma col nome di ab. Luigionii, dedicandola al | mio primo carissimo maestro, che sempre mi fu largo di amichevoli consigli e aiuti. I miei esemplari, per la striatura, la forma generale e la presenza di un solo punto nella 5* interstria, appartengono certa- mente alla var. samniticus. Circa la subsp. Majellae, Schatzmayr (1. c.) la descrive su esem- plari 9. Nella mia collezione posseggo alcuni Yg7 della Majella (legit SÉ Tirelli) ed ho potuto constatare che anche essi corrispondono bene alla descrizione di Schatzmayr: l’organo copulatore di tali esemplari non differisce in modo apprezzabile da quello delle altre varietà appenniniche del morio. È abbastanza interessante notare come il numero di punti impressi nelle 5* interstria delle elitre varî, da località a località, in modo com- pletamente saltuario e imprevisto, senza che sia possibile dare a tale carattere una qualche importanza nello studio filogenetico delle varie forme. Gli esemplari di Toscana ed Emilia, seco gli autori, hano sem- pre diversi punti impressi nella 5* interstria; gli esemplari dell’Umbria (Mti. Sibillini), che è la stazione geograficamente più vicina a quelle dei precedenti, non ne hanno quasi mai: il numero dei punti cresce negli esemplari del Gran Sasso e del Sirente, di cui una larga percen- tuale ha un punto, e spesso anche due; e cresce ancora negli esemplari di Filettino che quasi sempre ne hanno uno o due e talora tre: negli esemplari della Majella, infine, i punti non esistono mai (tranne forse in qualche esemplare anomalo). Pertanto il catalogo delle var. appenniniche del Pterostichus morto è il seguente: subsp. aperninicus-Fiori App. Emiliano e Toscano: a. rufifemoratus Fiori » » » (= rufofemoratus auct. = rubidofemoratus Csiki) var. samniticus Fiori App. umbro abruzzese e romano a. Luigionii Straneo App. romano (Filettino) var. Majellae Schatzm. Abruzzi (Majella) a. diversipes Schatzm. » » Sulla validità specifica del Pterostichus Solarii Schatzm. Un paio d’anni fa, ebbi dall'amico G. Binaghi alcuni esemplari di Pterostichus da lui raccolti presso il Lago Pilato, sui M.ti Sibillini, tra “PUmbria e le Marche: lo studio di tali esemplari, intrapreso servendomi del lavoro sui Pterostichus italiani di A. Schatzmayr, mi fece rimanere alquanto indeciso circa la loro appartenenza ad una delle forme appen- niniche del Pferostichus morio o al Pferostichus Solorii, nuova specie del M. Vettore (Mti. Sibillini) descritta dallo Schatzmayr nello stesso 38 lavoro (p. 320-321). Invero la descrizione del Pferosticus Solarii non convince pienamente per varie ragioni: anzitutto l'Autore dà l’impres- sione, colle prime parole della descrizione, che la nuova specie debba essere ben differente dalle altre specie italiane, mentre l’annunciazione dei vari caratteri non conferma la prima impressione: nella tavola dico- toma per la determinazione delle specie (p. 165 1. c.) dice che lo Pt Solarti ha l'aspetto del crisfatus mentre dai singoli caratteri si dedurebbe che per l’aspetto esso debba accostarsi molto al morio v. samniticus o v. apenninicus: inoltre l'Autore, come carattere della nuova specie indica la località di cattura (M. Vettore - Umbria), località che è poi ripetuta (p. 318 I. c.) anche tra quelle ove si raccoglie il rorio v. samniticus onde sembrerebbe che le due specie convivono sul M. Vettore: infine nella descrizione particolareggiata della specie non parla affatto dei caratteri che differenziano la nuova specie dalle affini. I miei dubbi erano dunque legittimi, ma per dissipare ogni incer- tezza era necessario lo studio ed il confronto del mio materiale coi tipi (1 7 e3 £) su cui era stata fatta la descrizione del Pfer. Solarii. Ciò ho potuto fare in questi giorni. Grazie al cortese interessamento del dott. F. Capra ho potuto avere dal Museo Civico di Genova il 3g (olotipo) e 9 (allotipo) della coll. Solari, e il Sig. Schatzmayr, molto gentilmente, mi ha fatto comunicare dal Museo « P. Rossi» le altre due O (paratipi). Lo studio degli esemplari tipici suddetti mi ha portato alla conclu- sione che lo Pferostichus Solarii non è assolutamente differenziabile dal morio v. samriticus: non credo possibile mantenere il nome del Pf Solariî neppure come una var. del morio (!). Le 99 sono assolutamente identiche ad alcune delle 99 di sazz- niticus di varie provenienze della mia collezione. Il Gg, invece, differisce abbastanza dalla media degli esemplari 7g del samniticus, ma non credo di errare ritenendolo uno dei tanti esem- plari anomali di samniticus. Esso, che non ha neppure la consistenza normale, essendo non perfettamente maturo, è più corto e relativamente più largo della maggior parte dei 7g di samniticus che posseggo: la striatura, benchè nella descrizione sia indicata come non troppo forte, è, secondo me, assai pronunciata : le elitre sono .assai lucide: ma il (1) Nota. Invero il Sig. Schatzmayr, in risposta alla mia richiesta, mi dichiara di es- sersi già convinto che il P?. Solarii deve considerarsi razza del maurus. 39 samniticus è assai variabile come forma, profondità di striatura, lucen- tezza ecc. (!). Lo Pterostichus Solarii, poi, secondo la descrizione, dovrebbe avere la quinta interstria priva di pori. L’elitra sinistra del g (olotipo) aveva due gocce di sostanza secca e dura, fortemente appiccicata, insolubile sia in acqua che in benzina. Con qualche difficoltà, ho potuto asportarle raschiandole: ed ho potuto così constatare che l’elitra sinistra ha due punti sulla 5* interstria, mentre V’elitra destra ne è priva. Nella 3* in- terstria dell’elitra destra vi sono 4 pori, nella sinistra 5. Tali dissimetrie sono anche una conferma dell’anormalità dell'esemplare: d'altronde la presenza di dette gocce, che Schatzmayr, causa l'assenza di punti sulla 52 interstria dell’elitra destra, non ritenne certo necessario rimuo- vere, spiega il carattere indicato nella descrizione « 5* e 7 interstria senza pori». Anche una delle 9 ha un poro nella 5* interstria della sola elitra sinistra. | Quest'ultime osservazioni giustificano anch’esse la mia conclusione, perchè come è notissimo, molti sarzziticus «hanno uno, due o talora tre pori sulla 5* interstria e tali pori, oltre ad essere assai instabili come posizione, sono spesso anche distribuiti in numero diverso sulle due elitre. La microscultura è identica a quella del samnificus. Non si può pensare che possa essere Pferostichus Solarii = Pte- rostichus morio var. apenninicus Fiori, perchè questo ha sempre di- versi pori nella 5* interstria, mentre gli esemplari su cui è stata fatta la descrizione del Pf. Solarii presentano una effettiva scarsità di pori. L'organo copulatore del 7 tipo è assai imperfettamente chitinizzato, ed è quasi impossibile studiarlo: solo la porzione apicale è più indu- rita e non differisce dall’apice dell’edeago delle razze appenniniche del Pterostichus morio. Credo pertanto possa restare stabilita la sinonimia tra Pfer. Solarit Schatzm. e Pter. morio v. samniticus Fiori. Ringrazio vivamente la Direzione del Museo Civico di Genova e il Sig. Schatzmayr, direttore del Museo « P. Rossi», per il materiale comunicatomi ed il collega Capra per la sua consueta grande cortesia. (1) Nota. Un esemplare di samniticus di Filettino (legit Tirelli) presenta all’incirca la stessa forma e striatura anomale ed ha la stessa lucentezza. Ho potuto poi notare che le Iucentezze eccezionali e le striature anormali dei Pferostichus non sono tanto rare: per esempio un esemplare di Pter. nigrita, dell’ alta valle del Tanaro (legit Naldi), dif- ferisce appunto fortemente per tali caratteri dalla forma tipica e dà l’impressione di una specie sconosciuta: assai più comuni tali aberazioni individuali si riscontrano nei Pfero- stichus anthracinus v. biimpressus dei dintorni di Pisa. 40 in CAPRA. UNA NUOVA DOLICHOPODA D'ITALIA (Orth. Gryllacr.) Di passaggio a Livorno nel 1931, vidi nella collezione del Prof. G. Schiavazzi alcuni esemplari di una Dolichopoda raccolti nel vecchio acquedotto di quella città, che mi interessarono vivamente. A mia richiesta il Prof. Schiavazzi me ne procurò in seguito alcuni esemplari; dal loro studio mi risultò trattarsi di una forma inedita, affine alla D. Bormansi Brunn. di Corsica, ma ne ritardai la descrizione in attesa di materiale di confronto. Purtroppo non sono riuscito a procurarmi la forma corsa, ma, per non tardare oltre, pubblico ora la diagnosi della specie di Livorno, d’ accordo coll’ amico C. Menozzi, che si riserva di ritornare in seguito su di essa. Al Prof. Schiavazzi, direttore dell’ Osservatorio Geodinamico di Livorno, ed a C. Menazzi vadano i miei più cordiali ringraziamenti. L’esistenza in Toscana di una forma di Dotlichopoda assai affine alla D. Bormansi, nota solo della Corsica, presenta un altissimo interes- se zoogeografico in rapporto al discusso problema della Tirrenide. Dolichopoda Schiavazzii n. sp. « Testacea, pronotum margine antico et postico, meso -, metanotum, « tergita abdominalia (praecipue anteriora) margine postico fusco - fa- « sciato. Caput rostro frontali magno, profunde inciso, recte truncato, « nigro; clypeo trapezoidali, labro subcordato latiore quam longiore «“ (4:3), lamina basali labii marginibus laeviter concavis; articulo 2° « palporum labialium quam articulo 1° parum longiore, 3° fere aequi- «“ longo 1° et 2° simul sumptis (4. 5. 9.); 3°, 4,° 5° articulis palporum « maxillarium longitudine subaequali, 6° parum breviore quam dimidia « parte 5° articuli; antennarum 1° articulo, superne viso, latere interno « convexo, fere angulato, externo subconcavo. Pronotum marginibus « lateralibus rectis, angulo antico obtuso - rotundato. > «< Femora omnia duabus spinulis apicalibus superioribus, praeterea « femora media et postica spinula geniculari interna armata. Femora. « antica subtus /rermia; tibiae supra margine externo 1 - 2 spinulis « (raro omnino deficientibus) armato, subtus utroque margine 5, minus « saepe 4, spinulis. Femora intermedia subtus utroque margine spinulis « « A & 41 6 - 12 (rarius 3-5 in exemplaribus minoribus) praedito; tibiae supra utroque margine spinulis 3 - KH armato, subtus in utroque margine spinulis 5 (rarius 4 vel 6). Femora postica carinis inferis, quarta vel quinta parte longitudinis excepta, 20 - 35 spinulis (interdum in exem- plaribus minoribus 17-19 tantum) instructis; tibiae supra utroque margine spinulis 18 - 22 (rarius 16 - 17) armato, subtus margine inter- no una spinula (raro 2), margine externo plerumque spinulis 2 (minus saepe 3, rarius 4) in parte dimidia apicali. > « 4g Abdominis tergitum X apice late emarginato, angulis posticis prominulis, disco duobus tuberculis parvis, obtusis instructo; lamina subgenitalis lobis triangularibus, stylis parvis (brevioribus quam in Dolichopoda palpata Sulz. = geniculata Costa); titillator conicus, curva- tus, acuminatus; tibiae mediae et posticae lenissimime deorsum ‘ arcuatae. > Dolichopoda Schiavazzii n. sp. 1. Tergite X° del CS visto di sopra. - 2. Lo stesso posteriormente. - 3. Lamina subgenitale della O dal di sotto. « 2 Ovipositor brevis, circiter femorum posticorum dimidiae lon- gitudini aequilongus, robustus, valvis superioribus superne parte media subrecta, apice acuminatis, valvis inferioribus apice 21 - 24 denticulatis; lamina subgenitalis parva truncato - rotundata. > « Habitat in antiquo aquaeducto urbis Livorno dictae (Etruria). » « Typi (hallotypus, paratypi): 9 2° 7 4 £ 9 in Museo Genuense, - (Dom. Prof. J. Schiavazzi et C. Menozzi leg.). > « Dolichopodae Bormansi Brunn., speciei corsicanae ex descriptioni- bus mihi tantum notae, affinis (an subspecies), differt femoribus an- ticis subtus muticis, femoribus posticis subtus spinulis basi magis propinquis. > Aggiungo alcune altre notizie alla descrizione. Il colore dei tergiti è alquanto variabile: in alcuni casi essi sono tutti distintamente orlati di bruno, in altri invece il color bruno è più pallido ed i tergiti posteriori sono unicolori. 42 Lungh. pronoto femori ant. » medii > -CHDST ovopositore Denti valva ovop. >» d » SPINULE Tibie anter. destra marg. Sup. » » > sinistra marg. sup. i » » » destra marg. inf. » » » sinistra marg. inf. » » » Femori medii destro marg. inf. » » » sinistro marg. inf. » > » Tibie medie destra marg. sup. » » » sinistra marg. sup. i » » > destra marg. inf. » » » sinistra marg. inf. » » » Femori poster. destro marg, inf. » » » sinistro marg. inf. » » » Tibie poster. destra marg. sup. » » » ‘sinistra marg. sup. » » » destra marg. inf. » » » sinistra marg. inf. » » » dest, sin. est, *11 8 int. ‘6 11 int. 6 9 est. li 8 est. 7 3 int. fi 6 int. 5 5 est. 5 3 est" =D 5 int.| 5 4 into # 5 est, 5 est. | *32} 25 tf 28 26 tati 2328 est. | 25 |*26 est. |> 18 17 int.% 20 21 int. 20 18 est. 18 20 est. 2 3 int. 1 2 int. 1 1 est. 4 2 Sono indicati con * SÈ dai Si a Cu 28 29 29 2r 19 18 18 20 N NS 00 QNIN a NI ii bd 0) MITUN II 22 | 18 24 *22 17 17.) 19 17 A Tdao VW dI I i. di DNINNON > Si I Ut Cb 25 W JU» a DVa|ON a 22 24 femori con spinula geniculare esterna. > UU UU Het GI GU 0000 > db _ I 20 20 NOn mi N Ut = 00 0 SIL Dì Ut Ut uu Ut 20 24 UN vv 43 Il rostro frontale è del tipo della D. pa/pata; visto di profilo forma un angolo più prossimo al retto che non quello della D. PBolivari Chop. (Chopard, Arch. Zool. exp. gén., 74, 1932, p. 266, fig. 2). Alcuni esemplari, oltre alla normale spinula geniculare interna inserita poco sotto l'origine del margine superiore del lobo geniculare, su alcuni dei femori medii e posteriori possono presentare irregolar- mente anche una spinula geniculare esterna inserita presso il margine inferiore quasi all’apice. Data la notevole variabilità del numero delle spinule sulle zampe dei varî esemplari esaminati credo opportuno riunire in una tabella ( pag. 42) i dati relativi a ciascuno di essi. Nel g il X° tergite ha i tubercoli piccoli ed ottusi ma nettamente evidenti, un po’ allungati e convergenti all’indietro, le tibie medie e posteriori sono assai leggermente curvate in basso. Nella 9 la lamina subgenitale è molto spessa, la faccia inferiore presenta i margini laterali ispessiti e rilevati, un rilievo basale pallido ad ogiva larga limitato da una placca più chitinizzata ad ogiva allun- gata col vertice giungente quasi al margine posteriore in un’impres- sione arcuata. Il margine della lamina subgenitale visto posteriormente è a forma di . La D. Schiavazzii è nettamente distinta dalle varie forme di D. palpata Sulz. ( geniculata Costa) dell’Italia continentale per la forma del X0 tergite del gJ, per la brevità dell’ovopositore e principalmente per le abbondanti e forti spinule dei femori medii e posteriori ('). Per questo carattere si avvicina invece assai alla D. Bormansi Brunn. della Corsica, a me ignota de visu, ma dalle descrizioni di Brunner (Prodr. Eur. Orth. 1882, p. 414) di De Bormans (Bull. Soc. Hist. Nat. Toulouse, XVII, 1883, p. 228) ed altri essa possiede anche i femori anteriori (come i medii) con 4 - 6 spinule e secondo Chopard (Bull. Soc. Ent. France 1916 p. 176; Fn. France, Orth. 1922 p. 65; Arch. Zool. exp. gén., 74, 1932, p. 265) i femori posteriori sono spinulosi nella metà apicale dei margini inferiori mentre nella D. Schiavazzii i femori anteriori sono inermi inferiormente ed i posteriori colle spi- nule presenti sui 3/4 o 4/5 dei margini. (1) Nella D. pa/pata i femori medii e posteriori sono per lo più a margini inferiori completamente inermi, talora in qualche forma (p. es. in 3 grosse O Q di Lippiano, alta valle del Tevere, raccolte sotto grossi macigni, 22. IX. 1922, ed in es. della Grotta di Frasassi (Marche) Dr. A. Andreini) i femori posteriori presentano al di sotto una 0 due spinule. Sarebbe oltremodo utile uno studio d’insieme su abbondante materiale delle varie forme attribuite alla D. palpata. da REPERTORIO DI NOTIZIE. ENTOMOLOGICHE I i VII 4 4-- Callimus abdominalis Oliv. (Col. Ceramb.). - Vari esem- plari g e $ di questa specie, che ritengo nuova per la Toscana, sono - stati da me raccolti in Mugello nel Maggio 1930, battendo le siepi in fiore nei pressi di Vicchio (Padulivo). - La specie era nota finora per il Lazio, pel Napoletano e per le isole di Sardegna e Sicilia. DOTT. ING. A. GAGLIARDI 42 - Harpalus melleti Heer. (Col. Carab.). - Di questa specie, già nota per la Svizzera e l’Austria e già citata per. l’Italia come rac- colta a Calliano nella Venezia Tridentina (Luigioni - I Coleott. d’Ital p. 95), ho catturato nel Settembre 1930 un es. in Toscana (Mugello-. M. Giovi), gentilmente determinatomi dal Prof. Miller. Dell’Appennino toscano ed anche del Valdarno fiorentino superiore (Vallombrosa) era. già nota la sua var. zigzag Costa, ma finora, a mia conoscenza, non era mai stata rinvenuta in Toscana la forma tipica. DOTT. ING. A. GAGLIARDI - 43 Acupalpus luridus Dej. (Col. Carab.). - Il Porta (Fn. Coleopt. Ital. Vol.I. p. 208) indica questa specie come rinvenuta nell’Isola Veglia, mentre il Miiller (I Col. della Ven. Giul. I. p. 190) la esclude come appartenente alla Venezia Giulia e la cita soltanto della Francia, Ger- mania e Caucasia (Talysch). - Anche il Luigioni non ne fa “menzione nel suo catalogo. Recentemente lo stesso Prof. Miiiler ha determinato come /uridus due esemplari di Acupalpus da me catturati in Toscana nel Mugello (M. Giovi, V. 1930). — i | | DOTT. ING. A. GAGLIARDI 44. Xyletinus pectinatus Fabr. v. Gagliardii Pic ( Col. Anobiidae) - Anche questa varietà di Anobiidae, raccolta da me in Toscana, è stata descritta dal Sig. Pic nel periodico <«L’Echange» (Annno 49° - N. 454 - Nov. 1933 - p. 13). ed a me dedicata. Di essa ho catturato un unico esemplare in: Mugello nel Maggio. 1930, battendo le siepi in fiore nei pressi di Padulivo (Vicchio), sulle pendici di M. Giovi. - Questa varietà si riconosce facilmente dalla for- ma tipica per le antenne scure, anzichè gialle, dello stesso colore delle elitre. Ringrazio vivamente il Sig. Maurice Pic che volle, con grande competenza, studiare una parte del mio materiale, dedicandomi assai centilmente alcune muove forme. | DOTT, ING. A. GAGLIARDI FAU NA COLEOPTERORUM ITALICA del Prof. Dott. ANTONIO PORTA Esce ora : j gl V. > RAYNCHOPHORA - aamencoRna (Anthribidae, Brenthidae, Curculionidae, Nesscnvenidea, ipidae, Lucanidae, Scarabaeidae) Presso l'Autore aggiungere L. 4 per l’Italia e L. 7 per lEstero, er Line 100 la fungere L 2° i ? — Non si a che dietro il relativo importo. | Già usciti : i VOLI, - ADEPHAGA i l. ‘60: piu L. 3 per PItalia e L. 6 per l’estero - »', IL - STAPHYLINOIDFA : L.100: ». > SG sai pa > > III - DIVERSICORNIA :L.100: >» » 4 > > 3 Ai Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo (TARIFFA peELLE INSERZIONI SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto l’anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. La pagina intiera L.. 150 Mezza pagina 1130 Un quarto di pagina ;,,;, BO | FABBRICA SCATOLE DI sog | “E ARTICOLI DI CARTONAGGI IN GENERE. | FONDATA NEL 1880 x x Telegranmmmi: i. B © L O G N "0 % RUPPIONI -— Bologna =—Fahbrica e Amministrazione | SR IOnO — SOON vi mzyto MORO { - To 260 | I SPENALITA Scatole per collezioni Ò insetti Listino. gratis. a dioaio posi ni por Insetti © IDEAL, ] bin ; 7 NI Scatole per schedari - ‘Taliulicre: Scatole d' archivia - Scatole per preparazioni microscopiche. | SE Cartelle per erbario Scatole àa tasca per farfalle - Cartoni per mona Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie, | prodotti industriali, sementi, ecc. Scatole periubia WERaEiiono URDIEGI e orizzontale | Si pubblica dieci volte l’anno . —’— Conto corrente colla Posta. - 2
Recensioni — Rassegna delle pubblicazioni entomologiche riguar-
danti la fauna dell’ Italia e delle Colonie Mediterranee XLVI,
| Dr. FABIO. INVREA, Direttore Responsabile
. Arti Grafiche COMMERCIO, Via Ss. Luca, 10 — GENOVA
... SOCIETÀ. .
ENTOMOLOGICA. ITALIANA
Sede in GENOVA, Via Brigata Liguria, N. I SI
| presso Il Museo. Civico di Storia Naturalo
I SOCI ONORARII
Ss M "VITTORIO EMANUELE [= Re D' ITALIA
S, BENITO MUSSOLINI + - Capo del Governo ul
x S. E. GIOVANNI BeLLUZZO - S E. ‘PretRo FEDELE.
"CONSIGLIO DIRETTIVO
ROL biennio. 1932 - 33.
- PRESIDENTE aio Gr, UR. Prof. Raffaello Gesta
- PRESIDENTE EFFETTIVO: Dott. Ferdinando Solari. i
Vicr- PRESIDENTE : Dott. Luigi Masi. © i
SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea.
TESORIERE: Rag. Cesare Mancini. DI
DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI : Dott. Fabio vio, ;
CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Signor Agostino. Dodero, Prof.
Alessandro. Ghigi, Prof. Guido Grandi, Dr. Edoardo Gridelli
Prof. Raffaele Issel, Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli n
Dott. Ubaldo Rocci, Prof. SIDE, Silvestri, Conte Emilio Turati
Dr. Roggero Verity. l 0 i
Hot DEI CONTI: Signor Armando - Baliani, Ing. Paolo REGA
. Dott. Tullo Casiccia, li
. iu uu nel Regno: Ordinari L. 40, Studenti L. 20.
Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. G, MANCINI, Corso Firenze
40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo (LE delliuno,
Quota E Vi iscrizione a soci vitalizi : » 500 par l'Italia, du 750 È
‘per l'estero.
. Abbonamento alle Pubblicazioni per i non soci: talia Le 50 na
Estero L 60. ax |
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«Le alininge scientifiche della Società, si. tengono ogni Giovedì
| alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale.
Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla
Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- ì
logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). n:
Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta-
mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40,
int. 2., s.8., GENOVA, > REI
BOLLETTINO
DELLA
SOCIETA” ENTOMOLOGICA ITALIANA
GENOVA
VoLume LXVI (1934) N 4
Pubblicato il 30 Aprile 1934, Anno XII
ATTI SOCIALI
Ntovi Sccr. La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari:
Vincenzo Sanminiatelli, (Socio studente), Laboratorio Sperimentale di
Zoologia Agraria, Domodossola (Novara).
CAMBIAMENTI D'INDIRIZZO. Nell’ Elenco dei Soci, pubblicato nel
N. 1-2 del Bolle:tino, l indirizzo di A. Baliani è errato e va rettificato
nel modo seguente: Armando Baliani, Via Carlo Felice 12, Genova (108).
Ci risultano i seguenti cambiamenti d’ indirizzo: Doct. Lucien Bettinger,
33 Rue Chabaud, Reims (Marne - Francia).
Egone Pretner, Na Kodeljevo 13, Ljubljana, (Jugoslavia).
Giuseppe Boldetti, Via Siffredi, Casa Raineri, Imperia.
La Commenda al Prof. Guido Paoli
AI nostro Consigliere Prof. Guido Paoli, Direttore del R. Osserva-
torio per le malattie delle piante per le Provincie di Genova e la Spezia
è stata conferita, per i suoi meriti scientifici, la Commenda della Co-
rona d’Italia. All’egregio Collega vadano i più cordiali e affettuosi ral-
legramenti della Società Entomologica.
Avviso
Lenonida Boldori, Via Palestro 26 - Cremona, predisponendosi allo
studio delle larve degli Sphodrini, sarà grato agli amici e colleghi che
vorranno favorire le sue ricerche con l’invio di larve o di imagrnes
vive.
46
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
———_—__eteot___—_tmttmm6
Guino PAOLI.
NOTE SU ALCUNI HETERONYCHUS (COL. DYNAST.)
E DESCRIZIONE DI NUOVE SPECIE.
Il gen. Zeferonycehius Burm. comprende specie per la più gran
parte dell’Affrica, comprese le isole, poichè solo un piccolo numero ap-
partiene alla fauna asiatica, malese e oceanica; molte specie sono fra
loro somigliantissime e per giunta la vita sotterranea, che esse condu-
cono, fa sì che molti particolari della testa si logorino per l'attrito col
terreno, fino a fare del tutto scomparire alcuni dei più importanti ca-
ratteri non solo specifici, ma anche di gruppo; le vecchie descrizioni
poi non meitono in generale in rilievo caratteri differenziali sufficienti, |
ond’è che talvolta specie diverse sono state poste dagli autori sotto lo
stesso nome o nomi diversi sone stati applicati ad una sola specie. Gli
studi recenti più completi sulle specie affricane, specialmente meri-
dionali, sono quelli del Péringuey (11) e del Jack (8).
Nello studiare gl’insetti della Somalia italiana trovai un /Heferony-
chus, che era dannoso alla Canna da zucchero e che ritenni non rife-
ribile a nessuna delle specie conosciute, per cui ne diedi uua breve
descrizione (10), indicandolo col nome di /7. sacchari; le ricerche fatte
più tardi mi hanno sempre più convinto che esso appartenga ad una
nuova specie, molto affine all’/7. /icas Klug, e mi accingevo a darne
più particolareggiata descrizione. Confrontando a tale scopo la specie
‘di Somalia con quelle del Museo di Genova ho potuto vedere anche
alcuni tipi del Fairmaire, e classificare molti esemplari, che erano
tuttora indeterminati; in questa revisione un’ altra specie mi è sembrata
nuova (FH. citernii), che è anch’essa descritta in questa nota. Insieme alle
descrizioni delle specie nuove do | elenco di quelle, che si trovano
nel Museo di Genova ; esso potrà avere interesse per le località, ove
gli esemplari furono raccolti, tanto più che si tratta in gran parte
di materiali riportati dagli ardimentosi esploratori italiani del secolo
scorso. |
Poichè nelle collezioni del Museo di Genova non si trovava
alcun esemplare di /7. /icas, il Dr. Lesne cortesemente me ne comunicò
47
dal Museo di Parigi. Ringrazio pertanto il Prof. R. Gestro, direttore,
e il Dr. F. Capra, conservatore, del Museo di Genova e il Dr. P. Lesne
del Museo di Parigi per | aiuto benevolmente accordatomi.
Heteronychus tenuestriatus Fairm. Nel Museo di Genova si
trovano i tipi descritti nel 1893 (6) cioè x e ® di Sciatalit nello
Scioa (Ragazzi, 1888); alla specie sono riferibili anche 5 esemplari
indeterminati e cioè 2 9. £ di Let Marefià nello Scioa (Antinori, 1881 )
e un’ altra 9 dello Scioa, senza precisa indicazione ( Antinori, 1878).
Tutti questi esemplari si presentano molto simili fra loro per la
grandezza (mm. 14,5 - 16) e per tutti gli altri caratteri.
Heteronychus sacchari n. sp. ( Fig. I, A) Castaneo- piceus,
nitidus, ventre pallidiore, antennis et palpis testaceis. Clypeus (Fig. 1, B)
dense rugosus, antice truncatus, margine vix reflexo, ad latera angula-
A B
Fig. 1. - Heteronychus sacchari Paoli A, Maschio (X 2); B, capo del
medesimo (X 10).
tus, dentibus duobus minoribus instructus; carina clypei distincta,
medio interrupta ; frons antice rugulosa, postice punctata; carina
frontis vix elevata, medio retrorsum angulata. Pronotum semicirculare,
fere omnino laeve, minutissime asperum, sulco marginali antice haud
profunde impresso, vix retrorsum obtuse rotundato-angulato, ad latera
profunde impresso, angulos posteriores vix superante. Scutellum impun-
ctatum, impressione mediana plerumque obsoleta ; mesosterni latera dense
rugolosa ; tibiae anteriores denticulo basali fere destitutae, intermedio
48
vix conspicuo, interdum obsoleto ;} maris tarsi ( Fig. 2, D) dimidiatam
tibiam circiter aequantes, inflati; elytra elongata, striis geminatis,
mediocriter impressis, punctis majoribus ornatis, quarta et quinta
caeteris brevioribus, sed dimidiatum elytrum superantibus; intervalla
paria (20m, 4m, 61m, 8m ) punctata, punctis magnitudine variis, sed
plerumque majoribus; quartum saepe punctis obsoletis ; elytrorum apex
densius punctatus. Pygidium haud gibbosum, nec carinatum, medio-
criter convexum, maris tertia parte superiori punctato rugosa, foeminae
tantum quinta parte, caeterum laeve ; margine posteriori angusto, medio
haud excavato. Fasciae stridulatoriae ( Fig. 2, C) superne grossae,
subparallelae, dein divergentes, angustiores, demum evanidae, interdum
convergentes. Aedeagus (Fig. 2, A, B) aduncus, fortiter curvatus,
parameris lateraliter medio inflatis, apice mucronatis. Longit. 13 - 15 mm.
Fig. 2 - MHeteronychus sacchari Paoli, ST A. B. estremità dell’ edeago,
veduto di fronte e di lato; C, fasce stridutanti; D, tarso anteriore
sinistro, veduto dal lato esterno. (X 12).
Habitat in Somalia italiana meridionale ad Villaggio Duca degli
Abruzzi (g77, Apr. 1926; T'9, Jun. 1931) et ad Mogadiscio (9 Nov. 1920).
Gli adulti di questa specie rodono la Canna da zucchero ( Sac-
charum officinale) sotto la superficie del terreno, praticandovi delle
escavazioni, con danno più o meno grave all’ intiera pianta; per
questo motivo essa è stata nominata e brevemente descritta in un
volume di entomologia agraria della Somalia (10), la cui pubblicazione
ha di poco preceduto la presente nota.
La specie, alla quale la presente maggiormente si avvicina, è
PH. licas Klug; tuttavia ne differisce principalmente per i seguenti
caratteri.
H. licas S
Fronte anteriormente rugosa e al
vertice liscia, lucida. x
Pronoto con orlo laterate stretto
e poco profondo.
Strie delle elitre assai superficiali
e con punteggiature piccole ;
la prima specialmente consiste quasi
solo della serie di punteggiature.
Intervalli fra le strie con poche
punteggiature piccole e quasi superficiali.
Pigldio con angolo posteriore ottuso
e larga fascia punteggiato - rugosa.
49
H. sacchari 04
— anteriormente rugosa, al vertice
punteggiata.
— più largo e più profondamente
inciso.
—. più profonde e con punteggiature
più grandi e più profonde ;
— profonda, con le punteggiature
confluenti posteriormente.
— con punteggiature più numerose e
più profonde.
— con angolo posteriore quasi retto,
con una ristretta fascia punteggiato -
rugosa.
Parameri dell’ edeago ottusi alle — con un mucrone apicale laterale
estremità. esterno. i
Lungh. mm. 19 secondo Péringuey; — 13,1 - 15,2.
11,5 - 19 sec. Jack.
Heteronychus consimilis KIb. Riferisco senza alcun dubbio a
questa specie sei esemplari indeterminati del Museo di Genova, quattro
dei quali (3 73 e 1 ©) raccolti dal Raffray in Abissinia, senza una
più precisa indicazione nè di luogo nè di tempo; e due gf gf raccolti
ad Adi Ugri in Eritrea da Nello Beccari nel 1905.
Sono tutti simili nell’ aspetto e nel colore. che è un nero intenso,
semi opaco, anche negli individui non logorati; la grandezza varia da
mm. 11,8 a 16,5. Secondo il Jack (8) due esemplari del Museo di
Londra, anche essi raccolti dal Raffray, presentano un solco obliquo
nella parte basale del sesto intervallo dell’ elitra; questo solco è
presente anche nei sei individui del Museo di Genova. Un carattere
che sembra particolare di questa specie, è la mancanza quasi costante
del solco marginale anteriore del pronoto, poichè soltanto una femmina
del Raffray (contrassegnata col N. 241) ne presenta appena una
traccia.
Heteronychus obtusifrons Fairm. Nel Museo di Genova si
trova il tipo, descritto nel 1893 (6), cioè una femmina raccolta dal
Ragazzi nello Scioa, Lago Cialalakà nel 1885 ed una femmina, deter-
minata, della regione Arussi - Galla ( Bottego, 1893). i
Molti degli esemplari indeterminati del medesimo Museo sono
riferibili a questa specie, e cioè 2 9 9 di Asmara nell’ Eritrea
( Ragazzi, 1893); 13 e 1 © di Antotto nello Scioa ( Traversi, 1885)
50
5 7g della regione dai Badditù a Dimè ( Bottego, 1896); 1 9 della
regione da Sancurar agli Amarr ( Bottego, 1896 ); 2 g o dello Scioa,
uno di Let Marefià e uno di L. Cialalakà (topotipo ? ) (Antinori, 1881);
finalmente 27 De 2 929 dell’ Uganda, Bussu Busoga (Bayon, 1909).
I cinque maschi di Badditàù Dimè, raccolti dal Bottego il 5 Luglio
1896, sono assai più piccoli (mm. 11 - 11,7) del tipo (mm. 14); ma
soprattutto differiscono per la tibia del 1° paio che ha i denti ridotti
di numero e di grandezza, (Fig. 3) fino a rimanere in un esemplare
soltanto l’ ultimo dente ed in un altro anche l’ultimo è ridottissimo ;
così tutto il lato esterno della tibia è completamente liscio, nè ciò è
arnie meo
Fig. 3 - Tibia anteriore destra di diversi individui di /fe/eronychus
obtusifrons Fairm. A, dell'esemplare tipo del Fairmaire; 8, C, D,
di tre individui maschi di Badditù - Dimè. (X 9).
dovuto affatto ad usura, come invece è frequente per questa causa,
negli F/eteronychus, lo spianamento delle asperità del clipeo e del suo
margine anteriore. Uno di questi cinque esemplari presenta anche una
bozza rilevata mediana sul pronoto, vicino al margine anteriore, la quale
non è affatto presente negli altri quattro; ima ad eccezione di questi
caratteri, che sono variabili nella stessa serie, nessuna altra differenza
si nota, neppure nell’edeago, che possa giustificare la separazione di
questi cinque esemplari dalla specie indicata. _
I quattro esemplari dell’ Uganda ( Bayon 1909) sono al contrario,
di mole piuttosto più grande, ma tutti i caratteri concordano col tipo.
Heteronychus plebeius Klug. Nelle collezioni del Museo di Genova
si trovano tre esemplari determinati, inviati dal Fairmaire, tutti del Ma-
dagascar, una 9 (Fairmaire 1872) una 9 (Fairmaire 1880) e un g dello
stesso entomologo, ma senza data.
La specie sembra endemica di Madagascar.
51
Il margine anteriore del clipeo è riferibile al tipo biangolato, ma
negli esemplari più freschi si nota V accenno ad un angolo mediano,
che conferisce un aspetto leggermente triangolare; la carena clipeale è
poco interotta a metà; quella frontale è costituita da due grandi archi
che si congiungono in mezzo in un angolo volto in dietro. Le elitre
presentano strie profonde evidentemente appaiate, cogli intervalli pari
più o meno densamente punteggiati. Le fasce stridulanti diritte, quasi
uniformi, poco divergenti. Il pigidio del y” è per oltre la metà rugoso
puntato; nella 9 presenta una carena trasversa e una meno evidente
longitudinale dorsale, lungo la quale la scultura è più scarsa. Nell’ e-
deago i parameri sono poco curvati e formano quasi un angolo retto
col pezzo basale; essi sono esili e diritti, senza alcun particolare
carattere.
Il colore è da castagno a nero; la lunghezza di mm. 12-10.
Heteronychus impudens Jack. La specie fu descritta nel 1923
dal Jack (8) su un solo gf di Abissinia; nelle collezioni del Museo di
Genova si trovano dieci individui, riferibili sicuramente a questa specie,
dei quali sei erano classificati come /H. arafor F.; il margine anteriore
del clipe0, non affatto triangolare, fa subito escludere tale determinazione,
mentre tutti i caratteri esterni e dell’ edeago concordano con quelli di
FI. impudens Jack. |
La seria degli esemplari è così costituita: 4 7 og e 2 99 di Argu
Agher nello Scioa (Antinori, 1877); 2 individui senza tarsi di Antotto
nello Scioa (Traversi, 1885); 1 7 di Sciotalit nello Scioa (Ragazzi,
1888); 1 © di Abissinia, senza altra indicazione (Raffray, N. 675).
Secondo il Jak la specie è nera; dei dieci individui del Museo
nessuno è nero ; la maggior parte sono castagni ferruginei, e qualcuno
è più scuro, quasi nero. La lunghezza è da mm. 8,5 a 12,5.
Heteronychus arator F. La somiglianza grandissima di diverse
specie fra di loro, la variabilità di alcuni carattteri e l’incompletezza
della diagnosi del Fabricius (3 e 4) e dei più vecchi autori hanno generato
molta confusione intorno al nome di /7. aratorj così ne è venuto che
sotto questa denominazione sono state classificate specie del tutto dif-
ferenti, ed individui simili sono stati descritti sotto nomi diversi. Tut-
tavia mi sembra che nove esemplari del Museo di Genova si possano
con sicurezza riferire alla specie indicata, almeno secondo i caratteri
precisati dal Jack (8).
52
DI
La serie è così composta: un {7 del Capo di Buona Speranza (Fair-
maire) classificato come /7. cricetus dal Fairmaire stesso; 2 go e 299
di Abissinia, senza altra indicazione (Raffray); 2 9g e 2 99 dell’Isola
di S. Elena (Deyrolle 1875), classificati sotto il nome di /7. sarctae-
helenae. Anche 2 99 del Museo di Parigi, cortesemente comunicate
dal Lesne, e provenienti da S. Elena (Coll. Chevret), considerate come
i. sanctae - helenae sono identiche a tutti gli altri esemplari del Museo
di Genova e devono quindi ascriversi ad /7. arator.
Il colore è castagno scuro, quasi nero; la lunghezza da mm. 10 a
13,5; in tutti l’edeago si mostra egualmente conformato; in tanta varia-
bilità di caratteri mi sembra utile mettere in evidenza una particolarità
del solco marginale anteriore del pronoto, il quale solco presenta una
leggera infossatura mediana, ove esso si allontana appena più dal mar-
gine del pronoto.
L’ H. sanctae - helenae Blanch. non è identificabile dalla diagnosi
originale (1), che manca dei caratteri essenziali, mentre quelli dati con-
vengono a molte specie; altrettanto si dica delle osservazioni e della
figura del Blanchard; vi si potrebbe anzi trovare una frase che non
collima cogli esemplari sotto occhio e cioè «les jambes antérieures tri-
dentées >» mentre che negli esemplari che ho esaminati, oltre ai tre
denti grandi e bene evidenti, si distingue un denticolo basale ed uno
intermedio; ma dato il modo superficiale, con cui la specie è descritta,
si può capire questa omissione.
Il Gemminger (7) pone 1/7. sanctae-helenae come sinonimo di 77.
arator F. ed è seguito dal Wollaston (13), mentre il Jack (8) non ri-
corda affatto IH. sarctae-helenae, neppure nella sinonimia.
Il Burmeister (2) pone 1/7. cricetus Hausm. come sinonimo di 77.
arator F.; ed il Gemminger (7) conferma nel suo Catalogo; ma il Kolbe
(9) mette invece in evidenza le differenze fra le due specie ed è se-
guito dal Jack (8). L’/7. cricetus è collocato dal Kolbe e dal Jack nel
1° gruppo, cioè fra le specie col margine anteriore del clipeo troncato,
non triangolare, ed ha l’orlo del pigidio con una escavazione mediana;
invece l/7. araftor è collocato nel II° gruppo, perchè il margine del
clipeo è triangolare ed inoltre l’orlo del pigidio non è scavato.
Effettivamente dalla diagnosi dello Scarabaeus crator e Geotrupes
arator date dal Fabricius (3 e 4) non si rileva alcuno di questi caratteri
e perciò a parer mio, per decidere, sarebbbe necessario di vedere gli
esemplari tipici, la qual cosa sembra che non sia stata fatta nè dal Bur-
meister, nè dagli altri.
L’esemplare del Fairmaire non può certamente riferirsi a #7. cricetus
53
nel senso inteso dal Kolbe e dal Jack, ma concorda invece, anche per
la struttura dell’edeago, coll’/7. arafor secondo la descrizione del Jack.
Heteronychus citernii n. sp. y° Casfaneo - piceus, nitidus, ventre
fere concolore, antennis et palpis ferrugineis. Clypeus (Fig. 4 A) antice
triangularis, margine anteriore ad latera anguli mediani modice reflexo
dense transverse plicato - rugosus: clypei carina in medio late interrupta;
frons antice ut clypeus rugosa, postice laevis ac duabus impressionibus
ornata; frontis carinae juxta oculos tantum distinctae. Pronotum laeve,
lateribus subparallelis, antice convergentibus, sulco marginali anteriore
sat inciso, vix retrorsum obtuse rotundato - angulato, ad latera profunde
inciso, angulos posticos non superante. Scutellum laeve; mesosterni latera
rugoloso - reticulata; tibiae anteriores dente basali et intermedio obtusis
instructis, tarsi 3/4 tibiae aequantes, modice inflati; elytra elongata striis
indistincte geminatis, parum impressis, sed punctis magnis ornatis;
prima autem stria antice solum punctis confluentibus instructa, dein in
sulcum laeve desinensj secunda antice evanida; tertia abbreviata, quarta
Ù
Fig. 4 - Heteronychus citernii Paoli. A, testa; B, fasce stridulanti; C, D, estremità
‘dell’ edeago veduta di fronte e di lato. (X 9).
et quinta breviores, dimidiatum elytrum paulum superantes; intervalla
punctis destituta, praeter octavum; elytrorum apex dense punctatus. Py-
gidium rotundatum in mare antice fascia abbreviata rugoloso - punctata
et ad angulos laterales binis utrinque impressionibus ornatum; margine
posteriore angusto, medio haud excavato; propygidium scabriusculum.
Fasciae stridulatoriae (Fig 4 B.) subrectae, divergentes, superne 6-7 co-
stis raris, dein strigis plurimis angustissimis, densissime stipatis, consi-
stentes. Aedeagus (Fig. 4 C D) curvatus, apice externe vix reflexo, pa-
rameris ad apicem vix dilatatis. Long. mm. 12.5, lat. 6,8.
Habitat: in Somalia italiana meridionale, Territorio del Rahanuin,
Sg unum legit cl. C. Citerni, cui species dicata, Oct. Nov. 1911 (Museo
Genuensi).
54
Ho considerata nuova questa specie, dedicandola all’illustre esplora-
tore, che raccolse l’unico esemplare; essa appartiene al gruppo di /7. ara-
tor F. ma da questa e da ogni altra specie si distingue per la fronte che
è superiormente liscia e ornata di due depressioni, per le due carene
della testa completamente obliterate nel mezzo e per le fasce stridu-
lanti, che ricordano piuttosto quella di 77. andersoni Jack della Colonia
del Kenia; infine per il pigidio con due impressioni ad ognuno degli
angoli laterali.
Heteronychus rugifrons Fairm. Nelle collezioni del Museo di
Genova trovasi una sola 9 classificata, inviata dal Fairmaire e da lui
raccolta in Madagascar (1880).
Heteronychus parumpunctatius Burm. Ritengo che due 99 rac-
colte da E. D’Albertis lungo il Nilo, nel Sudan fra Kartum e Gondo-
koro (Febbr. 1904), si possano riferire a questa specie; la descrizione
data dal Burmeister (2) è invero incompleta e quella del Jack (8) non
corrisponde pienamente, almeno se presa nel senso letterale.
Le differenze che si notano sono principalmente quelle relative alla
punteggiatura del pronoto, la quale non è così evidente come la de-
scrive il Burmeister, ma è visibile soltanto con forte ingrandimento e
non si distingue neppure con una semplice lente; il Jack però avverte
che il grado di punteggiatura varia considerevolmente.
I caratteri del capo collimano assai bene con quelli indicati nella
figura data dal Jack, ma la descrizione non sembra del tutto corri-
spondente alla figura stessa, poichè in quella è detto « clypeal carina.
indistinct in front of the eyes, widely interrupted medially and elevated
into a short rounded ridge on either side of interruption» mentre che
i due rilievi situati ai lati dell’interruzione della carena clipeale non
si vedono nella figura, nè esistono negli esemplari che ho veduti, nei
quali si può dire che la carena clipeale è ridotta a due coste piuttosto
brevi ed assai sporgenti, ma egualmente elevate in tutta la loro
estensione.
Ad ogni modo ritengo opportuno dare per intiero la descrizione
di questi due esemplari, femmine, poichè la mancanza di maschi non
permette di stabilire con sicurezza se gli esemplari appartengono alla
specie indicata o ad una nuova.
Il riferimento ad 77. parumpunctatus è anche appoggiato dal fatto
che i due individui, raccolti dal D’ Albertis, provengono dalla medesima
regione della Nubia di quelli tipici del Burmeister.
ei L
"x aaa
55
e Obscure castanea, fere nigra, ventre et appendicibus cephalicis
castaneis. Clypeus (Fig. 5, A) antice triangularis margine anteriore
sat reflexo, strigis transversis uudulatis ornatus; clypet carina prominens,
marginem lateralem non attingens, medio late interrupta; frons antice
ut clypeus insculpta, postice rugosa et punctata; frontis carinae juxta
oculos tantum distinctae, cum clypei confluentes. Pronotnm minutissime
sparse punctulatum, lateribus curvatis, sulco marginali anteriore sat
inciso, laterali angulos posteriores paulum superante. Scutellum laeve,
convexiusculumj mesosterni latera dense ruguloso - reticulata; tibiae an-
teriores denticulo basali instructae, intermedio destitutae; elytra elongata,
striis subgeminatis, parum impressis, punctis matoribus ornatis; prima
i
pi
/
sail ( [ È
i al
Fig. 5 - Zeteronychus parumpunctatus Burm. A, capo; B, fasce stri-
dulanti. (X 9).
autem stria antice punctis confluentibus repleta, postice evanidis; caete-
rae marginem anteriorem attingentes, quarta et quinta modice abbrevia-
tae; intervalla 6% et 8% punctata; elytrorum apex dense punctatus,
punctis superficialibus. Pygidium triplo latius quam longius, haud cari-
natum, fascia punctata brevi, angulis rugolosis, margine posteriori
angustato. Propygidium scabriusculum; fasciae stridulatoriae angustae,
subrectae, modice divergentes, superne paucis raris strigis formatae,
dein tenuibus stipatissimis. Long. mm. 14, lat. 7.
In quanto alla specie del Burmeister, nelle collezioni del Museo
di Genova si trova un esemplare raccolto a Keren nell Eritrea
dall’ Antinori nel 1871, classificato come /eferonychus parumpunctatus
Burm., ma non appartiene al genere, a cui
5)
è stato ascritto.
Heteronychus rudestriatus Fairm. Nelle collezioni del Museo di
Genova si trovano il tipo, descritto nel 1893 (6) ed un cotipo, rappre-
sentati da 2 9 9 di Antotto nello Scioa ( Ragazzi, 1885); alla medesima
56
specie appartiene un’ altra femmina indeterminata di Argu Agher nello
Scioa ( Antinori 1877).
Secondo il Jack (8) questa specie del Fairmaire potrebbe corri-
spondere all’ #7. fossor Reiche; non ho potuto vedere esemplari di
questa ultima specie, ma la descrizione e le figure date dal Jack non
corrispondono affatto agli esemplari tipici di rudestriatus; infatti
quest’ultimo autore a proposito del «fossor (=? rudestriatus)» si esprime
così: «< clypeal carina elevated, widely and completely interrupted; fron-
tal carina coalescing with clypeal on either side, extremely fine, trans-
verse or shallowly arcuate medially. »
Questi caratteri corrispondono a quelli dati dal Reiche (12) nella
diagnosi del fossor « fronte carinula obsoleta, undulata » la quale frase,
contrariamente ail’opinione del Jack, fu giustamente tradotta dal Fair-
maire (6) « fine carène ondulée »; ed il Reiche stesso nelle osservazioni
dice «une petite carène onduleuse peu marquée. »
Invece l'esemplare tipico di rudestriatus e gli altri due presentano
le due carene coalescenti e interrotte a mezzo, (Fig. 6, A) ma le due
branche terminano ognuna presso l’interruzione in un cornetto elevato,
conico piramidale, in modo che ne risultano due tubercoli; è dunque
ben giusto il carattere indicato dal Fairmaire (6) « fronte medio tuber-
culis 2 approximatis >».
Anche le fasce stridulanti sono nel rudestriatus tipico (Fig. 6, 8)
completamente diverse
da quelle disegnate dal
bcsagoa
— 3.0? Jack (8) per il fossor,
3 A poichè sono per due
= arinsia terzi formate da una
—i—£—p serie di grosse spor-
genze e soltanto nel-
Fig. 6 - Heterouychus rudestriatus Fairm. (Tipo) A, l’ultimo terzo da sottili
CARO AE TI: strie rilevate fittamente
stipate.
Resta dunque accertato che l’/7. rudestriatus Fairm. è specie buona
e ben diversa dal l’/7. fossor Reiche, per quanto ambedue siano fra
loro affini per il margine anteriore del clipeo che è arrotondato, senza
angoli nè denti.
Genova, R. Osservatorio per le malattie delle piante,
7 Aprile 1934, XII.
57
BIBLIOGRAFIA
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- Burmeister H. /andbuch der Entomologie, Bd. V, Berlin 1847.
- Fabricius J. C. Entomologia systematica emendata et aucta,
Tome I, p. 33. Hafniae, 1792.
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1801.
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Coquerel à Madagascar et sur les còtes d’ Afrique. <« Ann. Soc.
Ent. France, » 5 serie, Tome I, pag. 29- 78, Paris, 1871.
- Fairmaire L. Nofe sur les Coléoptères du Choa. « Ann. Soc.
Ent. Belgique, » Vol. XXXVII, pag. 9-50. Bruxelles, 1893.
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que aescriptorum synonymicus et systematicus. Tom. IV. Monachii.
1869.
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ronychus. Trans. Ent. Soc. London, 1923, p. 367 - 438, con 6 tav.
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- Kolbe H. Uebder einige Arten der Dynastiden - Gattung Hetrony-
chus. « Entom. Nachrichten, >» Bd. XXVI, s. 324 - 335, Berlin 1900.
- Paoli G. Prodromo di Entomologia agraria della Somalia Ita-
liana. Firenze, 1931 - 33.
- Péringuey L. Descriptive Catalogue of the Coleoptera of South
Africa (Lucanidae and Scarabaeidae). « Trans. South. Afr. Philo-
soph. Soc. » Vol. XII, 1901 - 902, pag. 1 - 920 (Gen. /eferonychus
pag. 511 - 525), Cape Town, 1902.
- Reiche L. Entomologie in Ferret et Galinier, Voyage en Abys-
sinie, Tome HI, Paris, 1847.
- Wollaston T. H. V. Coleoptera Sanctae Helenae. London 1877.
58
L. BoL.DoRI
RICERCHE IN CAVERNE ITALIANE
III serie (1932 - 1933)
La pubblicazione dell’ ’’Animalium Cavernarum Catalogus ,, di
Wolf mi fa ritenere utile comunicare le ricerche compiute nel decorso
biennio per far note alcune notizie inedite e di conseguenza renderne
possibile l’inclusione nell'opera predetta. Colgo altresì questa occasione
per correggere alcuni errori sostanziali che, causa una mia malattia,
non furono eliminati sulle bozze del mio precedente contributo ( « Altri
quattro anni di ricerche nelle caverne italiane. Le grotte d’Italia VI
(1932), p. 111- 129). Precisamente a pag. 114 deve aggiungersi che nel
« Buco della Volpe (57 Lo) » furono catturati da Ghidini gli isopodi:
Androniscus Boldorii Strouhal ed il 7richoniscus Mancinir Brian; a
pag. 125 al « Buco del Passo Nistola » da passarsi in sinonimia colla
« Caja di Lividino (86 Lo) » si deve sostituire il « Bus delle strie di
Monte Denervo >» che pertanto assume il N° 85 di catasto; a pag. 127
si deve leggere « la maggior area di diffusione di Speotrechus hume-
ralis Boldorii Jeann. rispetto a Speotrechus humeralis Dod. »; ed infine
nello schema di distribuzione dei coleotteri cavernicoli a-pag. 128 deve
leggersi: e) Duvalius Boldorii Jeann.; f) Duvalius Leonidae G. Mull. in
litt.
Grotte della Lombardia orientale
N. 1 Lo. Buco del Frate. 12 e 29 VI., 13. XI. 1932, 19. XI. 1933.
Nessun nome nuovo ho da aggiungere agli elenchi faunistici di questa
cavità che riconferma però sempre il suo grande interesse scientifico.
N. 30 Lo. Buco del Quai. 14. V. 1933. La grande quantità
d’acqua occupante il sifone d’ingresso mi rese impossibile le ricerche.
N. 31 Lo. Buco del laghetto. 10. IX. 1933. Con l’amico Ghidini
vi raccolsi Anfisphodrus Boldorii Dod., un batiscino ancora indetermi-
nato, molluschi, aracnidi (7rogloyphantes Gestroi Fage), miriapodi,
collemboli ed isopodi (Androniscus dentiger Verh.)
N. 71 Lo. Buco del Budrio. 25. IX e 2. X. 1932. Specialmente
nella visita del 25 IX fu riscontrato povertà di fauna nei detriti legnosi,
mentre i Duvalius abbondavano nel ramo argilloso (parecchi esemplari
apparivano immaturi). Pure presenti erano alcuni Speotrechus.
A I
eni ma
59
N. 80 Lo. Buco del Diavolo. 24. I. 1932. Anche in questa visita le
raccolte furono scarse. Non lontano dall’ingresso raccolsi i triconiscidi
Androniscus dentiger Verh. e Trichoniscus Mancinii Brian, nonchè
Paracnide Gyas fitanus E. S.
N. 85 Lo. Bus de le strie 30 X. 1932. Questa cavità, a forma di
breve pozzetto (12 metri), si apre nei pressi della strada Gargnano -
Costa Mignone, ad una quota di circa 800 metri, nelle pendici del Monte
Denervo, nei pressi di casa Samuel. Sul fondo terroso trovai una fauna
poco abbondante composta di Duvalius (in corso di studio), chernetidi
(Microbisium dumicola L. Koch.), acari, isopodi (Androniscus subterra-
neus noduliger Verh.), ragni (Trogolus tricarinatus L.), collemboli.
N. 88 Lo. Buco del Fico 12. VI. 1932. Anche per questa terza
visita devo riscontrare la strana scarsità di fauna già altre volte rilevata.
Su sterchi di volpe (?) vedo alcuni stafilinidi, ma nessun coleottero
cavernicolo, mentre nei punti di maggiore umidità raccolgo qualche
mollusco e numerosi isopodi (Androniscus Boldorii Strouhal e Tricho-
niscus Mancinii Brian). i
N. 116 Lo. Buco Coalghes 7. Il. 1932. Su esche raccolgo un paio
di Allegrettia e sul cono detritico uno Speotrechus.
N. 125 Lo. Bus Busatt 7. II. 1932. Con Ghidini raccolgo alcuni
esemplari di Batkysciola Allegrettii Jeann., larve di Arntisphodrus Bol-
doriî Dod., collemboli, miriapodi, isopodi (Androniscus dentiger); Verh.
ed un chernetide.
N. 141 Lo. Grotta di Val Mala. 10. IV e 8. V. 1932. Minuziose
ricerche mi fanno catturare un batiscino (in corso di studio) ed un
ortottero (7roglophilus) nel cunicolo interno e nella prima parte
miriapodi, isopodi (Androniscus dentiger Verh.), anfipodi (Niphargus),
collemboli e molluschi.
N. 143 Lo. Grotta della sestola 4. IX. 1932. È una piccola grot-
ticcella nei pressi di Marone (L. d’Iseo), che si apre sopra una note-
vole risorgenza con la quale, del resto, è in comunicazione interna-
mente. È di scarso sviluppo (pochi metri). Vi ho trovati frequenti gli
isopodi (Androniscus dentiger Verh.), pochi miriapodi, molluschi e
ditteri.
N. 148 Lo. Bus Tuel 21. VIII. 1932. Il terreno arido della grotta
non mi dà questa volta che pochi miriapodi ed isopodi (Androniscus
dentiger Verh.)
60
Grotte della Venezia Giulia
N. 7 VG. Grotta dell’orso a Gabrovizza 11. VI. 1933. All’ingresso
della grotta catturo un Laemostenus elongatus Dej. ( altro ne catturo, lo
stesso giorno, all’ingresso della vicina Grotta di Gabrovizza (6 VG.) ),
ed inoltre una decina di Orotrechus Mullerianus Schatz., che mi riuscì
poi di tenere vivi in allevamento per circa due mesi.
N. 620 VG. Grotta del Fumo. 15. VI. 1933. Raccolsi 2 Arnopht.
istrianus Ganglb. e diversi 7yphlotrechus e Leptoderus che portai a
Cremona per allevamento. I Lepfoderus morirono però parte in viaggio
e parte a Cremona, dopo appena pochi giorni, ed anche dai 7yphlo-
trechus non ottenni risultati notevolmente diversi. Non escludo però che,
per quest'ultimi, si possa riuscire. Forse in questo caso, come per gli
Orotrechus, usai argilla troppo bagnata. Negli allevamenti di caverni-
coli, anche meno delicati come i Laemostenus, ho notato che Pargilla
fangcsa non è gradita. Quindi anche per i cavernicoli umidità, ma non
eccessiva. |
Sono anche in grado di comunicare le seguenti determinazioni di
materiali per le quali mi è gradito rivolgere un vivo ringraziamento
agli amici che vollero studiare i materiali da me raccolti.
Isopoda (det. dr. Brian)
N. 29 Lo. Laca di M. Orfano. 7richoniscus sp. (? austriacus Verh.),
Androniscus dentiger Verh.
N. 96 Lo. Bus del prà de rent: Androniscus dentiger Verh.
N. 117 Lo. Bocola di Val Morina: Androniscus dentiger Verh.,
Trichoniscus Mancinii Brian, Mesoniscus cavicolus Carl.
N. 118 Lo: Tufera di Spinera: 7riconiscus Mancinti Brian, Andro-
niscus dentiger Verh.
N. 120 Lo. Lachetto di Monte Alto: Androniscus dentiger Verh.
Arachnida (det. dr. Fage)
N. 29 Lo. Laca di Monte Orfano: Porrhomma proserpina E. S.,
Leptyphantes pallidus Cambr.
N. 30 Lo. Buco del Quai: Nesticus eremita E. S,
«# Adalia 10 - punctataa. exulans Ma-
: der (fig. 1), — Questa ab. è nuova per
dell’elitra si può cosi esprimere: 1/2, 1,2,
601.
N. 96 Lo. Bus del prà de rent: 7Trog/okyphantes Gestroi Fage.
N. 120 Lo. Lachetto di Monte Alto : Troglohyphantes Gestroi Fage.
Diptera (det. dr. Séguy)
N. 1 Lo. Buco del Frate: Tephrochlamys rufiventris Meigen.
Geom. FRANCESCO VITALE
COLEOTTERI NUOVI OD ANCORA NON CITATI DI SICILIA
Dasytes flavescens a. unicolor Schils. — Battendo le erbe pra-
* tensi, dopo la mietitura del grano, nella contrada Sicamino del Villaggio
di Gualtieri, il 14-VI-1932, ho catturato numerosi esemplari di questa
a. nuova per la Sicilia.
Psilotrix cyaneus Ol.a. violaceipennis Pic — Il genere Psilotrix,
molto numerosamente rappresentato in Sicilia, offre delle variazioni cro-
matiche importantissime delle quali mi occuperò in apposito lavoro.
Debbo segnalare oggi questa a. nuova per la Sicilia, comune su varie
Asteracee e specialmente nella contrada Calamarà del Villaggio di Ca-
stanea, nei mesi di Aprile e Maggio.
le Danacaea distincta a. plumbea Desb. — Di questa a. nuova
per la Sicilia, ho catturato molti esemplari nelle contrade: Calamarà,
Ritiro, Scala, Faro Snperiore, ecc., nei mesi di Aprile e Maggio, fal-
ciando nei boschi cedui.
/Coroebus undatus Fab. — Bellissima specie, nuova per la Sicilia,
LAT il 23-V-32, battendo le chiome dei Cory/us avellana Lin., in
contrada Villerica in quel di Naso.
DI
la Sicilia, appartiene alla sez.: elitre a 13
punti, dei quali alcuni uniti, ed il disegno
5, 4+3+6. Un esemplare catturato battendo 1 2
le piante di noce il 20-VI-26 contrada Fig. l'Adolia/10- pariciaia a.
Calamarà. exulans Mader.
Adalia 10 - punctata a. Miilleri Vit. Pes a aria 10: panetatca,
Miilleri Vit. n. ab.
n. a. (fig. 2). Appartiene alla stessa sezione
della precedente ma il suo disegno viene cosi espresso: 1/2, 1, 2, 4,
62
3+6+5. Fu catturata in unico esemplare il 23-VI-32 a Calamarà, bat-
tendo la chioma dei noci; con gratitudine la dedico al chiarissimo
Prof. G. Miiller.
Adalia 10 - punctata a. guttatopunctata Lin. — Posseggo vari
esemplari di questa a. confusa con la /0 - pustulata Lin. catturati bat-
tendo la chioma dei noci, nei mesi di Giugno ad Agosto, nelle varie
contrade, Scala, Ritiro, Castanea, ecc. del Messinese. È nuova per la
Sicilia. |
Adalia 10 - punctata a. bimaculosa Herbst — Anche questa a.
nuova per la Sicilia, confusa con la. bimaculata Pont. l'ho catturata
assieme alla precedente, nonchè alla Favorita (Palermo).
Synharmonia conglobata a. intermedia Dep. — Posseggo in
molti esemplari tale a. del Depoli, del quale condivido pienamente le
osservazioni su le ab. cromatiche del tipo. Si cattura facilmente in quan-
tità nei mesi invernali sotto le scorze degli Eucalyptus.
Synharmonia conglobata a. multiconjunta Di questa a., nuova
per la Sicilia, posseggo molti individui catturati assieme al tipo ed alle
altre a. già note di Sicilia.
/Purpuricenus Koehieri a. apiciniger Dep. — Ho catturato un
| no esemplare di questa importante a. nella contrada Serro-Croce, del
Villaggio Superiore il 7-VIII-32 sui fiori di = discolor v. ulmi-
4. Schr.
‘’Othiorrhyncus moriger Reitt. — Con gli elatior Stierl., avevo con-
dui vari esemplari di questa specie, classificatimi ora dall’esimio Dott.
Lona. Si trova rara sul Lupinus luteus in fiore, nei primi di Maggio, in
contrada L. Licandro, alle porte della Città di Messina.
Polydrosus cervinus a. maculosus Herbst. — Ab. nuova per
la Sicilia, catturata in contrada Scala il 13-V-32, battendo le chiome
dell’Arbutus unedo Lin.
Polydrosus armipes a. Schònherri Faust. — Altra ab. nuova
per la Sicilia, catturata in contrada Gravitelli, battendo le chiome delle
Rosacee nell'Aprile e Maggio.
_Lixus elongatus v. constrictus Bohm. — Comunissimo nei mesi
“di Aprile e Maggio su le calatidi della Ga/actites tomentosa M. a. coe-
rulea Nic., e sul Carduus pycnocephalus Lin. in tutte le contrade Mes-
sinesi. È nuovo per la Sicilia,
63
L Smicronyx marmoratus Rey. — Posseggo 1 esemplare di questa
elegante specie, nuova per la Sicilia, catturato a Colla di Castanea il 20-
V-26, battendo le erbe pratensi. È nuova anche per l’Italia, giacchè il
Luigioni non la cita.
Tychius tessellatus Tour. — Debbo alla gentilezza dell'amico Hu-
stache, la determinazione di questa interessante specie, catturata in unico
esemplare in Ucria, 111-VIII-1908 in contrada Campi, falciando le erbe
di prato tra le quali erano molte Leguminose silvestri. Il Luigioni non
la cita per l’Italia.
Tychius femoralis Bris. — Altra specie nuova per la Sicilia, catturata
a Palazzo Adriano nel Dicembre 1910. Era stata confusa con le specie
vicine. SE
Sibinia argenteofulva Desbr. — N. 6 esemplari, catturati; 3 a Milì il
4-VIII-1925, e 3 a Linata il 9-VI1-1926. È specie africana, e nota solo
d’Algeria.
Anthonomus pomorum a. obsoletus Desb. — Catturai il giorno
11-VI-33 un esemplare di questa a. nuova per l’Italia, in contrada Pa-
radiso, falciando le piante erbacee sotto i Mandorli.
Sa Baris Joffrei Hust. — Importantissima cattura, essendo la specie
nota finora soltanto dei Pirenei orientali. Fu presa in contrada Leone,
prov. di Catania il 17-V 29. Il Prof. Hustache mi scrive che si nutre de
la Phlomis herbaventi Lin. Fu descritta negli An, Soc. Ent. Fr. 1926,
pag. 318.
Ceuthorrhynchus quercicola Payk. — Specie nuova per la Si-
cilia, catturata in unico esemplare nel Giugno 1921, falciando le erbe
di prato a Faro Superiore.
Ceuthorrhynchus larvatus Schit. — Un esemplare di questa
specie, nuova per la Sicilia, ho catturato a Colla di Castanea il 9-VI- 1915
su piante di Borrago officinalis.
Ceuthorrhynchus pleurostigma a. berteroae Pen. — L’Hu-
. stache crede che sia una a. del p/leurostigma Marsh. contrariamente al
Catalogo di Winkler. Ne catturai un es. a Ritiro il 1-V-1995, e uno a
Pezzolo il 16-IV-33. È nuova per l’Italia.
Di ‘ Gymnetron tetrum v. rufescens Lòden — Di questa a, nuova
per la Sicilia posseggo 3 esemplari, catturati 2 a Castanea il 6-V-30, ed
1 a Pezzolo il 25-V-32,
04
_ —Gymnetron netum Germ. — Specie nuova per la Sicilia. Ne pos-
seggo vari esemplari catturati il 15-VI-20 in contrada Mista di S. Teresa
di Riva; a Castanea il 3-VII-29, a Curcurace il 19-V-33.
Scolytus amygdali a. rufipennis Brancs. — Comune assieme al
tipo, sui Carrubi disseccati, in contrada Radia di Castanea.
Dr. CAPRA
— OSSERVAZIONI SUL TACHINUS MANUELI SHARP
(Col. Staphyil.)
Il Marchese Gian Carlo Doria, nipote dell’Illustre Fondatore del
Museo Civico « Giacomo Doria » di Genova e continuatore delle
nobili tradizioni della Famiglia, da alcuni anni va radunando copiose
collezioni entomologiche per il Museo di Genova, particolarmente nella
regione alpina di Courmayeur, dedicandosi anche a raccolte specializ-
zate, tra le quali importantissime quelle eseguite, tra non poche diffi-
coltà e con tenace diligenza, nelle tane delle marmotte. ll materiale
proveniente da questo singolare ambiente è attualmente allo studio ed
i risultati saranno resi noti appena possibile.
| Frattanto fra i più interessanti reperti del M.se Doria va segnalato,
per la sua importanza, quello di un esemplare gx di 7achinus Manueli
Sharp, specie rarissima, nota sinora solamente in altri quattro esem-
plari: Val Pesio: 1 c7’, Sharp ('), 15 e 1 9, Dodero (°), Basses Alpes:
Valle del Lauzanier, 1 g7, Marie (7).
Questo esemplare, catturato su un’esca a qualche decina di metri
dall'ingresso del « Trou des Romains », m. 1797 s. m., (antiche gal-
lerie artificiali) presso Courmayeur, mentre estende notevolmente l’ha-
bitat della specie (‘), mi offre l’opportunità di dare alcune notizie sul
Tachinus Manueli per correggere inesattezze ed errori riscontrati nella
letteratura.
(1) Sharp D. - Bull. Soc. Entom. Ital., VI, 1874, p. 318.
(2) Dodero A. - Boll. Soc. Entom. Ital., LIV, 1922, p. 68.
(3) Marié P. - Bull. Soc. Entom. France, 1928, p. 13.
(4) Bernhauer, Coleopt. Catal. Junk, vol. V (pars 67, 1916) p. 483 e Scheerpeltz, ibid.
vol. VI (pars 130, 1934) p. 1508, aggiungono anche l’ Abruzzo, ma nessuno degli Autori da
oro citati nota tale località. Anche Luigioni, I Coleott. d’Italia, 1929, p. 248, cita solo la
Val Pesio.
Re
PARTIRE II
ari
| profondamente impresso di quello dei
65
Grazie alla cortesia del Sig. A. Dodero ho potuto confrontare
l'esemplare della Val d’Aosta: con quelli di prevenienza tipica (Val
Pesio) della sua collezione ed accertarmi della sua identità specifica;
unica differenza notata è la sottile linea del pronoto che nel 7 di Val
Pesio è più impressa mentre in quello di Val d’Aosta essa è appena ac-
cennata e perfettamente simile a quella della © di Val Pesio ed a quella
che si osserva anche in altri Tackinus (per es. humeralis Gravh.).
Mentre Sharp e tutti gli altri Autori danno una lunghezza di 11
mm., nei tre esemplari in esame questa si aggira sui 9 mm.; ciò non deve
stupire trattandosi di un Stafilinide, quindi ad addome estensibile, e sa-
pendo quale ampiezza di variazione si riscontra nelle altre specie con-
generi. La larghezza del pronoto è di circa 2,7 mm. come indica
“anche Sharp.
Nero lucido, compresi i margini del pronoto e le elitre (élitres très
noirs, Sharp I. c.), tergiti a margine posteriore translucido e bruno,
il 7° con l’orlo bianco (specie alata!); zampe coi femori completamente
nero-bruni, tibie e tarsi rossastri.
Capo con sutura ad A abbastanza evidente, a punteggiatura un po’
più fitta e zigrinatura tra i punti uguale a quella del pronoto. Antenne
con tutti gli articoli allungati, il 5° distintamente un po’ più lungo del 6°.
Pronoto ad angoli posteriori ottusi ma marcati, solo all’ estremo
vertice strettamente arrotondati (come in 7 rufiperznis Gyllh.); margini
anteriore e posteriore con un orlo meno
margini laterali, ma evidente e completo.
Il pronoto, tra i punti fini e radi,
ha una zigrinatura a lineette trasver-
sali con scarse anastomosi (fig. 1); anche
i tergiti e gli sterniti presentano una
microscultura simile.
Le elitre hanno traccie di 5 o 6
strie longitudinali, punteggiatura pro-
fonda, a punti circa del doppio più Tachinus Manueli Sharp
larghi di quelli del pronoto, un po’ Figg. / Microscultura del pronoto
irregolarmente distribuiti, non granu- 2: dele Dire.
losii Tra i punti vi è una distinta
microscultura a reticolo a maglie poligonali pressapoco isodiame-
triche, le quali, specialmente verso i lati, tendono ad un allineamento
trasversale (fig. 2), Marié (I. c.) attribuisce invece una punteggiatura re-
mm. 0,4
66
golare e quasi granulosa e Porta (') erroneamente pone il Manueli tra
le specie ad elitre non zigrinate.
L’addome presenta nel mezzo del 3° e 4° tergite due macchiette
oblique, pruinose, bianche, sul 5° ridotte a due impressioni lineari assai
più piccole e più distanti, difficilmente visibili.
L'8° tergite ha il lobo mediano leggermente inciso all’apice, una
grande setola sui margini laterali presso la base, un’altra all’apice dei
lobi laterali, 3-4 assai più brevi per lato sul lobo mediano, inoltre al-
cuni peli più sottili e brevi lungo i margini laterali (fig. 4).
Il 5° sternite è con punteggiatura grossolana e rada ai lati, più fitta
‘alla base; spianata nel mezzo, dove la punteggiatura è posteriormente
più fina e fitta; lateralmente alla depressione i punti tendono ad alli-
nearsi in senso longitudinale e gli intervalli tra i punti formano finis-
sime carenule. La smarginatura è profonda ed ampia (meno ampia,
meno arrotondata e lateralmente limitata da angoli più ottusi che nel
rufipennis Gyllh.), con due setole per lato, una interna e più breve
al limite della zona granulosa, l’altra esterna, quasi del doppio più
lunga, all’inizio del tratto rettilineo posteriore (fig. 3); in ciò non concorda
con quanto dice Luze (?): <« die beiden anderen (cioè le setole esterne)
aber sich nahe der Stelle befiden, wo der Hinterrand des Ringes in
den Seitenrand iibergeht », che si basò su uno schizzo, evidentemente
inesatto, inviatogli da Sharp.
Lobi del 6° sternite gradatamente attenuati, ricurvi in basso, faccia
interna profondamente scavata a doccia fino alla base.
Marié (1. c.) ha ridescritto il Tackinus Manueli, ma la sua descri-
zione e la figura, disegnata da L. M. Planet, non concordano con gli
esemplari da me studiati, per es., per il colore più chiaro delle zampe,
delle elitre e dei margini del pronoto, dovuto forse ad immaturità
del suo esemplare, per la punteggiatura delle elitre regolare e granu-
josa, per le macchiette pruinose («tubercoli » secondo Marié) solo
sul 4° tergite; la figura poi dà l'impressione di un insetto più snello,
con le setole laterali del 7° segmento add. (5° sternite) più lunghe, ecc.
Ciò potrebbe far pensare che Vinsetto di Marié appartenga ad un altra
specie vicinissima al Manuelî, ritengo però molto improbabile tale ipo-
tesi ed attribuisco le sconcordanze ad inesattezza di osservazione da
parte di detto Autore.
Marié inoltre ha staccato il Manzeli Sharp dal genere Tachinus
creando per esso il nov. gen. Neocharidius (= Neocharis Marié 1928
(1) Porta A. - Riv. Col, Ital., III, 1905, p. 167 e Fn. Coleopt. Ital., II, 1926, p. 129.
(2) Luze G. - Verh. k. k. zo ol. bot. Ges. Wien, L, 1900, p. 480.
67
nec Jacoby 1881) ('), ma i caratteri dall’ A. indicati, non sono certa-
mente di valore generico ma solamente specifico e spesso comuni ad
altri Tachinus, coi quali evidentemente l’ A. non ha confrontato il Manueli.
La sua statura, 9-11 mm. non è molto superiore a quella di altre
specie: Zachinus rufipennis Gyllh.: 7 mm., 7. fimbriatus Gravh. (del
N. America): 9 mm., 7. humeralis Gravh.: 6-8 mm., 7. (Drymoporus)
elongatus Gyllh.: 6-9 mm.; la sua forma non è più depressa che nel
I. subterraneus Lin. L’addome non è più acuminato che nei 7. ruft-
pennis Gyllh., 7. humeralis Gravh. ecc; il pronote non è più trasversale
che in altre specie.
Tachinus Manueli Shatp Sf
Fieg. 3. Sternite 5° - 4. Tergite 8° (Maggiormente ingrandito).
Le elitre sono striate non solo nel Marnzeli, ma traccie di strie si
notano per es. in 7. humeralis Gravh., 7. proximus Kr., T. fimetarius
Gravh. ecc. e strie ben più profonde che il Marnzeli hanno il 7. fim-
briatus Gravh. ed il 7. (Drymoporus) elongatus Gyllh. La sutura e più
o meno depressa in avanti e un po’ rilevata indietro anche in altre
specie, per es. 7. rufives De Geer, 7. fimetarius Gravh., IT. subter-
raneus L., T. fimbriatus Gravh.
I punti più grandi dei tergiti si riscontrano anche in altri 7ackinus,
per es.: Aumeralis Gravh., pallipes Gravh., subterraneus L., rufipes
De-Geer., ecc. |
L’8° tergite del Y" è inciso all’ apice, e non indiviso come
scrive Marié (mentre nella sua figura è evidente l’incisione).
Le zampe allungate sono assolutamente simili a quelle del 7. ruft-
pennis Gylih. (*) e le anche intermedie non sono per nulla più distanti
fra loro che nelle altre specie.
(1) Marié P. - Bull. Soc. Ent. France, 1928, p. 13 e 86.
(2) Gyllenhal L. - Fn. Suec. II, 1810, p. 260, scrive « pedes elongati» mentre per le
altre specie indica « pedes validi» o non fa cenno. Realmente il 7. rufipennis ed il 7.
Manueli hanno le zampe distintamente più lunghe che le altre specie a me note.
68
Perciò il gen. Neocharidius Marié non ha, per ora, motivo di es-
sere mantenuto neppure come sottogenere di Tackinus.
Portevin poi ('), male interpretando la descrizione e fa figura di
Marié, attribuisce al Manueli sutura carenata e strie suturali ed erro-
neamente pone Neocharidius tra i Bolitobiini. Scheerpeltz però non
accettò questa opinione e pose Neocharidius prima di Tachinus (?)
In conclusione il Manzeli Sharp è un vero Tachinus vicino al ru-
fipennis, per il pronoto ad angoli posteriori marcati e con i margini
anteriore e posteriore orlati, per le zampe allungate, per la forma e la
chetotassi del 5° sternite; da esso però differisce per il colore, per la
zigrinatura delle elitre molto visibile (?) per la forma dell’8° tergite del Y
e della 9, ecc.; ma le esatte affinità potranno meglio essere stabilite
quando un più abbondante materiale potrà permettere un esame mor-
fologico, specialmente dell’apparato Sa del 7. Manueli i in confronto
con le altre specie.
REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE
VIII
45.- Bruchidius Gagliardii Pic (Col. Laridae). - Frai Lariidi che
ho raccolti in Toscana nel triennio 1930-32 il Sig. M. Pic ha rinve-
nuto questa nuova specie di Bruchidius, che ha descritta nel periodico
« L’Echange » (Anno 49° -« N. 454 - Nov, 1933 - p. 14), gentilmente a.
me dedicandola.
Di questa specie ho catturato vari esemplari (in coll. Gagliardi e
Pic) nel Luglio 1930, sulle ombrellifere delle colline negli immediati
dintorni di Antignano: ario; sembra quindi trattarsi di una specie
littoranea. |
Può forse essere considerata, si domanda il Pic, come una varietà
di B. varipes Boh.? Dalla descrizione di questa specie si rileva che da
essa differisce per le elitre macchiate di fulvo presso l’estremità e per
(1) Portevin G. - Hist. Nat. Col. France, I, 1929, p. 327.
(2) Scheerpeltz O. - Col. Cat. Junk. VI (pars 130, 1934) p. 1508.
(3) Il 7. rufipennis Gylih. ha le elitre praticamente liscie, ma a forte ingrandimento,
e sotto certe luci, si possono vedere traccie di una microscultura simile a quella del Ma-
nueli. Ricordo infine che il rufipennis, pur evendo le antenne un po’ più brevi che il
Manueli, ha anche il 10° articolo più lungo che largo, contrariamente a quanto dicono
Ganglbauer (Kaf. Mitteleur., II, p. 346) e Porta (I. c.).
69
le antenne completamente nere, senza macchia testacea alla base. La
colorazione delle zampe è variabile: tutti i femori, o solamente gli ante-
‘| riori o i medi, sono diversamente macchiati di fulvo e le tibie medie
ed anteriori, per un tratto più o meno lungo, sono ordinariamente
testacee.
DOTT. ING. A GAGLIARDI.
46 - Nanophyes gracilis Redtb. (Col. Curcul.). - Specie non co-
mune e piuttosto meridionale, nota finora, oltre che per le isole (Sard.
e Sic.), per il Lazio e il Napoletano. - Nel Luglio 1931 ne ho raccolto
un esemplare in Toscana (Mugello - M. Giovi) la cui determinazione
debbo alla cortesia del Dott. Solari, che mi è grato di ringraziare
qui ben sentitamente.
DOTT. ING. A. GAGLIARDI
47 - Gymnetron melanarium Germ. (Col. Curcul.). - Anche
di questa rara specie, nuova per la Toscana, ho catturato un esemplare
in Mugello (M. Giovi - V. 1930), determinato dal Dott. Solari. - Era
stata finora citata per il Piemonte e la Lombardia.
DOTT. ING. A. GAGLIARDI
48. - Dictyopterus aurora Herbst. (Col. Canthar.) - Non credo
che da alcun entomologo il Dictyopterus aurora sia mai stato raccolto
in Italia in numero rilevante di esemplari. Ritengo pertanto opportuno
segnalarne una cattura abbastanza abbondante da me fatta nel bosco
del Tombolo, presso Pisa, il 9 Aprile 1932.
Verso le 17, catturai alcuni esemplari di Dictyopterus aurora svo-
lazzanti sulle felci intorno a una ceppaia di olmo infracidita e tarlata:
e notai che alcuni altri esemplari erano posati sulla ceppaia. Coll’accetta
che avevo meco, spaccai buona parte della ceppaia e trovai numerosi
altri Dictyopterus. Molti di essi erano in copula, altri in gruppi di tre
o quattro, uno sul dorso dell’altro. L’oscurità supraggiunta mi impedì
di osservare le ceppaie vicine e di tentar di cercare una spiegazione
dell’agglomeramento. Tre giorni dopo, ritornato nella stessa località,
non potei trovarne che due esemplari mutilati. II numero complessivo
di esemplari raccolti fu di circa 150, dei quali moltissimi mutilati. Po-
chi giorni dopo ne trovai tre esemplari sui muri dell’interno della città
di Pisa. Il Dictyopterus aurora non era ancora stato segnalato della
Toscana.
L. STRANEO
10
Borse di studio per fitopatologi ed entomologi agrari
La Gazzetta Ufficiale del 26 Aprile 1934 pubblica il Decreto del
Ministero dell'Agricoltura col quale è aperto il concorso per esami e
titoli a otto borse di studio da lire 8.000 ciascuna, della durata di 12
mesi dal 1 luglio 1934, di perfezionamento nelle discipline fitopatolo-
giche presso il R. Istituto di ricerche e di sperimentazione per la fito-
patologia o presso i RR. Osservatorii per le malattie delle piante, da
conferire a giovani italiani che abbiano conseguito la laura in scienze
agrarie o in scienze naturali da non oltre quattro anni. Le domande
dovrano pervenire al Ministero della Agricoltura entro 60 giorni, dalla
data di pubblicazione del Decreto. L’esame consisterà in una prova
orale sulla patologia vegetale o sulla entomologia agraria ed avrà luogo
nei giorni 25 e 26 Giugno p. v. |
RECENSIONI
Prof. Guipo PaoLI. - Prodromo di Entomologia Agraria della So-
malia Italiana. - Biblioteca Agraria Coloniale, Firenze, Istituto -
Agricolo Coloniale Italiano, 1931-1933. pp. 1-426; 198 figg.
Il Prof. Paoli ha semplicemente definito questo suo volume: « Re-
lazione di una Misssione compiuta al Villaggio Duca degli Abruzzi in
collaborazione col Dr. Alfonso Chiaromonte dell’ Istituto Agricolo Co-
loniale Italiano ». Ma il grande valore e la singolare inportanza dell’opera
non potrebbero meglio essere sinteticamente precisati che colle parole
stesse che il Generale Senatore Luigi Bongiovanni, R. Commissario
dell’Istituto Agricolo Coloniale Italiano, ha scritte nell’introduzione del
libro, dedicandolo all’ Augusto Assertore dell’agricoltura somala, il
compianto Duca degli Abruzzi: « Il Prodromo di Entomologia agraria
della Somalia rappresenta in realtà non soltanto lo studio precursore
di ogni altro sugli insetti nocivi alle coltivazioni della nostra Colonia,
ma è un’opera organica, quale non è stata fatta finora per nessuna
delle colonie e stati africani, ad eccezione forse dell’ Egitto.
« Molti infatti sono i laboratori agrari che funzionano da un capo
all’ altro del continente africano e copiosa ne è la produzione scienti-
fica su particolari forme nocive, ma non v'è ancora alcun trattato che
riguardi tutte le culture di una regione, compilato con quella ricchezza
71
d’osservazioni e di dati che si trova in questo Prodromo che è tale da
poter stare a confronto colle opere che riguardano gli insettti europei
che si studiano da secoli.
«Un tale lavoro è anch’esso un indice della rinnovellata mentalità
ed attivita italiana e porta la nostra nazione ad un primo posto in fatto
di studi entomologici coloniali ».
Che, se poi, da uno sguardo generale al volume, dall’ampiezza e
organicità della trattazione, dalla elegante e accurata veste tipografica,
dalla magnifica e ricca iconografia, quasi per intero originale, su ottime
fotografie e magistrali disegni dello stesso Autore, si passa ad un esame di
dettaglio, i pregi veramente cospicui dell’opera vanno man mano preci.
sandosi, rivelando quale somma dl osservazioni e di studi, quale dili-
genza di indagini, in un campo in grande parte inesplorato, quanta co-
scienza e rigore scientifico sieno stati necessari per poter raggiungere
un risultato di tanta mole e sopratutto di tanto valore.
Le osservazioni e le raccolte, l'esame. continuato delle infestazioni,
dei danneggiamenti, lo studio delle fasi biologiche, cogli allevamenti
sperimentali e la ricerca accurata degli agenti naturali favorevoli o av-
versi allo sviluppo di ogni singola specie, le esperienze sull’efficacia dei
vari metodi di lotta, sono stati fatti dal Paoli e dal Chiaromonte diret-
tamente sul posto, con lunghi soggiorni in colonia, al Villaggio Duca
degli Abruzzi e alle concessioni governative di Genale, favoriti dai
mezzi tecnici messi a disposizione dalla Società Agricola Italo Somala
‘e dalle Autorità coloniali. Ma è stato indispensabile un lungo e inde-
fesso lavoro di diversi anni per il coordinamento e l’illustrazione di una
cosi grande messe di fatti e di dati raccolti, per la classificazione delle
specie, alla quale il Paoli ha voluto far collaborare una fitta schiera di
‘eminenti specialisti, onde assicurare alla propria opera la più assoluta
precisione scientifica, e per l’ ingente mole delle ricerche e dei riferi-
menti bibliografici che hanno permesso una perfetta messa a punto su
tutte le questioni trattate. Non poche delle specie raccolte sono risultate
nuove e sono state via via descritte nei periodici entomologici e spe-
cialmente nelle pubblicazioni della nostra Società. Tutti gli artropodi
che hanno comunque importanza agraria sono diffusamente illustrati
nelle loro manifestazioni in tutti gli stadi di sviluppo e in rapporto
colle condizioni ambientali locali, con ampia descrizione dei danni pro-
dotti e delle misure di lotta preventiva e repressiva. Oggetto di parti-
colare e più diffuso esame e studio sono stati, come è naturale, i dan-
neggiatori delle colture di maggiore importanza economica per la
Somalia, quali il cotone, il sesamo, il granoturco e la canna da zucchero.
12
&
Ma non minore è la diligenza che l'Autore ha posta nella trattazione
di tutte le altre materie e merita, tra l’altro, di essere particolarmente
segnalata la cura minuziosa con cui sono stati osservati, studiati ed
illustrati i parassiti delle specie nocive.
Il Prodromo del Prof. Paoli fa dunque molto onore alla Scienza
italiana e costituisce una base solida e sicura per l ulteriore sviluppo
dell’entomologia agraria, non solo dello Somalia, ma dell’Africa in ge-
nerale.
F. INVREA
B. Wotr. - Animalium Cavernarum Catalogus. Pars I., W. Junk Edit.
Berlino 1934. (Band I pagg. 1-10; Band II pagg. 1-32; Band HI
pagg. 1-64).
Coi tipi di Junk, nella ben nota serie dei « Catalogus », è uscito il
1° fascicolo dell’ « Animalium Cavernarum Catalogus » dello speleologo
dr. Benno Wolf. Il fascicolo, oltre ad una introduzione dovuta alla penna
del dr. Dudich, comprende i primi « sedicesimi » di siascuna delle tre
parti dell’opera: i° Bibliografia; II° Catalogo delle grotte; III° Catalogo
degli animali. Poco vi è da dire sulla prima parte che, naturalmente,
non si discosta dai comuni elenchi bibliografici. Ma le altre due parti
fanno subito apparire l’immane lavoro compiuto dall’amico Wolf, al
quale mi piace inviare qui l’augurio di saper varcare l ottantesimo ed
il centesimo anno di vita con la stessa baldanza con la quale lo vedo
procedere, sessantenne, negli impervi sviluppi dell Abisso della Mad-
. dalena. Dissi «immane lavoro » e l'aggettivo non pare improprio perchè
il Wolf, di ogni grotta non azoica, riporta, dove è possibile, una po-
stazione approssimativa, la citazione delle opere trattanti la descrizione
e la fauna della grotta stessa, nonchè I’ elenco degli animali rinvenuti,
mentre nel « Catalogo degli animali » cita per ogni specie le sinonimie,
le opere che parlano della specie e le grotte nelle quali l animale è
stato rinvenuto. Da ciò l'immediata praticità dell’opera del Wolf per
la precisa ricerca dell’area di dispersione delle specie e per il carattere
faunistico di una data regione carsica. Siamo dunque non molto lon-
tani da una fauna cavernicola del Mondo. Fauna naturalmente incom-
pleta perchè le esplorazioni non si sono egualmente svolte nelle varie
regioni con gli stessi indirizzi e con la stessa intensità, ma fauna che,
purtuttavia, raccoglie preziosissimi indizi per chi si aggira o si accinge
a penetrare nei campi della biospeleologia.
Ho detto « animali rinvenuti» e non a caso perche nessuna distin-
zione è fatta fra i troglobi ed i troglofili ed inoltre non mancano gli
13
« accindentali >» (come il Cychrus rostratus della Hermanns HOhle), ma
una tale distinzione non era possibile in un lavovo di tanta mole.
Forse anche utile sarebbe stata la citazione delle grotte riscontrate
azoiche nell'unica visita fattavi dal ricercatore, tanto più che la loro
importanza non è certo diversa, nel campo biologico, da quella di
grotte riportate solo per esservi stati rinvenuti Cu/ex pipiens, Meta me-
nardi od altri simili animali, infestanti ogni anfrattuosità fresca del ter-
reno. Ma, a giustificazione del compilatore, bisogna riconoscere che, senza
una precisa divisione anche solo formale, tutte le grotte avrebbero po-
tuto trovare ospitalità nell’ opera e fra esse, naturalmente, le oltre 3000
grotte della Venezia Giulia. Qualche altra critica qua e là si potrebbe
fare e prima fra tutte, per noi italiani, la dizione straniera per grotte
italiane (Rekah6hle, Lindner grotte, Magdalenengrotte e specialmente
Adelsberger Grotte). i ;
In opera cosi vasta anche qualche lacuna è inevitabile. Cosi nell’elenco
bibliografico non vedo citati i seguenti lavori di cui alcuni interassanti
la nostra fauna:
1932 - Absolon K. u. Landrock K. Eine neue eualpine Hòhlenbe-
wohnende Fliege aus der Herzegowina - Konowia, Bd. XI, Heft 4,
p. 260-272.
1933 - Absolon u. Lang. Uber Macrochaetosoma troglomontana n. .
gen. n. sp. (Diplopoda) aus den Sudyllyrischen Karstgeb. - Zool.
Anz., Bd. 101, p. 137-143.
1933 - Absolon K. O Temnostnich Balkanskych Titanethech - Priroda
XXVI, 2/3.
1903 - Alzona C. Note sulla fauna delle caverne italiane. - Riv. It. di
speleologia; I, p. 10-17.
1903 - Alzona C. Nota preliminare sulla fauna delle caverne del Bo-
lognese - Riv. It. spel. I, fasc. III, p. 11-14.
1900 - Bensa P. Le grotte dell'Appennino ligure e delle Alpi Marit-
time. - Bollettino Club Alpino Italiano, XXXHI, p. 81-141.
1930 - Beier M. Neue Hohlenformen der Gattung Chfhonius (Pseu-
dosc.) - Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, LV (1930), p. 71-74.
1931 - Beier M. Zoologische Streifziige in Attika, Moreen etc. - Abh.
Nat. Ver. Bremen, Bd. XXVIII, p. 91-100.
1903 - Bezzi M. Alcune notizie sui ditteri cavernicoli. - Riv. It. di Spe-
leologia, I, fasc. II, pag. 8-10.
14
1918 - Brian A. Esplorazione di alcune caverne nell’Alta Val Tanaro
presso Garessio - Mondo Sotterraneo, XIV, n. 1-6.
Di conseguenza alcune lacune devono esistere nell'elenco degli
animali, come, ad esempio, non vedo citato /7elodrilus constrictus Rosa
per il Covolo della guerra (Cognetti 1903).
Ma, a parte queste ommissioni che, segnalate all'autore, potranno
essere comprese in un supplemento finale, non si può che congratularsi
col Wolf per l’opera cospicua ed utile.
L. BOLDORI
RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE
riguardanti la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee
XIVE():
Coleoptera
Peyerimhoff P. de — Les /arves des Coléoptères, d’après A. G. Bò-
ving et F. C. Craighead et les granas critériums de l’ordre. — Ann.
Soc. Ent. France, CII, 1933, pp. 77-100.
Analisi, discussione, saggio di un raggruppamento naturale dei
Coleotteri.
Schauberger E. — Zur Kenntnis der palcartktischen Harpalinen.
(Zwòlfter Beitrag). — Wien. Entom. Zeitg., 50. Bd., 1933, p. 64-78.
Harpalus (Ophonus), parallelus Dej. subsp. Millerianus nov. di Zara.
Théry A. — Note synonimique sur Anthaxia scutellaris Géné - Bull. Soc.
Ent. France, XXXVIII, 1933, p. 45.
Il nome scufellaris Gené ha la priorità su viminalis Cast. € Gory.
Vitale F. — Fauna coleotterologica Sicula, Scaphiidi ed Histeridae —
Atti R. Acc. Peloritana 1929, VIII, p. 107-146.
Zumpt F. n Curculioniden- Studien. X. Neue und alte Eusomus-und
Polydrosus-Arfen. — Wien Ent. Zeitg., L, 1933, pp. 83-92,2 fig.
Polydrosus (Chaerodrys) derosasi n. sp. della Sardegna.
(1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società
Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori
per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra.
T5
Strepsiptera
Silvestri F. —— Descrizione della fennmina e del maschio di una nuova
specie di Mengenilla Fofeneder (Strepsiptera). — Boll. Labor. Zool.
gen. agr. Portici, XXVIII, 1933, pp. 1-10, VIII gruppi fig.
Mengenilla quaesita n. sp. di Pisciotta (Salerno); della stessa loca-
lità è anche citato Foxenos Laboulbenei Peyerim. (Iberoxenos primi-
tivus Bol.)
Orthoptera
Barigozzi C. — L’unicità della specie « Gryllotalpa gryllotalpa L. >» e.il
suo ciclo biologico. — Boll. Lab. Zool. gen. agr. Portici, XXVII,
1933, pp. 145-154; 2 figg. |
Per quanto la Gry//otalpa gryllotalpa L. presenti stipiti a corredo cro-
mosomico diverso non si osservano differenze morfologiche e bioiogiche
tali da permettere una distinzione in forme diverse. Osservazioni sul
ciclo biologico nei dintorni di Pavia.
Bey-Biencko G. — Orthoptera palacaretica critica. XI. The group
Chrysochraontes (Acrid.) — Eos, Rev. Espan. Entom., VIII, 1932,
pp. 43-92, 13 gruppi figg.
Interessano Chkrysochkraon dispar Germ. e Euthystira brachyptera
Ocsk. (Euthystira Fieb. 1853 = ZFogeacris Rehn. 1928).
Burr M. — Brachypterous Farwing. A Problem for Field Workers.
-- Entom. Record a. Journ. of Variat., XLIV, 1932, pp. 98-99.
Forficula decipiens Gené sarebbe forma di F. /urida; F. silana
Costa di F. auricularia.
Cousin G. — Sur l’Aybridation de deux espèces de Gryllidae (Acheta
campestris et bimaculata) — Bull. Soc. Ent. France, XXXVIII, 1933,
pp. 189-192, pl. 1.
Chopard L. — Les Orthoptères cavernicoles de la Faune paléarctique.
— Arch. Zool. expér. gén., 74, 1932, pp. 264 - 286, 24 fig. (Bio-
speologica n. LVII). |
Tabella di determinazione, catalogo; affinità e distribuzione geo-
grafica, caratteri di adattamento e popolamento delle grotte, costumi.
Di Cairano V. — L’invasione delle cavallette in Tripolitania nel
1932 — Rassegna Economica delle Colonie, Roma 1932, n. 9-10
pp. 977-1018, 29 figg., 1 carta.
Tratta della Schisfocerca gregaria.
70
Garavini G. e Paoli G. — La J/otta contro le Cavallette in provincia di
Roma nel 1932. — Nuovi Annali Agricoltura, Roma, XII, 1932,
p. 511-530, 21 figg.
Notizie sull’estensione e intensità dell’infestazione; nella lotta ven-
nero usate irrorazioni con emulsioni saponose di olio fenico di catrame
e di acido fenico greggio, sbarramenti e crusca avvelenata con arsenito
di sodio.
Martelli G. — Lotta antiacridica in Puglia durante la campagna 1929
— 4 pp. Taranto 1930.
Contro il Dociostaurus maroccanus Thnb.
Paoli G. — Osservazioni sulla biologia del Dociostaurus maroccanus
Thnb. in Italia nelle fasi gregaria e solitaria e sull’azione di alcuni
insetti parassiti — Nuovi Annali Agricoltura, Roma, XII, 1932, pp.
027-639, 2 figg.
Osservazioni fatte nella zona litoranea del Lazio; viene notata per
la prima volta in italia la forma solitaria o almeno fransiens simile al
degeneratus Bar. che presenta aspetto ed abitudini diverse dalla. fase
gregaria; rapporti fra My/abris variabilis Pallas e Dociostaurus.
Ramme W. — Beitrige zur palaearktischen Orthopterenfauna (Tetti-
gon. et Acrid.) II. — Mitt. Zool. Museum Berlin, 18 Bd., 3 Hît,,
p. 410-434, 11 fig. e Tav. XII.
Versinella n. g. per Anterastes Raymondi VYers.; Decticus loudoni
n. sp. e Sferopleurus apulus n. sp. di Spongano (Puglie).
Ramme W. —- Revision der Phaneropterinen Guttung Poecilimon
Fisch. (Orth. Tettigon.). — Mitt. Zool. Museum. Berlin, 19 Bd.,
1933, pp. 497 - 475, Tav. 6.- 12 e 4 fig,
Lavoro importantissimo : P. incertus Targ. Tozz. 1881 = superbus
Fisch. 1853.
Salfi M. — Orfotteri di Vulcano (Isole Eolie) — Boll. Soc. Natur. Na-
poli, XLIII, 1931, p. 175-160,
Sono citate 14 specie.
Topi M. — La lotta antiacridica nel 1932 ed i nuovi insegnamenti. —
Italia agric. LXIX, n. 12, 1932, estr. 10 pag. 3 figg.
Osservazioni sulla lotta contro il Dociosfaurus maroccanus Thnb.
in Sardegna e presso Roma. |
FAU NA COLEOPTERORUM ITALICA
deli Prot, Dott ANTONIO PORTA i
Esce ora :
Vol. Th . RAYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA
(Anthribidao, BICOENIOAO, Curculionidae, Nemohyohidas Ipidae, *
| Lucanidae, Scarabaeidae)
Presso l'Autore
| a sun ere L. 4 er T'Italia e L. T er l’Estero, eT |
Lire 00 i deiiona i - i
4 Non si spedisce che dietro il relativo importo.
Già uscih: SONIA 30 3; |
Vol. I.- ADEPHAGA — ‘ L. 60: piu L. 3 per'l’Italia e L. 6 per l'estero
aLe SFAPHYIINOIDEA:L:100:- >» 303 > aida >»
> IL - DIVERSICORNIA E 1005 > dla a a
i Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo
TARIFEA DELLE INSERZIONI
SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ
Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto
l'anno da pagarsi anticipati al Tesoriere. | |
La pagina intiera L. 150
Mezza pagina ;;, 80
{Jn quarto di pagina, SO
| FABBRICA SCATOLE DI CARTONE |
E ARTIGOLI DI CARTONAGGI N CENERE.
FONDATA NEL 1880. —
LA
titoli n i
CITTA >
Si SRRPPREE GRUPPIONI
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prodotti industriali, sementi, ecc.
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kl
Si pubblica dieci volte l’anno... —’Conto corrente colla Posta —
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
Voume LXVI << .- n i 3 i
|’ Pubblicato ‘il 20 Maggio 1934, Anno XII _
SOMMARIO. o
SD ATTI SOCIALI : “Convioeazione di Ania Generale Siraoniinaria —
Assemblea Generale 6 Maggio 1934, XIL- “Bilancio 1933 - Notizie.
diverse.
Comunicazioni scientifiche: A edo: Baliani: di 0 specie
di Amara. siberiane. (Coleop. Carabidae) — L. Masi: Reperti di
x »-Calcididi ‘con note critiche e. sinonimiche _ Cesare Mancini: Una’
“Cercopis nuova per l'Italia (Hemiptera - Homoptera) — Rassegna delle
pubblicazioni entomologiche riguardanti la fauna dell’ Italia e delle
6, Colonie Mediterranee, XLVII.
Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabilà
i Arti Grafiche COMMERCIO, Via È se 10 — GENOVA
CITE A
SOCIETÀ.
ENTOMOLOGICA ITALIANA:
- Sede.in GE NOV A, Via Brigata Liguria, N, 9
di il Museo Civico. di stona Naturale.
soci ONORARII
S. M. VITTORIO EMANUELE III - RE D Inanta
I SE BENITO MUSSOLINI - Capo del Governo
ME > S. E Guuserre PIREOrzo n) s B. PIRTRO FEDELE
CONSIGLIO | DIRETTIVO
pel biennio 1934- 35,
Ls ian ONORARIO : Gr, Ut, Prof. Raffaello Gesta I
PRESIDENTE ErrertIvo: Dott. Ferdinando Solari
Vica- PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi.
. SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea.
«_°—’’TesoRIERE: Rag. Cesare Mancini.
DIRETTORE DELLE PuBBLicazionI: Dott. ‘Fabio i ore
i | CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Ago-
stino Dodero, On. Prof. ‘Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi, ©
Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni, ;
Dr; Giuseppe Miller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri,
Conte Emilio Turati. 3
N REVISORI DEI CONTI: Signor Armando > Baliani, Ing. Paolo Boni Dott.
Dillo Casiccia. |
f
té
"quota Dei ina: nel Regno: Ordinari L. 40, Studenti L. 20. ©
Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Cono since, ci
40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno. 3
Quota de lì iscrizione a soci li L. 500. pe l’Italia, È ‘750. i
per l'estero... © i
Abbonamento due Pubblicazioni per i non soci: Italia L. 50,
Estero L. 60. i ET
i Sirion
AVVISI ALT soci
<< «e suini sciéntifiche. dalla Società, 8] Vanggno ogni Giovedì
alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale.
Si avvertono i Soci che tutta la: corrispondenza. relativa alla i
Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo- —
. ‘logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (4102).
o Soltanto 6 rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta -
mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40,
int. 2., s.s., GENOVA. o | i
BOLLETTINO
DELLA
SOCIETA’ ENTOMOLOGICA ITALIANA
e. GENOVA
Vorume LXVI (1934) | i N05
Pubblicato il 20 Maggio 1934, Anno XII
ATTI SOCIALI
Convocazione di Assemblea Generale Straordinaria
In conformità a quanto è stato deliberato nell’ Assemblea Generale
«del 6 Maggio 1934, i soci della Società Entomologica Italiana sono
convocati in Assemblea Generale Straordinaria che avrà luogo in
Genova, nella Sede sociale, Via Brigata Liguria, 9, il giorno di
domenica 24 Giugno 1934 alle ore 10, col seguente
ORDINE DEL GIORNO
1. - Frezione della Società in Ente Morale e conseguente modifica
di alcuni articoli dello Statuto.
2.- Comunicazioni della Presidenza e pratiche diverse.
Genova, 19 Maggio 1934 - XII
Il Presidente
DoTTt. F. SOLARI
ASSEMBLEA GENERALE 6 MAGGIO 1934 - Xil
Convalide
Genova, sede sociale, ore 10. Presidenza: Dott. Ferdinando Solari
Presidente; presenti 54 soci tra intervenuti personalmente e rappresen-
tati per delega. Aperta la seduta vengono convalidati, a norma dello
Statuto, tutti i soci italiani, aventi diritto a voto, ammessi dalla Presi-
denza dopo l'assemblea ordinaria precedente. Quindi il Segretario legge
la seguente:
Relazione sullo stato sociale
«E doverosa consuetudine che, nel riassumere le vicende dell’anno
sociale, il nostro pensiero vada anzitutto, memore e reverente, a quelli
18
&
che ci hanno lasciato. Nel 1933 è scomparso il Prof. Andrea Fiori,
coleotterologo di larga notorietà, che diede con passione all’entomologia
molta della sua indefessa attività: di Lui e dell’opera sua ha degna-
mente scritto il nostro Consigliere Prof. Grandi nell’ultimo fascicolo
delle Memorie. Tra i nostri soci stranieri la morte ha rapito il Dott.
Ricardo Garcia Mercet del Museo di Madrid, notissimo e valente ime-
notterologo, che pure abbiamo commemorato sul Bollettino del Giugno
scorso. Vogliamo ancora ricordare, con viva riconoscenza, il Generale
Giuseppe Garbarini, la cui scomparsa rimonta solo a pochi giorni, e
che, nella sua qualità di Bibliotecario del Museo Civico di Genova,
volle per alcuni anni prestare, con gentile condiscendenza, la sua opera
diligente e la sua esperienza per l'ordinamento e la schedatura della
Biblioteca Sociale. DE
« Dalla data dell'ultima Assemblea la Presidenza ha ammesso 16
nuovi soci, di cui uno vitalizio: altri 10 erano stati ammessi nel primo
quadrimestre del 1933. Alla data d’oggi, tra onorari, vitalizi e annuali
i soci ascendono a 213, numero mai prima d’ora raggiunto nei 65 anni
di vita della Società. È sopratutto confortante notare il numero rilevante
di soci studenti iscrittisi in questi ultimi anni, indizio di un notevole
risveglio tra i giovani della passione per i nostri studi.
« Nel 1933, tra Bollettino e Memorie, sono state stampate 525 pagine.
Anche ciò costituisce un record, perchè, specialmente se si tiene conto
altresì della attuale densità tipografica dei nostri periodici, annata 1933,
superando di dieci pagine quella del 1929, costituisce la mole maggiore
di pubblicazioni fatte dalla Società dopo la sua fondazione. Questo ri-
sultato ha potuto ottenersi anche per due circostanze. Prima di tutto
perchè, all'infuori delle fortissime spese postali, tutti i proventi della
Società vengono devoluti quasi per intero alle pubblicazioni e tutto il
lavoro amministrativo di corrispondenza, spedizioni ecc., anche mate-
riale, è fatto gratuitamente da soci volenterosi e quindi senza onere
finanziario per l’Ente. In secondo luogo perchè alcuni autori, e cioè
il Conte Turati per i suoi « Spizzichi di lepidotterologia » (Bollettino
1933, N. 1), e il Sig. Gian Paolo Moretti per il suo lavoro sulla « Ri-
costruzione dei foderi larvali dei Tricotteri> (Memorie 1933, fasc. Il),
hanno generosamente voluto rimborsare alla Società la spesa viva di
stampa. Anche il Prof. Brian ha contribuito nella spesa per il lavoro
di Markewitsch sugli £rgasilus (Memorie 1933 fasc. II.). L'atto di questi
benemeriti va segnalato alla riconoscenza dei soci.
«La collaborazione ai due periodici, tanto da parte di autori italiani
DI
quanto da parte di stranieri su materiale italiano, è costante e larghis-
79
sima e non può essere tutta assorbita per insufficienza di spazio. Basti
dire che le Memorie 1934, delle quali la stampa è già assai avviata,
sono, alla data d’oggi, per intero preoccupate.
« Nel Maggio 1933 la Società ha partecipato, per mezzo del
suo Vice Presidente Prof. L. Masi, alla celebrazione centenaria della
Società Entomologica di Londra. Nel Dicembre scorso ha poi delegato
il Consigliere Prof. Guido Paoli a rappresentarla ufficialmente alle feste
svoltesi in Chiavari per il centenario della nascita di Federico Delpino,
che fu nostro socio fondatore e Consigliere.
«La situazione economica è rispecchiata dal Bilancio, ormai da
alcuni anni assestato stabilmente mercè il contributo statale e quello
del benemerito Consorzio Nazionale Produttori Zucchero, nonchè dalla
cura della Presidenza di commisurare le spese alle effettive disponibilità.
«La situazione sociale appare perciò, sotto ogni aspetto, confortante
e la Presidenza e il Consiglio, scaduto il biennio della loro gestione,
rassegnano il mandato, colla coscienza di aver adempiuto all'incarico
loro affidato >». —
La relazione viene approvata all'unanimità.
Bilancio Consuntivo 1933
Quindi il Tesoriere dà lettura del Bilancio consuntivo dell’Esercizio
1933 e cioè del Rendiconto di Cassa e della Situazione Economica al 31
Dicembre 1933, quali sono riportati in calce al presente verbale. Vengono
lette le lettere di approvazione del Bilancio stesso, pervenute da diversi
Consiglieri e dopo breve discussione il Bilancio 'è approvato all'unanimità.
Elezione delle cariche per il biennio 1934 - 1935
L'assemblea procede poi alla votazione. per la rinnovazione di tutte
le cariche sociali, scadute per compiuto biennio. Essendo pervenute
numerose schede di votazione in busta chiusa, si procede alla votazione
segreta a sensi degli articoli 10 e 11 dello Statuto. Il Presidente desi-
gna come scrutatori i soci Dott.* D. Guiglia, Dr. E. Berio e Giuseppe
Boldetti e si procede all'appello e quindi allo scrutinio. Votanti N. 99.
Risultano eletti: Presidente Dott. Ferdinando Solari con voti 97; Vice
Presidente Prof. Luigi Masi con voti 96; Segretario Dott. Fabio Invrea
con voti 97; Direttore delle pubblicazioni Dott. Fabio Invrea con voti
95; Tesoriere Rag. Cesare Mancini con voti 97; Consiglieri Dott. Alessandro
Brian con voti 77, Dott. Felice Capra con voti 86, Sig. Agostino Do-
dero con voti 94, On. Prof. Alessandro Ghigi con voti 96, Prof. Guido
Grandi con voti 96, Dott. Edoardo Gridelli con voti 96, Prof. Raffaele
30
Issel con voti 94, Cav. Paolo Luigioni con voti 91, Prof. Giuseppe
Miiller con voti 94, Prof. Guido Paoli con voti 94, Prof. Filippo Silvestri
con voti 97, Conte Emilio Turati con voti 95; Revisori dei conti
Armando Baliani con voti 96, Ing. Paolo Bensa con voti 97, Dott. Tullo
Casiccia con voti 96. Hanno poi riportato per la carica di Consigliere :
Col. Dott. Alfredo Andreini voti 26; Prof. Giuseppe Della Beffa
voti 25; vi sono inoltre alcuni voti dispersi e una scheda bianca. Il Pre-
sidente proclama eletto il nuovo Consiglio per il biennio 1934 - 1935.
Erezione della Società in Ente Morale
Il Presidente informa | Assemblea che il Consiglio della Società,
nella sua seduta del 24 Aprile u. s., prendendo in esame una
conforme proposta del Consigliere Prof. Filippo Silvestri, si è pronun-
ciato all’ unanimità in favore dell’ erezione della nostra Società in
Ente Morale: anche i Consiglieri che non erano presenti a quella
adunanza, interpellati per lettera, hanno espresso tutti indistintamente
parere favorevole alla proposta che verrebbe a consolidare anche
giuridicamente la Società, ormai giunta a un notevole grado di sviluppo
e di prosperità, ne accrescerebbe il prestigio e |’ autorevolezza e ne
assicurerebbe la vita avvenire, anche in conformità alle direttive del
Regime che tendono a valorizzare e solidamente organizzare gli Enti
culturali della Nazione. La pratica non può essere definitamente
deliberata nella presente Assemblea non essendo all’ ordine del giorno:
«sarà all uopo convocata prestissimo una nuova Assemblea straordinaria
e indetta fra i soci la votazione per referendum. Ma egli ha ritenuto
opportuno informare frattanto l Assemblea ed invitarla ad esprimere
il suo voto in proposito.
L’ Assemblea unanime approva la proposta del Consigliere
Prof. Silvestri per l' erezione della Società in Ente Morale e quella del
Presidente per la convocazione, entro breve termine, di una nuova
Assemblea che dia alla proposta stessa la definitiva sanzione.
Il Dott. Capra, riferendosi al Bilancio e alle spese per le pubbli-
cazioni, raccomanda che, eventualmente, quando si presenti la necessità
di accrescere il volume delle pubblicazioni per accogliervi importanti
lavori che esorbiterebbero dalle possibilità economiche della Società,
si faccia appello ai soci abbienti perchè vogliano. cooperare con
contributi volontari ad accrescere il fondo per le spese di stampa.
Quindi l Assemblea si scioglie.
Il Segretario Il: Presidente
F. INVREA F. SOLARI
SI
Visita all’ Osservatorio Fitopatologico di Genova
Domenica 6 Maggio, alla fine dell’ Assemblea Generale, il Consigliere
Prof. Guido Paoli, Direttore del R. Osservatorio per le Malattie delle
Piante per la Provincia di Genova e La Spezia, invitò gentilmente tutti
i consoci presenti a voler visitare nel pomeriggio la nuova sede del-
l Osservatorio stesso, trasferitosi recentemente da Chiavari in Genova,
Via Marcello Durazzo 1. Alle ore 15, accogliendo il cortese invito, buon
numero di Soci, alcuni con la famiglia, convennero nella Sede dell’ Isti-
tuto, signorilmente e cordialmente accolti dal Prof. Paoli, dalla sua
gentile Signora, dai figliuoli e dal collega Dott. Rocci, addetto all’ Os-
servatorio, i quali furono loro di guida nella visita delle belle collezioni,
dei laboratori riccamente e perfettamente dotati e attrezzati e diedero
ampi e dettagliati ragguagli sull’ organizzazione e il funzionamento dei
complessi servizi. Ai convenuti la Signora Paoli offri gentilmente il thè
e il nostro Presidente si rese interprete dei ringraziamenti di tutti i
colleghi per così squisita accoglienza e della loro ammirazione per la.
perfetta organizzazione dell’ Osservatorio.
BILANCIO SOCIALE 1933
Conto di Cassa
ENTERAPE
‘Avanzo di cassa al 31 Dicembre 1932 . 3 ; L82015
Quote sociali anno 1932 e precedenti . ; ; ; È 2140.—
Quote sociali anno 1933 3 : ; | ; ; n» 4840.—
fa «socio vitalizio». ; i ; È ; ; se 300,r£
Rimborso spese fotoincisioni e estratti . È ì si 832.80
Abbonamenti alle pubblicazioni . i ; pa 805.
Ricavo vendita pubblicazioni arretrate . i : i x 542.25
Contributo Ministero Agricoltura . i i È ì us 80005
* Consorzio Zuccheri . : i i 1000.— .
Interessi titoli e di cassa ] i i ì ; n» i 410.
Totale. L. 20950.80
82
| U-SGITE
Spese stampa Bollettino e acconto Memorie 1933 È L. 15140.—
Spese postali, spedizioni e varie . i Sf gg 229500
Acquisto L. 1000 di Consolidato per impiego quote
‘soci vitalizi ; x | = 900.—
| =» L. 18404.80
Rimanenza cassa al 31 Dicembre 1933 . msi ij 29400
Totale L. 20950. 80
Situazione economica al 31 Dicembre 1933
ATTIVO
Impiego quote soci vitalizi e benemeriti:
a) Buoni Tesoro novennali —. — . i 3900
b) Consolidato nominali L. 4700 a L. 85 _,, 3995
c) Consolidato nominali L. 1000 a L. 96.60 ,, 966. L. 84601.—-
Quote sociali ancora da riscuotere , 1100.—
Rimborsi spese stampa e fotoinc. ancora da riale ja 1000.
Avanzo di Cassa al 31 Dicembre 1933 _ s 29402
Fotale-< L=:-19107.=
PASSIVO i
Capitale sociale : Quote soci vitalizi e benemeriti . . L. 8000.—
Reintegrazione vecchie quote soci vitalizi . ? i, 1200.- -
For i L. 9200.—
Saldo spese stampa Memorie 1933 a calcolo i : jp: 3000
i L. 12200.
Saldo attivo . | : i i È i 290
Totale -«L. «13107.
I Revisori | Il Tesoriere
A. BALIANI - P. BeENSA - T. CASICCIA C. MANCINI
Nuovi Socr. La Presidenza ha ammesso in qualità di soci ordinari:
Angelo Alliani, Via Romana 21, Firenze 132 (Socio studente), proposto
dal Colonn. Cav. Alfredo Andreini.
. Vittorio Casiccia, Piazza Paolo da Novi 8-8, Genova (Socio
studente).
Osservatorio di Fitopatologia del Governo delle Isole italiane
dell’ Egeo, Rodi.
83
CAMBIAMENTO Di INDIRIZZO: Cav. Adolfo Falzoni, Piazza di Porta
Maggiore N. 4, Bologna.
Un premio dell’ Accademia d’ Italia al Dr. Gridelli
AI nostro Consigliere Dott. Edoardo Gridelli del Museo Civico
di Storia Naturale di Trieste la Reale Accademia d’ Italia ha assegnato
un contributo di Lire duemila sul Fondo premi di incoraggiamento 1934,
per i suoi importanti studi sulla fauna entomologica della Libia.
All’ egregio Collega i più vivi rallegramenti per 1’ autorevole e meritato
riconoscimento della feconda attività svolta per l’ illustrazione faunistica
della nostra colonia mediterranea.
Raccolte entomologiche
Il collega Carlo Menozzi, incaricato dal Governo delle Isole
italiane dell’ Egeo di compiere raccolte entomologiche per l' illustrazione
faunistica dell’ arcipelago, è tornato ai primi di Maggio da una prima
escursione a Rodi e Scarpanto, recando un cospicuo materiale che
sarà messo subito in preparazione e in istudio per cura del Laboratorio
di Entomologia di Portici.
* I colleghi Arturo Schatzmayr e Carlo Kock del Museo « Pietro
Rossi» di Duino hanno compiute raccolte entomologiche nei Pirenei,
radunando un materiale abbondantissimo che andrà ad arricchire le
collezioni di quell’ Istituto.
Per |’ esattezza degli indirizzi
Abbiamo già lamentato che molti soci non si curano di farci
conoscere tempestivamente i loro cambiamenti di residenza o di
indirizzo, con loro danno, perchè non ricevono la corrispondenza e le
pubblicazioni, e con complicazioni e aggravio di spesa per la Società,
poichè le pubblicazioni smarrite o tornate indietro devono poi essere
rispedite con nuova affrancatura. In questi giorni ci sono state ritornate
con indicazione « non più all’ indirizzo » corrispondenze e pubblicazioni
inviate ai seguenti soci: Rag. Mario Barajon, Via Tebaldi 60, Milano.
Dott. Luigi Fioresi, Via Fioravanti 84, Bologna. Carlo Lona, Via
Massimo d’ Azeglio 22, Trieste. Aldo Canzanelli, Corso Roma 63, Milano.
Preghiamo gli interessati, o altri soci che ne siano a conoscenza,
di comunicarci il preciso indirizzo attuale dei soci sovraelencati.
Richiamiamo poi, a proposito di pubblicazioni non ricevute, 1 avviso
pubblicato sul N. 3 del Bollettino di quest’ anno,
84
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
ARMANDO BALIANI
DUE NUOVE SPECIE DI AMARA. SIBERIANE
(Coleopt. Carabidae)
Devo alla ben nota cortesia del Dott. H. E. Andrewes di Londra.
se posso presentare la descrizione delle due seguenti specie di Amara
siberiane.
In un suo recente invio di poco materiale, comunicatomi per la
verifica e la determinazione, vi erano inclusi due esemplari, già stati
riconosciuti dal Dottor Edm. Reitter come specie nuove, ma non de-
scritte, ed alcuni altri esemplari appartenenti a specie diverse, fra le
quali una non ancora nota. |
Porgo all’Egregio Entomologo di Londra i miei più vivi ringra-
. ziamenti per le occasioni che mi offre di poter studiare specie assai
interessanti, inviandomi materiale della sua ricca collezione.
Amara (s. str.) Bodemeyeri n. sp.
= Am. Bodoana Reitter in litt. g
— Am. Bodemeyeri Reitter in litt. 9
Questa specie, rappresentata, a quanto mi consta, dai citati due soli
esemplari (benchè ciascuno di essi porti letichetta « Cotype »), fu già
studiata da Reitter, che però non ne pubblicò la descrizione.
Probabilmente il Reitter, basandosi sulla leggera differenza di colo-
razione delle tibie e dei due articoli basali delle antenne, che nel
sono quasi completamente neri superiormente e nella 9 più rossicci,
ha creduto trattarsi di due specie distinte e le ha nominate rispetti- |
vamente: Bodoana il 3°, Bodemeyeri la 9. Ma egli, forse, non aveva
presente che una tale differenza di colorazione delle tibie e della base
delle antenne nei due sessi si riscontra comunemente in alcune specie
affini, quali la curta Dejean e, in modo particolare, la /urzicollis Schiòdte.
Ritengo quindi che questi due esemplari, non presentando fra loro
alcuna differenza morfologica, ma soltanto la accennata leggera. diver-
sità di colorazione, possano senz'altro riferirsi alla medesima specie.
Somigliantissima alla /zricollis, sia nel colore che nella forma, ne è
però ben distinta per i seguenti caratteri:
Capo più ristretto con occhi meno sporgenti; fossette frontali più
85
profonde, puntiformi; pronoto più allargato, sopratutto in avanti, e
più arrotondato ai lati, con gli
angoli anteriori un po’ meno
avanzati e meno acuminati; mar-
gine basale più fortemente si-
nuato, con gli angoli posteriori
quasi retti, ma a punta legger-
mente arrotondata e più sensi-
bilmente rivolta all’indietro; poro
setigero dell’angolo posteriore si-
tuato molto più distante dal
margine laterale e più accostato
a quello basale; elitre più allun-
gate, un po’ più ristrette, con
strie più leggere, uniformi, non.
più profonde all’apice,. appena
più distintamente, ma finemente
punteggiate; serie di pori dell’ot-
tava stria largamente interrotta
nel mezzo (nella /uricollis questi
pori non sono distanziati nel mez-
zo, o lo sono appena); zampe, specialmente del 3, più lunghe con le tibie
mediane più incurvate e i tarsi posteriori notevolmente più lunghi; i pri-
Fig. 1- Amara Bodemeyeri n. sp.
«mi due articoli delle antenne del y superiormente di colore bruno quasi
nero, con la base, l’apice e la parte inferiore più rossastri; le tibie completa-
mente bruno - nere; nella 9 invece i due primi articoli delle antenne
un po’ più rossicci e le tibie rosso - brune.
Zigrinatura delle parti superiori del corpo più forte che nella /u-
nicollis, più profonda, a maglie più larghe, specialmente nella 9.
Lunghezza: 3g 8 mm., 2 7. 1/2 mm.
Siberia or.: Sotka Gora, leg. Bodemeyer, Este.
Holotypus in Coll. Andrewes, A//otypus in Coll. Baliani.
Amara (Bradytus) irkutensis n. sp.
Pochi sono i caratteri che distinguono questa forma dalla majuscula
Chd., ma essi sono abbastanza evidenti.
Statura presso a poco uguale; colore un po’ più rossastro.
Capo alquanto più piccolo; pronoto meno largo, più cordiforme,
più arrotondato ai lati, ma distintamente sinuato prima degli angoli
posteriori; elitre un po’ più ristrette, con le tre prime strie più profonde e
più fortemente punteggiate; zampe più robuste, con i tarsi anteriori mag-
86
giormente dilatati; tibie mediane con dentatura interna, nella metà
apicale, più fortemente marcata; ti-
bie posteriori all’ apice prive an-
; ch’esse della frangia interna; pro-
> sterno con profonda fossetta ovale
nel mezzo, punteggiata fortemente
(nella majuscula 3° Varea mediana
è priva della fossetta, ma è più
estesamente e più fittamente pun-
teggiata).
Lunghezza: 8 1/2-9 mm.
LS Siberia: Sorgenti dell’Irkut, leg.
è Reitter 2 gg.
Holotypus in Coll. Baliani, Pa-
ratypus in Coll. Andrewes.
Ho il dovere di ringraziare i
Sigg. Dr. O. Staudinger e Baang-Haas
di Dresda ed Emmerich Reitter di
Troppau che, con cortese sollecitu-
dine, mi inviarono tutto il materiale
appartenente alla specie majuscula
t/,
)
N
hi
fa
Ga
'
di
ii
Fig. 2 - Amara irkutfensis n. sp.
che avevo loro richiesto per il confronto.
L. MASI
REPERTISD GALEGO EDI
CON NOTE CRITICHE E SINONIMICHE
(Hymen.)
Leucospis gigas Fab. Nella classica monografia delle Leucospis
di Schletterer (1890) questa specie non è menzionata per |’ Africa
settentrionale. Oltre ad un esemplare dell’ Algeria (Boghari) ne ho
veduto altri tre della Cirenaica (Tobruch, leg. Geo. C. Kriiger, V - 1926
e V-1930), tutti 9 £ a colorazione rossa e nera.
Isthmosoma {= Isosoma) fulvicolle (Walk.). Un es. 9, il quale
corrisponde alla descrizione originale del fu/vicolle (Ent. Magaz., 1832,
p. 21, n. 20) e del sinonimo flavicolle (I. c., 1834, p. 153, n. 24) me-
glio che a quella del Thomson, proviene dalla Sila (Calabria: Cami-
gliatello) dove lo raccolse il Sig. A. Dodero in Luglio nell’ anno scorso.
87
Chirolophus incertus mihi - 9 - (in questo Bollettino, vol. LV,
1923, pag. 9). Il secondo esemplare trovato finora di questo Eupelmino
fu preso dal Sig. A. Dodero sul Colle di Tenda in Agosto nel 1932.
Dicarnosis superbus Mercet. Due gg di questo Encirtino, de-
scritto della Spagna dal Mercet nel 1921, erano stati raccolti dal Sig.
G. Mantero sull'Appennino Ligure (N. S. della Vittoria) in Settembre
nel 1897.
Trichomasthus nigricans mihi (in questo Bollettino, vol. LVI 1924,
p. 28). Ne ha trovato una € il Sig. Carlo Menozzi presso Spilamberto
(Prov. di Modena).
Encyrtus consobrinus Mercet. Fu descritto (1921) su esemplari
dei dintorni di Madrid. Il Sig. A. Dodero ne trovò una 9 (Aprile 1929)
nei dintorni di Genova; due altre 9 9 che ne ho vedute, appartengono
alla Collezione Magretti (Museo Civico di Genova) ambedue ridotte
senza testa, tuttavia riconoscibili, per confronto, da tutti gli altri ca-
ratteri. Queste due 9 £ si possono ritenere come cotypi dell’ Encyrtus
tricoloricornis di T. De Stefani Perez il quale inviò i detti esemplari al
Magretti, con la semplice indicazione di provenienza dalla «Sicilia ».
L’Encyrtus tricoloricornis era stato pubblicato dal De Stefani nel
« Naturalista Siciliano » vol. V, p. 182, nel 1886, con una diagnosi af-
fatto insufficiente. L’ A. scrisse che la specie fu «raccolta sul Cory/us
avellana invaso dagli Apion, piuttosto frequenti nel mese di Luglio... ».
Gli esemplari 99 della Spagna provenivano da Coccus hesperidum pa-
rassita su piante di limone, i maschi furono trovati sul Popu/us alba.
Probabilmente la specie parassitizza diverse Cocciniglie.
Systasis longicornis Thoms. var. — Di questa specie assai co-
mune ho veduto un solo esemplare di un bel colore violetto splendente,
con qualche riflesso azzurro-verde solo sul metanoto e alla base dell’ad-
dome. Fu raccolto dal Prof. G. Gribodo nei dintorni di Torino. Non mi
risulta che questa var. di colorito sia stata menzionata finora.
Trimicrops claviger (Kieffer). Il Dott. A. Andreini lo raccolse
preso Pergine in provincia di Arezzo (XI 1922 e 1924) e a Poggio Cavallo
nei dintorni di Grosseto (III-1933). È stato trovato in diverse parti
d’Italia ed anche della Dalmazia, a Corfù, nell’Erzegovina e nella Ru-
mania. Questo microimenottero attero, del quale è ignoto il y” e non
si conosce la biologia, fu descritto erroneamente da Kieffer, insieme
con la specie depressiceps del Caucaso, come appartenente ai Procto-
trypidi, subf. Ceraphroninae (in André, Species Hymén., X 1911, pag,
88
189 e seg., tav V fig. 3-7, VI fig. 1) e riconosciuto poi dal Ferrière
come Calcidide del gruppo dei Lelapini (Verh. zool. - bot. Ges. Wien,
1930, p. 401, fig. 3 e 4). La figura che ne ha dato Kieffer è fantastica e
la descrizione in alcuni punti inesatta, come mi risulta dall'esame del
tipo e di altri 20 esemplari posseduti dal Museo Civico di Genova. 1
solchi scapolari si riuniscono per lo più sul margine posteriore dello
scudo, talora le estremità di essi rimangono poco discoste, oppure si
riuniscono un poco più avanti del margine, non mai però «verso il
mezzo » dello scudo e formando poi < una linea unica fino al margine
posteriore» come dice Kieffer, il quale probabilmente scrisse avendo
innanzi agli occhi la figura male disegnata e col preconcetto che si
trattasse di un genere di Ceraphroninae. Il propodeo è fornito di ca-
rena longitudinale ma non vi è alcuna carena o costa trasversale.
. Tetracampe impressa Forster (Entedon Panyas Walk. — ?). Un
cg° raccolto dal Sig. A. Dodero in Luglio a Camigliatello (Prov. di Ca-
tanzaro) corrisponde ai caratteri indicati nella descrizione del Thomson,
eccetto che le tibie sono gialle piuttosto scure, ma non «fuscae», i
tarsi hanno il primo articolo del colore delle tibie e i successivi un
po’ bruni; tutta l'antenna è guarnita di peli corti, grossetti. Non credo
tuttavia che si tratti di una specie diversa, sebbene nella piccola e im-
perfetta figura di Forster le ali siano rappresentate proporzionatamente
più lunghe. Del resto la diagnosi originale di Fòrster dice delle tibie :
« Beine pechbraun, die Knie und die ersten Tarsenglieder etwas blasser».
Gli Eulofidi di questo genere sono rari nelle collezioni e sono stati
poco studiati, sebbene siano parassiti di specie di Ga/eruca. Nell’esem-
plare y" che ho esaminato, estraendone anche le parti boccali, trovo
le mandibole piccole ed uguali, fornite non soltanto di due denti api-
cali arrotondati, contigui, ma. anche di un terzo dente molto discosto
dall’apice; tanto i palpi mascellari come i labiali sono di un articolo ed
hanno tre sole setole, di cui una apicale e una subapicale quasi ugual-
mente lunghe, una terza subapicale corta.
Ho visto recentemente esemplari di una nuova specie di questo
genere, proveniente dal Sahara Marocchino.
Platynochilus Erichsonii Westw. — Di questo Tetracampino ho
veduto due es. 9 9, che furono raccolti dal Prof. G. Gribodo; uno,
con riflessi rosso rame sulla fronte, in alcune parti laterali del torace,
sul propodeo e in alcuni punti dell’ addome, proviene dalla Sardegna
(Oristano); l’altro forse della stessa provenienza (o di Liguria?), più
piccolo, è interamente verde; ambedue hanno i femori scuri con ri-
89
flesso più o meno verde, e le tibie scure. Questa colorazione delle
zampe esclude per il primo esemplare la possibilità che si tratti della
specie cuprifrons Thoms. (della quale ho esaminato un esemplare della
Germania).
Euplectrus laeviscuta Thoms. — 2 99 di Camigliatello. Anche
questa specie, assai interessante, è stata trovata dal Sig. A. Dodero
nelle raccolte entomologiche fatte al limite della Sila nell’estate dell’anno
scorso. Credo che non se ne sia fatta mai menzione dopo che fu pub- .
blicata dal Thomson nel 1878 (Hymen. Scandinaviae, V, pag. 188). Il
3 è ignoto, almeno che non. sia quello descritto dal Nees fin dal 1834
sotto il nome di Eu. chlorocephalus. L’Eu. flavipes Fonscolombe, citato
come specie distinta nel Catalogo di De Gaulle per la Francia, e l’ix-
tactus Walk. della Corsica, probabilmente sono sinonimi del comune
Eu. bicolor (Swed.) Hal.; sicchè le specie europee si ridurrebbero a
due: il bicolor e il laeviscuta.
CesARE MANCINI
UNA CERCOPIS NUOVA PER L’ITALIA
(Hemiptera - Homoptera)
Nel raccogliere Cercopis nei dintorni di Genova mi sono accorto
che, tra gli esemplari della solita C. sanguinolenta Scop. (mactata Germ.
e auct.), si trovano talora frammisti esemplari di una specie molto
simile nell'aspetto, ma ben distinta per vari caratteri e che mi è risul-
tata essere la C. arcuata Fieb.
Le due specie vivono insieme, ma l’arcuata è assai più rara e, dal
materiale da me esaminato, risulterebbe di comparsa primaverile (aprile-
giugno), mentre la sanguinolenta si trova anche in estate e autunno.
Fino ad ora l’arcuata era stata citata solamente di Boemia, Moravia,
Austria, Tirolo, Ungheria meridionale, Balcani e Russia media; essa è
quindi completamente nuova per la fauna italiana, ma probabilmente
la sua area di diffusione è molto più estesa, perchè nelle collezioni del
Museo Civico « G. Doria » di Genova si trova un esemplare di tale specie
etichettato: Gallia Merid. 19-5-1887 (ex coll. P. M. Ferrari), e determinato
erroneamente come C. mactata. |
x
L’arcuata è molto simile, per il disegno e per il colore delle zampe,
alla sanguinolenta tipica; ne è però facilmente distinguibile per la forma
più tozza, per la statura generalmente più piccola, per la punteggiatura
90.
del pronoto e delle elitre notevolmente più forte e un poco più rada
e per il clipeo più convesso, visto lateralmente.
Riguardo al disegno, la macchia rossa basale è più piccola, meno
larga, non raggiunge l’apice dello scutello ed è quasi completamente
separata dal margine interno dell’elitra da una stretta linea nera; la
macchia rotonda mediana, è circa ad uguale distanza dalla macchia
basale e dalla fascia apicale, mentre la fascia apicale-è più vicina all’apice
delle elitre e così la parte nera è piu stretta. |
Oltre che per questi caratteri esterni, le due specie si distinguono
facilmente per la differente struttura del pene, che nell’arcuata è più
breve e tozzo, coll’apice ottuso, colle appendici annesse da ciascun lato
saldate insieme alla base e formanti una larga lamina col margine
esterno seghettato. Queste appendici sono pure più brevi e più larghe
e le due minori fortemente divergenti. Nella sanguinolenta invece il pene
è più snello, ha Vapice appuntito, le appendici annesse lineari, indi-
pendenti una dall’altra alla base e mancano le larghe lamine seghettate. .
Insieme agli esemplari a macchie rosse, se ne trovano spesso altri
colle macchie bianco-giallastre, ai quali do il nome di ab. pallida mihi.
Di C. arcuata italiane ho visto materiale delle seguenti località:
Genova: M. Fasce 12-V-912, Dint. Genova IV-1914, Fontanegli 16-V-1932,
Piani di Creto I-VI-1929; Appennino Ligure: M. Dente 28-V-1932, M.
Antola 19-VI-1930, M. Foscallo 28-V-1923, Santuario di N. S. della
Vittoria VI-1921, Casella 13-V-1934; Toscana: Lippiano (Arezzo) V-1920,
Vallombrosa V-1927; dell’ab. pallida mihi: Piani di Creto, Fontanegli,
Casella.
RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE
riguardanti la fauna dell'Italia e delle Colonie Mediterranee
XLVII (1)
Lepidoptera
Dannehl F. — Neues aus meiner Sammlung.(Macrolepidoptera). - Entom.
Ztschr. Frankf. a. M. A. XXXXVI, 1933, N. 22, pp. 229-232; N. 23,
pp. 244-247; N. 24, pp. 259-260; XXXXVII, N. 2, pp. 19-20; N. 3,
pp. 25-26; N. 4, pp. 32-32; N. 10, pp. 81-82; N. 13, pp. 105-106;
N. 15, pp. 123-124.
Descrive, come al solito, un grande numero di nuove aberrazioni e
‘ razze; tracui: P. apollo vilpiana (Vilpiano, A. Adige); P. mnemosyne L.
(1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società
Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori
per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra.
91
lessinicus (M. Pasubio, Trentino) e insulata (Mti. Simbruini); L. sinapis,
L. pumilia (Majella merid.); A. pales Shiff. majellensis (Montagna
Grande, Majella, Mte. Genzana, Mte. Amaro); £. tyndarus ottomanus
benacensis (Mte. Baldo); C. fiphon R. molisana (Mte. Paradiso, Mon-
tagna Grande); L. argyrognomon Bergstr. sabina (M. Autore) e
abruzzorum (Gran Sasso, Majella, Montagna Grande); L. arion L. sa-
binorum (Mti. Sabini, Mti. Simbruini); C. Aippophaes Esp. ab. expalli-
data (Mezzolombardo, Trentino); P. bucephaloides O. ab. efflorescens
(Mti. Sabini); A. xanthographa F. ab. margineornata (Bolzano); A.
forcipula Hb. samnitica (Montagna Grande, Majella merid., Mte.
Paradiso); B. perla F. benacensis (Monte Baldo); /H. porphyrea Esp.
meridionalis (Ponte all’ Isarco); H. monoglypha abruzzorum (Montagna
Grande ecc., Scanno); HH. basilinea F. alacra (Mti. Albani); C. purpu-
reofasciata Pill. flavorosea (Campania, Mti. Sabini, Palombara); /. celsia
L. ab. connexa (Castel Firmiano, A. Adige); X. citrago apennina (Mon-
tagna Grande, Mte. Paradiso, Velino, Gran Sasso); X. aurago F. ab.
pyrroxesta (Scanno, Montagna Grande); /. tyrhaea Cr. ab. mucescens
(Tivoli); C. mymphaea Esp. amaura (Lago di Garda), seguono le n. ab.
fuliginata, subfusca , caerulescens, connexa, storthynx, tutte della stessa
località. L'A. non può accettare i caratteri dati da Rocci alla sua forma
benacensis, non avendo quest'ultimo avuto serie di centinaia di esem-
plari come VA.; C. nymphagoga obscura (Torbole, Garda); Z. farsi-
pennalis Tr. gen. II. autumnalis (Terlano A. Adige); Z. tarsicrinalis
Knch. gen. II. autumnalis (ibid.); H. rostralis L. ab. dimidialis (Val
d’ Adige); Orectis euprepiata n. s. (Cascate dell’ Aniene, Tivoli); A.
pygmaearia Hb. gen. aest. vannaria Dhl. (Torbole, Nago, V. Sarca);
A. asellaria H. S. desertata Dhl. (Italia centrale, Tivoli, Sirente); A.
circuitaria Hb. ab. expandata Dhl. (Mte. Sirente); A. elongaria Rbr.
ab. abundata Dhl. (Mti. Sabini, Subiaco); A. rusticata F. gen II. ae-
stiva Dhl. (Torbole, Val d’ Adige, Italia centrale); A. /uridaria Z. con-
finaria H. S. romanaria Dhl. (Italia centrale, dal mare alla montagna,
M. Sirente, Majella); ab. exfenuata Prout. (ibid.); ab. desertata Dbhl.
(Roma); commutata Dhl.(Torbole, Val d'Adige, Val Sarca ecc.); A.
tnitaria Hb. ab. bitineta Dhl. (Tivoli, Majella); £. arnulata Schulze
ab. extenuata Dhl. (Mti. Sabini e Albani); AR. calabraria Z. ab. rubro-
fasciata Dhl. (Sirente, Majella); O. bipunctaria Schiff. ab. filigrammaria
Dhl. (Montagna Grande); L. prunata L. samnitica Dhl. (Abruzzo me-
ridionale); ZL. ocellata L. ab. robiginata Dhl. (Terlano A. Adige); L.
aptata Hb. decompositata Dhl. (Gran Sasso, Velino); L. salicata Hb.
gen. II. autumnalis Dhl. (Europa meridionale, A. Adige ecc.); L. adum-
92
braria Hs. ab. inscriptata Dhl. (Abruzzo merid.); L. achromaria Lah.
var. fenebrata Dhl. (Monte Baldo); gen. MI. autumnalis Dhl. (Lago di
Garda); L. frustata Tr. ab. iriguata Dhl. (Montagna Grande, Majella,
Rotella, Sirente); ab. p/eritaeniata Dhl. (Mte. Paradiso, Scanno); L.
cucullata Hfn sabinata Dhl. (Mti. Sabini e Simbruini); L. ruberata Frr.
ab. infuscata Dh!. (Mte. Stivo, M. Roen, Trentino); 7. silericolata Mab.
ab. degenerata Dhl. (Montagne dell’Italia centrale, Mte. Sirente); ab.
tendiculata Dhl. (Tivoli Mti. Sabini, Simbruini, Sirente); 7. schieffereri
Boh. ab. degeneraria Dhl. e ab. tendicularia Dhl. (Valle dell’Isarco,
“ Castel Firmiano); 7. carpophagata Rbr. benacaria Dhl. (Mte. Baldo);
T. fenestrata Mill. ab. confusaria Dhl. (Mte. Baldo); ab. perlinearia Dhl.
(Mte. Baldo, Solda, Trafoi); 7. semigraphata Bsd. ab. virgulata Dhl.
(Torbole, Mte. Sirente); ab. extralineata Dhl. (Nago s. Garda); ab.
exquisita Dhl. (Italia centrale, Mte. Autore, Mti. Sabini, Sirente, Mon-
tagna Grande); ab. axfraradiata Dhl. (Mte. Sirente); 7. graphata
Tr. (?) sproengertsi Dietze ab. indescripta DAl. e infulata Dhl (Mon-
tagna Grande, Mte. Rotella, Majella). F. Hartig.
Giese H. — Ueber die Verbreitung von Melitaea athalia Rot. und
pseudathalia Rev. (in memoriam Karl Vorbrodt, gest. Okt. 1931).
con 2 Fig. — Ent. Rdsch. Ann. 50., Stuttgart 1933, Fasc. N. 13,
pp. 177-180. F. Hartig
Goltz Fr. — Er. tyndarus benacensis D// — Ent. Ztschr. Frankfurt. a.
M., A. XXXXVII, 1933, Fasc. N. 7. p. p. 66. F. Hartig
Kitt M. — Ueber die Lepidopterenfauna des Oetztales — Verh.
zool. bot. Ges. Wien, 1932, LXXXII, F. 1-4, pp. 82-111, con 2 fig.
Dà alcuni cenni su Macrolepidotteri della zona italiana di confine;
descr. come n. var. feriolensis una forma grigiastra di Ch. sabinata Hb.
e dà un primo elenco dei Microlepidotteri della zona. F. Hartig
Lucas D. — Espèces et formes nouvelles des Lépidotères. — Boll. Soc.
Ent. France, 1931, p. 95.
Bryophila perla v. Gazeli nov. di Corsica.
Paola M. — Le più comuni farfalle d’ Europa. Con 18 tav. a colori e al-
cune figure nel testo, Milano, Antonio Vallardi editore.
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Si pubblica dieci volte l'anno | Conto corrente colla Posta
BOLLETTINO
° DELLA
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA.
VoLume LXVI
Na 6
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È
JANÎ 71949 5)
Pubblicato il 20 Giugno 1934, Anno
I Rx AA Pu
7 na; a Patanti e 0
SOMMARIO SL pus
ATTI SOCIALI Rea
Comunicazioni scientifiche: Dr. R. Jeannel: Nouveaux BafWiyscii-
nae italiens — L. Masi: Descrizione di alcuni Ca/cididi del Marocco.
(Hymen.) — L. Boldori: Appunti sulle larve degli Sphodrini: I. La
larva dello Sphodrus leucophthalmus L. — D. Guiglia e F. Capra:
Revisione delle forme italiane del Sottogenere Scolia — Dr. Emilio
Berio: Lepidotteri raccolti dal Prof. L. Cipriani nel Fezzan (1932).I
‘— Mario Mariani: Una grave infestione di Sesamia vuteria Stoll.
(nonagrioides Lef.) in provincia di Messina — Gian Maria Ghidini:
Descrizione della femmina di Gymnophora (Capraephora) lapidi
cola Bezzi (Diptera Phoridae) — Repertorio di notizie paiolo:
giche: IX —. F, ig, Recensione. | “AE
Dr. FABIO INVREA, Direttore Reeosanie
Arti Grafiche COMMERCIO, . Via n; Luca, 10. — IENSYA
SOCIETÀ i
ENTOMOLOGICA ITALIANA
Sede in GENOVA, Via Brigata Liguria, N. 9
presso il Museo Civico di Storia Naturale.
Soci ONORARI]
S. M. VITTORIO EMANUELE Il - RE D'ITALIA
S. E. Benito MussoLINI - Capo del Governo
S. E. GIIUSEPPE BELLUZZO S. E. LARIRO FEDELE
CONSIGLIO DIRETTIVO
pel biennio 1934-35.
PRESIDENTE ONORARIO: Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro.
Presipente ErrertTIvo: Dott. Ferdinando Solari
Vice-PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi.
.. SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea..
TESORIERE: Rag. Cesare Mancini.
DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI : Dott. Fabio Invrea.
ConsieLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Ago-
stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi,
Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni,
Dr. Giuseppe -Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri, 1
Conte. Emilio Turati. I
ReviISORI DEI CONTI: Signor Armando Bani, Ing. Paolé Bensa, Dott.
Tullo Casiccia.
. Quota sociale annua: nel Regno: Ordinarîi L. 40, Studenti L. 20
Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze.
« 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno.
Quota su l'iscrizione a soci vitalizi : L. 500 per l’Italia, L. 750
per l’estero.
Abbonamento alle Pabblicasioni per i non soci: Italia L. 50,
Estero L. 60.
rici
AVVISI AI SOCI
Le adunanze scientifiche della Società, si tengono ogni Giovedì ;
alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale.
Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla
Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo-
logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). |
— Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta -
mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40,
int. 2., s.8, GENOVA. I
BOLLETTINO
| DELLA
SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA
GENOVA
VoLume LXVI (1934) i Né ‘6
Pubblicato il 20 Giugno 1934, Anno XII
ATTI SOCIALI
Nuovi Soci: La Presidenza ha ammesso in qualità di soci ordinari:
Jacques Denis, 100 Rue de Marais, Douchy (Nord - Francia). Arac-
nidi, proposto dal Gr. Uff. Prof. R. Gestro.
CAMBIAMENTI DI INDIRIZZO: Richard Tompkins de Garnett, chez M.
Marcel Ravenel, Longecourt - en - Plaine (Cote d’Or, France).
André Théry, 140 Rue St. Fuscien, Amiens (Somme, France).
Commemorazione di A. Berlese a Firenze
Domenica 28 Maggio u. s. al Galuzzo presso Firenze, per inizia-
tiva del locale Gruppo Combattenti e del Circolo Rionale Fascista
«Gastone Bartolini », si tenne una commemorazione del compianto
Prof. Antonio Berlese, Direttore della R. Stazione di Entomologia
‘Agraria di Firenze e nostro socio e Consigliere.
Intervennero numerosi ascoltatori, tra cui il figlio dell’illustre Scien-
ziato, molti allievi, discepoli ed ammiratori e numerosi rappresentanti
degli ambienti scientifici fiorentini. La Società Entomologica Italiana,
per delega del Presidente, era ufficialmente rappresentata dal Colonnello
Dott. Alfredo Andreini. La commemorazione fu tenuta dai nostro Con-
sigliere Prof. Guido Paoli il quale, con felice sintesi e con amore di
fedele discepolo, lumeggiò la figura dell’illustre Maestro e ne mise in
piena evidenza i grandi meriti scientifici e' l’attività feconda, spesa a
vantaggio dell'Agricoltura e della Scienza Italiane.
Spedizione Patrizi in Somalia
Il nostro socio M.se Saverio Patrizi, che ha già compiuto in pas-
ato div erse spedizioni zoologiche in varie parti dell’Africa, è partito
04
ai primi di Giugno, accompagnato dal preparatore del Museo di Genova
Sig. Confalonieri, per una nuova missione scientifica nella Somalia Me-
ridionale e nell’Oltre Giuba per incarico del Ministero delle Colonie.
Nomine
Apprendiamo che recentemente i nostri Consiglieri Cav. Paolo Lui-
gioni e Prof. Guido Paoli sono stati nominati Soci Corrispondenti della
R. Società Entomologica d’Egitto.
Il socio Paul De Peyerimhoff de Fontenelle è stato eletto Presidente
della Società Entomologica di Francia.
Il socio Doct. Réné Jeannel, Direttore del Muséum National d’Hi-
stoire Naturelle di Parigi, è stato proclamato Socio Onorario della So-
"cietà Entomologica di Francia. >
A tutti questi illustri Colleghi le più vive felicitazioni della Società
Entomologica Italiana. |
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
&
LondiAfanen
DR. R. JEANNEL
NOUVEAUX BATHYSCIINAE ITALIENS
Bathysciola (s. str.) oodes, n. sp. — Une seule femelle de
Crissolo, près de Saluzzo, massif du Mont Viso, Piémont (A. Dodero).
Long. 2.0 mm. C'est le plus grand de tous les Bafkysciola connus.
Par l'ensemble de ses caractères, il se rapproche du 5. Agostini du San-
tuario di Oropa, également de grande taille.
Forme ovoide, atténuée en arrière, très convexe. Brun rougeàtre
foncé brillant. Pubescence courte et rare, couchée. Elytres à ponctuation
ràpeuse, forte, peu serrée et confuse, non alignée en travers sauf dans
la région suturale. |
| Antennes longues et gréles, dépassant les angles postérieurs du
pronotum, la massue allongée et déliée, un peu aplatie, les articles du
funicule gréles, environ trois fois aussi longs que larges, le 7 conique,
deux fois aussi long que large, le 8 petit et légèrement transverse, les
9 et 10 aussi longs que larges, le 11 ovale, plus long que le 10.
Pronotum court et transverse, très convexe, un peu plus large que
les élytres, ses còtés très arrondis et légèrement rétrécis à la base, la
95
plus grande largeur vers le quart basal. Elytres courts et convexes, très
atténués en arrière, progressivement rétrécis depuis la base, la strie su-
turale non parallèle à la suture, effacée en avant. Carène mésosternale
très haute, anguleuse et crochue, son bord antérieur très busqué, son
apophyse intercoxale non prolongée sur le métasternum.
Pattes gréles, les tibias intermédiaires et postérieurs gréles, avec de
rares épines relativement courtes sur leur face externe.
La position systématique de cette espèce, dont je ne connais
qu’ une seule femelle, reste douteuse. Quoiqu’ elle rappelle le B. Agostini
par bien des points, sa forme ovoide et surtout la ponctuation confuse
de ses élytres l’écartent du groupe de £. farsalis.
De tous les groupes de Bafkysciola munis d’une strie suturale, il
n’en est aucun dans lequel sa place soit vraiment indiquée. Il faudra
donc attendre de connaître le male pour lui assigner une place définitive.
Bathysciola (s. str.) Adelinae, n. sp. - Un male de la Grotta di
Bercovei, à Sostegno, près de Biella, prov. de Vercelli, Piémont (G. Ver-
cella, 10 octobre 1927).
Long. 2,5 mm. Déprimé, allongé et parallèle. Testacé pale. Pubes-
cence courte et rare; élytres à ponctuation raàpeuse, fine et serrée, dis-
posée sans ordre.
| Pas trace d’yeux. Antennes longues et gréles, atteionant le quart
basal des élytres, les articles de la massue peu dilatés, un peu aplatis
et très déliés. Les articles du funicule minces et allongés, le 3 quatre
fois aussi long que large, aussi long que les deux tiers du 2, les suivants
un peu plus courts, le 7 conique, graduellement épaissi, presque trois
fois aussi long que large, le 8 petit, un peu plus long que large, les 9
et 10 élargis graduellement de la base au sommet, plus longs que larges,
le 11 un peu plus long que le 10.
Pronotum une fois et demie aussi large que long, à peine plus
large que les élytres, très bombé en avant, déprimé en arrière, ses còtés
très arrondis en avant, la plus grande largeur vers le milieu; angles
postérieurs un peu saillants en arrière. Elytres longs et étroits, deux fois
aussi longs que le pronotum, graduellement atténués depuis la base.
Pas de strie suturale, mais des traces très nettes de 9 cOtes sur chaque
élytre; le premier intervalle intercostal simule une strie suturale, mais
il n’est pas différent des autres intervalles de l’élytre. Carène méso-
sternale haute, en angle droit, le bord antérieur busqué, l’angle crochu,
l’apophyse intercoxale non prolongée sur le métasternum. |
96
Pattes courtes et assez robustes, les tibias épineux sur leur face
externe, les postérieurs droits. Tarses antérieurs màales pentamères, à
peine dilatés, bien plus étroits que le sommet du tibia, le premier
article semblable au deuxième.
Organe copulateur male volumineux, à base large, partie apicale
infiéchie, l’apex aplati et arrondi. Styles gréles non renflés en massue
au sommet et armés de trois soies assez longues et dirigées en dedans.
Sac interne avec une pièce en V basale bien développée.
Cette espèce prend certainement place dans la section VIII des
Bathysciola s. str., à còté du B. ovoidea Fairm. et présente la mème
sculpture que ce dernier et les mèmes tarses antérieurs males très gréles.
Mais elle se distingue aisément par sa forme particulièrement allongée,
ses antennes de longueur inusitée pour un Bafkysciola, sa carene mé-
sosternale plus haute, en angle droit, les còtes vestigiales de ses
élytres. L’organe copulateur a la mème forme générale que chez 2.
ovoidea, mais les soies des styles ont une autre disposition (Monogr.
Bathysc., p. 96, fig. 139).
Parabathyscia latialis, subsp. Straneoi, nov. — Iypes: quatre
exemplaires du Monte Scalambra (Coll. Straneo et Mus. Paris).
Long. 2 à 2,5 mm. Mémes caractères spécifiques que chez P. /atralis;
antennes semblables, élytres sans strie suturale, à ponctuation excessi-
vement fine et serrée, non ràpeuse, carène mésosternale très basse.
Mème forme générale large et déprimée.
Mais le pronotum est nettement plus large que les élytres;. ses cÒtés,
très arqués, sont rétrécis à la base, la plus grande largeur vers le tiers
postérieur. Elytres très atténués en arrière, subtriangulaires, rétrécis à
partir de la base. Chez la forme typique, le pronotum n'est pas plus
large que les élytres, ses còtés sont subparallèles dans le tiers basal et la
plus grande largeur se mesure à la base; les élytres sont ovalaires,
subparallèles dans le tiers antérieur, atténués seulement dans la moitié
postérieure.
La dilatation des tarses antérieurs males est variable. Des deux exem-
plaires males de la race Straneoi que j'ai sous les yeux, l’un a les tarses
antérieurs semblables à ceux de la forme typique, c'est - à - dire un peu
plus larges que le sommet du tibia, l’autre les a très dilatés, deux fois
aussi larges que le tibia, aussi dilatés que ceux du Parabdathyscia
Doderoi.
Italie. Lazio: Monte Scalambra, dans la terre, entre 300 et 1000 m.
d’altitude (L. Straneo).
97
Parabathyscia Emeryi, n. sp. — Types: deux femelles de Capo-
dimonte (coll. Luigioni et Mus. Paris.).
Long. 2 à 2,5 mm. Certainement très voîsin du . /atialis, mais
différent par sa forme convexe et nullement déprimée, et par ses an-
tennes un peu plus iongues chez la femelle. Les proportions des articles
des antennes sont cependant les mèmes. P. Emeryi comme P/. /atialis,
a les élytres sans strie suturale, très finement et densément ponctués.
La carène mésosternale est très basse. Pronotum un peu plus large que les
élytres, présentant sa plus grande largeur avant la base. Elytres sub-
parallèles dans le tiers antérieur, modérément atténués au sommet.
La forme large et très déprimée du PP. /atialis est très caractéris-
tique de l’espèce. Chez P. Emeryi la voussure du corps est aussi
accentuée que chez les espèces présentant une strie suturale, comme P.
Doderoi ou encore P. fiorentina. Cette différence me fait penser que
P. Emeryi doit èétre une espèce distincte, ce dont on aura la preuve
lorsque son organe copulateur male sera connu.
Italie. Campanie: Capodimonte (Napoli), à Camaldoli della Torre, sur
les pentes méridionales du Vésuve (C. Emery,5 octobre 1866), deux fe-
melles communiquées par M. P. Luigioni.
Il est curieux que cette espèce n’ait jamais été reprise. On est en
droit de se demander si quelque éruption du Vésuve n’a pas détruit
la station où elle fut recueillie par Emery, en 1860.
L. MASI
DESCRIZIONE DI ALCUNI CALCIDIDI DEL MAROCCO
(Hyimen.)
Alcune raccolte di Calcididi, che ho ricevute dal Dott. P. Régnier,
Direttore del servizio fitopatologico a Rabat, nel Marocco, mi hanno
dato occasione d’identificare diverse specie appartenenti alla fauna euro-
pea, la cui presenza in quelle regioni non era stata segnalata, ed anche
di trovarne alcune non descritte finora. Ringrazio il Dott. Régnier
di avermi permesso di pubblicare in questo Bollettino quelle specie
nuove delle quali desideravo di dare io stesso una descrizione prelimi-
nare. Tutti i Calcididi che ho. avuti in esame saranno menzionati in
una pubblicazione che il Dott. Régnier ed i suoi Colleghi stanno pre-
parando, nella quale si troveranno esposte interessanti notizie biologiche
sulle singole specie. I tipi si trovano nel Museo Civico di Genova.
98
Dinarmus Regnieri sp. n.
«92 — Viridi aenea, partim fere aurea, abdomine purpureo - nitido
< et zonis fuscis ornato; antennis ferrugineis, certis partibus nigris, clava
«in dimidio basali nigra, in dimidio apicali miniacea. Species Dirarmo
« Sauteri mihi, (regionis orientalis) proxima, (') colore clavae antennalis,
«nervo stigmatico sensim versus apicem crassiore leniterque curvato,
«nervo marginali et postmarginali aequilongis, aliisque characteribus
<“ bene distincta ».
Di colore verde bronzato, con alcuni riflessi dorati; addome con
riflessi porporini diffusi e fasce trasversali brune, col 3. e 4. tergite di
colore bruno, il 5. tergite con due fasce di questo colore, una, larga
basale ed un’altra apicale, il 6. verde, l’ultimo bruno; antenne ferruginee
con gli anelli, il 1. articolo del funicolo, il 1/3 distale del 2. articolo,
il margine distale del 3. e del 4., tutto il 5. articolo e la prima metà
della clava neri, la seconda metà della clava di un bel rosso un po’
giallastro, quasi rosso minio; femori di color bruno ferrugineo, i po-
steriori con leggiero riflesso verde metallico; tibie brune, biancastre
nelle estremità; tarsi di un bianco sudicio, con gli articoli dopo il primo
un po’ scuri sul lato esterno e con l’articolo apicale quasi interamente
- bruno chiaro; ali leggermente grigie giallastre, con nervatura bruna.
Capo, di profilo, ellittico; solco delle gene ben marcato, obliquo in
avanti. Clipeo intaccato - bidentato; strie irradianti dal clipeo, corte.
Antenne con lo scapo esteso oltre l’ocello anteriore per circa la metà
della propria lunghezza; 5. articolo del funicolo quasi quadrato, molto
più corto degli altri articoli, uguale a 2/3 del 4. Margine del collare
acuto. Prosterno del mesotorace piccolo. Metanoto evidentemente pun-
teggiato. Nervo postmarginale lungo quanto il marginale, stigmatico
3/5 del marginale, leggermente incurvato, gradatamente ingrossato verso
l'estremità, con la clava indistinta. Lungh. 4 mm.
L’esemplare unico fu ottenuto da allevamenti di /7esperophanes
fasciculatus Fal. (Cerambicide) e di /7ypoborus ficus Erick. (Ipide) vi-
venti su alberi di fichi nell’oasi di Tarzougeurt nel Sahara Marocchino.
Prochiloneurus Rungsi sp. n.
«92 — Species a Prochiloneuro pulchello Silv. (*) fronte, vertice
« atque scutello viridibus, mesothoracis dorso sine fascia transversa obs-
(1) Konowia, vol. V 1926, n. 4, p. 360, fig. 34.
(2) Silvestri F., Descrizione di nuovi Imenotteri Calcididi africani. - Boll. Labor. Zool.
gen. agr. Portici, IX 1915, p. 350 - 352, fig. XI e XII.
99
< cura, scapo modice dilatato, facile distinguenda; antennis forma et
« colore illis Pr. Bolivari Mercet (') similibus, alis anterioribus minus
«quam in Pr. Bolivari angustatis, proportione latitudinis ad longitudi-
«nem sicut 35: 100».
Fronte e vertice di colore verde bronzato, iridescenti, la parte in-
feriore della faccia gialla ocracea, le tempie verde smeraldo, le gene
verdi con riflesso porporino; occhi bruni-neri; antenne con lo scapo
giallo grigiastro, il pedicello, gli ultimi articoli del funicolo e la clava
neri, alcuni dei primi articoli del funicolo (2 — 3 ?) bianchi. Torace
giallo ocraceo; pronoto scuro, tendente al violaceo, ascelle con leggiero
riflesso verde; scutello e metapleure verdi, metallici, lo scutello fornito
di molte setole bianche, piuttosto grosse, che sono disposte, non
regolarmente, in 6 serie trasversali; mesopleure con leggiero riflesso
violaceo che diviene più intenso verso il lato superiore. Ali anteriori
con leggiera sfumatura presso la base e con tutta la parte dal principio
del nervo marginale fino presso l’apice di un bruno chiaro giallastro;
un largo spazio lunato, in corrispondenza a tutto il margine apicale,
appena leggermente grigiastro, il margine con sfumatura bruna; la
cellula basale e un punto al termine della nervatura biancastri. Zampe
gialle ocracee chiare, comprese le anche; femore e tibia del terzo paio
un po’ scuri. Addome verde scuro metallico, più o meno iridescente,
con la terebra gialla chiara.
Scapo moderatamente dilatato verso il mezzo. Ali anteriori, ripie-
gate sul dorso, superanti di poco l'apice della terebra, più lunghe che
larghe nella proporzione di 100: 35, fornite al di sotto dell’insenatura
del nervo submarginale di 12 setole chiare disposte irregolarmente .in
3 serie oblique. Parte sporgente della terebra uguale a 3/5 della lun-
ghezza dell'addome e 2/3 della tibia del 2. paio di zampe.
Misure: lungh. 1 mm. (corpo mm. 0,8, terebra mm. 0,2), addome
mm. 0,34, ala anteriore lunga mm. 0,76, larga mm. 0,26, tibia del 2.
paio di zampe mm. 0,33.
L’esemplare proviene dal Sahara Marocchino (Oasis de Mecissi) dove
è stato raccolto da una nuova specie di Er/ococcus, dal Sig. Ch. Rungs.
Per la conformazione delle ali anteriori questo Prockiloneurus
somiglia al pu/chellus Silvestri, specie genotipica, dell’Eritrea, piuttosto
che al Bolivari Mercet, nel quale le ali anteriori sono tre volte più
lunghe che larghe; le antenne somigliano più a quelle del Pr. Bolvari;
da questo si può distinguere facilmente per diversi caratteri del colo-
(1) Mercet R., Encîrtidos de Espana, Madrid 1921, p. 634, fig. 265.
100
rito, come lo scutello verde anzichè bruno, le mesopleure gialle con
riflessi violacei, non brune chiare, lo scutello giallo ocraceo, non « azu-
lado - metàlico, muy obscuro ». (Mercet, 1. c., p. 634).
Pteroptrix maura sp. n.
«gg — Species setis in margine alae anterioris dimidiam alae la-
« titudinem vix aequantibus; alis posterioribus apice late rotundatis
« setisque fimbriae alae latitudinem sesqui superantibus; pedibus flavidis,
« femore tibiaque secundi paris et femore tertii paris, praeter extremi-
« tates, leniter infuscatis.
«2 — Funiculi articulo 3. haud maiore quam 1. et 2. >».
S' Vertice e occipite di color giallo ruggine; corpo bruno-nero; sui
margini laterali e sul margine posteriore dello scudo, una larga fascia
giallo arancio; scapole gialle o gialle rossicce; ascelle bruno - nere,
scutello giallo; ali anteriori con la radicola giallastra,la nervatura e uno
spazio quadrangolare, esteso dal nervo marginale alla doccia del frenulo,
giallo - bruni; zampe giallastre, le intermedie col femore un po’ scuro
eccetto che alle estremità, dove il colore chiaro è nettamente separato,
e con la tibia pure scura; femore delle zampe posteriori ombrato fino
ai 2/3. |
Misure proporzionali delle parti delle antenne: scapo 12, pedicello
4, primo articolo del funicolo 5, terzo 6, secondo articolo molto breve»?
due volte circa più largo che lungo. Ali anteriori piuttosto larghe, con
la massima larghezza uguale a 37 °/, della lunghezza, con le più grandi
delle setole marginali circa la metà più corte della larghezza massima
dell'ala (proporzione di 9:20), quelle della narte distale posteriore 1/3
più lunghe di quelle distali anteriori; subcosta con una setola; cellula
costale più lunga del nervo marginale nel rapporto di 8:5, con tre se-
tole nella parte distale sul lato esterno; al principio del lato esterno
del nervo marginale due setole uguali a quelle della cellula costale,
quindi una setola grande e più robusta di tutte le altre, poi quattro
setole grandi, distribuite a intervalli uguali fino all'estremità del nervo;
distanza dell’apice dello stivwma dalla radice dell’ala = 205, dall’apice
dell’ala = 95; setole sulla lamina piuttosto rade (visibili per trasparenza
a gruppi di due, una sulla pagina superiore e una sull’inferiore dell’ala)
distribuite in 6 gruppi sulla trasversale condotta per lo stigma. Ali po-
steriori bene arrotondate all’apice, con le setole marginali più lunghe .
uguali circa ad una volta e mezza la larghezza dell’ala (proporzione
101
di 3:2). Dimensioni: lunghezza mm. 0,9; torace largo mm. 0,3; ala
anteriore mm. 0,7; apertura d’ali mm. 1,7.
O — Antenne coi primi tre articoli del funicolo subeguali, non
più lunghi che larghi, il 3. non più lungo del 4. Pedicello = 15, i tre
articoli successivi = 7 sul lato maggiore, tuttavia il 2. alquanto minore
del-k /e-del72;
Ho veduto vari esemplari 77 e alcune 92 in cattivo stato, rac-
colti dal Sig Ch. Rungs nel Sahara Marocchino (Amzoudj - Vallée du
Ziz-V-1933), ottenuti dalla /7emiberlesia Ceardi Bal. che vive sugli ulivi.
Il Pferoptrix dimidiatus Westw., diffuso in Europa, secondo Mercet
(') si troverebbe anche in Algeria. La specie nuova che ho descritta
appartiene ad un gruppo caratterizzato da setole marginali delle ali
anteriori piuttosto corte, al quale gruppo appartiene la specie che des-
crissi altra volta sotto il nome di Archemomus bicolor How., ia quale
fu ottenuta da Aspidiotus betulae dell’Italia meridionale (*), e anche
PA. bicolor della Francia descritto da Howard, che forse non è specifi-
camente identico. Ritengo che la specie del Marocco sia bene distinta
dal Pferoptrix dimidiatus sopratutto pel diverso sviluppo della frangia
delle ali: Mercet nella diagnosi scrisse: « La longitud de las pestanas
apicales de las alas anteriores algo menor que la anchura màxima del
disco. Pestanas de las alas posteriores màs largas que la anchura del
disco >. |
Anusiella Heydeni (Mayr) - var.
Anusia Heydeni Mayr, Verh. zool. - bot. Ges. Wien, 1876, p. 710-9.
Anusiella Heydeni Mercet, Bol. R. Soc. Espanola Hist. Nat., 1923,
p. 287 (con figura del tipo).
L’esemplare che attribuisco a questa specie, e che ritengo che non
sia altro che una varietà di colorito, è una femmina attera, proveniente
dalla foresta d’Ifrane (1600 m.) sul Medio Atlante, dove fu raccolto in
luglio su piante di TAymelea virgata var. Broussonetii, infestata dall Er/o-
coccus thymeleae Newst. Nel detto esemplare la parte inferiore del to-
race e le zampe, comprese le anche, sono gialle ocracee, solo i femori
e le tibie posteriori un po’ imbruniti. La mesopleura è, come nella
forma tipica, violacea, però nella parte anteriore il colorito si cambia
in verde. Mayr non indica il colore della terebra: questa nell’esemplare
del Marocco è bruna, gialliccia alla base, ed è lunga un poco più
della metà dell'addome. Gli esemplari studiati dal Mayr provenivano
dalla Germania (Francoforte) e dall'Austria (Vienna).
(1) Revista Biol. Forestal y Limn., II 1930, p. 93 e seg.
(2) Boll. Labor. Zool. gen. agr. Portici, IMI 1908, p. 115 - 119, fig. 20-22.
102
Tetracampe nomocera sp. n.
«Species Tetracampi impressae Fòrster colore, forma et sculptura
« similis, praecipue distincta maris antennis ab illis feminae vix diffe-
«rentibus, scapo non dilatato, immaculato, funiculi articulis paullum.
« latioribus ».
Corpo verde scuro, metallico, sulla testa e sul torace con riflessi
cuprei; antenne con lo scapo e il pedicello interamente verdi scuri, lo
scapo del x” privo di macchia bianca sul lato inferiore; zampe scure,
‘eccetto i ginocchi, coi tarsi chiari alla base e gradatamente più scuri
verso l’apice. Occhi con molte setole corneali lunghe. Scutello, come
tutto il lato dorsale del protorace e del mesotorace, minutamente re-
ticolato squamoso. Ali anteriori col nervo postmarginale lungo poco
più di 3 volte il nervo stigmatico. Peduncolo dell'addome molto più
lungo che largo alla base, poco più lungo delle anche posteriori, pun-
teggiato. 9: misure proporzionali delle parti delle antenne — pedicello
— 6, lungo 11/2 volta la sua larghezza all’apice, 1. articolo del funi-
colo lungo 8 e largo 4 circa. g*: scapo normale, non dilatato, pedicello
poco più lungo che largo, flagello con articoli poco più larghi che
nella femmina e tutti della stessa larghezza, 1. articolo del funicolo
lungo 7 e largo 4, 4. articolo lungo 5 e largo 4.
Questa 7etracampe proviene pure dal Sahara Marocchino (Ksar
-es-Souk) dove si trova come parassita della Phyfomyza atricornis Meig.,
che attacca le piante di piselli in quella regione.
L. BoLDORI
APPUNTI SULLE LARVE DEGLI SPHODRINI
I
LA LARVA DELLO SPHODRUS LEUCOPHTHALMUS |
Come già ebbi brevementante ad accennare in una comunicazione
fatta al 1° Congresso speleologico nazionale (1933, pag. 193), accingen-
domi a preparare materiali e dati per lo studio delle larve degli Spho-
drini, fui sorpreso nel rilevare come la larva dello Sphodrus venisse
indicata come avente un solo unghiello ai tarsi e ciò a differenza delle
altre larve di Sphodrini, per le quali si segna la presenza di due un-
ghielli tarsali. Per le leggi di analogia la cosa mi parve strana: pur
| tuttavia su ciò erano concordi egregi autori quali Ganglbauer, Reitter,
DI
van Emden e BòOving. Vero è che tutti, espressamente o non, facevano
bi Li
103
riferimento ad una unica fonte, una descrizione del Gernet (1867 p. 12 - 13
t. I.). Infatti Ganglbauer (1892 p. 240) dice esplicitamente: « Die Larve
von S. L. wurde von Gernet..... » e Reitter (1908 p. 137) non meno preciso:
« Die Larve von S.1, soll nach Gernet..... >» Van Emden, invece, nei suoi
due lavori (1919 p. 21 e 1921 p. 132), e Bòving, nella sua magistrale
opera (1931 p. 22), non citano, anche per il carattere delle pubblicazioni,
la fonte, ma da comunicazioni da essi stessi fattemi, non avendo la
larva in questione, hanno dovuto anch'essi riferirsi a Gernet.
Interessandomi sempre più alla questione, mi posi alla ricerca, fra
gli amici, della larva, ma inutilmente. Bengtsson, Rosenberg, Verhoeff
ed i Musei di Berlino e di Copenaghen ebbero l’amabilità di farmi
noto ch’essi non possedevano larve di Sphodrus. E similmente mi
scrisse Semenov Tian Shansky, il quale gentilmente aggiunse che i ma-
teriali di Gernet non sono presso il Museo Zoologico di Leningrado.
Per chiarire la questione non mi restava quindi che tentare l’alleva-
mento e, per la ricerca delle imagines vive, mi rivolsi pure agli amici.
Ma anche questa ricerca non ebbe miglior fortuna. Ebbi solo indicazioni
che lo Sphodrus si rinviene irregolarmente, per lo più nelle cantine, ma
che non potevo contare di averne in breve tempo esemplari vivi.
Quando già disperavo di riuscire, nell’ottobre del 1932, raccoglievo
nelle cantine della mia casa una coppia di Sphodrus vaganti ed in se-
guito, con trappole, altri 5 esemplari. Nel marzo successivo raccoglievo
le prime uova e, dopo una ventina di giorni, avevo da esse le prime
larve. In seguito, nei mesi successivi, mentre altre imagines venivano
ad aumentare l’allevamento, ebbi altre uova ed altre larve ma, malgrado
tutte Je cure, esse non raggiunsero la seconda età.
Nel complesso mi fu però possibile esaminare 11 larve che mi
mettono in grado di affermare che la larva di Sphodrus presenta due
unghielli ai tarsi, e che pertanto la larva descritta da Gernet deve cer-
tamente riferirsi ad altro genere. Do qui di seguito la descrizione della
vera larva di Sphodrus leucophthalmus facendo precedere qualche parola
sulle uova.
Uova - Essendo stati allevati gli Sphodrus in un terrario di piccole
dimensioni, nel quale essi si muovevano sempre irrequieti, specialmente
la sera e durante la notte, non posso dire quante uova una femmina
possa deporre e nemmeno se esse vengano deposte vicine. Ne trovai
deposte in superficie e sparse. Non escludo però che altre siano state
deposte interrate. Non ho riscontrato manifestazioni di cure ma-
terne (Boldori 1933 p. 223-224) e nemmeno di cannibalismo. Le uova
appena deposte sono di colore bianco latteo che poi lievemente si info-
104
sca, diventando bianco.grigiastro. La loro forma è ovale molto allun-
| gata, essendo la lunghezza pressochè doppia della loro larghezza (rispet-
tivamente mm. 2 e 1). Il chorion sembra piuttosto spesso e la zigrina-
tura finissima è visibile solo a forte ingrandimento {x 300), sotto forma
di piccoli punti rilevati.
I* Larva. Non particolarmente snella, misurando dall’estremità dal
mandibole all’estremità dei cerci, mm. 7.5 a mm. 14 in confronto di
una larghezza massima della testa di mm. 1.3 (eE - 47)(!).
Appena schiusa è naturalmente bianchissima, di un bianco avorio,
essendo rosso ferruginei solo la metà distale delle mandibole, il reti-
nacolo, gli articoli estremi dei palpi mascellari e labiali, i rompiguscio,
gli unghielli tarsali e le setole. In seguito il color ferrugineo si diffonde
sulla testa e sul protorace restando bianco il resto del corpo.
Testa: (e #3: 8/12:-00%=5-40/13ep=4jc=3:9/12;:-@F=3/43;
ip = 242 e #23; DA: he = A0/125dd° = 5812)
La testa è tozza, essendo, specialmente nella parte superiore, molto
più larga che lunga. Posteriormente va a mano a mano restringendosi
senza peraltro dar luogo ad un collo ben distinto. I lati del tentorio,
per trasparenza, sembrano quasi raggiungere la sinuosità mediana delle
suture frontali, che, alla lor volta, raggiungono quasi il margine po-
steriore della testa, essendo la sutura epicraniale cortissima (molto meno
di un decimo della distanza clipeo cervicale). Sutura ipostomiale assai
lunga essendo quasi pari alla sutura golare. La fronte è di forma pen-
tagonale, quasi grossolanamente piramidale, essendo il clipeo pochissimo
proteso in avanti. Questo è piccolo, quadrilobato, con lobi fra di loro
due a due sufficientemente simmetrici. I due lobi esterni, composti di
due piccoli denti a punta smussata, i due lobi interni di poco protesi
in avanti rispetto ai laterali sotto forma di due brevi gibbosità. I solchi
clipeo-mandibolari appaiono indistinti, come non appare distacco mar-
ginale alcuno fra clipeo e scleriti mandibolari.
Fra le due convessità interne delle due suture frontali si staccano
i due rompiguscio che appaiono esili e sormontati da 5-8 denti. L'esame
dei preparati di larve con tegumento già ferrugineo farebbe pensare
solo ad una serie di piccoli denti, ma nelle larve ancora decolorate
l’intensificarsi del colore dello strato chitinoso già fa pensare all'esistenza
di una crestina. Infine l’esame laterale fa distinguere un lievissimo
rialzo, sormontato Wrgoprde da denti fra di loro difformi ed in-
clinati in avanti.
(1) Le lettere ed i numeri tra parentesi segnano i «rapporti di Bòving», ai quali no
aggiunto un rapporto dd’ = larghezza fra le estremità dei solchi cervicali.
<=
105
Negli scleriti mandibolari, per trasparenza, si notano una quindicina
di pori (?), irregolarmente e difformemente disposti nei due aggruppamenti
Essi si distendono, grosso modo, su tratti di un arco di cerchio che
congiunge i due angoli distali degli scleriti. In corrispondenza dei due
lobi laterali del clipeo si orientano due allineamenti irregolari di tre
faneri ciascuno, Presso il fanero distale, nel lato esterno, è un poro,
eee ZZUIIZZZOA
qUAVLIAAL LI42] A 7
Fig. 1. - Testa della la larva di Sphodrus leucophthalmusL.
mentre internamente, in corrispondenza dei due lobi centrali, vi sono
due altri faneri, Sempre marginalmente, ma presso gli angoli degli
scleriti, vi sono due piccole setole, mentre nella superficie degli scleriti
sono, in ciascuno, due pori e tre setole, una media e due piccole: l’ultima
di queste presso l’inizio delle suture frontali.
Nella parte centrale della fronte, all’altezza delle estremità distali
dei rompiguscio, è un allineamento orizzontale di quattro setole (2 in-
100 .
terne medie, 2 esterne grandi) e, sotto queste, due pori. Nell’epicranio
il solco cervicale è presente, ma non dà luogo nè ad intacco nei mar-
gini laterali, nè, tanto meno, a collo ristretto o particolarmente evidente.
Esso solco si perde a metà circa della parte superiore dell’epicranio.
I solchi ocellari non sono evidenti e non delimitati sono gli scleriti an-
tennali. Gli ocelli, ben appariscenti, sono raggruppati in due piccoli
archi ciascuno di tre macchie pigmentate e rotondeggianti. Sugli scleriti
antennali si nota una setola media. Una setola e due pori sono negli
archi ocellari. Tre setole ed un poro sono nella parte centrale, cioè
sulle aree mandibolari, e due lateralmente (una presso il margine ed una
sul vertice). Fra la fine del solco cervicale ed il margine inferiore dell’epi-
cranio vi è un allineamento di tre piccole setole e lateralmente due
pori, uno da ogni lato. Uno degli esemplari presenta da un sol lato
l'anomalia di una setola suppletiva presso le setole del vertice.
Nella parte ventrale dell’epicranio si notano: due pori ed una
setola nello sclerite antennale; nella parte centrale un allineamento irre-
golare ed obliquo di tre setole e due pori; presso il margine una se-
tola e due pori. Nell’ipostoma si ergono quattro faneri, in due allinea-
menti convergenti verso gli attacchi del tentorio. Presso i due faneri
distali sonvi due pori. È visibile inoltre per trasparenza una setola sul
cardo mascellare.
Antenne: (LA =1 1/2; 2A = 8/12; 3A = 11/12; 4A = 7/12). Di svi-
luppo un poco minore delle mandibole. Gli articoli presentano lati
subparalieli. Solo il terzo, portante naturalmente la vescichetta jalina,
presenta lati divergenti. Sul primo articolo sono due o tre macule, sul
terzo e sul quarto tre setole per ciascuno, oltre agli organi di senso
e qualche macula.
Mandibole: (bc = 1; Cr= 19/12; ac = 34/12; br= 10/12; ar = 1 8/12;
ab = 2 6/12). Non eccessivamente falcate, protendendosi l’apice solo
circa una volta la larghezza della base oltre l’angolo basale interno.
Il retinacolo è particolarmente corto, quasi infossato nella linea margi-
nale interna. È lievemente gibboso e tendente verso l’apice, cosicchè
l'angolo generato con la parte inferiore del margine interno appare
largamente ottuso. Non si notano dentellature nei margini. Il penicillo
è folto e breve. Si nota una setola sul margine esterno e due pori.
Mascelle! St +13B = 44% P POS = 3/12; ==443
0= 6/12; O’ = 6/12; I= 1/12; m = 6/12. Evidentemente più lunghe delle
mandibole. Lo stipite ha lati leggermente divergenti. Il lobo interno
è presente sotto forma di una piccola punta che quasi si confonde
con la setola alla sua base. Una lunga setola è posta presso l’apice di-
107
stale esterno ed altra a circa metà del margine esterno. La metà interna
è ricoperta da 4 o 5 file di una ventina di piccole setole ciascuna,
disposte irregolarmente. Nulla di notevole presentano gli articoli del
palpo e del lobo, salvo l’ultimo del palpo che appare fittamente ma-
culato. Una piccola setola è sul primo articolo della galea.
. Labbro: [-lungh.==<1
H Lose 104201012)
laroh. =<1
Di forma trapezoidale, è sormontato da due palpi biarticolati. La ligula
è costituita da due piccole setole. Dorsalmente vi sono le solite due
setole presso gli angoli apicali, mentre ventralmente vi sono un al-
lineamento di due setole e due pori nella parte distale e due pori
negli angoli basali. Gli ultimi articoli dei palpi sono maculati.
| Protorace: (ED = 3 8/12; CC= 6; C’C” = 7). Leggermente più grande
della testa presenta piastre dorsali chitinizzate e congiunte in una linea
mediana. Esse portano: un allineamento anteriore di sei setole, fra le
quali sono anche cinque o sei pori; un allineamente mediano di quattro
setole ed infine un allineamento posteriore di sei setole e due pori.
Altre tre setole sono sul margine laterale.
Meso, metatorace e segmenti addominali: senza scudi dorsali evidenti
portanti un allineamento anteriore di sei setole ed uno posteriore pure
di sei setole. Quattro setole marginali per ogni segmento. Ventralmente
vi è un allineamento inferiore di sei setole: sulle estreme di esse so-
vrasta altra setola; altre due setole nel margine superiore. Il nono seg-
mento addominale molto più piccolo dei precedenti (KK = 2 10/12; FE
= 4 2/12), porta due cerci non articolati, lunghi una volta e mezza il tubo
anale (UU? = 4 2/12). I cerci non presentano speciali strutture per l’in-
serzione delle setole. Nel lato dorsale dell’ultimo segmento addominale
mancano le solite setole (ve ne sono due sole piccolissime); esse sono
invece presenti nel lato ventrale. Sul tubo anale sono quattro setole
dorsali, quattro laterali e due ventrali. I cerci portano sei setole per
ciascuno. Nel tubo anale non sembrano esservi strutture uncinate.
Zampe: (Coxa =2; xx' =5 6.12; trocantere e femore = 2 3/12; tibia
= 10/12; tarso = 2 5/12). Il trocantere è lungo meno del femore. Sull’anca
sono quattro setole, disposte negli angoli di una figura trapezoidale, ed
altre tre setolette. Si sono talvola riscontrate, inoltre, setole sopranume-
rarie irregolarmente disposte. Sul trocantere sono cinque spinule ed
alcune macule e cinque altre spinule coronano l’apice femorale. La
108
tibia presenta una setoletta basale e sei spinule apicali. Infine il tarso
porta due forti e lunghi unghielli uguali fra di loro, su cui sovrastano
due spinule ricurve, poste alla loro base. Sul margine superiore del
tarso vi è una piccolissima setola.
‘Descritta così la vera larva dello Sphodrus e in attesa di poter trarre
dalla caccia o dall’allevamento la larva al 2° e 3° stadio, per vederne le even-
tuali differenze che, logicamente, non dovrebbero apportare sostanziali
variazioni, non resta che dare uno sguardo critico a quanto sulla larva
è stato scritto. Delle opere citate da Rupertsberger (1880 p. 105 e 1894
p. 107) la prima è quella di Acrel (1799 pag. 105/116). Ma di essa non
è proprio il caso di tenere conto nel caso attuale. A parte l’indirizzo del
lavoro e pur ammettendo che l’Acrel possa avere avuto dinanzi la
larva di Sphodrus, egli non ne dà descrizione alcuna. La figura ch'egli
ne dà (tav. IV fig. 3) serve pure a ben poco. Ci troviamo, pare, davanti
ad una larva di carabide e ciò lo si suppone per il clipeo marcato,
le due mandibole protese in avanti e le due antenne ritte presso di esse,
(sebbene anche questi caratteri non siano esclusivi delle larve dei cara-
bidi). Ma di più non si può trarre. Che se poi guardiamo l’ultimo seg-
mento della larva, finito quasi ad uncino, dovremmo pensare ch'egli
ha avuto sott'occhio non so che larva o che ha lavorato di fantasia;
così dicasi per la fitta peluria segnata sui margini della testa. Segue
Westwood (1839 p. 69) il quale non fa che.... citare Acrel! Siamo così
al citato lavoro di Gernet che è, senz'altro, quello più importante, sia
per l'ampia descrizione, sia per la bella tavola che accompagna il la-
voro. Senonchè un primo dubbio affiora subito. Il Gernet, almeno pare,
usa la tavola predisposta per il mancato lavoro del Kuschakewitsch ed
una delle larve dallo stesso donategli. Ebbene, egli rileva che esse non
sono perfettamente corrispondenti. Quali siano le inesattezze della tavola
non dice. Ancora egli ritiene che Chapuis e Candeze abbiano errato
assegnando al Pristonychus terricola la loro larva e che essa debba in-
vece riferirsi allo Sphodrus perchè <« bis einige wenige Umstande so
genau auf meine Sphodruslarve passt» Ma poi aggiunge che la sua de-
scrizione deve intendersi come un rifacimento di quella di Chapuis e
Candeze con l’aggiunta delle importanti differenze riscontrate. Ma, a
parte queste contraddizioni, diremo così, introduttive, la certezza che egli
non ha descritto la larva di Sphodrus si raggiunge quando egli afferma
che la sua larva ha i cerci parzialmente articolati ed infine le zampe
terminanti con un lungo e poco ricurvo unghiello.
Che larva ha esaminato quindi Gernet? L'indagine rasenta l'indo-
109
vinello e non mi sento di avanzare ipotesi. Mi limito quindi-a riaffer-
mare che Gernet non ha descritto una larva nè di Sphodrus nè di Spho-
drino, perchè le caratteristiche dei cerci e degli unghielli tarsali non si
riscontrano nè nella descrizione nè nella tavola. Resta infine da esami-
nare l'ipotesi avanzata dal Gernet che la larva descritta da Chapuis: e
Candeze (1853 p. 376 tav. 1) come larva di Prisfonychus terricola sia
di Sphodrus. À questo proposito, come già disse il Gernet, non possiamo
basarci sulla figura (tav. I fig. 3), dalia quale solo con buona volontà
si giunge a capire che riguarda una larva di carabide ed alla esclusione
di alcuni generi di questa famiglia. La descrizione, pur essendo diffusa, non
è certamente sutficentemente probativa. Nel complesso credo però che
l'assegnazione sia giusta. Infatti, nel confronto con una larva di Sphodrus
ed una di Pristonychus terricola Reichenbachi Schauf. (gentilmente fa-
voritami dall’amico Dott. Jeannel e proveniente da Cueva negra de la
Honde - Valencia - [Spaena] 18-3-1913 - Biosp. 657, leg. Breuil), rilevo
che la testa « subquadrangulaire » meglio si addice a Pristonychus che
a Sphodrus. Per mio conto la testa del primo genere resta pur sempre.
più tozza che subquadrata, ove si consideri la parte dorsale. È
Gli ocelli in Sphodrus sono ben visibili, mentre lo sono un po’
meno nell’altro genere. La formula antennale non mi pare invece esatta
non essendo il terzo articolo meno lungo del secondo. Pure non esatta
ini pare, per entrambi i generi, la descrizione relativa agli scudi dor-
sali, nonchè l'indicazione generale del colore. Come già dissi, propendo
a pensare che Chapuis e Candeze abbiano realmente avuto sott'occhio
larve di Pristonychus; in ogni modo mi riprometto di ritornare sulla
descrizione quando, in altro lavoro, tratterò delle altre larve di Spho-
drini e quindi anche delle larve di Pristorychus. In quell'occasione.
spero di poter anche disporre della 2% e 3* larva di Sphodrus e pertanto.
credo opportuno attendere a farne il confronto con le larve degli altri
generi. Attualmente potrei solo confrontare larve in stadi fra di loro
diversi ed alcune differenze, specialmente nelle zampe, potrebbero de-
rivare dal grado di svilluppo. Pur tuttavia, e con la riserva di ulteriore
esame ed a scopo orientativo, credo di poter. fissare alcuni caratteri
generici nella tabella seguente:
ij - Sutura epicraniale cortissima o. nulla 2
‘» Sutura epicraniale relativamente lunga 3
2 - Sutura epicraniale nulla; margine anteriore del clipeo con. insel-
latura nella parte centrale ben visibile Pristonychus
110
- Sutura epicraniale cortissima, ma presente; margine anteriore del
clipeo con semplice lieve intacco nella parte centrale che risulta
meno espansa ma maggiormente protesa in avanti rispetto ai lobi
laterali Sphodrus
3 - Margine anteriore del clipeo poco espanso, marcatamentente pro-
teso in avanti, dentellato; occhi molto grandi Calathus
Margine anteriore del clipeo molto sviluppato, ma nè marcatamente
proteso in avanti nè dentellato o 4
4 - Larve abitanti ordinariamente (') le grotte delle Alpi Marittime e
del Piemonte. Sphodropsis
Larve viventi all'aperto o in grotte di altre regioni —.Laeriostenus
Per il momento mi mancano materiali sufficientemente studiati per
stabilire differenze fra Laemostenus e Antisphodrus, sebbene pare sia
costante in quest'ultimo genere una sutura epicraniale più lunga che
in Laemostenus.
Resta un ultimo punto: il raffronto della larva con le tabelle di van
Emden e di Bbving nelle opere citate.
Nella prima, tenendo presente che la lacinia interna è presente se
pure piccolissima, si giunge al N. 30 dopo avere aggiunto, per gli Spho-
drini «larve quasi completamente bianche-giallastre ». AI N. 30 modi-
ficherei la dizione in « Ocelli ridotti e non particolarmente sviluppati. >
Dopo di che, essendo naturalmente soppresso il n. 31, la larva di Sp4o-
drus andrebbe a confondersi con quelle di Laemostenus. Nella tabella
di Bòving, dopo aver precisato al n. 11 che il collo è distinto e largo
solo per la presenza del solco cervicale, si giunge ai Pterostichini, re-
stando naturalmente e di conseguenza modificato quanto detto al n.14
e nota 29.
E per ora non credo sia il caso di dire di più. Ho già detto che
sto predisponendo i materiali per un completo studio delle larve degli
Sphodrini e, solo quando saranno fissati i caratteri generici e del gruppo
(2), si vedrà di fissare meglio la differenza con gli altri gruppi.
BIBLIOGRAFIA
1799 - Acrel ]J. G. - Zisforia vermium larvarum nec non Insectorum
variorum generum, per biennium intra corpus humanum hospitantium
una cum variis experimentis eas expellendi.- Nova Acta Regiae Socie-
tatis Scientiarum Upsaliensis - Upsaliae - pag. 98-116.
(1) Non è escluso che le larve possano essere trovate anche sotto sassi profondamente
111
1933 - Boldori L. - Animali cavernicoli in schiavitù - Atti del 1°
Congresso speleologico nazionale - Trieste. pag. 190 - 193.
1933 - Boldori L. - Appunti biologici sul Pterostichus multipun-
ctatus De;. - Studi Trentini di Sc. Nat. XIV, fasc. III, pag. 222-223.
1931 - Bòoving Ag. e Craighead Fc. - Ar illustrated synopsis of the
principal !arval forms of order Coleoptera.- Entomologica Americana
Vol. XI.
1853 - Chapuis - Candeze - Catalogue des larves des coléoptères
connues jusquwd ce jour avec la description de plusieurs espèces
nouvelles. - Mémoires Soc. Roy. d. Liege, VIII, pag. 341-653, tav. I-IX.
1919 - Van EmdenrF.- Versuch einer Aufstellung von Gattunesbestim-
mungstabellen der Carabidenlarven - Supplementa Entomologica,
GN, <<} |
1921 - Van Emden F.- Veber Leben, Fang und Korservierung der
Carabidenlarven, nebst einer kurzen Bestimmungstabelle ihrer in
Mitteleuropa vorkommenden Gattungen.- Entomologisches Jahrbuch,
XXX, pag. 121-137.
1892 - Ganglbauer L. - Die Kéfer von Mitteleuropa, Vol.I, Wien.
1807 - Von Gernet G.- Beitrige zur Kéferlarvenkunde.- Horae Soc.
ent. rossie,;-F:-Vi; pago 1:22.
1908 - Reitter E. - Fauna Germanica, Vol. I, Stuttgart.
1880 - Rupertsberger M. - Biologia der Kéfer Europas. Linz.
1894 - Rupertsberger M.- Die biologische Literatur iiber die Kdfer
Europas von 1880 an. Linz.
1839 - Westwood ]. O. - An Introduction to the modern classification
of Insects founded on the natural habits and corresponding
organisation of the different families. - London, Longman, T. I,
pag. 12-402.
interrati, ad es. all’Alp Finestre (vedi Capra - Sulla fauna della grotta del Pugnettoin Va
di Lanzo - Atti R. Accad. d. Scienze di Torino, vol. LIX 1924).
(2) Per il momento posso aggiungere che gli Sphodrini sembrano distinguersi dagli
altri Pterostichini per una diversa disposizione delle setole epicraniali. Mentre in Pfero-
stichus la serie arcuata delle setole del collo trova una naturale continuazione in altre
tre setole sorgenti sulle aree mandibolari e pure disposte ad arco, negli Sphodrini il se-
condo gruppo di tre setole è disposto a triangolo.
112
D. GuieLia e F. CAPRA
REVISIONE DELLE FORME ITALIANE
DEL SOTTOGENERE SCOLIA
Alcuni esemplari di Scolie avuti recentemente in esame ci hanno
indotti ad una revisione delle forme italiane riferentesi al sottogenere
Scolia (Discolia auct.), permettendoci la risoluzione dei punti contro-
versi intorno alla loro sistematica: siamo riusciti difatti ad identificare
con sicurezza la Sc. unifasciata Cyrillo e la Sc. bifasciata Rossi, spe-
cie ambedue con posizione sistematica fino ad oggi incerta ('). Inoltre
dallo studio dell’aedeagus (’) delle varie specie di Scolie italiane ab-
biamo potuto osservare come fra l’aedeagus della Se. hirta e quello
delle altre specie vi siano delle differenze così forti e spiccate da in-
durre a staccare nettamente la prima dalle rimanenti, le quali poi, a
loro volta, sono per i caratteri dell’aedeagus specificamente ben distinte.
L'indipendenza fra i due gruppi è rafforzata inoltre da caratteri morfo-
logici esterni come risulta dalla seguente tabella.
Subgenus Scolia Fab.
(Lacosi Guérin, 1839; Lisoca Costa, 1858; Discolia Saussure e Si-
chel 1864; Discolia Ashmead, 1903; Scolia Betrem 1927 - 1928; Discolta
Guiglia, 1928; Discolia Dusmet, 1930).
STI
1. Antenne clavate. (Fig. 1). Fronte leggermente convessa, formante
un lieve gradino rispetto allo spazio frontale. Aedeagus con peli
piuttosto radi; palette ad apice troncato - arrotondato con la mas-
sima larghezza verso la metà della porzione distale (Fig. 3); vol-
(1) Le nostre conclusioni concordano con quanto stabilì Costa (1887) il quale, a dif-
ferenza di diversi imenotterologi moderni, seppe con sicurezza distinguere le varie specie
taliane ed isolare la Sc. Airfa per la forma clavata delle antenne del Sa
(2) Indichiamo, per brevità, con tale denominazione, da varii Autori già usata per
altri gruppi di Insetti, l’ insieme dell’armatura genitale maschile esterna. Per lo studio
della forma generale di questo pezzo e della disposizione dei peli della volsella è neces-
sario l’esame a secco; nel caso invece che si voglia osservare il numero e la disposizione
dei coni sensoriali, l’esatta inserzione dei peli, la dentatura delle valve del pene occorre
fare un preparato in liquido di Faure - Berlese, previa macerazione in potassa caustica.
TRI
ST A ARIE A,
113
sella a margine esterno ed interno incisi al terzo basale e con la
base provvista di peli eretti, brevi e non fitti; coni sensoriali scarsi
e piuttosto grandi; valve del pene con denti radi: 8 (Scolicides,
nov. sect.) I hirta.
— Antenne cilindriche (Fig. 2). Fronte pianeggiante. Aedeagus for-
temente peloso; palette ristrette sulla metà o sul terzo apicale e
con la massima larghezza verso la base della porzione distale
(Fig. 4); volsella con incisione più o meno pronunziata solamente
al lato esterno e con fittissimi e fini peli basali, disposti a guisa
di scodella, talora ripiegati verso Vinterno di essa; valve del pene
con 12-15 denti regolarmente decrescenti (Scolia s. str.) pi
2. Ali bicolori, violacee o subviolacee con il margine costale giallo -
ferrugineo. Volsella con profonda incisione a circa la metà del
margine esterno a
— Ali unicolori, oscure a riflessi violacei, talora subtrasparenti all’a-
pice | 4
3. Addome con macchie giallo - pallide ben separate (talora le poste-
riori riunite). Pezzo anteriore del II (1) urosternite (!) a margine
distale convesso con picccla incisione mediana. Volsella circa una
volta e mezza più lunga che larga, con ‘peli basali molto fini
piuttosto brevi e disposti a mo’ di scodella; parte distale a peli
brevi e suberetti; valve del pene diritte non ispessite all’apice e
con circa 12 denti acuti. Statura piccola (6 - 14 mm.) quadripunctata
-— Addome con fascie giallo - aranciate (talora interrotte nel mezzo).
Pezzo anteriore del II (1) urosternite a margine distale leggermen-
te smarginato. Volsella circa il doppio più lunga che larga, con
peli basali grossolani ripiegati verso l’interno; parte distale a seto-
le mediocri rivolte basalmente; valve del pene all’apice ispessite
ed un po’ ripiegate all’infuori (esame a secco) e con circa 15 larghi
denti. Statura maggiore (15-20 mm.) insubrica
4, Tutto il corpo completamente nero maura
— Almeno l'addome con fascie gialle. Volsella regolarmente triango-
lare, margine esterno con incisione assai lieve, porzione apicale
con peli lunghi e fitti rivolti basalmente, coni sensoriali piccoli
(15-20 |») non molto fitti, porzione basale con peli disposti a sco-
della, quelli esterni ripiegati obliquamente verso l'apice 5
(1) Berlese (Gli Insetti, Vol. I, p. 273 fig.317) nomina questo pezzo I sternite,
114
s$
Terzo (Il visibile) urotergite nero. Lobi del pronoto neri. Ali nero -
violacee, lievemente più pallide solo verso il margine apicale. Pa-
lette a lati esterni regolarmente arcuati fin dalla base della porzione
distale. Statura maggiore (18 - 20 mm.) unifasciata
— Terzo (Il) urotergite con fascia giallo - chiara. Lobi del pronoto
gialli. Ali bruno -fuligginose, subtrasparenti a regione costale e
basale sensibilmente oscurata. Palette a lati esterni subparalleli
nella metà basale della porzione distale e con sinuosità il più delle
volte evidente nel terzo apicale, apice più largamente arrotondato.
Statura minore (12 - 15 mm.) bifasciata
Le
. Spazio frontale con punteggiatura grossolana, limitata all'indietro
da una fascia per lo più priva di punti. Fronte e vertice con pun-
‘ti assai radi, irregolarmente distribuiti. Pezzo anteriore del II (I)
urosternite a margine distale con piccola sporgenza mediana (Sco-
lioides nov. sect.) hirta
Spazio frontale non limitato posteriormente; la sua punteggiatura è
fitta e va gradatamente diradandosi sulla fronte e sul vertice. Pez-
zo anteriore del II (1) urosternite a margine distale con smargina-
tura o intaccatura mediana evidente (Scolia s. str.) 2
. Ali bicolori, violacee o subviolacee, con il margine costale giallo -
ferrugineo 3
Ali unicolori, oscure, a riflessi violacei, talora subtrasparenti all’a-
pice 4
. Vertice, il più delle volte, nero. Addome con macchie giallo - pal-
lide separate (talora le posteriori riunite). Fronte a punteggiatura
abbastanza fitta e regolare. Pezzo anteriore del Il (I) urosternite a
margine distale convesso, con piccola incisione mediana
quadripunctata
Vertice, il più delle volte, macchiato di giallo. Addome con fascie
giallo - aranciate (talora interrotte nel mezzo). Fronte a punteggia-
tura più rada ed irregolare. Pezzo anteriore del II (1) urosternite
a margine distale leggermente smarginato insubrica
. Tutto il corpo completamente nero maura
Almeno l’addome con fascie gialle D
. Terzo (11) urotergite completamente nero. Ali nero - violacee, lieve-
mente più pallide solo verso il margine apicale unifasciata
PLS
— Terzo (II) urotergite con fascia giallo - chiara. Ali bruno - fuliginose,
subtrasparenti, a regione costale e basale sensibilmente oscurate
bifasciata
Sectio Scolicides nov. sect.
Tipo: Sc. hirta Schrk. (1). -
Per i caratteri dell’aedeagus e per la forma clavata delle antenne
del 5° la Sc. hirta è nettamente staccata dalla Sc. quadripunctata Fab.
(genotipo di Scotia) e dalle
altre specie italiane; la con- i
formazione dell’ gedeagus
è molto simile a quella
della Sc. vollenhoveni Sauss.
(Betrem, 1933, p. 258, fig.
8) e della Sc. jacobii Be-
trem, (idem, p. 250, fig. 6)
e probabilmente a quella
delle altre specie ad esse
affini, ma la Sc. vollenho-
veni, almeno, si differenzia
per le antenne del 3 brevi
e cilindriche e per la fronte
normale.
Per la forma delle pa-
lette e per i caratteri della
volsella (incisioni laterali,
pubescenza basale scarsa, 1
ecc.) la Sc. hirta si avvicina \
sensibilmente al Subgen.
i ; Fig. 1 - Svolia hirta Schrk.: Antenna sinistra,
Liacos (sensu Betrem), il faccia posteriore. - 2. Sc. bifasciata Rossi: Antenna
quale però è ben distinto destra, faccia posteriore. - 3. Sc. hirta Schrk.:
Aedeagus, faccia dorsale. - 4. Sc. quadripunctata
Fab. : lo stesso. (Il tratto corrispondente ad 1 mm. si
condo nervo ricorrente, per riferisce solo alle fig. 1 e 2).
le antenne cilindriche, per
il colore rosso degli ultimi segmenti addominali ed infine per la
per la presenza del se.
(1) Betrem (1928, p. 256), nello stabibre i genotipi di alcuni gruppi di Scoliidei, indica:
«Lisoca Costa (genotipo) Lisc. citreozonata Cost. = Sc. hirta Schrk. (‘Monobasic,,) >.
Facciamo osservare che Costa ha descritto il gen. Lisoca in ‘Fauna Napoli, Scoliid.,
1858, p. 8,, citando come prima specie del genere la Lisoca unifasciata e che solo
in seguito (idem, 1861, p. 33) ha descritto la Zisoca citreozonata, la quale specie
non è affatto sinonimo della kirfa.
116
presenza della caratteristica carena frontale comune al Subgen. Carino-
scolia, il quale pure si differenzia dalla Sc. hirfa per Vaedeagus altri-
menti conformato, per la forma delle antenne, il colore delle ali, ecc..
Nella Sc. hirta la carena frontale è sostituita da una leggera, ma
sensibile, convessità: la fronte assume cioè una forma intermedia fra
quella dei due sopra detti sottogeneri e quella normale propria degli
altri gruppi stabiliti da Betrem (1928, p. 161 e 162).
Scolia (Scolioides) hirta ab. unifasciatoides nov.
Scolia unifasciata Mantero, Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Ge-
nova, XLII, 1905, p. 61. — Scolia hirta var. unifasciata Guiglia,
Ann. Mus. Civ. Storia Naturale Genova, Lil, 1928, p. 439.
La Sc. hirta oltre alla forma normale con fascia gialla sul Ill ©
IV (II - III) urotergite, presenta numerose e diverse forme di passaggio
con la fascia del III (II) urotergite suddivisa in 2 o 3 macchiette irre-
golari le quali possono, in certi casi, completamente scomparire, si han-
no così esemplari con la sola fascia gialla sul IV (HI) HE ciÒ
che li rende simili alla Sc. unsfasciata Cyrillo.
Per evitare che questo carattere cromatico. proprio ad ambedue le
specie possa trarre in inganno, denominiamo ab. unifasciatoides nov.
la forma di Sc. hirtfa senza fascia gialla sul III (11) urotergite.
Coll. Museo Civ. Genova: Isola del Giglio 13 gY 5 S leo.
G. Doria (v. Mantero, 1. c.); Napoli 1 9; Sicilia 5 9 2 gf.
Sectio Scolia s. str.
Tipo: Scolia guadripunctata (Rohwer 1911, Betrem 1928)
. Le forme italiane appartenenti a questa sezione sono assai simili
nella conformazione generale dell’aedeagus, il quale corrisponde a
quello raffigurato da Betrem (1928, p. 30, fig. 26).
‘In tutte esso si presenta difatti con abbondante pubescenza, in
modo particolare fitta e densa alla base della volsella, dove assume
una caratteristica disposizione: i peli sono, cioè, radialmente diretti e
rialzati a formare una concavità a mo’ di scodella (guadripunctata,
maura); talora poi questi peli sono assai lunghi e si ripiegano interna-
mente su sè stessi in maniera da coprire più o meno la concavità
stessa (insubrica, unifasciata, bifasciata). La volsella varia abbastanza
sensibilmente da specie a specie; in alcune essa presenta al lato esterno |
un'incisione che può essere più o meno profonda e con coni sensoriali
piuttosto grandi, colla base più larga del diametro dei peli della por-
zione distale a loro vicini (Fig. 10-12); in altre può assumere una forma
Aedeagus visto dal lato ventrale
Fig. 5 - Sc. hirta Schrk. (Italia): metà sinistra. - 6. Sc. quadripurctata
Fab. (Loano, Lig.): lo stesso. (La freccia indica la porzione di volsella dise-
_ gnata a più forte ingrandimento, vedi fig. 9).
regolarmente triangolare con incisione assai più lieve (un/fasciata, bi-
fasciata) e con coni sensoriali più piccoli (15-20 n) e più acuti, colla
base notevolmente più stretta dei peli (Fig. 13).
Scolia quadripunctata Fab.
Località tipica: Italia.
E questa la specie più frequente in Italia e ben distinta per le
piccole dimensioni, la punteggiatura addominale rada e la pubescenza
più luriga ed eretta. © 3
Oltre la forma tipica con due macchie sul HI e IV (Il e IIl) uro-
tergite, si osservano frequentemente esemplari con due macchie, per lo
più piccole, anche sul V (IV) urotergite (ab. sexpunctata Rossi); assai
più rari sono gli esemplari con altre due macchie anche sul Il (1) uro-
tergite (ab. octopunctata Stolfa) e quelli con due macchie anche sul VI
118
(V) (ab. decempunctata Guiglia) ('). Qualche volta possono scomparire
le macchie del III (II) urotergite (ab. dipunctata Costa); in questo caso
il colore giallo del margine costale delle ali anteriori si riduce talora a
delle vaghe traccie assai poco evidenti, in maniera che le ali appaiono
unicolori (1 yYdi Napoli, Coll. Mus. Civ. Genova) (?). Questi esemplari
rimangono però sempre inconfondibili con quelli delle altre specie ad
ali scure, sia per la pubescenza proporzionalmente più lunga, sia per
la punteggiatura dell'addome assai più rada.
Nella 9 il capo è quasi sempre nero; qualche volta può presenta-
re il seno ‘oculare con un ristretto orlo giallo; più frequentemente si
osservano però due macchie gialle lineari dietro le orbite che, in casi
assai rari, si ‘estendono anche sul vertice, riunendosi in una fascia u-
nica, come si osserva in una £ dell’Isola del Giglio, la quale presenta
pure eccezionalmente due macchie ai lobi laterali del pronoto.
Nel x il capo è, per lo più, completamente nero; talora i seni
oculari sono orlati di giallo; i lobi del pronoto, di regola totalmente
neri, presentano, in qualche raro caso, una macchietta gialla.
La volsella, oltre i coni sensoriali ed i peli grandi, presenta pure
radi peluzzi, lunghi circa come i coni sensoriali (Fig. 10).
Scolia insubrica Scop.
Località tipica: Pavia.
Specie meno comune della precedente, dalla quale è ben distinta
per le maggiori dimensioni, per le fascie giallo - aranciate degli uroter-
giti, per la punteggiatura della fronte, del mesonoto, dello scutello e
del postscutello, che nella 9 è sensibilmente più rada ed irregolare,
ed infine per avere la 9 abbastanza di frequente una larga fascia
gialla sul vertice (per lo più brevemente interrotta nel mezzo).
Negli esemplari italiani da noi esaminati la colorazione dell’ad-
dome è abbastanza costante: la fascia gialla del III (II) urotergite è
. sovente interrotta nel mezzo; quella del IV (III) presenta spesso il
margine anteriore più o meno profondamente intaccato (di rado l’in-
taccatura raggiunge il margine posteriore); quella del V (IV) è sempre
più ristretta, regolare nel 7, a margine anteriore sinuoso o divisa
(1) In tutte queste forme aberranti le macchie posteriori possono talora riunirsi
medialmente, >
(2) Saussure (1864, p. 62) dice essere frequenti in Corsica maschi conle ali quasi nere
e l'addome a due macchie.
119
in due macchie nella ; il gy presenta spesso due macchie trasversali
anche sul VI (V) urotergite; talora pure agli ‘angoli posteriori del III
e IV urosternite si osservano due piccole macchie gialle.
Nei gg da noi esaminati i lobi del pronoto sono tutti con mac-
chia gialla.
La volsella presenta i peli basali grossolani e lunghi, ripiegati su
sè stessi a coprire la concavità della scodella, assumendo una direzio-
ne normale all’asse mediano; le valve del pene (viste lateralmente)
sono all'apice troncate quasi ad angolo retto; i denti sono numerosi e
con la base larga, particolarmente quelli distali. (Fig. 7)
Aedeagus visto dal lato ventrale
Fig. 7 - Sc. insubrica Scop.(Torino): metà destra. - 8. Sc. maura Fab. (Tol-
metta, Cirenaica): metà sinistra.
Non abbiamo osservato, nel materiale italiano, nessun esemplare
con le macchie gialle ridotte come nella Sc. inferstincta Klug, specie
che Dusmet (1930, p. 27) pone in sinonimia con la S. insubrica Scop.
Riguardo a tale identità specifica noi facciamo notare che i gf g
d’interstincta Klug di Algeria (Coll. Mus. Civ. Genova) sono certamente
ben distinti da quelli di /nsubrica, sopra tutto per la conformazione
120
dell’aedeagus: i peli basali della volsella sono difatti diretti verso Va-
pice invece che ripiegati verso l'interno, i lobi del pene non sono nè
ispessiti all'apice nè ripiegati all’esterno ed infine le palette sono più
brevi.
Scolia maura Fab.
Località tipica: Barberia.
Non conosciamo g < italiani appartenenti .a questa specie; la sola
O della Sicilia (ex Coll. Gribodo) da noi esaminata corrisponde bene
ad altre 99 dell’Algeria (ex. Coll. Gribodo), il cui 7”, come un altro. di
Tolmetta (Cirenaica) da noi esaminato, presenta l’aedeagus così con-
formato:
Volsella un po’ meno del doppio più lunga che larga; margine
esterno con incisione abbastanza profonda un poco prima della metà;
porzione apicale a peli abbastanza lunghi, mediocremente fini e sube-
retti; coni sensoriali grandi e numerosi; porzione basale con peli fittis-
simi disposti a scodella; valve del pene con 13-14 denti acuti. (Fig. 8)
Non possiamo affermare con sicurezza se detti esemplari. siano
realmente riferibili alla vera Sc. maura Fab., per quanto siano quelli
che meglio corrispondono alle descrizioni; senza l'esame del tipo è
assai difficile poter con certezza individuare questa specie; nelle ex
Collezioni Magretti e Gribodo (Coll. Museo di Genova) sono difatti
confuse con il nome di maura varie forme dell'Africa settentrionale ed
orientale assai simili fra di loro nell'aspetto.
Scolia unifasciata Cyrillo
Lisoca unifasciata Costa, Fauna Napoli Scoliid. 1858, p. 9 e 36;
T. XIX fig. 1 (7), fig. 2 (9) et var. melanocephala, idem. p. 10. — Di-
scolia unifasciata Saussure et Sichel, Catai. spec. gen. Scolia, 1864, p.
71, n. 47. — Scolia unifasciata Costa, Prospet. Imen. Ital., II, 1887, p.
100, n. 7. — De- Stefani, Natur. Sicil., VII, 1888, p. 14.
‘ Località tipica: Italia meridionale. |
Puglie: Trinitapoli 1 g7, 20- VII- 1929, leg. C. Confalonieri; Italia
meridionale 2 SF (senza località precisata, ex Coll. Gribodo).
L'esame di questi esemplari ci permette di stabilire con cer-
tezza che la Sc. unifasciata Cyrillo è specificamente distinta dalla Sc.
hirta Schrk., contrariamente all'opinione di non pochi Autori che; ba-
sandosi sulle diagnosi spesso insufficienti e sui soli caratteri cromatici,
la confondevano con la Sc. hirta ab. unifasciatoides.
121
Difatti oltre i caratteri distintivi del gruppo (cedeagus altrimenti
conformato, fronte non convessa, antenne cilindriche nel 7, punteggia-
tura della 9), la Sc. unifasciata è ben distinta dalla Sc. hirta per la pu-
bescenza più fina e meno abbondante, per il tubercolo mediano del
margine anteriore del II (1) urotergite sensibilmente pronunziato (nella /ir-
ta-o manca completamente o è appena leggerissimamente sviluppato), per
le ali di colore nero - violaceo intenso fortemente infoscate su tutta la
superficie (nella 4irfa sono notevolmente oscurate solo nella regione
costale e basale, nella rimanente superficie si presentano fuligginose .
subtrasparenti con sensibile iridescenza violacea), per il I (1) urotergite
più corto, più trasversale e nella parte anteriore più sensibilmente ri-
stretto.
Coni sensoriali della volsella visti a più forte ingrandimento
Fig. 9 - Sc. hirta Schrk. - 10. Sc. quadripunctata Fab. - 11. Sc. insubrica Scop.
- 12. Sc. maura Fab. - 13. Sc. unifasciata Cyrillo. ‘
La Sc. unifasciata si distingue inoltre nettamente dalla Sc. bifasciata
Rossi, oltre che per il colore più oscuro delle ali, il giallo dell'addome
ridotto, i lobi del pronoto neri, per la maggior statura e l’aspetto più
robusto, per il II (1) urotergite più trasverso, per gli articoli delle an-
tenne un poco più lunghi, per l’aedeagus a lati regolarmente arcuati fin
dalla base della porzione distale delle palette, colla volsella a peli più fitti.
Non possediamo alcuna 9 di urifasciata; secondo Costa e De
Stefani essa può avere il capo rosso - ferrugineo oppure completamen-
te nero (ab. melanocephala Costa).
I 3 c da noi esaminati, oltre la fascia gialla del IV (HI) u-
rotergite, presentano due macchie gialle trasverse alla base del V (IV)
urotergite: ab. costana nov. (var. a di Costa, 1887, p. 100). Secondo
Costa (1858, p. 36) questa forma è la più frequente nei dintorni di
Napoli, mentre nella Terra d’Otranto dovrebbe trovarsi la forma tipica.
122
Scolia bifasciata Rossi
? Sphex quadricineta Scopoli, Delic. Flor. et Faun. Insubricae, 1786,
p. 62, T. XXII fig. 5 (37). Località tipica: Insubria. — Scolia bifasciata
Rossi, Mantissa Insect., 1792, App., p. 120 n. 105, T. 8 fig. H h (d7),
I i (°). Loc. tip: Toscana. — Lisoca citreozonata Costa, Fauna Napoli
Scoliid., 1861, p. 33, T. XXVI fig. 5 (7). Loc. tip.: Calabria. — Scotia
bifasciata Costa, Prospet. Imen. Ital., 1887, p. 101 (3 9). — Discolia
quadricincta (3°) e Dis. bifasciata (2) Guiglia, Ann. Mus. Civ. Storia
Naturale Genova, LII, 1928, p. 441 e 444. — Discolia hirta (in parte)
Dusmet, Eos, VI, 1930, Quad. 1°, p. 30. ().
Aedeagus visto dal lato ventrale
Fig. 14 - Sc. unifasciata Cyrillo (Italia meridionale): metà sinistra. - 15.
Sc. bifasciata Rossi (Canonica d’ Adda, Lombardia): lo stesso.
Il valore sistematico e la sinonimia di questa specie sono stati,
fino ad oggi, molto discussi; la recente cattura al Lido di Venezia di
(1) Probabilmente è sinonimo di difasciata anche la var. rotata Costa (1858, p. 11, T.
XIX fig. 6, O dall’Autore stesso, 1887, p. 101, posta in sinonimia con la Xirfa), essa è
difatti descritta e raffigurata con la fronte macchiata di giallo e con due macchie gialle
trasversali sul V (IV) urotergite.
125
esemplari d’ambo i sessi (leg. A. Giordani Soika) permette di af-
fermare con sicurezza che la Sc. cifreozonata Costa non è che il
J della bifasciata Rossi, ciò che d’altra parte era già stata indicato
da Saussure e da Costa (1887), e che questa specie è nettamente dis-
tinta dalla Airfa Schrk. Difatti oltre che per i caratteri di gruppo
(antenne cilindriche nel y7, aedeagus altrimenti conformato, fronte non
convessa, punteggiatura della fronte della 9 assai più fitta e regolare),
le due specie sono differenti per avere il x della difasciata i lobi
del pronoto gialli anzichè neri, una fascia gialla, qualche volta inter-
rotta nel mezzo, anche sul V (IV) urotergite e talora due macchiette
anche sul II (I) urotergite; la 9 per la fronte e la regione retroorvbi-
tale per lo più macchiate di giallo e per avere talora una fascia gialla
ristretta ed irregolare, spesso ridotta a due macchie trasversali, anche
sul V (IV) urotergite, ciò che non si verifica mai nella Sc. Hirfa dove,
tanto nel Y che nella 9, la colorazione gialla dell'addome tende invece
a ridursi. Aggiungiamo inoltre che la pubescenza, in modo particolare
quella della 9, è nella /#irta sensibilmente meno fina e più abbondante
rispetto alla difasciata.
REPRETOGRAREE
Berland L. - 1925. - Faune de France, 10, Hyménoptères Vespifor-
mes II, p. 295 - 300.
Betrem J. G - 1927. - Tijdschrift v. Entom., LXX, Verslag, p. XCHI -.
XCVIII.
Betrem ]. G. - 1928. - Monographie der indo - australischen Sco-
liiden mit zoogeographischen Betrachtungen. - Treubia, IX, Suppl.,
p. 1-379, 5 Tav.
Betrem J. G. - 1933. - Die Scoliiden der indoaustralischen und pa-
laearktischen Region aus dem Staatlichen Museum fiir Tierkunde
. zu Dresden. - Stett. Ent. Ztg., 94, Heft II, p. 230 - 263.
Costa Ach. - 1858 - 1861. - Fauna del Regno di Napoli, Scoliidei. p.
8-13 e p. 33-37, Tav. XIX e XXVI fig. 5.
Costa Ach. - 1887. - Prospetto degli Imenotteri Italiani, II, p. 95 - 102.
De- Stefani T. - 1888. - Imenotteri Siculi, Scoliidei. - Il Naturalista
Siciliano, VIII, p. 12-10.
Dusmet ]J. M. - 1930. - Los Escélidos de la Peninsula Iberica. - Eos,
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124
Guiglia D. - 1928. - Gli Scoliidei della Liguria. - Ann. Mas. Dea
Storia, Naturale Genova, LII, p. 424 - 400.
Mantero G. - 1905. - Materiale per una Fauna dell'Arcipelago Toscano.
Isola del Giglio; Catalogo degli Imenotteri, Parte I. - Ann. Mus. i
Storia Naturale Genova, Ept
Rossi P. - 1792. - Mantissa Insectorum, App., p. 118 - 121, Tav. VII.
Saussure H.é Sichel J. - 1864, - Catalogus Specierum Generis
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Scopoli J. A. - 1786. - Deliciae Florae et Faunae Insubricae, Peste
Di 58 00,1. XXI fio FAI,
Stolfa E. - 1930. - Una nuova varietà della Discolia quadripunctata
Fab. - Boll. Soc. Entom. Italiana, LXIHI, p. 07 - 68.
Vander Linden P. L. - 1829. - Observations sur les Hyménoptères
d'Europe de la Famille des Fouisseurs, Bruxelles, p. 16 - 31.
DR. EMILIO BERIO
LEPIDOTTERI RACCOLTI DAL PROF. L. CIPRIANI NEL FEZZAN (1932)
i I
Il materiale raccolto dal Prof. L. Cipriani durante la sua escursione
. nell’estate 1932, e inviato dal Prof. Zavattari al Museo. di Genova, è
molto scarso. Però esso è molto interessante presentando 2 specie nuove
di cui una tipo di un nuovo genere. Tipi al Museo Civico di Storia
Naturale di Genova.
Fam. NOCTUIDAE
Subfam. CUCULLIANAR
Pseudonycterophaeta n. gen.
Nycterophaetae simzilis; sed palpibus porrectis tertio segmento nudo
stiliformi; fronte prominente quadrata sine piastra.
Genotypus P. melanoglossa 7.
Proboscide ben sviluppata; palpi porretti col 2° articolo lungamente
peloso e il terzo nudo, compresso lateralmente; fronte prominente qua-
drata, con rilievo rugoso (Fig. IA); occhi larghi e tondi; antenne ciliate;
125
capo e torace coperti di peli e scaglie piliformi, senza creste distinte; tibie
moderatamente pelose, le anteriori con un uncino terminale robusto, dop-
pio, più lungo internamente che esternamente (Fig. I B); addome cilindrico,
senza creste. Ali ant. moderatamente allungate; vene 3 e 5 da presso l’an-
golo inf. della Cell.; 6 dall’angolo sup. di questa; 9 da 10 in anastomosi da
8, formando una areola: 11 dalla Cell. Ali post. con 3 e 4 dall’angolo
della Cell.; 5 rudimentale dal suo centro; 6 e 7 peduncolate dall’an-
golo superiore.
Fig. I. Pseudonycterophaeta melanogiossa n. gen., n. sp.: À, capo visto dal lato
sin., B, tibia anteriore destra dal davanti.
Come il Gen. Nycterophaeta Smith. del N. America, questo genere
presenta nelle tibie anteriori un uncino doppio terminale, più lungo in-
ternamente che esternamente. Però, mentre i palpi sono in quello
obliquamente rivolti in alto, qui sono porretti, e il terzo segmento è
esile e nudo. La fronte anzichè rotonda con una piastra inferiore, è qui
quadrata e fortemente sporgente.
Pseudonycterophaeta melanoglossa n. sp. (Fig. Il).
Alis anterioribus, capite, thorace, abdomine cremeis. Tegulis striga
media nigra; radice alarum anteriorum striga nigra linguiformi, venis
nigris subtilioribusj alis posterioribus niveis.
126
Capo, torace, addome, petto e zampe color crema. Ali ant. senza le
linee trasversali solite delle nottue, nè stimmi. Sul loro colore omoge-
neo, che comprende anche le frangie, non spiccano che le vene segnate
finemente di scuro e una linea nera longitudinale a forma di lingua,
che, partendo dalla base dell’ala, sotto la media, si estende assottiglian-
dosi sulla vena 1 fino a mezz’ala. Lungo la costa, al torno nel punto
dove arriva la vena 2 e al margine distale tra le vene 3 e 6, una spol-
veratura ocracea, come pure nel margine posteriore, nella metà circa
della sua lunghezza.
‘Fig. II. Pseudonycterophaeta melanoglossa n. gen. n. sp. I
(x 2) (la macchia scura sulle ali sin. è dovuta a grasso)
La detta spolveratura forma alla vena 2 la macchia che compare
in molte specie del Gen. Cucullia del gruppo verbasci. |
Ali post. bianchissime, subtrasparenti, colle vene appena segnate in
cremeo e con una sottile striscia dello stesso colore, ma poco più sen-
tito, lungo il margine. Sulle tegule una striscia nera. Inferiormente le 4
ali uniformemente subargentee.
Espansione delle ali mm. 15.
Holotypus: 3”, Ubari 23 - X - 1932.
Subfam. NOCTUINAE,
Anumeta quatuor n. sp. (Fig. III).
Alis subrufescentibus striga transversa brunnescenti, punctis nigris
quatuor.
La specie appartiene al Gen. Anumeta, ma i ciuffi di peli spiniformi
127
delle seconde tibie sono sviluppatissimi e robustissimi, tanto da far ri-
tenere a tutta prima che l’insetto appartenga alle Catocale.
Il colore delle ali è fulvo, più bruno sulle ali posteriori, e si estende
dalla radice dell’ala senza alcun segno fino alla postmediana, che è for-
mata da una striscia bruna
slavantesi nel fulvo interna-
mente. Oltre la postmediana,
nelle quattro ali segue un
campo chiaro, segnato di bru-
no solo all’apice delle ali an-
teriori. Antemarginale spicca-
tamente dentellata in nero;
frange brune. Su ogni ala
spicca un punto nero pro-
fondo. Torace concolore fulvo; Fig. III. Anumeta quatuor n. sp. Q Holoty.
addome fulvo, schiarentesi al- pus (grand. nat.).
l’apice.
Espansione delle ali mm. 33.
Holotypus: 9, Ubari 23 - X - 32; paratypus: 9, Ubari 28-X-32 (').
Anumeta quatuor ab. lineata nova.
Alis anterioribus strigibus antemediana et mediana signatis.
Qui, sul campo fulvo delle ali anteriori, sono segnate l’antemediana
e la mediana trasversalmente con un segno sottile di fulvo più carico.
Holotypus: 9, Ubari 30 - X - 32; paratypus: 9, Gatron 30-X-32
Oltre alle suddescritte sono state catturate le seguenti specie:
Pyramaeis cardui L. 4 es., Ubari 22 - X - 32
Anerastia sp. prob. /actealis Rothsch. 9, Gatron 30 - X - 32.
Constantia kebylalis Lucas, g’, Gatron 30 - X - 32.
Queste due ultime sono state determinate dal Conte Fred Hartig,
al quale esprimo i migliori ringraziamenti anche per essersi interessato
di far esaminare le Anzzeta dal Dott. H. Zerny di Vienna che pure
ringrazio sentitamente.
Le fotografie sono state eseguite gentilmente nell’Osservatorio di Fi-
topatologia in Genova dal Prof. Paoli, al quale esprimo i più sentiti
ringraziamenti.
(1) La specie è forse molto vicina alla Anumeta sourcoufi di Dummont, dalla quale
differisce per la mancanza della reniforme. Il confronto tra le due specie non si è potuto
fare sul £#ypus di quest’ ultima, per il decesso del suo autore. Le due Q O sono state
confrontate soltanto sulla diagnosi, gentilmente segnalata dal Conte Fred Hartig.
f
128
Mario MARIANI
UNA GRAVE INFESTIONE DI SESAMIA VUTERIA STOLL
| (NONAGRIOIDES LEF.)
IN PROVINCIA DI MESSINA
Il Dott. Luigi Ciccarello della Sezione di S. Agata (Cattedra Am-
bulante di Agricoltura di Messina), ha voluto affidarmi l’incarico di
studiare il parassita che ha causato ingenti danni alle estese colture
di grano nella pianura di Zappulla, fra C. D'Orlando e S. Agata, di
proprietà della Famiglia Cupane, di cui è noto l'illustre antenato Fran-
cesco Cupane, insigne naturalista, che, fin dal 1696, descrisse e fece
disegnare piante e insetti. Colgo qui l'occasione per porgere i miei rin-
graziamenti al Cav. Giuseppe Cupane per la larga ospitalità offertami
e per il vivo interessamento col quale, mantenendo vive le tradizioni di
Famiglia, ha seguito le mie ricerche.
Fra noto che le larve di Sesamia vuteria Stoll si nutrono, oltre che
della polpa dei fusti di granoturco (Zea mais), anche di altre graminacee,
purchè offrano loro un alimento cospicuo; Culot ne fa cenno nella sua
preziosa opera « Noctuelles et Géomètres d’Europe» e dice, anzi, che
l'esemplare figurato a Tav. 42, figura 14, è stato ottenuto da una larva
trovata in un culmo di grano (7riticum vulgare). Pare però che una
vera infestione di Sesamzia non si sia mai verificata nei campi di fru-
mento, mentre è stata rilevata, benchè erroneamente riportata a Leucania
zeae, (') come dannosissima alle culture di granoturco.
_Il fenomeno della infestione è, comunque, molto interessante: quando
il frumento era ancora verde si notavano, anche a distanza, numerosis-
sime spighe biancastre ed erette, evidentemente vuote; esaminate da
vicino, appena quindici giorni fa, le piante non presentavano alcun segno
esteriore del parassita, salvo la spiga vuota e biancastra ed un piccolo
punto nero, nella maggior parte dei casi sul nodo terminale, che tradiva
l'ingresso della larva appena nata attraverso una sottile ferita presto ri-
marginata, perchè operata sulla pianta ancora tenerissima. Spaccati i
culmi, si rinveniva, nello spazio fra il penultimo e ultimo nodo o fra il
nodo terminale e la spiga, una larva che riconobbi subito essere quella
—_
(1) U. Roccied E. Turati. « Le Leucanidi del gruppo zeae ». Memorie della Soc, En-
tomologica Italiana, Vol. XII - 1933, fascicolo II, pag. 273 e seguenti.
129
della Sesamia vuteria Stoll, a me molto nota perchè già rinvenuta e
allevata nei fusti di granoturco.
I danni che questo insetto arreca al frumento sono assai più gravi
di quelli che arreca al granoturco perchè, data la esiguità dello stelo
del grano, il lavorio della larva interrompe subito la circolazione della
linfa e le spighe intristiscono e muoiono immediatamente.
Con appositi dispositivi, che mi hanno permesso di fare le mie os-
servazioni mettendo il grano malato nelle più disparate condizioni, com-
prese quelle naturali, con allevamenti in terrine tenute in grandi gabbie
di rete metallica, ho rilevato che le larve, raggiunta una certa dimensione,
escono dal culmo originariamente attaccato e passano, praticando una
apertura quasi perfettamente rotonda presso il nodo terminale, in una
pianta sana, rendendo così visibilissimo il guasto, sia nella pianta ab-
bandonata, come nella nuova occupata.
In alcune piante si trovano tre ed anche quattro larve, sempre però
negli internodi più alti che sono naturalmente i più teneri.
Non è possibile dare un giudizio che non sia azzardato sulle ragioni
che hanno determinato e provocato uno sviluppo eccezionale della specie;
però, fin dallo scorso anno, in settembre, notai che tutti i fusti di gra-
noturco contenevano diecine di larve di Sesamia e, purtroppo, quei
fusti infestati furono abbando:ati all'aperto, anzichè bruciati come si
doveva, dato che le larve li avevano resi inservibili anche per l’alimen-
tazione del bestiame.
I bruchi di Sesamzia vuteria osservati da me, si sono incrisalidati
negli stessi culmi di frumento, dopo avere aperta una larga via
di uscita per l’insetto perfetto. I culmi contenenti crisalidi o bruchi che
si dispongono alla ninfosi sono, a causa della larga apertura praticata
per l’uscita dell'insetto perfetto, spezzati fra il nodo terminale e l’ante-
terminale, condizione questa che rende più facilmente riconoscibili le
piante che urge distruggere.
Dato che la specie di cui trattasi ha generazioni continue da Marzo
ad Ottobre, come ho potuto rilevare dagli individui della mia colle-
zione, è ovvio che in qualunque momento, dalla primavera all’autunno
avanzato, è possibile trovare l’insetto in tutte le fasi del suo sviluppo.
Una tale condizione di cose rende insufficiente l’incendio delle
stoppie dopo la mietitura, dato che, secondo l’abitudine locale, dopo la
mietitura viene seminato il granoturco che ospiterebbe largamente la
discendenza degli scampati dall’incendio delle stoppie. Sarebbe quindi
da consigliare la sostituzione del granoturco con altra cultura ed il taglio
di quello già cresciuto (data la piccola quantità e la possibilità di utiliz-
130
zarlo largamente come foraggio il danno sarebbe lievissimo); tale pra-
tica, messa in attuazione almeno per tutto quest'anno, infliggerebbe al
parassita un colpo terribile e salverebbe le culture a venire.
Zappulla 2 - VI - 34
GIAN MARIA GHIDINI
Istituto di Anatomia e Fisiologia Comparate della R. Università di Pavia
(Direttore Prof. Edoardo Zavattari)
DESCRIZIONE DELLA FEMMINA
DI GYMNOPHORA (CAPRAEPHORA) LAPIDICOLA BEZZI
( Diptera Phoridae )
ll Dott. Felice Capra del Museo Civico di Genova, che ho qui il
piacere di ringraziare pubblicamente, ha avuto la cortesia di darmi in
istudio alcuni esemplari di Gymrophora (Capraephora) lapidicola Bezzi
da lui raccolti nelle seguenti località della Val Chiobbia: |
Bocchetto del Croso (m. 1940, 25 - VII - 1929) sotto sassi presso
l’Alpe in rovina, due 99 e un gt.
Bocchetto del Croso (4 - IX - 1932) una 9 vagante tra i sassi della
mulattiera.
Alpe Finestre (m. 1800 circa, 2 - IX - 1932) una 92 e ung'’ trai
sassi della mulattiera che sale al Bocchetto del Croso.
Alpe Finestre (11 - IX - 1932) un g” vagante su sentiero a circa
1700 m.
Questa interessante specie è stata descritta dal Bezzi (3) su un
unico esemplare J e per essa specie egli creò il gen. Capraephora a
cui successivamente Schmitz (7) assegnò soltanto il valore di sottoge-
nere di Gymnophora in considerazione della presenza di numerosi
caratteri comuni.
La 9 di questa specie non è ancora ben nota, per quanto lo
Schmitz (7 pag. 132) dica: « Herr Prof. Bezzi war so freundlich, mir
ein 9 zu iiberlassen ».
Trovo quindi molto opportuno descrivere la 9 per la miglior co-
noscenza della specie che, ripeto, è molto interessante, non solo perchè
presenta un’atrofia alare molto marcata (grado 6° del Bezzi (2), ma
131
perchè anche il y è subattero. Dirò ancora che la specie, con tutta
certezza, non è mirmecofila, fatto questo confermato dai recenti reperti
relativamente numerosi.
Per la descrizione del sottogenere riporto quanto dice il Bezzi:
« A gen. Gymnophora Macq. cui reductione macrochaetarum totius
« corporis ac genitalium fabrica certe simile, differt oculis nudis, ma-
« crochaetis verticalibus et scutellaribus duabus tantum, dorsocentrali-
« busque nullis, thoracis lateribus in medio valde angustatis, maris
«< abdomine segmento sexto non elongato hypopygioque exserto, tibiis
« posticis apice calcaratis, alis halteribusque denique rudimentalibus. >»
Tale descrizione pecca però di inesattezza nel luogo <« .... oculis
nudis .... >» che invece, a forte ingrandimento, appaiono finemente e
sparsamente pelosi.
Gymnophora (Capraephora) lapidicola Bezzi, 9
Capo nero - opaco con fronte nero - lucida sulla linea mediana.
Peli della fronte neri. Antenne nere con arista color melleo oscuro.
Proboscide robusta di color giallo lucido, con palpi neri muniti di
setole pure nere. Torace e sciudeito di colore nero opaco con brevi
peli neri. Rudimenti delle ali con porzione anteriore subtestacea, mentre
la posteriore è bianca, trasparente. Bilancieri di color bianco sporco.
Piedi con femori ferrugineo oscuri. Tibie di color melleo e tarsi pure,
fuorchè nell’ultima porzione che è piuttosto iscurita. Addome nero -
opaco con pubescenza nera. Membrana ventrale di color bianco sudicio.
Capo trasverso, misurandone la larghezza al limite massimo degli
occhi composti. Fronte trasversa e leggermente convessa, con peluria
breve e sparsa, più ispessita al margine anteriore: questo si prolunga
in avanti sopra la base delle antenne con una prominenza arrotondata
subtriangolare. Vertice con due macrochete poste una per lato presso
il margine degli occhi. Occhi fortemente convessi, sporgenti, subcirco-
lari, muniti di esili peli largamente sparsi. I tre ocelli sono disposti a
triangolo equilatero in prossimità del vertice. Guancie trasverse. Aper-
tura d’inserzione della proboscide molto larga.
Antenne caratteristiche; il primo articolo è breve e ritorto, più
largo alla base dove cioè si inserisce nella fossetta antennale. Esso
è finemente pubescente. Il secondo articolo, pressapoco lungo quanto
il primo, è compreso quasi totalmente nel terzo. Il terzo articolo è
molto grande e subsferico, a contorno quindi quasi circolare. Esso pure
è rivestito da minuta pubescenza e porta una lunga arista innestata in
®
132
una piccola fossetta. L’arista è costituita da tre articoli, di cui i primi
due, quasi egualmente lunghi, sono brevi, ma non trasversi e il terzo
è lunghissimo, filiforme, plumoso.
La proboscide ‘ig. 1) è grossa ed introfiessibile nelle cavità ipo-
cefalica. La basiproboscide (fig. 1, b.) (adotto la terminologia del Pe-
terson), inserita lungo il margine inferiore della cavità ipocefalica, quello
cioè dato dall’unione dei margini dell’epistomio, delle guance e della
piastra mentoniera, è imbutiforme, membranosa. Nel suo interno tro-
vasi la basifaringe (fig. 1, bf.) in forma di doccia, munita alle due
FASCISTA CO.
-
- — — — — — — es e ro oa
7
Fig. 1 - Apparato buccale di Gymrophora (Capraephora) lapidicola Bezzi
bp. - basiproboscide; df. - basifaringe; co. - corni della basifaringe; cze. - corni della teca;
ep. - epifaringe; fu. - furca; g/. - glosse; ip. - ipofaringe; /s. - labbro superiore; w2. -
membrana; 720. - mesoproboscide; 7270. - metaproboscide; pg7. - paraglosse; pa. - palpo
mascellare; Ze. - teca; fo. - torme.
estremità dorsali di due processi chitinosi: i corni della basifaringe (co.).
Anteriormente trovansi le torme (to.) costituite da due lamine in forma
di becco psittaceo, articolate con la basifaringe. Medialmente e lateral-
mente alla basiproboscide sono inseriti i palpi mascellari (pm.), costi-
tuiti da un solo articolo coperto da breve peluria e munito distalmente
leon
133
di alcune robuste setole. Alla porzione distale ed anteriore della basi-
proboscide è connesso il labbro superiore, l’epifaringe e posteriormente
la medioproboscide che si allarga poi a dare l’ultima porzione o
metaproboscide.
La medioproboscide, (mp.) è subcilindrica ed è costituita dal labbro
inferiore enormemente sviluppato. Nella regione posteriore di essa
trovasi la teca (te.). Quest'ultima è formata da una lamina chitinosa a
concavità anteriore. Ai due angoli della base, che è rettilinea, notasi
uni processo spiniforme (cte.), atto ad articolarsi con la furca. Questo
processo è lo sclerite sigma di Peterson o corno della teca secondo
altri AA. (cfr. Héwit, Zavattari), e qui appartiene distintamente alla teca,
mentre il Peterson vorrebbe considerarlo come parte della furca. I lati
della teca sono ampiamente lobati, mentre il margine superiore pre-
senta un lobo piuttosto allungato. La teca porta medialmente, ad ogni
lobo laterale, una setola abbastanza robusta.
La metaproboscide (mtp.) è allargata ed è costituita in massima
parte dalle paraglosse (pgl.). Quest’ultime si presentano come due
ampie lamine di forma ellissoidale, membranose ed indipendenti una
dall’altra. Esternamente esse sono munite di pochi peli, molto sparsi.
La furca (f.) destinata, sollevandosi, ad allargare le paraglosse, è costi-
tuita da due porzioni ben distinte: una prossimale e direttamente
articolantesi con le corna della teca, l’altra distale articolantesi con la
precedente e terminante nella porzione anteriore della paraglossa. In
mezzo alle paraglosse trovansi le glosse che si sono saldate a formare
un pezzo impari (gl.).
Il labbro superiore che, come ho detto, è connesso con la porzione
distale della basiproboscide, è assai ampio e fortemente ricurvo ai lati,
si da formare una doccia molto convessa a labbri subcontinui posti
ventralmente. L’apice di esso è tronco e termina con due piccoli lobi
laterali. L’epifaringe (ep.) è costituita da un pezzo impari triforcuto: il
processo mediano, molto più lungo, termina a punta di freccia. Sotto
ad essa trovasi l’ipofaringe in cui ben evidente è il dotto salivare.
Torace molto piccolo, allungato, più stretto del capo, quasi com-
presso lateralmente, fatto, questo, dovuto al mancato sviluppo dei muscoli
alari. Mesonoto abbastanza convesso superiormente, fittamente e uni-
formemente coperto da minute setoline, senza macrochete, nè impres-
sioni longitudinali, nè area prescutellare. Mesopleure con due macro-
chete abbastanza robuste. Scudetto piccolo, ridotto ad un sottile orlo
decorrente lungo il margine posteriore del mesonoto, di cui ha ugual
pubescenza. Esso però presenta, medialmente al margine posteriore,
134
due setole abbastanza robuste. Metanoto molto ampio, trapezoidale,
ristretto anteriormente e - posteriormente, della larghezza del secondo
segmento addominale.
Ali fortemente atrofiche, strette ed allungate; in esse mancano
completamente tracce delle nervature; il loro apice è appuntito e sor-
passa di poco la base del secondo segmento addominale. La porzione
anteriore delle ali, come mostra la fig. 2, è munita di chete abbastanza
robuste disposte in due file. Ho notato alcuni sensilli campaniformi
e cioè due presso l’apice, uno mediale e quattro nella regione anale.
La membrana alare è infine tutta ricoperta da microscopiche setoline.
Fig. 2. - Ala sinistra di Gymrnophora (Capraephora) lapidicola Bezzi.
Bilanceri ridotti a due piccolissimi rudimenti in cui, a mala pena,
è possibile distinguere una porzione distale leggermente dilatata, rap-
presentante la massa terminale, ed una porzione basale più. sottile o
peduncolo. Essi sono coperti da una tenue pubescenza.
Zampe allungate, con anche moderatamente sviluppate, munite
in prossimità dell’articolazione coxo - femorale di alcune macro-
chete. Femori anteriori alquanto ingrossati, attenuati verso l’apice; i
posteriori a margini subparalleli. Tibie nettamente più corte dei femori,
con pubescenza uguale a quella di questi ultimi, ma più fitta; le pro-
toraciche sono prive di macrochete, mentre le meso - e metatoraciche
presentano due robusti speroni terminali di diversa lunghezza.- Tarsi
di cinque articoli a pubescenza uguale a quella delle tibie, che essi
superano in lunghezza: pretarso, in tutte tre le paia, un poco più lungo
dei due successivi articoli presi assieme. Nei tarsi protoracici il secondo
articolo è lungo quanto il terzo, in quelli metatoracici è nettamente più
lungo: nei primi inoltre il quarto e quinto sono subeguali, mentre nei
135
secondi il quinto è più esile del precedente. Unghiette piccole falcate.
Pulvilli minutissimi, empodio normale. |
Addome costituito di undici uriti compreso il primo, che come in
tutti i ditteri, si ritiene scomparso, e dei quali 1’8°, 9°, 10° e 11° sono
introflessibili; esso è coperto da brevissima pubescenza e presenta una
leggera fisogastria.
I tergiti degli uriti, dal secondo fino al sesto compreso, sono tra-
sversi. Il secondo presenta la faccia basale incavata ad accogliere il
‘metatorace: si articola posteriormente col terzo, più largo di tutti gli
altri. Essi si continuano lateralmente col ventre che è membranoso e
. in cui non sono visibili gli sterniti corrispondenti. Settimo tergite bre-
ve e trasverso, articolantesi posteriormente con l’ottavo, che è costituito
Fig. 3 - Ovopositore di Gymnopkora (Capraephora) lapidicola Bezzi.
go, - gonapofisi; 2. - membrana; ps. - piastra subgenitale; Ze. - tergite; u. - urife; v. - vulva.
da una lamina chitinosa più lunga che larga, subtriangolare, con base
anteriore. L’urite presenta sparsi peli e una corona d’essi posta lungo
il margine caudale. Il nono urite, leggermente chitinizzato, e il cui
tergite è in forma di piastra allungata, è munito esso pure di sparsi
peli. Nella porzione dorsale di quest’ultimo si inserisce il decimo, breve
e arrotondato posteriormente, a cui fa seguito l’undicesimo molto pic-
colo e munito di due ganopofisi con setole piuttosto rubuste. Fra il
136
settimo - ottavo ed ottavo - nono urite vi sono ampie membrane inter-
calari che hanno l’ufficio di permettere l’introflessione e l’estroflessione
degli uriti.
Nella porzione ventrale del nono urite notasi internamente una
piccola piastra chitinosa: la piastra subgenitale.
BIBLIOGRAFIA
Berlese A. - Gli Insetti, vol. I. Milano 1909.
2 - Bezzi M. - Riduzione e scomparsa delle ali negli insetti ditteri.
« Natura >, Milano, 1916, vol. VII, p. 85 e 135.
3 - Bezzi M. - Un dittero subattero italiano appartenente ad un nuovo
genere di Foridi non mirmecofili. - « Boll. Soc. Entg. Ital. >» LIV
1922;-p. 143.
4 - Grandi G.- Ricerche sopra un Phoridae (Diptera) africano (Aphio-
chaeta xantina Speis.) con particolare riguardo alla morfologia
della larva. - « Boll. Lab. Zoolg. gen. e agr. di Portici » vol. VII,
forced
LI
1914, p. 242.
5 - Hewit G. C. - The house fly Musca domestica Linn. Cambridge,
1914.
6 - Peterson A..- The head capsule and mouth parts of Diptera.
- « Illinois Biological Monographs » HI, 2, 1916.
7T- Schmitz R. - Revision der Phoriden - « Dummlers Verlag »,
Berlin, 1929.
8 - Zavattari E. - Ricerche biologiche ed etologiche sul dittero alo-
filo Ephydra bivittata Loew. - R. Comitato Talassografico Ital.
Memoria LXXXIII, Venezia, 1921.
REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE
IX
49 - Ephesia nymphaea Esp. f. p. benacensis Rocci (Lep.
Noct.) - Con questo nome pubblicavo e descrivevo minutamente (Boll.
Soc. Ent. Ital. LXIIHI. N° 6 -7-1931, pp. 93 - 94) una particolare forma
del Lago di Garda. Vedo ora che il Sig. Franz Dannehl (Ent. Zeit.
XXXXVII N° 3 -1933, pp. 25 - 26) vorrebbe rinominare la mia razza -
chiamandola amaura Dhl. - per la ragione che io non ne avrei ben
determinati i caratteri, non avendo avuto a disposizione le serie di
centinaia di esemplari che invece ha avuto lui.
157
A parte la presunzione del Sig. D., il quale non può sapere
quanti individui io abbia preso in esame per lo studio della beracensis,
non riesco a capire perchè la validità di un nome assegnato ad una
forma dovrebbe essere subordinata al numero degli esemplari che si
dice di aver visti o non piuttosto alla consistenza e costanza dei carat-
teri distintivi ed alla esattezza della descrizione. È forse una nuova
norma di nomenclatura che il Sig. D. vuol introdurre ed applicare a
proprio vantaggio ?
Sta di fatto che beracensis è stata descritta su oltre trenta esemplari
e che, non solo io ho esposti in modo particolareggiato i caratteri di
quella forma che ho fissata come nominale della razza, ma altresì ho
riassunte le caratteristiche complessive della razza stessa in confronto
con le razze vicine. Tanto è vero che la brevissima diagnosi che il D.
dà della sua pretesa amaura non è che una parafrasi delle mie con-
siderazioni conclusive sui caratteri di deracensis.
. Il nome amaura è quindi vuoto di significato, poichè non è neanche
un inutile sinonimo, e rappresenta soltanto il tentativo, poco corretto, di
sostituire arbitrariamente una validissima denominazione. Del resto il
D. non sembra nuovo a questo genere di indagini scientifiche e, poichè
i suoi scopi sono puramente commerciali, non deve far meraviglia ve-
dere come egli affastelli rzomi nuovi, prendendoli ovunque può, per
designare forme descritte da altri.
Ma vi è di più. L’aver raccolto, come dice il D., centinaia e cen-
tinaia di esemplari della bella Catocala del Lago di Garda, significa
aver pressochè distrutta questa rara e innocua forma strettamenle locale
che d’ora innanzi sarà quasi introvabile.
Fpperò io domando, per questo caso e per tanti altri consimili,
se è, e sarà sempre lecito, che si compiano da parte di persone senza
scrupoli e per giunta straniere, razzie tali da depauperare fino all’esau-
rimento un materiale di studio che, in conclusione, fa parte del nostro
patrimonio zoologico e come tale deve essere giudiziosamente conser-
vato e difeso. U. Rocci
50 - Satrapes Sartorii. Redtb. - (Co/. Mister.) - Fra i detriti al-
luvionali, sulle rive dell'Arno a Firenze, in località denominata Isolotto,
ho catturato, nel Maggio 1932, un esemplare di questa rara specie
mirmecofila, che, a mia conoscenza, non era mai stata rinvenuta in
Toscana. Secondo il Luigioni era già nota per il Piemonte, Veneto e
Lazio. Debbo la determinazione della specie alla cortesia del Prof.
Miiller, che mi è grato ringraziare assai sentitamente.
Dot. ING. A. GAGLIARDI
138
51 - Adalia decempunctata L. ab. grossulariae Meier. - (Col.
Coccin.) - Non mi risulta che sia stata ancora indicata d’Italia questa
aberrazione che appartiene al gruppo delle forme dell’ Adalta decem-
piunctata. L. aventi le elitre completamente nere nella metà posteriore.
Nella metà anteriore di ogni elitra vi sono due macchie gialle semi-
lunari, Vuna marginale, l’altra presso la sutura, disposte come nell’ab.
decempustulata. L. Il Della Beffa, nella sua Revisione dei Coccin. Ital.
. (Riv. Col. Ital. An. XI. p. 73.), la cita come mai osservata d’Italia ed
il Luigioni non la nota nel suo catalogo. Nel novembre dello scorso
anno ho catturato nel parco delle Cascine a Firenze un esemplare di
questa forma con le macchie, specialmente quella suturale, alquanto
ridotte.
Dott. ING. A. GAGLIARDI
52 - Gabrius pennatus Sharp - (Col. Staphyl.). - AI Passo della.
Futa, valico dell'Appennino Tosco - Emiliano, ho raccolto, nell’Agosto
1930, un esemplare di questa specie, rinvenuta finora in varie localiltà
delle Alpi Marittime, Lepontine e Venete, nel Lazio ed in Corsica.
La specie è stata gentilmente determinata dal Dott. Gridelli, al quale
| esprime qui i più sentiti ringraziamenti.
Dott. ING. A. GAGLIARDI
REGENSEONE
Amsel H. G. — Die Lepidopteren Paltistinas, eine zoogeographisch-
6kologisch -faunistische Studie. “ Zoogeographica,, Archiv. f. vergl.
u. kausale Tiergeographie, diretto da Fr. Okland, Oslo; edit. G.
Fischer, Jena 1933, Vol. 2, 146 pag. con 2 fig.
L'Autore descrive in 17 Capitoli, sotto i vari aspetti zoogeografici
ed ecologici, la fauna lepidotterologica della Palestina, da lui studiata
durante quattro mesi. Dopo una introduzione e uno sguardo generale
alla zona, VA. tratta della geografia, orografia, geologia, clima, con
tabelle delle pioggie e dell'umidità nelle diverse stazioni e nei diversi
mesi, nonchè delle temperature medie, con cenni sulla flora caratteri-
stica. Nel III capitolo trova posto la storia della lepidotterologia, e nel
IV il caratere della fauna dal punto di vista della sistematica; segue
una tabella con confronti proporzionali delle specie conosciute di
39 famiglie di Macrolepidotteri (624 specie) e di 18 famiglie di Micro-
lepidotteri (711 specie) con la conclusione che la Palestina possa
139
considerarsi la regione delle Pyralidi che dominano nettamente su tutte
le altre famiglie, comprese le Nottue. |
Dopo aver trattato, nel capitolo V, del carattere della fauna dal
punto di vista della composizione degli elementi faunistici, adottando
la definizione di Rebel: un elemento faunistico è una categoria zoo-
geografica, mediante la quale si può ascrivere ad una specie recente
un dato e determinato tipo di diffusione, VA. divide gli elementi fauni-
stici, nel modo pure adottato dal Rebel, in elementi olopsicrici (specie
eurosibiriche, boreali, alpine e boreo - alpine) ed in elementi olotermici
(specie mediterranee, atlantiche, pontiche e pontico - mediterranee); cri-
tica la definizione del termine « specie pontiche » che da ogni autore
fu diversamente interpretato, e sostituisce la definizione delle specie
chiamate « pontico - mediterranee >» col termine pre - asiatico - mediter-
ranee. Citando poi Uvarov, stabilisce per le forme eremiche tre elementi
che contrappone alle forme mediterranee e compila il quadro degli ele-
menti esistenti nella Palestina in tal guisa: fra quegli olopsicrici, le
specie eurosibiriche; fra quelli olotermici, che suddivide in quattro
gruppi, le specie circummediterranee, pontiche e preasiatico - mediter-
ranee quale elemento faunistico mediterraneo; le specie paneremiche,
| eremiche orientali, medioeremiche ed eremiche occidentali quale ele-
mento eremico; le specie asio-tropicali, africo-tropicali e paleotropicali
come elemento tropicale, aggiungendo le geopolitiche, ed infine, quale
elemento endemico, le specie endemiche.
Fa seguito un elenco delle specie con un quadro delle percentuali
e dei rapporti tra macro - microlepidotteri e fauna totale e un elenco
di 184 specie endemiche, tra cui 110 nuove descritte dall'A. Riassu-
mendo poi l’importanza della fauna endemica in relazione ai diversi
territori, l'A. passa, nel capitolo VI, alle relazioni che la fauna può
avere coi paesi circostanti e cita il rapporto percentuale per la Siria,
l'Egitto, la Mauritania, il Marocco, la Spagna, l’Italia, la Dalmazia, i
Balcani, l’Asia Minore, l'Armenia, la Mesopotamia, l'Asia centrale, l'Eu-
ropa media e i Tropici. Segue una tabella che rileva la distribuzione
delle specie eremiche, tropiche, eurosibiriche e mediterranee della Pa-
lestina nelle suddette zone. Da questi confronti VA. deduce la necessi-
tà di stabilire quale parte di un elemento faunistico costituiscano le
specie dette eremiche e riconosce nella Palestina, confrontandola spe-
cialmente coll’Egitto, una tappa meridionale molto più caratteristica
per l'elemento circummediterraneo e pre - asiatico che non per le specie
eurosibiriche.
Nel capitolo VII, fatti altri confronti, l'A. arriva alla conclusione
140
che la fauna della Palestina, in seguito alla situazione geografica, di-
mostra nettamente i caratteri transitori dalla regione mediterranea a
quella desertica, causando da una parte una certa povertà di specie,
dall’altra una notevole ricchezza di elementi faunistici. Più oltre PA.
studia la provenienza delle specie, considerando particolarmente il mo-
vimento glaciale e dando peculiare riguardo alle specie delie dune che,
appartenendo a quelle più giovani del quadro faunistico, trovano qui
il loro confine di distribuzione orientale e settentrionale. Il capitolo X
è dedicato alla comparsa ecologico - biologica delle varie specie. Par-
lando dei criteri generalmente adottati, specialmente nelle ricerche
biotopiche, l’A. caratterizza la fauna delle dune e stabilisce anche per
le specie i termini di tinobionti e tinofili, corrispondenti a quelli delle
piante di ugual denominazione. Nel capitolo XI, sempre seguendo l’e-
cologia biologica, viene studiato il cosidetto “Galeriwald,, del Gior-
dano e nel capitolo XII il deserto salato presso Gerico. Il capitolo
XII prospetta invece le epoche di comparsa dei lepidotteri palestinen-
si. Un quadro sinottico di alcune località rispecchia il numero osserva-
to di specie delle sole famiglie dei Microlepidotteri in un dato e de-
terminato giorno per le zone: eremica, mediterranea e delle dune.
Una curva, per i mesi da Aprile a Ottobre, dimostra che il massimo
volo cade nel mese di Maggio ed un altro meno intenso nell’autunno,
Seguono poi osservazioni fatte per la comparsa giornaliera dei lepi-
dotteri nelle diverse ore del giorno e della notte e per la vagilità.
delle femmine di molte specie verso i rispettivi maschi.
Dopo lo studio di altri argomenti e particolarmente dei mezzi di
diffusione, il Dott. Amsel conclude, fra l’altro, che la diffusione dei
Lepidotteri dipende prima di tutto della potenzialità ecologica della
specie, e non dalla capacità di volo. Il cap. XVI dà infine l'elenco delle
specie rinvenute nella Palestina così sottodivisa: costa, montagna, valle
del Giordano non eremico, zona eremica, e la loro distribuzione nelle
varie regioni circostanti e già notate nel capitolo VI. Nelle conclusioni
dei risultati del suo studio, riassunti in 12 punti nel capitolo XVII,
PA., accertando per la Palestina la conoscerza di 1335 specie di Le-
pidotteri, ragruppate in 40 famiglie, suppone che il numero effettivo
delle specie esistenti dovrebbe raggiungere le 2300. Alla fine vengono
enumerati ben 213 titoli di bibliografia consultati. Quest'opera, com-
piuta con grande diligenza ed ottimo criterio scientifico, può essere
considerata un vero modello.
F. HARTIG
FAUNA COLEOPTERORUM ITALICA
del Prof. Dott. ANTONIO PORTA
Vol. V. - RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA
(Anthribidae, Brenthidae, Curculionidae, Nemonychidae, Ipidae,
Lucanidae, Scarabaeidae)
Presso l’Autore
Line 100 aggiungere L. 4 per l'Italia e L. 7 per l'Estero, per
la spedizione. ca
Non si spedisce che dietro il relativo importo.
Gia usciti: 50: C,
Ù: Vol. I.- ADEPHAGA: : E. 60: piu L.3 per l’Italia e L. 6 per l'estero
> II.-STAPHYLINOIDEA :L.100: >» >» 3 > » * fa»
» HI.- DIVERSICORNIA |: L.100: > »:4 » >» »7 3» »
Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo
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Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie,
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pubblica dieci volte l’anno Conto corrente colla Posta
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© ODELLA.
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
| Vorume. XVI
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Pubblicato il 20 Luglio 1934, Anno XII
n SOMMARIO =
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ATTI SOCIALI -
| Comunicazioni scientifiche: C. Menozzi: Una. Moe otcie del
ne Rhinocoris Hhn. della Cirenaica (Hemiptera - Heteroptera).
.-— DA Delfa Guiglia : Imenotteri di Madonna di Campiglio
| (Cibntino). — Giovanni Binaghi : Appunti sugli Elateridi Italiani I
“— Gian Maria Ghidini : Una nuova specie di Allegrettia Jeannel
(Coleopt. Carab. Trechinae). — Repertorio. di. notizie entomo-
logiche X.- AD Orchymont: Au sujet de quelques. Hydraena
italiennes. — Giuseppe Miiller: A proposito di alcune Cymindis
italiane (Coleopt. Carab.) — Nuovo metodo per mantenere freschi
gli insetti. — Rassegna delle pubblicazioni entomologiche riguardanti
dr. fauna dell’ Italia e delle Colonie Mediterranee XLVII.
Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile
LAME Grafiche COMMERCIO, Via ‘S. Luca, 10 — GENOVA
VIT |
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"ni N US IT; tg,
SAN 1‘ 1949.
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vi. SOCIETÀ. al
| ENTOMOLOGICA ITALIANA”
Sede in. G ENOVA, Via Brigata Liguria, N, 9
presso il Museo Civico di Storia Naturale
| /80CI ONORARI!
| 8 M. VITTORIO EMANUELE Ill - Re p' Iratia
| S. E. BENITO rg Capo del Governo
SCE. GIUSEPPE BELLUZZO | sa S. E. PIETRO FEDELE
CONSIGLIO. DIRETTIVO:
pel biennio 1934-35.
PrEsIpENTE OnoraARIO: Gr.-Uff. Prof. Raffaello Gestro.
PrESIDENTE ErrertIvo: Dott. Ferdinando Solari
Vica-PrEsIDENntEi Dott. Luigi Masi. |
SEGRETARIO: Dott. Fabio Invrea.
TesoRIERE: Rag. Cesare Mancini.
DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fabio Invrea. |
CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Ago-
| stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi,
Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel,. Cav. Paolo Luigioni,
Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri,
Conte Emilio Turati. |
REVISORI DEI Conti: Signor Armando Baliani, Ing: Paolo Baia Dott.
duo Casiccia.
daoti sociale annua: nel Regno: Ordinari L. 40, Studenti L. 20
. Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. G. MANCINI, Corso Firenze
- 40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno.
Quota a l'iscrizione a soci vitalizi: L. 500 per l’ Italia, L. 750
per l'estero. |
Abbonamento alle Pilo per i non SRI: Italia L. 50,
Estero L 60.
— ir
ii
Le adunanze scientifiche della Società, si tengono ogni Giovedì
alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale.
Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla
Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo-
‘ logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102).
Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta-
mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40,
‘int. 2., s.s.,, GENOVA. | | da
BOLLETTINO
DELLA
SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA
GENOVA
VoLumE LXVI (1934) ; N07
Pubblicato il 20 Luglio 1934, Anno XII
ATTI SOCIALI
“ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA 24 GIUGNO 1934 - XI
Genova, sede sociale, ore 10. Presidenza: Dott. Ferdinando Solari
Presidente; presenti 72 soci tra intervenuti personalmente e rappresen-
tati per delega. Previa la nomina a scrutatori dei soci A. Baliani e Dott,
T. Casiccia, viene fatto lo spoglio dei voti per referendum pervenuti
sulla proposta di erezione della Società in Ente Morale. Votanti 98.
Hanno risposto approvando l’erezione in Ente Morale 96, non appro-
vando 2. Il Presidente dichiara approvata la proposta per l’erezione in
Ente Morale a grandissima maggioranza.
Si passa quindi alla discussione delle modificazioni da apportarsi
allo Statuto in conseguenza dell’esito del referendum. Viene approvata
all’unanimità l'aggiunta dei seguenti articoli:
« Art. 20 - Nessuna carica può essere coperta da soci che non
abbiano la nazionalità italiana.
« Art. 21 - Tutte le cariche sociali sono gratuite.
« Art. 31 - Il patrimonio sociale è costituito:
a) Dalle quote dei soci vitalizi e benemeriti, che sono inalienabili
e devono essere investite in titoli pubblici.
b) Dalla biblioteca sociale, costituita dai libri e periodici ricevuti
in cambio delle pubblicazioni sociali, o acquistati, o avuti in dono.
c) Dai mobili, arredi, collezioni ecc. che venissero acquistati dalla
Società o ricevuti in dono.
« Art. 32 - La Presidenza e il Consiglio sono responsabili verso
la Società dell’integrità del patrimonio sociale che dovrà essere dili-
gentemente amministrato secondo le buone regole e in conformità delle
disposizioni delle Leggi e dei Regolamenti ».
142
In conseguenza dell’aggiunta dei suddetti articoli, gli articoli dal
20 al 28 dello Statuto cambiano numerazione assumendo quella dal 22
al 30.
Vengono pure deliberati all’unanimità alcuni piccoli ritocchi di forma
e di precisazione agli articoli 1, 2, 4, 18, 23, 25, 20 e 30 senza altera-
zione della sostanza. DE
L'Assemblea infine all’unanimità delibera di conferire alla Presidenza.
autorizzazione di apportare allo Statuto quelle altre modicazioni che
venissero richieste dall'Autorità compentente per la concessione del De-
creto di erezione in Ente Morale.
Quindi l'Assemblea si scioglie.
Il Segretario Il Presidente
F. INVREA i | F. SOLARI
CAMBIAMENTI DI INDIRIZZO: Angelo Alliani, Via S. Vito 45, Firenze.
Rag. Mario Barajon, Corso S. Gottardo 27, Milano.
Dott. Bruno Bertolizio, Viale Regina Elena 55, Trieste.
Carlo Lona, Piazza Attilio Hortis 4, quarto piano, Trieste.
Dott. Mario Magistretti, Via Vincenzo Bellini 1, Milano.
Prof. Dott. Adolfo Banti, Fucecchio (Firenze).
I Convegni dell’Unione Zoologica Italiana
e della Società per il Progresso delle Scienze
L'On. Prof. Alessandro Ghigi, Presidente dell’Unione Zoologica
Italiana, ha diramato la circolare per il XX Convegno Nazionale di Zoo-
logia, che, insieme alla Assemblea generale dell’Unione Zoologica Ita-
liana, si riunirà in Bologna dal 17 al 22 Settembre p. v. Tale riunione
sarà tenuta in occasione dell’inaugurazione dei nuovi Istituti di Anatomia
comparata, di Istologia e di Antropologia della R. Università di Bologna,
mentre l’Istituto ed il Museo di Zoologia, già inaugurati da S. M. il
Re, saranno per la prima volta ufficialmente presentati ai Colleghi.
« Le nostre riunioni - dice la circolare - hanno lo scopo di adu-
nare in speciali convegni non annuali gli Zoologi italiani, perchè pos-
sano stringere sempre più quei rapporti di cordiale intesa che sempre
hanno esistito tra essi, per scambio di vedute e per concordare le di-
143
rettive da seguire su questioni di indole scientifica e professionale.
Il periodo di tre anni decorso dall’ultimo convegno lascia sperare che
il concorso di essi alla riunione di Bologna riuscirà assai numeroso e
le discussioni particolarmente interessanti, tanto più che le condizioni
delle Scienze Naturali in genere e quelle della Zoologia in ispecie non
potrebbero essere peggiori di quelle attuali. Una riunione in cui siano
trattati, oltre e più dei problemi scientifici, quelli didattici, organizzativi
e pratici della nostra disciplina, sembra assolutamente necessaria. È
infatti vivo desiderio del Consiglio Direttivo e del Comitato organiz-
zatore locale che nelle sedute scientifiche di detto: Convegno vengano
svolti e discussi, oltre alle comunicazioni speciali, anche argomenti di
indole più generale (tecnici professionali e scientifici), in brevi conferenze
da tenersi in principio di ciascuna seduta. Per poter compilare il pro-
gramma definitivo occorre che i titoli di tali conferenze e delle comu-
nicazioni pervengano alla segreteria dell’Unione per il 30 luglio p. v>.
Le adesioni dovranno spedirsi al Segretario generale dell’ Unione
Prof. U. Pierantoni (Istituto di Zoologia, R. Università di Napoli) per
il 30 luglio. Nessuna quota d'iscrizione è richiesta ai soci dellU. Z. I.
ed alle loro famiglie. I non soci pagheranno una quota di L. 25 (L. 10
le signore od altre persone di famiglia) pari alla quota di associazione
annua all'Unione. >
Lo stesso On. Ghigi ha diramato anche la circolare per la riunione
della Società per il Progresso delle Scienze che avrà luogo a Napoli
nella seconda decade di ottobre, essendo egli stato, nella sua veste:
di Presidente della Sezione di Zoologia, Anatomia ed Antropologia,
incaricato di organizzare i lavori della Sezione stessa, lavori che non si
debbono svolgere in antagonismo, ma in correlazione con quelli del
Convegno Zoologico che l’Unione Zoologica terrà a Bologna nella se-
conda metà del precedente mese di settembre. Mentre a quest’ultima sarà
dato, senza escludere qualche comunicazione scientifica, prevalente
aspetto professionale, sindacale, corporativo, la seconda riunione di
Napoli avrà carattere prevalentemente scientifico. Il Comitato scientifico
della Società per il Progresso delle Scienze ha deliberato che ciascuna
Sezione ponga all'ordine del giorno preferibilmente comunicazioni che
| riguardino un unico argomento e cioè: /a Fauna delle nostre Colonie
in rapporto con le ultime esplorazioni e col programma di future ricer-
che. L'importanza dell'argomento è ovvia perchè la sua trattazione inte-
144
grerà il Congresso coloniale che avrà luogo nella stessa Napoli dal 1
al 5 ottobre. La circolare conclude, invitando a voler sollecitamente
inviare all’On. Prof. Ghigi i titoli di comunicazioni faunistiche speciali
e generali intorno alle nostre Colonie, tali da potere costituire insieme
un importante ed istruttivo corpo di dottrina.
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
Go LES
C. MENOZZI
UNA NUOVA SPECIE DEL GENERE RHINOCORIS HHN.
DELLA CIRENAICA %
(Hemiptera - Heteroptera)
La presente descrizione di una nuova specie di RAinocoris è tolta
da un lavoro di contribuzione sulla fauna emitterologica della Cirenaica,
che ho fatto su materiali di proprietà del R. Ufficio per i Servizi
Agrari della Cirenaica, raccolti ed inviatimi in studio dal Sig. Geo C.
Kruger, addetto al servizio fitosanitario. Poichè occorrerà ancora qualche
tempo prima che il lavoro completo possa vedere la luce, ho ritenuto
opportuno intanto anticipare la pubblicazione di questa nuova specie
di Reduvide, che ho il piacere di dedicare al collega Sig. Kruger,
facendo notare che la diagnosi di essa mi fu confermata dal compianto
‘emitterologo Sig. E. de Bergevin, morto ad Algeri poco tempo fa,
alla cui memoria mi sia concesso, da queste pagine, di mandare un re-
verente omaggio.
Rhinocoris krugeri n. sp.
Di colore fondamentale grigio - brunastro opaco nel maschio, un
poco più chiaro nell’unica femmina che ho in esame; l’addome tanto
sul dorso che sul ventre bruno - pece sublucido, col margine laterale
dei paratergiti provvisto di una macchia gialliccia più o meno distinta.
Il margine posteriore obliquo del pronoto è giallo - testaceo e lo scu-
detto con una fascia mediana longitudinale del medesimo colore. Gli
uriti genitali, i cerci e i trocanteri del primo paio di zampe rossi, ec-
cetto nella femmina i cui uriti genitali hanno colorazione eguale a
145
quella dell'addome. Antenne gialliccie, coll’apice dei singoli articoli
bruno; zampe uniformemente brune nella femmina, colle tibie gialliccie
nel maschio. Il capo, il pronoto, le emielitre e i paratergiti forniti di
una fitta pubescenza cinerea coricata, che copre quasi totalmente il
tegumento, e i due primi forniti inoltre di lunghi peli eretti, di colore
Rhinocoris krugeri n. sp.
eguale a quello della pubescenza, che si riscontrano anche sullo scu-
detto che è per contro privo di quest'ultima; il petto e l’addome con
scarse e brevi setole nel maschio; nella femmina il petto è, in più,
pubescente anche al disotto e nei fianchi; le zampe e le antenne con
rada pubescenza e con numerosi peli eguali a quelli del tronco.
Capo un poco più lungo o egualmente lungo che il pronoto, con
la parte postoculare poco ristretta dall’avanti all'indietro e con collo
Bull Soi «+ Ti=!
1q34. u(1)
146
appena accennato. Rostro nero, col secondo articolo di lunghezza
superiore al primo e terzo articolo considerati insieme. Antenne col
primo articolo più lungo che il capo e più lungo della somma dei
due articoli susseguenti, dei quali il primo (secondo) con un piccolo
nodo alla base e più lungo del secondo (terzo), l’ultimo in lunghezza
pressapoco eguale al primo. Occhi grossi, globosi, assai sporgenti e
posti circa nel mezzo dei margini laterali del capo. Ocelli rossastri,
collocati in una piccola eminenza a forma di tubercolo.
Pronoto diviso trasversalmente in mezzo da un solco; la parte
anteriore è subglobosa, coi lati leggermente arrotondati e divergenti
dall’avanti all'indietro, col margine anteriore troncato e formante una
sorta di cercige ad angoli acuminati; il disco appare longitudinalmente
percorso da tre solchi più o meno distinti e provvisto posteriormente,
ai lati del solco mediano, di due tubercoli. La porzione posteriore ha
il disco convesso al centro con le parti laterali appiattite e un poco
più basse della parte centrale; gli angoli laterali sono ottusi, ma ben.
marcati ed oltrepassanti nettamente la base delle emielitre; quelli po-
steriori sono acuti e limitano la corcavità del margine posteriore che
è lunga quanto la base dello scudetto. Questo è fortemente convesso
longitudinalmente nel mezzo e subcarenato, con l’apice appuntito e
lievemente rivolto in alto.
Le ali anteriori hanno il clavus nero come lo scutello e le nerva-
ture ben distinte; la membrana è uniformemente affumicata e lucida
e più lunga dell’estremità dell'addome. Questo ha i paratergiti molto
più estesi nella femmina che nel maschio, il quale ha il margine di-
stale dello sternite genitale provvisto di uno ispessimento a forma semi-
lunare. Le zampe sono relativamente corte, coi femori del primo paio
più grossi di quelli del 2° e 3° paio.
Lunghezza totale del corpo del maschio mm. 11,5 - 12; della fem-
mina mm. 13.
Quattro esemplari, dei quali tre, 2 y7 ed una ©, di Ain Mara
ed un g' di Bardia, raccolti dal Sig. Kruger nell’Agosto del 1925 e
nell'Aprile del 1926.
L’unica specie colla quale il nuovo Rkizocoris presenta maggiori
affinità è, mi pare, il R. eryfhropus L., dal quale però lo si differenzia
con facilità sopratutto per la statura minore, per la colorazione più
scura, per il capo distintamente più lungo, gli angoli laterali del pro-
noto sporgenti sulla base delle emielitre, ed inoltre per la copiosa
pubescenza che copre quasi totalmente il tegumento del torace e delle
emielitre.
Melaihet da
PET
VI
TI VIA
pupi Aa
147
D.è? DELFA GUIGLIA
"IMENOTTERI DI MADONNA DI CAMPIGLIO (TRENTINO) (°)
Il Conte F. Hartig (Merano) volle gentilmente donare al. Museo
Civico di Storia Naturale di Genova una bella collezione d’Imenotteri
da lui stesso raccolti a Madonna di Campiglio (m. 1515) e nei ‘dintorni
di questa località, durante i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre
dello scorso anno. Il materiale, pur non essendo molto abbondante,
racchiude una discreta quantità di specie che possono offrire un certo
interesse, per la. conoscenza della fauna imenotterologica sia di Cam-
piglio in particolare, sia del nostro Trentino in generale, le antiche
note faunistiche che a quest’ultimo si riferiscono essendo difatti oramai
antiquate ed insufficienti.
Porgo ringraziamenti vivissimi al Conte F. Hartig per avermi data
| la possibilità di esaminare e studiare Imenotteri della regione alpina,
sempre per me particolarmente interessanti.
SPHEGIDAE
Passaloecus monilicornis Dahibom (Hedicke, Die Tierwelt Mitteleuro-
pas, Insekten, Teil 2, Band V, Lief. 1, 1930, p. 134)) 137 1 $, set-
tembre. (*)
Crabro (Thyreopus) alpinus Imhoff (Kohl, Ann. naturh. Hofmuseums
Wier: XXDG 1905; p. 107.1. HI-fip- 70,1 N--fio 9513, 31
luglio.
Crabro (Coelocrabro) carbonarius Dahlbom (Kohl, 1915, 1. c., p. 232,
TN fio: 122 e 127, IVI fia 61 e 105). 4.9; :27ghuoro.,
FORMICIDAR
Formica fusca Lin. var. lemani Bondr. 1 9, 15 settembre. (det. C.
Menozzi). Questa varietà venne per la prima volta citata d’Italia da
Menozzi nel suo lavoro sulle formiche raccolto.in Valsavaranche e
nella Valle dell’Orco (Parco Nazionale del Gran Paradiso). (°)
(1) Sono trattate nella presente nota le famiglie: Sphegidae, Formicidae, Vespidae,
Apidae e i Phytophaga.
(2) Quando non è indicata la località s'intende che gli esemplari sono stati raccolti a
Madonna di Campiglio.
(3) C. Menozzi, Formiche, ‘Il Parco Nazionale del Gran Paradiso ,,, Vol. III, 1932,
p. 6.
148
VESPIDAR,
Vespula (Vespula) rufa (Lin.) (Guiglia e Capra, Mem. Soc. Entom.
Ital.; XI, 1933, p. 170).-1 &; 20 giugno.
Polistes Kohli Dalla Torre (Guiglia e Capra, Boll. Soc. Entom. Ital.,
LXVI, 1934, ‘p. 14).:1 ® 26 giugno.
is APIDAR
Bombus mastrucatas Gerstaecker (Kriiger, Zool. I Jahrb., Syst.,, XLI,
1920, p. 444. - Schmiedeknecht, Die Hymenopteren Nord - und Mittel-
europas, 1930, p. 852). 2 92 ©, 25 luglio.
Bombus lapidarius Linn. (Friese e Wagner, Zool. Jahrb., Syst., XXIX,
1910, p. 53, T. 4 fig. 1. - Hedicke, Die Tierwelt Mitteleuropas, In--
sekten, Teil 2, Band V, Lief. 1, 1930, p. 234 e 240, fig. 292). 1.3
292 © giugno e luglio.
Bombus soroensis Fab. var. proteus Gerstaecker (Hedicke, 1930, |. c., p.
235, fig. 295). Lago Malghette (m. 2100) 1 7, 16 luglio.
Bombus pratorum Linn. (Hedicke, 1930, 1. c., p. 235 e 241, fig. 294). 2
SI 49 9, luglio, Malghette superiore (m. 2200) 1 7, 10 luglio.
Bombus pratorum Lin. var. donavanellus Kirby (Friese e Wagner, 1910,
siepe di Tati: 92102 3 olio.
Bombus ruderarius (Miiller) var. puleher Alfken (Hedicke, 1930, 1. c.,
p. 293 -np. 281), 1 3, 20giupno.
Bombus Sicheli Radoszkowski var. altieola Kriechbaumer (5. /apidarius
. w. alticola Friese e Wagner, 1910, 1. c., p. 54, T. 4 fig. 3. - 5. sicheli
r. alticola Kriiger, 1920, 1. c. p. 417. - 2. sicheli f. alticola Hedicke,
1930, I. c., p. 240. - 5. a/ticola Schmiedeknecht, 1930, 1. c., p. 858.)
IR, dulio
Bombus terrestris Linn. (Hedicke, 1930, 1. c., p. 236 e 239, fig. 297 e
299, T. 3 fig. t (8) 17 29 2988, luglio e agosto.
Bombus elegans Seidl (Schmiedeknecht, 1930, 1. c., p. 856. - B. meso-
melas Hedicke, 1930, 1. c., p. 237). 3 9 9, 26 giugno.
Bombus sylvarum Linn. (Friese e Wagner, 1910, I. c., p. 58, T. 5 fig.
16. - Schmiedeknecht, 1930, 1. c., p. 858) 3 2 ©, luglio.
Bombus agrorum Fab. var. pascuoram Scopoli (Friese e Wagner, 1910,
Cp. 35, T. 5: fip-6, «- Schmiedeknecht, 1930; -1-c., ip; 850). 1° 9
30 giugno.
pen
erepiaso sti pa
149
Psithyrus (Psithyrus) rupestris (Fab.) (Quilis Pérez, Eos, VIII, 1932,
Quad. 2, p. 194, 199, 201 e 202, fig. 48 e 49). 4 2 9, giugno, luglio,
agosto. Due esemplari presentano sul pronoto una fascia di peli
giallo - grigiastri (Var. 2 Schmiedeknecht, f. hispanicus Quilis Pérez),
nei rimanenti la stessa fascia è ampiamente interrotta nel mezzo, in
maniera da formare due macchie laterali (var. 1 Schmiedeknecht, f.
valesianus Quilis Pérez). i
Psithyrus (Ashtonipsithyrus) vestalis (Fourcroy) (Hedicke, 1930, |. c.,
p. 243. - Quilis Pérez, 1932, 1. c., p. 195 e 196, fig. 42 e 43), 3 Q 9,
giugno e luglio.
Psithyrus (Fernaldaepsithyrus) sylvestris Lep. (Richards, Trans. Entom.
Soc. London, LXXV, Parte II, 1927, p. 254, T. XXIV fig. 40. - Po-
pov, Eos, VII, 1931, Quad. 2°, p. 164 e 191, fig. 16. - Quilis Pérez
Eos, VIII, 1932, Quad. 2, p. 195 e 211, fig. 65) Lago Malghette (m.
2100) 1 57, 16 luglio. In questo esemplare la pubescenza del VI e
VII tergite è biancastra con solamente leggerissimi riflessi rosso - fer-
ruginei alla base dei peli, ed inoltre, secondo Richards (Slough,
Bucks), i peli dello scapo antennale sono più lunghi e numerosi
del solito, ciò che lo farebbe avvicinare al lissonurus Thomson da
cui però nettamente differisce per la conformazione dell'apparato
copulatore.
Nomada flavoguttata Kirby (Hedicke, 1930, 1. c., p. 208. - Schmiede-
knecht, 1930, 1. c., p. 1005). Campo Carlo Magno (1700 m.) 1 9, 8
luglio.
Chalicodoma muraria Lin. (Schmiedeknecht, 1930, E .c4 pr000) EL;
27 giugno.
PHYTHOPHAGA (')
Tenthredo mesomelas Linn. 4 9 9, giugno e luglio.
Tenthredo albicornis Fab. 1 g 1 9, 1 agosto.
Tenthredo flavicornis Fab. 1 9, 1 agosto.
Tenthredo atra Linn. var. ignobilis Klug, 1 9, 17 luglio.
Tenthredo velox Fab. 1 9, 30 giugno.
Tenthredo livida Linn. 1 9, 30 giugno.
Allantus marginellus Fab. 1 9 (1600 m.), 1 agosto.
Allantus vespa Retzius var. stigmatieus Enslin, 1 g (1600 m.), 1 agosto.
Allantus areuatus Forster var. melanoxyston Enslin, 197 1 9, giugno
e luglio.
Allantus arcuatus Forster var. nitidior Konow, 1 9, 26 giugno.
(1) Questo sottordine venne studiato dal Sig. A. Dodero (Genova).
150
Rhogogaster punctulata Klug, 49 9 4 g g' (1 es. a 2200 m.), giugno
e luglio.
Rhogogaster viridis Linn. 3 9 9, 3 luglio.
Tenthredopsis Tisechbeini Mocsary, 1 9, 21 luglio.
Tenthredopsis inornata Cameron, 1 9, 6 luglio.
Tenthredopsis dubia Konow, 1 ©, 10 luglio.
Pachyprotasis rapae Linn. 2 9 $, luglio.
Macrophya annulata Geoffroy, 1 9, 21 luglio.
Dolerus aericeps Thomson, 1 g 1 9, 3 luglio.
Dolerus aeneus Hartig,2 9 ® (1 es. a 1600 m.), giugno e luglio.
Athalia lineolata Lepel. var. cordatoiles Priesner, 1 9, 3 luglio.
Eriocampa ovata Linn. 2 9 9, 10 luglio.
Euura saliceti Fallén, 2 0 $, 3 luglio.
Nematinus fuscipennis Lepel. 4 9 ©, 10 luglio.
Lygaeonematus Saxeseni Hartig, 1 9 (1700 m.), 4 luglio.
Abia aurulenta Sichel,2 g7 gf giugno, e luglio.
Arge eoerulescens Geoffroy,1 x 30 giugno.
; Megalodontes Klugi Leach,3 g' 37, 24 luglio.
Pamphilius depressus Schrank,1 <, 3 luglio.
Xeris spectrum Linn. 1 9, settembre.
Sirex gigas Linn. 1 9, 20 settembre.
GIOVANNI BINAGHI
APPUNTI SUGLI ELATERIDI ITALIANI
I
Nel 1860 il Candèze, nella monografia degli Elateridi, descrive a
pag. 455 (vol. III°) VAffous cachecticus in base ad una sola 9 raccolta
in Sicilia.
Il Du Buysson, nell'opera « Tableaux de détermination des Ela-
térides de la faune Franco - Rhénane » 1910 - 1929, edita a cura della
« Miscellanea entomologica » a p. 145, in base all'esame di detta
O, conservata nel Museo di Ginevra, riunisce questa specie come una
varietà dell’Afftous emaciatus Cand. (flavescens Muls. Guilb.); tale
sinonimia è riportata nel catalogo Winkler e nel Catalogo Junk, pars
88, pag. 337 (1927).
La scorsa estate il Signor Agostino Dodero, raccolse nei pressi
151
di Camigliatello, nella Sila Grande, una specie d’Affous, in 6 esemplari
(4g 3 e2 2 9,, appartenente al sottogenere Anaftrotus Steph., che
per il suo aspetto generale differisce notevolmente dal subfuscus Mill.,
dall’emaciatus Cand. e dal /aevigatus Duf.
Esaminando le descrizioni ho constatato che le 9 9 esattamente
corrispondono alla diagnosi che il Candèze dà dell'A. cachecticus e
per la proporzione degli articoli Il e III delle antenne e per la carat-
teristica colorazione generale. I g x presentano, come in tutti gli
Anathrotus, questi caratteri specifici ben più evidenti. Ritengo quindi
necessario ripristinare la specie stabilita dal Candèze e dare la descri-
zione del {. |
Athous {Anathrotus) cachecticus Cand. g « Fuscus, pube
pallida obductus, fronte antice leviter. excavata, margine arcuato;
antennis brunneis vel nigris, basi apiceque articulis I, II, III, rufe-
scentibus; articulis II, III subaequalibus; prothorace latitudine lon-
giore, basi angustato, crebre punctato, ferrugineo marginato; elytris
pallide testaceis, translucidis, striis dorsalibus subtilibus, interstitiisque
punctatis, a latere magis impressis; corpore subtus nigricante, pedibus
DS
A
A
A
A
A
A
pallidis.
« 2 Prothorace latitudine paulo longiore, antennis brevioribus,
elytris amplioribus. Patria: Sicilia, Calabria.
« Prope emaciatus Cand., dissimilis articulis II, III antennarum
subaequalibus atque effingitur. » (Fig. 1 - 2.)
A
A
Si distingue dall’emaciatus Cand., specie alla quale è prossima pel
comune carattere delle elitre a punteggiatura notevolmente più ampia
ed impressa nelle strie laterali, principalmente per la proporzione degli
articoli II e III delle antenne (Fig. 1-2), pel colorito giallo - livido
delle elitre, pel pronoto meno rettangolare ad angoli anteriori meno
espansi, pel capo più largo e gli occhi posti ad una maggiore distanza.
Sg Corpo allungato, subparalleto di color bruno - nero, lucido,
ricoperto da una fine pubescenza giallo - ocra, palpi, articoli delle
antenne I, II, III, peduncolo dei restanti segmenti, lati del pronoto,
lati dell'addome e zampe di color ferrugineo.
Capo leggermente concavo nel mezzo presso la carena frontale,
robustamente punteggiato, con pubescenza frammista a peli notevol-
mente più lunghi.
Carena frontale: vista di fronte, ripiegata verso l’epistoma in dolce
curva; retta, vista dall’alto.
192
Occhi separati da uno spazio poco maggiore della lunghezza degli
articoli III e IV delle antenne, considerati insieme.
Antenne sottili, sorpassanti gli angoli posteriori del pronoto di
circa 3 articoli; articoli II ell sube-
guali; IV e V circa del doppio più
lunghi del II e subeguali; gli articoli
componenti il gruppo VI- X sono ap-
pena un poco più lunghi del V e
subeguali tra loro; XI notevolmente
‘più lungo del X (Fig. 2.). (Nell Affous
emaciatus Cand. il III articolo è più
lungo del II ed i restanti sono sube-
guali tra loro, Fig. 1).
Pronoto subrettangolare, ricoperto
da una densa peluria composta di peli
corti e lunghi, lucido, punteggiato, an-
goli anteriori arrotondati, lati legger-
mente sinuosi, angoli posteriori acuti,
orlato di colore ferrugineo.
Lo scutello occupa completamente
lo spazio scutellare, troncato anterior-
Fig. 1. - Affous emaciatus Cand.c ir Riza e Esoperto da pia
(Alpi mattine Tenda). fine e densa pubescenza; nero:
Fig. 2.- A. cachecticus Cand. SJ Elitre subparallele, giallo - livide,
(Sila: Camigliatello). infoscate al dorso, più chiare alla
base presso lo scutello ricoperte da peluria lunga e densa; punti delle
strie dorsali grandi, delle strie laterali (6%, 7*, 8%) più impressi; inter-
strie a superficie increspata, punteggiate.
Epipleure ampie, ferruginee, ristrette nella parte media.
Mento ferrugineo, debolmente punteggiato.
Prosterno nero - bruno a superficie lucida, punteggiato, pubescente
solchi antennali, lati ed apice della punta prosternale, ferruginei.
Metasterno e anche a lama delle zampe posteriori bruno - nero.
Zampe giallognole con i femori con una fascia bruna longitudinale
nella parte mediana.
Addome bruno - nero, punteggiato, pubescente, lati e porzione
apicale dell'ultimo sternite ferruginei. Lung. mm. 10, larg. mm. 2,5.
2 Corpo a lati ampi, pronoto più convesso, antenne molto più
corte raggiungenti solo gli angoli posteriori di questo, colorazione
come nel g7. Lung. mm. 2, larg. mm. 3.
1 2
cai ic
}
153
Ho pure esaminato le armature genitali delle specie: subfuscus
Miill., emaciatus Cand. e cachecticus Cand. ma non mi è stato possibile
trovare validi caratteri distintivi data la grande variabilità che si ris-
contra in ogni singola specie.
Proveniente pure da Camigliatello e raccolta dal Signor Dodero
durante i mesi di Giugno Luglio, noto una forma d’Affrowus emaciatus
Cand. (13 e 5 9$) che differisce dalla tipica per la statura minore, per
gli angoli posteriori del pronoto più divergenti, per la pubescenza più
lunga e densa e per un non ben definibile aspetto generale.
Isidus Moreli Muls. Segnalo questa rara specie pel litorale Veneto.
Ho esaminato due esemplari; uno raccolto dal Sig. Pomini a Cava Zuc-
cherina (Prov. di Venezia), località Jesolo, nel VII. 1931; l’altro dal Rag.
Naldi al Lido di Venezia. Specie nuova per l'Italia settentrionale.
Corymbites (Haplotarsus) incanus Gyll. Questa specie, segna-
lata in. Italia per la zona alpina e subalpina venne catturata in un
unico esemplare (9) dal Signor Agostino Dodero in Sila presso Ca-
migliatello durante il mese di Maggio 1933.
GIAN MARIA GHIDINI
Istituto di Anatomia e Fisiologia comparate della R. Università di Pavia
(Direttore Prof. Edoardo Zavattari)
UNA NUOVA SPECIE DI ALLEGRETTIA JEANNEL
(Coleopt. Carab. Trechinae)
Allegrettia Zavattarii n. sp.
A specie Boldorii Jeann. cui similis, minori vero corpore, elongiori
pronoto rotundioribusque humeris manifeste differt.
Longitudo corporis mm. 7,3.
Holotypus in coll. Musei Historiae naturalis genuensis: Specimen
unicum 3° a me in antro, cui nomen Divo Faustino (Camignone Bri-
xianae regionis), die 10 Aug. 1933 sub lapide detectum et nunc ma-
gistro meo Eduardo Zavattari honoris causa dicatum.
Testa grossa, di cui la larghezza uguaglia pressapoco la lunghezza
154
se non si tien conto delle mandibole. Solchi frontali meno arcuati che
in A. Boldorii e più superficiali.
Tempie regolarmente arcuate, ma leggermente più convesse che
in A. Boldorii.
Antenne lunghe, raggiungenti i 3/4 posteriori delle elitre, robuste,
con articoli pubescenti eccettuato il primo, che presenta solo alcune
sparse setole. | |
Pronoto leggermente più lungo che largo, con margini più dolce-
mente sinuati che non nell’altra specie. Doccia marginale larga e decor-
rente con regolarità; essa è munita soltanto della setola protoracica
anteriore. Angoli posteriori retti, base rettilinea.
cre c_--— _-e-e- c---_ -c—_ - - —-— = — — _— 7
Fig. 1 - Allegrettia Zavattarii n. sp. - Regione omerale dell’elitra destra
Fig. II - Allegrettia Boldorii Jean. - Regione omerale dell’elitra destra
Elitre lunghe, subparallele, leggermente allargate nel mezzo, con-
vesse: l’apice è ottuso. Spalle (fig. I) meno prominenti che in A. Bol
dorii (fig. 2), sfuggenti e arrotondate. Le strie delle elitre sono molto
superficiali e le esterne sfumate.
Zampe come in A. Boluorii.
Organo copulatore (fig. 3) molto simile a quello di A. Bo/dorîti,
cioè piccolo e gracile, ma più fortemente arcuato nella parte basale.
Il bulbo è leggermente rigonfio e munito di cresta sagittale. L’apice
del pene è assotigliato con debole ingrossamento terminale; su di esso
notansi numerosi pori-canale visibili solo a forte ingrandimento.
155
Gli stili sono corti e armati l’uno di cinque, l’altro di quattro se-
tole lunghe e robuste. Mancandomi materiale non sono per ora in
grado di dire se la presenza di 5 setole abbia valore specifico o non
sia che un fatto teratologico,
rg | TIA
EI
=;
RESINA I 99)
MALO
2 IE Ade
Fig. III, IV - Allegrettia Zavattarii n. sp. - Organo copulatore
e lamella copulatrice.
In A. Boldorii il numero di tali setole è costantemeute di quattro.
Lamella copulatrice (fig. 4) concava con parte apicale tronca obli-
quamente: dorsalmente infatti essa si continua in punta acuta. Interna-
mente vi è una piccola lamina chitinosa libera. La parte convessa
della lamella copulatrice appoggia sul lato destro del pene.
Habitat: Lombardia: Buco di S. Faustino N° 156 Lo; Buco del
Quai N° 30 Lo (Iseo) Provincia di Brescia.
Tavola. delle specie del:-gen. Allepretiia Leann.
1. Lunghezza del corpo superiore agli 8 mm. Spalle prominenti, ad
angolo ottuso e arrotondato. Pronoto generalmente trasverso o al
massimo lungo quanto largo. Organo copulatore regolarmente ar-
cuato. A. Boldorti Jeann.
— Lunghezza del corpo inferiore agli 8 mm. Spalle meno prominenti,
sfuggenti. Pronoto più allungato a margini meno arrotondati nella
porzione anteriore e meno ristretti alla base: ciò lo fa sembrare
più lungo che largo. Organo copulatore piò fortemente arcuato.
I A. Zavattarii n. sp.
156
Fino dal 21. IV. 1933, giorno in cui rivisitavo la grotta Buco de
Quai N° 30 Lo. (!), rinvenni galleggiante sull'acqua del sifone un cada-
vere incompleto di A//egrettia che da un esame alquanto sommario
giudicai appartenere a specie nuova, che però non descrissi nella speran-
za di catturarne un esemplare integro.
Durante una campagna speleologica, effettuata nell'agosto del 1933
dal Gruppo Grotte di Brescia, visitando nei pressi di Camignone,
comune situato sulla provinciale Brescia - Iseo la cavità chiamata Buca
di S. Faustino N° 156 Lo. rinvenni al fondo il bell’esemplare 7 sopra
descritto ai piedi di una piccola frana. La temperatura . dell'ambiente
era di 13°,4, mentre all’esterno ve ne erano 29,5. La cavità apresi con
imbocco regolare alto m. 1.50 e si interna per m. 75 con andamento
pressochè rettilineo; il suolo costantemente umido di stillicidio e la volta
priva quasi completamente di concrezione sono estremamente regolari
Questa configurazione ha lasciato sospettare trattarsi di una cavità
artificiale e ciò veniva infatti successivamente confermato da alcuni
contadini affermanti la galleria essere stata scavata verso la prima metà
del secolo scorso per ricerca d’acqua. Questo ho voluto render noto
perchè, dato il mio reperto, nuova conferma sia aggiunta a quanto già
nel 1926 diceva lo Jeannel che cioè non sono da trascurarsi da parte
degli speoentomologi le cave abbandonate, le gallerie artificiali e i’
sotterranei in genere (*).
Non ritengo fuori luogo aggiungere qui alcuni altri miei reperti
e osservazioni riguardanti le specie in argomento.
Nella visita fatta il 25.IX.1932 nella cavità Buco di Pra de Rent
N. 96 Lo. raccoglievo un paio di elitre di A. Bo/dorii. Detta cavità
apresi a poca distanza dal Buco del Budrio N° 71 Lo. (*) in cui pure
avevo rinvenuto un cadavere della stessa specie (‘). Furono questi
reperti, così incompleti, che mi spinsero a partecipare alla cam-
pagna speleologica che il Gruppo DEOHE di Brescia effettuava in
Cariadeghe sopra Serle.
Posi varie esche nella due cavità N° 71 e 96 Lo. Quelle del N°
TI non mi diedero nulla, mentre in quelle del N° 96, contenenti
carne freschissima, trovai due A//egrettia il 13 e tre il 14. Il giorno 13°
(1) Boldori L. - Contributo alla conoscenza della fauna cavernicola lombarda « Mem.
Soee--Ent Hal->;-Vi=49265°p19;
(2) Jeannel R. - Faune cavernicole de la France, 1926. Lechevalier, p. II.
(3) Boldori L. - 1. c. p. 103.
(4) Ghidini G. M. - Quarto contributo alla conoscenza della fauna speoentomologica
bresciana, Mem. Soc. Ent. Ital., X, 1931, p. 142.
I TOTI
SIRIA SI
157
ebbi poi la fortuna di catturare un esemplare di A. Bo/dorii, vagante
su colata stalagmitica nella cavità chiamata Buco del Latte di Ca Meder
N° 158 Lo., non lontana dalle precedenti.
Durante tutte queste catture ho osservato che la temperatura del-
l’ambiente oscillava tra i 9 e 13 gradi, come appare dallo specchietto
qui unito in cui includo tutte le stazioni note a tutt'oggi.
N. CAVITÀ Quota | Temp. Int. | Temp. est. SPECIE DATA
1 Buco del Frate 250 Boldorii Jeann. 29-VI-28
3 Tampa Ranzone 680 Boldorii |eann.
30 Buco del Quai 300 Zavattarii n. sp. 21-IV-33
71 Buco del Budrio 820 Boldorii eann. 1-IV-30
90 Buco del Pra de
Rent 11,3 21,3 Boldorii Jeann. 13-VIII-33
116 Buco del Coalghes 790 Boldorii Jeann. 10-VII-33
156 Buco di San Fau-
stino 13,4 29,5. Zavattarii n. sp. 10-VI1-33
158 Buco del Latte di
Cà Meder 9,5 26, Boldorii Jeann. 13-VIII-33
Dai reperti che finora si hanno non sembra azzardato opinare che
Parea di diffusione di A. Bo/dorii sia delimitata dai fiumi Mella e
Chiese, mentre della Zavattarii i limiti sarebbero Mella e Oglio. E al
di là del Chiese ?
REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE
X
53 - Neobisnius orbus Kiesw. (Col. Sfaphyl.). - Ha sorpreso
assai la presenza in Toscana di questa specie che, come mi ha fatto
rilevare il Gridelli, non risulta ancora trovata nell’Italia continentale, ma,
come nota anche il Luigioni, è conosciuta soltanto della Sicilia e della
| Corsica. Io l’ho catturata in due esemplari, nel Maggio 1930, sui Monti
Pisani, in vicinanza di Cucigliana (Cascina).
DorT. ING. GAGLIARDI
158
A. D'ORCHYMONT
AU SUJET DE QUELQUES HYDRAENA ITALIENNES
1. Hydraena (Haenydra) italica Ganglbauer, 1901.
C'est à dessein que je maintiens provisoirement ce nom, car aussi
longtemps qu’ on ne saura pas exactement ce qu’ est 77. plumipes Rey,
18806, nom qui a la priorité sur Aeferogyna, italica, procera, etc., il sera
vain de vouloir modifier la nomenclature adoptée jusqu'’ ici. J'avais ce-
pendant fait de nouvelles démarches pour rechercher et réétudier le type
de plumipes, mais elles ont échouwé. (').
Dans l’étude que Pretner (*) a consacrée à /falica, cet auteur af-
firme que la forme typique décrite par Ganglbauer ne se trouve que
dans les Apennins non ligures où elle voisine au moins jusqu’à Bosco
Lungo nel Pistoiese, avec la forme Doderoi Ganglb. Celle-ci fut établie
d’abord pour le seul sexe 9 d’après des exemplaires des environs de Gènes
à élytres plus larges, largement arrondis ou mèéme tronqués à l’extrémité
et à rebord explané plus large aussi. Mais il y a des gg qui présen-
tent les mèmes caractères, sauf la large troncature si caractéristique de
l’extrémité des élytres chez la 9, et depuis Fiori (5) le nom s’applique
à des sujets des deux sexes. Dans les Apennins ligures, les Alpes ma-
ritimes italiennes, les Alpes du Nord de l’Italie (notamment aux environs
de Come et dans le Trentin) les femelles sont toutes des Dodero:. Il en
serait de mème des 7g selon Pretner. Cependant j'ai eu l’occasion
d’examiner et de comparer cOte à cOte des ifalica typiques gg des
Apennins de Ligurie (Torriglia, au N. E. de Géènes, localité typique de
Doderoi) et des Apennins de Toscane (Monte Amiata, Cumaldoli
(1) M. le Dr. Gaillard, directeur du Muséum de Lyon, m’a affirmé à nouveau qu’ il
n’y avait aucun insecte de ce nom ni dans la collection Rey, ni dans les doubles de celle-
ci. Le nom semble avoir été imposé d’abord in litteris par Baudi, entre 1882 et 1885-
mais la collection de ce dernier, conservée à Turin, ne renferme aucune Hydraena plu-
mipes (renseignements recus de M. le conservateur de la collection zoologique de l’Uni-
versité). Le type a. été récolté par Pandellé dont la collection avait été acquise par feu
Fauvel: il pourrait donc encore étre retrouvé dans la collection de ce dernier détenue par
M.elle B. R. de Caen. Mais celle-ci selon son habitude et de parti pris n’a pas daigné
répondre aux demandes que je lui ai adressées à deux reprises, mème lorsque j’ajoutai
à ma lettre une enveloppe affranchie de timbres francais pour la réponse. M. le Prof.
Mercier de Caen avait accepté à ma demande de faire une démarche personnelle, au do-
micile de la personne dont il s’agit: il ne lui fut méme pas ouvert! Il est profondément
regrettable qu’ une collection comme celle de Fauvel, ayant servi de base à des publi-
cations, soit tombée en de pareilies mains, si peu soucieuses de servir la mémoire d’un
entomologiste de renom.
2) Boll. Soc. Entom. Italiana, LXIII, 30 mai 1931, p. 72-77,
3) Rivista Col, Ital. N° 12 ,1904, 250 - 251.
159
d’Arezzo) sans pouvoir les séparer. Les exemplaires des trois prove-
nances, la première cependant si distante des deux autres, ont la mème
forme étroite caractéristique du type, le rebord des élytres moyennement
large, l’extrémité de ceux-ci régulièrement arrondie. Tous ont été disséqués
pour la comparaison de l’édéage, qui est identique. D’autres gg de
Torriglia et ceux de Bolzano sont au contraire larges et appartiennent
bien à Doderoi, de mème que la seule 9 que j'ai prise au Monte Bo-
letzo près de Còme.
Pretner concède d’autre part que les Doderoi d’autres régions
que la Ligurie, le Piémont et le Trentin, (') ne se différencient par aucun
caractère de ceux de ces dernières régions et qu’ ifalica passe in-
sensiblement par toutes les transitions possibles à Doderoi. De cette
dernière forme il a vu des exemplaires de Porretta, Persiceto, Maresca,
Castelnuovo di Garfagnana et Bosco Lungo nel Pistoiese. Je ne puis
que confirmer ces constatations après étude du très nombreux matériel
en italica s. lat. (Ganglbauer) que j'ai recueilli moi- mème aux environs
de Porretta, de Pracchia, de Busalla (au N. de Géènes), de Bolzano,
etc. (plus de 330 exemplaires). Néanmoins Pretner considère les Doderoi
des Apennins non ligures comme une simple aberration d’/falica, tan-
dis qu’ aux mémes Doderoî, présentant les mèmes caractères morpho-
logiques, mais provenant d’autres régions que ces Apennins il accorde
rang de sous-espèce. Et c'est pourquoi il ne comprend pas, par exemple,
Castelnuovo di Garfagnana dans le paragraphe qu’ il consacre à la di-
stribution géographique de Doderoi (p. 76), alors qu’ il est cependant
convaincu qu’ elle s’y trouve (*), tandis qu’ il ne la cite de cette localité
que dans le passage réservé à zfalica s. str. (mèéme p. 760)! J'ai vu une
petite série de ce Castelnuovo: les 9 9 et la plupart des 73 sont des
Doderoi typiques, un seul y étroit, pris en mème temps, est presque
italica.
Je ne puis admettre la distinction établie par Pretner car elle est
toute subjective; c'est la négation de toute systématique. Celle - ci doit
ètre basée sur des particularités morphologiques réelles et non sur des
spéculations. Une mème catégorie systématique, basée sur de bons ca-
ractères, ne peut ètre en mème temps aberration et sous - espèce sui-
vant les lieux où elle vit. D’ailleurs j'ai déjà critiqué application sou-
vent abusive de ce terme sous-espèce et je lui ai donné une définition
(1) Il faut y ajouter la Lombardie.
(DV 'eipi 75, note 1:
160
objective plus restreinte (!). Il n'y a aucun hiatus important entre
italica et Doderoi puisque, de l’avis de tout le monde, l'un passe in-
sensiblement à l’autre. Peut- ètre Pretner. a-t-il été influencé par les
opinions de Fiori (*) sur l'origine des deux formes? Ce dernier auteur
considérait ifalica comme une variété de discreta Ganglb. par l’'inter-
médiaire de la soi-disant sous-espèce procera Ganglb., et Doderoi, forme
plus ancienne à son sens que l’autre, comme une sous-espèce de la
méme discreta. L’origine des deux formes dont il s’agit ici était done
d’après lui diphylétique. Mais ces déductions prématurées tombent à
néant lorsqu’on songe que discreta ‘et procera sont des espèces distinc-
tes, à l’édéage autrement conformé, et que Fiori n’a pas su qu’/falica
et Doderoi possèdent le mème organe copulateur (5).
Au reste les captures auxquelles j'ai fait allusion ci-dessus mon-
trent que dans la région de Porretta et de Pracchia les représentants
de Doderoi ne forment nullement une petite minorité! On peut s’en
convaincre par l’examen du tableau ci après:
dea re
Nombre d’exemplaires capturés à
i Porretta Pesschia
| 20-30.VII Sl'-< VI
oi - italica typiques et passages à Doderoi 45 (76%) 4) 12 (579) d
S - italica Doderoi + 14 (249,0) 4) 9 (43%) 3)
SE italica, passages soit à bidentata, soit à
Doderoi et 2 bidentata Ganglb. 35 (51%) 5) 8 (209%) °)
O - italica Doderoi + 33 (490/0) 5) 31 (809/;) 5)
qui indique par localité le nombre d’exemplaires capturés et tous re-
cueillis en trois journées de chasse assidue (Le signe + témoigne des
difficultés qu'on rencontre dans la détermination; certains sujets sont
extrèmement difficiles è attribuer soit è italica, soit à Doderoîi. On ne
sait où la première finit, ni où la seconde commence).
Le pourcentage des femelles Doderoi surle nombre total de ce sexe
capiuré, atteint donc 490/) à Porretta et £0°/ à Pracchia! Or des deux
sexes, c'est la 9 qui est la plus caractéristique chez cette varieté.
(1) Bull. Ann. Soc. Ent. Beig., LXXII, 1932, p. 46.
te prdL
(3) Bull. Ann. Soc. Ent. Belg. LXIX, 1930, p. 371.
(4) 0/9 du nombre total de màles
(5) 0/0 du nombre total de femelles.
101
De tout ce qui précède je ne puis conclure qu’ une seule chose:
C'est qu’ il faut en revenir en grande partie à Popinion de Ganglbauer
en ne considérant Doderoi que comme une simple variété, vivant en-
semble dans une grande partie de son aire de dispersion avec le type
dont elle dérive certainement, quoi qu’ en pensat Fiori; que cette forme
est reliée à ce type par tous les intermédiaires possibles. Dans les Apen-
nins ligures et le Nord de Italie, cette variété a pris la prépondérance
ou s'’y est développée seule. Subordonner la détermination des màîles,
soit d’ifalica, soit de Doderoi, aux caractères oîferts par les femelles,
comme Pretner semble vouloir le faire ('), c'est avouer que les particu-
larités assionées aux premiers sont peu constantes, difficilesà mettre en
évidence ou mèéme inexistantes et oublier que les secondes peuvent
évoluer séparément dans leurs caractères sexuels secondaires, comme
on le constate cependant si souvent, chez les /ydraena comme chez
"d’autres coléoptères.
Enfin, toujours d’après Pretner, les 9 9 de Val Pesio (Alp. mar.
ital.), entres autres, formeraient passage d’heterogyna Bedel à italica
Doderoi, car ces exemplaires auraient la marge latérale des élytres plus
| droite que chez la première et plus large que chez la seconde (*); mais
l’apex des élytres serait comme chez Doderoi, (*) par conséquent non
denté. Puisque ces deux dents si caractéristiques chez la femelle
d’heterogyna, manquent, c'est qu’ il s'agit indubitablement de la femelle
de Doderoi et non d’heferogyina et je ne vois pas ce qui prouve alors le
| passage d’une forme à Vautre. Mes Aeferogyna - 92 de Ligurie ont le re-
bord des élytres bien plus large que celles de St. Martin Vésubie (lo-
calité typique), mais Ja présence des dents élytrales postérieures lève tout
doute quant à l’attribution du nom. Par contre chez la £ Doderoîi de
Val Pesio que je possède, ce rebord n’est pas plus large que chez
maint Doderoi des Apennins (Busalla) et surtout du Trentin (Bolzano).
Je ne vois pas en quoi cette femelle pourrait différer des Doderoi
typiques.
Pretner a eu raison de reléguer au rang de synonymes /Portai et
Ganglbaueri Fiori, mais ces noms ne sont pas synonymes d’/falica -
type, comme il l’affirme par application des faux principes de nomen-
clature qu’ il suit et que j'ai signalés ci - dessus, mais bien de la va-.
riété Doderoîi. Ganglbauer comme Fiori, et mèéme Pretner, ont d’ailleurs
Golisern: FL
(2) c. p.- 74.
O) te: pi 76.
102
admis que les formes que ces noms représentent rentrent dans les
limites de la variabilité de cette variété; Borgotaro et Barigazzo, d’où les
deux soi-disant variétés 92 de Fiori ont été décrites entre autres,
sont des localités proches des Apennins de Ligurie, davantage méme
que Castelnuovo di Garfagnana où Doderoi existe cependant indubi-
tablement, comme on l’a vu.
Pour finir je crois utile de donner la nomenclature résumée des
DI
ormes qui, à l’exclusion d’heferogyna, ont été passées en revue ici:
H. italica Ganglb., 1901, 1904; Fiori, 1904; Orchym., 1930, 1930;
Pretner, 1931. i
Syn.: ? plumipes Rey, 1886; Kuwert, 1888, 1890; Ganglb., 1901,
1904; Orchym., 1933.
prolongata Fiori, 1904.
procera Orchym. (nec Ganglb.), 1930.
var. 2 bidentata Ganglb., 1901, 1904; Fiori, 1904; Orchym., 1930;
Pretner, 1931.
var. 79 Doderoi Ganglb., 1901, 1904; Fiori, 1904; Orchym., 1930;
Pretner, 1931.
Syn.: Portai Fiori, 1904.
Gangibaueri Fiori, 1904.
2. H. (Haenydra) truncata Falzonii Pretner, 1930.
Ce que j'ai dit pour Doderoi s'applique également a Fa/zonti qui
ne mérite pas le rang de sous - espèce que lui a donné l’auteur. Ce
n'est qu’ une variation peu caractérisée plus large et plus courte que le
type, à rebord des élytres moins droit et gouttière à peine plus large. Un
des trois exemplaires typiques 7 (S. Biase Ceraso, Vallo Lucano, 5-7-VII
1925) que je dois à la gentillesse de M. Solari est dejà plus long et plus
étroit que les deux autres et forme transition au type. Jai vu un gf
très semblable de Castelnuovo di Garfagnana capturé avec des frurncata
typiques et un autre de Val Pesio lui est tout à fait identique, avec la
gouttière des élytres chez ce dernier peut - ètre mème un peu plus large.
Les élytres réunis des trois exemplaires mesurent uniformément 1.42 X
0.73 mm. Cette transition est prouvée encore par des 99 capturées
Porretta avec un grand nombre de frurcata. Sans ètre tout à fait aussi
larges et courtes que Fa/zonzi, ces 29 ont cependant le mèéme bord ex-
plané, à peine élargi. On trouve un peu partout en Italie, mème à Bu-
salla près de Gènes, à còté d’exemplaires femelles allongés, d’autres
plus larges et plus courts.
163
3. H. (Haenydra) Solarii Pretner, 1930.
Jai retrouvé 7. Solarii en 4 JT et 3 29, au N. E. de Pracchia,
dans le cours inférieur d'un ruisseau à courant rapide, non régularisé,
descendant de Croce dei Cocchi (') affluent de la rive droite du Reno
en face du Torrent Orsigna (régularisé) de la rive gauche, parmi les
pierres et les mousses, entre 620 et 750 m. d’altitude, le 31 juillet 1933.
i
Un des miles a été disséqué: l’édéage est identique à celui figuré par
Pauteur. J’aurais voulu le comparer encore à Vorgane génital d’un
paratype d’Arcidosso, que je dois àè la générosité de M. Solari. Mais en
décollant lexemplaire je me suis apercu qu’ il avait été privé de son
édéage par Pretner et que celui - ci devait l’avoir retenu.
4. H. (s. str.) angulosa Mulsant, 1844; Stussineri Kuwert, 1888;
calabra Knisch, 1919. a
— Mulsant, Hist. Nat. Col. Fr. Palp. 1844, p. 82. A. d’Orchy-
mont, Bull. & Ann. Soc. Ent. Belg., 69, 1929, p. 98; Entom.
Blatter, 25, 1929. p. 140, fig.; Bull. & Ann. Soc. Ent. Belg.,
TI, 4938; post = 32 PE fo: :38.
— Kuwert, Deuts. Ent. Zeitsch. 1888, p. 120, 123; Verh. Naturf.
Ver. Briinn, XXVIII., 1890, p. 302.
-- Knisch, Ent. Blatter, 15, 1919, p. 14; A. d’Orchymont, Bull.
Ann. Soc. Ent. Belg., 1,193, p. 0-1, pi; file. 39.
H. angulosa, douteuse jusqu'’en 1929, était connue depuis avec
certitude d’Allemagne occidentale, de Belgique et de France (Haute
Marne et Rh©ne). Jen ai figuré un £ en 1929 et l’édéage en 1931.
Elle existe aussi en Italie où je lai capturée en 1933 aux endroits
suivants:
1° en Toscane, au N. E. de Pracchia, dans le mèéme ruisseau, le
méme jour et aux mémes endroits que /7. Solarii, 1 3° 10 99.
2° en Ligurie, au N. de Busalla, cours inférieur du Rio Terramarsa
(?) formant de petits rapides rapprochés mais peu fournis en eau, dans
un lit très étroit, encaissé et obscur, à chute rapide, scié dans le rocher,
parmi les pierrailles, les mousses et les algues dans les sillons creusés par
l’eau, altitude 360 à 380 m., 2 aòut 1933, 1 g S.
{1) Sans nom sur la carte au 100.000°., fe. 97 (S. Marcello Pistoiese),
(2) Carte au 25000 ©. fe 82 I. S. E. (Busalla)
164
- En outre M. Solari m’en a communiqué une © prise:
- 3° à Fontanigorda (Val Trebbia) au N. E. de Torriglia (Ligurie),
aòut 1933.
Enfin en 1932 je l’avais prise en France méridionale, aux environs
d’Axat sur Aude, aussi bien sur les versants atlantique que méditer-
ranéen de cette région, ceux-ciy étant séparés vers St. Paul de Fenouil-
let par une distance de 1 cu 2 Km. seulement et par une ligne de
partage d’altitude inférieure à 600 m.:
a)versant atlantique. Immédiatament au N. d’Axat dans un
ruisselet affluent de la rive droite de l’Aude, coulant dans une faille, eau
peu abondante et chargée de calcaire, altitude 450 m., 30 juillet, 1 9, en
compagnie d'un 9 de subdepressa Rey gli ii Mulsant, nec
Sturm);
b)versant fd lieriansen. Entre Axat et St. Paul de Fenouillet,
à5 Km. environ è PE. de la station précédente, dans la Boulzane nais-
sante mais déjà assez abondante, parmi les pierrailles du lit, altitude
525 m., ler adut, 2 gg 11 9, en compagnie d’un gf bien caractérisé
de "en Rey (!) également
Cette association dans les mèmes ruisseaux, aux mémes endroits,
constatée maintenant, prouve que les deux espèces sont distinctes. D’ail-
leurs l’édéage (v. I. c., 1931, PI. fig. 37) est bien distinct aussi.
H. Stussineri Kuwert de Bilbao (Espagne) est très voisine d’an-
gulosa et, comme cette dernière, a été longtemps une énigme pour moi.
Gràce à M°' le Dr. Kos, Conservateur au Musée régional de Ljubljana
où est conservée la collection Stussiner, jai pu en examiner deux ex-
typis gg, montés sur le mème support, étiquetés « /ydraena angustata
Bilbao » (1° étiquette, sans doute de Ja main de Stussiner) et <« Sfus-
sineri» (2° étiquette de la main de Kuwert). Le premier è gauche, n’a
plus d’abdomen, le second, à droite, a été disséqué par moi et l’édéage
collé sur ie carton entre les deux exemplaires. Pen donne un dessin
(fig. 1). La taille du premier exemplaire est de 1,0X0,64 mm.; celle du
(1) L’édéage de ce S a été extrait, de sorte que la détermination n’est pas dou-
teuse. Jaurais cependant voulu le comparer au type de Rey. Mais M. le Dr. Gaillard
m’a écrit que la collection de cet entomologiste ne renferme ancune
Systasis longicornis 87.
Tetracampe impressa 88, nomocera Masi 102.
Trichomasthus nigricans 87.
Trimicrops claviger 87.
Vespa orientalis somalica Giord. Soîka 184,
è
PR Leailiopista
Lepidotteri di Cirenaica 191.
Lepidotteri del Fezzan 124. S 2
Anumeta quatuor Berio 126, quatuor Hueala Berio 127.
. Cossus (Holococerus) Bianchii Kruger 192.
- Depressaria libanotidella 223, liban. bantiella Rocci 226 liban. bantiella
nigrella Rocci 220, liban. laserpitii 223.
- Ephesia nymphaea benacensis e [amaura] 138.
Euprepia pudica lutea Kruger 191.
| Pseudonycterophaeta inelanogiona Berio m24
Rhodometra intermediaria paralellaria Kruger 195,
i Rhyacia senna eisenbergeri Hartig 230. |
= Sesamia vuteria 128, vuteria Ciccarelli Mariani 184.
3 Somobrachys Federzonii Kruger 181.
San SE > | Trichoptera | - —--
Anabolia lombarda i cad. "i
- . > - Diptera.
- — Ditteri cavernicoli 61, 208. - e,
— Culicidi delia. Fibia 39- >s:>
ano (Canneptori lapidicola 130.
ic Rhynchota ; dz >
siii perniciosus 20, 267
; d° arcuata 89, arcuata patita. Mancini 90.
| Orthoptera SET
ia palpata 43, Schiavazzii Cape 40.
| Troglophilus sp. 59, 208.
ora dalmatina 208. .
ta;
SR Collsmbola
| Collemboli cavernicoli di Lombardia 58-59, 201-207.
| _ - Myriapoda I
| Miriapodi cavernicoli di Lombardia 58-59, 201-207.
I | I Arachnida I
(Aracnidi. S. L cavernicoli di Lombardia 98 604;-201> 00
a
E
«SI
- E Srasiatna
Lipali ed Isopodi cavernicoli di Lombardia 58-60, 201 2209.
RARE ni fugit via LA JSP PRIORA] \ alt si À di Si cada na
ee x; IVANO RU CA RO Hi o
x 24 Li ttt
| Gasteropoda
- Gasteropodi cavernicoli di Lombardia 200.
di Fagioli! Hi 194, usi =ilvicale 70 193.
274
Indice alfabetico per autori
Baliani (A.) — Due nuove specie di Amara siberiane
(Coleopt. Carabidae).
Baliani (A.) — Studi sulle Arzara asiatiche VIII. (Co-
leopt. Carabidae). È < ; i 3
Berio (E.) — Lepidotteri raccolti dal Prof. L. Cipriani
nel Fezzan (1932).
Binaghi (G.) — Appunti sugli Elateridi italiani I.
Bliithgen (P.) Fine neue Lucasellus-Art. (Hym.
Apidae, Hatictini).
Boldori (L.) — Ricerche in caverne italiane. III serie
(1932-1933)
Boldori (L.) — Appunti sulle larve degli Sphodrini: 1.
La larva dello Sphodrus leucophthalmus L.
Capra (F.) — Una nuova Dotlichopoda d’Italia. (Orth.
Gryllacr.).
Capra (F.) — Osservazioni sul Tachinus Manueli Sharp.
(Col. Staphyl.).
Colizza (C.) — Contributo alla conoscenza delle Cocci-
niglie del Mozambico (MHemp. Coccidae). .
D'Orchymont (A.) — Au sujet de quelques /Hydraena
italiennes.
Ghidini (G. M.) — Contributo alla conoscenza dei
Culicidi della Libia.
Ghidini (G. M.) — Descrizione della femmina di Gyz-
nophora (Capraephora) lapidicola Bezzi (Diptera
Phoridae).
Ghidini (G. M.) — Una nuova specie di A//egrettia
Jeannel (Colept. Carab. Trechinae).
Ghidini (G. M.) — Quinto contributo alla conoscenza
della fauna speoentomologica bresciana (Esplorazioni
compiute negli anni 1930-33).
Giordani Soika (A). — Due nuovi Vespidi della So-
malia Italiana.
Pag.
»
84
243
124
150
188
58
102
40
604
PR:
158
32
130
153
200.
183
tt
Guiglia (D.) e Capra (F.) — Nuove ricerche intorno ai
Polistes italiani (fymen. Vesp.).
Guiglia (D.) e Capra (F.) — Revisione delle forme
italiane del sottogenere Scola.
Guiglia (D.) — Imenotteri di Madonna di Campiglio
{Trentino):..-. ; i da
Hartig (F.) — Nuovo metodo per mantenere freschi
gli insetti.
Hartig (F.) — Nuova forma trentina di RAyacia senna
FIG.
Invrea (F.) — Nuovi reperti di Mutillidi e Crisidi della
Cirenaica.
_Jeannel (R.) — Nouveaux Bafkyscinae italiens.
Kruger (G.) — IV° Contributo alla conoscenza della
fauna Cirenaica: Zeterocera.
Masi (L.) — Reperti di Calcididi con note critiche e si-
nonimiche.
Masi (L.) — Descrizione di alcuni Calcididi del Marocco
(Fymen.).
Masi (L.) — Nota sui Calcididi dell’Isola di Rodi.
Mancini (C.) — Una Cercopis nuova per l’Italia (/7emi-
ptera Homoptera).
Mariani (M.) — Una grave infestione di Sesamia vu-
teria Stoll. (nonagrioides Lef.) in Provincia di Messina
Mariani (M.) — Ancora sulla infestione di Sesamzia
vuteria Stoll. in Provincia di Messina.
Menozzi (C.) — Una nuova specie del genere RAino-
coris Hhn. della Cirenaica (Hemiptera RMeteroptera)
Micheli (L.) — Note biologiche e morfologiche sugli
Imenotteri (Contributo 5°). . : ì
Moretti (G. P.) — Le uovae la larva di Aradolia lom-
barda Ris. (Trichoptera).
Miller (G.) — A proposito di alcune Cymindis italiane
(Coleopt. Carab.).
Miller (G.) — Gli Zuphium gialli della Regione Adria-
tica (Col. Carabidae).
»
»
275
12
112
147
173
230
BEI
94
191
30
97
210
39
128
184
144
247
2]
170
231
276
Paoli (G)) — Note su alcuni lerici (Col. Dynast,
e descrizione di nuove specie.
Rocci (U.) — Ki: Depressaria dell’Anice >» in Italia
(Lep. Gelechiidae).
Schatzmayr (A.) e Koch (C) — Due nuovi G/ypto-
merus delle Alpi Apuane. (Col. Staph.).
Straneo (L.) — Su alcuni Carabidi dell’Italia centrale.
Trinchieri (G.) -- Intorno alla presente diffusione
d’Aspidiotus perniciosus in Europa.
Trinchieri (G) — Ancora intorno alla difusione
d’Aspidiotus perniciosus in Europa.
Vitale (F.) —— Coleotteri nuovi od ancora non citati di
Sicilia.
RECENSIONI
Amsel (H. G.) — Die Lepidopteren Palastinas; eine z00-
geographisch-6kologisch-faunistiche Studie. Zoogeo-
graphica, II, 1933. (F. Hartig).
Paoli (G.) — Prodromo di Entomologia cc della
Somalia nisi Firenze, 1933. (F. Invrea), È
Verhoeff (K. W.) — Zur Sistematik, Geographie und
Okologie der Isopoda terrestria Italiens und iber
einige Balkan Isopoden. Zool. Jahrb. Bd. 65, H. 1,
1933. (A. Brian). ; ; < :
Wolf (B.) —- Animalium ST Catalogus. Pars I,
1934. (L. Boldori).
*
E
Rassegna delle Pubblicazioni Entomologiche riguardanti
la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee XLV-LI.
; 46
201
>. 259
A
» 20
n 207 a
» 61
3} dai
. 70
<>
» 72:
pag. 27, 74, 90, 174, 215, 254, 268.
Repertorio di Notizie Entomologiche, VILXII pag. 44, 68, 130, 157, 213, 252.
*
* >
Atti sociali pas, 44; 30, 45, 71, 93, 141,
Assemblea generale 6 maggio 1934 |
Assemblea generale straordinaria 24 giugno 1934
Elenco dei Soci
181, 224, 251
pag. 77
>» 141
FAU NA COLEOPTERORUM ITALICA
del EESS Dott. ANTONIO PORTA
Vol. V. - - RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA
(Anthribidae, Brenthidae, Curculionidae, Némenychidas: Ipidae,
Lucanidae, Scarabaeidae)
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Non sì spedisce che dietro il ‘relativo importo.
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. Vol. I.- ADEPHAGA — deri fa 60: piu L. 3 per PItalia e L. 6 per l’estero
<>» IL -STAPHYLINOIDEA :L.100: » .» 3. > » E) >
>: II - DIVERSICORNIA : L.100: » » 4.» >» dra a
Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo
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Brigata Liguri
Post
&
er A LOR e e DA tr PILE LR” anno
‘Si pubblica dieci volte l’anno Conto corrente colla Posta.
BOLLETTINO
‘DELLA
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA”
UNA vai LXVII
N. 1-2
L I E n ci Poni AIN ANO7 TÀN
|. Pubblicato il 20 Febbraio 1935, Anno XI VANI Ù 1999” 1;
SOMMARIO.
‘ELENCO DEI Soci — ATTI SOCIALI .
Comunicazioni scientifiche: Prof. Adrian Schuster: Neue Tenebrio-
- niden (Col.) aus der Cyrenaica. V. — Giovanni Binaghi: Appunti
sugli Elateridi italiani II. — L. Boldori: Animali cavernicoli in
schiavitù H. — F. Solari: Recensione. !
Rassegna delle Pubblicazioni Entomologiche riguardanti la fauna
dell’Italia e delle Colonie Mediterranee LII.
Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile
. Arti Grafiche COMMERCIO, Via S. Luca, 10 — GENOVA
SOCIETÀ. i
| ENTOMOLOGICA ITALIANA
Sede in GENOVA,. Via Brigata Liguria, N. 9
presso il Museo Civico di Storia Naturale |
‘socI ONORARII
ia M. VITTORIO EMANUELE II - . RE D' FRALIA
S. E. BENITO MUSSOLINI + - - Capo del Governo
«Br E GiustPPR BELLUZZO | a DS È PIETRO FEDELE
CONSIGLIO DIRETTIVO
| pel biennio 1934 - Bb:
"Bear ti doi “Gr. Uff. Prof. Raffaello Hot
PRESIDENTE EFFETTIVO : ‘Dott. Ferdinando Solari
VICE- PRESIDENTE ;. Dott. Luigi Masi.
| SeerztARIO: Dott. Fabio Invrea.
TesorIERE: Rag. Cesare Mancini,
DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI: Dott. Fbi une o
CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signive Ago-
stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi,
Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Lagoa.
“Dr Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri, fa,
Conte Emilio Turati.
REVISORI DEI CONTI: Signor Armando Baliani, Ing. Paolo Bensa, Dott.
Tullo Casiccia..
Quota sociale annua: nel Regno: Ordinari L. 40, Studenti L. 20
Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. G. MANCINI, Corso Firenze.
. 40, int. 2, ss, GENOVA, nel primo bimestre Soll'anno;
Quota dor l’iserizione a soci | vitalizi : L ‘500. per. l Italia, Li. 750
| per l’estero.
| —’—’Abbonamento alle abbi cazioni ‘per i ‘non “soci; Htatia ‘bi BO
Fuero 1.00. e I
EI de
AVVISI AI soci.
Le adunanze scientifiche della Società, si tengono ogni Giovedì,
-.. alle ore 24, in una sala del Museo Civico di Storia Naturale.
Si avvertono i Soci. che tutta la corrispondenza relativa ‘alla
‘Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo-
logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102).
«>. Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta-
mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso ‘Firenze 40
int..2., 8.8., GENOVA, RE A
BOLLETTINO
DELLA
SOCIETA’ ENTOMOLOGICA ITALIANA
GENOVA
VoLume LXVII (1935) N = F=2
Pubblicato il 26 Febbraio 1935, Anno XIII
ELENCO DEI SOCI
DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
per l’anno 1935 - XIII.
SOCI ONORARI
S. M. VITTORIO EMANUELE III - Re d’Italia,
S. E. Benito Mussolini - Capo del Governo.
S. E. Giuseppe Belluzzo - Ministro di Stato., Senatore del Regno.
_ 5. E. Pietro Fedele - e Regno.
1922.
1922.
1923.
1922.
1922.
1900.
1921.
1920.
1922.
1919.
SOCI BENEMERITI
Dodero (Adele). Genova.
Dodero (Agostino ). Genova.
Mancini (Rag. Cesare). Genova.
{ Solari (Dott. Angelo ). Genova.
Solari (Dott. Ferdinando ). Genova.
SOCI ORDINARI
Soci vitalizi
S. M. VITTORIO EMANUELE HI - Re d’Italia.
Bagnall (Richard S.),9, York-place, Edinburgh (Inghilterra).
Entomologia generale.
Baliani ( Armando), Via.Carlo Felice 12, Genova 108. Coleotteri
italiani, special. Amara paleart.; Crisidi, Mutillidi.
Bettinger (Doct. Lucien), 33 Rue Chabaud, Reims (Marne).
Coleotteri europei, specialmente cavernicoli.
Calabresi (Dott. Enrica), Via Girardi 7, Firenze. Coleotteri
specialmente Brentidi del globo.
1895.
1934.
1931.
1933.
1890.
1922.
1900.
1923.
1933.
. De Marchi (Dott. Marco), Borgonuovo 23, Milano 102. Ex-
tomologia generale
.Dodero (Agostino), Casella ibetale 0, Genova, Coleotteri
e Tentredinidi d’ Europa.
. Doria (Mar,se Gian Carlo), Via Peschiera 10, Genova.
. Jeannel (Doct. Réné), Professeur d’Entomologie au Muséum
National d’Histoire Naturelle, 45 bis Rue de Buffon, Paris V.
Coleotteri e Rincoti.
. Parisi (Dott. Bruno), Direttore del Museo Civico di Storia
Naturale. Corso Venezia, Milano 113. Crostacei. .
_Porref ( Prof. Dr. Carlos E.)}, Director del Museo y Laborato-
rio de Zoologia aplicada, Casilla 2974. Santiago CHE
Zoologia applicata ed Entomologia.
. Ricasoli Firidolfi (Barone Luigi), Via Maggio 7, Firenze
132. Entomologia generale.
. Silvestri ( Prof. Filippo), R. Scuola Sup. di Agricoltura, Portici
(Napoli). Entomologia generale ed agraria - Miriapodi.
. Tompkins de Garnett ( Richard), 15 Rue Bossuet, Diyon.
(Còte d'Or, France). Coleotteri, specialmente Cicindelidi,
Carabidi, Buprestidi, Cerambicidi e Scarabeidi.
Tosi (Dott. Alessandro), Scorticata (Forlì). Imenotteri.
Soci annuali
Alliani (Angelo), Via Romana .21, (Firenze) Se Socio
Studente.
Alliata di Pietratagliata (S. E. il Principe Lia) Via
Serradifalco ( Malaspina ), Palermo.
Alzona (Dott. Carlo), Via Garibaldi 50, Genova - Nervi. Coleotteri.
Andreini (Colonn. Dott. Alfredo), Lippiano ( Perugia ). Coleot-
teri italiani.
Andrewes (H. E.), 8 North Grove, Highgate, London N. 6
( Inghilterra). Coleotteri, specialmente Carabidi.
Baldasseroni (Prof. Vincenzo), R. Museo, Via Romana 19,
Firenze 132. Entomologia generale.
Banninger (M.), Ludwigstrasse 73, Giessen ( Germania ). Ca-
rabidi, specialmente Leistus, Nebria, Notiophilus, Lorocera.
Barajon (Rag. Mario), Via Privata Carnia 6, Milano. Lepidotteri
e Coleotteri
srt CRAS
1926.
1929.
1929.
1922.
1929.
1931.
1922.
1929.
1927.
1917.
1923.
1911.
1922.
1928.
1927.
1920.
1927.
1934
1932.
1920.
Beccari (Prof. Dott. Nello), R. Istituto di Anatomia compa-
rata, Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale.
Beer (Dott. Sergio), R. Stazione Chimico Agraria Sperimentale,
Villa Celimontana al Celio, Roma (124). Lepidotteri italiani.
Bellio (Dott. Giuseppe), Sperimentatore del R.° Laboratorio di
Entomologia Agraria, Portici, (Napoli.)
Bensa (Ing. Paolo), Consorzio Naz. Produttori Zucchero, Via
Garibaldi 7, Genova. Fauna entomologica delle caverne.
Berio (Dott. Emilio), Corso Dogali 4-7, Genova. Lepidotteri ©
Nottue.
Bertolizio (Dott. Bruno), Viale Regina Elena 55, Trieste.
Coleotteri. |
Bigliani (P. Prof. Luigi), Collegio Scuole Pie, Carcare (Savo-
— na). Coleotteri italiani.
Binaghi (Giovanni), Via Gherardini 10, Milano 120. /isteri-
| dae, Elateridae e Bostrychidae paleartici.
Boldetti (Giuseppe), Via Siffredi, Casa Raineri, Imperia.
Coleotteri italiani
Boldori (Rag. Leonida), Via Palestro 26, Cremona. Coleotteri
( Cicindelidi e Carabidi ) paleartici, larve di insetti ipogei.
Bolivar y Pieltain (D. Candido ), Museo de Ciencias Natu-
rales, Hipédromo, Madrid. Coleotteri ed Ortotteri.
Borelli (Dott. Alfredo), Via S. Domenico 35, Torino. Forficule
e Scorpioni.
Botto (Avv. Guido } Via A. M. Maragliano 23, Genova. Coleotteri
italiani
Bradley (Prof. James Chester) Professor of Entomology and
Curator of Invertebrate Zoology in Cornell University, Ro-
bertshall, Cornell University, Ithaca (New York, U. S. A. )
Imenotteri.
Brasavola di Massa (Alberto), Avio, ( Trentino ). Coleotteri.
Brian (Dott. Cav. Alessandro), Corso Firenze 5, Genova 106.
Crostacei.
Burlini (Milo), Ponzano Veneto (Treviso). Coleotteri italiani.
Candura (Prof. Giuseppe), Direttore R. Osservatorio di Fito-
patologia, Casella postale, Bolzano.
Canzanelli (Arnaldo), Corso Roma 63, Milano. (Socio Stu-
dente ).
Capra (Dott. Felice), Museo Civico di Storia Naturale, Via
Brigata Liguria 9, Genova 102. Coleotteri specialmente Cocci-
nellidi paleartici, Ortotteri italiani e libici.
1934
. Capraro ( Vittorio), Via Cervara 4, Trento. ( Socio Studente).
. Carimini (Dott. Mario ), R. Stazione di ae Via Ro-
mana 19, Firenze 132.
. Casiccia (Dott. Tullo), Piazza Paolo da Novi 8-8, Genova.
Coleotteri italiani, Cerambicidi della fauna paleartica.
. Casiccia (Vittorio), Piazza Paolo da Novi 8-8, Genova.
( Socio Studente ).
. Castellani (Omero), Insegnante, Scuole Rurali, Acilia di Roma.
Fauna entom. del Lazio.
. Cattedra Ambulante di Agricoltura. Via del Torretto
6, La Spezia.
. Cattedra Ambulante di Agricoltura. Macerata.
. Cattedra Ambulante di Agricoltura. Sez. Fitopatologica,
Via S. Basilio 9, Roma.
. Cattedra Ambulante di Agricoltura. Via Mazzini 14
Piacenza.
. Cattedra Ambulante di Agricoltura. Catania.
. Ceresa (Leopoldo), Via Dario Papa 25, Milano, 142. Coleotteri
e Rincoti della Lombardia, Carabidi paleartici.
. Chiaro monte (Dott. Alfonso }), Istituto Agricolo Coloniale ita-
liano, Viale Umberto 9, Firenze. Entomologia agr. coloniale.
. Ciana (Antonio), Via Mazzini 35, Trieste. Coleotteri italiani.
. Cominazzini (Claudio), Miasino (Novara) Coleotteri italiani
(Socio Studente)
. Costa ( Dott. Domenico Yi Scala Belvedere 2, Trieste. Lepidottferi.
. Cuscianna (Dott. Nicolò), R. Osservatorio di Fitopatologia
per la Venezia Giulia, Via S. Nicolò 7, Trieste. Entomologia
agraria.
. Della Beffa (Prof. Giuseppe ), Via Goito 3, Torino 106. Co-
leotteri, Entomologia agraria.
. Della Torre-Tasso (S. A. il Principe Alessandro, Duca di
Castel Duino ), Duino (Trieste). Entomologia generale.
. Depoli (Prof. Guido), Viale Benito Mussolini 4, Fiume. Fauna
della Liburnia, Coleotteri.
. Denis (Prof. Jean Robert), Agrégé à l’Université, Docteur en
Sciences, Chef de Travaux à la Sorbonne. Laboratoire Arago,
Banyuls-sur-mer (Pyr. Or., Francia). Anatomia degli insetti.
Sistematica dei Collemboli e dei Dipluri.
Denis (Jacques), 100, rue du Marais, Douchy (Nord-Francia).
Aracnidi.
1924.
1920.
1921.
1931.
1933.
1922.
1930.
1933.
1911.
1920.
1934.
1921.
1923.
1922.
1933.
1932.
‘1900.
1931.
1934.
1871.
1929.
1807.
1930.
De Peyerimhoff de Fontenelle ( Paul ), 87 Boulevard Saint-
Saéns, Algeri. Entomologia generale, Coleotteri.
Deutsches Entomologisches Museum, Gosslerstrasse
20, Berlin-Dahlem ( Germania).
Di Caporiacco (Dott. Ludovico ), R. Museo, Via Romana 19,
Firenze 132. Aracnidi.
Dinon (Giordano ), Viale XX Settembre 88, Trieste. (Socio.
Studente ). Coleotteri.
Doria Bombrini (M.sa Rosetta.) Castello di Montaldeo.
(Alessandria). |
Dodero (Adele), Casella Postale 1160, Genova.
Draghetti (Prof. Alfonso), Direttore della R. Stazione Agra-
ria Sperimentale, R. Osservatorio di Fitopatologia, Viale
Margherita, Modena.
Fabbro (Ezio), Rozzel, Campo delle Corse 343, Trieste. Coleotteri
italiani. (Socio Studente).
Falzoni (Adolfo), Piazza? .di Porta Maggiore, 4, Bologna,
Coleotteri italiani.
Festa ( Dott. Gr. Uff. Enrico), R. Museo: Zoologico, Palazzo
Carignano, Torino 108, Entomologia generale.
Festa (Aldo) Via Caffaro 22? - 8, Genova 104. ( Socio Studente).
Coleotteri.
Finzi (Bruno), Via Giulia 25, Trieste 104. Formicidi.
Fiori (Geom. Adriano), Via Umberto I, Sassuolo. ( Modena ).
Fiori (Dott. Attilio), Viale Aldini 64, Bologna. Lepidotteri.
Forcher Mayr(Hans), Via Conciapelli 11, Bolzano. Lepidotteri.
Franzoni (Franco), Via S. Marco 80, Milano Lepidotteri.
(Socio Studente).
Gagliardi (Prof. Ing. Cav. Uff. Aldo), Via Nazionale 13,
Firenze (107). Coleotteri italiani.
Garavaglia (Emilio), Via Villini 7, Villa Ida, Roma 127.
Gentile (Dott. Luigi), S. Angelo di Militello, (Messina).
Gestro (Gr. Uff. Prof. Raffaele ) Museo Civico di Storia Naturale,
Via Brigata Liguria 9, Genova 102. Coleotteri.
Ghidini (Gian Maria), Via Martinengo Barco 1, Brescia. Co-
leotteri cavernicoli, Ditteri italiani. (Socio Studente.)
Ghigi (On. Prof. Alessandro ), Deputato al Parlamento, Istituto
Zoologico, R. Università, Via S. Giacomo 9, Bologna. /me-
notteri, Fauna entomologica della Libia.
Giordani Soika (Antonio), S. Marco 254, Venezia. (Socio
Studente ). /menotteri.
1924.
1907.
1932.
1920.
1932.
1927.
1933.
1920.
1931.
1930.
1923.
1920.
1926.
1932.
1923.
1927.
1927.
1924.
1930.
1923.
1933.
Goidanich (Dott Athos), Laboratorio di Entomologia, R. Isti-
tuto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna 125. En-
tomologia generale ed applicata, Onthophagus.
Grandi (Prof. Guido), Laboratorio Entomologia, R. Istituto
Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna 125. Erfomo-
logia generale ed agraria . Insetti dei fichi. I
Gregoretti ( Pietro), Via Raffineria 11 - T.° p., Trieste. Arac-
nidi italiani. (Socio Studente ).
Gridelli ( Dott. Edoardo), Museo Civico di Storia Naturale,
Piazza A. Hortis 4, Trieste. Coleotteri, specialmente Stafilinidi.
Gruppioni (Geom. Giovanni), Via Milazzo 30, Bologna.
Guiglia (Dott.ssa Delfa), Corso Principe Amedeo 5, Genova
100. Imenotteri paleartici.
Hartig (Conte Fred), Villa Snirn, Merano Maya Alta (Bolzano).
Lepidotteri pal., Speleologia.
Invrea( Nobile dei Marchesi, Dott. Fabio ), Conservatore Onorario
del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, Via Brigata _
Liguria 1, int, 24, Genova 102. Crisidi e Mutillidi paleartici.
Issaakides-(Dr. C. A.), Institut Phytopathologique Benachi,
Kephissa presso Atene. (Grecia.) Entomologia applicata.
Issel (Prof. Raffaele), Corso Magenta 62-2, Genova.
Istituto Bacologico (R.°), R. Scuola Superiore di Agricol-
tura, Portici ( Napoli).
Istituto di Zoologia. della R. Università di Cagliari.
Istituto di Zoologia della R. Università di Genova.
Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata della
R. Università di Modena. --
Istituto di Zoologia della R. Università, Via Archirafi,
Palermo 152.
Istituto e Museo di Zoologia della R. Università. Da
lazzo Carignano, Torino 108.
Istituto di Zoologia ed Anatomia comparata del-
l’Università di Camerino.
Laboratorio di Bachicoltura ed Entomologia Agra-
ria del R. Istituto Superiore Agrario, Perugia.
Leale-Anfossi (Emilia), Via Lavinia 47, Genova.
Lepri (March. Prof. Giuseppe), Direzione del Giardino Zoolo-
gico, Villa Umberto, Roma 119, /mernotteri.
Lintas (Dott. Luigi), Cattedra Ambulante Agricoltura, Aquila.
Entomologia agraria.
1921.
1925.
1922:
1928.
1890,
1934.
1931.
1902.
1929.
1913.
1932.
1930.
1922.
1951.
1932.
1914.
1922.
1924.
1932.
1933.
1920.
Lombardi (Massimiliano), Piazzale del Re, Firenze 109. Co-
leotteri e Lepidotteri.
Lombardini (Dott. Giocondo), Preside R. Scuola Comple-
mentare Cicognini, Prato, ( Firenze). SIA generale,
Formicidi, Acari.
Lona ( Carlo), Piazza Attilio Hortis 4, O piano, Trieste.
Otiorrhynchus paleartici |
Loser (Ing. Benvenuto), Scala Ruggero Bonghi 1248, Trieste.
Lepidotteri, Imenotteri.
Luigioni (Cav. Paolo), Via Ludovico di Vartema 3, ( Testaccio )
Roma 140. Coleotteri europei. |
Magistretti (Dott Mario), Via Vincenzo Bellini 1, Milano.
Mahdihassan ( Dr. S.), American Express Co., 55 Char-
lottenstr. Berlin W.
Mainardi (Prof. Athos), Piazza S. Jacopo 3-11, Livorno. En-
tomologia generale, specialmente Coleotteri.
Malenotti (Prof. Dott. Ettore), Direttore del R. Osservatorio
di Fitopatologia per il Veneto, Via G. Mameli 3, Verona.
Mancini (Rag. Cesare), Corso Firenze 40-2, Genova. Coleot
teri europei, specialmente Scarabeidi; Emitteri italiani.
Mariani (Gianni), Via Washington 14, Milano. Lepidotteri
italiani. (Socio Studente ).
Mariani (Mario), Rocca-Caprileone per Zappulla scalo ( Mes-
sina). Lepidotteri.
Masi (Prof. Luigi), Museo Civico di Storia Naturale, Via Bri-
cata Liguria 9, Genova 102. /menotteri Calcididi.
Maura (Angelo), San Polo 2165, Venezia. Coleotteri paleartici.
Melis (Dott. Antonio ), R. Stazione di Entomologia, Via Ro-.
| mana 19, Firenze (132).
Menozzi (Carlo), Laboratorio Entomologico del Consorzio Zue-
chero, Via Trento 2, Chiavari (Genova). Formicidi del globo.
Micheli (Dott. Lucio), Via Goldoni 32, Milano 120. Imernotteri.
Ministry of Agriculture, The Plant Protection Section,
Cotton Research Board, Giza (Egitto).
Moretti (Gian Paolo), Via S: Andrea 11, Milano. T7ricot-
teri italiani. (Socio Studente ).
Moretti (Prof. Giulio ), Via Giulio SS 14, Bergamo. Chiro-
nomidae.
Moro (Gio. Batta), Via Serra 5-3, Genova 102. Coleotteri italiani.
1920. M iilier {( Prof. Giuseppe), Direttore del Museo Civico di Sto- |
ria Naturale, Piazza A. Hortis 4, Trieste. Coleotteri delle |
provincie adriatiche orientali e coleotteri cavernicoli in genere.
1924. Museo di Storia Naturale della Venezia Tridentina,
Via Rosmini, Trento.
1922. Naldi (Rag. Mario), Via Monte Grappa 4-1, Savona. Coleotteri
italiani.
1931. Nielsen (Dott. Cesare), Via dei Sabbioni 5, Bologna. Odoxati.
1932. Norfini ( Alberto), Piazza Pietro Leopoldo 14, Firenze. Cole-
otteri e Lepidotteri.
1922. Obenberger (Dott. Jan), Smilovského i 3, Praga XII
( Rep. Ceco-Slovacca). Buprestidi del Sa Ortotteri pale-
artici, Entomologia generale.
1927. Osservatorio per le malattie delle cun per le Provincie di
Genova e la Spezia. Via Marcello Durazzo 1, Genova.
1930. Osservatorio per le malattie delle piante per le Marche
(R.), Via Montevecchio N. 8, Fano. i
1930. Osservatorio per le malattie delle piante ( R.) annesso al R..
Orto Botanico e Giardino Coloniale, Palermo.
1931. Osservatorio per le malattie delle piante per il Piemonte
(R.), Via Saluzzo 24 bis, Torino 106.
1928. Osservatorio per le malattie delle piante per le Puglie
(R.) Piazza Ebalia 1, Taranto.
1930. Osservatorio per le malattie delle piante per il Veneto
(R.), Via G. Mameli 3, Verona. |
1933. Osservatorio per le malattie delle piante (R.) per le Provincie di
I Imperia e Savona, Via Ruffini 2, Sanremo.
1934. Osservatorio di Fitopatologia (R.) annesso alla R. Stazione
Sperimentale di Frutticoltura e Agrumicoltura. Arcireale
( Catania).
1934. Osservatorio Fitopatologico del Governo delle isole Italiane
dell’ Egeo, Rodi. |
1919. Paoli Prof. Guido, (R.) Osservatorio per le malattie delle
piante, Via Marcello Durazzo 1. Entomologia agraria.
1920. Parvis (T.te Colonn. Cesare), Corso Regina Margherita 22
Torino 121. Lepidotteri.
1920. Passerini (Sen. Prof. Conte Napoleone), Scuola Agraria,
Scandicci ( Firenze ). Enfomologia applicata.
1924. Patrizi (March. Saverio), Sasso Furbara (Roma). Rincoti.
1923. Pic (Maurice), Digoin (Saòne et-Loire ), Francia. Coleotteri.
BE
1934.
1921.
1932.
1924.
1930.
1931.
1922.
1925.
21033
1922.
1897.
1906.
1922.
1934.
1924.
1934.
1930.
1927.
1932.
Pomini (Francesco), Via Valerio Catullo 16, Verona. Coleotteri,
Lepidotteri (Socio Studente),
Porta (Prof. Antonio), Corso O. Raimondo 6, San Remo.
Coleotteri.
Prestifilippo (Prof. Dante), Via Moscova 29, Milano. Ime-
notteri paleartici.
Pretner (Egone), Na Kodeljevo 13, Lubiana (Jugoslavia).
Idrofilidi, specialmente Hydraena
Prezioso (Dott. Sergio), Via delia Passione 6, Milano. Coleotteri
italiani.
Raunich (Leone), Via Michelangelo 31, Trieste (Socio Stu-
dente ). Coleotteri italiani.
Razzauti (Prof. Alberto), Museo di Storia Naturale, Via
Dario Cassuto 1, Livorno. Coleotteri italiani.
Reimoser (Prof. Edoardo), Semperstrasse 35, Vienna XVIII.
Aracnidi del globo.
Ricchello (Dott. Antonio). R. Osservatorio per le malattie delle
piante, Viale Merello 21, Cagliari.
Rocci (Dott. Ubaldo), R. Osservatorio per le malattie delle
piante, Via Marcello Durazzo 1, Genova. Lepidotteri.
Ronchetti (Prof. Dott. Vittorio), Piazza Castello 3, Milano
109. Coleotteri.
Rosa (Prof. Daniele), Istituto Zoologico R. Università, Modena,
Entomologia generale.
Rossi ( Dott. Pietro), Via F. Palma 30, Milano Crisidi e
Buprestidi. :
Rossi (Mario), Quattro Fontane, Via Domenico Selvo 1, Vene-
zia-Lido {Socio Studente). Ditteri.
Roubal (Prof. Jin), riaditel’ stat. diev. gymn. Banka4 Bystrica.
(Rep. Ceco-Slovacca.) Coleotteri.
Ruffo (Sandro), Piazza Capretto 2, Verona. Coleotteri, Emitteri.
(Socio Studente).
Russo ( Dott. Giuseppe ), R. Scuola Superiore di Agricoltura,
Portici. ( Napoli).
Salfi ( Dott. Mario), Istituto di Anatomia Cana (R. Uni-
versità ), Palazzo Medioevale a Mezzocannone, Napoli. Ortot-
teri paleartici.
Samoggia (Dott. Arrigo), Cattedra Ambulante di Agricoltura
Sez. Fitopatologia, Via S. Basilio 9,- Roma,
10
1934.
1933.
1920.
1922.
1891.
1932.
1933.
1920.
1900.
1934.
1920.
1923.
1922.
1923.
1930.
1921.
1927.
1929.
1920.
1927.
1934.
1923.
Sanminiatelli ( Vincenzo), Laboratorio Sperimentale di Zoo-
logia Agraria, Domodossola ( Novara ). (Socio Studente).
Entomologia agraria.
Sauli (Luciano), Via Molingrande 30, Trieste. Emitteri paleartici.
Schatzmayr ( Arturo), Museo Entomologico <«< Pietro Rossi »
Duino (Trieste). Coleotteri paleartici.
Sella (Prof. Massimo), Regio Istituto di Biologia Marina, Rovi-
gno d'Istria. |
Senna (Prof. Angelo), Direttore del Regio Istituto di Zoologia,
Via Romana 19, Firenze 132. Entomologia generale, Brentidi.
Servadei (Dott. Antonio ) Laboratorio di Entomologia del R.
Istituto Superiore Agrario, Via Filippo Re 6, Bologna (125).
Sichirollo (Ing. Giuseppe), Via Plutarco 2, Milano. Coleotteri
italiani.
Simondetti (Ing. Mario), Via Gioannetti 29, Torino 107,
Lepidotteri.
Solari (Dott. Ferdinando), Corso Firenze 6, int. 13, Genova
104. Curculionidi europei.
Sponghini (Mario), Via Carotti 2, Novara (Socio Studente).
Lepidotteri italiani.
Springer (Dott. Giovani), Piazza Borsa 7-11, Trieste. Ha/ficini.
Station de Zoologie Agricole, Centre de Recher-
ches Agronomiques de la Villa Thuret, Route du Cap, Anti-
bes (Alp. mar., Francia).
Stazione Bacologica Sperimentale (R.), Padova.
Stazione di Gelsicoltura e Bachicoltura (R.),
Ascoli Piceno.
Stazione di Patologia Vegetale (R.), Via S. Susanna
13, Roma (130).
Stazione Sperimentale di Bieticoltura (R.), Rovigo.
Straneo (Ing. Lodovico), Via del’ Università 7, Fermo (Ascoli
Piceno). Carabidi paleartici spec. europei.
Stolfa (Dott. Egone), Via Riccardo Pitteri 0-11, Trieste. /me-
notteri.
Taccani (Dott. Carlo) Via Lorenzo Mascheroni 25, Milano
(120). Lepidotteri e Coleotteri italiani.
Teni (Dott. Francesco ), Goito ( Mantova),
Tessiore (Giorgio), Via S. Quintino 23, Torino. (Socio Studente)
Lepidotteri. i
Théry ( André), 140, Rue S. Fuscien, Amiens, (Somme, Francia).
Buprestidi del globo.
ciel CASI
11
1930. Tolosani (Dott.ssa Olga), Istituto Tecnico Paolo Sarpi. Ve-
nezia.
1932. Trossarelli (Dott. Ferdinando), Collegio S. Tomaso, Cuneo.
Opilionidi.
‘1874. Turati (Gr. Uff. Conte Emilio), Piazza S. Alessandro 4, Milano
100. Lepidotteri paleartici.
1920, U:tficio: per.t Servizi Aotari della Citenatca
(R.), Bengasi. si
19206. Vecchi (Dott.ssa Anita), Istituto Zoologico della R. Università
Via S. Giacomo 9, Bologna.
1933. Verani (Geom. Carlo) presso Cassa di Risparmio, Corso Verdi
37, Gorizia. Lepidotteri..
1900. Verity (Dott. Ruggero ), Via Masaccio 30, Firenze 121. Lepi-
dotteri paleartici. :
1921. Vitale (Geom. Francesco), Via Risorgimento, isolato 86, Mes-
sina. Coleotteri della Sicilia.
1922. Zangheri (Rag. Pietro), Via F. Anderlini 5, Forlì. Fauna
entomologica locale.
1908. Zavattari ( Prof. Edoardo), R. Istituto di Anatomia e Fisiolo-
gia Comparate, Palazzo Botta, Pavia. Insetti parassiti.
1925. Zipper (Federico), Weststrasse 25-1, Solingen, Germania.
ATTI SOCIALI
CAMBIAMENTI D’ INDIRIZZO: Avv. Guido Botto, Via A. M. Mara-
gliano 23, Genova.
Dott. Domenico Costa, Scala Belvedere 2, Trieste.
Prof. Ing. Lodovico Straneo, Via dell’Università 7, Fermo (Ascoli
Piceno).
Il Prof. Paoli ricevuto da S. M. il Re
Sua Maestà il Re ha ricevuto in privata udienza il nostro Consi-
gliere comm. prof. Guido Paoli, direttore del R. Osservatorio di Fito-
patologia di Genova, il quale gli ha presentato in omaggio copia della
relazione di. studi fatti in collaborazione col dott. Chiaromonte, per
incarico di S. A. R. il compianto Duca degli Abruzzi, sugli insetti dan-
nosi alle coltivazioni in Somalia, |
>
Condoglianze
Vivissime condoglianze porgiamo al Collega Dott. Mario Salfi della
R. Università di Napoli che ha avuto la somma sventura di perdere il
venerando genitore Prof. Enrico, e al collega Tenente Colonnello Ce-
sare Parvis di Torino che è stato anche lui colpito negli affetti più
cari colla morte della Consorte.
L’80° Compleanno di A. von Schulthess
AI principio del corrente mese di Gennaio il Dr. A. von Schulthess
Schindler, l’illustre imenotterologo, già Presidente della Società Entomo-
logica Svizzera, ha festeggiato il suo 80° compleanno. La nostra Società
‘ha inviato in tale occasione all’insigne Collega un telegramma augurale
a nome degli entomologi italiani.
VII Congresso Internazionale di Zoologia
Ci sono pervenuti gl’inviti e il programma preliminare per il VII
Congresso Internazionale di Zoologia che si terrà a Lisbona dal 15 al
21 Settembre 1935, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica
Portoghese e sotto la Presidenza del Prof. Dott. Arthur Ricardo Jorge
della Facoltà di Scienze di Lisbona, presso il quale Istituto il Congresso
avrà sede. Il Congresso avrà dodici sezioni e il programma, oltre le
sedute ordinarie e di classe, comprende escursioni, ricevimenti ecc.,
con una gita a Madera e alle Azzorre. Il 21 Settembre si riunirà il
Comitato Permanente dei Congressi Internazionale di Zoologia.
Il III Centenario del Museo Nazionale di Parigi
Dal 24 al 29 Giugno 1935 si svolgeranno a Parigi le feste per la
celebrazione del 3° Centenario del Muséum National d’ Histoire Natu-
relle (o meglio del “Jardin du Roy,, fadato da Luigi XIH nel 1635),
con una solenne seduta alla presenza del Presidente della Repubblica
e con altre cerimonie. L’illustre Direttore del Museo, Prof. Paul
Lemoine, ha cortesemente trasmesso alla nostra Società l'invito di
partecipazione alla simpatica solennità.
13
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
dn
PROF. ADRIAN SCHUSTER
Wien
NEUE TENEBRIONIDEN (COL.) AUS DER CYRENAICA. V.
Herr Dr. Otto Wohlberedt, Triebes, Thiiringen, unternahm im
Jahre 1934 eine Reise in die Cyrenaica, besuchte hiebei auch die
Oase Kufra und die agyptische Oase Siwa und sandte mir sein ganzes
Material an Tenebrioniden, iiber 1200 Stiicke, zur Bestimmung. Er bra-
chte ausser vielen bereits bekannten endemischen Arten der Cyrenaica
auch neue Formen und Arten mit, deren Beschreibung weiter unten
folgt.
Vorher mbchte ich einige Arten anfuihren, die aus der Cyrenaica
bisher nicht bekannt waren und die auch weder in der grossen Arbeit
Dr. Gridellis’ vom Museo Civico di Storia Naturale, Trieste, « Risul-
tati Zoologici della Missione inviata dalla R. Società Geografica Italiana
per l’esplorazione dell’oasi di Giarabub » in Annali del Museo Civico di
Storia Naturale di Genova, vol. LIV-1930, p. 1-485, noch in der Arbeit
desselben Autors « Spedizione Scientifica all’Oasi di Cufra » in denselben
Annalen, Vol. LVI, p. 155-258, erwahnt werden und einige Bemer-
kungen zu bekannten Arten machen.
Fiir die Cyrenaica re sind:
Zophosis errans Sol. von Agedabia und Nufilia (').
Pimelia angulosa Ol..von Giarabub.
Unter ca. 90 Stiicken der Pimelia consobrina Confalonierit Grid.
von Giarabub fand sich 1 Stiick der arngu/osa Ol. (Senegal, Egypten),
die von der P. consobrina Luc., die braunschwarz behaarte Mittel - u. Hin-
tertarsen hat, durch rostrot behaarte Mittel- und Hintertarsen und uber
dies durch die fast glatten Zwischenràume der Fliigeldecken abweicht.
Von meinen Senegal-Stiicken weicht dieses Stitck nur durch die fehlende
grauweisse Behaarung der Fliigeldeckenseiten ab, die aber ganz abge-
rieben sein kann.
(1) Nufilia oder Nofilia liegt an der Grossen Sirte, zwischen Sirte und Agheila, also
noch in Tripolitanien, aber unweit der Grenze der Cyrenaica.
14
Die Bemerkung Dr. Gridellis* in seiner Giarabub-Arbeit, p. 275,
dass seine P. Confalonierii vielleicht mit der angulosa OI. identisch
sei, trifft also nicht zu.
Zu fir die Cyrenaica bekannten Arten sind folgende neue Fundorte
zu erwahnen:
Micipsa grandis Kr. 1 Stick von Giarabub.
Akis reflexa Gestroi m. 2 St. von Agedabia, die einen deutlichen
Ubergang zu Goryi Sol. bilden. Der letzte Fliigeldecken - Zwischenraum
hat nur wenige KoOrner.
Thriptera Varvasi Sol. von Agedabia und Nufilia.
Pimelia derasa Klug von Agedabia.
Scaurus puncticollis Sol. Unter 30 St. von Giarabub waren ausser
28 normalen Stiicken, 2 Stiicke mit einer Halsschild - Granulierung fast
wie bei Sarbarus Sol.; nur gegen die Seiten der Halsschildspitze sind
einzelne freie Punkte. Sie bilden geradezu einen Ubergang von puncti-
collis zu barbarus. Die typischen puncticollis haben den Halsschild mit
mehr weniger dicht stehenden freien Punkten; die typischen darbdarus
die ganze Halsschild-Oberseite dicht verworren AE od keine
freistehenden Punkte.
Blaps Doderoi m. ist von BI nefzauensis Seidl. durch folgende
Merkmale leicht zu unterscheiden (conf. Gridelli, Giarabub, p. 284).
S': Der Absturz der Fliigeldecken ist bei Doderoi steiler als bei
nefzauensis, der schwanzfòrmige Fortsatz der Fliigeldecken ist bei er-
sterer immer sehr kurz, 1 mm., schwach nach unten gebogen, gegen
die Spitze verjiingt und weist nur einen ganz kleinen, kaum. merkbaren
hiatus auf; bei refzauensis hingegen ist er so wie bei B/ gigas L. ge-
bildet, betràchtlich linger, gerade, parallelseitiv und mit spitzwinkeli-
gem hiatus. Die Hinterschienen sind bei Doderoi viel stàrker gekriimmt
als bei nefzauensis.
9: Der Fltigeldeckenabsturz ist bei Doderoi stàrker und weist nur.
einen ganz kleinen, kaum '/, mm. langen, kaum merkbaren Fortsatz auf; der
Halsschild ist im Verhàltnis zu den Fliigeldecken auffallend Klein; die
Fliigeldecken sind, der Quere nach, staàrker gew6lbt, nicht bauchig,
sondern fast parallelseitio. Bei refzazensis ist der schwanzfOrmige
Fortsatz mindestens 1 mm. lang, deutlich ausgepragt und die Fliigel-
decken sind bauchig erweitert.
Beiden Geschlechtern der Doderoi gemeinsam ist die mehr minder
deutliche Furchenbildung der Fliigeldecken - Oberseite. Ich habe 1 ©
von Cirene, das Furchen aufweist wie 2/. polychresta Forsk.
Ich lasse nun die Beschreibung der neuen Rassen und Arten folgen,
15
moOchte aber diese Gelegenheit beniitzen, um Herrn Dr. Wohlberedt
fiir die freundliche Uberlassung zahlreicher Belegstiicke, auch der
Unica, meinen herzlichsten Dank zu sagen. Ebenso Herrn Dr. Gridelli,
Trieste, der so gitig war, mir beziglich einiger Tiere, die ich ihm
zur Ansicht sandte, seine Meinung mitzuteilen.
Scaurus vicinus ssp. vicinoides ssp. n.
Ich erhielt schon vor vielen Jahren Stiicke dieser Rasse von
Derna (Dr. Klaptocz leg.) und Bengasi, spater von Kriiger 1 Stick
von Soluch und jetzt von Dr. Wohlberedt von Cirene, Tobruch
und Agedabia die mir alle durch die Fiihler aufgefallen waren, die
andets gebildet sind wie bei vicinus Sol. aus Spanien, Calabrien, Al-
gerien, Tunesien und Tripolitanien. ('‘) Bei letzteren sind die Fiihler
lang, die Basis des Halsschildes iiberragend, die Glieder 4 - 10 1'/;
bis 1°/, mal so lang als breit, das Endglied sehr lang, gestreckt, von
der Mitte an verengt, zugespitzt.
Bei vicinoides, der anscheinend nur in der Cyrenaica vorkommt, zeigt
die Fùhlerbildung sozusagen ein Mittelding zwischen der der Scaurus
mit langen und jener mit kurzen Fiihlern. Die Fiihlerglieder sind nicht
so lang wie, z. B., bei vicinus, aber auch nicht so kurz wie, z. B., bei
uncinus Forst. Die Ftihler erreichen die Basis des Halsschildes nicht,
die Glieder 4-10 sind hòchstens 1!/, malso lang als breit und das End-
glied ist viel kirzer als bei vicinus, und schon vom ersten Drittel an
verengt. Die Flugeldecken sind kirzer und breiter als bei vicinus, ha-
ben gut ausgebildete Schultern und, von oben gesehen, eine breitere,
stumpfere, abgerundete Spitze. I
Von vicinus distinctus Sol. unterscheidet sich vicinoides ebenfalls
durch kiirzere Fiihler und die kiirzeren, breiteren, gew6lbteren Fliigel-
decken.
Stirn so wie der ibrige Kopîf, ziemlich dicht, grob punktiert.
Halsschild, auf der Scheibe fein, gegen die Seiten und die Basis stàrker
punktiert; Seiten - und Schulterrippe, von oben gesehen, an der Basis
frei sichtbar; Schulterrippe stark, gleichmassig bis zur Basis reichend;
Riickenrippe schwacher, bis liber die Mitte reichend und gegen die
Basis allmahlich verschwindend; Zwischenràume mit mehr minder deu-
tlichen Reihen grober Punkte, zwischen den Punktreihen mit unregelmàs-
sig gereihten feinen Punkten. Vorderschenkel des 7 mit starkem, ge-
(1) Ich habe 1 Stiick von Homs.
10
bogenem Innenzahn und kleinem Aussenzahn, Vorderschienen des. Sg
gekriimmt, an der Basis schwach erweitert, im ersten Drittel im flachen
Bogen ausgerandet, dann zur Spitze ziemlich gleichbreit. Das 9 hat einen
kleinen, spitzigen Innenzahn der Vorderschenkel und schwach gekrim-
mte, an der Basis schwach ausgerandete Vorderschienen.
Alle diese Merkmale weist auch vicinus f. typ. auf, nur reicht die
Ritckenrippe blos bis zur Mitte und verschwindet dann vollig.
Long.: 13-21 mm.
Cyrenaica: Derna, Bengasi, Tobruch, Cirene, Soluch.
Pimelia obsoleta ssp. nitida n. ssp.
. Diese mir bisher nur von Agedabiaim Westen der Cyrenaica, sU-
dlich von Bengasi und von Soluch, siidostlich von Bengasi und nòrdlich
von Agedabia bekannt gewordene Rasse der /. obsoleta Sol., macht
den Eindruck einer eigenen Art, stimmt aber in den Hauptmerkmalen
mit der obsoleta iberein, sodass ich sie nur als Rasse dieser stark va-
riierenden Art ansehen méchte.
Sie hat folgende Eigenschaften mit der typischen obsoleta gemein-
sam: Die Hintertarsen sind auf der Unterseite des ersten Gliedes kurz
und nur an der Spitze lang behaart (die lange Behaarung der Mittel -
und Hintertarsen ist sehr haufig ganz abgerieben, was aber bei den
meisten, nicht ganz frischen Stiicken dieser Gruppe der Fall ist; ebenso
ist die feine, weissliche Behaarung der Hinterseite der Mittel - und Hin-
terschienen abgerieben); der Halsschild ist nicht herzf6rmig; die Fliigel-
decken weisen eine schwache erste, eine stàrkere zweite Dorsalrippe
und eine starke Schulterippe auf; keiner dieser Rippen ist glatt; eine
lange abstehende Behaarung der Fliigeldecken fehlt.
Durchaus verschieden ist aber der Bau der Fliigeldecken und die
Form der Dorsalrippen.
Die typische obsoleta Sol. hat eifbrmige, bauchige, ziemlich stark
gewòOlbte Fliigeldecken mit angedeuteten Schultern, die Dorsalrippen
treten wenig hervor; die Rasse Wo//beredti m. aus Tripolitanien hat
gar keine Schultern, die Seiten der Fliigeldeken bilden einen konti-
nuierlichen Bogen von der Basis bis zur Spitze, die zweite Rippe ist
gewOhnlich nur hinten durch schwache Kòrner angedeutet.
. Die neue Rasse, die ich rifida nenne, hat einen starken Glanz der
viel flacheren Oberseite, die Fliigeldecken sind fast regelmassig vier-
eckig; die Dorsalrippen, besonders die zweite und die Schulterrippe sind
stark erhaben, infolgedessen die Zwischenràume mehr minder stark
17
konkav (am staàrksten der dritte). Es gibt einzelne Stiicke, die am Fliigel-
deckenabsturz in dem hintersten Teile der Zwischenriume und auf
dem umgeschlagenen Teile der Fligeldecken eine niederliegende braune
Behaarung zeigen. Sénac erwahnt in seiner Pimelia - Monographie
I., pag. 73 und 74, dass auch bei der typischen obsoleta mitunter die
aussersten Teile der Fliigeldecken mit einer niederliegenden braune Be-
haarung bekleidet sind.
Ich erhielt diese Rasse vor Jahren von Soluch und hatte sie als
obsoleta ssp. n. vorlàufig weggesteckt und jetzt in ca. 150 von Dr.
Wohlberedt gesammelten Stiicken von Perdabia
Long, 19 - 25 mm.
Ich sah tbrigens in der Ausbeute Dr. Wohlberedts 2 Stiicke, eben-
falls von Agedabia, die mit der typischen obsoleta ibereinstimmen.
Es ist leider nicht festzusstellen, wo, in der Umgebung von Agedabia,
. die typischen obsoleta und wo die Rasse rifida gefangen wurde.
Pimelia (Piesterotarsa) fulvovillosa n. sp.
Schwarz, matt (abgeriebene Stiicke etwas seidenglinzend), die Seiten
des Halsschildes und die Fliigeldecken, bei reinen Stiicken, zottig braun-
gelb behaart; vom Habitus der . sericea Ol., aber die Fliigeldecken
weniger gewòlbt, kiirzer und breiter als bei dieser. Kopf mit einzel-
nen groben Punkten, Kopfschild vorne dichter und gròber punktiert.
Fiihler die Basis des Halsschildes ilberragend. Halsschild 1?/ mal
so breit als der Kopf und beilaufig so breit wie eine Fliigeldecke, halb
so lang wie breit, hinter der Mitte am breitesten, an den Seiten gerundet,
zur Spitze mehr verengt als zur Basis, nur an den Seiten mit zerstreu-
ten Kòrnern, die Mitte der Scheibe gew6hnlich mit wenig dichten groben
Punkten; an den Seiten der Scheibe, dort wo die Kornelung beginnt,
mit sehr dichten, sehr feinen Punkten. Es kommen aber Stiicke vor,
bei denen sich die dichte, feine Punktierung iiber die ganze Scheibe
ausdehnt. Das reinste mir vorliegende Stiick weist die zottige braungelbe
Behaarung nur an den Seiten auf, so dass die Scheibe frei bleibt. Bei
anderen Stiicken ist die Behaarung mehr minder abgerieben und fehlt
schliesslich ganz. Ebenso gut ist es natùurlich mOglich, dass bei frischen
Stiicken die ganze Halsschild - Oberseite dicht behaart ist. Fliigeld e-
cken fast quadratisch, schwach gewòlbt, an den Seiten schwach ge-
rundet, Fliigeldeckenabsturz im Profil nicht sehr steil, mit deutlichem
schwanzformigen Fortsatz; die ganze Oberseite mehr minder dicht
zottig braungelb, mitunter grauweiss behaart; haufig stark oder ganz
18
abgerieben. Auf den Fliigeldecken ist bei abgeriebenen Stiicken mehr
minder deutlich eine chagrinartige Skulptur bemerkbar, etwa wie. bei
Akis Genei Sol., die den seidenartigen Glanz hervorruît. Der umge-
schlagene Teil der Fliigeldecken, zwischen Randrippe und Epipleuren
- ist; bei reinen Stilicken, ebenfalls ziemlich dicht, fein braungelb behaart.
Randrippe aus kleinen Zihnen bestehend, Schulterrippe erhaben, vot
der Spitze verschwindend, riickwarts mit dichten, gegen die Basis mit
vereinzelt stehenden langlichen K6rnern; die zweite Dorsalrippe schwa-
cher erhaben, aus einzelnen runden Kérnern bestehend, so wie die
erste Dorsalrippe am Fliigeldeckenabsturz verschwindend, auf der hin-
teren Halfte der Scheibe wenig dicht, gegen die Basis aus einzelnen,
weit von einander entfernten Kòrnern gebildet; die erste Dorsalrippe
noch schwéacher ausgeprigt und nur aus wenigen runden K6Ornern be-
stehend. Mitunter sind die Kòrner der Rippen zugespitzt und zahnartig
nach hinten gerichtet. Die Zwischenràume sind untereinander ziemlich
gleich breit; der zweite und dritte, mitunter auch der erste, schwach
konkav; mit einer unregelmassigen Reihe gròsserer Kàrner, die aber
kleiner sind als die der Rippen und zerstreuten kleinen Kòrnern. A b-
domen dicht gek6rnt, aus jedem Kòrnchen ein dunkles Haar entsprin-
gend. Mittel- und Hintertarsen zusammengedriickt, oben lang
schwarz behaart, unten kurz, gegen die Spitze der Glieder dichter be-
borstet. Hinterseite der vier hinteren Schienen und Seitenrinne der
Vorderschienen, bei reinen Stiicken, mit braungelber, feiner, kurzer
Behaarung.
Long. 18 - 23 mm.
Cyrenaica: Agedabia (leg. Wohlberedt) und Soluch (leg. Kriiger).
Die Art kommt zusammen mit .P. obsoleta ssp. nitida m. vor und
ist, wenn die braune Behaarung noch vorhanden ist, leicht durch diese
zu unterscheiden. Ist die Behaarung aber ganz abgerieben, so bildet
die dichte, feine Punktierung an den Seiten der Halsschildscheibe eine
sichere Unterscheidungsméglichkeit, denn die obsoleta nitida hat die
Scheibe nur zerstreut, ziemlich grob punktiert; eine feine, dichte Pun-
ktierung fehlt.
Ich mochte die neue Art neben P. sericea Ol. stellen, von der sie
sofort dadurch zu unterscheiden ist, dass sericea den Halsschild auch
auf der Scheibe mit glinzenden Kòrnern besetzt hat; auch die Flùgel-
decken weisen eine ganz andere Kérnelung auf:
P. Doumeti Sén., papulenta Rche., granulata Sol. und kh: Rche.
unterscheiden sich ebenfalls durch die vollstàndige Kòrnelung des Hals-
schildes und Prophetei Sén. iiberdies durch die stark gekOrnelten
Fligeldecken.
19.
Pimelia (Piesterotarsa) seminuda n. sp.
Schwarz, matt, kahl, nur, mitunter, am Absturz und auf dem letz-
ten Teile der umgeschlagenen Seiten der Fliigeldecken fein greis be-
haart; vom Habitus der P. consobrina Luc., aber weniger stark der
Quere nach gewòlbt; kurz eifòrmig.
Kopf an den Seiten und vorne zerstreut grob punktiert, auf der
Stirne und dem Scheitel fast glatt, nur mit einzelnen feinen Punkten.
Fuhler die Basis des Halsschildes iberragend, mit wenigen feinen,
weissen Harchen, an den Seiten kurz, dunkel beborstet. Halsschild
1!/, mal so breit wie der Kopf und halb so breit wie die Fliigelde-
cken, die Oberseite sehr zerstreut gekOrnelt, die Mitte der Scheibe mit
einer fast glatten Langslinie, auf der gew6hnlich ein kurzer Kiel vor-
handen ist; die grOsste Breite hinter der Mitte, an den Seiten gerundet,
zur Basis schwach, zur Spitze stàrker verengt, die Aussersten RaAnder
und die Episternen der Vorderbrust mitunter mit sehr feiner, nieder-
liegender greiser Behaarung. Fliigeldecken kurz eifòrmig, breit, mit
deutlichen Schultern, der Quere nach nicht stark gewélbt, auf der
Scheibe schwach abgeflacht; an den Seiten gleichmàssig gerundet. Fliigel-
deckenabsturz nicht sehr steil, mit deutlichem, kurzem schwanzfòrmigem
Fortsatz. Randrippe mit kleinen Zahnchen, vor der Spitze verktrzt;
Schulterrippe aus einzelnen, weit von einander entfernten, grossen Hò-
ckern bestehend, die hinten spitz. nach riickwarts gerichtet sind; die
zweite Dorsalrippe Ahnlich gebildet, nur sind die Hòcker etwas kleiner
und dichter; die erste Dorsalrippe nur aus wenigen, kurz vor der
Basis verschwindenden, noch kleineren HoOckern gebildet und, ein kurzes
Stiick vor der Spitze, mit der Schulterrippe zusammenstossend. Die
Zwischenràume haben eine unregelmassige Reihe von K6©rnern, die
etwas kleiner sind als die der Rippen und dazwischen gestreute ganz
kleine K6rner. Die umgeschlagenen Seiten der Fliigeldecken mit. zer-
streuten kleinen und kleinsten Kòrnern. Abdomen fein, anliegend,
braungelb behaart, fein gekòrnt; zwischen der Kornelung der ersten
zwei Sternite mitunter mit lederartiger Chagrinierung. Mittel - und
Hintertarsen zusammengedriickt, oben und unten, auch das ganze
erste Glied, mit langer, dunkelbraunroter Behaarung. Hinterschienen
auf der Hinterseite mit Rudimenten einer feinen, weissen Behaarung.
(Dieses Merkmal verdient keine besondere Beachtung, weil diese Be-
haarung sehr oft ganz abgerieben ist).
Long. 20 - 24 mm.
20
Tripolitanien: Nufilia (leg. Wohlberedt), unweit der Grenze
der Cyrenaica. 3
Die zusammengedriickten Mittel - und Hintertarsen mit dunkler,
langer Behaarung und die gewòlbten Fliigeldecken verweisen die Art
in die Verwandtschaft der /. consobrina Luc.., von der sie sich durch
die matte Oberseite, die viel geringere Wéòlbung der breiteren Fligel-
decken, die deutliche Schultern, eine ganz andere Skulptur und weniger
steilen Absturz aufweisen, unterscheidet. Hinsichtlich der Wolbung der
Fliigeldecken bildet die Art einen Ubergang zwischen den Arten der
tenuicornis und jenen der consobrina - Gruppe. Die ersteren sind auf
der Scheibe flacher, die letzteren gewòlbter.
Die iibrigen Arten dieser Gruppe: retrospinosa Luc., confusa Sén.
und angulata F. kònnen zum Vergleich gar nicht herangezogen werden.
Pimelia (s. str.) gracilis n. sp.
Schwarz, kahl, matt, vom Habitus der P. orientalis Sén. oder der
errans Mill. Kopf zerstreut gekòrnelt, nicht punktiert; nur der Kopf-
schild vorne mit grossen, grubigen Punkten. Fiihler schlank, mit ge-
streckten Gliedern, Glied 9 so lang wie breit, Glied 3 - 5 ohne lange
Haarbewimperung; die Basis des Halsschildes erreichend. Halsschild
wenig breiter als der Kopf und als eine Fliigeldecke, gewòlbt, an den
Seiten schwach gerundet, zur Spitze mehr verengt als zur Basis, sehr
schwach herzfòrmig; Vorderseite in der Mitte schwach ausgerandet,
mit stumpf verrundeten, schwach vorspringenden Vorderwinkeln; Hin-
terseite gerade, mit recht - oder schwach stumpfwinkeligen Hinterwin-
keln. Scheibe in weitem Umfange fast glatt, nur vereinzelt sehr fein
punktiert, ganz an den Seiten dicht gekòrnelt. Episternen der Vorder-
brust zerstreut gekòrnelt. Prosternalfortsatz nicht tiber die Vorderhtiiften
verlingert, stumpf verrundet. Fliigeldecken kurz und breit eiformig,
schwach gewélbt, an den Seiten schwach gerundet, zur Spitze etwas
bauchig erweitert, der Fliigeldeckenabsturz mehr minder steil, ohne
schnabelfòormigen Fortsatz; ohne Schultern; die Randrippe gekerbt, bei
grossen Stiicken zur Spitze gezàhnt, die Schulterrippe und 2 Dorsalrippen
stark erhaben. Die Schulterrippe aus linglichen Tuberkeln gebildet, die
durch Einkerbungen geschieden sind, knapp vor der Basis und kurz vor
der Spitze aufhòrend; die zweite Dorsalri ppe vorne bis zur Basis rei-
chend, riickwarts kiirzer als die Schulter - und die erste Dorsalrippe,
aus aAhnlichen langlichen Tuberkeln gebildet, die vorne breit unterbro-
chen sind; die erste Dorsalrippe vorne bis zur Basis reichend, riickwarts
21
verkurzt, aus langlichen Tuberkeln bestehend. Wenn man sich die erste
Dorsalrippe etwas verlangert denkt, wiirde sie mit der nach innen gebo-
genen Schulterrippe zusammentreffen. Die Dorsalrippen und die Schul-
terrippe differieren bei den einzelnen Stiicken hinsichtlich der Dichte
der Tuberkeln, indem deren Zwischenràume gròsser werden. Ge-
wOhnlich sind die langen Tuberkeln nach riickwarts etwas gehoben
und brechen plòtzlich ab. Die drei inneren Zwischenràume haben in
der Mitte eine unregelmassige Reihe mittelgrosser, glanzender KéGrner,
die zur Spitze kleiner werden; ausserdem ziemlich zahlreiche kleine
Kérner. Der Zwischenraum zwischen Schulter - und Randrippe ebenfalls
mit einer unregelmassigen Reihe mittelgrosser KOrner, die, bei kleinen
Stiicken, kaum bis zur Mitte, bei grossen bis iiber die Mitte reicht; aus-
serdem mit zerstreuten kleinen K6Ornern, die auf der hinteren Halfte
ziemlich dicht stehen. Abdomen dicht gek6òrnt. Mittel - und Hin-
tertarsen nicht zusammengedriickt, kurz, schwarz beborstet. Alle
Schenkel grob gekOrnt. Mittelschienen gefurcht, an der Spitze mit kur-
zem Einschnitt, die hintere Randkante nicht nach innen geschwungen.
Der gròssere Endsporn der Hinterschienen nur wenig kiirzer als das
erste Tarsenglied..
Long. 16!/, - 20 mm.
Cyrenaica: Derna (Kriiger und Wohlberedt leg.)
Die Art gehòrt in die naichste Verwandtschaft der P. bergasiana
m., von der sie sich durch die Skulptur und Form der Fliigeldecken
unterscheidet: P. dergasiana ist breit eifbrmig, die Dorsalrippen be-
stehen bei Stiicken von Bengasi aus sehr grossen, ziemlich weit von
einander entfernten, fast runden Pusteln, bei Stiicken von E/ Abdzar sind
die Pusteln etwas in die Lange gezogen; die Zwischenràume weisen
zerstreute ziemlich grosse und kleinere KOrner auf. P. gracilis ist lang
eifòrmig, hat stark erhabene, scharfe Rippen mit langen Tuberkeln, die,
besonders bei der ersten Dorsalrippe, die Tendenz zeigen, kielformig
zusammenzufliessen; die Zwischenràume haben ausser den zerstreuten
kleinen Kòrnern eine etwas unregelmassige Reihe mittelgrosser KOrner.
Die Stiicke der /. gracilis von Derna, es liegen mir gegen 30
Stiicke vor, differieren untereinander sehr wenig. Es ware aber immer-
hin mOglich, dass an anderen Orten Tiere gefunden werden, die einen
Ubergang zur P. bengasiana bilden. Dann miisste P. gracilis als Sub-
species von dergasiana aufîgefasst werden.
22
GIOVANNI BINAGHI
— APPUNTI SUGLI ELATERIDI ITALIANI
Il.
Hypnoidus (Cryptohypnus) Novaki n. sp.
SJ Elongatus, subdepressus, tenuissime flavo - pubescens, articulis
antennarum I, II, pedibusque flavis; pronoto longitudine latitudinem
aequante subtilissime ac sparsim punctato, angulis posticis haud divari-
catis, carinatis; elytris dorso depressis, lateribus subparallelis; tenuiter
striatis, striis externis obsoletis. Antennae pronoti basim attingentes.
— Q Antennis brevioribus, elytris amplioribus.
Inter tenuicornis Germ. et quadripustulatus F., ab ufroque differt
aedeago ut effingitur.
Nel raggruppamento sistematico adottato nel Catalogo Winkler .
pel sottogenere Cryptohypnus Germ., la nuova specie forma col ferzi-
cornis Germ. un gruppo omogeneo pei nuovi caratteri dell'armatura
genitale. Osservando particolarmente nei parameri la posizione dei pori
setigeri e la cordiforme sinuosità del lobo mediano, si è indotti ad
avvicinare le due specie, nonostante presentino agli angoli posteriori
del pronoto differenze notevoli (Fig. 4 - 5).
Ig Cd nelle dimensioni ricordano il quedripustulatus F., è però
facile distinguerli per la forma del corpo a lati quasi paralleli.
Già Mme J. Levtshuk nel T. XXIV (1930) N° 3 - 4 della « Revue
Russe d’Entomologie » a p. 150, n. 29, dà il disegno dell’armatura
genitale del quadripustulatus F., ma non essendo segnata la posizione
dei pori setigeri subapicali dei parameri, ritengo utile raffigurare tale ar-
matura ex novo (Fig. 6). Ne risulta che l'organo copulatore della nuova
specie si differenzia principalmente per la già accennata caratteristica del
lobo mediano.
SJ Corpo allungato a lati subparalleli, verde oliva scuro, ricoperto
da una fine pubescenza giallognola che sul pronoto assume un aspetto
setoso. Trocanteri, tibie, primi 3 articoli dei tarsi, I e II articolo delle
antenne ferruginei; vertice degli angoli posteriori del pronoto, callo
omerale e margine apicale del pigidio rosso - ruggine.
Capo con punteggiatura spaziata, più fitta ed intercalata da piccole
rughe longitudinali nella impressione transversale presso l’epistoma.
Epistoma con punteggiatura spaziata, a margine ferrugineo. Carena fron-
‘tale lucida, arcuata. Occhi normali, sporgenti.
23
Antenne raggiungenti il vertice degli angoli posteriori del pronoto,
con finissima pubescenza giallo chiara, I articolo notevolmente più
grosso dei seguenti, lungo circa il doppio della lunghezza, II obconico,
lungo circa la metà del primo, II appena più lungo del secondo,
obconico, IX-X subtriangolari, solo di poco più lunghi del terzo ma
più brevi del primo, XI lungo quanto il primo ad apice ogivale.
\
A
di
Aedeagi di Hypnoidus (circa 60 X)
Fig. 1. H. riparius F., Alto Adige: Casere. - Fig. 2. H. maritimus Curt.,
I ombardia: Laghi Gemelli, Val del Brembo (Bergamo) - Fig. 3. 7. a/gidus Sahlb.,
Norvegia: Miinster Dovre.
Pronoto tanto largo quanto lungo, ristretto in avanti, a superficie
lucida, con punteggiatura spaziata sul disco, un po’ più fitta ai lati.
Angoli posteriori carenati a vertici arrotondati non divergenti; la carena
svanisce un po’ prima della metà del pronoto. Pubescenza giallognola,
setosa, senza precisa direzione.
Scutello depresso al piano delle elitre; a lati paralleli; ogivale
nella metà posteriore; troncato in linea retta in avanti; punteggiato,
pubescente.
24
Elitre appiattite al dorso, subparallele, con pubescenza più robusta
non setosa, diretta all’ indietro; ognuna percorsa da 5 strie solo accen-
nate, delle quali la 4* e la 5* appena evidenti nel mezzo, le restanti (6* -
8*) obsolete. Interstrie piane a puntegiatura spaziata, superficie lucida.
Callo omerale e margine apicale rosso - ruggine. Epipleure complete,
ampiamente ripiegate lungo il margine delle elitre sino al prolunga-
mento distale delle lamelle delle anche posteriori, ristrette poi in breve
curva sino all’ apice.
Mento breve, fortemente arrotondato con punti vicini, ampi ma non
profondi,
Prosterno con debole punteggiatura molto spaziata, fondo lucido,
solchi antennali semplici, leggermente arcuati, punta prosternale acuta
a lati paralleli, con superficie granulosa; apice rosso - ruggine.
Epimeri del mesotorace non raggiungenti la cavità delle anche
intermedie. Metasterno a punteggiatura pure debole e spaziata, super-
ficie lucida, senza impressioni o fossette.
Zampe ferruginee, pubescenti, femori infoscati nel mezzo, primi 4 ar-
ticoli dei tarsi di lunghezza decrescente, 5° esile, lungo circa quanto il 1°.
Anche posteriori a lame ristrette in dolce curva verso la parte esterna.
Addome convesso, pubescente, con punteggiatura meno spaziata
del metasterno, verde oliva scuro, pigidio a margine rosso - ruggine.
Lung. mm. 3,9 - 4,4; largo. mm. 1,2 - 1,5.
O Corpo coi lati più arcuati che nel g", meno slanciato; antenne più
corte, non raggiungenti il vertice degli angoli posteriori del pronoto.
Lung. mm. 4,5 - 4,9; larg. 1,5 - 1,7.
In un lotto d’ Elateridi che cortesemente mi inviò il Signor Novak
di Spalato, noto 13 esemplari di questa specie, che con piacere dedico
all’ egregio entomologo.
Venne raccolta a San Michele, in provincia di Trento, nel. giugno
del 1901.
Non ho potuto confrontare la nuova specie con esemplari del
boreaphilus Thomson ma ne ho consultato la descrizione procuratami
dal Dottor Capra con l’ abituale sua cortesia. Pure dovendo avere affi-
nità col doreaphilus ne deve differire per la punteggiatura spaziata del
pronoto, che per contro il Thomson definisce « dense et subtilissime
punctato »; per la proporzione degli articoli Il e III delle antenne
«2° elongato tenui, quam 3° haud latiore sed sesqui longiore » mentre
nel Novaki mihi sono circa della medesima lunghezza, così per gli
angoli posteriori del pronoto « acutis subdivaricatis», paralleli ed
25
arrotondati ai vertici invece nella nuova specie. L’ uno della Lapponia,
l’altro proveniente dal Trentino.
*
* *
Nel cercare la giusta posizione sistematica della nuova specie è
occorso esaminare le specie che potevano presentare affinità con essa.
Mi è stato così possibile compiere le seguenti constatazioni:
1° Nel catalogo Winkler Il’ a/gidus Sahlb. viene posto nel gruppo
del pulchellus L. (aedeago fig. 7). Ciò non può essere, appartenendo
questa specie senza alcun dubbio, come già giustamente veniva posta
dal Reitter, al raggruppamento del marifimus Curt. e per la mancanza
/
Aedeagi di Hypnoidus (circa 80 X)
Fig. 4. H. tenuicornis Germ., Ungheria (esempl. della collez. H. du Buysson). - Fig. 5.
H. Novaki n. sp., Trentino : San Michele. - Fig. 6. H. quadripustulatus F., Danzica
Miiggenhahl. - Fig. 7. 77. pulchellus L., Trentino: San Michele.
di carene nelle interstrie delle elitre e pel pronoto a punteggiatura
semplice. L'esame dell’armatura genitale della specie ne conferma la
posizione sistematica per la lineare disposizione dei 4 pori setigeri al mar-
gine subapicale esterno dei parameri e per la conformazione lanceolata
del lobo mediano (Fig. 3).
26
2° Merita rilievo la simile posizione dei 3 pori setigeri subapicali
dei parameri, posti ai vertici d’ un triangolo ideale nelle specie: ferus
cornis Germ., Novaki mihi e quadripustulatus F. (Fig. 4-5-6). Rap-
presentano queste nel genere /Hyproidus (Hypolithus Eschr.) un omo-
geneo raggruppamento naturale.
3° A complemento merita pure essere segnalato che le armature
genitali delle specie rivularius Gyll., frigidus Kies., consobrinus Muis
hanno tutte lo stesso carattere notato nel riparius F. che considero
specie genotipica (Mypnoidus s. str.), essendo la prima conosciuta del
gruppo. Presentano cioè un solo poro setigero nella porzione suba-
picale dei parameri, come appare nella fig. 1, carattere che le distingue
nettamente dalle restanti specie.
Risulta da quanto è stato esposto che il genere //ypnoidus si
compone di varii gruppi eterogenei che meritano essere analizzati per
stabilire i giusti valori subgenerici ed i relativi raggruppamenti specifici.
È questo quanto intendo compiere non appena il materiale radunato
mi permetterà uno studio proficuo.
Ring:azio i Signori Prof. Méquignon e Prof. Jeannel che gentilmente
mi inviarono in esame alcuni esemplari della collezione H. du Buysson.
*
* *
Cardiophorus ruficollis L. Segnalo la cattura in Italia di questa
specie posta nel Catalogo Luigioni nell'elenco delle specie di dubbia
provenienza 0 determinazione. Un esemplare raccolto dal Signor Dodero
retinando le erbe a Campo Tures (Alto Adige) in luoghi sabbicsi
nell’ VIII - 1934 ed uno da me preso nello stesso mese e nella stessa
località.
L. BOLDORI
ANIMALI CAVERNICOLI IN SCHIAVITU'
Il (!)
Posteriormente alla breve comunicazione fatta in occasione del I°
Congresso speleologico nazionale, ho raccolto altre notizie e risultati
nei miei allevamenti di cavernicoli; di essi riferirò nelle pagine che se-
guono,
Devo innanzitutto precisare un dato, che, nella precedente nota,
ho enunciato in modo inesatto. La temperatura è stata espressa in
gradi Réaumur e ciò unicamente perchè secondo questo sistema era
(1) 1933 - Boldori L. Animali cavernicoli in schiavitù - Atti del I° Congresso speleo-
logico nazionale, Trieste, pag. 190 - 193
546
regolato il termometro usato. Per meglio indicare il variare della
temperatura della nicchia degli allevamenti, dò qui di seguito alcuni
dati (ridotti in centigradi).
Temp. esterna
Data Temp. interna all'émibra
10 - XI. - 1931 12 14
t0=* DE-- 4952 2 2
25 - VIII - 1932 20 20
p0i- = +-1993 __ 4 z
13 - VIII - 1933 19 SEL
22: IH 1933 3 -5
12 - VII - 1934 19 28
Questi i dati massimi e minimi, e tali temperature potrebbero
sembrare poco favorevoli quando non si pensasse che esse rappresentano
delle eccezioni, mentre in realtà la media estiva si aggirò sui 14° e
quella invernale sui 7° e che il variare delle temperature avvenne al-
l'interno sempre gradatamente per il lento ricambio dell’aria.
Nettamente sfavorevole invece continuò a manifestarsi l infiltrazione
dei Lifhobtus, che aprirono larghi vuoti fra gli animali in allevamento.
Per constatare in modo sicuro le specie riprodottesi ed acclimatatesi
ho provveduto, nella primavera del corrente anno, alla quasi completa
essiccazione dell’ argilla, raccogliendo in tale occasione le seguenti specie:
Hyalinia sp., Philoscia cellaria Dollfus, Porcellio sp., Androniscus
Boldorii Strouhal, Roncus lubricus L. K., Allochernes phaleratus Sim.,
Heteromurus nitidus Templ., Lepidocyrtus curvicollis Bourl., Onychiurus
fimetarius Auct., Trechus Fairmairei Pand., (quest’ultima sia allo stato
larvale che immaginale) (')
Particolarmente numerosi apparirono 7rechus Fairmatrei Pand.,
certo provenienti dalle argille del Buco del Budrio (71 Lo), della Laca
di Montorfano (29 Lo), e dal Lachetto di Monte Alto (120 Lo), Ardro-
niscus Boldorii Strouhal, trasportato dal Buco del Frate (1 Lo) fin dal
1931; il collembolo Hetferomurus nitidus Templ., originario del Buco del
Frate (1 Lo), Buco del Budrio (71 Lo) e Buco Coalghes (116 Lo) ed
infine il chernete Rorncus /ubricus L. K., pure esso proveniente dal
(1) Ringrazio gli amici dott. Beier, Brian e Denis per le continue cortesi determina-
zioni dei materiali loro sottoposti.
28
Buco del Frate (1 Lo). Delle altre specie dirò solo che, escluso PA//o-
scia e Porcellio, endemiche della cantina, e Onychiurus fimetarius Auct.
e Hyalinia sp., che con molta probabilità pure pervengono dal Buco
del Frate (1 Lo), occorrerà fare ricerche prima di poter dire l’ origine
di Allochernes e Lepidocyrtus: e ciò perchè Allochernes non mi è noto
di caverne lombarde, mentre, per Lepidocyrtus, si può avanzare l’ ipotesi
della sua provenienza dal Paitonese (Buco del Frate - 1 Lo), essendo
altra volta stato raccolto in 1 esemplare in altra grotta della stessa zona
(Baratro del M. Budellone 134 Lo).
Nel complesso si rileva però il predominio delle forme faunistiche
del Buco del Frate (1 Lo), cosa comprensibile, d’altra parte, per il fatto
che la maggior parte dell’ argilla proviene da quella grotta.
Credo utile aggiungere, su qualche specie, qualche altra osservazione:
Hyalinia sp. - Credo trattarsi della sp. Villae Mort. frequente al
Buco del Frate (1 Lo). In schiavitù dimostra di riprodursi benissimo,
sebbene ciò non avvenga su larga scala per le falcidie che ritengo
portate dai Lifhobius e, nei primi stadii, forse, anche dai 7rechus.
Androniscus Boldorii Strouhal. - La specie appare ormai perfetta-
mente acclimatata. Gli esemplari sono però tutti bianchissimi e, come
ho già accennato nella nota precedente, non rivelano traccia della
colorazione rosso vinosa.
Roncus lubricus L. K.- Difficilmente rintracciabile all'esame super-
ficiale, si rivelò numeroso attraverso l’ essiccamento del terriccio. In un
allevamento promiscuo con 7yrechus sembrami essere sparito, il che
farebbe supporre che, malgrado le forti chele, soggiaccia alle mandibole
del trechino.
Heteromurus nitidus Templ.- Nell’ allevamento promiscuo il grado
di frequenza di questo collembolo non è troppo evidente, ma in un
allevamento speciale, fatto in vaso chiuso, contenente argilla dell’ alleva-
mento promiscuo con fauna di 7rechus, Hyalinia, Roncus, e Androniscus,
il collembolo si è sviluppato in modo incredibile: decine e decine di
individui corrono le pareti del vaso, alle quali restano anche appiccicate
le spoglie di muta. Il collembolo manifesta una voracità sensibile: pezzetti
di carne od altro cibo offerto spariscono, è la parola giusta, in poco
tempo. Da notarsi il fatto che i Rorcus sembrano scomparsi, le //yalinia
si sviluppano stentatamente e così gli Androniscus. Nessuna osserva-
zione particolare si può fare invece per ora sui 7rechus, ma, per i
fatti suaccennati, pare naturale la domanda: I collemboli in gran numero
favoriscono od ostacolano lo sviluppo dell’altra fauna? Logicamente
si dovrebbe propendere per la prima ipotesi, ma la scarsa riproduzione
29
di Androniscus, cosa insolita per gli allevamenti difesi da Li/fhobius,
potrebbe anche far pensare che i, relativamente, grossi Heteromurus
possano attaccare e distruggere le prime forme di altri artropodi. È
però questa una semplice ipotesi, basata su un solo allevamento e che
quindi va presa con beneficio d'inventario.
Irechus Fairmairei Pand.- Avevo cercato di evitare l immissione,
nello allevamento, di questo trechino, ma un giorno me lo sono visto
gironzolare anche nell’ allevamento, nel quale ormai è riprodotto e pre
sente in ogni stagione.
>»
* *
A questo punto potrebbe essere interessante un elenco delle specie
rinvenute nelle grotte d’origine delle argille, ma troppo difficile sarebbe
affermarne la sicura presenza nelle argille asportate. Per ora mi pare
solo si possa mettere in rilievo che, malgrado certa immissione non si
sono riprodotti nè l’ Ardroniscus dentiger Verh. nè il Trichoniscus
Mancinii Brian. Altrettanto potrebbe dirsi di Arfisphodrus Boldorit Dod.
più volte immesso in numero e sempre gradatamente scomparso. La
causa di sparizione di questo coleottero è pur sempre ignota: trattasi
di spontanea evasione verso le condutture delle materie luride della
casa? Trattasi di distruzione per parte dei Liftobius? Non so dirlo.
Posso solo aggiungere che, avendo il 15 luglio 1934 posto ben 22
Antisphodrus in un recinto che credevo sufficentemente chiuso, dopo
poco più. di un mese (22 - VIII - 1934) non restavano nel recinto stesso
che alcuni esemplari morti, mentre un esemplare vagava all’esterno.
Per contro il 29-X dello stesso anno osservavo vagante un esemplare
evidentemente immaturo, il che farebbe pensare ad avvenuta riproduzione.
Se, lasciati liberi, gli Arfisphodrus per una causa o per l'altra si
perdono, non così avviene negli allevamenti in piccoli terrarii chiusi.
- Il 18 gennaio 1934 mi arrivavano da Postumia, inviatimi dall’amico
dott. Anelli, 15 esemplari di Anzisphodrus Schreibersi Kiist. Messi in.
terrario, con argilla evidentemente troppo umida, 1’ 1} Marzo apparivano
tutti coperti di fango e malconci. Praticai allora un procedimento al
quale certamente i cavernicoli non sono abituati: un buon bagno con
brusca e striglia! Con un pennello ruvido li lavai accuratamente, uno
per uno, per poi passarli fra fogli di carta assorbente. Dopo un’ora
essi erano ridiventati vispi e, passati in altro terrario con argilla meno
umida, sembrarono trovarsi benissimo. Il 21 e il 23 aprile alla super-
fice vidi due uova ed altre ne vidi nel successivo maggio. Il 16 maggio
30
uno degli esemplari muore ed è subito divorato dagli altri. L’ alleva-
mento prosegue fino all’ 8 luglio. A quella data sono rimasti ancora ben
vivi sei esemplari che lascio liberi nell’ allevamento promiscuo, insieme
a 22 esemplari di Arntfisphodrus Boldoriî Dod. Dell’esito di questo
allevamento ho gia detto più sopra. Non ho ottenuto larve dalle uova
perchè, avendone già buon numero per lo studio, ho creduto di fissare
in alcool, le uova stesse.
In questo momento | allevamento promiscuo continua e pure
continua l'allevamento di Orotrechus miillerianus Schatz. iniziato lo.
scorso maggio su esemplari inviatimi dall'amico Strasser. Dei sette
esemplari inviati non me ne sono rimasti che tre. Questi hanno sopportato
benissimo anche lunghi viaggi, perchè, per non abbandonarli durante
le ferie, da Cremona me li sono portati fino in Alto Adige, a Casere,
a 1560 m. s. m., per poi riportarli a Cremona. Essi sono tuttora ben
vispi, ma finora il terriccio non mi ha dato la desideratissima larva.
RECENSIONE
AntonIO Porta - Fauna Coleopterorum Italica, Vol. IV, Heteromera
e Phytophaga, Piacenza 1934.
È uscito da poco il IV° ed ultimo volume della Faura Coleopte-
rorum Italica del Dott. Prof. Antonio Porta (il V° volume era stato
cià antecedentemente pubblicato) e, con questo tomo di 4160 pagine
che illustra le Famiglie dagli Oedemeridae ai Lariidae, l'opera egregia
e ponderosa del nostro valoroso consocio di Sanremo può dirsi così
compiuta, anche se l'Autore si propone di fare uscire ancora un Sup-
plemento, con aggiunte e correzioni alle singole parti edite in prece-
denza.
Di questo importante lavoro, che ha portato un contributo di grande
entità agli studi coleotterologici nel nostro Paese ed ha colmato una
lacuna vivamente sentita della nostra letteratura entomologica, si è ri-
petutamente parlato sul Bo//eftizo, illustrandone i fini, i metodi e le
caratteristiche. Non intendo perciò di fare del nuovo volume, che con-
chiude una nobile fatica coraggiosamente intrappresa e condotta con
ammirevole diligenza e rapidità, una recensione e tanto meno una cri-
tica. I coleotterologi italiani sono veramente grati al Prof. Porta di
aver loro apprestato, con tanta attività ed abnegazione, uno strumento
di studio che sarà per tutti, per gli sperimentati e per i giovani, di
31
validissimo ausilio, base e guida per le loro ricerche ulteriori, mentre
illustra ampiamente e dettagliatamente la ricca fauna dei coleotteri della
regione italiana e costituisce una preziosissima fonte di indicazioni bi-
bliografiche. Esso è, per tutti noi, un esempio ed un monito, e varrà,
ne sono certo, di incitamento e sprone ad altri competenti e volente-
rosi, per dotare la letteratura scientifica italiana di opere dello stesso
a per gli altri rami dell’entomologia nazionale.
Ritengo di poter interpretare l’unanime sentimento di tutti i Colleghi
nel porgere al. Prof. Porta i più vivi e calorosi ringraziamenti e ralle-
gramenti, ed anche nell’esprimergli il nostro plauso e la nostra ammi-
razione. Egli ha assolto, in breve volger di tempo, un compito che
poteva sembrare quasi temerario per le forze di un solo, e l’ha assolto
fermamente e tenacemente, sorretto da una nobile fede in sè stesso e
nell’utilità del fine prefissosi, da ferrea volontà di raggiunger la meta
e da ammirevole energia di lavoro. È giustizia dargliene atto e lode
con cordiale e schietto compiacimento.
- F. SOLARI
RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE
riguardanti la fauna dell’Italia e delle Golonie Mediterranee
LII (1)
Coleoptera
Laboissière V. - Galerucinae de la Faune francaise - Ann. Soc. Ent.
France, CIII, 1934, pp. 1-108, 54 figg.
Notizie sulla biologia e morfologia, tabelle per i generi e per le
specie, descrizioni accurate e figure delle specie.
Lovati C. F. e Grandori R. - Ur pericolo imminente da evitare. -
Bullett. dell’Agricoltura, Milano, anno 68, 1934, n. 17, p. 1.
Sono segnalati i danni causati dalla Laria irresecta (Bruchus ob-
tectus) ai fagioli presso Vigevano.
Lucnik V. - S ynopsis subgenerum palaearcticorum generis Chlaenius Bor.
> DI Acta Soc. Entom. Cechoslow., XXX, 1933, pp. 169-171.
(1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel, Bollettino e nelle Memorie della Società
Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori
per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra
cy)
Luigioni P. - Quinto contributo alla conoscenza della fauna entomo-
logica del Parco Nazionale d’ Abruzzo. Coleotteri - Acta Pont. Acad.
Scient. Novi Lyncaei, A. 87, 1934, pp. 189-221.
Sono elencate numerose specie, delle quali 205 sono nuove per la
regione, cosichè il numero delle specie citate ‘ascende a 1139.
Machulka V.- Fine vergleichende Studie îiber Cephennium simile AReitt.
und die dihnlichen Arten. (Col. Scydmaen.) - Acta Entom. Mus.
Nat. Pragae Cecoslov. XI 1933, pp. 92-95, 5 fig.
Cephennium Reissi n. sp. di Val Camonica e Val di Ledro, Reissi
n. ssp. dergamascum n. di M. Grigna e Oltre il Colle; Forni n. sp. di Val-
lombrosa e Horni ssp. montanellum n. di Val Camonica e Val di Ledro.
Miiller G. - Nuovi Coleotteri cavernicoli dei dintorni di Rovereto.
«LVII Pubbl. Soc. Museo Civ. Roverereto, 1931 estr. di 10 pag.,
1 tav., 8 fig.
Sono descritti Aphaotus Tamaninii n. sp, A. nivalis n. sp., Neoba-
thyscia roboretana n. sp.
Obenberger 7. - Sur quelques espèces intéressantes de la famille des Bu-
prestides de la Republique Tschécoslovague. - Casopis, Acta Soc.
Ent. Cecoslov., XXX, 1933, pp. 173-180.
Tra l’altro revisione delle specie paleartiche del gen: Cylindromorphus.
D’Orchymont A. - Contribution è l’étude des Palpicornia. V//I. - Bull.
Ann. Soc. Entom. Belg., LXXIII, 1933, pp. 217-314, t. V.
Osservazioni su Hydraena gracilis Germ., H. discreta Ganglb., H.
procera Ganglb., Ochkthebius salinator Peyer.
Pater H. - Note sur Philonthus tirolensis Luze - Misc. Entom., XXXV
1934, n. 8, pp. 70-72.
Peyerimhoff P.de - Description de quatre Tenebrionidae (Col.) du
Sahara Central. - Bul. Soc. Hist. Nat. Afrique du Nord, T.24,
1933, pp. 344-350.
| Tabella dei generi dei Tentyriini.
Peyerimhoff P.de - Les Colétoptères attachés aux Conifères dans le
Nord de l’ Afrique. - Ann. Soc. Ent. France, CII, 1933, pp. 359-408.
Lavoro interessantissimo, ricco di notizie su varie specie circum-
mediterranee.
Plavilstshikov N. - Plagionotus arcuatus L. ef ses formes. - Misc. Ent.,
XXXV, 1934 n. 6 pp. 41-43.
FAUN NA COLEOPTEROR UM ITALICA
del E EOK: Dott. ANTONIO PORTA
Li Vi. > RHYNCHOPHORA - LAMELLICORNIA
(Anthribidae, Brenthidae,- Curculionidae, Nemonychidae, Ipidae,
+ Lucanidae, Scarabaeidae)
© Presso l’Autore
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BOLLETTINO
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SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA
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Pubblicato il 25 Marzo 1935, Anno N 1A
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‘SOMMARIO = NA Lee
ATTI SOCIALI di Ù a
Comunicazioni scientifiche: Ada Hr Note diverse per la sistematica
delle Leucospis (Hymen, C halcididae). — - Missione scientifica del
Prof. Edoardo Zavattari nel Sahara Italiano 1933-34 - Dott. Cesare
Nielsen: Odonata. — F. Capra: La vera patria del Trinervitermes
tripolitanus (Sjost.) e note su alcuni Termiti della Libia (Isoptera).
ora Repertorio di notizie entomologiche.
Rassegna delle Pubblicazioni Entomologiche riguardanti la fatina
dell’Italia € delle Colonie Mediterranee LIII.
i Dr. FABIO INVREA, Direttore Responsabile
‘Arti Grafiche COMMERCIO, Via S.. Luca, 10 — GENOVA
e Spcierà
ENTOMOLOGICA ITALIANA
“Sede in GENOVA, ‘Via Brigata Liguria, N. 9°
presso il Museo Civico di ana Stia |
SOCI ONORARII
| S. M. VITTORIO EMANUELE IÎl - Re p' IraLia —
Si K. Benito MussoLINI = Gapo del Governo A
S. E. Giuseppe BELLUZZO | «_’‘’S. E.:Pintro FEDELE | |
CONSIGLIO, DIRETTIVO. c-
ego pel biennio 1934- 35. ni
PRESIDENTE ONORA RICE Gr. Uff. Prof. Raffaello Gesitgc
PRESIDENTE EFFETTIVO: Dott. Ferdinando VOB
Vice- PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi.
SEGRETARIO; Dott. Fabio Invrea.. ‘
TESORIERE: Rag. Cesare Mancini.
DIRETTORE DELLE PUBBLICAZIONI : Dott. Fabio Invrea.
CONSIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, Signor Ago-
stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, “Prof. Guido. Grandi,
Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni,
Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Pool Prof. Filippo Silvestri,
Conte Emilio ‘Turati. >». Je
. REVISORI DEI CONTI: Signor. Armando Baliani, Ing Paolo Bense, Dott,
Tullo Casiccia. |
{
} x È
Quota sociale annua: nel Regno: Ordinari L.40, Studenti L. 20
Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. G. MANCINI, Corso nana, |
‘40, int. 2, s.s., GENOVA, nel primo bimestre dell’anno.
È Quota per l’ iscrizione a soci vitalizi : L. 200 per: È Italia, TL. ‘750
per l'estero. i Si
Abbonamento - alle Pubblicazioni per i non da Italia È to go
ti Pet L. 60.
AVVISI AI SOCI
Le adunanze scientifiche. delle Società, si nio ogni Giovedì,
.. alle ore 24, in una sala del Museo Civico ‘di Storia Naturale.
| Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza, relativa alla.
Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo-
logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (102). |
Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate ‘diretta-
mente al. Tesoriere: Sig. Rag. io MANCINI, Corso Firenze (40
int. 2., s.8., GENOVA, | »
BOLLETTINO
DELLA
SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA
GENOVA
VoLume LXVII (1935) 9
Pubblicato il 25 Marzo 1935, Anno XIII
ATTI SOCIALI
Onoranze al Presidente Onorario Prof. Gestro
in occasione del 90° compleanno
Il giorno 21 del corrente mese di Marzo il nostro illustre e vene-
rando Presidente Onorario Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro, Decano
degli Entomologi e degli Zoologi Italiani, ha compiuto il suo 90° anno
di età in quella mirabile pienezza di energie e di spirito che gli ha
permesso di tenere, fino a pochi mesi fà, la direzione effettiva e giova-
nilmente operosa del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, del
quale è stato, a fianco di Giacomo Doria, l’iniziatore e l’artefice e che,
in quasi settant'anni di tenace, silenzioso e sapiente lavoro, egli ha sa-
puto elevare agli alti fastigi della celebrità e dell’importanza scientifica.
La Presidenza della nostra Società, volendo degnamente onorare
il grande Maestro, vanto della Città natale, della Patria e della Scienza,
ha diramato a tutti i soci, agli Istituti e alle Società scientifiche d’Italia
e dell’ estero, ai naturalisti di tutti i paesi e agli amici ed ammiratori
un appello, invitandoli ad unirsi a questo omaggio solenne e affettuoso,
mediante l'invio di messaggi da presentare al nostro amato Presidente
Onorario a ricordo della fausta data. L’affluenza di lettere e di telegram-
mi, non soltanto dall’Italia, ma da tutta l'Europa e anche dall'America,
costituisce un plebiscito grandioso e commovente di ammirazione e di
plauso per il grande scienziato e per l’opera sua.
Non volendo la modestia di Raffaello Gestro cerimonie e festeg-
giamenti ufficiali, la Presidenza della nostra Società, con una rappre-
sentanza del Consiglio e dei Soci, si recherà, il giorno di domenica
31 Marzo nell’abitazione dell’ illustre Entomologo ad offrirgli, in forma
34
intima ed affettuosa, così magnifica documentazione della celebrità e
della venerazione di cui il suo nome è circondato nel mondo scientifico,
insieme ai voti caldissimi di molti anni ancora di vita prospera e serena.
Nel prossimo numero del Bo//ettino sarà data relazione della sem-
| plice ma significativa cerimonia e saranno pubblicati una parte dei
messaggi pervenuti, insieme all'elenco di tutti gli aderenti.
La Presidenza ha inoltre deliberato che il volume XIV delle
Memorie sia dedicato a Raffaello Gestro.
Convocazione di Assemblea Generale Ordinaria
L'Assemblea Generale Ordinaria della Società Entomologica Ita-
liana, a sensi dell’art. 23 dello Statuto Sociale, è convocata per il giorno
di domenica 5 Maggio 1935 - XIII, alle ore 10, nella Sede Sociale in
Genova, presso il Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria
9, col seguente:
ORDINE DEL GIORNO
1°) Convalida dei Soci ammessi dalla Presidenza dopo l’ultima Assemblea.
2°) Relazione sullo stato sociale.
3°) Approvazione del Bilancio consuntivo 1934.
4°) Pratiche e comunicazioni diverse.
I soci che non potessero intervenire personalmente all’ Assemblea
possono farsi rappresentare, con delega regolarmente sottoscritta, da
altri soci che intervengano.
Il Presidente
F. SOLARI
La Missione del Prof. Silvestri in America
DI
Il nostro Consigliere Prof. Filippo Silvestri si è imbarcato il 2
Febbraio u. s. per il Sud America.
Egli si propone di visitare l'Argentina, il Brasile, PUruguay, il
Paraguay ed il Chile, per la ricerca e lo studio dei parassiti di insetti
nocivi all’agricoltura e principalmente delle cocciniglie degli agrumi:
Chrysomphalus dictyospermi, per combattere la quale oggi si è costretti
a spendere ogni anno vari milioni, e Ceroplastes sinensis.
Auguriamo al nostro illustre Collega, che prosegue la sua opera
feconda e instancabile nell’interesse della scienza e dell’economia agraria,
ii migliore successo di questa sua nuova importante missione.
35
La missione del Prof. Miiller in Eritrea
Il nostro Consigliere Prof. Giuseppe Miiller, Direttore del Museo
‘ Civico di Storia Naturale di Trieste, ha compiuto una importante mis-
sione scientifica in Eritrea, per incarico dell’Istituto Sieroterapico di
Milano, sotto gli auspici del Ministero delle Colonie, cen lo scopo
principale di studiare i serpenti velenosi della regione e per organiz-
zare la raccolta del veleno, onde poter produrre in Italia il siero che
fino ad ora era fornito dall’estero. Il che non ha impedito al Prof.
Miiller di fare. anche copiose raccolte entomologiche che vanno ad
arricchire le collezioni dell’Istituto Triestino.
Partito da Trieste il 20 Novembre 1934 e sbarcato a Massaua, il
Prof. Miiller ha attraversato, con un apposito camioncino portato
dall'Italia, tutta Eritrea, fino al confine dell’Etiopia e cioè fino al fiume
Setit, visitando tutte le principali località della nostra colonia. Di ri-
torno alla costa ha fatto una interessantissima visita alle isole coralli-
gene dell'Arcipelago Daalac, ove si fa la pesca delle perle, ed è giunto
a Trieste V'11 Febbraio 1935. Dovunque ha raccolto, oltre i rettili; anche
grandi quantità di insetti, principalmente coleotteri, formiche ed emit-
teri, nonchè animali di altre classi, ad onta del periodo di assoluta
siccità che regnava nel bassopiano eritreo verso l'Etiopia. I soli coleot-
teri raggiungono i 5000 esemplari, dei quali si è già iniziata la prepa-
razione. Trai primi Tenebrionidi esaminati dal Dott. Gridelli vi sono
già notevoli rarità. I risultati della missione saranno pubblicati negli
« Atti » del Museo di Trieste. SL
Le caccie entomologiche del Museo < Pietro Rossi >
Apprendiamo che S. A. S. il Principe A. Della Torre e Tasso ha
stabilito, quale programma di quest'anno per il Museo entomologico
« Pietro Rossi » di Duino, che il nostro socio A. Schatzmayr si rechi
a fare raccolte nelle Azzorre, il Sig. C. Kock nel Marocco sull’Anti -
Atlante e il Sig. Wittmer nel Sinai, in Transgiordania e nel Libano.
Per un nuovo catalogo dei Generi e Sottogeneri
La Società Zoologica di Londra intraprende la pubblicazione di
un catalogo dei nomi dei generi e sottogeneri in uso in zoologia, dalla
10* ed. del Systema Naturae fino alle ultime pubblicazioni del 1935.
Il catalogo, il quale conterrà circa 190.000 nomi, potrà essere ter-
minato alla fine del 1937. Si pregano gli autori di pubblicazioni e tutti
30. .
coloro che si interessano di zoologia, i quali abbiano riscontrato nel
Zoological Record o in altri simili periodici Ja mancanza di qualche
genere o sottogenere, di darne avviso al Dr. S. A. Neave, all’indirizzo:
Imperial Institute of Entomology, 41 Queen's Gate, London S. W. 7.
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
®
L. MASI
NOTE DIVERSE PER LA SISTEMATICA DELLE LEUCOSPIS
(Hymen. Chalcididae)
Ho avuto recentemente dal Dott. P. Régnier un esemplare femmina
della Leucospis brevicauda F., specie piuttosto rara nelle collezioni.
L’esemplare è stato raccolto nel Marocco a Sahoul, non molto lontano
da Rabat. Ho veduto anche un’altra femmina di questa Leucospis, rac-
colta in Algeria (Oran), la quale apparteneva alla collezione del Dott.
P. Magretti, che l’aveva ricevuta dallo Schmiedeknecht: essa era determi-
nata erroneamente come Leucospis biguetina. In ambedue questi esem-
plari nord-africani il pronoto è di un bel giallo vivo, con una fascia
traversale nera, stretta, interrotta nel mezzo. Diversa invece è la colo-
razione del pronoto degli esemplari italiani di ambo i sessi, che appar-
tengono alla collezione del Museo Civico di Genova e provengono
dalla Sardegna (una 9 del Gennargentu e 5 es. di Sorgono, questi rac-
colti dal Dott. Krausse). Sono tre femmine e tre maschi, le femmine
col pronoto nero nel mezzo e ornato di una fascia gialla presso il lato
ar*eriore, con fasce rosse rugginose scure lungo gli altri tre lati; i ma-
schi con la fascia gialla pure limitata al lato anteriore e mancanti di
quella rossa del lato posteriore, con le fasce marginali esterne ridotte
a due macchie rossastre in due esemplari e mancanti del tutto nel terzo.
Un altro maschio, d’ignota provenienza, ha pure il pronoto nero, con
la sola fascia gialla anteriore. Tutti questi esemplari presentano una
forte tendenza al rufinismo tanto nel corpo come nelle appendici. Il
femore posteriore è giallo nella superficie esterna, con una macchia
rosso-bruna sul lato superiore presso l’articolazione con l’anca; i den-
telli sono neri. I maschi corrispondono quasi in tutti i caratteri alla de-
scrizione del maschio di Lexcospis torquata fatta da Achille Costa (Atti
R. Acc. Napoli, IX, 1882, p. 37) su esemplari di Sardegna.
ri TA
37
Schletterer mise la Leucospis torquata in sinonimia della intermedia
Ill, con un punto interrogativo, ma io posso confermare ciò che il
Costa aveva sospettato, che la Leucospis forguata non è altro che la
brevicauda F. Esaminando, alcuni anni fa, la collezione di Calcididi del
Costa nell’Istituto Zoologico dell’Università di Napoli, non trovai il
tipo della Leucospis torquata, nè Valtro esemplare maschio di Sicilia
(Costa dice di esso: « possedevo »), menzionato nella descrizione; trovai
invece altri esemplari che devono essere stati esaminati dopo la pub-
blicazione del 1884, ed erano 1 5° di Reggio Calabria, determinato
come Zezcospis torquata, ed una 9 con la stessa denominazione, ma
senza indicazione di provenienza, che era stata messa in un’altra sca-
| tola. Questi due esemplari sono, secondo me, L. &revicauda. A propo-
sito della £. forquata il Costa scriveva: «Una Leucospis maschio
identico a questo [L. forquata di Sardegna] possedevo della Sicilia,
ove trovasi ancora la L. clavata [= drevicauda], di cui conoscesi sol-
tanto la femmina. Siffatta coincidenza mi fa nascere un qualche dubbio
che la Leucospis ora descritta non sia realmente il maschio della cla-
vata ». Nella collezione del Costa si trovano 5 es. col nome di c/avata,
provenienti dalla Sicilia, inoltre 1 © di Tunisi ed 1 g dell’ « Armenia? »
col nome di brevicauda. Probabilmente il Costa rimase in dubbio
riguardo alla identità della L. clavata Westw. e della drevicauda F.,
identità riconosciuta in seguito da Schletterer (1890); ritenne però che
la clavata fosse una specie della Regione mediterranea, mentre West-
wood non aveva accertato la provenienza del tipo ed era rimasto in
dubbio dell’esattezza dell'indicazione sul cartellino: «In Brasilia capta.
D. Swainson ». Forse per questa indicazione errata non riconobbe la
specie di Fabricius in quella che egli descriveva come nuova col nome
di L. clavata.
Schletterer riconobbe la Leucospis brevicauda nella descrizione dei
‘due sessi della L. Grohmanni fatta da Spinola su esemplari della Sicilia
(Annales Soc. Ent. France, VII, 1838, p. 444) e il maschio in quella della
L. Fabricii di Westwood, ma nella sua monografia, lavoro classico per
lo studio del genere Leucospis, diede soltanto la descrizione della fem-
mina della specie, su esemplari di Sicilia (Morreale) e d’Algeria (Al-
ceri e Sétif). In una pubblicazione della Weld (Proc. U. S. Nat. Mus.,
vol. 61°, 1922, n° 6) si trova una figura dell'addome della femmina, di
profilo (Tav. III, fig. 21). Indicherò qui appresso alcuni caratteri dei
maschi, a complemento della descrizione di Schletterer.
Descrizione del g di Leucospis brevicauda F.:
Il maschio della brevicauda F. ha il primo segmento addominale
notevolmente ristretto, largo poco più di !/; della larghezza massima
38
dell'addome, e quasi due volte più lungo che largo, coi lati dritti,
quando si osserva dal disopra, e leggermente divergenti all’indietro;
manca in questo segmento la carena mediana longitudinale che si
osserva nella femmina; e vi sono due soli orli obliqui, ben marcati, che
formano una specie di lettera V al disopra dell’articolazione col pro-
podeo. L’addome è nero con macchie e fasce gialle ocracee. Il primo
segmento, che forma quasi un peduncolo dell’addome, ha una grossa
macchia dorsale di forma quadrata, che ne occupa la metà della lun-
ghezza; il secondo ha una sottile fascia limitata al dorso e interrotta
nel mezzo o ridotta a due piccole macchie trasversali. La parte più dila-
tata dell’addome ha una fascia presso il margine anteriore, un’altra
verso la metà; vi è poi una macchia trasversa subapicale. Il secondo
articolo del funicolo (4° art. antennale) è poco più lungo del primo e
tanto lungo come la sua larghezza all'apice; il terzo è quadrato; i suc-
cessivi sono poco più ingrossati, il settimo largo quasi il doppio della
sua lunghezza. La tendenza al rufinismo è meno marcata che nella
femmina.
Westwood, descrivendo come specie nuova un esemplare maschio
di « Barberia », col nome di Leucospis Fabricii, ebbe il sospetto che si
trattasse della specie drevicauda F., e questa interpretazione, come ho
già detto, fu poi ammessa da Schletterer. Nell’esemplare descritto da
Westwood un carattere notevole è la presenza di due macchie gialle
sul primo segmento dell’addome.
Le due femmine del Nord Africa, che ho esaminate, si distinguono
da quelle di Sardegna per la colorazione molto più vivace, con note-
vole estensione del giallo e del rosso; il flagello antennale, la faccia,
le zampe anteriori, sono di un rosso scuro o rosso testaceo, il vertice
è nero, le anche posteriori sono di tre colori, il propodeo è rossiccio
e in un esemplare ha due piccole macchie gialle. Nelle femmine di
Sardegna il flagello è scuro, rossiccio inferiormente, la faccia è nera,
lo scutello è ornato soltanto di una linea gialla subapicale e il propo-
deo è interamente nero. Gli esemplari femmine di Sicilia, molto bene
descritti dallo Spinola sotto il nome di ZL. Grohmanni, sono intermedîì
per la colorazione fra quelli africani e quelli di Sardegna, mentre i ca-
ratteri indicati da quell’A. per i maschi corrispondono agli esemplari
della Sardegna.
Sebbene nella fauna europea la Leucospis brevicauda F. sia la.
specie più affine alla bigzefina Jur., Vuna e l’altra differiscono notevol-
mente nei due sessi e la drevicauda si avvicina più a certe specie etio-
piche. I maschi di diguetina hanno l'addome col primo segmento poco
39
ristretto e più largo che lungo e nell'insieme un aspetto ben diverso
da quello dei maschi di brevicauda. Un'altra differenza notevole delle
due specie è nel numero di carene del pronoto, due nella drevicauda,
una, e talora quasi obliterata, nella diguetina.
dg
J. W. Shipp, in una nota pubblicata nell’Entomologist (vol. XXVII,
1894, p. 16) ha affermato che la Leucospis rufonotata descritta da
Westwood su una (?) femmina di Sicilia, deve ritenersi come sinonimo di
L. miniata Klug, e che erroneamente lo Schletterer l'aveva considerata
come sinonimo della £. gigas F. Io sono invece d’accordo con lo
Schletterer, perchè nella descrizione di Westwood è detto: « Metatho-
rax... praescuto | ossia « dorsello » ] dentibus duobus parvis armato » e
più oltre « Oviductus.... abdominis segmenti 1mi medium aitingens >».
Nella Leucospis miniata il dorsello, quasi verticale, non ha sporgenze
e la terebra raggiunge appena il margine posteriore del primo tergite.
Si noti inoltre che la specie miniafa è puramente nord-africana. Se
Westwood scrisse della sua £. rufonotata: <« L. miniatae valde affinis
et forsan ejus mera varietas >, scrisse pure: «L. giganti etiam affinis, a
qua differt colore etc. >». Un esemplare, maschio, riferibile alla varia-
zione di colorito rufonotata si trova nella collezione Magretti e fu rac-
colto nei dintorni di Torino dal Gianelli. Esso ha lo scapo delle antenne
nero, una macchia rossa tra gli occhi e la fossa antennale e più vicina
a questa; il pronoto rosso, con una fascia trasversale mediana che ne
raggiunge i margini laterali; lo scudo ha due macchie centrali; le anche
posteriori sono nere con una piccola macchia rossa dorsale; l’addome
ha tre fasce e una macchia apicale arancio-rosse. Esemplari così colo-
rati segnano il passaggio alla varietà colorata in nero e rosso carminio,
senza parti gialle, come nella forma corrispondente, tipica, della Leuco-
spis miniata. Anche in quest’ultima specie vi sono esemplari con parti
gialle oltre quelle rosse. Di Lexcospis gigas rossa e nera ho veduto
tre femmine di Cirenaica, raccolte dal Sig. Geo. C. Kriiger, ed una
dell'Algeria (Boghari), che apparteneva alla collezione Magretti.
ca
Una constatazione, che non interessa soltanto per la biologia della
Leucospis gigas, è stata fatta l’anno scorso dal Dott. Lucien Berland,
che ne fece oggetto di una interessante comunicazione alla Società
Zoologica di Francia (Bull. S. Z. Fr., LIV, p. 172): l’egregio entomo-
40
logo del Museo di Parigi, esaminando una raccolta di 173 esemplari della
specie, è venuto alla conclusione che in Francia non esistono individui
maschi, mentre se ne trovano, non rari, nel Nord-Africa. Nella Leuco-
spis gigas si avrebbe dunque un esempio. di partenogenesi geo-
grafica. Ad analoga conclusione, per l’Italia, mi porta l’esame del
materiale del Museo Civico di Genova, poichè su 41 esemplari di
varia provenienza, dal Trentino alla Sicilia, non c'è un solo maschio!
I tre maschi che si trovavano nelle collezioni Magretti e Gribodo, ap-
partengono alla L. infermedia Ilig.
*
*
È difficile distinguere la L. intermedia dalla L. gigas, se non si fa
attenzione agli articoli del funicolo: nella L. gigas gli articoli sono più
lunghi in proporzione della larghezza, il primo circa 1!/, volta il pe-
dicello, il secondo 1!/, o 2 volte più lungo del primo, gli ultimi tanto
lunghi quanto larghi o appena un poco più corti della larghezza. Nella
L. intermedia gli articoli sono corti, il primo uguale alla lunghezza
del pedicello, il secondo appena più lungo e tanto lungo quanto largo,
gli ultimi distintamente più corti della loro larghezza. La terebra, se-
condo Schletterer, arriva al margine scutellare nella L. intermedia,
mentre nella gigas arriva a metà del primo segmento dell'addome o
al più alla base di esso; io trovo però non poche eccezioni nel mate-
riale che ho esaminato: in certe L. intermedia la terebra arriva alla
base dell'addome o poco più in avanti, in certi esemplari di gigas
supera la base dell'addome e quasi tocca l’apice del dorsello. Le varia-
zioni nello sviluppo della terebra, come pure quelle della dentatura
del femore posteriore, sono individuali. Due caratteri diagnostici sui
quali credo opportuno richiamare l’attenzione, sono nella larghezza
della faccia e nel margine del clipeo. La Leucospis intermedia ha la
faccia più larga in proporzione della lunghezza, mentre nella gigas la
distanza massima delle orbite è’ evidentemente più breve della di-
stanza fra il margine del clipeo e l’ocello anteriore. Il clipeo della L.
gigas termina con due lobi arrotondati, fra i quali si interpone un
dente che si trova ad un livello più basso, cosicchè non è sempre fa-
cile scorgerlo: i due lobi presentano delle strie rilevate longitudinali,
irregolari, che di rado sono quasi obliterate o mancanti; inoltre i mar-
gini laterali del clipeo sono spesso rialzati e più o meno evidentemente
DI
orlati. Nella Leucospis intermedia il dente è allo stesso livello dei due
di
lobi e i margini laterali del clipeo non sono mai così rilevati e orlati
come si vedono spesso nella gigas, inolre i lobi presentano solo po-
che strie longitudinali rilevate o ne mancano del tutto.
aan
CJ. Weld, nella pubblicazione già ricordata, descrisse una Leu-
cospis indiensis dell’India meridionale e una L. Banksi delle Filip-
pine, facendo notare che probabilmente si trattava di una sola specie.
Anch'io ritengo che la £. Barksi sia sinonimo della indiensis, avendo
trovato dei gradi intermedî nei particolari di colorazione, esaminando
4 92 che furono raccolte in Birmania da Leonardo Fea nel 1885 e 1886.
Della serie di questi esemplari birmani fa parte anche un maschio,
del quale indico qui i caratteri più importanti, poichè questo sesso
non è stato ancora descritto: la Weld vide solo esemplari femmine. ‘
Descrizione del g° di Leucospis indiensis Weld.:
Corpo nero; pronoto con l’orlo anteriore e la carena presso il mar-
gine posteriore gialli come nella femmina, e così pure la macchia del
propodeo; addome rossiccio fino alla metà del grande segmento, senza
parti gialle; zampe color bruno castagno; i femori posteriori con una
striscia giallastra presso il lato anteriore ed un’altra presso la seconda
metà del lato dorsale. Articoli del funicolo tanto larghi quanto lunghi,
i primi due alquanto più stretti. Addome fusiforme, col primo seg-
mento lungo '/, più della sua larghezza media, poco più largo all’apice
che alla base, uniformemente punteggiato come i segmenti successivi.
a
Di un’altra Leycospis descritta dalla Weld (/. c. pag. 22) col nome di
L. ornatifrons, ho trovato due esemplari nella collezione del Museo
Civico di Genova, i quali sono importanti per la conoscenza della dif-
fusione della specie e mi mettono in grado di aggiungere qualche no-
tizia a complemento della descrizione originale, che è stata fatta su un
solo esemplare femmina delle Filippine (Manila). Gli esemplari del Mu-
seo di Genova sono due femmine, provenienti una da Borneo (Sara-
wak), dove era stata raccolta fino dal 1865 dal March. Giacomo Doria,
ed una dalla Nuova Guinea (Ramoi), raccolta da L. M. D'Albertis nel
1872. La specie non è ».
Il nome del raccoglitore e la distribuzione dei 7yrinervitermes, ti-
picamente paleotropica, mi fecero sorgere il dubbio che vi fosse qualche
errore di provenienza. Dubbio che mi venne confermato dalle osser-
vazioni di Emerson (1928, p. 428) che nella carta di diffusione dei
Trinervitermes (considerati sbg. di Nasutitermes) indica con un ? la
Tripolitania e scrive « The single record of N. tripolifanus known
45
only from the imago caste from Berek, Tripoli, is included in the map
with a question mark because of its distance from the normal range
of the genus and the strong probability that no nasute termites are
found in North Africa >.
Ho ricercato il cotipo di 7rinervitermes tripolitanus ritornato al
Museo di Genova ed ho visto che il cartellino di località porta sem-
plicemente l’indicazione manoscritta « Berek, VIII -1887, Ragazzi » ma
non « Tripolitania ».
Trattasi cioè di un esemplare raccolto dal Dr. Vincenzo Ragazzi,
che per molti anni risiedette nello Scioa come direttore della Stazione
Italiana di Let Marefià, dove appunto si trovava nel luglio 1887 (1888,
p. 80). Affinchè non sorga il dubbio che il raccoglitore non sia stato
il Dr. Ragazzi, ma un qualche omonimo che raccolse in quei tempi
in Tripolitania, ho ricercato nelle collezioni del Museo altri insetti
raccolti dal Ragazzi nel 1887 nello Scioa ed ho trovato tra l’altro alcuni
esemplari con cartellino manoscritto uguale per carta e calligrafia: « Alio
Amba, VIII - 1887, Ragazzi >», località a Sud di Let Marefià. Per quanto
non sia riuscito a trovare nelle carte a mia disposizione l’ubicazione
esatta di Berek, è evidente, dopo quanto ho esposto, che detta località
non è in Tripolitania e che la patria del 7yinervitermes tripolitanus
(Sjòst.) frovasi in Abissinia.
Non riesco a comprendere quale sia l'origine dell'errore del Prof.
Sjòstedt; certo non ebbe l’indicazione dal Museo di Genova perchè
nell’archivo del Museo è conservata una lettera dell’illustre Termitologo
al Prof. R. Gestro, in data 2-XII-1911, nella quale si richiedono
informazioni su varie località africane toccate da altri esploratori e
naturalisti italiani come Antinori, Bottego, ecc. riportate nel lavoro ci-
tato (1912), ma non vi è cenno di Berek.
Hodotermes (Microhodotermes) Wasmanni SjOstedt (1900, p. 33;
1925, p. 21). - L’A. indica come località tipica « Nord - Afrika: Uadi
M° bellem, Rohlfs ». Poichè l’indicazione Nord Africa è vaga, si può
precisare che l Uadi M’bellem trovasi in Tripolitania nel territorio
degli Orfella poco a Nord del 31° parallelo (31° 05’ - 31° 10’ Nord),
taglia il 15° Est di Greenwich e si congiunge a B.el- Garnania con
I Uadi Zemzem.
Essendo assai scarse le notizie di reperti di Termiti nella Libia,
credo opportuno elencare le specie conservate nel Museo Civico di
Storia Naturale di Genova, raccolte nel 1913 in Tripolitania dal Dr.
A. Andreini, nel 1931 dal March. S. Patrizi nel suo viaggio a Cufra,
46
nel 1932 dal Prof. L. Cipriani nel Fezzan, nel 1934 dal Prof E. Za-
vattari a Gialo, in parte determinate dal Prof. F. Silvestri.
Calotermes flavicollis (F.) - Tripolitania: Misurata, XI- XII -1913,
2 imago alate ed una dealata (Andreini).
Anacanthotermes ochraceus (Burm.)- Tripolitania: Misurata, steppa
a S. W., XI-1913, 3 operai; Tauorga, XI-1913, numerosi operai
« nel terriccio e sotto tronchi di palme morte » (Andreini). - Fezzan:
Brach, IX - 1932, un operaio; Ubari, 15-X-1932, varii operai, alcuni
infestati da ZLadow!/beniales, specialmente sulle antenne (Cipriani). -
Cirenaica: Agedabia, VII - 1931; Oasi di Augila, IV - 1931, varii operai
( Patrizi); Oasi di Gialo , IX - 1934, numerosi operai (Zavattari).
Psammotermes hybostoma Desn. - Cirenaica: Oasi di Gialo, IV -
1931, 3 soldati (1 medio e 2 piccoli) e numerosi operai; Oasi di Cufra,
lago di Buema, un soldato piccolo e due operai, VI - 1931 (Patrizi).
BIBLIOGRAFIA
Emerson (A. E.) - 1928 - Termites of the Belgian Congo and the
Cameroon. Bull. Amer. Mus. Nat. Hist., LVII, 1927 - 1928, pp. 401
-574 (giunto solo in questi giorni, gennaio 1935, al Museo di
Genova).
Hegh (E.) - 1922 - Les Termites. Partie génerale. Bruxelles, 756 pp.
Ragazzi (V.) - 1888 - Viaggio del Dr. V. Ragazzi da Antoto ad
Harrar. Boll. Soc. Geogr. Ital. pp. 57 - 90. |
Sjòstedt (Y.) - 1900 - Monographie der Termiten Afrikas. K. Svensk.
Vet.-Akad. Handl. XXXIV, n. 4, 236 pp.
SjOstedt (Y.) - 1912 - Neue Termiten aus Tripolis, Ober - Aegypten,
Abessinien, Erithrea, dem Galla - und Somalilande. Archiv. f. Zool.
VII, n. 27, pp. 1-17.
SjOstedt (Y.) - 1925 - Revision der Termiten Afrikas, 3. Monographie.
K. Svensk. Vet.-Akad. Handl., Tredje Serien, II, n. 1, 419 pp.
REPERTORIO DI NOTIZIE ENTOMOLOGICHE
XI
62 - Acupalpus dubius Schil. (Co/. Carad.) - Notevolissima cattura,
nuova non soltanto per l’Italia, ma anche per 1’ Europa meridionale. Ne
ho catturato parecchi esemplari setacciando il terriccio di un bosco di
castagni nella contrada Ciccia di Castanea, il 13 - VII - 1934, a. 460 metri
di altitudine. Il D. Schatzmayr, che ha determinato la specie, mi comunica
la seguente sinonimia: Acupalpus dubius Shilsky, D. E. Z. 1888, 189 (Cat,
47
Junk, Harp. 1346) = /uridus Wagner, Ent. Mitt. 1918, 20 (nec Puel, nec
Dejean).
ì Geom. FRANCESCO VITALE
63 - Stenus morio ab. aequalis Mulsant et Rey. (Co/. Staphy.) -
Notata per l Umbria, l Abruzzo ed il Lazio dal Luigioni (il Porta
non la cita) questa ab. è stata da me catturata in due esemplari nella
precedente contrada, il giorno 12 - VII - 1934.
Geom. FRANCESCO VITALE.
04 - Monolepta erythrocephala Oliv. (Col. Chkrysom.) - Il cata-
logo Winkler la cita per la Ga. m. e per I’ Ib.; invece il Luigioni la cita
. della Liguria (Nizza). Ne ho catturato un esemplare il 12 - V- 1928 in
contrada Sinnaro di Castanea.
Geom. FraNcEScO VITALE.
65 - Aphthona cyanella Redt. (Col. Chrysom.) - Nuova specie per
la Sicilia, catturata in unico esemplare in contrada Pi/eci di Militello -
Rosmarino il 19 - VII - 1930 a m. 800 sul mare. Il Luigioni la cita per
Ital. sett., Tos., Abr., Laz.
Geom. FRANCESCO VITALE.
«RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE
riguardanti la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee
LIII (1)
Pic M. - Notes diverses, nouveautés. - L’Echange, 50, 1934, n. 457, p.
25; n. 458, pp. 29-31.
Drilus attenuatus v. n. subparallelus di Rodi, Dasytes Torre - Tas-
soi n. sp. di Castelrosso (Egeo), Ptinus (Bruchoptinus) Torre-Tassoi n.
sp. di Rodi, Crioceris asparagi ab. Paganettii n. ab. di Savina.
Reichardt A. - Uebersicht der palaearktishen Arten der Gattuno On-
thophilus Zeach. (Col. Hister.). - Acta Entom. Mus. Nat. Pragae
Cechoslov., XI, 1933, pp. 137-144, 13 fig.
(1) Non sono compresi i lavori pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della Società
Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estratti dei loro lavori
per la recensione, Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra.
48
Schatzmayr A. - Risultati scientifici delle spedizioni entomologiche di S.
A. S. il Principe Alessandro della Torre Tasso, nell'Africa setten-
trionale e in Sicilia. IV Apioninae. - Atti Soc. Sc. Nat. Milano,
LXXII, 1933, pp. 167-173.
Sono citate varie specie di Sicilia e Libia; Apion argentatum Ma-
jolae n. ssp. Garian (Tripol.), arg. sardoum n. ssp. Fonni (Sard.), A.
cretaceum Torre-Tassoi n. ssp. Tripoli.
Smreczynki S. - Uber die heimischen Curculionidae (Col.). - Bull.
Ent. Pologne, VII, 1933, pp. 50-61.
Osservazioni su varie specie: Anfhonomus faillae Desbr. è sinonimo
di A. curtus Faust.
Solari F.- Spedizione scientifica all’Oasi di Cufra (marzo-luglio 1931).
Un nuovo Coniatus (Col. Curcul.) africano. - Ann. Mus. Civ. St.
Nat. Genova, LVI, 1933, pp. 266-268.
Coniatus (Bagoides) Patrizii n. sp. di Cufra.
Uyttenboorgaat D. L. - Die Arfen der 4ten und Sten Rotte (in Sinne
Reitter’s) des Subgenus Otiorrhynchus s. str. (Col. Curc.) - Tijdschr.
voor Entomol., LXXVI (1933), pp. 217-276.
Sono discusse le forme affini a O. fuscipes e griseopunctatus; ven-
gono citate varie località italiane; alcune forme sono nuove: sanguini-
pes v. stierlinianus Uytt. del M. Moro, Reitzei Uyitt. ecc. Mi pare che
l’A.: abbia visto troppo poco materiale delle nostre Alpi per potersi fare
un giusto concetto delle forme italiane di un gruppo cosi difficile.
Uyttemboogaart D. L.- Revision des Genus Tribolium (Col. Ten.) -
Ent. Blatt., XXX, n. 1, 1934, pp. 20-31.
Chiave dei subgeneri e delle specie.
Vachon A. - Cornumutila quadrivittata Cebler. Cérambycide nouveau
pour la faune francaise. - Bull. Soc. Ent. France, 1934, pp. 87-90, fig.
Raccolta a Abriès (Hautes Alpes) presso il confine franco italiano.
Vitale F. - Contributo all’Entomologia Siciliana. I Chrysomelidae Sici-
liani. Catalogo sinonimico (Parte I) - Atti R. Accad. Peloritana,
Messina, XXXV, 1933, pp. 39-60, tav. I.
.Sono elencate 213 tra specie e aber. (fino ad Age/astica); sono de-
scritte come nuove: Crioceris 12-punctata a. 8-maculata, a. atrothorax,
a. incerta; Miopristis dentipes a. humeralis ed a. oculatothoraxj Antipa
octopunctata a. tetrapunctata; Cryptocephalus rugicollis a. 8-notatus.
FAUNA COLEOPTERORUM ITALICA
del Prof. DOM, ANTONIO PORTA.
Vol. V. >. RMYNCHOPHORA - - LAMELLICORNIA
| (Anthribidao, Brenthidae, Curculionidae, Nemonychidae, Ipidae,
i Lucanidae, Searapae/ das) DAS
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aggiungere L. 1,4 er D'Italia e L. 7 per l’ Estero, per
Lire 100 la spedizione. Li É Di
Non si è spedisce ‘che dietro il (RIRsDO importo. i
Già 0 |
‘Vol. I - ADEPHAGA : L. 60: piu L 3 per l’Italia e L. 6 per l'estero dh
wa IL - STAPHYLINOIDFA : E.100: Ss > E AI xi
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Rivolgersi: Prof. Antenio Porta, Corso 0. Raimondo. 6, San. Remo
TARIFFA DELLE INSERZIONI
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SOMMARIO
ATTI SOCIALI
: ; Comunicazioni scientifiche: 198 Koch: ‘Risultati sgientifici d. ne delle caccie” saprai
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“Tasso in Italia: Lathrobium del Subg. Throbalium —. Armando
Baliani: Studi sulle Amara asiatiche. IX. (Coleop. Carabidae). IAS
Dott. Cesare Nielsen : Note Odonatologiche. — G. Miiller: Cam-- °°
biamento di nome.
— Repertorio di notizie entomologiche XIV. da
; Da FABIO INVREA, Digon Responsabile si È i.
bi Arti Grafiche COMMERCIO, Via S. Luca, 10 GENOVA: 0637
il Principe Alessandro della Torre e È CS
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SOCIETÀ
ENTOMOLOGICA ITALIANA
Sede in G ENOVA, Via Brigata Liguria, N. 9
presso il Museo Civico di Storia Naturale
<-SOLONDORARI Lr x
S. M. VITTORIO EMANUELE III - Re D’ITALIA I
S. E. Benito MUSSOLINI - Capo del Governo
S. E. GIUSEPPE BELLUZZO di E. PIETRO FEDELE
"CONSIGLIO DIRETTIVO
SE: pel biennio 1934-35,
PRESIDENTE ONORARIO : Gr. Uff. Prof. Raffaello Gestro..
PRESIDENTE ErretTIvo: Dott. Ferdinando Solari
Vice-PRESIDENTE: Dott. Luigi Masi.
SeGRETARIO: Dott. Fabio Invrea.
TESORIERE: Rag. Cesare Mancini,
DIRETTORE DELLE PuBbBLIcAZIONI : Dott. Fabio Invrea.
ConsIGLIERI: Dott. Alessandro Brian, Dott. Felice Capra, sigaioi Ago: o
stino Dodero, On. Prof. Alessandro Ghigi, Prof. Guido Grandi,
Dr. Edoardo Gridelli, Prof. Raffaele Issel, Cav. Paolo Luigioni,
Dr. Giuseppe Miiller, Prof. Guido Paoli, Prof. Filippo Silvestri,
Conte Emilio Turati.
REVISORI DEI CONTI: Signor Armando Baliani, Ing. Paolo Bensa, Dott.
Tullo Casiccia.
Quota sociale annua: nel Regno: Ordinari L.40, Studenti L. 20
Estero L. 60, pagabili al Tesoriere Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze
40, int. 2, s.s.,, GENOVA, nel primo bimestre dell’anno.
Quota per l’ iscrizione a soci vitalizio L. 500 per l’Italia, L. 750
per l'estero. S
Abbonamento alle Pubblicazioni per i non soci: Italia L. 50,
Estero L. 60.
AVVISI AI SOCI
Le adunanze. idiediinole della Società, sì tengono ogni Giovedì,
alle ore 21, in una sala del Museo Civico‘ di Storia Naturale.
Si avvertono i Soci che tutta la corrispondenza relativa alla
Società deve essere indirizzata impersonalmente alla Società Entomo-
logica Italiana, Via Brigata Liguria 9, GENOVA (402).
Soltanto le rimesse di danaro possono essere indirizzate diretta-
mente al Tesoriere: Sig. Rag. C. MANCINI, Corso Firenze 40
int. 2., 8.8, GENOVA.
#
BOLLETTINO
DELLA
SOCIETA" ENTOMOLOGICA ITALIANA
GENOVA
VoLume LXVII (1935) NO 4
Pubblicato il 30 Aprile 1935, Anno XHI
ATTI SOCIALI
Le onoranze a Raffaello Gestro
(1) giorno 31 Marzo u. s. la nostra Presidenza, con una rappresentanza
del Consiglio e dei Soci, si è recata ad offrire a Raffaello Gestro, con
una affettuosa ed intima cerimonia, l imponente massa dei messaggi
pervenuti in occasione del suo 90° compleanno e che costituiscono un
superbo plebiscito per } Illustre Scienziato, plebiscito al quale hanno
voluto degnarsi di partecipare l Augusto nostro Sovrano Vittorio
Emanuele HI e S. E. il Capo del Governo e Duce del Fascismo
Benito Mussolini, oltre ad altre Autorità dello Stato, Personalità illustri, .
tutto il mondo scientifico italiano e internazionale e una lunga schiera
di discepoli, ammiratori ed amici. Uno speciale supplemento al presente
Bollettino darà ampio ragguaglio della cerimonia, riprodurrà una parte
dei messaggi e darà l’ elenco completo degli aderenti, Istituti e persone,
che raggiungono quasi i cinquecento.
Apprendiamo con vivo dolore la perdita del nostro socio Ing.
Giuseppe Sichirollo di Milano, studioso appassionato. di coleotteri
italiani, e porgiamo alla Famiglia le più vive condoglianze della Società
Entomologica Italiana.
Nuovi Soci: La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari:
Conte Umberto Lostia di S. Sofia, Via Canelles 15, Cagliari. Coleof-
teri.
Dott. Filippo Venturi, R. Istituto d’ Entomologia, Via Filippo Re 6,
Bologna (125).
KE VI° Congresso Internazionale di Entomologia ©
Riceviamo da Madrid la circolare preliminare per il VI° Congresso
Internazionale di Entomologia che si terrà in quella Città Capitale dal
6 al 12 Settembre 1935, sotto la Presidenza Onoraria del Presidente
della Repubblica Spagnola e sotto la Presidenza effettiva dell’ Illustre
Direttore del Museo Nacional de Ciencias Naturales di Madrid, Prof.
Ignacio Bolivar. Fanno inoltre parte del Comitato: M. Benlloch, E M.8
Dusmet, M. M. de la Escalera, Vicepresidenti; F. Bonet, J del Canizo,
G. Ceballos, J. Gil. Collado, F...M. de Ja: Escalera, A.-de Zulueta,
Membri del Comitato; C. Bolivar y Pieltain, Segretario.
Il Congresso ri svolgerà col seguente programma:
Venerdi 6 settembre: Riunione preliminare. — Solenne seduta di
apertura con allocuzioni dell’ Eccellentissimo Signor Presidente della
Repubblica e Delegati stranieri. — Elezione del Vicepresidente e del
Segretario .generale del Congresso e dei Presidenti e Segretari delle
Sessioni plenarie e delle Sezioni.
Sabato 7 settembre: Riunione della prima sessione plenaria. —
Riunione delle Sezioni. |
Domenica 8 settenbre. Escursione entomologica alla Sierra di
Guardarama, con visita alla stazione Alpina di Biologia e alle località
entomologiche classiche di San lidelfonso (La Granja) e Bosco di
Valsain.
— Lunedi 9 settembre: Riunione della seconda sessione plenaria. —
Sezioni. Commissione di Nomenclatura.
Martedì 10 settembre: La sessione plenaria e le Sezioni si riuni-
ranno in questo giorno nel Monastero del Escorial.
. Mercoledì 11 settembre: Quarta sessione plenaria e riunione delle
Sezioni. Nel pomeriggio escursione a Toledo.
Giovedì 12 settembre: Riunione del Comitato permanente dei
gressi Internazionali di Entomologia. Proposte delle Sezioni. Determina-.
zione del luogo e data in cui si celebrerà il VII Congresso Internazio-
nale di Entomologia ed elezione del Presidente di esso. Proposte di
interesse generale. Chiusura del Congresso.
Prima del Congresso avrà luogo una escursione di 5 giorni per i
« Picos de Europa » (Asturie). Sono in progetto due escursioni da
farsi allo stesso tempo dopo il Congresso, una di 7 giorni per YAn-
dalusia e la parte settentrionale del Marocco, e un’altra di 12 giorni
alle isole Canarie, con soggiorno di. 3 giorni nella Gran Canaria e di
4 a Teneriffa. Visita alle località entomologiche classiche. Il prezzo di
51
quest’ultima escursione (in 1.a classe tutto compreso) non supererà le
pesetas 1.000.
Vi saranno poi feste, ricevimenti e banchetti.
Il Congresso avrà le seguenti Sezioni: 1. Entomologia generale —
2. Anatomia e Fisiologia. — 3. Ecologia, Biogeografia. — 4. Biospeo-
logia. — 5. Entomologia agricola. — 6. Entomologia forestale. — 7.
Entomologia medica e veterinaria. — 8. Apicultura. -- 9. Sericultura.
—. — 10. Nomenclatura.
Il Comitato raccomarda che i Congressisti comunichino al più
presto alla Segreteria del Congresso i titoli delle comunicazioni che
intendono presentare; quelli che saranno consegnati in tempo saranno
inclusi in un opuscolo speciale che sarà distribuito prima del Congresso.
Il locale sociale del Congresso è il Museo Nacional de Ciencias
Naturales.
I membri effettivi pagheranno una quota di 60 pesetas o 100 lire
italiane, i Membri associati 30 pesetas o 50 lire italiane
Il VI Congresso Internazionale di Entomologia è stato organizzato
d’accordo col XII Congresso Internazionale di Zoologia, che si riunirà
a Lisbona dal 15 al 21 settembre. |
Il Comitato organizzatore del Congresso ha affidato alla Compagnia
dei Wagons-Lits-Cook,la organizzazione dei viaggi, alberghi ed escursioni.
Tutte le agenzie di tale Compagnia potranno dare ai Congressisti dati
precisi sui biglietti ferroviari, prezzi di imbarco, alberghi, ecc.
Tutta la corrispondenza, le comunicazioni scientifiche, iscrizioni
‘dei membri, quote, ecc. dovranno indirizzarsi al Prof. C. Bolivar y
Pieltain, Museo Naciona! de Ciencias Naturales. Madrid - 6 (Espana).
Onoranze al Prof. E. L. Bouvier
Si è costituito a Parigi un Comitato composto dai Signori Bénard,
Berland, Bohn, R. du Buysson, Coutière, Lamy, Le Cerf, Lesne, Paillot,
Roubaud, Séguy, Semichen, Seurat, Sollaud, per tributare solenni
onoranze all’ Illustre Prof. E. L. Bouvier, Membro dell’Istituto, Profes-
sore Onorario al Museo di Parigi, che ha da poco lasciata la Cattedra
di Entomologia dello stesso Museo, della quale è stato titolare per 35
anni, favorendo grandemente, con la feconda opera personale e con gli
aiuti prestati a tutti gli studiosi, il progresso della scienza entomologica
e arricchendo quell’Istituto di preziosi materiali. L’omaggio consisterà
nell’offerta di un libro giubilare nel quale saranno espressi i sentimenti
di stima e di affetto di tutti gli entomologi e stampati lavori originali
52
di entomologia di non oltre quattro pagine di stampa. Le adesioni, ac-
compagnate da una quota di almeno 50 frs, e i lavori dovranno essere
indirizzati non oltre il 15 Maggio p. v. a M. Lucien îBerland, 45 bis,
rue de Buffon, Paris (5e). I sottoscrittori riceveranno una copia del
libro giubilare.
La nostra Società parteciperà a questa bella onoranza per un En-
tomologo tanto illustre e tanto benemerito.
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
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I -SUPPLEMENTUM Ea»
Rivolgersi: Prof. Antonio Porta, Corso 0. Raimondo 6, San Remo
TARIFFA DELLE: INSERZIONI
SULLA COPERTINA DELLE PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ
Minimo 10 copertine all'anno - prezzi netti per tutto
l’anno da pagarsi anticipati al Tesoriere.
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Scatole per preparazioni microscopiche
I Cartelle per erbario
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Scatole per minerali, roccie, fossili, conchiglie,
| prodotti industriali, sementi, ecc.
Scatole per tubi a disposizione verticale eorizzontale
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e
pubblica dieci volte l’anno A Conto corrente colla Posta
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BOLLET TINO SA -
DELLA.
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
\ | Votume LXVIL.
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ATTI SOCIALI : ì
Comunicazioni scientifiche: Lodovico Straneo : Note sui “Piejost his:
| paleartici. 2*. Due nuovi: Haptoderus dell’ Asia. occidentale. —
Fabio Invrea: Crisidi raccolti nell’ Isola di Cipro dal Sig. Mauro-
moustakis (Hymen. Chrysididae) — Giulio Trinchieri: Asserzioni
“gratuite. La tignola della ‘patata e la cocciniglia di San Josè in
- Italia?. — Prof. Giulio Moretti : Chironomidi italiani: subg. Pro-
diamesa. — Fabio Invrea: Missioni scientifiche del Prof.. Edoardo
Zavattari nel Sahara Italiano (1933- -34): Mutillidi e Crisidi,. —
M. Salfi: Missione scientifica del Prof. Edoardo Zavattari nel
Sahara Italiano (1934): Contribuzione alla conoscenza degli Ortotteri
- Libici. 8. Ortotteri di Marada, sg; Gialo e Cufra. — Fabio
Invrea: Recensione.
Rassegna delle Pubblicazioni ri Giri _—____—t_
Lupovico STRANEO
NOTE SUI “ PTEROSTICHUS ,s PALEARTICI. 28
Due nuovi Z/pfoderus dell'Asia occidentale
Pterostichus (Haptoderus) barlensis n. sp.
Attero, poco convesso, poco lucente, di colore bruno piceo negli
esemplari perfettamente maturi, con epipleure, apice e sutura delle
elitre di colore più chiaro, ed antenne, parti boccali e zampe interamente
ferruginee.
Capo piccolo, allungato, con occhi ben convessi e solchi frontali
mediocremente profondi, punteggiatura limitata ai soli solchi frontali;
tempie convesse, lunghe circa la metà degli occhi, carena sopraoculare
moderata, poco ingrossata anteriormente. Antenne pubescenti dal 40
articolo, lunghe e sottili ad articoli subcilindrici, oltrepassanti di molto
— la base del pronoto.
Pronoto piccolo, pochissimo convesso, cordiforme, quasi così lun-
go come largo, con doccia strettissima; la massima larghezza a 3/5
dalla base, angoli anteriori pochissimo prominenti, un poro setigero
lungo l'orlo laterale, uno negli angoli posteriori; orlo anteriore poco
incavato; ai lati arrotondato uniformemente per 4/5 della sua lunghez-
za, presso la base fortemente sinuato, in modo che gli angoli poste-
riori risultano retti o un poco acuti, anteriormente e posteriormente
99
non molto ristretto: posteriormente largo come la testa cogli occhi,
anteriormente poco di più; base rettilinea, non orlata che presso le
fossette basali; di queste, quella interna ben incisa, l’esterna meno
profonda, lunga circa la metà dell’interna. Solco longitudinale piuttosto
variabile, in alcuni esemplari raggiunge la base, in altri si arresta no-
tevolmente prima: la punteggiatura è quasi nulla o in ogni modo
completamente limitata alle fossette basali: un poro setigero lungo
l’orlo laterale, nella prima metà: un altro negli angoli posteriori.
Elitre strette e lunghe, poco convesse, in ovale molto allungato e
perfettamente regolare; angolo omerale arrotondato, all’apice debol-
mente sinuate e smarginate: la massima larghezza è raggiunta a circa
metà della lunghezza ed è 1,4 volte quella del pronoto: la lunghezza
è 2,35 volte quella del pronoto: il rapporto tra la lunghezza delle
elitre e la loro massima larghezza è 1,75; agli omeri sono un po’ più
larghe del pronoto: doccia stretta; strie discretamente incavate, assai
moderatamente punteggiate; interstrie quasi piane; tre punti nella 3
interstria dei quali il primo pochissimo avanti la metà delle elitre; tutti
e tre addossati alla 2% stria. Stria scutellare variabile, generalmente
corta, ma ben evidente; talora quasi rudimentale.
Zampe sottili ed agili; il primo articolo dei tarsi posteriori ben
carenato, il 2° ha solo un accenno di carena. Onichio con setole.
Episterni del pro -, meso - e metatorace fortemente punteggiati, i
primi sterniti ben punteggiati ai lati, gli altri lisci: l’ultimo sternite
del Y presenta quasi sempre una impressione più o meno larga, ma
superficiale tra i pori setigeri (uno per lato nel 57, due per lato nella
Q) e un po’ rugosa. Appendice prosternaie suli orlata.
Microscultura: sul. pronoto fina, spesso poco visibile formata da
reticolato trasversale: nelle elitre ben visibile a maglie poligonali quasi
regolari.
Organo copulatore del x molto simmetrico, piegato fortemente a
meno di un terzo della lunghezza, poi regolarmente curvato e rastre-
mato; visto di profilo appuntito, visto dal dorso arrotondato all’apice,
non contorto; paramero superiore a guisa di foglia circolare; l’inferiore
breve, largo alla base, si restringe fino a poco meno della metà, poi
si riallarga, come una clava.
Lunghezza: 7,2 - 8,5 mm.
Tipo: un x? dei monti di Barla a NE di RS nella Pisidia (Asia
Min.): cotipi 11 es. (Y e ©) della stessa località (leg. L. Weirather).
Nella mia collezione.
100
Questa nuova specie si differenzia da tutti gli /Zapfoderus che io
conosco per la grande strettezza: il pronoto piccolo e quasi quadrato
contribuisce a far sembrare ancora più snella questa specie. Dalle
descrizioni sembra che il solo Haptoderus stomoides si accosti un
poco a questa nuova specie, la quale - peraltro differirebbe dallo sto-
moides per gli occhi più convessi, le elitre ovali (e non parallele), la
leggera depressione con rugosità all’ultimo sternite del x (nello sto-
moides semplice), per la punteggiatura forte dello sterno (nello sformzoi-
des debole) etc.
Pterostichus (Haptoderus) euxinus n. sp.
Attero, poco convesso, completamente bruno rossiccio, molto lu-
cido, un po’ iridescente sulle elitre, colle antenne, parti boccali e
zampe più chiare.
Capo di grandezza normale, liscio, occhi debolmente convessi; essi
non. si distaccano dalla convessità delle tempie, che sono lunghe circa
2/3 degli occhi: solchi frontali quasi lisci; carena sopraoculare moderata;
antenne robuste oltrepassanti di poco la base del pronoto.
Pronoto ampio, depresso, specialmente nella parte basale; poco
più largo che lungo, ai lati arrotondato, colla massima larghezza a circa
2/3 dalla base, doccia abbastanza larga, un po’ allargata posteriormente;
lati non distintamente sinuati verso la base che è ben orlata tra
le fossette basali e il margine esterno: orlo anteriore poco incavato, con
angoli anteriori un po’ prominenti, arrotondati; angoli posteriori
evidentemente ottusi; base ben incavata nel mezzo: impressione longi-
tudinale semplice, non raggiungente la base del pronoto: impressione
basale interna profondamente scavata, l’esterna un po’ meno, lunga poco
meno della metà dell’interna: punteggiatura debole, quasi comple-
tamente limitata all’intorno delle fossette: alla base poco più largo
della testa cogli occhi: un poro setigero lungo l’orlo laterale, nella
prima metà, un altro agli angoli posteriori.
Elitre con angolo omerale marcato, con doccia larga; leggermente
ovali, aventi la massima larghezza a circa metà della lunghezza; il
rapporto tra la lunghezza delle elitre e la loro massima larghezza è
1,53. Le elitre sono lunghe 2,1 volte il pronoto, all’apice debolmente
sinuate; strie liscie, intervalli poco convessi; tre punti nella 3* interstria,
il primo nel quarto anteriore, addossato alla 3* stria, gli altri due
addossati alla seconda. La striola scutellare, posta tra la sutura e la
prima stria, è completamente sviluppata; alla base della 1 stria, vi è
un grosso punto ombelicato.
101
Zampe molto lunghe e sottili; tarsi posteriori col primo articolo
debolmente solcato; onichio con setole.
Inferiormente sterni ed episterni del pro -, meso - e metatorace ben
punteggiati; sterniti lisci; l’ultimo di essi con una lieve depressione (9)
_e con due punti setigeri per parte (9). Appendice prosternale non
orlata.
Microscultura debolissima, sul disco delle elitre non distintamente
visibile anche a forte ingrandimento; sul declivio elitrale appena visibile
a forte ingrandimento, formata da lineette vicinissime, parallele, quasi
rettilinee.
Lunghezza 9,3 - 9,5 mm., largh. 3,5 mm.
Tipo: una: 2 (nella mia collezione) di Trebisonda (Mar Nero);
cotipo una 9. della stessa località, raccolta nel 1862 da G. Doria ed
appartenente alle collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di
Genova
Maschio sconosciuto. Questa n. sp. si differenzia a prima vista
dagli altri /Zaptoderus per i caratteri: microscultura ridottissima e con-
seguente lucentezza delle elitre: strie liscie, stria scutellare sviluppata com-
pletamente; caratteri che, unitamente alle dimensioni, caratterizzano questa
nuova specie in modo indubbio. La lucentezza e leggera iridescenza
sembra, dalle descrizioni, essere posseduta anche dall’Hapt. iripennis
Chd.: ma esso non è confondibile, non foss’altro che per le dimensioni.
*
* *
Reitter, nella descrizione dell’Haptoderus percontator scrive che
le specie del subgen. /7apfoderus mancano di stria scutellare o la pos-
seggono rudimentale: probabilmente anch’egli, come quasi tutti gli
entomologi che hanno dovuto occuparsi degli /apfoderus, non ha
veduto che poche delle specie descritte e riportate dai cataloghi. È
certo che varî /7aptoderus hanno striola scutellare abbastanza bene
sviluppata (p. es. acrogonus).
Haptoderus insidiosus Fairm. A questa specie attribuisco 4 es.
(3, 2 2) dei monti Tmolos nella Lydia (Asia min.) (leg. Weirather)
Essi corrispondono alla descrizione di Fairmaire, nella quale peraltro
sono messi in rilievo caratteri insignificanti o affatto generali e non
sono invece menzionati altri importantissimi. In tale specie il capo è
proporzionalmente piccolo con occhi poco convessi; la striola scutel-
lare manca completamente in 3 esemplari ed è appena accennata nel-
l’altro: l’appendice posternale è assai fortemente orlata; l’organo
copulatore del g” è tozzo, visto di profilo appuntito; visto dal dorso,
102
la porzione apicale si presenta contorta, coll’apice foggiato a cucchiaio.
Ringrazio il Dott. F. Capra di avermi aiutato nella ricerca delle
diagnosi dei vari Haptoderus, e i Signori Andrewes e Jedlicka che mi
hanno gentilmente comunicato materiale di confronto.
FABIO INVREA
CRISIDI RACCOLTI NELL'ISOLA DI CIPRO
DAL SIG. MAUROMOUSTAKIS
(Hymen. Chrysididae )
Avendo avuto occasione di esaminare un piccolo lotto di Crisidi
raccolti dal Sig. Mauromoustakis nell’ isola di Cipro, nella quale risiede,
e da lui inviati parte al Museo Civico di Genova e parte al Prof. Dante
Prestifilippo di Milano, che ringrazio per le cortesi comunicazioni, ho
ritenuto utile pubblicare |’ elenco delle specie osservate, perchè, a quanto
mi risulta, i Crisidi di Cipro sono poco noti e assai scarse sono le
citazioni che ho trovate negli autori da me consultati. Il compianto
Dott. Trautmann ha pubblicato nel 1929 (“ Konowia ,,, Vol. VIII, 1929,
pp. 154-158) un elenco di 24 specie e varietà, avute dallo stesso Sig.
Mauromoustakis, con la descrizione di qualche forma nuova. Prima di
lui il Du Buysson (Ann. Soc. Entom. di Francia, Vol. LXVI, 1897,
pp. 518-580), nell’ illustrare i Crisidi del Museo di Parigi, ha fatto co-
noscere nove Crisidi ciprioti, appartenenti all’ ex collezione Sichel, e
tra essi una nuova specie e una nuova varietà. Qualche altra citazione
si trova nelle monografie del Mocsary, del Du Buysson e del Trautmann,
nel fascicolo Crysididae (H. Bischoff) del ‘“ Genera Insectorum,, e in
due altre ‘pubblicazioni del Mocsary e del Trautmann (vedere in calce
elenco bibliografico). |
In questa mia nota sono elencate 26 forme delle quali 9, segnate
con un asterisco, non mi risultano ancora citate per Cipro. Aggiungendo
le specie indicate dagli autori sovranominati e non comprese anche nel
mio elenco, il totale delle specie e varietà cipriote ascende a 44. Il nu-
mero che nelle citazioni segue il nome di ogni autore si riferisce
all’ elenco bibliografico in calce.
103
Fam. Chrysididae
Gen. ELLAMPUS Spin.
Ellampus politus Buyss. - Limassol, aprile; Cherkes, luglio.
Ellampus auratus L. var. abdominalis Buyss. - Limassol, aprile e ottobre.
* Ellampus auratus L. var. ? - Limassol, agosto.
* Ellampus biaccinctus Buyss. - Limassol, aprile.
* Ellampus biaccinetus Buyss. var. Gasperiniî Mocs. - Limassol, aprile.
Gen. HoLOPYGA Dahlb.
* Holopyga fervida Fab. - Episcopi, maggio.
Holopyga gloriosa Fab. var. ignicollis Dahlb. - Limassol, aprile.
Holopyga gloriosa Fab. var. punctatissima Dahlb. - Limassol, aprile,
agosto e settembre; Cherkes, Luglio.
Gen. REDYCARUM Latr.
Haychrum lucidulum Fab. var. aureicolle Mocs. - Cherkes, luglio, 2 99.
Gen. PSEUDOCHRYSIS Semen.
Pseudochrysis pallidicornis (Spin.). - Limassol, agosto; Cherkes, luglio.
Esemplari più vicini alla varietà c/A/oris Mocs. che alla forma tipica.
Gen. SPINTHARINA Semen.
* Spintharina vagans (Rad.). - Limassol, agosto; Cherkes, luglio.
Gen. cHRYSIS L.
Chrysis (Holochrysis) varicornis Spin. - Limassol, giugno. Antenne
scure, come già aveva osservato il Trautmann negli esemplari da
lui esaminati.
* Chrysis (Holochrysis) sulcata Dahlb. - Limassol, giugno; Cherkes,
luglio.
* Chrysis (Monochrysis) Leachii Shuck. - Limassol, giugno, agosto
e settembre.
104
* Chrysis (Tetrachrysis) Ragusae De Stef. - Limassol, agosto. Una die-
cina di esemplari, in prevalenza 9 $. - Questa specie, che si era
ritenuta endemica della Sicilia, ha invece un’ area di diffusione
assai estesa. D'Italia io la posseggo o l'ho vista di Liguria,
Piemonte, Emilia, Toscana, Lazio, e Puglie. Trautmann ha sta-
bilito che le C. faurica Mocs., monochroma Mocs. e Paveli Mocs.
vanno poste in sinonimia colla Ragusae, al quale nome spetta la
priorità, e vengono così ad aggiungersi all’ habitat della specie la
Crimea, la Grecia e ’ Ungheria meridionale. Vi sono inoltre cita-.
zioni per la Macedonia, 1 Albania e la Dalmazia.
* Chrysis (Tetrachrysis) inaegualis Dahlb. var. caucasica Mocs. - Li-
massol, settembre; Cherkes, luglio.
Chrysis (Tetrachrysis) comparata Lep. var. orientalis Mocs. - Cherkes,
luglio, 2 g 7. Già citata dal Du Buysson (3).
Chrysis (Tetrachrysis) maculicornis KI. var. annulata Buyss. - Cherkes,
luglio, 2 gd.
Chrysis (Tetrachrysis) incisa Buyss. var. cypria Traut. - Limassol,
maggio e giugno, g e 9; Cherkes, luglio, g° e £. Lascio a questa
forma cipriota il nome particolare datole dal Trautmann, quan-
tunque i caratteri differenziali dalla forma tipica sieno di poco
conto e non costanti.
-Chrysis (Tetrachrysis) bidentata L. - Cherkes, luglio, 9.
Chrysis (Tetrachrysis) bidentata L. var. consanguinea Mocs. - Limassol,
aprile, 3 2 È.
Chrysis (Tetrachrysis) bidentata L. var. cypria Buyss. - Cherkes,
luglio, 1 gt.
Chrysis (Tetrachrysis) splendidula Dhlb. - Limassol, agosto e ottobre.
Probabilmente è queta specie cha il Trautmann ha citata di Ci-
pro col nome di sp/endidula Rossi (= cyanopyga Dhlb.) È noto
che il Trautmann ha fatto delle due forme una specie sola, parere
che io: non condivido.
Chrysis (Tetrachrysis) scutellaris Fabr. var. judaica Buyss. - Ckerkes, lu-
glio, 3° e 9. Lo stesso Trautmann ha riunito la judaica del Du
Buysson alla scufellaris Fab. come semplice varietà. Lascio per
ora la questione impregiudicata, non avendo sott'occhio sufficiente
materiale, per quanto io propenda a credere che l’accostamento
sia un po’ arbitrario e che la bella forma, dal Du Buysson descritta
105
di Cipro, debba di conseguenza mantenere la sua individualità
specifica.
Chrysis (Hexachrysis) lyncea F. - Limassol, agosto e Cherkes, luglio,
200. Esemplari a colorazione bleuastra e piuttosto piccoli.
Le specie citate dai vari autori e non comprese nell'elenco sono:
Holopyga fervida Fab. var. cypria Traut. - teste Trautmann (8).
Hedychridium roseum Rossi - testibus Du Buysson (2) et Trautmann (7)
Hedychrum Mavromoustakisi Trautm. - teste Trautmann (8).
Stilbum splendidum Fab. - teste Trautmann (8).
Euchroeus Doursi Grib. (== egregius Buyss. sec. Traut.) - testibus
Mocsary (4), Du Buysson (2), Bischoff (1) et Trautmann (7).
Pseudochrysis incrassata Spin. (= cyanura Dhbl. sec. Traut.) - testibus
Du Buysson (3) et Trautmann (7). |
Chrysis (Holochrysis) separanda Mocs. - testibus Moscary (4) et Du
Buysson (2).
Chrysis (Holochrysis) oraniensis var. braumsiana Traut. - teste Traut-
mann (8).
Chrysis (Trichrysis)scioensis, Grib. (= cypria Mocs. sec. Traut.) - testibus
Mocsary (5), Bischoff (1) et Trautmann (8).
Chrysis (Tetrachrysis) comparata Lep., teste Trautmann (8).
— Chrysis (Tetrachrysis) ina L. var. cypria Traut., teste Trautmann (7 e 8).
Chrysis (Tetrachrysis) ignita L. var. uncifera Ab., teste Du Buysson (3).
Chrysis (Tetrachrysis) ignita L. var. comta FOrst., teste Du Buysson (3).
Chrysis (Tetrachrysis) chrysoprasina Fòrsi var. Kertészi Traut. teste
Trautmann (6, 7 e 8).
Chrysis (Tetrachrysis) succinceta L. var. Mavromoustakisi Traut., teste
Trautmann (8).
Chrysis (Tetrachrysis) Grohmanni Dahbl., teste Trautmann (8).
Chrysis (Tetrachrysis) Grohmanni Dahlb. var. Bolivieri Mercet, teste
Trautmann (8).
106
Chrysis (Hexachrysis) micans Rossi (= sexdentata Christ.), teste Traut-
mann (8). |
BIBLIOGRAFIA
1. Bischoff H. 1913 — Hymenoptera, Fam. Chrysididae. Genera Inse-
ctorum, dirigés per P. Wytsman. Fasc. 151; 1913. |
2. Du Buysson R. 1891 - 01 — Les Chrysides. Species des Hymé-
noptères d'Europe et d’Algerie, par E. Andrè, Tome VI. Gray, 1891.
3. Du Buysson R. 1897 — ZEfude des Chrysidides du Muséum de
Paris. Ann. de la Soc. Entom. de France, Vol. LXVI. 1897, pp.
518-580.
4. Mocsary A. 1889 — Monographia Chrysididarum orbis terrarum
universi. Budapestini, 1889.
5. Mocsary A. 1902 — Species aliquot Chrysididarum novae. Termés-
zetrajzi Fiizetek, XXV, 1902, pp. 339-349.
6. Trautmann W. 1926 — Untersuchungen an einigen Goldwespen-
formen. Entomol. Ztschr. Frankf. a M., Vol. 40,1926, pp. 4-12.
T.Trautmann W. 1927 — Die Goldwespen Europas. Weimar, 1927.
8. Trautmann W. 1929 — Beifrag zur Kenntnis der Goldwespen
Cyperns. Konowia; VIII, 1929, Heft 2, pp. 154-158.
GIULIO TRINCHIERI
Asserzioni gratuite
LA TIGNOLA DELLA PATATA E LA COCCINIGLIA
DI SAN JOSÈ IN ITALIA ?
Con notificazione 11 marzo 1935, n. 13308/II, il ministro dell’ A-
gricoltura jugoslavo; vedute le relazioni dei proprî organi competenti,
ha disposto la pubblicazione dell'elenco dei Paesi europei e estraeuro-
pei che, nell’anno 1935, sono da considerare come contaminati dalla
rogna nera (Synchytrium endobioticum), dalla dorifora (Leptinotarsa
decemlineata) e dalla tignola della patata (Phthorimaea operculella), non
che dalla cocciniglia di San Josè (Aspidiotus perniciosus).
Del piccolo servigio che tale elenco potrebbe renderci all'occorrenza,
tutti quanti seguiamo per dovere d’ufficio le questioni fitopatologiche
107
all'ordine del giorno dovremmo dichiararci grati a chi. l’ha compilato
e a chil’ha sanzionato se già alla prima lettura il documento stesso non
risultasse oltre che incompleto affatto inesatto nei riguardi del nostro e
d’altri Paesi. |
Non sappiamo, per esempio, da qual mai fonte i tecnici jugoslavi
abbian attinto la notizia che la Sicilia sia infestata presentemente dalla
tignola della patata.
Tra parentesi aggiungeremo che nell’analoga notificazione mini-
steriale 31 gennaio 1934, n. 4561/II, VItalia tutta intera era additata
come un paese immune da /Az4. operculella e da altri temibili parassiti.
E tale il territorio italiano è ritenuto tuttora anche dai nostri en-
tomologi.
Il manuale redatto dal personale della R. Stazione d’Entomologia
agraria in Firenze, sotto la direzione di Antonio Berlese, osserva: « In
Italia non esiste, benchè Maxwell-Lefroy e Evans abbiano accusato
proprio le patate italiane di aver introdotto questa Tignola in India.
Pare che durante la guerra mondiale patate estere infette fossero sbar-
cate in Italia, ma la specie non vi si diffuse » (1).
A questo proposito non è fuor di luogo rilevare che già molti anni
prima il Picard, nell’importante memoria dedicata a questo Microlepi-
dottero, aveva per conto suo, e ripetutamente, dubitato del fondamento
dell’asserzione dei due autori britannici dianzi ricordati (2).
D'altra parte, proprio di recente il Della Beffa ha confermato quel
che già sapevamo. Infatti egli nota: « In Italia questa dannosa Tignola
non si è ancora diffusa» (3).
Non basta: il decreto ministeriale 3 marzo 1927, che disciplina la
vigilanza su l'importazione dall’estero di piante, parti di piante, semi
e altri prodotti vegetali, soggetti a controllo fitosanitario, sancisce all’ar-
ticolo 8, lettera e, il divieto di importazione e di transito, in Italia, di
tuberi di patata, frutti e parti verdi d’ogni specie di Solanacee (pomo-
doro, melanzana, peperone, ecc.) da tutti i paesi esteri appunto allo
scopo di prevenire, tra l’altro, l'introduzione della tignola.
Com’è noto, prima di questo era in vigore, in Italia, il decreto mi-
(1) R. STAZIONE DI ENTOMOLOGIA AGRARIA IN FIRENZE. - Entomologia
agraria. Manuale sugli insetti nocivi alle piante coltivate, campestri, orticole ed ai loro
prodotti e modo di combatterli. Seconda edizione. Firenze, Mariano Ricci, 1924, p. 302.,
(2) PICARD F. La teigne des pommes de terre (Phfhorimaea operculella). Annales
du Service des Épiphyties, Paris, 1913, tome I, p 106-176, fig. 10-33, passim.
(3) DELLA BEFFA GIUSEPPE. I parassiti animali delle piante coltivate od utili, -
Milano, Ulrico Hoepli, 1934, vol. II, p. 551.
108
nistertiale 21 febbraio 1921. Orbene, la disposizione ministeriale 7 feb-
braio 1925, n. 7910, che consentiva il transito delle patate maltesi in
deroga alle norme dettate dal decreto del 1921, esigeva, da parte
del Governo di Malta, la dichiarazione d’immunità del proprio territorio
anche da PAfh. operculella.
Le deroghe alle norme del decreto ministeriale 3 marzo 1927, con-
sentite dalle disposizioni ministeriali 18 ottobre 1927, n. 45012 - riguar-
dante il transito delle patate di provenienza (origine) dall’ Austria, dalla
Jugoslavia e dall'Ungheria per limbarco nel porto di Trieste e per
destinazione fuori d’Italia - e 25 gennaio 1928, n. 4755 - concernente
l'importazione delle patate ungheresi e austriache - sono anch’esse su-
bordinate, tra l’altro, alla precisa garanzia che le spedizioni siano ac-
compagnate da un certificato ufficiale d’origine e d’immunità anche
dalla tignola.
E il più recente provvedimento italiano, cioè il decreto ministeriale
12 luglio 1935, che fissa le norme per l'importazione eccezionale e
temporanea dall’ estero delle patate da semina per la campagna agraria
1935 - 36, stabilisce all’articolo 2 che le patate stesse dovranno provenire
da località immuni da varî parassiti ivi compresa PAéh. operculella.
*
RETTORE
Con ire successive note ho cercato modestamente di ristabilire la
verità e l'esattezza dei fatti intorno alla presente diffusione della cocci-
niglia di San Josè con particolare riguardo all’Europa (1).
Con i testi originali alla mano, ho dimostrato in maniera irrefuta-
bile che P. Lesne, P. Vermeil e A. Jacazio non hanno mai segnalato
la presenza d’ A. perniciosus in Francia dapprima e poscia nella sua
parte meridionale, nell'Africa del Nord e in Italia (Salerno), contraria-
mente a quel che riferiscono i riassunti che dei loro lavori, mal inter-
petrati, ha pubblicato a suo tempo 7%e Review of Applied Entomology
(Series A: Agricultural) di Londra.
Non è improbabile che, come gli altri autori stranieri dei quali ho
fatto menzione nelle tre precedenti note, anche i tecnici jugoslavi ab-
(1) TRINCHIERI GIULIO. Aspidiotus perniciosus Comst. (Hemipt. Coccidae). Bol-
lettino della Società Entomologica Italiana, Genova, 1933, vol. LXV, n. 7, p. 169.
TRINCHIERI GIULIO. Intorno alla presente diffusione d’Aspidiotus perniciosus in
Europa. /bidem, 1934, vol. LXVI, nn. 1-2, pp. 20-21.
TRINCHIERI GIULIO. Ancora intorno alla presente diffusione d’Aspidiotus perni-
ciosus in Europa. /bidem, n. 10, pp. 267-268.
Se
109.
bian ritenuto fonti documentarie sufficienti e sicure per la compilazione
del loro elenco quei riassunti della Rivista londinese.
Ciò spiegherebbe come e perchè l’ultima notificazione jugoslava
consideri quali Paesi presentemente infestati dalla cocciniglia di San
Josè l’Austria, l’Ungheria, la Romania, la Spagna, il Portogallo, la Francia
meridionale e l’Italia, e includa l'Algeria fra quelli estraeuropei ugual-
mente colpiti dallo stesso parassita.
Appunto a proposito dell’ultimo Paese ora nominato, non è inop-
portuno d’aggiungere che con decisione ministeriale 24 maggio 1935,
n. 97029, la Romania ha riconosciuto ufficialmente che l'Algeria dev’es-
sere considerata immune da A. perniciosus, perchè tale cocciniglia non
è stata segnalata colà fino ad oggi. i
D'altra parte, dell’inesattezza dell’elenco jugoslavo nei riguardi del-
l’Italia ecco un’indiretta quanto recentissima conferma. In un articolo
d’indole affatto generale, apparso in luce il 12 maggio 1935, il dottor
G. Costantino, già addetto al R. Commissariato generale anticoccidico
e ora alla R. Stazione sperimentale di frutticoltura e d’agrumicoltura
in Acireale, rileva ad un certo punto: « Soltanto gli specialisti entomo-
logi posssono distinguere, per esempio, la Formica argentina [/ridomyr-
mex humilis| - assai dannosa in alcune zone della Riviera Ligure, dei
dintorni di Roma e della Penisola Sorrentina (Meta, Sorrento e Piano
di Sorrento) - dalle altre specie di formiche indigene, raramente molto
dannose, o almeno tanto dannose quanto quella; la dannosissima Coc-
ciniglia di San Josè (Aornidiella perniciosa Comst.) - che per fortuna
non è apparsa ancora in Italia - da una qualsiasi delle cocciniglie vi-
venti da noi sul pesco o sul pero, ecc.» (1). (Si noti: il corsivo dell’in-
ciso qui sopra è del Costantino stesso).
Ma oltre che inesatto, come si è detto, il documento jugoslavo è
anche incompleto.
Infatti, chiunque si tiene al corrente della letteratura dell’argomento
non ignora già da tempo che la stessa Jugoslavia è citata con insi-
st. Ga diverse parti, e persino in varî testi legislativi, tra i Paesi
dove si trova la cocciniglia di San Josè.
(1) COSTANTINO GIORGIO. La difesa delle piante coltivate dagli insetti e da al-
tri animali nocivi. Giornale di Agricoltura della Domenica, Roma, 1935, anno XLV, n.
19, p. 180.
DL | 3
E invero, il decreto 11 giugno 1933, che estende alle spedizioni
dalla Romania i provvedimenti già adottati dal Governo tedesco contro
altri Paesi per impedir l’introduzione d'A. perniciosus nel Reich, di-
spone altresì che le piante vive e le loro parti, le frutta fresche e i loro
residui provenienti dalla Jugoslavia non potranno essere importati se
non a traverso determinati ufficî doganali e alla condizione esplicita
che l'ispezione eseguita all'entrata non abbia rivelato o fatto sospettare
la presenza della cocciniglia di San Josè.
Con successivi decreti 1° e 15 marzo 1934 lo stesso Governo vieta,
per lo stesso motivo, l’importazione dalla Jugoslavia di piante vive. e
loro parti, non che del materiale che abbia servito al loro imballaggio
o alla loro conservazione, mentre conferma le precedenti disposizioni
per quel che riguarda le frutta fresche e i loro residui di provenienza
jugoslava.
Il decreto tedesco 23 novembre 1934, poi, rende pubblico un nuovo
elenco degli ufficî doganali incaricati d’ispezionare, sempre nei riguardi
d’A. perniciosus, le frutta fresche e i loro residui provenienti dalla Jugo-
slavia, non che le piante vive e loro parti delle quali sia consentita
eccezionalmente l’importazione.
Inoltre la Palestina — completati per mezzo del “Plant Protection
Order, 1935,,, in data del 29 marzo 1935, due analoghi provvedi-
«menti legislativi del 26 febbraio e del 6 settembre 1934 — consente
l'importazione dalla Jugoslavia di piante e frutti di melo e pero, a
patto che le spedizioni di tali prodotti vegetali sian accompagnate
da un certificato firmato da un funzionario del Servizio fitopatologico
del paese d’origine, attestante ch’ essi sono esenti da A. perniciosus.
Dall'altro canto, Thiem e Gerneck, indicando in un particolareg-
giato studio pubblicato nel novembre del 1934 la distribuzione geo-
grafica della cocciniglia di San Josè, non omettono di registrare la
Jugoslavia tra i Paesi che ne sono colpiti. (1).
E il Wahl, che dal 1931 segue molto da vicino il comportamento
d’A. perniciosus in Austria, non esita a scrivere, proprio all’inizio
d’aprile def 1935, quel che segue: < Ausser den siidlichen Laindern Spa-
(1) THIEM H. und GERNECK R. Verbreitung, Entwicklung und Bestimmung der
bisher in Deutschland aufgefunden Austernschildliuse (Aspidiotini) unter Einschluss der
roten Austernschildlaus (Epidiaspis betulae) und der San José-Schildlaus (Aspidiotus per-
niciosus). Zeifschrift fiir Pflanzenkrankheiten (Pflanzenpathologie) und Pflanzenschutz,
Stuttgart 1934, 44. Bd., Heft 11, S. 542,
Do
111
nien und Portugal sind es vor allem auch mitteleuropàische Staaten,
indem ausser Ungarn und Osterreich im Laufe der Zeit noch Rumaànien
und Jugoslavien als befallen erkannt wurden» (1).
E qui faccio punto, per ora.
Pror. GiuLio MORETTI
Regia Università di Milano - Istituto di anatomia e Fisiologia comparate
diretto dalla Prof. R. Monti
CHIRONOMIDI ITALIANI: SUBG. PRODIAMESA
Nel mio precedente lavoro « Chironomidi italiani: Chironomus
Thummi Kieff. » accennavo al fatto che le larve del Chir. Thummi, cat-
| turate in inverno nelle rogge di Bergamo, « si trovano sempre negli
stessi ambienti biologici di una forma larvale pure della F. Chironomi-
dae, di colore bianco grigiastro, con le lamine, situate presso la base
del labio, fornite di numerosi sottili peli sporgenti molto all’infuori
del margine delle lamine stesse. » Anche M. Comas, in precedenza,
trovava tra le numerose larve rosse di Chir. Thummi che provenivano
da piccoli corsi d’acqua dei dintorni di Parigi, delle larve bianche. M.
Comas ha descritto queste larve, ne ha seguito lo sviluppo, ne ha il-
lustrato lo stato ninfale: allo stato di imago poi, sono state identificate
da M. Goetghebuer come Prodiamesa notata. (Nel testo originale di
M. Comas è descritta la forma come Prodiamesa notata Meigen: nella
Faune de France, Diptères Chironomidae, IV, a pag. 153, la stessa
larva, descritta da M. Comas, è riferita integralmente come P. olivacea
Meigen).
Orbene: io pure ho seguito la metamorfosi delle larve biancastre
che avevo catturato con quelle di Chkir. Thummi: i caratteri della forma
larvale e ninfale corrispondono a quelli riferiti da Comas per la Pro-
diamesa notata: così pure quelli dell’imago corrispondono alla descri-
zione data da M. Goetghebuer per la P. olivacea.
A latitudini notevolmente diverse dunque, come Bergamo e Parigi,
le larve di Chir. Thummi e di P. olivacea conservano una certa comu-
nità di habitat. Ma la comunità di medium biologico tra le dette forme
(1) WAHL BRUNO. Erfahrungen iiber die San jJosé-Schildlaus. Nackrickhtenblatt
fiir den Deutschen Pflanzenschutzdienst, Berlin 1935, 15. Jahrg., Nr. 4, S. 40.
112
larvali si manifesta anche col variare dell’altitudine? Dato che le larve
di Chir. Thummi possono adattarsi anche a regioni prossime ai 2000 .
metri, come ho potuto accertare con. le mie ricerche al Passo del To-
nale, e considerata, d’ altra pafte, la grande facilità di adattamento delle
Diamesinae alle regioni fredde del globo. Il nostro Bezzi infatti ha
catturato alla fine di luglio, al lago Peraciaval (Alpi Graie, 2700 -
2800 m.), imagini di Prodiamesa nivicola: il 6 Agosto 1926 Leger ha
raccolto larve di Syrndiamesa nivosa nelle Alpi francesi, al ghiacciaio
des Grandes Rousses, ad una altitudine di 2678 m. Ma nel materiale
di Chironomidae, che ho finora catturato oltre i 1200 m. (adiacenze
di Ponte di Legno, alta Val Camonica, 1290 m.j Passo del Tonale,
1810 m.) non ho ancora potuto accertare la convivenza delle due
sovraccennate larve.
Ho potuto seguire tuttavia lo sviluppo di una forma larvale, non
rinvenuta però con larve di Chir. Thummi, certamente riferibile, anche
come ninfa e imago, al subg. Prodiamesa; forma anzi che ripeterebbe
in tutti e tre gli stadi i caratteri della Prodiamesa olivacea, salvo che
per la lunghezza e il colore notevolmente diversi.
Larva: Lunghezza mm. 7,5 - 8. Larghezza 700 |. Colorazione
grigio - sporco, mai lattea come nelle larve della P. olivacea. Negli ul-
timi segmenti addominali diventano visibili al microscopio dei granuli
di color bruno olivaceo che passano ad un colore verdastro nei seg-
menti anteriori. Penultimo segmento addominale senza filamenti bran-
chiali; tubercoli setigeri alti circa 45 |», larghi circa 25 |»: danno
inserzione ad un ciuffo di sette setole che sporgono all'infuori circa
450 |, e portano sulla superficie laterale una corta setola lunga appena
30-35 |. Papille anali in numero di 4: lunghezza media 200 |, larghezza
media 00 ». Pseudopodi posteriori cilindrici, lunghi circa 300 | e
larghi circa 150 |, con uncini giallastri a forma solita di spine di
rosa. Testa un po’ più lunga che larga: lunghezza 460 - 500 x»,
larghezza 370 - 410 |. Macchie oculari ineguali separate ma vicinissime
(2 - 4 wr di distanza): una grossolanamente reniforme è situata un
po’ più in alto dell’altra. Antenna di 4 articoli (Fig. 1): il primo alto
60 - 65 |, largo 20 - 25 »; gli altri insieme 30 - 35 pi, così distribuiti:
il secondo 25 w», il terzo 5 x, il quarto 3 y. Setola antennale lunga
45-48 |; organo anulare del primo articolo vicinissimo alla base;
organi di Lauterborn piccolissimi, sessili. Labio formato da 14
denti (Fig. 2): due mediani corti a margine distale arrotondato, da
ciascun lato un primo dente trilobato che si presenta talora con tacche
così profonde da dare l'impressione di tre denti distinti: questo è più
113
alto di tutti: seguono altri cinque denti decrescenti. Labio provveduto
di lamine paralabiali non striate che danno inserzione ad un ciuffo di
setole grigiastre sporgenti all’infuori per circa 200 pn. Le lamine para-
labiali sono situate in alto ed all’esterno di due orli neri laterali se-
parati da un setto che si prolunga in alto sino ai due denti mediani.
Il labio in alto, le lamine paralabiali ai lati e i due citati orli nera-
stri circoscrivono come un campo gialliccio nel quale verso l’alto si
nota una formazione semilunare con contorno a doppia parete, che
sottende una parte del labio stesso, ed un po’ più in basso si notano
due setole piuttosto lunghe (Fig. 2). Le mandibole presentano al margi-
ne interno cinque denti bruni dei quali il più alto è notevolmente più
sporgente degli altri di quasi eguale lunghezza; verso il margine interno
su una sporgenza giallo - chiara, si nota una spina che arriva fino
all’altezza del quinto dente. Il ciuffo di sei setole, all’incirca di eguale
lunghezza e ramificate dalla parte rivolta ‘verso la base, e la setola
semplice, inseriti sulla mandibola, ripetono i caratteri della figura
di M. Comas. L’ipofaringe presenta un setto di divisione mediano
situato quasi sullo stesso asse di quello del labio: la lamina cen-
trale ha un margine lievemente convesso. Pettine dell’epifaringe con
tre denti. Palpo mascellare con impiantate delle tozze appendici, una
delle quali consta di tre articoli, il basale più largo degli altri due.
Mascella con un ciuffo di setole una delle quali notevolmente più
‘ lunga delle altre.
Ninfa: Lunghezza mm. 6 - 6,5; larghezza circa 1 mm.: notevol-
mente meno largo il penultimo segmento. Colore fondamentale bruno
caffè: le strisce tra i diversi segmenti sono di un colore bianco grigia-
stro, bianchicce sono pure le espansioni membranose longitudinali che
«formano come gli orli laterali dei segmenti: nel penultimo segmento
detta espansione membranosa laterale raggiunge persino la lunghezza
di 110 n. La membrana laterale dell’ultimo segmento (Fig. 3) dà inser-
zione a 40 - 45 setole, disposte a ventaglio e a 4 setole più grosse
e leggermente incurvate. Il penultimo segmento porta sui margini
laterali cinque setole lunghe fin 300 |» (Fig. 4.): le tre prossimali
al segmento anale sono piuttosto vicine, le altre due, meno serrate.
Il settimo segmento porta agli orli 4 setole, delle quali le due me-
diane sono più serrate. Il penultimo segmento è pressochè privo di
spine, il settimo e sesto segmento portano delle spine particolarmente
stipate in vicinanza all’asse mediano: detta formazione spinosa verso il
margine anale del segmento piega ad angolo retto e decorre poi pa-
rallelamente all’orlo posteriore del segmento stesso. Nel quinto, quarto
114
e terzo segmento l'’ammasso mediano spinoso si allarga piuttosto verso
l'estremo cefalico, fino a raggiungere una larghezza di circa 550 p. Se-
tole sparse sui segmenti senza regolarità. Cornetto protoracico di colore
giallastro, arcuato, lungo circa 450 |, largo circa 110 |, terminato in
punta e coperto di spine (Fig. 5).
«Imago: Lunghezza mm. 4,5 - 4,7. Occhi glabri, reniformi. Ultimo
articolo dei palpi considerevolmente più lungo degli altri (225 n); ul-
. timo segmento dell’antenna g' lungo circa 830 |:, mentre tutti gli altri
insieme non misurano che 370 |. Mesonoto, metanoto, mesosterno,
di colore bruno intenso; pleure di color giallo caffè con macchie più
nere, tergite bruno, sternite giallo grigiastro. Nervature delle ali (Fig.
6) coperte di peli robusti, quasi piccole spine, che cadono però facil-
mente, rimanendone solo il punto d’inserzione sulla R* e sulla R°. Ap-
pena all’interno del distacco della R? si nota un brevissimo tratto d’u-
nione tra R' e R’, lungo circa 40 p. M-Cu presente e situata prima della
biforcazione della cubitale, alta circa 105 || e meno larga della radio-
mediana che è lunga circa 200 | e larga circa 13 |. Zampe di colore
giallastro negli articoli prossimali: il colore va diventando bruno o
quasi nero verso gli articoli distali. Tibia anteriore fornita di uno
sperone: lunga circa 1610 |; metatarso anteriore lungo circa 1400 |;
penultimo articolo del tarso lungo 370 |», ultimo lungo 220 n. Tibia
intermedia fornita di due speroni della lunghezza di circa 65 - 70 n,
lunga all’incirca 1400 |; metatarso della tibia intermedia lungo circa
700 ».. Tibia posteriore fornita di speroni e pettine caratteristici delle
Orthocladiarie, lunga ‘1900 » circa; metatarso lungo 1050 y.
L’ipopigio £ (Fig. 7) presenta l’articolo basale fornito su tutta la
superficie di lunghi e rari peli alquanto sporgenti all'infuori; in alto
un'appendice con uncino, ben visibile dal lato ventrale; l’uncino si di-
stingue facilmente pel suo colore nero intenso. Più in basso un’appen-
dice a contorno grossolanamente curvo, a contorno giallo chiaro, a super-
ficie rivestita di peli piuttosto fitti, corti, sottili. L'articolo terminale non
continua la direzione dell’articolo basale, ma si ripiega su questo ad
angolo: sul margine rivolto verso il polo cefalico e verso l'estremità si
Prodiamesa (s. str.) sp.
Fig. 1. Larva: Antenna: si vede la setola antennale più lunga che gli articoli terminali.
Fig. 2. Larva: denti del labio. - Fig. 3. Ninfa: ultimo segmento ; si vedono le setole
terminali più robuste di quelle del ventaglio natatorio. - Fig. 4. Ninfa: Margine laterale
del penultimo segmento per mostrare la reciproca disposizione delle cinque setole che
vi si inseriscono. - Fig. 5. Ninfa: Cornetto protoracico. - Fig. 6. Imago : nervatura
dell’ ala. - Fig. 7. Imago: ipopigio.
116
DI
nota come una spina nerastra, il resto del margine è ricoperto di peli
corti e sottili; all'articolo terminale si aggiunge un’appendice acces-
soria, grossolanamente claviforme.
Osservazioni di carattere biologico
Come ho già detto nella mia precedente nota sul Chir. Thummi,
ho trovato numerose e già ben sviluppate larve di Prodiamesa olivacea
nei primi giorni di gennaio nel fango delle rogge raccoglitrici degli
scoli di rifiuto della città. Le larve di P. olivacea non si costruiscono
mai nicchie, a differenza di quelle di Chir. 7hummi. Esse possono
resistere, come ho notato a proposito delle larve di 7arnytarsus, a
lunghi digiuni, perfino di 3 mesi.
Le larve di Prodiatnesa (s. str.) sp. catturate a Ponte di Le-
gno (1250) nella prima quindicina di settembre si trovavano in ru-
scelli d’acqua corrente a fondo prevalentemente siliceo, prediligendo
un habitat diverso da larve di 7aryfarsus che si trovavano in ruscelli
a brevissima distanza ma a fondo più melmoso. Ho potuto tenere in
cattività qualche esemplare per circa un mese, ma la mortalità delle
forme larvali è stata grandissima. Non si trovavano, come al piano,
quelle di Pr. o/ivacea, insieme a larve di Chir. Thummi, ma con larve
grosse rossicce di Tanypodinae: larve che ho potuto sviluppare in
ninfe ed imagini. Le ninfe presentavano cornetti protoracici con
lamina cribrata distale separata nettamente dalla lamina tracheale,
come appare nettamente nella figura 51 pag. 43 della « Faune de
France » Chironomidae Tanypodinae: inoltre il settimo segmento
aveva sei setole marginali: la distanza tra le setole 1 - 2e 4-5 appariva
più grande che tra le altre; segmento ottavo fornito di cinque setole
equidistanti. In base a queste ‘osservazioni che ho potuto fare sulla
forma ninfale e a quelle, ancorchè incomplete, eseguite sull’imagine,
credo trattarsi, con ogni probabilità di Macropelopia notata Meig.
La durata della ninfosi della Prodiamesa che ho catturato in mon-
tagna corrisponde a quella stabilita da M. Comas.
Considerazioni intorno alla diagnosi sistematica
Le lamine paralabiali presenti, ma non striate, guarnite di lunghe
setole ai lati orientano verso il gen. Prodiamesa. Il dente mediano
del labio bifido e più corto che i laterali, la setola antennale più lunga
che gli articoli terminali dell'antenna, sono caratteri che fanno ascrivere
117
la forma larvale in questione al sbg. Prodiamesa e la differenziano dal
sbg. Monodiamesa. Detta forma larvale catturata a Bergamo durante
l’inverno nello stesso habitat delle larve di Chir. Thummi, lunga 13 - 14
mm., di colore bianco - latteo che diventa giallo al torace al momento
della ninfosi, si identifica quindi completamente con la larva descritta
da M. Comas e classificata come Prodiamesa notata: la forma catturata
in montagna e descritta nella presente nota, ripete invero tutti i carat
teri morfologici della forma catturata a Bergamo, ma ha un habitat
diverso, è meno lunga (lunghezza non mai superiore agli 8 mm.) ed ha
un colore che, in base anche alla possibilità del confronto, tende sem-
pre più ai toni scuri che non al bianco latteo.
Le espansioni membranose del segmento anale munite di ventaglio
natatorio e di setole terminali più robuste, i segmenti addominali con
spine disposte senza regolare disegno, la mancanza di prolungamenti
del segmento preanale e la forma del cornetto protoracico fanno pen-
sare, anche per la ninfa, al sbg. Prodiamesa. Il segmento anale con
quattro anzichè cinque setole, ed il ventaglio natatorio con setole lunghe
e relativamente poco serrate depongono, nei riguardi della forma in
questione, per il sbg. Prodiamesa anzichè per il sbg. Monodiamesa: Ma
debbo ancora notare che mentre le ninfe della Prodiamesa notata de-
scritta da Comas e quelle da me osservate in pianura misurano all’incirca
9 mm., quelle da me catturate in montagna e prese in esame non ne
misurano che 6 - 7.
La posizione della M - Cu, inserita sulla Cu medialmente alla bi-
forcazione di detta nervatura, gli occhi glabri, il quarto articolo del
tarso anteriore considerevolmente più lungo del quinto e cilindrico,
costituiscono, anche per l’imagine, caratteri del gen. Prodiamesa. L’arti-
colo basale dell’ipopigio y terminato da due appendici fanno poi
riferire l’imagine stessa al sbg. Prodiamesa e la distinguano dal sbg.
Monodiamesa. Anche l’imagine corrisponderebbe per la diagnosi di
specie ai caratteri della /. olivacea: soltanto, come la ninfa e la larva,
anch’essa misura, nelle forme di montagna, una lunghezza che non
raggiunge i 5 - 6 mm. riferiti per la P. olivacea.
BIBLIOGRAFIA
M. Bezzi - Studi sulla Ditterofauna nivale delle Alpi Italiane - Me-
morie della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico
di Storia Naturale di Milano, Vol. IX, Fas. 1°.
M. Comas - Sur les métamorphoses de Prodiamesa notata Meigen -
118
Bulletin de la Société Zoologique de France - Tome LII - N. 3 -
30 Juin 1927, p. 174 - 178.
M. Goetghebuer - Faune de France 15 - Diptères (Nématocères):
Chironomidae Tanypodinae - Paris, Lechevalier, 1927.
M. Goetghebuer - Faune de France 23 - Diptères Chyronomidae
IV (Orthocladiinae, Corynoneurinae, Clunioninae, Diamesinae). -
Paris, Lechevalier, 1932.
G. Moretti - Sulla morfologia e biologia di forma larvale e ninfale
della Sectio Tanytarsus. genuinus - inermipes gruppo corrispon-
dente ad un Imago del G. Micropsectra. (Kieff.). - Atti Soc. Ital.
Scienze Naturali, vol. LXX, 1931, pp. 168-180, tav. IV - VI.
G. Moretti. - Chironomidi italiani: Chironomus Thummi - Atti della
Soc. Ital. di Scienze Naturali, Vol. LXXI, 1932, pp. 168-180, Tav. IV-VI.
MISSIONI SCIENTIFICHE DEL PROF. EDOARDO: ZAVATTARI
NEL SAHARA ITALIANO (1933-34)
FaBIO INVREA
MUTILLIDI E CRISIDI
Il Prof. E. Zavattari, colla sua consueta gentilezza, ha voluto affi-
darmi lo studio dei Mutillidi e Crisidi raccolti nelle sue più recenti
escursioni attraverso il Sahara italiano (1933 e 1934), donandomi gene-
. rosamente il materiale per la mia collezione, come già aveva fatto per
il suo precedente viaggio nel Fezzan. A lui i miei più calorosi ringra-
ziamenti.
Le specie sono poche, trattandosi di catture accidentali, poichè al
Prof. Zavattari, per la speciale natura delle sue missioni, non era pos-
sibile dedicarsi a raccolte specializzate. Ma, data la provenienza, anche
gli scarsi reperti sono di grande interesse. i
Approfitto dell'occasione per citare qualche altro esemplare libico
che ho avuto occasione di vedere.
119
Fam. MUTILLIDAE
Apterogyna Olivieri Latr.
Latreille, Gen. Crust. et Ins., Vol. IV, 1809, p. 122.
Tazerbo (Cufra), VIII 1934, una 9,leg. Zavattari; Tegerhi (Fezzan) VIII
1933, una ®, leg. Zavattari.
Apterogyna nitida Bisch.
Bischoff, Monogr. Mutill. Afr, (Archiv. fiir Naturgesch.), 1920, p. 42.
Uan el Chebir (Fezzan), Ottobre 1931, 1 g, legit A. Desio, in coll.
Prestifilippo di Milano.
Tricholabioides semistriata (KI.)
Klug, Symb. Phys., 1829, Tav. 4, fig. 9. 9
Augila, IX-1934, 1 g7, leg. Zavattari.
Trogaspidia divisa (Smith) -
Smith, Catalog. Hym. Brit. Mus., 1855, p. 11.
Sebha Gurda (Fezzan), 12-VIII-1933, 1 g7, leg. Zavattari.
Smicromyrme giarabubensis Invr.
Invrea, Mem. Soc. Entom. Ital., Vol. XI, 1932, p. 73, £.
Marada (Ciren.), VIII-1934, 2 99, legit Zavattari. Questi due individui
differiscono un poco dall’esemplare tipico per la statura legger-
mente maggiore, il colorito ferrugineo un poco più scuro, l’apice
delle mandibole nero, l’ultimo urotergite pure nero, compresa l’area.
pigidiale. La fascia bianca del 5° (6°) urotergite si nota solo sui
lati, forse per depilazione.
Dasylabis maura (L.) var. lepida (KI.)
Klug, Reise d. Tirol, Oberit. u. Piem. nach. d. siidlich. Span., Passau,
1835, p. 94. 9.
Augila, IX-1934, 1 9, leg. Zavattari. È la consueta forma, comune in
tutta la Libia.
120
Stenomutilla argentata (Vill.)
Villers, C. Linnaei Entom., HI, 1789, p. 343, 9.
Paludi Uadi Kaam (Homs, Trip.), 14-IV-35, un g, leg. E. Moltoni, in
coll. Prestifilippo. È il primo < di questa specie che io vedo
proveniente dalla Libia.
Fam. CHRYSIDIDAE
Parnopes denticulata Spin.
Spinola, Ann. Soc. Entom. Fr., Vol. VII, 1838, p. 455.
‘ Augila, IX-1934, 1 ©, leg. Zavattari.
MISSIONE SCIENTIFICA. DEL PROF. EDOARDO ZAVATTARI
NEL SAHARA ITALIANO (1934)
M. SALFI
(Napoli)
CONTRIBUZIONE ALLA CONOSCENZA
DEGLI ORTOTTERI LIBICI. 8.
ORTOTTERI DI MARADA, AUGILA, GIALO E CUFRA
In una mia precedente nota (1934) ho dato notizie circa l’ortotte-
rofauna di Cufra. Recentemente ho avuto in esame dal Prof. E. Za-
vattari, che vivamente ringrazio, gli Ortotteri da lui stesso raccolti,
durante il suo viaggio a Cufra, del 1934, a Marada, Augila, Gialo e
Cufra. Vengono con i dati di queste nuove raccolte ad estendersi le
conoscenze sugli Ortotteri del retroterra libico. Notevole è la straor-
dinaria abbondanza degli Acrotylus in tutte le oasi visitate.
CUÙFRA
. Risultano le seguenti specie già da me segnalate per la fauna di
Cufra (1934).
1. Sphodromantis viridis (Forsk.) - 2 99 larve (El Giof, IX-34).
121
2. Acrotylus insubricus (Scop.) var. (') Numerosissimi individui (El
Giof, IX-1934). i
3. Thisoicetrus littoratis harterti (Bol.) 1 9 (Tazerbo, IX-1934).
e altre due specie per Cufra :
4. Aiolopus strepens (Latr.) 1 9 (Tazerbo, IX-1934)
5. Gryllotalpa vulgaris L. Numerosi individui in vario stadio di
sviluppo (EI Giof, IX-1934).
MaRADA (VIII-1934)
Dell’ortotterofauna di questa oasi nulla ci era finora noto. Ho rinvenuto
nel materiale studiato le specie seguenti:
1. Heterogamodes cerverae (Bol.) 1 Sg
. Eremiaphila denticollis (Luc.) 3 Q£2e1
. Gryllus domesticus L. 1 3°
. Platypterna gracilis Kr. 3 99
. Aiolopus strepens (Latr.) 4 292 elg
UT UN
AUuGILA (IX-1934)
1. Acrotylus insubricus (Scop.) var. - Numerosissimi individui
2. Pyrgomorpha cognata Kr. 1
3. Thisoicetrus littoralis harterti (Bol.) 4 29
Grano (Esc Scherruf). (Settembre 1934)
1. Platypterna gracilis Kr. 1 9°
2. Aiolopus strepens Latr. 19
3. Acrotylus insubricus (Scop.) var. Numerosissimi individui
4. Thisoicetrus littoralis harterti (Bol.)
GIALO
1. Heterogomodes ursina var. quadrispina Chop. 1 g°
2. Heterogamodes zavattarii n. sp.
Sg Corpo pubescente. Capo con ocelli grandi. Distanza interoculare
superiore eguale alla distanza interocellare. Spazio interocellare, bruno
nerastro, trasverso, con una depressione mediana a margini convessi e
due fossette infero laterali; fronte bruniccia poco pubescente. Antenne
ad articoli mediani più robusti degli articoli basali. Pronoto a margine
anteriore regolarmente saliente. Margini laterali subretti, margine po-
(1) A questa forma di Acrotylus iusubricus (Scop.) Si riferiscono le mie precedenti
citazioni di Acrotylus patruelis.
122
. steriore convesso con due macchie giallo chiare supero laterali nel
disco che mostra due lievi depressioni arrotondate mediane e due solchi
subsinuosi obliqui congiunti da un lieve solco trasverso inferiormente.
Pubescenza notevole specialmente ai margini. Addome pubescente più
accentuatamente ai margini. Lamina sottogenitale asimmetrica con
corta pubescenza. Zampe con le spine delle tibie rossiccie. Tibie an-
teriori con 8 spine apicali e 1 superiore. Tibie intermedie con 8 spine
apicali, 6 superiori e i inferiore. Tibie posteriori lievemente ricurve
con 7 spine apicali, 10 superiori (3 4 1 +3+3) e 5 inferiori (1 +2 + 2).
Femori medi e posteriori con spina apicale. Metatarso lungo; unghiette
Heterogamodes zavattarii n. sp. o
1, Capo visto di fronte; 2, pronoto; 3, tibia e tarso anteriore; 4, tibia media; 5, tibia
posteriore, vista dal di sotto; 6, tibia posteriore, vista dal disopra.
fini lievemente ricurve. Elitre giallastre traslucide, margine anteriore
poco convesso con peli eretti lunghi. Ali trasparenti a campo margi-
nale biancastro.
Q Fortemente convessa poco pubescente. Capo rossiccio, fronte con
123
impressione trasversa mediana. Scudo facciale a margine superiore
infero. Protuberanza facciale lucida convessa leggermente solcata me-
dialmente. Zampe rossiccie, pubescenti, femori anteriori e medi con
brevi spinette ai due margini inferiori. Tibie anteriori con 8 spine api-
cali e 1 superiore. Tibie intermedie con 8 spine apicali, 6 superiori e
1 inferiore. Tibie posteriori ricurve con 7 spine apicali, 11 superiori
(8+3) e 4 inferiori
d° (tipo) I° (paratipi) 9 (cotipo)
Lunghezza del corpo mm. 10. - 105-106. 165
» >» pronoto > Da DB 0. =
» delle elitre OL 17.5 - 17.3 —_
Gialo:3 gg e 1 9, IX- 1934.
Descrivo come nuova questa specie per i caratteri dell’armatura
delle tibie, del capo e del pronoto. Questa specie è vicina a /H. cer-
verae (Bol.), se ne distingue per la forma del prònoto del xy il cu
margine anteriore è meno saliente che in /7. cerverae per lo spazio
interocellare del y” trasverso e non triangolare, per l'armatura delle
tibie posteriori del 5” le quali in /7. cerverae hanno 11 spine superiori
(543 +3) mentre nelle specie qui descitte ne hanno 10 (3+1434+3) e
5 inferiori (1-+2+2) invece di 4 presenti in 7. cerverae La 9 di H.
cerverae ha poi 10 spine superiori nelle tibie posteriori mentre la specie
qui descritta ne mostra 11 (843).
3. Heterogamodes cerverae (Bol.) 1 3
. Periplaneta americana LL. 2 SS e3 929
. Blepharopsis mendica (Fab.) 1 3g
. Gryllus domesticus L. 1 £
. Acridella unguiculata (Ramb.) 1 9
. Acrotylus insubricus (Scop.) var. Numerosissimi individui.
. Thisoicetrus littoralis harterti (Bol.) 1 9Q e 1 gf
dd lil S) di _bpi
Già note per Gialo erano le seguenti specie: Gryllus domesticus L.,
Acrotylus insubricus (Scop.) var.
BIBLIOGRAFIA
1929. Chopard L.- Les Polyphagiens de là la faune paléarctique. Eos
Vol:V; pi 228792: Tee av 509,
1927. Salfi M. - Contribuzioni alla conoscenza degli Ortotteri libici
124
4. Blattidae ed Acrididae di Cirenaica, Boll. Soc. Nat. Napoli, Vol.
39, pag. 225, 10 figg. tav. 12.
1930. Salfi M. - I caratteri dell’Ortotterofauna cirenaica, Arch. Zool.
Ital Vol. 14, p. 398.
1934. Salfi M. - Contribuzioni alla conoscenza degli Ortotteri libici.
6. Oothecaria e Saltatoria di Cufra. Ann. Mus. Zool. Napoli S. N.
Vol. 6. N. 14, 5 figg.
RECENSIONE
E. ZAVATTARI: Prodromo della Fauna della Libia. Pubblicato sotto
gli auspici del Ministero delle Colonie e della R.* Università di
Pavia. Pagg. VIII - 1234 Pavia, Tipografia già Cooperativa, 1934 -
XII. L. 200.
Atteso con impazienza ed accolto col più vivo interesse da tutti
gli studiosi, è uscito recentemente, in un grosso volume di oltre mil-
leduecento pagine, il Prodromo della Fauna della Libia del Prof.
Edoardo Zavattari, il quale allo studio indefesso della zoologia della
nostra colonia mediterranea dedica da anni tanta solerte attività, inte-
grata da numerose escursioni attraverso tutto il territorio libico, fino
alle sue più estreme propaggini meridionali, che gli hanno permesso
di conoscere a fondo la regione in'tutte le sue parti e di delineare,
di conseguenza, con grande precisione e diligenza, l’ambienle fisico e
biologico, base indispensabile per un accurato studio faunistico.
Il Prodromo del Prof. Zavattari, concepito ed attuato con quella
genialità di metodo e quello scrupoloso rigore scientifico che sono
doti preclare dell'Autore e che ha da questo richiesto una ampiezza di
indagini‘e una somma di fatiche imponenti, per ricercare e raccogliere,
in un quadro sistematico completo, tutto quanto sulla fauna libica è
stato fino ad oggi con vasta ma frammentaria attività, pubblicato, rap-
presenta veramente una pietra migliare nella storia della zoologia della
Libia e la base necessaria per ogni suo ulteriore sviluppo.
Più di ottocento pagine del libro occupa l’elenco speciografico che
enumera circa seimila forme: 710 pagine riguardano gli invertebrati,
92 i vertebrati. Per ogni specie sono indicate sempre tutte le pubbli-
cazioni che la specie hanno citata per la regione, tutte le località di
cattura in dette pubblicazioni indicate, col nome del raccoglitore e la
125
sigla dell'autore che ne ha dato notizia e distinte per le quattro pro-
vincie zoologiche in cui lo Zavattari divide il territorio della Libia
(Tripolitania, Cirenaica, Fezzan, Cufra). Data la meticolosa diligenza
con cui l'Autore ha proceduto alla formazione di questo catalogo —
che può servire di modello per tutti i cataloghi faunistici, perchè ac-
coppia precisione e compiutezza alla maggiore semplicità e praticità
— si può ritenere che non vi sieno state omissioni e che esso offra
perciò agli specialisti, per ogni gruppo, una netta messa a punto delle
conoscenze fino ad ora acquisite, liberandoli di ogni necessttà di
lunghe e faticose consultazioni e ricerche.
Altrettanto deve dirsi dell'elenco bibliografico che è in fondo al
volume e che comprende non soltanto tutti gli scritti speciali di ca-
rattere sistematico e faunistico comparsi fino quasi a tutto il 1934,
ma anche le opere di carattere generale che possano contribuire alla
conoscenza della Libia sotto tutti i suoi aspetti.
Questo vasto quadro speciografico mette inoltre in piena luce
quanto solerte e ampia sia stata, dopo la nostra occupazione, l’attività
dedicata dagli studiosi, in grandissima maggioranza italiani, alla fauna
della Libia. Infatti il diligente studio faunistico pubblicato dal Prof.
Ghigi nel 1912, comprendeva soltanto 782 specie note della nostra
colonia, in confronto alle 6000 oggi conosciute. Come molto opportu-
namente fa notare il Prof. Zavattari nella Introduzione, il contributo
recato dagli italiani alla conoscenza della fauna della Libia è stato,
specialmente in questi ultimi anni, assai maggiore di quanto abitual-
mente si possa pensare e l'Autore ha compilato il suo Prodromo altresì
nell'intento di dimostrare come anche in Italia le Colonie si studino
scientificamente come si usa praticare dalle altre nazioni. Nota però lo
Zavattari che i contributi finora arrecati sono assai irregolarmente dis-
tribuiti rispetto all'area in cui le raccolte sono state compiute, in
quanto sono massimi per la Cirenaica, per le oasi cirenaiche e di
Cufra, molto scarsi per la Tripolitania e quasi nulli per il Fezzan.
Occorreranno perciò ancora molti viaggi e numerose ricerche prima
che il quadro della fauna della Libia possa dirsi armonicamente e
interamente conosciuto.
La parte sistematica è preceduta, per quasi cento pagine, dalla
parte generale. L’ A. ha tracciato dapprima una rivista storica accurata
di tutte le esplorazioni zoologiche che, fino al 1931, si sono susseguite
nella Libia, nonchè, dei contributi forniti da raccoglitori e volenterosi
residenti in colonia o da viaggiatori occasionali. Segue poi, come si è
detto, il quadro geografico generale, vale a dire la rappresentazione
120
delle condizioni fisiche e biologiche, con dettagliato studio dei vari
ambienti in rapporto. ai fattori geomorfologici, climatologici, idrici,
floristici ecc. ed esame accurato delle entità faunistiche per ogni am-
biente, per venire in fine alla ripartizione della popolazione umana e
ad un rapido cenno sulle condizioni agricole della colonia.
L’ultima parte del volume è dedicata, per oltre 250 pagine, allo
studio zoogeografico. Vi sono dapprima centosettanta pagine di tabelle
nelle quali le specie dell’elenco sono divise secondo la loro distribu-
zione geografica sia tra le varie provincie e sottoprovincie libiche, in
conformità alle suddivisioni stabilite dall’ A., sia in rapporto alle loro
affinità faunistiche (europeo - mediterranee, mauritaniche, egiziane,
orientali, sahariane, etiopiche, endemiche e diffuse),
Su questa base lA. studia i caratteri generali della fauna e, am-
piamente e dettagliatamente, per ogni classe o ordine, le relazioni tra
le faune delle varie provincie libiche e le relazioni della fauna della
Libia con quella delle circostanti regioni; discute le opinioni dei vari
autori che hanno precedentemente trattato il problema zoogeografico
libico e, pur dichiarando di non voler trarre conclusioni biogeografiche
generali definitive, afferma che la fauna della Libia, considerata nella
sua interezza, è costituita in prevalenza di due grandi gruppi di specie:
uno formato da specie circummediterranee in prevalenza nord - africane,
l’altro da specie eremiche. Il primo abita la regione costiera, le zone
degli altipiani tripolitano e cirenaico e i territori circostanti, l’altro
le regioni presahariana e sahariana, protendendosi verso la costa là
ove l’anibiente vi è desertico o predesertico.
Nel primo gruppo predominerebbero le forme occidentali su quelle
orientali e il popolamento si sarebbe fatto in direzione occidente -
oriente, e cioè dall'Africa minore, oltre che da settentrione, e non
dall'Egitto.
Nel secondo gruppo, quello eremico, vi sarebbe una fauna a
larghissima distribuzione, formatasi su tutta quella fascia desertica che
dall’Atlantico giunge al golfo Persico, con propaggini a nord fino alla
Palestina e Transgiordania. L’inorientamento, notato da qualche auto-
re, sarebbe puramente apparente, poichè la fauna eremica sarebbe per
eccellenza autoctona dell’Africa settentrionale. i
In sostanza, secondo Zavattari, « la fauna della Libia ha una dop-
pia origine, pur essendo decisamente paleartica: origine europeo -
circummediterranea, origine sahariana; la prima a carattere europeo -
nord - afro - occidentale, la seconda a carattere eremico e quindi nord -
afro - orientale ».
127
Come si vede il Prof. Zavattari dissente nettamente da quegli
autori che hanno sostenuta l'origine prevalentemente orientale della
fauna libica, specialmente cirenaica. È riservato alle future ricerche il
decidere tra le due ipotesi divergenti.
L’opera si conchiude con uno studio sulle relazioni della fauna
con | agricoltura e con la patologia animale ed umana ed è particolar-
mente quest’ultima parte di grandissimo interesse per la specialissima
competenza dell'Autore che a tali ricerche, oggetto principale delle sue
numerose missioni africane, ha dedicata tanta e così feconda attività.
F. INVREA
RASSEGNA DELLE PUBBLICAZIONI ENTOMOLOGICHE
riguardanti la fauna dell’Italia e delle Colonie Mediterranee
LIV (1)
Hymenoptera
Bernard F.- Hyménoptères nouveaux ou peu connus rencontrés è
Fréjus (Var). (3 note). Béthyloides nouveaux pour la France, avec
la description d’un Dryinide: Chelotelius Berlandi 7. sp. - Bull.
Soc. Ent. France, 1935, pp. 40 - 42, fig.
Descrizione della n. sp. in confronto con il C. gryps Reinh. (di
Bolzano); reperti di varie specie.
Jaeger E. - Kleine Schuppenandrenen (Hym., Apid.) - Prirodoslovne
Razprave, Ljubliana, 2, 1934, pp. 227 - 230.
Andrena Doderoi n. sp. di Camigliatello, Sila.
Luigioni P. - Sesto contributo alla conoscenza della fauna entomo-
logica del Parco Nazionale d’ Abruzzo. Hymenoptera fam. Tenthre-
dinidae. - Act. P. Acad. Sc. Nov. Lync., LXXXVIII, 1935, pp. 16 - 22»
Sono citate 62 specie, e 8 var.; è stabilita la sinonimia: 7enthredo-
psis floricola Costa (nec Enslin) = (romana Konow).
Monastero S. - L’importanza dell’Opius nella lotta contro la mosca
delle olive. Ulteriori ritrovamenti e studii biologici. - Atti R. Acc»
(1) Non sono compresi i lavori puhbllcati nel Bollettino e nelle Memorie della Società
Entomologica Italiana. Si pregano gli autori di inviare sempre gli estrattl dei loro lavori
per la recensione. Salvo contrarie indicazioni, la rassegna è compilata dal Dr. Capra.
128
Scienze Lettere e Belle Arti di Palermo, XVIII, 1934, fasc. II,
estr. 13 pp.
Andamento dell’infestione dacidica in relazione all’Opius siculus
dal 1929 al 1933, notizie biologiche.
Monastero S. - Studio sulla posizione sistematica dell’Opius siculus
Monastero endofago della mosca delle olive. - Atti R. Acc. Sc.
Lett. B. Arti Palermo, XVIII, 1934, fasc. III, estr. 21 pp., una Tav.
Si discute e sostiene il valore specifico dell’Opius siculus Mon. in
confronto a O. concolor Szépl.
Monastero S. - La scoperta dell’Opius siculus Mon. e la lotta contro
la Mosca delle Olive. - L’Avanguardia Rurale, Roma, V, 1934. n.
12; PD. (5